No Quarter, episodio 4 - Chi perde deve restare in topless
di
LovelySara
genere
esibizionismo
Il mattino seguente, avendo un bel tratto di strada da percorrere, Lory e Marta partirono di buon'ora. Lasciata la macchina su una piazzola apposita, si inoltrarono a piedi sul sentiero che, attraverso un affascinante percorso completamente immerso nel verde della natura, le avrebbe portate fino al lago.
Quella mattina non c'era molta gente in giro, e lungo il cammino incontrarono ben poche persone. Mentre percorrevano quel tragitto così caratteristico, con alberi altissimi che Marta ammirava con una buona dose di incanto, le due ragazze avevano davvero l'aspetto di due escursioniste provette. A cominciare dagli zainetti infilati in spalla, nei quali avevano inserito un paio di panini per il pranzo e poco altro, fino ad arrivare agli scarponcini da montagna che nonostante il loro aspetto "rustico" entrambe riuscivano a portare con eleganza. Lory aveva completato il proprio look con degli shorts in jeans a vita alta e una camicia di flanella a quadri viola e blu, annodata appena sotto al seno e con le maniche arrotolate. Marta invece era vestita quasi completamente con ciò che aveva acquistato il giorno prima: non solo gli scarponcini e il costume da bagno, ma anche il top arancione e i pantaloncini presi nel primo negozio che avevano visitato. In più, per proteggersi dal sole si era legata in testa una bandana.
Il sentiero per arrivare al lago era piuttosto lungo - cosa che tutto sommato non dispiaceva a nessuna delle due, vista la bellezza dello scenario intorno a loro - e così durante il cammino ebbero modo di chiacchierare, e conoscersi ancora meglio. Inevitabilmente, il discorso non ci mise molto a finire sui loro messaggi della sera precedente, e Marta non poté fare a meno di chiederle come fosse andata col marito, sfogando finalmente quella curiosità che covava fin da quando si erano viste fuori dalla soglia di casa.
«Beh direi... decisamente bene» confessò Lory con un velo di timidezza, di cui pian piano si liberò mentre le raccontava alcuni dettagli piccanti della serata.
«La lingerie gli è piaciuta molto, è stata una novità che ha davvero ravvivato le cose tra noi... - spiegò - Poi a un certo punto mi ha chiesto una cosa che mi ha stupita».
«Ah sì? Sono tutta orecchi!» replicò l'amica con sincero interesse.
«Beh... Noi siamo abituati a farlo in maniera abbastanza canonica, specie da quando ci siamo sposati. Invece ieri sera l'ho visto più fantasioso... Dopo un po' mi ha chiesto di togliere reggiseno e mutandine, ma mi ha fatto tenere calze, reggicalze e tacchi mentre... lo sai, no?».
«Wow, eccitante - commentò sincera Marta - Dev'essere l'aria di questa regione che aumenta la libido, siete decisamente fortunati qui!».
Lory rise, chiedendole il perché di quella affermazione, e così anche l'altra iniziò a confessarsi: «Ti dico la verità... Dopo la nostra cena la prima sera, ho seguito il tuo consiglio... e ho provato il box doccia!».
«Aaah, e cosa aspettavi a raccontarmelo?» la rimproverò.
«Non so, avrei voluto farlo ieri ma avevo paura di sembrarti fuori luogo...».
«Facciamo un patto, okay? D'ora in poi non dobbiamo avere paura di dirci nulla».
Marta annuì, apprezzando la proposta. E poi continuò: «Comunque avevi ragione, è davvero spazioso e adatto per certe cose... Anche a Riccardo è piaciuto molto».
«Oddio, non gli avrai detto che era una mia idea, vero?».
«No, no, tranquilla... Certe cose rimangono segrete fra me e te» le rispose con un sorriso, facendole l'occhiolino.
«Comunque non penso sia l'aria della Valle d'Aosta... perché prima che arrivassi tu le cose erano decisamente più monotone. Secondo me è la vicinanza reciproca, che fa bene a entrambe. Anzi, a tutti e quattro!».
Dopo quasi venti minuti di cammino, le due videro finalmente la radura aprirsi, e uno spettacolare scenario proporsi ai loro occhi. Il lago era davvero stupendo, con un'acqua molto più limpida di quella del mare a cui Marta era abituata. Tutto intorno, uno stretto ma lungo litorale composto quasi interamente da piccoli sassi bianchi, intervallati qua e là solo da qualche ciuffo d'erba.
Il perimetro del lago non era così ampio, e le due ragazze non ebbero difficoltà a contare le poche persone presenti: appena una ventina, più che altro coppie un po' in là con gli anni o famiglie desiderose, come loro, di concedersi un po' di relax in mezzo alla natura.
Si guardarono in giro, alla ricerca di un posticino tranquillo dove riposarsi dopo la lunga camminata. Alla fine individuarono una piccola collinetta d'erba, un punto abbastanza isolato e non semplicissimo da raggiungere, circondato dagli alberi. Pensarono che lì avrebbero potuto godere di tutta la libertà che volevano, e così dagli zaini estrassero due asciugamani e li distesero a terra.
«Prendiamo un po' di sole, che dici? I nostri uomini apprezzeranno» suggerì Lory, mentre andava già a sciogliere il nodo della camicia per sfilarla. Sotto portava un bel bikini a triangolo di colore rosso, che a stento sembrava contenere il suo decolleté. Marta non poté esimersi dal complimentarsi per il bel costume dell'amica, che sotto - lo vide mentre calava gli shorts fino a terra - presentava un grazioso slip decisamente ridotto, che lasciava in bella mostra i glutei.
Liberatesi anche degli scarponcini e rimaste in costume da bagno, si distesero una di fianco all'altra, appoggiate sui gomiti per poter ammirare ancora un po' il panorama che faceva da sfondo a quell'assolata mattinata.
Poi, di punto in bianco, Lory decise di lanciarsi in una proposta ardita. «È solo un'idea, eh... - si affrettò a precisare - Dimmi che ne pensi». Dopo aver frugato per qualche secondo nel suo zainetto, tirò fuori una bustina di plastica trasparente, all'interno della quale era visibile un piccolo bozzolo bianco. Nella sua ingenuità, Marta ci impiegò qualche secondo a rendersi conto di che cosa fosse realmente.
«Una canna?!» esclamò stupita sorprendendo la sua amica, che guardandosi intorno con furtività la invitò ad abbassare la voce.
«Non l'ho mai fatto» confessò allora Marta, stavolta bisbigliando. Nonostante il tono della voce fosse timoroso, il suo sguardo tradiva una certa curiosità verso quell'oggetto "proibito".
«Io non sono una consumatrice abituale, te lo assicuro - replicò Lory - Al massimo un paio di tiri ai tempi dell'università. Questa però me l'hanno regalata circa un mese fa, e mentre preparavo lo zaino mi è venuta in mente... Ho pensato che poteva essere divertente farlo insieme».
Senza riuscire a nascondere un sorriso, a testimonianza di quanto l'idea la intrigasse, Marta allungò la mano e se la fece passare, rigirandosela poi tra le dita mentre la osservava con curiosità.
