No Quarter, episodio 1 - Piacere, Marta!
di
LovelySara
genere
etero
Prefazione di pink_:
Cosa si nasconde dietro agli pseudonimi che usiamo per firmare i nostri racconti?
È una domanda che ogni lettore, almeno una volta, si fa.
Chi ha avuto l’idea che mi ha stravolto il sabato sera? Chi l’ha raccontata così bene? Chi ha scovato e poi usato quelle dannate parole per solleticare la mie più oscure fantasie?
Un paio d’anni fa ho provato a rispondere a tutte queste domande e il mio azzardo è stato decisamente ripagato. Perché ho trovato un tesoro.
«Adoro le tue storie».
«Grazie! E tu? Non scrivi?».
«No, non ancora almeno, ma ho un sacco di idee».
«Dimmene una!».
Ecco, è andata più o meno così, idea contro idea in un duello creativo che, per me, ha davvero qualcosa di magico. Due vite sconosciute che si mescolano in uno splendido, caldo, abbraccio artistico.
L’arte è la testimonianza di qualcosa che “è”, perché non si perda.
Oggi ho l’onore di presentarvi il risultato di questo incontro, trasformato in realtà da una delle più belle penne che io abbia mai letto. La testimonianza di una bellissima, assurda amicizia.
E ho anche l’occasione per ringraziare LovelySara, senza di lei pink_ non esisterebbe.
Buona lettura
---
Quando il suo fidanzato le aveva proposto quella vacanza insieme, Marta aveva fatto i salti di gioia. Una settimana loro due da soli, lontano da tutto e da tutti. Lei aveva un gran bisogno di allontanarsi dallo stress del lavoro, e poi le piaceva l'idea di stare sette giorni in simbiosi con lui, visto che durante l'anno non sempre riuscivano a vedersi quanto avrebbero voluto. Sebbene non fossero più dei ragazzini - lei aveva da poco compiuto 33 anni, lui ne avrebbe fatti 35 dopo l'estate - il loro rapporto non aveva ancora compiuto il passo successivo. E dunque Marta non poteva fare a meno di considerare quella vacanza come una "prova generale" di convivenza, progetto di cui avevano iniziato a parlare negli ultimi tempi.
In quel momento, a ripensare a quel suo prematuro entusiasmo, le veniva quasi da ridere. Solo che non poteva ridere, aveva deciso di tenergli il muso almeno fino alla fine del viaggio.
«Vedrai che la Val d'Aosta ti piacerà, è bellissima» le aveva ripetuto più volte Riccardo nei giorni precedenti, nel vano tentativo di farle ritrovare il sorriso. Marta ci credeva poco, nella sua mente la Val d'Aosta era quel luogo freddo e sempre coperto di neve che vedeva al telegiornale, in quei tipici servizi riproposti ogni anno relativi alle grandi nevicate, all'apertura della stagione sciistica e così via. Poco importava che fosse luglio, non sarebbe mai stata la vacanza che lei sognava. Mare, spiaggia, magari su un'isola della Grecia o sulle coste della Puglia: questo era ciò di cui necessitava lei che viveva nel nebbioso Veneto, questo era ciò a cui aveva pensato la prima volta che le era stato prospettato quel viaggio.
Eppure, man mano che si avvicinavano alla meta, Marta si ritrovò a dover ammettere quanto il paesaggio fosse effettivamente incantevole. Ma non era ancora pronta a perdonarlo. Anche perché, in fondo, la meta della vacanza non era certo il vero motivo per cui si era arrabbiata.
«Insomma, hai deciso di non dire una parola per tutta la settimana?» le chiese infine il fidanzato, interrompendo quel silenzio smorzato solo dal motore dell'auto.
«Tanto non noteresti neanche la differenza, giusto?» gli rispose, impietosa. Odiava se stessa quando si comportava in maniera così acida, ma in quell'occasione non riusciva proprio a farne a meno. Riccardo lo comprese e decise che sarebbe stato meglio far cadere il discorso, in fondo di lì a mezz'ora sarebbero arrivati a destinazione.
Mentre parcheggiavano, Marta non riuscì a trattenere quello che era il primo vero sorriso della giornata. Era davvero un posto magnifico, quell'ultima stradina di montagna li aveva portati fino a una villetta a schiera bifamiliare, talmente bella che lei non poteva credere fossero nel posto giusto.
«Ma è a due piani? Per noi, sei sicuro?» gli chiese, sgranando gli occhi.
«Te l'ho detto, paga tutto la ditta - la rassicurò - Non male, vero?».
Lei non gli rispose, ma scendendo dall'auto la sua espressione fu più che sufficiente per rivelare l'apprezzamento.
«Benvenuti in valle!» udirono entrambi, e voltandosi videro un uomo uscire dal cancello sul lato sinistro della villetta.
«Francesco?» chiese Riccardo, e al suo assenso gli andò incontro per stringergli la mano.
«Io sono Riccardo, lei è la mia fidanzata Marta» spiegò, e lei gli porse la mano con tutta la cordialità di cui disponeva. Anche quando era arrabbiata col fidanzato - cosa di cui negli ultimi minuti si era quasi dimenticata - era brava a non darlo a vedere agli altri, specialmente se si trattava di estranei. Francesco era un bell'uomo, moro e dal fisico atletico, forse qualche centimetro più basso di Riccardo. A occhio e croce, doveva avere più o meno la loro età.
«Venite, vi mostro la casa» disse, facendo tintinnare il mazzo di chiavi che già teneva in mano.
Già dopo aver varcato il loro nuovo cancello, Marta rimase impressionata dall'ampio giardino, pensando che sarebbe stata una sistemazione ideale anche se fossero stati una coppia con figli. Quando poi entrarono in casa, rimase semplicemente senza parole. Salotto immenso, cucina bella e funzionale, due bagni, tre camere da letto al piano di sopra. Era fin troppo per loro due, specialmente sapendo che Riccardo non sarebbe stato spesso in casa. Ma non poteva certo lamentarsene.
«Io e mia moglie abitiamo proprio qui a fianco, per cui siamo a disposizione per qualsiasi cosa» disse Francesco una volta terminato il breve tour, riaprendo la porta per uscire. Proprio in quel momento, notò l'auto che parcheggiava nel loro vialetto.
