Peccato Mortale

di
genere
saffico

Claudia è scappata appena in tempo giù dalle scale mentre Gloria saliva con l’ascensore; non so immaginare cosa sarebbe successo se mia figlia mi avesse sorpresa a letto con la sua migliore amica...

Ho trentotto anni, sposata con una figlia sedicenne, e ho una relazione omosessuale con un’adolescente che ha sei mesi meno di mia figlia.
Tradire mio marito non è un problema: in fondo si tratta di una donna, non è veramente adulterio... Però ho la sensazione che lesbicare Claudia sia un po’ come tradire Gloria. Lo so che è stupido: Gloria non è affatto interessata a Claudia da quel punto di vista; ma so che non le piacerebbe affatto sapere cosa c’è fra la sua amica del cuore e sua mamma.
Già. E io cosa ne penso di tutto questo?

Ho tradito mio marito in passato con diversi uomini, ma non ho mai avuto una relazione extraconiugale: le mie scappatelle sono sempre state da una botta e via. Non ricordo nemmeno i nomi dei maschi che ho scopato ultimamente...
Con Claudia è diverso.
Ci siamo già riviste tre volte. Il mio lavoro è perfetto per questo: è sempre facilissimo simulare un appuntamento di lavoro, lasciare mio marito in agenzia o a casa e andare a prendere Claudia in macchina per appartarci di volta in volta nel posto più opportuno.
Siamo state in agenzia fuori orario di lavoro, e perfino a casa sua mentre i suoi erano via... Se sua madre sapesse che le ho scopato la figlia nel suo letto mi ucciderebbe.
Siamo state in un sex shop e abbiamo comprato qualche giocattolino erotico per giocare insieme: un paio di vibratori, palline vaginali, e un bellissimo (e costosissimo) bifallo di lattice.
Già: il bifallo...

Siamo nella camera da letto dei suoi genitori. Loro sono in campagna vicino ad Asti per la domenica, e lei gli ha raccontato che doveva assolutamente studiare: è una secchina e ci hanno creduto... Io invece mi sono inventata un appuntamento urgente e sono corsa via con il Cherokee e il mio abbigliamento da lavoro mentre Mario e Gloria studiavano le vacanze estive cercando il resort più idoneo (come vorrei che Gloria studiasse di più la matematica e di meno i villaggi turistici...).
Quando sono arrivata, Claudia mi ha abbracciata con foga, stampandomi in bocca un bacio tenerissimo e umido.
Non è stata per niente precipitosa o aggressiva, come lo sono di solito gli uomini per un appuntamento clandestino: mi ha portata in salotto offrendomi un drink analcolico, come una brava giovane padrona di casa dovrebbe fare con la sua ospite, e abbiamo chiacchierato un po’ prima di tornare a baciarci, questa volta con più passione, finché...
Pensavo che saremmo andate nella sua cameretta, invece lei aveva preparato tutto nella camera dei suoi: - La mia è ancora una stanza da ragazzina, ed è così piccola... Qui staremo più comode.
Le piace spogliarmi; io adoro essere denudata con calma, e lei è più brava della maggior parte dei partner maschili che ho avuto finora.
Le piace giocare con la mia gonna e stuzzicarmi da sotto senza sfilarmi subito le mutandine; poi mi libera della giacca lasciandomi con il toppino aderente, e torna di sotto per sfilarmi la gonna.
Ci baciamo un po’, strofinandoci come due gatte in amore, poi lei ricomincia a sbucciare via una foglia dopo l’altra: il top, il reggiseno, le mutandine... Per ultime le scarpe, dopo avermi fatta sedere sul bordo del letto.
- Stenditi sul letto... – mi sussurra nell’orecchio dopo avermelo solleticato internamente con la lingua.
Obbedisco, e mi sdraio nuda sulle lenzuola pulite; sono un po’ a disagio perché conosco bene sua madre, e l’idea che lei dormirà in quello stesso letto di lì a poche ore mi imbarazza un tantino... Ma mi eccita anche, lo ammetto.
Sollevo lo sguardo su di lei e la vedo sorridere maliziosa, in piedi davanti al lettone dei suoi.
Non mi raggiunge subito: comincia a spogliarsi lentamente...
Le altre volte l’ho spogliata io; questa volta vuole fare qualcosa di diverso. Le piace cambiare e sperimentare: è anche per questo che già alla sua età è un’amante capace di avvincermi non solo durante il sesso, ma anche dopo, in attesa della prossima volta...
Uno spogliarello in piena regola; più tardi mi confesserà che è la prima volta che fa una cosa del genere. Lei è timida; ma con me si sente di superare le sue inibizioni.
È un bellissimo complimento.
Il suo vestitino scivola per terra delicatamente, mentre lei accenna leggeri movimenti di danza: niente di esagerato, solo un delicato ancheggiare deliziosamente erotico.
Come al solito – beata lei – niente reggiseno: le mutandine cadono sul pavimento anche loro, e Claudia si volta su sé stessa, offrendomi una vista piena ed eccitante del suo giovane corpo flessuoso.
Poi, con calma, sale sul letto e mi raggiunge per baciarmi dopo aver appoggiato i suoi seni sui miei.
Il tepore di quelle tette tonde e dure che premono sulle mie mi fa impazzire.
Ci baciamo a lungo, vorticando le lingue una nella bocca dell’altra, scambiandoci i nostri fluidi e strofinando i nostri corpi: sento la sua giovane passera affamata che si friziona contro la mia coscia nervosa, inumidendomi la pelle...
Al termine di un ragionevole preliminare, Claudia scivola verso le mie regioni più basse, baciandomi prima i seni, poi l’ombelico e via via più giù, fino a tuffare il viso fra le mie cosce spalancate per leccarmi la fica.
- Aahhh... – ansimo, sentendo la sua lingua invadere le mie intimità femminili già grondanti di desiderio.
Claudia ha una lingua infernale: mai provato niente di simile. Era brava già la prima volta, ma ora, dopo sole poche sessioni d’amore, è diventata qualcosa di diabolico.
Quando mi lecca, Claudia può fare di me quello che vuole: può farmi godere a botta di fucile nel giro di meno di un minuto, oppure può tenermi a lessare a fuoco lento per ore senza mai farmi tagliare il traguardo. Ha un talento naturale per scoprire le mie zone erogene, e ha scoperto il mio punto G già la seconda volta che mi ha amata, quando mio marito lo sta ancora cercando dopo quasi vent’anni di matrimonio.
Oggi non vuole che io goda subito: ha altri progetti...
Mi porta quasi all’orgasmo, poi si solleva e allunga la mano al comodino per aprire il cassetto.