«E chi te l'avrebbe regalata?» chiese, senza distogliere lo sguardo.
«Beh... Non credo di averti mai parlato dei vicini che abitano in fondo alla nostra strada».
Marta a quel punto alzò lo sguardo, ancora più stupita. «Facciamo che mi racconti tutto mentre la accendi?» le disse, ripassandole quella sigaretta così particolare. Lory sorrise, e raccogliendo l'accendino dallo zaino non esitò a dare il via all'esperimento.
«In fondo alla strada abita una coppia di mezza età, gente simpatica - continuò - Con loro c'è anche il figlio, un ragazzo a cui un paio di volte ho dato una mano per preparare degli esami».
Dopo aver dato una profonda boccata, soffiò fuori il fumo senza riuscire a trattenere un colpo di tosse, e poi ripassò la canna all'amica.
«Ah, la storia si fa interessante - scherzò Marta, mentre se la sistemava tra le dita e la avvicinava alle labbra - È carino?».
«Ha appena vent'anni...».
Marta la guardò in silenzio, per qualche secondo, come se aspettasse che proseguisse. E poiché non lo faceva, la incalzò: «E allora? Ci sono anche ventenni carini».
Confortata da tutta quella naturalezza, Lory prese coraggio e, facendosi di nuovo passare il mozzicone, raccontò: «Sì, è carino... Alto, ben piazzato. Credo che abbia un po' una cotta per me».
«Non vedo come potrebbe essere altrimenti» commentò maliziosa Marta, facendola arrossire per un secondo.
«Comunque, un mesetto fa mi ha proposto di fumarne una insieme, per farlo concentrare meglio sullo studio. Ovviamente ho detto di no, però ha voluto comunque infilarmi questa qui nella borsa».
«Allora sono onorata che tu abbia voluto condividere questa esperienza con me» osservò Marta, la quale dopo aver dato altre due tirate si distese e chiuse gli occhi, per proteggersi dal sole. «Ora però ho una curiosità che non riesco a trattenere...».
«Spara, dai».
«Potrebbero essere già gli effetti della marijuana a parlare... Ma mi chiedevo se questo ventenne carino ci avesse mai provato con te».
Intenta ad aspirare, Lory non riuscì a trattenere una risata che finì col farle andare la saliva di traverso e provocarle alcuni colpi di tosse, tanto che pure Marta si mise a ridere. Poi, ritrovato il fiato, si distese su un fianco, col gomito piantato a terra e il viso appoggiato sul palmo della mano, rivolta verso l'amica.
«Mi spiace deluderti tesoro, non ci ha mai provato».
«Peccato, sarebbe stato divertente sentirtelo raccontare».
«Al massimo... - riprese Lory, dopo qualche secondo di silenzio - mi sono limitata a godermi i suoi occhi ingenui addosso».
A quel punto Marta scoppiò di nuovo a ridere. «Lo sapevo!» esultò, senza che ce ne fosse davvero motivo.
Nel frattempo aveva richiuso gli occhi. Ora iniziava davvero a sentire gli effetti della cannabis, e provava una sensazione di pace mista ad euforia, come poche altre volte le era capitato.
«Certo che fa caldo, eh?» osservò, iniziando a sudare sotto al sole.
Lory non rispose subito. Da diversi secondi, ormai, il suo sguardo era posato sul corpo dell'amica. Era affascinata da quelle forme sinuose e dalla posa assunta da Marta, che all'improvviso le aveva ricordato l'episodio del terrazzo della mattina precedente.
«Scusa - disse con una risata, ridestandosi - Notavo che ieri con questo bikini giallo abbiamo fatto proprio la scelta migliore, è quello che meglio si adatta al tuo fisico. Sono contenta di avertelo regalato!».
«Ci siamo fatte due regali azzeccati, dai!» replicò, guardandola sorridente e soddisfatta. Anche lei doveva ammettere di provare una certa curiosità, mista ad ammirazione, per la fisicità dell'amica, che mai aveva apprezzato così da vicino. Forse fu proprio quell'atmosfera così complice, che la spinse ad osare un «Posso farti un'altra domanda?».
Lory la guardò negli occhi, stupita che a quel punto ritenesse anche solo necessario chiederlo.
«È una cosa a cui ho pensato ieri sera, vedendo quella foto in lingerie che mi hai mandato... Ecco... tu sei depilata? Lì sotto, intendo».
Ne scaturì una sana e genuina risata. «Tutto qui? Pensavo mi volessi chiedere chissà cosa!».
Marta sorrise, provando a scacciare quel pizzico di imbarazzo che in effetti a quel punto era ormai fuori luogo. Nel frattempo aveva ripreso in mano la canna, che ormai era quasi tutta consumata.
«Comunque sì - riprese Lory - Ogni tanto provo a fare qualche... "acconciatura". Ma poi quando mi metto lì la mattina, un po' per pigrizia, ripiego sempre sul taglio integrale. E tu?».
«Io no» rispose, anche se poi precisò: «Non del tutto, almeno. Ho una striscia verticale sottile».
«Wow, intrigante!» commentò Lory, per la quale quell'informazione rappresentava solo una conferma rispetto a ciò che, seppur da distante, aveva intravisto il giorno precedente dal suo lucernario.
«Tu... - continuò Marta, che ormai si era sciolta completamente - Hai mai preso il sole integrale?».
«È una proposta?» chiese Lory, divertita.
«Ma no! - rise - È una semplice curiosità».
«Beh, qualche anno fa ero in vacanza con un'amica, nelle Marche... Volevamo provarci, e ci siamo tolte la curiosità».
«Wow, è com'è stato?».
«Che dire... C'era poca, pochissima gente in giro. L'imbarazzo tra noi si è sciolto quasi subito. È stata un'esperienza diversa... interessante. Ovviamente non ero ancora sposata, lui non acconsentirebbe mai».
Marta sorrise, affascinata da quella storia.
«Ora però non posso non restituirti la domanda...».
«Integrale, in pubblico... mai. Al massimo sono stata in topless, ma parliamo di una vacanza tra amiche di più di dieci anni fa, ai tempi dell'università».
Pungolata da quelle parole, Lory non riuscì a trattenersi: «Hai detto "in pubblico"? E da sola, allora?».
«Sarò sincera - sussurrò Marta, avvicinandosi come timorosa che qualcuno potesse sentirla - Ieri mattina l'ho fatto, per qualche minuto, in terrazzo... Il costume non l'avevo portato via, dopotutto!».
«E non avevi paura che qualcuno potesse vederti?» la incalzò, tentata di confessarle di averla spiata.
«Forse, non lo so... Magari proprio per quello è stato più divertente». E poi aggiunse, riprendendo le sue stesse parole: «Se avessi sorpreso un ventenne carino come il tuo a guardarmi, al massimo mi sarei goduta i suoi occhi addosso».
In quel momento, le due ragazze non riuscivano a staccare lo sguardo dagli occhi dell'altra. Si fissarono così, senza dire nulla, per qualche secondo. Nella mente di entrambe, anche se non potevano saperlo, risuonavano le note della stessa canzone.