«Lory, tesoro, vieni! - fece cenno con la mano - Voglio farti conoscere i nuovi vicini».
Pochi secondi dopo, la donna era già sulla soglia. «Lei è mia moglie Loredana, loro sono Riccardo e Marta» disse Francesco, facendo le presentazioni di rito. Stringendole la mano, Marta notò che anche lei doveva avere più o meno la loro età, e se ne rallegrò. Era decisamente una bella donna, e bastarono pochi secondi di conversazione per farle capire quanto probabilmente fosse anche una persona simpatica e alla mano. Indossava un vestito a fiori, leggero e un po' scollato, che aiutò Marta a rendersi conto di quanto la temperatura fosse più alta del previsto. Si chiese se ciò che aveva messo in valigia fosse davvero adatto, realizzando di aver fatto probabilmente un errore di valutazione sul clima che pensava di trovare.
«Ehi, perché stasera non venite a cena da noi? - chiese Loredana, di punto in bianco - Siete appena arrivati. Scommetto che Marta, qui, non ha voglia di mettersi subito ai fornelli, no?».
«Grazie, sei molto gentile, ma non vorremmo disturbare...» replicò con poca convinzione Riccardo.
«In effetti però Loredana non ha tutti i torti - lo interruppe la fidanzata - Marta, qui, non ha tanta voglia di mettersi ai fornelli stasera, tesoro...».
«Allora è fatta! - esultò la loro vicina - Alle 20 va bene?».
«Sembrano tipi simpatici» disse Marta, non appena furono usciti. Aveva voglia di fare amicizia con loro, credeva che l'avrebbero aiutata a sentirsi meno sola durante quella settimana.
«E tu mi sembri un po' più di buon umore, o sbaglio?» le chiese Riccardo, quasi timoroso.
Per tutta risposta, lei gli si avvicinò e si mise in punta di piedi quel tanto che bastava per dargli un bacino sulle labbra.
«E questo per cos'è?» disse lui, incredulo.
«È faticoso anche tenere il muso, sai? - rispose, abbassando lo sguardo - E poi mi è venuta voglia di... inaugurare la casa nuova».
Riccardo capì subito cosa intendeva con quelle parole, conosceva la sua fidanzata e sapeva quanto potesse essere passionale quando diventava di buon umore.
«Non vuoi neanche che vada a prendere le valigie in macchina?» le disse, appositamente per provocarla.
«Non credo che in questo momento ci servano altri vestiti... Anzi, secondo me pure questi sono di troppo». Nel dire così, Marta allungò le mani fino a sbottonargli i pantaloni e tornò a baciarlo, stavolta usando anche la lingua.
«Scusa se mi sono permessa di invitarli così dal nulla, ma sembrano simpatici, vero?» osservò Loredana, mentre lei e il marito rientravano in casa.
«Hai fatto benissimo, amore» le rispose lui, spostandole i capelli biondi dalla fronte e baciandola.
Era genuinamente contenta dell'apparente affinità con i suoi nuovi vicini. In quegli anni avevano affittato la casa di fianco alla loro tante volte, sia nella stagione estiva che soprattutto in quella invernale, e le piaceva stringere amicizia con gli inquilini. Spesso, a causa dei turni di lavoro del marito, si ritrovava a casa da sola, e questo la aiutava a passare il tempo. Raramente però avevano ospitato delle coppie della loro stessa età, e perciò era determinata a conoscerli meglio.
Preparò una cenetta coi fiocchi. In cucina era brava, suo marito aveva sempre apprezzato questa sua qualità. Riuscì anche a ricavarsi il tempo per una doccia, che la rigenerò dopo una giornata stancante. Terminò tutti i preparativi appena in tempo, i nuovi vicini infatti suonarono il campanello alle 20 precise, puntualissimi.
«Benvenuti!» li accolse calorosamente aprendo loro la porta, mentre Francesco la raggiungeva. Facendoli accomodare, pensò a come fossero decisamente una bella coppia. Marta era qualche centimetro più alta di lei, un divario appena accentuato dalle scarpe col tacco - portate insieme a un cardigan nero e a un paio di jeans attillati - che probabilmente la facevano arrivare quasi al metro e ottanta. Riccardo era ancora più alto, forse uno e novanta - senza ovviamente bisogno di ricorrere ai tacchi! - e molto elegante con quella giacca nera che portava sopra la camicia azzurra. Suo marito aveva scelto una mise sicuramente più casual, abbinando una polo ai jeans, mentre lei - a cui piaceva vestire bene - aveva scelto un abitino blu insieme a un paio di sandali col tacco. Aveva avuto la premura di indossarne uno che non ne evidenziasse la scollatura, dato che conosceva l'effetto che la sua quarta misura poteva fare sugli uomini. Sarebbe stato come iniziare col piede sbagliato: Marta avrebbe finito probabilmente per prenderla subito in antipatia, ed era l'ultima cosa che voleva.
«La casa è bellissima, voi abitate qui da tanto?» chiese Riccardo, mentre si accomodavano a tavola.
«Vediamo, sono... quasi tre anni - rispose Francesco - I lavori sono terminati appena prima che ci sposassimo».
«Wow, vi siete sposati giovani» osservò Marta, e stavolta fu Loredana a risponderle: «Beh non tanto, io ne avevo 29 e lui 30».
Per un secondo Marta fu presa da un pizzico di ansia, una sensazione che peraltro aveva già provato altre volte. Aveva la stessa età di quella coppia, giusto un anno più di Loredana, eppure lei il matrimonio non l'aveva ancora mai preso in considerazione. Non poté fare a meno di sentirsi un po' immatura, come spesso le accadeva quando magari su facebook vedeva le sue amiche del liceo in foto con i figli di due, tre o quattro anni.
«Non vedo anelli alle vostre dita, invece» osservò Loredana con un sorriso.
«Ci frequentiamo solo da un paio d'anni - si affrettò a rispondere Riccardo, facendole pensare che ormai fosse quasi stanco di rispondere a quel genere di domanda - Per ora stiamo bene così, per il domani vedremo...» e nel dire così si allungò verso Marta, per darle un dolce bacio sulle labbra al quale lei non si sottrasse.
«Ah, ma allora questa settimana sarà un banco di prova per la convivenza!» esclamò Francesco, ammiccante. Mentre Riccardo rispondeva affermativamente, Loredana notò nell'espressione di Marta una piccola smorfia di disappunto, rapidamente celata da un sorriso quando il fidanzato si voltò verso di lei.