La guardo tirare fuori il bifallo che abbiamo comprato al sex shop giorni prima, ridendo come cretine (dio, che imbarazzo!) ...
Già, perché noi siamo una coppia clandestina particolare: siamo evidentemente gay, ma non abbiamo nessuna esperienza. Io non sapevo di esserlo – o quantomeno di avere una componente omosessuale dentro di me – e lei, pur sapendolo da tempo, non ha esperienze precedenti: per noi è tutto nuovo, un mondo da scoprire...
Tutti sanno come fare l’amore fra maschi e femmine... Ma anche avevo un’idea di massima, non mi ero mai posta il problema di come farlo con una donna.
Così ci siamo documentate su internet, e abbiamo pensato di andare nel sex shop per farci venire qualche idea.
Io ho preso qualche gadget tradizionale, di quelli da usare da sole... Claudia ha trovato il bifallo, e ha insistito per quello e niente altro.

Osservo l’arnese un po’ minaccioso che la mia giovanissima amante tiene in mano, e provo un brivido di eccitazione mista a timore.
- Sei sicura? -le chiedo, esitante.
Lei annuisce convinta, un sorriso smagliante e un lampo di malizia nello sguardo normalmente così innocente: - Mai stata più sicura in vita mia.
Avverto la tremenda responsabilità che la compagna di banco di mia figlia mi sta assegnando... E con essa anche una tremenda eccitazione: non capita a molte donne l’onore di fare una cosa del genere.
Inspiro profondamente e mi sollevo sulle ginocchia prendendo in mano il bifallo.
Lo osservo un momento: sembra una specie di enorme lombrico, forse perché Claudia lo ha voluto color carne. È appena un po’ ricurvo, pieno di escrescenze e finte venature, e potrebbe sembrare una porzione normale di fallo maschile, se non fosse che ha due glandi: uno per ciascuna estremità.
Lo lubrifico con l’apposito gel per giocattoli in lattice, poi me lo introduco con calma nella vagina. È più facile del previsto: immagino che la lingua di Claudia funzioni meglio di qualsiasi lubrificante ad acqua...
Mi guardo allo specchio nell’armadio dei genitori di Claudia, e non posso trattenere un sorriso: sembro un’ermafrodita.
Claudia ridacchia apertamente: - Accidenti, Cinzia... Se tutti gli uomini sembrassero così, probabilmente sarei etero anch’io!
Sorrido e la guardo negli occhi: - Come vuoi farlo?
Lei è decisa: - Voglio guardarti negli occhi mentre lo facciamo: prendimi da davanti.
Si stende sulla schiena con la testa appoggiata al cuscino, poi solleva le gambe a squadra e le allarga al massimo piegando le ginocchia e tenendosele ferme con le mani.
Esito: la passera di Claudia sembra fissarmi a bocca aperta. Le grandi labbra sono dischiuse, circondate dal suo bel boschetto di pelo chiaro e incolto... È bellissima.
Sento l’eccitazione per quel che stiamo facendo che mi monta dentro, e siccome ho lo sguardo puntato verso il basso vedo anche i miei capezzoli che si ergono sempre di più, come se fossero gelosi del fallo di gomma che mi protrude dalla fica.
- Avanti, fallo! – mi incita Claudia, a cosce aperte – Prendimi...

