Scoprire qualcosa di nuovo
di
asmodeo
genere
dominazione
Una sera passata in casa tutt’altro che noiosa . Dopo quasi vent’anni di matrimonio qualcosa di nuovo ci stava accadendo
Dopo cena abbiamo stappato una bottiglia di vin santo con dei dolci e uno tira l’altro. Marina , mia moglie, stava esagerando più di me e si sa a lungo andare, per chi non ha mai bevuto, l’alcool qualche scherzo lo fa. Non bevo abitualmente neppure io , ma l’alcool lo reggo, eppure quella sera entrambi ci sentivamo allegri e da li alla disinibizione il passo è breve.
Marina seduta con quelle sue meravigliose gambe accavallate,la voglia di saltarle addosso era tanta ma altrettanta la voglia di immortalarla così. Mi alzo e prendo la digitale. Scatto una foto. Lei sorride , vuol fare la vamp ed alza ancora di più la gonna.La abbraccio , le sfilo il vestito e lei si lascia fare. Altre foto. Le strappo quasi quegli antiestetici collant. Resta in mutandine e reggiseno. Il suo intimo ora che lo guardo è davvero antiestetico e per niente sensuale. Un cotone coprente e le mutandine quasi un pantaloncino. Ora protesta. Vorrebbe fermarsi. La mia è la richiesta di lasciarsi fare una foto nuda cosa mai fatta prima d’ora. “poi prometti che cancelli le foto”. Prometto. Lei si sfila il reggiseno e si abbraccia le due bellissime pere. Protesto e lei abbandona le braccia lungo i fianchi.
La fotografo e sembra quasi imbarazzata. Le chiedo di togliersi le mutandine.
“Devo proprio toglierle?”. La prendo un poco in giro le dico che ha ragione che dovrebbe mettersi una camicia. Titubante le toglie.ed io la fotografo e la desidero. Sto provando un’eccitazione come non mai. La faccio stendere sul divano e la spingo ad assumere posizioni sempre più provocanti che le assume senza protestare. Scatto le foto e lei abbandonata al mio desiderio socchiude gli occhi quasi a mascherare il suo pudore. E’ un turbinio di foto e Marina si lascia guidare in tutta la casa alla ricerca di immagini sempre più proibite. Lei è appoggiata all’angolo della porta di casa quando improvvisamente suona il campanello. Per entrambi è un sussulto. Incautamente rispondo automaticamente. La voce di Alex, il nostro vicino di casa che mi invita a spostare l’auto. Marina trema ed è immobile dietro la porta.Le dico di non muoversi. Prendo dallo svuotatasche, che è sul mobiletto in entrata, le chiavi dell’auto. Spalanco la porta facendo in modo che mia moglie resti nella nicchia tra la porta aperta ed il muro. Mi trovo davanti ad Alex ed il pensiero di saperla completamente nuda li dietro mi suscita una potente erezione che mai avevo provato nei nostri vent’anni di matrimonio. Racconto ad Alex che Marina sta poco bene ed è già a letto , lo prego di non fare rumore e gli evito di entrare in casa uscendo prima che lui abbia il tempo di controbattere qualunque cosa. Mentre chiudo la porta vedo lo sguardo di Alex illuminarsi. Non mi dice nulla . Mi giro per chiudere e di sfuggita intravvedo riflettersi nello specchio la schiena ed il culo nudo di Marina. Usciamo insieme e sposto la mia auto inchiodata davanti al suo garage. Mi scuso nuovamente, disattenzione dovuta al fatto che all’inizio serata pensavo di uscire per festeggiare i quarantacinque anni di Marina ma che purtroppo era stata poco bene. Risalgo in casa con il dubbio che mi tormenta e cioè se Alex fosse riuscito a vedere quello che avevo visto anch’io. Ormai la magia è finita. Trovo Marina in camera da letto sotto le coperte. Mi corico vicino a lei. Credevo di trovarla con la sua solita camicia da notte anni 60 ed invece è ancora nuda. Le passo una mano sul seno ed il capezzolo si inturgidisce al tatto. Mi chiede di farle vedere le foto. Si mette seduta appoggiata a me che abbracciandola scorro le immagini sulla digitale. Ci divertiamo a commentarle e nello stesso tempo mi eccita ancora. Lascio la digitale nelle sue mani e continuo ad accarezzarla.Nello stesso tempo commento alcune immagini. “sai avresti dovuto truccarti un poco, le labbra quasi non si vedono”.
Per contro lei si critica il suo cespuglietto un po’ troppo ricco.
“se vogliamo essere più critici allora si potrebbe dire che se tu avessi della lingerie un po’ sexy sarebbe tutt’altro dire”.
Mi chiede cosa. “ad esempio calze e reggicalze”.Rispondo.
”sai che non le ho mai messe le trovo volgari”.
Un rifiuto il suo che è una spinta ad osare e che nello stesso aumenta il desiderio.
“Così come non vuoi metterti una minigonna, perché poi con quelle due belle gambe che ti trovi”
“Non l’ho mai messa figurati se la metto ora che ho quasi cinquant’anni”.
“Ma fai la tua bella figura” le dico scivolando le mani sui fianchi ”avresti dovuto vederti riflessa nello specchio”.
Marina si blocca per un attimo “ma non mi avrà vista anche Alex, vero?”
Appoggiai una mano sulla sua patatina e la trovai fradicia.
Restai turbato all’idea che la cosa potesse averle fatto piacere. Ma forse entrambi avevamo capito che quella voglia di esibizione ci stava eccitando e come finimmo la serata ne fu la dimostrazione.
