Scoprire qualcosa di nuovo ( 5)
di
asmodeo
genere
dominazione
Marina ormai nelle mani di Aldo, il commesso del sexy shop : “per concludere la serata vi lascio la signora a vostra disposizione , prima che se ne vada” furono le sue parole e appoggiandosi al muro pigiò l’interruttore della luce.
Solo la poca luce che filtrava dalla strada permetteva di delineare le figure tutte intorno a Marina inginocchiata come se aspettasse la sua esecuzione.
Mi sentii picchiare la mano sulla spalla , il commesso pensai e ne ebbi la certezza quando mi prese la mano e mi passò quello che riconobbi immediatamente, il cappuccio.
Neppure il tempo di realizzare che riprese:”Non trovate che sia eccitante nella semioscurità ,una schiava tutta per voi, la sua bocca pronta ad accogliere le vostre mazze”. Nessuno si muoveva .”Potrei accendere la luce …..” un attimo di silenzio sufficiente a farmi rabbrividire. Marina era li in mezzo nuda incatenata insomma una troia in tutto e per tutto pronta ad essere utilizzata ed era a volto scoperto.
Accendendo la luce sarebbe stata riconosciuta dal bidello e dai suoi studenti e non osavo immaginare il seguito. “….. così è meglio?” Alzò la voce il commesso accendendo e spegnendo istantaneamente la luce. Marina mi restò impressa in quel lampo di luce, ma in quell’attimo non avrebbe mai potuto essere riconosciuta, ma mi bastò per rendermi conto dello squallore della situazione in cui ci stavamo trovando.
Poi tutto precipitò. Le ombre si avvicinavano a Marina con dei risolini fino vedere l’ombra di un sesso enorme drizzarsi davanti a lei ed una frase scontata e volgare “Succhialo puttana”. Riconobbi la voce del bidello e vidi il profilo di Marina diventare tutt’uno con quella volgare immagine. Non ci potevo credere. Gli stava facendo un pompino .
Immaginai solo per un attimo la sua vergogna nell’essersi abbassata a tanto per giunta con una persona che conosceva e dal quale mai avrebbe accettato neppure un appuntamento per un aperitivo.
Fu una sofferenza saperla sottostare senza possibilità di fuga ad un rapporto orale con quella persona, ma peggio vederla a continuare senza ritegno fino al punto in cui l’ombra delle grosse mani dell’uomo le strinsero il capo obbligandola a non abbandonare il contatto. Marina tossì e capii che quasi sicuramente gli fosse venuto in bocca.
Lei così schifiltosa che solo la sera prima aveva provato per la prima volta a prenderlo in bocca ma si era rifiutata di accogliere il mio seme ora era stata costretta ad assaggiare quello del suo bidello. Neppure il tempo di rimettersi ed un’altra ombra aspettava il suo turno. Dal vociare il primo dei suoi studenti ma non durò molto quasi un’eiaculazione precoce e lei che si staccò rapidamente evitando forse che questo le scaricasse il suo sperma in gola. Con celerità fu sostituito da un’altra ombra, il secondo studente sicuramente.
“fai pure – disse il commesso – dimmi se non riesci a venirle in bocca perché dopo dovrò decidere se accendere la luce per vedere se hai fatto un disastro per terra”.
Il messaggio era chiaro e terribile o ingoiava tutto o la sputtanava di fronte a tutti accendendo la luce. Il rapporto durò più a lungo .In quella atmosfera irreale sentivamo Marina succhiare ed una leggera lamentela di piacere del ragazzo. Un’altra ombra però si era inginocchiata dietro di lei e chiaramente si poteva vedere la silhouette delle sue mani allungarsi sul corpo di mia moglie scivolare sulle tette e giù sul suo culo e quasi sicuramente sul sesso. Poi un piccolo urlo di piacere del ragazzo e il viso di Marina restare incollato al sesso accogliendo e deglutendo il suo sperma ma con un verso soffocato di piacere in gola. Il commesso mi spinse in avanti “è il tuo turno”.
Mentre mi avvicinavo la sentivo gemere sotto le carezze dell’altro. Ora ero davanti a lei. Le accarezzai la testa e la passione che uno dei due vecchi ci stava mettendo ad accarezzarla la spingeva in avanti verso di me. Ero perplesso ma eccitato. Nessuna vergogna tanto le luci erano spente , riuscivo a scorgere la sua ombra nel semibuio. Non mi trattenni e così abbassai la cerniera dei pantaloni , mi presi il sesso tra le mani facendolo uscire dai boxer e senza pudore lo avvicinai al volto di Marina. Sentii le sue labbra entrare in contatto e la sua lingua scivolare sull’asta rigida , leccarla come una professionista facendomi morire dal desiderio. Non potevo credere che fosse mia moglie e di come si stesse trasformando. Allo stesso modo provai una forte scossa quando , come se l’avesse fatto da sempre , baciò il glande e dopo avergli passato la lingua intorno con una professionalità che non avrei mai immaginato, lo avvolse facendoselo scivolare in bocca. Mi stava facendo godere ma allo stesso tempo morire di gelosia sapendo che lo stesso servizio l’aveva riservato al bidello ed ai suoi allievi.