Ne capì il motivo poco dopo, quando suo marito chiese loro come mai avessero scelto proprio la Val d'Aosta. «La mia ditta sta aprendo una nuova filiale qui - fu la risposta di Riccardo - Mi hanno chiesto di offrire la mia consulenza nei primi giorni, almeno finché non sono avviati».
Marta abbozzò ancora un finto sorriso, e a Loredana fu chiaro che per il suo compagno si trattava di un viaggio di lavoro, più che di una vacanza.
Il resto della serata scorse via tranquillo, l'atmosfera era gioviale e i quattro scoprirono ben presto diverse cose in comune su cui cominciare a costruire magari un'amicizia. Era quasi arrivato il momento del caffè, quando i due uomini lasciarono la sala per spostarsi sul più comodo divano del salotto.
«Ve li portiamo noi i caffè, eh, tranquilli!» urlò dall'altra stanza Loredana, con un sarcasmo che non fu neppure colto. Poi all'improvviso si voltò verso Marta, e con uno sguardo complice le disse semplicemente: «Vieni con me».
Senza replicare, la ragazza ubbidì e la seguì fino alla porta a vetri della cucina, dalla quale uscirono sul portico del giardino sul retro.
«Wow, ma ce l'abbiamo anche noi il giardino sul retro?» chiese stupita Marta, facendo scoppiare a ridere l'amica. La quale, pochi secondi dopo, le porse il pacchetto di sigarette che con furtività aveva preso dalla propria borsa, appena prima di uscire.
«No grazie, ho smesso» declinò Marta, con un sorriso dispiaciuto.
«Anch'io dovrei - replicò Loredana, mentre posizionava una sigaretta tra le labbra e vi avvicinava l'accendino - Mio marito poi non gradisce, così mi ritrovo a farlo quasi di nascosto».
Diede una lunga aspirata e poi, togliendola dalle labbra con due dita, soffiò fuori il fumo. «Però ogni tanto... - continuò - qualche vizio ci vuole, no?».
Marta sorrise, facendo cenno di sì con la testa.
Era una notte stellata, a casa sua la ragazza non aveva mai visto una luna così luminosa. E anche se cominciava ad avere quasi un po' freddo, non disse nulla.
«Dimmi la verità - riprese ancora Loredana, interrompendo il silenzio - Te l'ha detto subito, che per lui sarebbe stato un viaggio di lavoro, o ti ha comprata con la scusa della vacanza?».
Marta la guardò sorpresa, senza riuscire al contempo a trattenere un leggero sorriso. Le erano bastate quelle poche frasi a cena per leggere così bene la situazione?
«Lo do tanto a vedere?» le chiese, un po' preoccupata.
«No, sono io che sono brava a capire le persone» le disse Loredana con un sorriso, dandole un leggero colpetto con l'anca.
«Comunque qui non è così male, sai? - continuò - E io questa settimana sarò in ferie. Se ti va potremmo passare del tempo insieme, ti mostrerò i pregi della vita in Valle d'Aosta».
Ancora una volta, Marta le sorrise. L'idea non le dispiaceva affatto.
«La mia alternativa era passare gran parte della giornata su Netflix, per cui attenta, potrei prenderti in parola».
«Fatta, allora» sentenziò Loredana, stringendole la mano come a suggellare il patto.
Poi, dopo aver dato un'altra boccata alla sigaretta, guardando fisso davanti a sé non riuscì a trattenersi dal dire: «Davvero non avevi visto che avevate il giardino sul retro?».
Entrambe scoppiarono di nuovo in una fragorosa risata.
«Siamo arrivati solo oggi, dai... E poi prima di cena siamo stati un po' impegnati».
Nel dire quest'ultima frase si morse il labbro, pentita di aver parlato troppo. E fu proprio questo piccolo particolare che permise a Loredana di realizzare la punta di malizia celata dietro a quell'affermazione.
«Mmm, vuol dire che l'hai già perdonato, allora?» le chiese, in questo caso senza tentare di nasconderla, la malizia.
«Beh, sì... - rispose Marta con un pizzico di vergogna - La casa era così bella che mi pareva il caso di inaugurarla per bene».
«Posso... Posso farti una domanda?» disse allora Loredana, dopo qualche secondo di riflessione. Ma quando Marta le rispose affermativamente, si tirò indietro: «No dai, meglio di no. Magari te la farò quando ci conosceremo meglio».
«Che fai, lanci il sasso e nascondi la mano? - scherzò l'altra - Ora devi per forza chiedere, sono curiosa di natura...».
Qualche altro secondo di silenzio, e la resistenza fu vinta: «Ecco, mi chiedevo se per caso... avete provato insieme la doccia».
Marta si stupì: «Cosa? No, no... Anche se in effetti ho notato che il box è particolarmente spazioso».
«Posso rivelarti un segreto? - le sussurrò allora Loredana, avvicinandosi - Il designer che ha arredato questa bifamiliare ha fatto un capolavoro, con il box doccia».
Marta rise, divertita dalla confidenza che si era già venuta a creare con la sua nuova amica.
«Voi... lo fate spesso nella doccia?» le chiese.
«Una volta sì, capitava spesso... Anche se in effetti è un bel po' che non succede. Ma te lo consiglio».
Marta annuì, compiaciuta. «Mi sa che allora dovrò seguire il tuo consiglio, grazie». Poi allungò la mano verso quella di Loredana, come a chiederle il permesso di rubarle una boccata dalla sigaretta.
Lei non si fece pregare e gliela passò. «Finiscila pure, se vuoi».
«No grazie, mi bastava questo» replicò Marta, dopo aver aspirato come se da una nuotata in mare fosse tornata in superficie per riprendere fiato. E ripassandole la sigaretta, aggiunse: «Hai ragione, ogni tanto qualche vizio ci vuole».
Era quasi mezzanotte, quando si salutarono. Marta era davvero felice per la bella serata che aveva passato, soprattutto le piaceva l'idea di aver già trovato un'amica. Con Lory - "Chiamami così, è più facile" le aveva detto - si era già data appuntamento per il pomeriggio successivo: in progetto c'era un giro in centro, per conoscere la città e soprattutto fare un po' di shopping.