Come un bambino che aveva rubato qualcosa tenendo tra le mani i pacchetti e pensando al contenuto sentivo crescere una forte turbamento. Non riuscivo ad immaginare la reazione di Marina e per un attimo fui preso dal dubbio se avessi o meno esagerato. Già entrando nel sexy shop non era stato proprio facile. La scelta di quegli indumenti era stata invece molto piacevole e ancor di più rispondere alle domande indiscrete del commesso. Mi aveva provocato un’erezione che non avevo saputo controllare e ancora di più mi aveva eccitato e turbato allo stesso tempo , la frase con cui mi aveva salutato. “non ponetevi problemi e se vuole porti anche sua moglie, ho un camerino dove potrebbe provare quello che le pare con calma e se vuole le posso dare dei consigli”. L’allusione era fin troppo chiara, ma troppo folle da poter essere presa in considerazione. Mentre stavo tornando a casa telefonai a Marina dicendole che le avrei fatto una sorpresa senza dirle cosa. Sapevo di far breccia nella sua curiosità, infatti nonostante i suoi quarantacinque anni è ancora curiosa come una bambina, ma non le dissi nulla di più.Arrivammo a casa pressoché contemporaneamente, lei si aspettava evidentemente qualcosa di particolare, non certo quello che le avevo comprato; restai un po’ indeciso sul da farsi e fu per questo che decisi di lasciare tutto sul divano ed uscire a cena. Al ritorno le dissi di iniziare a salire in casa mentre io sarei sceso un attimo in cantina per chiudere la porta con un lucchetto che avevo finalmente trovato. Abitiamo al terzo piano di una vecchia casa ristrutturata che ha conservato una cantina seminterrata, affascinante ma quasi una segreta di un castello con vecchie porte a sbarre di ferro che danno l’idea di una prigione. Così anchese Marina trovò strano che mi facessi carico finalmente di quella manutenzione salì prima di me.
Lasciai passare pochi minuti e la chiamai sul cellulare. Lei aveva già guardato nei pacchetti.
“sei pazzo – mi anticipò – dove hai preso quella robaccia, non penserai che la potrei mai indossare?”
Mi sentii smontare e ribattei dapprima timidamente :“ma dai, è solo per noi, e poi l’altra sera mi sembravi convinta – e non sentendola rispondere presi la situazione in mano - Ascolta io finisco qua e salgo ti voglio vedere pronta, sai mi stai già eccitando”
Marina mi rispose che l’avrebbe fatto solo per quella volta e di non pensare più di sbattere via soldi per cose che sarebbero restate ad ammuffire nell’armadio, dove non avevano mai trovato posto abitini un po’ sfiziosi, neppure una minigonna solo completi giacca e pantaloni perfetti per il suo lavoro.
Anche se non era stato certo un buon inizio salii sull’ascensore già soddisfatto per averla convinta ad osare. Entraii in casa.Lei era in bagno.Mi disse di aspettarla. Quando comparve credetti di svenire. Si teneva le braccia attorno al seno quasi si vergognasse. Indossava solo la lingerie calze nere e reggicalze e quel piccolo perizoma. La scelta delle scarpe era indovinatissima anche se , non essendo abituata ai tacchi alti, sembrava barcollare. Ma mi sorprese per il trucco che si era fatta: ombretti scuri , fard ed un rossetto fucsia che non le avevo mai visto.
Lei mi sorrideva senza dire nulla ed io riuscii solo a emettere un fischio di compiacenza.
“sono senza parole”
Mi lasciai cadere sulla poltrona. “Mi sembri una entreneuse, anzi, la prego signorina mi porti uno scotch”
La sua risposta fu un non fare lo scemo. Le dissi che non stavo scherzando. Marina alzando le spalle si girò offrendomi la visuale sul suo culetto ben tornito. Mentre mi preparava lo scotch presi la macchina fotografica ed al suo ritorno iniziai a fotografarla. Con una mano mi porse il bicchiere mentre con l’altro braccio si copriva ancora le tette. “togli quel braccio che mi perdo tutto” dissi quasi ridendo. Impacciata si scoprì. Il reggiseno a balconcino era fatto in modo da lasciare scoperti i capezzoli. Dopo aver acceso lo stereo con un blues di sottofondo e abbassate le alogene mi rimisi davanti a lei sempre armato della mia digitale.
“Signori questa sera vi ho portato la nostra direttrice che si trasformerà nella vostra entreneuse” “Smettila, non mi piace così” si lamentò.
Insistetti “ma solo per gioco che te frega?”
Insistetti ancora “solo per un po’, balla, facciamo finta che sei una cubista”.
Marina mi prese il bicchiere e ne buttò giù un sorso “ solo questa canzone”. Iniziò a muoversi seguendo il tempo.
“non è un’ atmosfera sensuale? Guarda che sei in mezzo alla pista, con la musica sempre più intensa . Ti stanno guardando tutti”. Marina seguiva il tempo
Ed io continuo nel racconto facendola calare sempre più nella parte
“Su continua lasciati andare.Continua a ballare.La senti la musica? lasciala entrare nel sangue. Ora muoviti ritmicamente sensualmente. Avanti muovi il tuo culo .Muovilo.Stai eccitando tutti.” Intanto continuo a scattare foto .
“Ti stanno guardando: vorresti fermarti scappare via da questi assatanati, ma non ci riesci, la musica è frastornante te la senti dentro. ” Non opponeva più alcuna resistenza e si lasciava andare.
Poi forse lasciandomi prendere la mano una mia frase. “la volevate nuda? eccola qui la direttrice desiderata da tutti la nuova cubista”
“Mi fai vergognare, dai ora basta e poi questo perizoma in mezzo al sedere mi dà fastidio”.
“Allora toglilo” le dico quasi certo che lo farà.