Pensai a cosa avrebbe provato vedendosi abbassata a tanto ma forse non solo orrore, ma anche piacere. O forse non aveva altra scelta nel timore che il commesso riaccendesse le luci.
Mi stavo facendo succhiare da mia moglie in un sexy shop ma mi eccitava di più saperla in quello stato di servilismo sessuale offerta a sconosciuti . Ed immaginavo anche quanto si sentisse umiliata di quella situazione che partendo per gioco ci era poi sfuggita di mano. Con la voglia che cresceva e la curiosità di sapere se sarebbe arrivata anche ad ingoiare il mio sperma, non riuscii a raggiungere l’orgasmo perché il commesso mi strappò via da quella stupenda pompinara.
“credo che per questa sera basti. Sei proprio una gran troia ti sei già gustata tre cazzi, un quarto mi sembra troppo , non vorrei ci prendessi gusto”
Si accucciò e vidi che anche Marina scivolava verso il basso e lui trattenendola la portò a trovarsi appoggiata al pavimento con il busto le tette al suolo ed il volto quasi davanti ai miei piedi.
Cercai di inchinarmi per sollevarla, ma il commesso mi fermò. “ Aspetta il bello viene adesso”.
Accese una torcia elettrica che con un piccolo fascio luminoso azzurro le inquadrò il culo. Panico per la paura che potesse , anche se colorato, illuminarle il volto e lasciarla riconoscere. Ma a dominare la scena vedavamo solo il suo culo sporto per aria, inginocchiata con i capelli sciolti le coprivano il volto appoggiato al suolo. Giocava con il raggio di luce scorrendolo sul suo corpo, mi passò la torcia elettrica e mi chiese di illuminarle per bene il culo. Succube ubbidii ed era come se fossi io stesso ad offrire il culo di Marina al piacere di tutti. Sentivo il mio cazzo crescere ancora di più quando il commesso iniziò a cospargere il buchetto di Marina con una crema. La porca non sembrava disdegnare ma anzi ne assecondava i movimenti. Fu un lavoro di pochi minuti . Si rivolse ad uno dei due iniziali avventori del locale e poi si alzò mettendosi al mio fianco. Mi rubò la torcia e nuovamente la fece ruotare su Marina che come una cagnetta ubbidiente muoveva ancora il culo quasi cercasse quelle carezze che non le venivano più date.
Mi passò qualcosa tra le mani e lo illuminò : un profilattico .
“per l’ultima parte dello spettacolo “. Restai come un ebete con in mano il profilattico sentendo la voce del commesso che ci invitava a mettercelo. Il vociare degli altri presente mi fu sufficiente a capire che aveva consegnato anche a loro un profilattico. Se aveva passato parte del tempo a lubrificarle il suo buchetto mi fu facile pensare che ora la volesse offrire ad una sodomia di gruppo. Quella scelta di offrirla in modo così degradante a degli sconosciuti mi squassò dentro ma non riuscii a frenare la mia eccitazione e mi infilai velocemente il profilattico. All’ombra a cui aveva affidato il compito di accarezzare Marina mentre mi stava succhiando, consegnò qualcos’altro. Un attimo dopo il commesso con la torcia elettrica illuminava nuovamente il culo di mia moglie e solo allora capii che cosa fosse stato consegnato a quell’individuo. Una coda di crine che terminava con un una piccola sfera. L’uso fu subito evidente. Il suo aguzzino glielo faceva scorrere lentamente tra i due glutei e poi lentamente iniziò a forzare il suo buchetto lentamente con un movimento avanti e indietro spingendolo di volta in volta sempre più in profondità finchè con un gemito di Marina lo spinse a fondo lasciando solo la coda di crine sporgere.
Quale umiliante trasformazione : Marina trasformata nella cagnolina del locale.
Ancora il commesso si avvicinò a Marina, sentii il click metallico delle manette e lei che veniva spinta a cambiare posizione mettendosi a gattoni. Ci stava offrendo lo spettacolo del degrado di mia moglie senza che riuscissi a capire quanto lei fosse consenziente.