Ma non era solo felice, rientrando in casa la ragazza si sentiva quasi euforica. Un motivo c'era: quella conversazione relativa al box doccia le era entrata nella testa, si era insinuata nella sua mente e vi aveva messo radici, e ora non c'era modo di mandarla via. Aveva una voglia matta di provarci, l'unica cosa che la frenava era il timore della reazione di Riccardo. Non credeva certo che si sarebbe tirato indietro, ma come giustificare una tale libido da volerlo rifare a poche ore di distanza dall'ultima volta? Quando avevano appena iniziato a frequentarsi non era raro che si dedicassero al sesso anche più volte nella stessa giornata, ma dopo due anni insieme quei ritmi erano fisiologicamente calati.
Ma più ci pensava, più le saliva la voglia. E allora capì che poteva fare una sola cosa, buttarsi senza farsi inutili paranoie. Così, mentre il suo fidanzato si preparava per andare a dormire, improvvisò un piano d'azione.
Quando entrò anche lei in bagno, Riccardo quasi non ci fece caso. Anche a casa, quando andava a dormire da lui, non era inconsueto che i due stessero in bagno contemporaneamente, ormai la confidenza raggiunta dalla coppia era tale da consentirlo senza pudori. Dopo qualche secondo, tuttavia, si accorse che la sua fidanzata indossava solo una cortissima vestaglia, la più sexy che aveva. Lui era davanti al lavandino che si lavava i denti, e senza girarsi poté osservare allo specchio Marta mentre slacciava la vestaglia e si sedeva sul water. Lei aveva lo sguardo basso, sembrava non curarsi di lui, e così ebbe l'occasione di guardarla mentre faceva pipì. La vestaglia era semiaperta e sotto non indossava nulla, né reggiseno né mutandine. I suoi occhi furono ipnotizzati da quella visione, dal solco di quel seno che tanto amava, dalla naturalezza con cui lei si esponeva senza pudori in un momento tanto intimo. Quando la vide alzarsi, smise di muovere lo spazzolino e rimase per qualche secondo imbambolato.
Senza preoccuparsi di riallacciare la vestaglia, Marta si diresse verso di lui. I capezzoli erano coperti, ma la forma della sua terza piena si poteva intuire perfettamente in quel lembo centrale lasciato scoperto, che metteva in mostra anche l'addome e più giù fino alla fica, quasi completamente depilata ad eccezione di una leggera striscia di peli verticale.
«Io mi faccio una doccia» gli disse senza apparente malizia. Solo a quel punto Riccardo, che fino a quel momento l'aveva guardata tramite lo specchio, si voltò lentamente verso di lei esibendo una potente erezione sotto ai boxer, l'unica cosa che indossava insieme a una maglietta e alle ciabatte.
Lo sguardo di lei andò a posarsi proprio lì, e senza staccare gli occhi da quel tendone da circo Marta aggiunse: «Forse ti vuoi unire a me...».
Mentre stava finendo di struccarsi, Loredana sentì dei rumori provenire da dietro al muro. Li notò subito, perché la casa a fianco della loro era sfitta ormai da qualche mese, e la sera era abituata a un silenzio pressoché assoluto. Sapeva che adiacente al loro bagno doveva esserci quello dei vicini, e subito le tornò in mente la sua conversazione sul portico con Marta. Che avesse deciso di seguire subito il suo... consiglio?
Dominata dalla curiosità, non riuscì a resistere e si avvicinò furtiva alla parete, fino ad appoggiarvi un orecchio. Ciò che sentì dall'altra parte le diede quasi immediatamente la conferma di avere indovinato... Il rumore dell'acqua della doccia che scorreva era inconfondibile, e allo stesso modo i gemiti che udiva non potevano che essere di Marta e Riccardo. Lo stavano facendo davvero, stavano facendo l'amore a pochi passi da lei, separati solo da un muro. E lo facevano perché lei stessa lo aveva suggerito.
Premette ancora di più l'orecchio alla parete. I mugolii erano inequivocabili, per un attimo ebbe quasi la sensazione di essere lì con loro. Ad un tratto sentì distintamente tre parole: "Scopami, ti prego". Pur ansimante, la voce era chiara. Era quella di Marta, non c'erano dubbi in proposito. Non poté fare a meno di provare una forte eccitazione, al punto che pochi istanti dopo si ritrovò con una mano infilata nelle mutandine, come se fosse stata una ragazzina alle prese coi primi bollori.
Si staccò dalla parete, vergognandosi anche per averci messo tanto a decidersi. Tornare alla normalità però non fu facile: nelle orecchie sentiva ancora i suoi vicini godere, e ora anche lei provava davvero un certo calore tra le gambe. Uscì allora dal bagno e vide suo marito, già sotto il lenzuolo, intento a leggere quel romanzo che lei stessa gli aveva regalato poco tempo prima. Senza dire una parola, si infilò anche lei a letto. Indossava solo una t-shirt e gli slip, d'estate le piaceva dormire così.
«Buonanotte» le disse Francesco, convinto che avrebbe spento la luce e si sarebbe messa subito a dormire. Ma non lo fece. Sdraiata su un fianco, con il gomito appoggiato al cuscino e la mano a reggere la testa, lo fissò per diversi secondi. Poi, ancora senza pronunciare una parola, allungò l'altra mano e andò a posarla sul pacco del marito. Lui appoggiò il libro sul petto e si voltò, un po' incredulo. Da sopra le mutande, Lory iniziò un sensuale massaggio e in pochi secondi sentì il pene del marito crescerle sotto le dita.
«Che succede?» chiese lui, stupito da una mossa tanto audace ed inusuale.
«Ti dà fastidio?» gli rispose, senza fermare il movimento della mano. Ormai lo sentiva quasi in erezione.
Francesco la guardò ancora per diversi secondi, senza parlare. I suoi occhi erano rapiti da quel seno prorompente, dai capezzoli eccitati che premevano con forza da sotto la maglietta. Ebbe la tentazione di allungare la mano per accarezzarla, ma non fece in tempo: la vide semplicemente infilarsi sotto al lenzuolo, e l'ultima cosa che sentì prima di abbandonarsi completamente al piacere fu la sua bocca avvolgergli il pisello.
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Nel prossimo episodio:
[...]Marta riaprì per un secondo gli occhi, sorpresa lei stessa dall'immagine che la sua mente le aveva proposto. Perché proprio Lory?[...]