“dai non vorrai veramente “ non le lasciai finire la frase, le accarezzai un seno e vidi i suoi capezzoli ergersi e ancora sorpresa lasciare che le infilassi la mano dentro il perizoma. “vedi eccita anche te , quindi cosa aspetti toglitelo”
Mi rimisi davanti a lei “nuda in mezzo ad una pista da ballo con le sole calze e reggicalze le tette scoperte ed i capezzoli ben in mostra. Ma ormai li hai eccitati troppo ,non puoi più trattenerli sei arrivata fino a qui sei pronta ad andare fino in fondo”
Mi guarda sgranando gli occhi e le scatto ancora qualche foto
“Ora alzano la voce e gridano “nuda, nuda, nuda” li senti....è così che ti vogliono completamente nuda”
Ormai ha ripreso a seguire il ritmo della musica e si lascia trascinare dalla fantasia che le sto raccontando.
“Sei al centro della pista seminuda, così volgare che ti vergogni di te stessa, ma non ti puoi fermare adesso. Ti vogliono completametne nuda”
Le mani le tremano , ma non riesce più a comandarle e raggiungono l’elastico del perizoma. Lentamente se lo sfila sinuosamente sfilandolo ai suoi piedi. Ora è li davanti a me in quella tenuta ancor più eccitante , il suo sesso nudo e le tette con i capezzoli che esprimono la sua eccitazione. In un attimo di pentimento si copre le tette con un braccio e con l’altra mano scende a coprirsi il sesso e con questo atto di pudore diventa ancor più eccitante.
Prendo il faro di un’alogena glielo punto contro e alzo la luce: “i riflettori sono tutti su di te. hai fatto quello che tutti volevano ti stai esibendo nuda in un completo sexy di fronte a tutti. Ascolta cosa dice il disck jokey : la volevate nuda ? eccovela qui. Avanti cammina e facci vedere come ti muovi bene ”
Non una protesta. SI lascia le braccia sui fianchi e muove qualche passo nel salone. sculettando calata bene nel ruolo di una spogliarellista. Si muove sinuosamente come se non avessi mai fatto altro nella tua vita, le sue tette sono gonfie, ed ho voglia di accarezzarle.
Mi avvicino dietro di lei e comincio ad accarezzargliele e poi scivolo con le mani sulla sua fighetta e la sento calda ed umida come non mai. Mi supplica, ma più che dei no sembrano delle richieste di a continuare.
Siamo entrambi eccitati continuo ad accarezzarla e lasciare il suo piacere nelle mie mani. “mi piace questo gioco” le dico baciandole un lobo dell’orecchio. Per un momento la mia mano si allontana dal suo sesso “Ti prego continua” mi chiede con un filo di voce.
Continuo a stare al gioco. “Posso continuare ed esagerare”
Non mi risponde e decido di osare e spingermi oltre ogni regola.
Mi muovo spingendola verso la camera da letto. Passo davanti alla porta di casa.Ormai non ho alcun ritegno.
“Pensa se Alex suonasse ancora il campanello”.
La spingo in modo che appoggi le tette sulla porta e schiacciandola contro la accarezzo intensamente . Ora è lei che si appoggia alla porta schiacciandomi la mano guidandomela verso il suo piacere.
“Hai sentito , hanno suonato il campanello”.
Il racconto che le sto facendo finisce prendermi ancora di più ed è stupefacente per come anche lei si stia lasciando prendere.
Fingo di guardare nello spioncino. “E’ Alex” le sussurro a bassa voce.” L’altra sera ti aveva appena vista riflessa nello specchio”.
Marina si gira e si vede riflessa nello specchio. E’ troppo sensuale nuda con quelle calze quasi in punta di piedi su quei tacchi vertiginosi . Ma non solo. Quel trucco che si è fatta l’ha cambiata di molto, la rende più sensuale ma nello stesso tempo più volgare. Questa sua trasformazione mi attizza ancora di più. Io le avevo regalato solo la lingerie lei ha dato una svolta ancora più spinta.
Le mordicchio il collo e continuo ad accarezzarla e poi le sussurro sottovoce “C’è solo un modo per saperlo”
Sfido l’inaccettabile, almeno così penso, con il timore che lei si blocchi e fermi tutto; le guido la mano sulla maniglia.
Tenendo la sua mano ruoto la maniglia e mi aspetto una sua ribellione.
“No, ti prego, cosa fai, se c’è qualcuno?” Ma non si ribella. Mi dice cha ha paura, che mi devo fermare, ma nello stesso tempo è un lago di umori.
“Hanno suonato ancora , credo che dovremmo aprire, ma se ti presenti così – le parlo sottovoce come se realmente oltre la porta ci fosse qualcuno – sei oscenamente volgare,penserà che…… -mi fermo un secondo ma decido di non avere pudore-…che solo una puttana si veste in questo modo.”
Per un attimo ho il timore di averla sparata grossa .La sento fremere eppure non reagisce. Io sono troppo eccitato per pensare che potrei essere offensivo. Mi scosto e lei scivola con la sua mano a cercare da sola il piacere che avevo smesso di darle.
“Sembri veramente una puttana , adesso apriamo la porta e ti presenti ad Alex”
Marina si appoggia al muro. Mi avvicino alle sue labbra e la bacio, le accarezzo le tette e sento i suoi capezzoli scoppiarmi fra le mani. Riprendo la digitale e le scatto un’altra serie di foto. E mentre lei inebetita si lascia fotografare come la puttana che sta accompagnando il cliente dopo la marchetta, io socchiudo la porta.Lei guarda il corridoio buio e vuoto.
Balbetta qualcosa ed io spalanco completamente la porta.
E’ incollata al muro incapace di muoversi.
Le faccio un segno con la testa, la bacio ancora sul collo “Avanti cosa aspetti, voglio vederti li fuori sei o no una puttana?”. Siamo incoscienti. Se Alex, il nostro dirimpettaio, aprisse veramente la porta in quel momento si troverebbe la seria professionista che conosce come mai avrebbe immaginato vedere e addio reputazione. Eppure nessuno dei due si ferma a riflettere. Marina si avventura sulla soglia della porta.
“Basta ti prego, sto morendo dalla paura” mi bisbiglia. Chiudo la porta lasciando solo uno spiraglio per poterle parlare.