Le parole del commesso divennero volgari forse volutamente per accentuare quel clima in cui una donna , descritta come una seria professionista, era stata trascinata tanto in basso. Non riuscii a trattenermi dal prendermi il sesso tra le mani e sentire uscire tutto il fiotto che invase il serbatoio del profilattico. Tutti si erano goduti quell’esibizione come in un peep show e tutti come dei bravi pierini avevano seguito gli ordini del commesso che invitò a non buttare i profilattici.
Come una stilettata la luce accecante del locale venne riaccesa . Marina senza cappuccio sarebbe stata riconosciuta . Ma ancora una volta le aveva coperto il volto, questa volta con una maschera con le sembianze di un cane. Lei era a gattoni ed il commesso la teneva per un guinzaglio.
La tirò per il guinzaglio e si avvicinò all’uscita del locale “Portiamo la nostra cagnetta a fare un giro dell’isolato?”
Il commesso si incamminò . Marina sembrava impiantata . Il guinzaglio si tese nonostante il commesso lo avesse di nuovo strattonato. Era una situazione irreale, ridicola persino. Attorno ad una donna nuda trasformata in una docile e sottomessa cagnetta, sei uomini che tenevano tra le mani un profilattico riempito dei loro semi quasi un messaggio “ godetevi della proietta ma non toccatela”.
Il commesso fece un passo indietro verso Marina . “Forse è eccessivo uscire per strada, hai ragione, quindi ci divertiamo con te qua dentro e ti lasci fotografare senza quella stupida maschera”.
Si abbassò verso di lei che si portò le mani verso la maschera.
“Capisco – fu la parola del commesso - preferisci uscire – lasciò il guinzaglio per terra e si avvicinò alla porta – Allora da brava cagnolina prendi in bocca il guinzaglio senza usare le mani , e scodinzolando vieni qua dal tuo padrone”
Quel termine usato così freddamente mi trapassò. Non potevo crederci ma Marina, la seria professoressa trattata come una cagna davanti ai suoi allievi ed al suo bidello era ancora una volta senza via di fuga.
Fu estremamente avvilente vedere mia moglie abbassare il viso a terra e prendere in bocca il guinzaglio. La voce del commesso divenne autoritaria “ Se vuoi veramente uscire scodinzoli e vieni qua strusciandoti ai miei piedi e mi fai capire che ti devo portare fuori”.
Marina ormai schiava della situazione gattonando si diresse verso di lui movendo volgarmente il culo facendo in modo che la coda ciondolasse. Lo raggiunse , restò immobile facendomi quasi compassione. Lui le prese il guinzaglio dalla bocca.
Le accarezzò la testa e scivolò lungo la schiena come se fosse veramente la sua cagnolina : ”cosa vuoi,restiamo in casa? o vuoi uscire ? cosa fa una brava cagnetta per chiedere qualcosa al suo padrone?”
Marina vergognosamente si rimise a scodinzolare ondeggiando il suo culo con quella coda impiantata dentro e ignominiosamente strusciò il suo corpo sulle gambe del suo neo padrone.
Aldo spalancò la porta. La strada si mostrò nello squallore di una via di periferia per fortuna poco illuminata se non dal neon del sexy shop. Ci fece segno di precederlo e tutti uscimmo. Dopo di noi lui ed infine al suo guinzaglio sempre a gattoni Marina .
Era inimmaginabile che la sera finisse così.
La porta del sexy shop si chiuse e quindi anche la sua unica via di fuga. La vedemmo muoversi lentamente in quel suo supplizio obbligato. Integralmente nuda solo con calze e reggicalze caviglie incatenate ed un dildo a coda infilato nel culo. Si muoveva con la testa bassa seguendo il suo padrone sul marciapiede. Solo dietro l’angolo la strada diventava più larga aprendosi in un violone. A quel punto il commesso si fermò facendo in modo che quella donna sottomessa ai suoi piedi potesse venir illuminata dai fari delle eventuali auto in transito. Assistemmo anche a quell’esibizione obbligata di mia moglie. Non pago evidentemente, le slacciò il moschettone del guinzaglio e le chiese di mettersi in ginocchio davanti a lui mostrando il suo corpo verso la strada. Se fosse solo vergogna mi chiesi come mai i suoi capezzoli sembravano tanto tesi. Solo ad un auto che lampeggiò Marina tentò una timida reazione cercando di coprirsi il sesso con le mani.
Il momento più hard della serata non era ancora giunto. Il commesso le chiese di aprire le mani e porgerle a lui tenendole unite.