Oddio, come si fa? Sono sempre stata dall’altra parte del cazzo. Non ho idea di come si metta dentro, e come si spinga... Non è mai stato un mio problema!
Esito, poi dirigo con la mano la punta del bifallo in direzione di Claudia, e provo un fremito di piacere perché così facendo l’ho anche mosso dentro di me.
Mi assesto sulle ginocchia, poi accosto il glande di gomma alla spacca acerba di Claudia... Dio, sembro un’imbranata! È la cosa più innaturale che abbia mai fatto; e anche una delle più eccitanti.
Deglutisco per farmi coraggio, poi spingo dentro, più delicatamente che posso.
Non sono un uomo: non devo conquistare la mia femmina. Voglio solo aiutarla a sbocciare completamente. Voglio amarla, non sfondarla...
Claudia mi guarda con gli occhioni spalancati: sembra quasi spiritata, concentrata com’è su quello che tradizionalmente è considerato un momento così importante nella vita di una donna.
Diavolo, se spingo di più rischio di perdere l’equilibrio e di caderle addosso... Come cazzo fanno gli uomini?
Hmmm... Vero, di solito si appoggiano sulle braccia. Ma se faccio così, poi non vedo più dove spingo il bifallo.
Maledizione. Provo a sistemarmi meglio sulle ginocchia, forse così...
Spingo un altro po’, e incontro resistenza: me lo sento dentro la mia vagina, ed è piacevolissimo; spero lo sia anche per lei... Spingo un altro po’...
Claudia fa una smorfia, poi sgrana gli occhi e apre la bocca in un grido silenzioso, e capisco che è fatta.
L’ho aperta.
Sento come una scossa elettrica lungo la spina dorsale, rendendomi conto che ho appena deflorato la mia compagna.

La osservo, decisa a ricordarmi di ogni più piccolo dettaglio, dalla curva all’angolo della bocca al caschetto scompigliato sulla frangia mentre lei ansima piano...
Inspiro a fondo e provo a spingere ancora... E perdo l’equilibrio.
Sto ancora tenendo la parte centrale del bifallo con la mano destra, quindi allungo la sinistra per sorreggermi, e mi ritrovo nella più classica delle missionarie... Solo che sono dalla parte dal maschio. Che confusione.
Incrocio lo sguardo di lei: è luminoso. La sua espressione è rilassata, dolcissima: non credo di averle fatto male. Lo spero.
- Baciami – sussurra piano.
Okay. Inutile continuare a reggere il bifallo: ormai non scappa più, metà dentro di me e metà dentro di lei. Allungo anche l’altro braccio e ora mi reggo sulle mani accanto alla sua testa.
Fletto le braccia e arrivo a baciarla sulle labbra, mentre le mie tette penzolano sulle sue e i capezzoli si baciano a loro volta...
Sento le sue cosce sui fianchi, i suoi peli pubici mi accarezzano l’inguine, le sue mani mi sorreggono le spalle; il tepore dei suoi seni stupendi mi scalda le tette quando mi ci appoggio sopra, e le nostre lingue s’intrecciano in una danza tribale quando il nostro bacio diventa profondo.
- Adesso scopami – mi invita Claudia quando le nostre labbra si separano – Scopami come farebbe un uomo...
Inspiro a fondo, poi comincio a muovermi. Non sono sicura di come muovere i fianchi: non è un movimento naturale per una donna, almeno non all’inizio. Però avverto subito una sensazione di piacere dentro di me, perché con il bifallo se io scopo lei, lei automaticamente scopa me...
Sarà innaturale, però dopo pochi colpi comincia a diventare abbastanza spontaneo.
Spingo fino in fondo dentro di lei e la vedo spalancare gli occhi mentre anche io mi sento penetrata fino alla bocca dell’utero. Poi arretro, e la sensazione di scorrimento dentro la vagina mi strappa un gemito di lussuria. Spingo di nuovo, ed è Claudia a gemere di piacere.
- Sì, così! Fottimi... Fottimi...
La sto fottendo. Sto fottendo una ragazzina dopo averla sverginata... Non ci posso credere.
È fantastico.