“Sei completamente ammattito, lasciami entrare”
Con piglio deciso le dico che deve attraversare il corridoio e raggiungere la porta di Alex e lasciarsi fotografare la davanti.
“non fare lo stronzo, smettila”.
Io tengo il piede contro la porta ed ogni suo tentativo di entrare è vano. Non avrei mai immaginato di essere così perverso. Ho un forte senso di colpa e per questo cedo e la lascio entrare. Ma la sua reazione mi sorprende. Mi abbraccia ed inizia a baciarmi . La stringo nuda a me le accarezzo il culo. “Mi hai fatto morire , non farlo più ti prego” mi dice stringendomi forte. La vorrei scopare, ma mi assale il dubbio che provasse veramente un perverso piacere a lasciarsi esibire in quel modo.
“ti stavi eccitando ammettilo, fuori sul pianerottolo agghindata come una puttana”.
Il suo è un no che non lascia dubbi.
“Adesso te ne riesci e da brava ti metti in posa davanti alla porta di Alex come se stessi aspettando che ti apra e non solo a metà corridoio accendi pure la luce”.
Le riapro la porta e questa volta senza protestare esce sul pianerottolo. La luce che esce dalla nostra casa la illumina solo parzialmente. Riesco ad apprezzare il suo culo che obbligato dai tacchi alti ondeggia sempre più volgarmente. “Sei una puttana meravigliosa “ le sussurro e le scatto una prima foto .Il flash illumina il pianerottolo. Ora è il mio cuore che ha delle forti palpitazioni. Marina è ferma a metà corridoio. Non posso crederci, accende la luce ed avanza fino alla porta di Alex. Inizio a fotografarla. Ora come una professionista assume pose inequivocabili ed indecenti. Si appoggia alla porta e si struscia contro. Mi sta facendo impazzire, non mi sarei mai aspettato una reazione del genere. Poi improvvisamente sentiamo l’ascensore avviarsi. Marina corre verso di me. Le blocco la porta. Ha voluto giocare pesante ora la terrò in tensione io. Mi implora di farla entrare. Con l’orecchio sento l’ascensore salire,sta arrivando al nostro piano. Attendo che l’ascensore si blocchi e solo un’attimo prima che si apra la porta la trascino all’interno. Sta tremando. La abbraccio e lei cerca prima di respringermi poi si incolla a me e con una furia selvaggia inizia a baciarmi.
Mi slaccio il braghetto e faccio fuoriuscire il mio sesso eretto. Sembra assatanata. Ma sento che è la sera in cui potrei infrangere un altro tabù. La prendo per le spalle e la spingo in ginocchio davanti a me. Le sto sbattendo il sesso in faccia.
Era di sasso. “avanti fammi vedere che sai fare la puttana” le dissi volgarmente .
“non l’ho mai fatto, lo sai, non voglio”
“ non fare la schizzinosa apri la bocca e succhiamelo” le comando.
Cerca di opporre una minima resistenza girando il volto dall’altra parte. Ma ormai l’aria era satura di quella perversità che ci aveva avvolto. Trattata con così tanta insolenza lei si stava eccitando sempre più ,ed io scoprivo un suo aspetto di sottomissione che non era mai emerso.
“avanti prendilo in bocca”. Ed il cazzo le sfiora la pelle delle guancia. L’eccitazione sale. Sembra non volere ma il suo respiro è più pesante . La sua resistenza cede lentamente, le sue labbra bollono e lentamente lascia che il sesso le sfiori la bocca. Chiuse gli occhi chiusi forse per cercare di nascondere quel pudore che ormai non aveva più
Mi guarda cerca di alzarsi. La bacio e le accarezzo il sesso madido. La spingo nuovamente ad inginocchiarsi davanti alla mia verga sempre più tesa che ora punta ora sulle sue labbra senza che ne possa ormai evitare il contatto. Lascia un gemito di piacere e le labbra si schiudono e senza opporre la minima resistenza si lasci penetrare la bocca. Non la guido lascio che le sue labbra e la sua saliva avvolgano il glande già inumidito da un’iniziale secrezione per tutto il tempo per cui era stato estremamente sollecitato. Non aveva mai avuto un rapporto orale e rispetto a quello che avevo provato in altre occasioni era diverso, più lento, quasi fosse titubante . Sentivo le sole labbra scivolare lentamente in un movimento dolce ed estremamente delicato, fino a quando la vidi portarsi le mani sul suo sesso ed accarezzarsi. A quel punto iniziò un crescendo che mi obbligò a tenerla per la testa ed indirizzare i movimenti in modo più ordinato. Il mio sesso sbatteva sulle sue guance. Marina ansimava . Ero teso allo spasimo, non volevo che finisse , ma la voglia era troppa,avrei voluto entrare nel suo sesso e crogiolarmi nella sua calda vagina ma entrambi ci lasciammo andare. Non riuscii a trattenermi e le scaricai in bocca tutta la mia eccitazione. Lei si scosta quasi schifata e questo fa si che parte del getto le finisca sulla faccia. La fermo ed ho ancora la forza di inginocchiarmi davanti a lei, spingerla per terra , e portarla ad aprire le gambe. Si appoggia con le mani sul pavimento ed io inizio a penetrarla con una facilità estrema tanto è dilatata. Non avevo mai provato nulla di simile. Fu come una doppia eiaculazione che si protrasse scotendomi di brividi tanto intensi da farmi sussultare. Marina si lasciò andare sul pavimento ed insieme abbracciati ci lasciammo invadere da un nuovo e mai provato orgasmo.
Quello che stavamo provando fu solo l’inizio di una strada che non avremmo mai pensato di percorrere
La realtà non è mai quella che credi di vedere anche se per anni è simulata dietro ad un’apparenza. Ho scoperto tante storie di coppie che non avrei mai immaginato osassero tanto eppure….