Cosa si nasconde dietro agli pseudonimi che usiamo per firmare i nostri racconti?
È una domanda che ogni lettore, almeno una volta, si fa.
Chi ha avuto l’idea che mi ha stravolto il sabato sera? Chi l’ha raccontata così bene? Chi ha scovato e poi usato quelle dannate parole per solleticare la mie più oscure fantasie?
Un paio d’anni fa ho provato a rispondere a tutte queste domande e il mio azzardo è stato decisamente ripagato. Perché ho trovato un tesoro.
«Adoro le tue storie».
«Grazie! E tu? Non scrivi?».
«No, non ancora almeno, ma ho un sacco di idee».
«Dimmene una!».
Ecco, è andata più o meno così, idea contro idea in un duello creativo che, per me, ha davvero qualcosa di magico. Due vite sconosciute che si mescolano in uno splendido, caldo, abbraccio artistico.
L’arte è la testimonianza di qualcosa che “è”, perché non si perda.
Oggi ho l’onore di presentarvi il risultato di questo incontro, trasformato in realtà da una delle più belle penne che io abbia mai letto. La testimonianza di una bellissima, assurda amicizia.
E ho anche l’occasione per ringraziare LovelySara, senza di lei pink_ non esisterebbe.
Buona lettura
---
Quando il suo fidanzato le aveva proposto quella vacanza insieme, Marta aveva fatto i salti di gioia. Una settimana loro due da soli, lontano da tutto e da tutti. Lei aveva un gran bisogno di allontanarsi dallo stress del lavoro, e poi le piaceva l'idea di stare sette giorni in simbiosi con lui, visto che durante l'anno non sempre riuscivano a vedersi quanto avrebbero voluto. Sebbene non fossero più dei ragazzini - lei aveva da poco compiuto 33 anni, lui ne avrebbe fatti 35 dopo l'estate - il loro rapporto non aveva ancora compiuto il passo successivo. E dunque Marta non poteva fare a meno di considerare quella vacanza come una "prova generale" di convivenza, progetto di cui avevano iniziato a parlare negli ultimi tempi.
In quel momento, a ripensare a quel suo prematuro entusiasmo, le veniva quasi da ridere. Solo che non poteva ridere, aveva deciso di tenergli il muso almeno fino alla fine del viaggio.
«Vedrai che la Val d'Aosta ti piacerà, è bellissima» le aveva ripetuto più volte Riccardo nei giorni precedenti, nel vano tentativo di farle ritrovare il sorriso. Marta ci credeva poco, nella sua mente la Val d'Aosta era quel luogo freddo e sempre coperto di neve che vedeva al telegiornale, in quei tipici servizi riproposti ogni anno relativi alle grandi nevicate, all'apertura della stagione sciistica e così via. Poco importava che fosse luglio, non sarebbe mai stata la vacanza che lei sognava. Mare, spiaggia, magari su un'isola della Grecia o sulle coste della Puglia: questo era ciò di cui necessitava lei che viveva nel nebbioso Veneto, questo era ciò a cui aveva pensato la prima volta che le era stato prospettato quel viaggio.
Eppure, man mano che si avvicinavano alla meta, Marta si ritrovò a dover ammettere quanto il paesaggio fosse effettivamente incantevole. Ma non era ancora pronta a perdonarlo. Anche perché, in fondo, la meta della vacanza non era certo il vero motivo per cui si era arrabbiata.
«Insomma, hai deciso di non dire una parola per tutta la settimana?» le chiese infine il fidanzato, interrompendo quel silenzio smorzato solo dal motore dell'auto.
«Tanto non noteresti neanche la differenza, giusto?» gli rispose, impietosa. Odiava se stessa quando si comportava in maniera così acida, ma in quell'occasione non riusciva proprio a farne a meno. Riccardo lo comprese e decise che sarebbe stato meglio far cadere il discorso, in fondo di lì a mezz'ora sarebbero arrivati a destinazione.
Mentre parcheggiavano, Marta non riuscì a trattenere quello che era il primo vero sorriso della giornata. Era davvero un posto magnifico, quell'ultima stradina di montagna li aveva portati fino a una villetta a schiera bifamiliare, talmente bella che lei non poteva credere fossero nel posto giusto.
«Ma è a due piani? Per noi, sei sicuro?» gli chiese, sgranando gli occhi.
«Te l'ho detto, paga tutto la ditta - la rassicurò - Non male, vero?».
Lei non gli rispose, ma scendendo dall'auto la sua espressione fu più che sufficiente per rivelare l'apprezzamento.
«Benvenuti in valle!» udirono entrambi, e voltandosi videro un uomo uscire dal cancello sul lato sinistro della villetta.
«Francesco?» chiese Riccardo, e al suo assenso gli andò incontro per stringergli la mano.
«Io sono Riccardo, lei è la mia fidanzata Marta» spiegò, e lei gli porse la mano con tutta la cordialità di cui disponeva. Anche quando era arrabbiata col fidanzato - cosa di cui negli ultimi minuti si era quasi dimenticata - era brava a non darlo a vedere agli altri, specialmente se si trattava di estranei. Francesco era un bell'uomo, moro e dal fisico atletico, forse qualche centimetro più basso di Riccardo. A occhio e croce, doveva avere più o meno la loro età.
«Venite, vi mostro la casa» disse, facendo tintinnare il mazzo di chiavi che già teneva in mano.
Già dopo aver varcato il loro nuovo cancello, Marta rimase impressionata dall'ampio giardino, pensando che sarebbe stata una sistemazione ideale anche se fossero stati una coppia con figli. Quando poi entrarono in casa, rimase semplicemente senza parole. Salotto immenso, cucina bella e funzionale, due bagni, tre camere da letto al piano di sopra. Era fin troppo per loro due, specialmente sapendo che Riccardo non sarebbe stato spesso in casa. Ma non poteva certo lamentarsene.
«Io e mia moglie abitiamo proprio qui a fianco, per cui siamo a disposizione per qualsiasi cosa» disse Francesco una volta terminato il breve tour, riaprendo la porta per uscire. Proprio in quel momento, notò l'auto che parcheggiava nel loro vialetto.
«Lory, tesoro, vieni! - fece cenno con la mano - Voglio farti conoscere i nuovi vicini».