«Qui non potremmo mai farlo» disse infine Lory, spegnendo con un fazzoletto di stoffa quel mozzicone ormai cortissimo. Ridendo e scherzando se l'erano fumata tutta, godendosela pure.
«No, effettivamente no... - concordò Marta - Anche se... magari un topless non sarebbe così scandaloso».
Lory fu sorpresa da quelle parole, e istintivamente si guardò di nuovo attorno, per capire quante persone avrebbero potuto vederle se avessero davvero deciso di farlo.
«Che c'è, ti vergogni?» la incalzò Marta, divertita dalla piega che aveva preso la conversazione.
«Io, vergognarmi? - fu la pronta replica - Ma se ti ho detto di aver provato il naturismo... Non vorrei che fossi tu a vergognarti, piuttosto».
Ormai tra le due era diventato un gioco di provocazioni, e Marta decise di portarlo ad un nuovo livello.
«Allora ti sfido - annunciò - Pari o dispari?».
«"Pari o dispari"? Che vorrebbe dire?».
«Vuol dire che ti sfido... - ribadì - E chi perde deve restare in topless».
Lei stessa aveva difficoltà a credere che quelle parole fossero uscite dalla sua bocca. Ma quella vacanza e il suo rapporto con la vicina che conosceva da appena un paio di giorni avevano preso una direzione del tutto inattesa, e Marta aveva una gran voglia di esplorarla. Era sicura che anche per Lory fosse lo stesso, e ne ebbe la conferma quando l'amica, raccogliendo il pugno, rispose semplicemente: «A me piacciono i numeri dispari».
Con una perfetta sincronia, entrambe batterono per tre volte il pugno sul palmo dell'altra mano, e al terzo colpo aprirono le dita: Lory mostrò pollice, indice e medio, mentre Marta espose solo il proprio indice.
«Forse ti piacciono, ma non sembrano portarti molta fortuna» osservò quest'ultima, trattenendo a stento il sorriso.
Lory si finse rammaricata, ma in realtà anche lei era divertita dalla situazione. E così ci mise appena qualche secondo, per commentare con un «Quel che è giusto è giusto».
Con una lentezza quasi cinematografica, portò le mani dietro alla schiena. E dopo aver armeggiato per qualche secondo con il gancetto del bikini, lo slacciò e fece scivolare giù le spalline, bloccando poi le coppe con le mani. Si guardò in giro un'ultima volta, ma le sembrò che nessuno potesse vederla. Le venne spontaneo chiedersi se, in caso contrario, si sarebbe davvero fermata.
«Voilà, soddisfatta?» disse infine, facendo scivolare il reggiseno lungo le braccia e rimanendo in topless di fronte a lei.
La potenza di quella visione lasciò Marta per qualche secondo senza fiato. Quelle mammelle grandi e tonde, sormontate da due capezzoli rosa che sembravano volerla ipnotizzare... Non era la prima volta che le capitava di vedere un'amica seminuda, ma per qualche motivo quella situazione era diversa, intima... eccitante.
«Che fai?» disse a quel punto Lory, vedendo che anche lei portava le mani dietro la schiena.
«Non voglio rischiare che mi reputi una fifona» fu la sua risposta, appena prima di ripetere lo stesso identico gesto dell'amica e di sfilarsi il bikini, rimanendo solo in perizoma.
«Sei bellissima, lo sai?» osservò Lory con sincerità. Leggermente più piccole delle sue ma comunque di dimensione ragguardevole, le tette di Marta si presentavano con una sensuale rotondità che non sembrava risentire della forza di gravità, e due bottoncini di un rosa più scuro al centro. Lei sorrise, e senza riuscire a trattenere una punta di imbarazzo si accarezzò un seno, quasi come per nasconderlo.
«Non essere timida - la incoraggiò Lory, capendo subito il suo stato d'animo - Hai un seno pazzesco, te lo invidio».
«Non scherzare, non hai proprio nulla da invidiare a nessuno - rispose, togliendo la mano - Sai, in fondo un po' capisco la nostra amica Kimberly... Sono così belle che è difficile resistere alla tentazione di toccarle».
A quel punto, esponendo il petto in avanti, Lory le rispose: «Se sei così curiosa, non mi sottraggo mica...».
A queste parole, Marta non si fece pregare ulteriormente, e allungò la mano fino a posarla sul seno destro, per una carezza gentile. «Davvero splendide... Che misura hai detto che sono?».
«Non credo di averlo detto... Quarta, comunque». Il tocco delle dita sulle sue tette stava iniziando a farla eccitare. Non voleva darlo a vedere, ma tra le gambe iniziava già ad avvertire un senso di umidità.
«Penso che anche tu, più o meno...» aggiunse, portando anche lei una mano sul seno dell'amica per una palpata un po' più coraggiosa.
«Terza» rispose Marta, abbassando lo sguardo su quella mano che le stava sfiorando il capezzolo. Per un attimo chiuse gli occhi, cercando di trattenersi dalla tentazione di accarezzarsi gli slip con l'altra mano. Fu proprio per evitarlo che la portò sull'altro seno di Lory, e qui non poté trattenersi dal soppesarli entrambi.
«Sono così morbide e naturali... - commentò, mentre le sollevava leggermente - Mi sa che anche tuo marito ama giocarci».
«Sono il suo gioco preferito» rispose maliziosa, mentre stringeva un po' le braccia ai lati per farle risaltare ancora di più. Marta la guardò negli occhi e, inebriata dai fumi della marijuana, scoppiò in una risata incontrollata, mentre si gustava il contatto dei polpastrelli di entrambi i pollici della sua amica sui propri capezzoli.
Furono delle grida sguaiate a interrompere all'improvviso quell'atmosfera di complicità. Ci misero qualche secondo, prima di accorgersi di quel gruppetto di adolescenti che correvano proprio sotto al loro piccolo promontorio. Sei boy scout, vestiti con la tipica e inconfondibile divisa: camicia azzurra, fazzoletto annodato al collo, calzoncini corti e cappello. Uno di loro, probabilmente il capo nonostante sembrassero tutti più o meno della stessa età, aveva fatto mettere in fila gli altri e li stava richiamando per quelle urla esagerate.
Le due ragazze li osservavano dall'alto, senza dire una parola. Non parevano affatto essersi accorti della presenza di quelle donne mezze nude, pochi metri sopra di loro.
«Poverini, che spettacolo che si perdono...» scherzò Lory, facendo attenzione a non farsi sentire.
Marta, sentendosi stimolata, le diede corda: «Hai ragione, qualcuno dovrebbe avvertirli delle sventole che ci sono quassù...».
A quel punto Lory sembrò avere un'illuminazione. Di nuovo fece il pugno con la mano, e sorridendo le ripeté: «Pari o dispari?».
«Insisto col pari» rispose prontamente, salvo poi aggiungere: «Cosa ci stiamo giocando?».
«Chi perde li va ad avvisare della nostra presenza. Non vorrei mai che gli prendesse un colpo, vedendoci...».