Eventuali osservazioni critiche e commenti ad asmodeo@live.it
Dopo cena abbiamo stappato una bottiglia di vin santo con dei dolci e uno tira l’altro. Marina , mia moglie, stava esagerando più di me e si sa a lungo andare, per chi non ha mai bevuto, l’alcool qualche scherzo lo fa. Non bevo abitualmente neppure io , ma l’alcool lo reggo, eppure quella sera entrambi ci sentivamo allegri e da li alla disinibizione il passo è breve.
Marina seduta con quelle sue meravigliose gambe accavallate,la voglia di saltarle addosso era tanta ma altrettanta la voglia di immortalarla così. Mi alzo e prendo la digitale. Scatto una foto. Lei sorride , vuol fare la vamp ed alza ancora di più la gonna.La abbraccio , le sfilo il vestito e lei si lascia fare. Altre foto. Le strappo quasi quegli antiestetici collant. Resta in mutandine e reggiseno. Il suo intimo ora che lo guardo è davvero antiestetico e per niente sensuale. Un cotone coprente e le mutandine quasi un pantaloncino. Ora protesta. Vorrebbe fermarsi. La mia è la richiesta di lasciarsi fare una foto nuda cosa mai fatta prima d’ora. “poi prometti che cancelli le foto”. Prometto. Lei si sfila il reggiseno e si abbraccia le due bellissime pere. Protesto e lei abbandona le braccia lungo i fianchi.
La fotografo e sembra quasi imbarazzata. Le chiedo di togliersi le mutandine.
“Devo proprio toglierle?”. La prendo un poco in giro le dico che ha ragione che dovrebbe mettersi una camicia. Titubante le toglie.ed io la fotografo e la desidero. Sto provando un’eccitazione come non mai. La faccio stendere sul divano e la spingo ad assumere posizioni sempre più provocanti che le assume senza protestare. Scatto le foto e lei abbandonata al mio desiderio socchiude gli occhi quasi a mascherare il suo pudore. E’ un turbinio di foto e Marina si lascia guidare in tutta la casa alla ricerca di immagini sempre più proibite. Lei è appoggiata all’angolo della porta di casa quando improvvisamente suona il campanello. Per entrambi è un sussulto. Incautamente rispondo automaticamente. La voce di Alex, il nostro vicino di casa che mi invita a spostare l’auto. Marina trema ed è immobile dietro la porta.Le dico di non muoversi. Prendo dallo svuotatasche, che è sul mobiletto in entrata, le chiavi dell’auto. Spalanco la porta facendo in modo che mia moglie resti nella nicchia tra la porta aperta ed il muro. Mi trovo davanti ad Alex ed il pensiero di saperla completamente nuda li dietro mi suscita una potente erezione che mai avevo provato nei nostri vent’anni di matrimonio. Racconto ad Alex che Marina sta poco bene ed è già a letto , lo prego di non fare rumore e gli evito di entrare in casa uscendo prima che lui abbia il tempo di controbattere qualunque cosa. Mentre chiudo la porta vedo lo sguardo di Alex illuminarsi. Non mi dice nulla . Mi giro per chiudere e di sfuggita intravvedo riflettersi nello specchio la schiena ed il culo nudo di Marina. Usciamo insieme e sposto la mia auto inchiodata davanti al suo garage. Mi scuso nuovamente, disattenzione dovuta al fatto che all’inizio serata pensavo di uscire per festeggiare i quarantacinque anni di Marina ma che purtroppo era stata poco bene. Risalgo in casa con il dubbio che mi tormenta e cioè se Alex fosse riuscito a vedere quello che avevo visto anch’io. Ormai la magia è finita. Trovo Marina in camera da letto sotto le coperte. Mi corico vicino a lei. Credevo di trovarla con la sua solita camicia da notte anni 60 ed invece è ancora nuda. Le passo una mano sul seno ed il capezzolo si inturgidisce al tatto. Mi chiede di farle vedere le foto. Si mette seduta appoggiata a me che abbracciandola scorro le immagini sulla digitale. Ci divertiamo a commentarle e nello stesso tempo mi eccita ancora. Lascio la digitale nelle sue mani e continuo ad accarezzarla.Nello stesso tempo commento alcune immagini. “sai avresti dovuto truccarti un poco, le labbra quasi non si vedono”.
Per contro lei si critica il suo cespuglietto un po’ troppo ricco.
“se vogliamo essere più critici allora si potrebbe dire che se tu avessi della lingerie un po’ sexy sarebbe tutt’altro dire”.
Mi chiede cosa. “ad esempio calze e reggicalze”.Rispondo.
”sai che non le ho mai messe le trovo volgari”.
Un rifiuto il suo che è una spinta ad osare e che nello stesso aumenta il desiderio.
“Così come non vuoi metterti una minigonna, perché poi con quelle due belle gambe che ti trovi”
“Non l’ho mai messa figurati se la metto ora che ho quasi cinquant’anni”.
“Ma fai la tua bella figura” le dico scivolando le mani sui fianchi ”avresti dovuto vederti riflessa nello specchio”.
Marina si blocca per un attimo “ma non mi avrà vista anche Alex, vero?”
Appoggiai una mano sulla sua patatina e la trovai fradicia.
Restai turbato all’idea che la cosa potesse averle fatto piacere. Ma forse entrambi avevamo capito che quella voglia di esibizione ci stava eccitando e come finimmo la serata ne fu la dimostrazione.