“….. ora ognuno di voi potrà versare sulle sue mani il contenuto del vostro profilattico”
Che strana richiesta, umiliante per mia moglie , ma senza alcun senso per noi e , pensai che come me, anche gli altri avevano ricominciato a sentire il loro sesso crescere, ci saremmo aspettati altro. Tuttavia, incuriositi, partecipammo tutti a quella pantomima versando sulle mani di Marina il contenuto del profilattico.
Lei si adeguò alla richiesta senza protestare. Che squallore vederla con le mani sporche di sperma, nuda in mezzo ad una strada.
La spiegazione del commesso fu semplice “ per vedere il bel visino di questa puttana imbrattato di sperma all’interno del mio locale avrebbe finito con lo sporcare per terra. Qua se anche succede chi se ne frega “
Ora Marina tremava e si sarebbe sentita ancora di più oltraggiata mostrandosi così volgare esibendo ogni sua nudità con le mani unite a coppa piene di sperma.
“io credo che tutti vorrebbero vedere il tuo volto tanto quanto tu vorresti tenerlo coperto. Così se io ti togliessi ora la maschera l’unico mezzo per coprirti il volto ed evitare che domani per strada potresti essere riconosciuta, sarebbe quello di coprirti la faccia con le tue mani.”
Nessuno di noi riuscì a realizzare la perfidia del commesso che tolse subito dopo la maschera a Marina. Sapendo di non avere scelta istintivamente si coprì il volto con le mani imbrattandosi completamente di sperma. Il commesso la trascinò in piedi e spingendola davanti a me “Sei contento per come tua moglie sia stata punita? Ma non è ancora finita”
Restai senza parole mentre alcune auto che passavano occasionalmente permettevano di goderci l’immagine di Marina tette e figa esposte al ludibrio pubblico mentre con le mani gocciolanti di sperma continuava a coprirsi il volto.
“Non sei né il primo né l’ultimo che mi porta la moglie per depravarla, ma non capita spesso di trovare una donna così docile alle mie richieste. Guarda cosa si è lasciata fare in poche ore. Ora me la lasci , me ne ritorno con lei al mio sexy shop dove c’è il mio socio che l’aspetta , la lava e la prepara per uscire con lui per tutta la notte ovviamente vestita con quell’abitino che lei non avrebbe mai indossato” .
Restai senza parole. Il commesso ordinò a Marina di ritornare al negozio. Lei senza dire altro si voltò e ritornò sui suoi passi dirigendosi verso quel locale dove un’ora prima non avrebbe voluto entrare vestita ma che ora sicuramente non vedeva l’ora di poterci rimettere piede.
La guardammo ammirando il suo culo e le meravigliose gambe slanciarsi sopra quei trampoli.
“signori buona sera, ho altro da fare nelle prossime ore” . Aldo la seguì , io lo presi per un braccio tentando di trattenerlo “che fai – mi chiese – ti chiamo io o te la rimando a casa quando sarà pronta”
Ed io che potevo fare? Avrei dovuto ascoltarlo e facendo finta di andarmene come tutti per ritornare poco dopo per cercare d riprenderla. Il commesso ci salutò. Io restai con i due alunni , il bidello e gli altri due. Ci girammo verso il sexy shop e Marina era sparita. La pensavo nuda dentro quel locale nelle mani di chissà chi. Mi ricordai del terzo astante che era presente nel negozio appena entrati. Già ma chi era e soprattutto cosa avrebbe fatto a mia moglie. Rabbrividii.
“Proprio una bella troia – esclamò il bidello riportandomi alla realtà – è veramente una bocchinara coi fiocchi. Mi piacerebbe reincontrarla “
Non risposi. “Peccato che non l’abbiamo vista in volto – aggiunse un suo allievo – ma saprei riconoscerla per quei cinque nei disposti come l’orsa maggiore tra le tette, peccato però che sia difficile vederli in condizioni normali. Abitate da queste parti?” mi chiese quasi insistentemente.
Negai , ovviamente e ringraziai il cielo che quel segno distintivo potesse restare nascosto tutti i giorni. Mi girai e li salutai. Uno dei due vecchi mi salutò “ Quasi tutte le sere io ripasso di qua se la rimandate anche sola io la riconoscerei bene vostra moglie Marina”.
Mi bloccai sentendo i commenti dei ragazzi “Marina come la nostra prof. Ehi ma è una prof alla facoltà di chimica tua moglie?” mi girai sforzandomi a non lasciar trasparire nessun sentimento, sorrisi e aggiunsi “no, direi di no”. Mi rigirai e raggiunsi in fretta la mia auto senza che mi potessero seguire. Ma ora avevo comunque un problema da risolvere, recuperare mia moglie.
Chi se non la mia schiavetta M. porta quei nei così facilmente riconoscibili? Ovvio la devi vedere come me l’ha presentata il marito .
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