Marta non batté ciglio, e iniziò ad agitare il pugno sul palmo per il countdown. Stavolta però non fu fortunata: le sue due dita, contrapposte alle tre che Lory aveva mostrato ancora una volta, diedero la vittoria alla sua amica.
«Prego!» disse Lory trionfante, invitandola a pagare pegno.
«Ma così, in topless? - protestò timidamente Marta - A quelli viene un infarto!».
Lory scoppiò a ridere, e non se la sentì proprio di obbligarla. Rimase compiaciuta, tuttavia, nel vedere la soluzione scelta dalla sua vicina. Dopo essersi alzata in piedi, Marta si piegò proprio vicino a lei, fino quasi a metterle le tette in faccia, per raccogliere la camicia che Lory si era tolta poco prima. Poi se la infilò senza rimettere il bikini, e come le aveva visto fare la annodò sotto al seno, ma non troppo stretta. In quel modo la scollatura rimase generosa e provocante, ma nascose quel tanto che bastava per non renderla troppo sconveniente. Poi, ricevuta l'approvazione della sua complice, zompettò verso il bordo della collinetta.
«Yuhuuu» esclamò per richiamare la loro attenzione, con un tono civettuolo che sorprese lei per prima. Quasi contemporaneamente, i sei ragazzi girarono la testa verso l'alto, e quando se la ritrovarono davanti rimasero senza parole. Un paio di loro spalancarono pure la bocca, per la sorpresa. Dal loro punto di osservazione, quella visione doveva essere decisamente affascinante: una sconosciuta in perizoma e dalla scollatura evidentissima stava salutando proprio loro.
«Scusatemi - riprese Marta, dopo qualche secondo passato a farsi ammirare - Sono qui con la mia amica, e prima ci è rotolata giù una bottiglietta d'acqua. Per caso la vedete?».
Una balla inventata sul momento, ma funzionale, perché non solo le aveva dato la scusa buona per rompere il ghiaccio, ma le aveva anche permesso di richiamare la loro attenzione su Lory. Voleva essere sicura che si accorgessero di entrambe.
L'altra, nel frattempo, si era vista costretta ad alzarsi in piedi per rendersi visibile. E tenendo le tette nascoste semplicemente con il braccio, stava agitando l'altra mano per salutarli. Un gesto all'apparenza innocuo, che tuttavia non poté non eccitarla.
Quasi come se si aspettassero di ricevere chissà quale ricompensa, i sei ragazzi iniziarono immediatamente a cercare la bottiglietta d'acqua. Ma, ovviamente, non poterono trovarla.
«Mi spiace signora, non la vediamo da nessuna parte» fu costretto infine ad ammettere il capo.
A quel punto Marta, ringraziando e scusandosi per averli disturbati, li salutò e tornò al proprio posto. Era un po' provata da quel "signora" che l'aveva fatta sentire così vecchia, e non resistette alla tentazione di unire le mani dietro alla schiena, per nascondere almeno in maniera parziale la visione del proprio fondoschiena coperto solo dal minuscolo perizoma.
Quando tornò all'asciugamano, fu accolta dal gigantesco sorriso di Lory, che si era goduta la scena con grande divertimento.
«Spero tu sia contenta» le disse, mentre si toglieva la camicia per poi distendersi nuovamente a terra, stavolta a pancia in giù.
«Sì, sei stata bravissima» commentò imitandola e girandosi anche lei di schiena, per farsi baciare dal sole.
Erano in quella posizione da più o meno cinque minuti, quando Marta ebbe l'impressione che il sole si fosse nascosto. Riaprendo un solo occhio per appurarlo, si rese invece conto che a bloccare i raggi di luce era l'ombra del capo scout, fermo lì in piedi proprio in mezzo a loro.
Non riuscì a trattenere un piccolo gemito di sorpresa, che ridestò anche Lory.
«Scusatemi, non volevo spaventarvi... - si affrettò a giustificarsi il ragazzo - Volevo solo farle sapere che abbiamo trovato l'acqua».
Nel dirle così, allungò la mano porgendole una bottiglietta. Non potendo essere sua, dato che se l'era inventata, Marta capì subito che il bricconcello ne aveva recuperata una e l'aveva usata come scusa per andare da loro. E ora, nel porgergliela, non stava facendo alcuno sforzo per avvicinarsi. Rimaneva lì in piedi, a gustarsi la visione dei loro culi all'aria e delle schiene nude, sperando che lei gli mostrasse qualcosa di più alzandosi per afferrare l'acqua.
«Grazie tesoro, gentilissimo» disse a un certo punto Lory, liberando dall'impaccio la sua amica. Nel sollevare il braccio per prendere la bottiglietta, espose senza alcun apparente imbarazzo il proprio seno al giovane scout. Il quale non riuscì a celare il proprio apprezzamento, che si manifestò in un largo sorriso e due occhi fuori dalle orbite.
«Ti serviva altro?» gli chiese infine, vedendo che rimaneva lì impalato.
«N-no... scusate» bofonchiò, per poi girarsi e finalmente alzare i tacchi. Ma nel momento in cui lo fece, per entrambe fu impossibile non notare l'evidente rigonfiamento all'altezza dei pantaloncini, altra eloquente manifestazione del suo apprezzamento.
«L'abbiamo fatto eccitare» sussurrò divertita Lory, quando si fu allontanato a sufficienza.
«Non solo lui, mi sa» commentò Marta, senza staccare gli occhi da quei cespugli dietro ai quali il ragazzo era scomparso. E quando lei la guardò con aria interrogativa, le spiegò con un filo di voce: «Credo che siano tutti nascosti lì dietro per spiarci».
La situazione le stava veramente mandando su di giri. Pensare che quei ragazzi fossero lì per loro, pronti a rischiare di essere scoperti in una situazione tanto imbarazzante solo per poterle guardare, lusingò moltissimo entrambe. E l'eccitazione vinse sul raziocinio, nel momento in cui si voltarono con incredibile sincronia a pancia in su, per mostrarsi finalmente in topless.
Per un secondo si guardarono, ed ebbero la tentazione di mettersi a ridere. Senza minimamente mettersi d'accordo, nessuna delle due aveva resistito al vanitoso impulso di esporre le proprie tette.
«Così li facciamo morire, però...» sussurrò Lory, che per tutta risposta ottenne un: «Ma morirebbero felici».
Rimasero lì, appoggiate sui gomiti con le tette in bella vista, per un paio di minuti. Senza darlo a vedere, volevano assicurarsi entrambe che la loro impressione fosse giusta.
«Sono lì, ne sono sicura - confermò Marta, sempre sottovoce - Li sento bisbigliare».
«Sì, e poi le foglie si muovono... Dici che si stiano...?».
Nella mente di entrambe, comparve la visione quasi Felliniana di questi sei adolescenti in fila, tutti col pisello di fuori e intenti a masturbarsi... Non poteva essere tanto distante da ciò che stava accadendo in realtà.
«Se lo stanno facendo, almeno diamogli un po' di soddisfazione» commentò allora Marta, mettendosi a sedere per prendere dal proprio zainetto la bottiglietta di crema solare.