Come un bambino che aveva rubato qualcosa tenendo tra le mani i pacchetti e pensando al contenuto sentivo crescere una forte turbamento. Non riuscivo ad immaginare la reazione di Marina e per un attimo fui preso dal dubbio se avessi o meno esagerato. Già entrando nel sexy shop non era stato proprio facile. La scelta di quegli indumenti era stata invece molto piacevole e ancor di più rispondere alle domande indiscrete del commesso. Mi aveva provocato un’erezione che non avevo saputo controllare e ancora di più mi aveva eccitato e turbato allo stesso tempo , la frase con cui mi aveva salutato. “non ponetevi problemi e se vuole porti anche sua moglie, ho un camerino dove potrebbe provare quello che le pare con calma e se vuole le posso dare dei consigli”. L’allusione era fin troppo chiara, ma troppo folle da poter essere presa in considerazione. Mentre stavo tornando a casa telefonai a Marina dicendole che le avrei fatto una sorpresa senza dirle cosa. Sapevo di far breccia nella sua curiosità, infatti nonostante i suoi quarantacinque anni è ancora curiosa come una bambina, ma non le dissi nulla di più.Arrivammo a casa pressoché contemporaneamente, lei si aspettava evidentemente qualcosa di particolare, non certo quello che le avevo comprato; restai un po’ indeciso sul da farsi e fu per questo che decisi di lasciare tutto sul divano ed uscire a cena. Al ritorno le dissi di iniziare a salire in casa mentre io sarei sceso un attimo in cantina per chiudere la porta con un lucchetto che avevo finalmente trovato. Abitiamo al terzo piano di una vecchia casa ristrutturata che ha conservato una cantina seminterrata, affascinante ma quasi una segreta di un castello con vecchie porte a sbarre di ferro che danno l’idea di una prigione. Così anchese Marina trovò strano che mi facessi carico finalmente di quella manutenzione salì prima di me.
Lasciai passare pochi minuti e la chiamai sul cellulare. Lei aveva già guardato nei pacchetti.
“sei pazzo – mi anticipò – dove hai preso quella robaccia, non penserai che la potrei mai indossare?”
Mi sentii smontare e ribattei dapprima timidamente :“ma dai, è solo per noi, e poi l’altra sera mi sembravi convinta – e non sentendola rispondere presi la situazione in mano - Ascolta io finisco qua e salgo ti voglio vedere pronta, sai mi stai già eccitando”
Marina mi rispose che l’avrebbe fatto solo per quella volta e di non pensare più di sbattere via soldi per cose che sarebbero restate ad ammuffire nell’armadio, dove non avevano mai trovato posto abitini un po’ sfiziosi, neppure una minigonna solo completi giacca e pantaloni perfetti per il suo lavoro.
Anche se non era stato certo un buon inizio salii sull’ascensore già soddisfatto per averla convinta ad osare. Entraii in casa.Lei era in bagno.Mi disse di aspettarla. Quando comparve credetti di svenire. Si teneva le braccia attorno al seno quasi si vergognasse. Indossava solo la lingerie calze nere e reggicalze e quel piccolo perizoma. La scelta delle scarpe era indovinatissima anche se , non essendo abituata ai tacchi alti, sembrava barcollare. Ma mi sorprese per il trucco che si era fatta: ombretti scuri , fard ed un rossetto fucsia che non le avevo mai visto.
Lei mi sorrideva senza dire nulla ed io riuscii solo a emettere un fischio di compiacenza.
“sono senza parole”
Mi lasciai cadere sulla poltrona. “Mi sembri una entreneuse, anzi, la prego signorina mi porti uno scotch”
La sua risposta fu un non fare lo scemo. Le dissi che non stavo scherzando. Marina alzando le spalle si girò offrendomi la visuale sul suo culetto ben tornito. Mentre mi preparava lo scotch presi la macchina fotografica ed al suo ritorno iniziai a fotografarla. Con una mano mi porse il bicchiere mentre con l’altro braccio si copriva ancora le tette. “togli quel braccio che mi perdo tutto” dissi quasi ridendo. Impacciata si scoprì. Il reggiseno a balconcino era fatto in modo da lasciare scoperti i capezzoli. Dopo aver acceso lo stereo con un blues di sottofondo e abbassate le alogene mi rimisi davanti a lei sempre armato della mia digitale.
“Signori questa sera vi ho portato la nostra direttrice che si trasformerà nella vostra entreneuse” “Smettila, non mi piace così” si lamentò.
Insistetti “ma solo per gioco che te frega?”
Insistetti ancora “solo per un po’, balla, facciamo finta che sei una cubista”.
Marina mi prese il bicchiere e ne buttò giù un sorso “ solo questa canzone”. Iniziò a muoversi seguendo il tempo.
“non è un’ atmosfera sensuale? Guarda che sei in mezzo alla pista, con la musica sempre più intensa . Ti stanno guardando tutti”. Marina seguiva il tempo
Ed io continuo nel racconto facendola calare sempre più nella parte
“Su continua lasciati andare.Continua a ballare.La senti la musica? lasciala entrare nel sangue. Ora muoviti ritmicamente sensualmente. Avanti muovi il tuo culo .Muovilo.Stai eccitando tutti.” Intanto continuo a scattare foto .
“Ti stanno guardando: vorresti fermarti scappare via da questi assatanati, ma non ci riesci, la musica è frastornante te la senti dentro. ” Non opponeva più alcuna resistenza e si lasciava andare.
Poi forse lasciandomi prendere la mano una mia frase. “la volevate nuda? eccola qui la direttrice desiderata da tutti la nuova cubista”
“Mi fai vergognare, dai ora basta e poi questo perizoma in mezzo al sedere mi dà fastidio”.
“Allora toglilo” le dico quasi certo che lo farà.
“dai non vorrai veramente “ non le lasciai finire la frase, le accarezzai un seno e vidi i suoi capezzoli ergersi e ancora sorpresa lasciare che le infilassi la mano dentro il perizoma. “vedi eccita anche te , quindi cosa aspetti toglitelo”
Mi rimisi davanti a lei “nuda in mezzo ad una pista da ballo con le sole calze e reggicalze le tette scoperte ed i capezzoli ben in mostra. Ma ormai li hai eccitati troppo ,non puoi più trattenerli sei arrivata fino a qui sei pronta ad andare fino in fondo”
Mi guarda sgranando gli occhi e le scatto ancora qualche foto
“Ora alzano la voce e gridano “nuda, nuda, nuda” li senti....è così che ti vogliono completamente nuda”
Ormai ha ripreso a seguire il ritmo della musica e si lascia trascinare dalla fantasia che le sto raccontando.