Pochi secondi dopo, la donna era già sulla soglia. «Lei è mia moglie Loredana, loro sono Riccardo e Marta» disse Francesco, facendo le presentazioni di rito. Stringendole la mano, Marta notò che anche lei doveva avere più o meno la loro età, e se ne rallegrò. Era decisamente una bella donna, e bastarono pochi secondi di conversazione per farle capire quanto probabilmente fosse anche una persona simpatica e alla mano. Indossava un vestito a fiori, leggero e un po' scollato, che aiutò Marta a rendersi conto di quanto la temperatura fosse più alta del previsto. Si chiese se ciò che aveva messo in valigia fosse davvero adatto, realizzando di aver fatto probabilmente un errore di valutazione sul clima che pensava di trovare.
«Ehi, perché stasera non venite a cena da noi? - chiese Loredana, di punto in bianco - Siete appena arrivati. Scommetto che Marta, qui, non ha voglia di mettersi subito ai fornelli, no?».
«Grazie, sei molto gentile, ma non vorremmo disturbare...» replicò con poca convinzione Riccardo.
«In effetti però Loredana non ha tutti i torti - lo interruppe la fidanzata - Marta, qui, non ha tanta voglia di mettersi ai fornelli stasera, tesoro...».
«Allora è fatta! - esultò la loro vicina - Alle 20 va bene?».
«Sembrano tipi simpatici» disse Marta, non appena furono usciti. Aveva voglia di fare amicizia con loro, credeva che l'avrebbero aiutata a sentirsi meno sola durante quella settimana.
«E tu mi sembri un po' più di buon umore, o sbaglio?» le chiese Riccardo, quasi timoroso.
Per tutta risposta, lei gli si avvicinò e si mise in punta di piedi quel tanto che bastava per dargli un bacino sulle labbra.
«E questo per cos'è?» disse lui, incredulo.
«È faticoso anche tenere il muso, sai? - rispose, abbassando lo sguardo - E poi mi è venuta voglia di... inaugurare la casa nuova».
Riccardo capì subito cosa intendeva con quelle parole, conosceva la sua fidanzata e sapeva quanto potesse essere passionale quando diventava di buon umore.
«Non vuoi neanche che vada a prendere le valigie in macchina?» le disse, appositamente per provocarla.
«Non credo che in questo momento ci servano altri vestiti... Anzi, secondo me pure questi sono di troppo». Nel dire così, Marta allungò le mani fino a sbottonargli i pantaloni e tornò a baciarlo, stavolta usando anche la lingua.
«Scusa se mi sono permessa di invitarli così dal nulla, ma sembrano simpatici, vero?» osservò Loredana, mentre lei e il marito rientravano in casa.
«Hai fatto benissimo, amore» le rispose lui, spostandole i capelli biondi dalla fronte e baciandola.
Era genuinamente contenta dell'apparente affinità con i suoi nuovi vicini. In quegli anni avevano affittato la casa di fianco alla loro tante volte, sia nella stagione estiva che soprattutto in quella invernale, e le piaceva stringere amicizia con gli inquilini. Spesso, a causa dei turni di lavoro del marito, si ritrovava a casa da sola, e questo la aiutava a passare il tempo. Raramente però avevano ospitato delle coppie della loro stessa età, e perciò era determinata a conoscerli meglio.
Preparò una cenetta coi fiocchi. In cucina era brava, suo marito aveva sempre apprezzato questa sua qualità. Riuscì anche a ricavarsi il tempo per una doccia, che la rigenerò dopo una giornata stancante. Terminò tutti i preparativi appena in tempo, i nuovi vicini infatti suonarono il campanello alle 20 precise, puntualissimi.
«Benvenuti!» li accolse calorosamente aprendo loro la porta, mentre Francesco la raggiungeva. Facendoli accomodare, pensò a come fossero decisamente una bella coppia. Marta era qualche centimetro più alta di lei, un divario appena accentuato dalle scarpe col tacco - portate insieme a un cardigan nero e a un paio di jeans attillati - che probabilmente la facevano arrivare quasi al metro e ottanta. Riccardo era ancora più alto, forse uno e novanta - senza ovviamente bisogno di ricorrere ai tacchi! - e molto elegante con quella giacca nera che portava sopra la camicia azzurra. Suo marito aveva scelto una mise sicuramente più casual, abbinando una polo ai jeans, mentre lei - a cui piaceva vestire bene - aveva scelto un abitino blu insieme a un paio di sandali col tacco. Aveva avuto la premura di indossarne uno che non ne evidenziasse la scollatura, dato che conosceva l'effetto che la sua quarta misura poteva fare sugli uomini. Sarebbe stato come iniziare col piede sbagliato: Marta avrebbe finito probabilmente per prenderla subito in antipatia, ed era l'ultima cosa che voleva.
«La casa è bellissima, voi abitate qui da tanto?» chiese Riccardo, mentre si accomodavano a tavola.
«Vediamo, sono... quasi tre anni - rispose Francesco - I lavori sono terminati appena prima che ci sposassimo».
«Wow, vi siete sposati giovani» osservò Marta, e stavolta fu Loredana a risponderle: «Beh non tanto, io ne avevo 29 e lui 30».
Per un secondo Marta fu presa da un pizzico di ansia, una sensazione che peraltro aveva già provato altre volte. Aveva la stessa età di quella coppia, giusto un anno più di Loredana, eppure lei il matrimonio non l'aveva ancora mai preso in considerazione. Non poté fare a meno di sentirsi un po' immatura, come spesso le accadeva quando magari su facebook vedeva le sue amiche del liceo in foto con i figli di due, tre o quattro anni.
«Non vedo anelli alle vostre dita, invece» osservò Loredana con un sorriso.
«Ci frequentiamo solo da un paio d'anni - si affrettò a rispondere Riccardo, facendole pensare che ormai fosse quasi stanco di rispondere a quel genere di domanda - Per ora stiamo bene così, per il domani vedremo...» e nel dire così si allungò verso Marta, per darle un dolce bacio sulle labbra al quale lei non si sottrasse.
«Ah, ma allora questa settimana sarà un banco di prova per la convivenza!» esclamò Francesco, ammiccante. Mentre Riccardo rispondeva affermativamente, Loredana notò nell'espressione di Marta una piccola smorfia di disappunto, rapidamente celata da un sorriso quando il fidanzato si voltò verso di lei.