«Che hai in mente, mascalzona?» le chiese Lory, vedendola avvicinarsi a lei coperta solo da quel minuscolo pezzo di stoffa.
Senza risponderle, iniziò a versarle la crema sulle gambe, per poi spargergliela per bene con le mani. Con le dita risalì lungo le cosce, accarezzandone la pelle liscia, e si fermò appena prima di arrivare agli slip. Poi ridiscese, stavolta con una pressione maggiore delle mani sulla carne, dandole quasi una strizzata.
«Sei bravissima» disse l'amica, incapace di staccare gli occhi da quelle tette che le dondolavano davanti. Marta si limitò a sorriderle, e poi afferrando nuovamente la crema gliela versò sul petto e sulla pancia. Quando posò le dita sul suo stomaco, Lory le afferrò il polso. Lei si bloccò, temendo di essere andata troppo oltre, ma fu rassicurata quando l'altra la invitò semplicemente a mettersi a cavalcioni sopra di lei, per essere più comoda. Non si fece pregare, la scavalcò con una gamba e poi si sedette dolcemente appoggiando i glutei sulle cosce di Lory, fino al punto che i loro due sessi si sfiorarono.
Poi riprese il massaggio, spalmando per bene la crema sulla pancia, e risalendo fino ai seni, che afferrò con decisione. Lì iniziò una palpata vigorosa, godendosi la sensazione di quelle due tette grandi e soffici tra le proprie dita. Sentiva i capezzoli indurirsi sotto al palmo delle mani, mentre guardandola in viso aveva la conferma di quanto anche l'amica si stesse gustando quel momento.
«Aspetta... - le disse infine Lory, con un filo di voce - Mi voglio divertire anch'io».
Nel dire così, afferrò la bottiglietta di crema solare, se ne versò un po' sulle mani e senza bisogno di cambiare posizione afferrò i seni che Marta lì davanti sembrava quasi offrirle.
Si guardarono negli occhi, e a entrambe scappò una mezza risata. Una sdraiata, l'altra seduta sopra di lei, entrambe in topless e intente a palparsi le tette a vicenda... Un quadro decisamente improbabile, fino solo a qualche ora prima. Poi forse l'effetto della marijuana le aveva liberate delle ultime inibizioni, e la tentazione di "esibirsi" di fronte a quei ragazzi aveva fatto il resto. Avevano messo in piedi un autentico e memorabile show, e certamente l'idea delle mani di quei boy scout impegnate a strofinare i loro giovani cazzi le eccitava a dismisura. Ma in certi momenti, assaporando la sensazione dei rispettivi capezzoli sotto alle dita, entrambe sapevano che lo stavano facendo soprattutto per loro stesse, perché ne avevano una voglia irresistibile.
Così come fu irresistibile quella sorta di attrazione gravitazionale che spinse i loro visi ad avvicinarsi sempre più, fino a sfiorarsi. Marta appoggiò i gomiti a terra. Ormai era sdraiata sopra Lory, le loro tette premute le une sulle altre. Si guardavano negli occhi e ansimavano piano, con le bocche aperte e ormai a contatto.
Quando stavano quasi per unirle, sentirono un evidente grugnito provenire da dietro i cespugli. Istintivamente voltarono entrambe la testa verso quella direzione, giusto in tempo per vedere alcune foglie muoversi e udire quello che sembrava a tutti gli effetti un lungo gemito di piacere.
«Dio mio... Mi sa che...» sussurrò Marta, appoggiando la guancia a quella di Lory. Erano quasi incredule, ma le voci sommesse di rimprovero, udibili da parte degli altri ragazzi lì dietro, diedero loro la certezza di non essersi immaginate nulla. E a quel punto risero, non potendo evitare di provare un istintivo imbarazzo per quel ragazzo che con tutta probabilità aveva appena avuto un orgasmo, di fatto rovinando lo spettacolo agli altri.
Quell'impulsiva follia che le aveva portate ad esibirsi, infatti, stava ora lasciando spazio a una più lucida razionalità. Invitandola ad alzarsi leggermente, Lory fu in grado di guardare in basso e di notare che i loro costumi, uno a contatto con l'altro, erano entrambi bagnati dei loro umori.
«Forse... dovremmo farci un bagno. Per calmarci un po'...» le sussurrò, trovandola immediatamente d'accordo. Era come se quel gemito le avesse ridestate da un sogno.
Si alzarono in piedi e quasi scappando via si avviarono verso il lago, assicurandosi di scegliere un percorso che non le portasse a incrociare i ragazzi. Quando i piedi furono a contatto con i sassolini, ormai a una decina di metri dall'acqua, Marta si rese improvvisamente conto di essere ancora in topless. Quel trambusto di emozioni le aveva così distratte da far passare in secondo piano quel dettaglio.
«Ormai ci siamo, basta essere naturali» suggerì Lory, accelerando il passo. Ora però anche lei si era riscoperta improvvisamente vulnerabile: le sembrava che le sue tette rimbalzassero in maniera scomposta ad ogni passo, si sentiva osservata da mille occhi nonostante il litorale fosse semideserto. E non le aiutò, in effetti, lo sguardo fisso sui loro seni di quell'uomo di mezza età seduto a pochi passi dall'acqua, vicino alla moglie. Anche lei, un donnone un po' sovrappeso con indosso un costume intero, le stava guardando. Nei suoi occhi però videro emozioni ben diverse, e decisamente più bellicose.
Senza dire nulla, accelerarono ulteriormente il passo fino a immergersi, e si assicurarono di andare al largo, così da ritrovare un po' di privacy. La temperatura dell'acqua era fresca e piacevole, entrambe lo vissero come un refrigerio necessario per spegnere l'incendio che avvertivano tra le gambe.
«Lo ammetto - disse Marta, rompendo il silenzio - Non me la immaginavo così, questa giornata».
«Ti assicuro che non era così che l'avevo programmata!» puntualizzò Lory, quasi come per scusarsi. Ma non servivano scuse, perché in fondo nessuna delle due era pentita di ciò che era successo. E nel vedersi ancora seminude nel riflesso di quell'acqua limpidissima, se ne resero ancora più conto.
«Dici che è stata quella canna, a farci uscire un po' di testa?» chiese Marta con un sorriso incerto, agitando le gambe sott'acqua per avvicinarsi alla sua amica.
«Non lo so, può darsi... - replicò Lory, mettendole le braccia intorno al collo quando furono abbastanza vicine - Di certo è stato divertente».
«Sì, divertente... e pure molto eccitante».
Ora i loro corpi erano di nuovo a contatto, e ancora una volta i loro capezzoli finirono per sfiorarsi, appena sotto il livello dell'acqua.
«Sono contenta che tu sia venuta in vacanza qui» le confessò Lory, avvicinandosi fino a darle un affettuoso bacio sulla guancia.