“Sei al centro della pista seminuda, così volgare che ti vergogni di te stessa, ma non ti puoi fermare adesso. Ti vogliono completametne nuda”
Le mani le tremano , ma non riesce più a comandarle e raggiungono l’elastico del perizoma. Lentamente se lo sfila sinuosamente sfilandolo ai suoi piedi. Ora è li davanti a me in quella tenuta ancor più eccitante , il suo sesso nudo e le tette con i capezzoli che esprimono la sua eccitazione. In un attimo di pentimento si copre le tette con un braccio e con l’altra mano scende a coprirsi il sesso e con questo atto di pudore diventa ancor più eccitante.
Prendo il faro di un’alogena glielo punto contro e alzo la luce: “i riflettori sono tutti su di te. hai fatto quello che tutti volevano ti stai esibendo nuda in un completo sexy di fronte a tutti. Ascolta cosa dice il disck jokey : la volevate nuda ? eccovela qui. Avanti cammina e facci vedere come ti muovi bene ”
Non una protesta. SI lascia le braccia sui fianchi e muove qualche passo nel salone. sculettando calata bene nel ruolo di una spogliarellista. Si muove sinuosamente come se non avessi mai fatto altro nella tua vita, le sue tette sono gonfie, ed ho voglia di accarezzarle.
Mi avvicino dietro di lei e comincio ad accarezzargliele e poi scivolo con le mani sulla sua fighetta e la sento calda ed umida come non mai. Mi supplica, ma più che dei no sembrano delle richieste di a continuare.
Siamo entrambi eccitati continuo ad accarezzarla e lasciare il suo piacere nelle mie mani. “mi piace questo gioco” le dico baciandole un lobo dell’orecchio. Per un momento la mia mano si allontana dal suo sesso “Ti prego continua” mi chiede con un filo di voce.
Continuo a stare al gioco. “Posso continuare ed esagerare”
Non mi risponde e decido di osare e spingermi oltre ogni regola.
Mi muovo spingendola verso la camera da letto. Passo davanti alla porta di casa.Ormai non ho alcun ritegno.
“Pensa se Alex suonasse ancora il campanello”.
La spingo in modo che appoggi le tette sulla porta e schiacciandola contro la accarezzo intensamente . Ora è lei che si appoggia alla porta schiacciandomi la mano guidandomela verso il suo piacere.
“Hai sentito , hanno suonato il campanello”.
Il racconto che le sto facendo finisce prendermi ancora di più ed è stupefacente per come anche lei si stia lasciando prendere.
Fingo di guardare nello spioncino. “E’ Alex” le sussurro a bassa voce.” L’altra sera ti aveva appena vista riflessa nello specchio”.
Marina si gira e si vede riflessa nello specchio. E’ troppo sensuale nuda con quelle calze quasi in punta di piedi su quei tacchi vertiginosi . Ma non solo. Quel trucco che si è fatta l’ha cambiata di molto, la rende più sensuale ma nello stesso tempo più volgare. Questa sua trasformazione mi attizza ancora di più. Io le avevo regalato solo la lingerie lei ha dato una svolta ancora più spinta.
Le mordicchio il collo e continuo ad accarezzarla e poi le sussurro sottovoce “C’è solo un modo per saperlo”
Sfido l’inaccettabile, almeno così penso, con il timore che lei si blocchi e fermi tutto; le guido la mano sulla maniglia.
Tenendo la sua mano ruoto la maniglia e mi aspetto una sua ribellione.
“No, ti prego, cosa fai, se c’è qualcuno?” Ma non si ribella. Mi dice cha ha paura, che mi devo fermare, ma nello stesso tempo è un lago di umori.
“Hanno suonato ancora , credo che dovremmo aprire, ma se ti presenti così – le parlo sottovoce come se realmente oltre la porta ci fosse qualcuno – sei oscenamente volgare,penserà che…… -mi fermo un secondo ma decido di non avere pudore-…che solo una puttana si veste in questo modo.”
Per un attimo ho il timore di averla sparata grossa .La sento fremere eppure non reagisce. Io sono troppo eccitato per pensare che potrei essere offensivo. Mi scosto e lei scivola con la sua mano a cercare da sola il piacere che avevo smesso di darle.
“Sembri veramente una puttana , adesso apriamo la porta e ti presenti ad Alex”
Marina si appoggia al muro. Mi avvicino alle sue labbra e la bacio, le accarezzo le tette e sento i suoi capezzoli scoppiarmi fra le mani. Riprendo la digitale e le scatto un’altra serie di foto. E mentre lei inebetita si lascia fotografare come la puttana che sta accompagnando il cliente dopo la marchetta, io socchiudo la porta.Lei guarda il corridoio buio e vuoto.
Balbetta qualcosa ed io spalanco completamente la porta.
E’ incollata al muro incapace di muoversi.
Le faccio un segno con la testa, la bacio ancora sul collo “Avanti cosa aspetti, voglio vederti li fuori sei o no una puttana?”. Siamo incoscienti. Se Alex, il nostro dirimpettaio, aprisse veramente la porta in quel momento si troverebbe la seria professionista che conosce come mai avrebbe immaginato vedere e addio reputazione. Eppure nessuno dei due si ferma a riflettere. Marina si avventura sulla soglia della porta.
“Basta ti prego, sto morendo dalla paura” mi bisbiglia. Chiudo la porta lasciando solo uno spiraglio per poterle parlare.
“Sei completamente ammattito, lasciami entrare”
Con piglio deciso le dico che deve attraversare il corridoio e raggiungere la porta di Alex e lasciarsi fotografare la davanti.