Ne capì il motivo poco dopo, quando suo marito chiese loro come mai avessero scelto proprio la Val d'Aosta. «La mia ditta sta aprendo una nuova filiale qui - fu la risposta di Riccardo - Mi hanno chiesto di offrire la mia consulenza nei primi giorni, almeno finché non sono avviati».
Marta abbozzò ancora un finto sorriso, e a Loredana fu chiaro che per il suo compagno si trattava di un viaggio di lavoro, più che di una vacanza.
Il resto della serata scorse via tranquillo, l'atmosfera era gioviale e i quattro scoprirono ben presto diverse cose in comune su cui cominciare a costruire magari un'amicizia. Era quasi arrivato il momento del caffè, quando i due uomini lasciarono la sala per spostarsi sul più comodo divano del salotto.
«Ve li portiamo noi i caffè, eh, tranquilli!» urlò dall'altra stanza Loredana, con un sarcasmo che non fu neppure colto. Poi all'improvviso si voltò verso Marta, e con uno sguardo complice le disse semplicemente: «Vieni con me».
Senza replicare, la ragazza ubbidì e la seguì fino alla porta a vetri della cucina, dalla quale uscirono sul portico del giardino sul retro.
«Wow, ma ce l'abbiamo anche noi il giardino sul retro?» chiese stupita Marta, facendo scoppiare a ridere l'amica. La quale, pochi secondi dopo, le porse il pacchetto di sigarette che con furtività aveva preso dalla propria borsa, appena prima di uscire.
«No grazie, ho smesso» declinò Marta, con un sorriso dispiaciuto.
«Anch'io dovrei - replicò Loredana, mentre posizionava una sigaretta tra le labbra e vi avvicinava l'accendino - Mio marito poi non gradisce, così mi ritrovo a farlo quasi di nascosto».
Diede una lunga aspirata e poi, togliendola dalle labbra con due dita, soffiò fuori il fumo. «Però ogni tanto... - continuò - qualche vizio ci vuole, no?».
Marta sorrise, facendo cenno di sì con la testa.
Era una notte stellata, a casa sua la ragazza non aveva mai visto una luna così luminosa. E anche se cominciava ad avere quasi un po' freddo, non disse nulla.
«Dimmi la verità - riprese ancora Loredana, interrompendo il silenzio - Te l'ha detto subito, che per lui sarebbe stato un viaggio di lavoro, o ti ha comprata con la scusa della vacanza?».
Marta la guardò sorpresa, senza riuscire al contempo a trattenere un leggero sorriso. Le erano bastate quelle poche frasi a cena per leggere così bene la situazione?
«Lo do tanto a vedere?» le chiese, un po' preoccupata.
«No, sono io che sono brava a capire le persone» le disse Loredana con un sorriso, dandole un leggero colpetto con l'anca.
«Comunque qui non è così male, sai? - continuò - E io questa settimana sarò in ferie. Se ti va potremmo passare del tempo insieme, ti mostrerò i pregi della vita in Valle d'Aosta».
Ancora una volta, Marta le sorrise. L'idea non le dispiaceva affatto.
«La mia alternativa era passare gran parte della giornata su Netflix, per cui attenta, potrei prenderti in parola».
«Fatta, allora» sentenziò Loredana, stringendole la mano come a suggellare il patto.
Poi, dopo aver dato un'altra boccata alla sigaretta, guardando fisso davanti a sé non riuscì a trattenersi dal dire: «Davvero non avevi visto che avevate il giardino sul retro?».
Entrambe scoppiarono di nuovo in una fragorosa risata.
«Siamo arrivati solo oggi, dai... E poi prima di cena siamo stati un po' impegnati».
Nel dire quest'ultima frase si morse il labbro, pentita di aver parlato troppo. E fu proprio questo piccolo particolare che permise a Loredana di realizzare la punta di malizia celata dietro a quell'affermazione.
«Mmm, vuol dire che l'hai già perdonato, allora?» le chiese, in questo caso senza tentare di nasconderla, la malizia.
«Beh, sì... - rispose Marta con un pizzico di vergogna - La casa era così bella che mi pareva il caso di inaugurarla per bene».
«Posso... Posso farti una domanda?» disse allora Loredana, dopo qualche secondo di riflessione. Ma quando Marta le rispose affermativamente, si tirò indietro: «No dai, meglio di no. Magari te la farò quando ci conosceremo meglio».
«Che fai, lanci il sasso e nascondi la mano? - scherzò l'altra - Ora devi per forza chiedere, sono curiosa di natura...».
Qualche altro secondo di silenzio, e la resistenza fu vinta: «Ecco, mi chiedevo se per caso... avete provato insieme la doccia».
Marta si stupì: «Cosa? No, no... Anche se in effetti ho notato che il box è particolarmente spazioso».
«Posso rivelarti un segreto? - le sussurrò allora Loredana, avvicinandosi - Il designer che ha arredato questa bifamiliare ha fatto un capolavoro, con il box doccia».
Marta rise, divertita dalla confidenza che si era già venuta a creare con la sua nuova amica.
«Voi... lo fate spesso nella doccia?» le chiese.
«Una volta sì, capitava spesso... Anche se in effetti è un bel po' che non succede. Ma te lo consiglio».
Marta annuì, compiaciuta. «Mi sa che allora dovrò seguire il tuo consiglio, grazie». Poi allungò la mano verso quella di Loredana, come a chiederle il permesso di rubarle una boccata dalla sigaretta.
Lei non si fece pregare e gliela passò. «Finiscila pure, se vuoi».
«No grazie, mi bastava questo» replicò Marta, dopo aver aspirato come se da una nuotata in mare fosse tornata in superficie per riprendere fiato. E ripassandole la sigaretta, aggiunse: «Hai ragione, ogni tanto qualche vizio ci vuole».
Era quasi mezzanotte, quando si salutarono. Marta era davvero felice per la bella serata che aveva passato, soprattutto le piaceva l'idea di aver già trovato un'amica. Con Lory - "Chiamami così, è più facile" le aveva detto - si era già data appuntamento per il pomeriggio successivo: in progetto c'era un giro in centro, per conoscere la città e soprattutto fare un po' di shopping.