«E io sono contenta di aver trovato te, qui» le rispose ricambiando il bacio, anche se senza volerlo glielo stampò a metà strada tra la guancia e la bocca. Fu questione di un attimo. Si guardarono negli occhi e capirono di non potere più trattenere l'impulso. Le loro labbra si avvicinarono, si sfiorarono per qualche istante, e poi entrarono finalmente a contatto. Un bacio dolce, morbido, che nello spazio di pochi secondi si trasformò in qualcosa di più appassionato. Le labbra si dischiusero quel tanto che bastava per lasciare che le rispettive lingue si intrufolassero curiose nella bocca dell'altra, nelle quali sentivano ancora qualche residuo dell'aroma di tabacco.
Rimasero avvinghiate a baciarsi per quasi un minuto, e poi quando finalmente si staccarono per riprendere fiato, Lory commentò con una risata: «Avevi ragione tu, sembriamo proprio due quindicenni...».
Dieci minuti dopo, le due erano nuovamente sulla loro collinetta, pronte a raccogliere le cose e ad archiviare una mattinata che di emozioni ne aveva regalate già a sufficienza. Per loro però c'era in serbo un'ultima sorpresa.
«Ma... ci hanno rubato i reggiseni!» esclamò Lory, incredula.
Marta si guardò attorno, sollevò gli asciugamani, controllò dentro gli zaini, dove per fortuna c'erano tutte le loro altre cose... E quando alla fine dovette constatare l'amara verità, provò a buttarla sull'ironia sentenziando: «Il destino proprio non vuole che nasconda le tette».
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Nel prossimo episodio:
[...] Il maître, i camerieri, ma anche tutti quegli uomini distinti in doppiopetto che erano seduti ai tavoli... Tutti sembravano essere stati rapiti dalla visione di quelle due dee, non c'era termine più giusto per definirle in quel momento [...]
Quella mattina non c'era molta gente in giro, e lungo il cammino incontrarono ben poche persone. Mentre percorrevano quel tragitto così caratteristico, con alberi altissimi che Marta ammirava con una buona dose di incanto, le due ragazze avevano davvero l'aspetto di due escursioniste provette. A cominciare dagli zainetti infilati in spalla, nei quali avevano inserito un paio di panini per il pranzo e poco altro, fino ad arrivare agli scarponcini da montagna che nonostante il loro aspetto "rustico" entrambe riuscivano a portare con eleganza. Lory aveva completato il proprio look con degli shorts in jeans a vita alta e una camicia di flanella a quadri viola e blu, annodata appena sotto al seno e con le maniche arrotolate. Marta invece era vestita quasi completamente con ciò che aveva acquistato il giorno prima: non solo gli scarponcini e il costume da bagno, ma anche il top arancione e i pantaloncini presi nel primo negozio che avevano visitato. In più, per proteggersi dal sole si era legata in testa una bandana.
Il sentiero per arrivare al lago era piuttosto lungo - cosa che tutto sommato non dispiaceva a nessuna delle due, vista la bellezza dello scenario intorno a loro - e così durante il cammino ebbero modo di chiacchierare, e conoscersi ancora meglio. Inevitabilmente, il discorso non ci mise molto a finire sui loro messaggi della sera precedente, e Marta non poté fare a meno di chiederle come fosse andata col marito, sfogando finalmente quella curiosità che covava fin da quando si erano viste fuori dalla soglia di casa.
«Beh direi... decisamente bene» confessò Lory con un velo di timidezza, di cui pian piano si liberò mentre le raccontava alcuni dettagli piccanti della serata.
«La lingerie gli è piaciuta molto, è stata una novità che ha davvero ravvivato le cose tra noi... - spiegò - Poi a un certo punto mi ha chiesto una cosa che mi ha stupita».
«Ah sì? Sono tutta orecchi!» replicò l'amica con sincero interesse.
«Beh... Noi siamo abituati a farlo in maniera abbastanza canonica, specie da quando ci siamo sposati. Invece ieri sera l'ho visto più fantasioso... Dopo un po' mi ha chiesto di togliere reggiseno e mutandine, ma mi ha fatto tenere calze, reggicalze e tacchi mentre... lo sai, no?».
«Wow, eccitante - commentò sincera Marta - Dev'essere l'aria di questa regione che aumenta la libido, siete decisamente fortunati qui!».
Lory rise, chiedendole il perché di quella affermazione, e così anche l'altra iniziò a confessarsi: «Ti dico la verità... Dopo la nostra cena la prima sera, ho seguito il tuo consiglio... e ho provato il box doccia!».
«Aaah, e cosa aspettavi a raccontarmelo?» la rimproverò.
«Non so, avrei voluto farlo ieri ma avevo paura di sembrarti fuori luogo...».
«Facciamo un patto, okay? D'ora in poi non dobbiamo avere paura di dirci nulla».
Marta annuì, apprezzando la proposta. E poi continuò: «Comunque avevi ragione, è davvero spazioso e adatto per certe cose... Anche a Riccardo è piaciuto molto».
«Oddio, non gli avrai detto che era una mia idea, vero?».
«No, no, tranquilla... Certe cose rimangono segrete fra me e te» le rispose con un sorriso, facendole l'occhiolino.
«Comunque non penso sia l'aria della Valle d'Aosta... perché prima che arrivassi tu le cose erano decisamente più monotone. Secondo me è la vicinanza reciproca, che fa bene a entrambe. Anzi, a tutti e quattro!».
Dopo quasi venti minuti di cammino, le due videro finalmente la radura aprirsi, e uno spettacolare scenario proporsi ai loro occhi. Il lago era davvero stupendo, con un'acqua molto più limpida di quella del mare a cui Marta era abituata. Tutto intorno, uno stretto ma lungo litorale composto quasi interamente da piccoli sassi bianchi, intervallati qua e là solo da qualche ciuffo d'erba.
Il perimetro del lago non era così ampio, e le due ragazze non ebbero difficoltà a contare le poche persone presenti: appena una ventina, più che altro coppie un po' in là con gli anni o famiglie desiderose, come loro, di concedersi un po' di relax in mezzo alla natura.
Si guardarono in giro, alla ricerca di un posticino tranquillo dove riposarsi dopo la lunga camminata. Alla fine individuarono una piccola collinetta d'erba, un punto abbastanza isolato e non semplicissimo da raggiungere, circondato dagli alberi. Pensarono che lì avrebbero potuto godere di tutta la libertà che volevano, e così dagli zaini estrassero due asciugamani e li distesero a terra.
«Prendiamo un po' di sole, che dici? I nostri uomini apprezzeranno» suggerì Lory, mentre andava già a sciogliere il nodo della camicia per sfilarla. Sotto portava un bel bikini a triangolo di colore rosso, che a stento sembrava contenere il suo decolleté. Marta non poté esimersi dal complimentarsi per il bel costume dell'amica, che sotto - lo vide mentre calava gli shorts fino a terra - presentava un grazioso slip decisamente ridotto, che lasciava in bella mostra i glutei.
Liberatesi anche degli scarponcini e rimaste in costume da bagno, si distesero una di fianco all'altra, appoggiate sui gomiti per poter ammirare ancora un po' il panorama che faceva da sfondo a quell'assolata mattinata.