Accelero il movimento: prima cercavo di muovermi come penso che faccia un maschio, ma adesso mi muovo come piace a me, godendomi il bifallo nella fica e augurandomi che per Claudia sia piacevole come lo è per me.
A giudicare dai suoi gemiti di piacere, credo che lo sia.
Anch’io sto gemendo, me ne rendo conto solo adesso: anzi, sto quasi gridando...
- Hmmm... Sì... Sì... Sìiii!
- Ah! Oh! Ah! Oh! Ah! Oh! Aahhh…
Non… Non è possibile: sto godendo... Godo come se fossi un uomo... Oohhh...
Siamo venute insieme: all’unisono. Incredibile.
Le crollo addosso, incapace di reggermi ulteriormente. Le schiaccio le tette con le mie, le divoro la bocca con la lingua e lei mi abbraccia convulsamente.
Rotoliamo nel lettone, avvinte una all’altra e ancora strettamente connesse dal bifallo, amandoci convulsamente ed emettendo grugniti animaleschi, i suoni primordiali delle bestie che si accoppiano e sfogano le loro voglie liberamente, completamente indifferenti ai tabù sociali che bollerebbero la nostra passione come oscena, immorale, o addirittura immonda. Un peccato mortale.
Quando alla fine ci arrestiamo, stremate e senza più fiato, ci guardiamo negli occhi e sorridiamo contente.
Claudia mi bacia con affetto, stringendomi forte, e io ricambio appassionatamente.
Poi si stacca e mi osserva intensamente.
- Quante volte ho cercato di immaginare questo momento – mormora con voce rotta – Ho sempre sentito dire che di solito la prima volta è una delusione... Quando mi sono resa conto che i ragazzi non mi interessavano, poi, ne sono stata sicura. Pensavo che alla fine avrei fatto da sola, magari con un cetriolo. Oppure che sarei finita con uno qualsiasi, giusto per togliermi il pensiero.
- Ti ho fatto male? – domando, un po’ apprensiva.
Lei scuote la testa e ride: - Cosa? No! Cioè, giusto un breve fastidio... E poi! Poi è stato fantastico...
Sospiro di sollievo. Per me non è stato molto piacevole, tanti anni prima... Lui era un cafone.
Sono contenta che per lei sia stato diverso.
Mi bacia di nuovo, brevemente, e torna a guardarmi con un sorriso smagliante: - Dio come sono contenta di averlo fatto con te...
Continuiamo a baciarci, ad accarezzarci, a stringerci e a ridacchiare come cretine.
Le asciugo una lacrima di gioia.
Lei mi guarda con lo sguardo sognante delle ragazzine innamorate: - Adesso che mi hai sverginata... Noi due siamo insieme? Voglio dire: come funziona, sono la tua ragazza?
Esito. Sono una donna sposata, ho una famiglia... E lei ha solo sedici anni.
- No, non rispondere. Lo so che è difficile... Non voglio metterti pressione.
Sospiro di sollievo; la guardo con tenerezza e la bacio di nuovo.
- Sei stupenda – le dico con sincerità – Proprio non so cosa ci sia successo... So solo che è bellissimo.
Lei sorride, un firmamento di stelle negli occhioni scuri.
- Sì, è bellissimo. Cinzia, lo so che non dovrei, ma devo dirtelo.
- Cosa, tesoro? – le faccio, scostandole i capelli dal viso.
Lei abbassa lo sguardo, e rivedo il peperone rosso vivo che ben conosco.
- Io... Io credo di essere innamorata di te.
scritto il
2019-05-27
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