“non fare lo stronzo, smettila”.
Io tengo il piede contro la porta ed ogni suo tentativo di entrare è vano. Non avrei mai immaginato di essere così perverso. Ho un forte senso di colpa e per questo cedo e la lascio entrare. Ma la sua reazione mi sorprende. Mi abbraccia ed inizia a baciarmi . La stringo nuda a me le accarezzo il culo. “Mi hai fatto morire , non farlo più ti prego” mi dice stringendomi forte. La vorrei scopare, ma mi assale il dubbio che provasse veramente un perverso piacere a lasciarsi esibire in quel modo.
“ti stavi eccitando ammettilo, fuori sul pianerottolo agghindata come una puttana”.
Il suo è un no che non lascia dubbi.
“Adesso te ne riesci e da brava ti metti in posa davanti alla porta di Alex come se stessi aspettando che ti apra e non solo a metà corridoio accendi pure la luce”.
Le riapro la porta e questa volta senza protestare esce sul pianerottolo. La luce che esce dalla nostra casa la illumina solo parzialmente. Riesco ad apprezzare il suo culo che obbligato dai tacchi alti ondeggia sempre più volgarmente. “Sei una puttana meravigliosa “ le sussurro e le scatto una prima foto .Il flash illumina il pianerottolo. Ora è il mio cuore che ha delle forti palpitazioni. Marina è ferma a metà corridoio. Non posso crederci, accende la luce ed avanza fino alla porta di Alex. Inizio a fotografarla. Ora come una professionista assume pose inequivocabili ed indecenti. Si appoggia alla porta e si struscia contro. Mi sta facendo impazzire, non mi sarei mai aspettato una reazione del genere. Poi improvvisamente sentiamo l’ascensore avviarsi. Marina corre verso di me. Le blocco la porta. Ha voluto giocare pesante ora la terrò in tensione io. Mi implora di farla entrare. Con l’orecchio sento l’ascensore salire,sta arrivando al nostro piano. Attendo che l’ascensore si blocchi e solo un’attimo prima che si apra la porta la trascino all’interno. Sta tremando. La abbraccio e lei cerca prima di respringermi poi si incolla a me e con una furia selvaggia inizia a baciarmi.
Mi slaccio il braghetto e faccio fuoriuscire il mio sesso eretto. Sembra assatanata. Ma sento che è la sera in cui potrei infrangere un altro tabù. La prendo per le spalle e la spingo in ginocchio davanti a me. Le sto sbattendo il sesso in faccia.
Era di sasso. “avanti fammi vedere che sai fare la puttana” le dissi volgarmente .
“non l’ho mai fatto, lo sai, non voglio”
“ non fare la schizzinosa apri la bocca e succhiamelo” le comando.
Cerca di opporre una minima resistenza girando il volto dall’altra parte. Ma ormai l’aria era satura di quella perversità che ci aveva avvolto. Trattata con così tanta insolenza lei si stava eccitando sempre più ,ed io scoprivo un suo aspetto di sottomissione che non era mai emerso.
“avanti prendilo in bocca”. Ed il cazzo le sfiora la pelle delle guancia. L’eccitazione sale. Sembra non volere ma il suo respiro è più pesante . La sua resistenza cede lentamente, le sue labbra bollono e lentamente lascia che il sesso le sfiori la bocca. Chiuse gli occhi chiusi forse per cercare di nascondere quel pudore che ormai non aveva più
Mi guarda cerca di alzarsi. La bacio e le accarezzo il sesso madido. La spingo nuovamente ad inginocchiarsi davanti alla mia verga sempre più tesa che ora punta ora sulle sue labbra senza che ne possa ormai evitare il contatto. Lascia un gemito di piacere e le labbra si schiudono e senza opporre la minima resistenza si lasci penetrare la bocca. Non la guido lascio che le sue labbra e la sua saliva avvolgano il glande già inumidito da un’iniziale secrezione per tutto il tempo per cui era stato estremamente sollecitato. Non aveva mai avuto un rapporto orale e rispetto a quello che avevo provato in altre occasioni era diverso, più lento, quasi fosse titubante . Sentivo le sole labbra scivolare lentamente in un movimento dolce ed estremamente delicato, fino a quando la vidi portarsi le mani sul suo sesso ed accarezzarsi. A quel punto iniziò un crescendo che mi obbligò a tenerla per la testa ed indirizzare i movimenti in modo più ordinato. Il mio sesso sbatteva sulle sue guance. Marina ansimava . Ero teso allo spasimo, non volevo che finisse , ma la voglia era troppa,avrei voluto entrare nel suo sesso e crogiolarmi nella sua calda vagina ma entrambi ci lasciammo andare. Non riuscii a trattenermi e le scaricai in bocca tutta la mia eccitazione. Lei si scosta quasi schifata e questo fa si che parte del getto le finisca sulla faccia. La fermo ed ho ancora la forza di inginocchiarmi davanti a lei, spingerla per terra , e portarla ad aprire le gambe. Si appoggia con le mani sul pavimento ed io inizio a penetrarla con una facilità estrema tanto è dilatata. Non avevo mai provato nulla di simile. Fu come una doppia eiaculazione che si protrasse scotendomi di brividi tanto intensi da farmi sussultare. Marina si lasciò andare sul pavimento ed insieme abbracciati ci lasciammo invadere da un nuovo e mai provato orgasmo.
Quello che stavamo provando fu solo l’inizio di una strada che non avremmo mai pensato di percorrere
La realtà non è mai quella che credi di vedere anche se per anni è simulata dietro ad un’apparenza. Ho scoperto tante storie di coppie che non avrei mai immaginato osassero tanto eppure….
Eventuali osservazioni critiche e commenti ad asmodeo@live.it
3
voti
voti
valutazione
6.7
6.7
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto sucessivo
Scoprire qualcosa di nuovo (2)
Commenti dei lettori al racconto erotico