Poi, di punto in bianco, Lory decise di lanciarsi in una proposta ardita. «È solo un'idea, eh... - si affrettò a precisare - Dimmi che ne pensi». Dopo aver frugato per qualche secondo nel suo zainetto, tirò fuori una bustina di plastica trasparente, all'interno della quale era visibile un piccolo bozzolo bianco. Nella sua ingenuità, Marta ci impiegò qualche secondo a rendersi conto di che cosa fosse realmente.
«Una canna?!» esclamò stupita sorprendendo la sua amica, che guardandosi intorno con furtività la invitò ad abbassare la voce.
«Non l'ho mai fatto» confessò allora Marta, stavolta bisbigliando. Nonostante il tono della voce fosse timoroso, il suo sguardo tradiva una certa curiosità verso quell'oggetto "proibito".
«Io non sono una consumatrice abituale, te lo assicuro - replicò Lory - Al massimo un paio di tiri ai tempi dell'università. Questa però me l'hanno regalata circa un mese fa, e mentre preparavo lo zaino mi è venuta in mente... Ho pensato che poteva essere divertente farlo insieme».
Senza riuscire a nascondere un sorriso, a testimonianza di quanto l'idea la intrigasse, Marta allungò la mano e se la fece passare, rigirandosela poi tra le dita mentre la osservava con curiosità.
«E chi te l'avrebbe regalata?» chiese, senza distogliere lo sguardo.
«Beh... Non credo di averti mai parlato dei vicini che abitano in fondo alla nostra strada».
Marta a quel punto alzò lo sguardo, ancora più stupita. «Facciamo che mi racconti tutto mentre la accendi?» le disse, ripassandole quella sigaretta così particolare. Lory sorrise, e raccogliendo l'accendino dallo zaino non esitò a dare il via all'esperimento.
«In fondo alla strada abita una coppia di mezza età, gente simpatica - continuò - Con loro c'è anche il figlio, un ragazzo a cui un paio di volte ho dato una mano per preparare degli esami».
Dopo aver dato una profonda boccata, soffiò fuori il fumo senza riuscire a trattenere un colpo di tosse, e poi ripassò la canna all'amica.
«Ah, la storia si fa interessante - scherzò Marta, mentre se la sistemava tra le dita e la avvicinava alle labbra - È carino?».
«Ha appena vent'anni...».
Marta la guardò in silenzio, per qualche secondo, come se aspettasse che proseguisse. E poiché non lo faceva, la incalzò: «E allora? Ci sono anche ventenni carini».
Confortata da tutta quella naturalezza, Lory prese coraggio e, facendosi di nuovo passare il mozzicone, raccontò: «Sì, è carino... Alto, ben piazzato. Credo che abbia un po' una cotta per me».
«Non vedo come potrebbe essere altrimenti» commentò maliziosa Marta, facendola arrossire per un secondo.
«Comunque, un mesetto fa mi ha proposto di fumarne una insieme, per farlo concentrare meglio sullo studio. Ovviamente ho detto di no, però ha voluto comunque infilarmi questa qui nella borsa».
«Allora sono onorata che tu abbia voluto condividere questa esperienza con me» osservò Marta, la quale dopo aver dato altre due tirate si distese e chiuse gli occhi, per proteggersi dal sole. «Ora però ho una curiosità che non riesco a trattenere...».
«Spara, dai».
«Potrebbero essere già gli effetti della marijuana a parlare... Ma mi chiedevo se questo ventenne carino ci avesse mai provato con te».
Intenta ad aspirare, Lory non riuscì a trattenere una risata che finì col farle andare la saliva di traverso e provocarle alcuni colpi di tosse, tanto che pure Marta si mise a ridere. Poi, ritrovato il fiato, si distese su un fianco, col gomito piantato a terra e il viso appoggiato sul palmo della mano, rivolta verso l'amica.
«Mi spiace deluderti tesoro, non ci ha mai provato».
«Peccato, sarebbe stato divertente sentirtelo raccontare».
«Al massimo... - riprese Lory, dopo qualche secondo di silenzio - mi sono limitata a godermi i suoi occhi ingenui addosso».
A quel punto Marta scoppiò di nuovo a ridere. «Lo sapevo!» esultò, senza che ce ne fosse davvero motivo.
Nel frattempo aveva richiuso gli occhi. Ora iniziava davvero a sentire gli effetti della cannabis, e provava una sensazione di pace mista ad euforia, come poche altre volte le era capitato.
«Certo che fa caldo, eh?» osservò, iniziando a sudare sotto al sole.
Lory non rispose subito. Da diversi secondi, ormai, il suo sguardo era posato sul corpo dell'amica. Era affascinata da quelle forme sinuose e dalla posa assunta da Marta, che all'improvviso le aveva ricordato l'episodio del terrazzo della mattina precedente.
«Scusa - disse con una risata, ridestandosi - Notavo che ieri con questo bikini giallo abbiamo fatto proprio la scelta migliore, è quello che meglio si adatta al tuo fisico. Sono contenta di avertelo regalato!».
«Ci siamo fatte due regali azzeccati, dai!» replicò, guardandola sorridente e soddisfatta. Anche lei doveva ammettere di provare una certa curiosità, mista ad ammirazione, per la fisicità dell'amica, che mai aveva apprezzato così da vicino. Forse fu proprio quell'atmosfera così complice, che la spinse ad osare un «Posso farti un'altra domanda?».
Lory la guardò negli occhi, stupita che a quel punto ritenesse anche solo necessario chiederlo.
«È una cosa a cui ho pensato ieri sera, vedendo quella foto in lingerie che mi hai mandato... Ecco... tu sei depilata? Lì sotto, intendo».
Ne scaturì una sana e genuina risata. «Tutto qui? Pensavo mi volessi chiedere chissà cosa!».
Marta sorrise, provando a scacciare quel pizzico di imbarazzo che in effetti a quel punto era ormai fuori luogo. Nel frattempo aveva ripreso in mano la canna, che ormai era quasi tutta consumata.
«Comunque sì - riprese Lory - Ogni tanto provo a fare qualche... "acconciatura". Ma poi quando mi metto lì la mattina, un po' per pigrizia, ripiego sempre sul taglio integrale. E tu?».
«Io no» rispose, anche se poi precisò: «Non del tutto, almeno. Ho una striscia verticale sottile».
«Wow, intrigante!» commentò Lory, per la quale quell'informazione rappresentava solo una conferma rispetto a ciò che, seppur da distante, aveva intravisto il giorno precedente dal suo lucernario.
«Tu... - continuò Marta, che ormai si era sciolta completamente - Hai mai preso il sole integrale?».
«È una proposta?» chiese Lory, divertita.
«Ma no! - rise - È una semplice curiosità».
«Beh, qualche anno fa ero in vacanza con un'amica, nelle Marche... Volevamo provarci, e ci siamo tolte la curiosità».
«Wow, è com'è stato?».
«Che dire... C'era poca, pochissima gente in giro. L'imbarazzo tra noi si è sciolto quasi subito. È stata un'esperienza diversa... interessante. Ovviamente non ero ancora sposata, lui non acconsentirebbe mai».
Marta sorrise, affascinata da quella storia.
«Ora però non posso non restituirti la domanda...».