Ma non era solo felice, rientrando in casa la ragazza si sentiva quasi euforica. Un motivo c'era: quella conversazione relativa al box doccia le era entrata nella testa, si era insinuata nella sua mente e vi aveva messo radici, e ora non c'era modo di mandarla via. Aveva una voglia matta di provarci, l'unica cosa che la frenava era il timore della reazione di Riccardo. Non credeva certo che si sarebbe tirato indietro, ma come giustificare una tale libido da volerlo rifare a poche ore di distanza dall'ultima volta? Quando avevano appena iniziato a frequentarsi non era raro che si dedicassero al sesso anche più volte nella stessa giornata, ma dopo due anni insieme quei ritmi erano fisiologicamente calati.
Ma più ci pensava, più le saliva la voglia. E allora capì che poteva fare una sola cosa, buttarsi senza farsi inutili paranoie. Così, mentre il suo fidanzato si preparava per andare a dormire, improvvisò un piano d'azione.
Quando entrò anche lei in bagno, Riccardo quasi non ci fece caso. Anche a casa, quando andava a dormire da lui, non era inconsueto che i due stessero in bagno contemporaneamente, ormai la confidenza raggiunta dalla coppia era tale da consentirlo senza pudori. Dopo qualche secondo, tuttavia, si accorse che la sua fidanzata indossava solo una cortissima vestaglia, la più sexy che aveva. Lui era davanti al lavandino che si lavava i denti, e senza girarsi poté osservare allo specchio Marta mentre slacciava la vestaglia e si sedeva sul water. Lei aveva lo sguardo basso, sembrava non curarsi di lui, e così ebbe l'occasione di guardarla mentre faceva pipì. La vestaglia era semiaperta e sotto non indossava nulla, né reggiseno né mutandine. I suoi occhi furono ipnotizzati da quella visione, dal solco di quel seno che tanto amava, dalla naturalezza con cui lei si esponeva senza pudori in un momento tanto intimo. Quando la vide alzarsi, smise di muovere lo spazzolino e rimase per qualche secondo imbambolato.
Senza preoccuparsi di riallacciare la vestaglia, Marta si diresse verso di lui. I capezzoli erano coperti, ma la forma della sua terza piena si poteva intuire perfettamente in quel lembo centrale lasciato scoperto, che metteva in mostra anche l'addome e più giù fino alla fica, quasi completamente depilata ad eccezione di una leggera striscia di peli verticale.
«Io mi faccio una doccia» gli disse senza apparente malizia. Solo a quel punto Riccardo, che fino a quel momento l'aveva guardata tramite lo specchio, si voltò lentamente verso di lei esibendo una potente erezione sotto ai boxer, l'unica cosa che indossava insieme a una maglietta e alle ciabatte.
Lo sguardo di lei andò a posarsi proprio lì, e senza staccare gli occhi da quel tendone da circo Marta aggiunse: «Forse ti vuoi unire a me...».
Mentre stava finendo di struccarsi, Loredana sentì dei rumori provenire da dietro al muro. Li notò subito, perché la casa a fianco della loro era sfitta ormai da qualche mese, e la sera era abituata a un silenzio pressoché assoluto. Sapeva che adiacente al loro bagno doveva esserci quello dei vicini, e subito le tornò in mente la sua conversazione sul portico con Marta. Che avesse deciso di seguire subito il suo... consiglio?
Dominata dalla curiosità, non riuscì a resistere e si avvicinò furtiva alla parete, fino ad appoggiarvi un orecchio. Ciò che sentì dall'altra parte le diede quasi immediatamente la conferma di avere indovinato... Il rumore dell'acqua della doccia che scorreva era inconfondibile, e allo stesso modo i gemiti che udiva non potevano che essere di Marta e Riccardo. Lo stavano facendo davvero, stavano facendo l'amore a pochi passi da lei, separati solo da un muro. E lo facevano perché lei stessa lo aveva suggerito.
Premette ancora di più l'orecchio alla parete. I mugolii erano inequivocabili, per un attimo ebbe quasi la sensazione di essere lì con loro. Ad un tratto sentì distintamente tre parole: "Scopami, ti prego". Pur ansimante, la voce era chiara. Era quella di Marta, non c'erano dubbi in proposito. Non poté fare a meno di provare una forte eccitazione, al punto che pochi istanti dopo si ritrovò con una mano infilata nelle mutandine, come se fosse stata una ragazzina alle prese coi primi bollori.
Si staccò dalla parete, vergognandosi anche per averci messo tanto a decidersi. Tornare alla normalità però non fu facile: nelle orecchie sentiva ancora i suoi vicini godere, e ora anche lei provava davvero un certo calore tra le gambe. Uscì allora dal bagno e vide suo marito, già sotto il lenzuolo, intento a leggere quel romanzo che lei stessa gli aveva regalato poco tempo prima. Senza dire una parola, si infilò anche lei a letto. Indossava solo una t-shirt e gli slip, d'estate le piaceva dormire così.
«Buonanotte» le disse Francesco, convinto che avrebbe spento la luce e si sarebbe messa subito a dormire. Ma non lo fece. Sdraiata su un fianco, con il gomito appoggiato al cuscino e la mano a reggere la testa, lo fissò per diversi secondi. Poi, ancora senza pronunciare una parola, allungò l'altra mano e andò a posarla sul pacco del marito. Lui appoggiò il libro sul petto e si voltò, un po' incredulo. Da sopra le mutande, Lory iniziò un sensuale massaggio e in pochi secondi sentì il pene del marito crescerle sotto le dita.
«Che succede?» chiese lui, stupito da una mossa tanto audace ed inusuale.
«Ti dà fastidio?» gli rispose, senza fermare il movimento della mano. Ormai lo sentiva quasi in erezione.
Francesco la guardò ancora per diversi secondi, senza parlare. I suoi occhi erano rapiti da quel seno prorompente, dai capezzoli eccitati che premevano con forza da sotto la maglietta. Ebbe la tentazione di allungare la mano per accarezzarla, ma non fece in tempo: la vide semplicemente infilarsi sotto al lenzuolo, e l'ultima cosa che sentì prima di abbandonarsi completamente al piacere fu la sua bocca avvolgergli il pisello.
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Nel prossimo episodio:
[...]Marta riaprì per un secondo gli occhi, sorpresa lei stessa dall'immagine che la sua mente le aveva proposto. Perché proprio Lory?[...]
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