«Integrale, in pubblico... mai. Al massimo sono stata in topless, ma parliamo di una vacanza tra amiche di più di dieci anni fa, ai tempi dell'università».
Pungolata da quelle parole, Lory non riuscì a trattenersi: «Hai detto "in pubblico"? E da sola, allora?».
«Sarò sincera - sussurrò Marta, avvicinandosi come timorosa che qualcuno potesse sentirla - Ieri mattina l'ho fatto, per qualche minuto, in terrazzo... Il costume non l'avevo portato via, dopotutto!».
«E non avevi paura che qualcuno potesse vederti?» la incalzò, tentata di confessarle di averla spiata.
«Forse, non lo so... Magari proprio per quello è stato più divertente». E poi aggiunse, riprendendo le sue stesse parole: «Se avessi sorpreso un ventenne carino come il tuo a guardarmi, al massimo mi sarei goduta i suoi occhi addosso».
In quel momento, le due ragazze non riuscivano a staccare lo sguardo dagli occhi dell'altra. Si fissarono così, senza dire nulla, per qualche secondo. Nella mente di entrambe, anche se non potevano saperlo, risuonavano le note della stessa canzone.
«Qui non potremmo mai farlo» disse infine Lory, spegnendo con un fazzoletto di stoffa quel mozzicone ormai cortissimo. Ridendo e scherzando se l'erano fumata tutta, godendosela pure.
«No, effettivamente no... - concordò Marta - Anche se... magari un topless non sarebbe così scandaloso».
Lory fu sorpresa da quelle parole, e istintivamente si guardò di nuovo attorno, per capire quante persone avrebbero potuto vederle se avessero davvero deciso di farlo.
«Che c'è, ti vergogni?» la incalzò Marta, divertita dalla piega che aveva preso la conversazione.
«Io, vergognarmi? - fu la pronta replica - Ma se ti ho detto di aver provato il naturismo... Non vorrei che fossi tu a vergognarti, piuttosto».
Ormai tra le due era diventato un gioco di provocazioni, e Marta decise di portarlo ad un nuovo livello.
«Allora ti sfido - annunciò - Pari o dispari?».
«"Pari o dispari"? Che vorrebbe dire?».
«Vuol dire che ti sfido... - ribadì - E chi perde deve restare in topless».
Lei stessa aveva difficoltà a credere che quelle parole fossero uscite dalla sua bocca. Ma quella vacanza e il suo rapporto con la vicina che conosceva da appena un paio di giorni avevano preso una direzione del tutto inattesa, e Marta aveva una gran voglia di esplorarla. Era sicura che anche per Lory fosse lo stesso, e ne ebbe la conferma quando l'amica, raccogliendo il pugno, rispose semplicemente: «A me piacciono i numeri dispari».
Con una perfetta sincronia, entrambe batterono per tre volte il pugno sul palmo dell'altra mano, e al terzo colpo aprirono le dita: Lory mostrò pollice, indice e medio, mentre Marta espose solo il proprio indice.
«Forse ti piacciono, ma non sembrano portarti molta fortuna» osservò quest'ultima, trattenendo a stento il sorriso.
Lory si finse rammaricata, ma in realtà anche lei era divertita dalla situazione. E così ci mise appena qualche secondo, per commentare con un «Quel che è giusto è giusto».
Con una lentezza quasi cinematografica, portò le mani dietro alla schiena. E dopo aver armeggiato per qualche secondo con il gancetto del bikini, lo slacciò e fece scivolare giù le spalline, bloccando poi le coppe con le mani. Si guardò in giro un'ultima volta, ma le sembrò che nessuno potesse vederla. Le venne spontaneo chiedersi se, in caso contrario, si sarebbe davvero fermata.
«Voilà, soddisfatta?» disse infine, facendo scivolare il reggiseno lungo le braccia e rimanendo in topless di fronte a lei.
La potenza di quella visione lasciò Marta per qualche secondo senza fiato. Quelle mammelle grandi e tonde, sormontate da due capezzoli rosa che sembravano volerla ipnotizzare... Non era la prima volta che le capitava di vedere un'amica seminuda, ma per qualche motivo quella situazione era diversa, intima... eccitante.
«Che fai?» disse a quel punto Lory, vedendo che anche lei portava le mani dietro la schiena.
«Non voglio rischiare che mi reputi una fifona» fu la sua risposta, appena prima di ripetere lo stesso identico gesto dell'amica e di sfilarsi il bikini, rimanendo solo in perizoma.
«Sei bellissima, lo sai?» osservò Lory con sincerità. Leggermente più piccole delle sue ma comunque di dimensione ragguardevole, le tette di Marta si presentavano con una sensuale rotondità che non sembrava risentire della forza di gravità, e due bottoncini di un rosa più scuro al centro. Lei sorrise, e senza riuscire a trattenere una punta di imbarazzo si accarezzò un seno, quasi come per nasconderlo.
«Non essere timida - la incoraggiò Lory, capendo subito il suo stato d'animo - Hai un seno pazzesco, te lo invidio».
«Non scherzare, non hai proprio nulla da invidiare a nessuno - rispose, togliendo la mano - Sai, in fondo un po' capisco la nostra amica Kimberly... Sono così belle che è difficile resistere alla tentazione di toccarle».
A quel punto, esponendo il petto in avanti, Lory le rispose: «Se sei così curiosa, non mi sottraggo mica...».
A queste parole, Marta non si fece pregare ulteriormente, e allungò la mano fino a posarla sul seno destro, per una carezza gentile. «Davvero splendide... Che misura hai detto che sono?».
«Non credo di averlo detto... Quarta, comunque». Il tocco delle dita sulle sue tette stava iniziando a farla eccitare. Non voleva darlo a vedere, ma tra le gambe iniziava già ad avvertire un senso di umidità.
«Penso che anche tu, più o meno...» aggiunse, portando anche lei una mano sul seno dell'amica per una palpata un po' più coraggiosa.
«Terza» rispose Marta, abbassando lo sguardo su quella mano che le stava sfiorando il capezzolo. Per un attimo chiuse gli occhi, cercando di trattenersi dalla tentazione di accarezzarsi gli slip con l'altra mano. Fu proprio per evitarlo che la portò sull'altro seno di Lory, e qui non poté trattenersi dal soppesarli entrambi.
«Sono così morbide e naturali... - commentò, mentre le sollevava leggermente - Mi sa che anche tuo marito ama giocarci».
«Sono il suo gioco preferito» rispose maliziosa, mentre stringeva un po' le braccia ai lati per farle risaltare ancora di più. Marta la guardò negli occhi e, inebriata dai fumi della marijuana, scoppiò in una risata incontrollata, mentre si gustava il contatto dei polpastrelli di entrambi i pollici della sua amica sui propri capezzoli.
Furono delle grida sguaiate a interrompere all'improvviso quell'atmosfera di complicità. Ci misero qualche secondo, prima di accorgersi di quel gruppetto di adolescenti che correvano proprio sotto al loro piccolo promontorio. Sei boy scout, vestiti con la tipica e inconfondibile divisa: camicia azzurra, fazzoletto annodato al collo, calzoncini corti e cappello. Uno di loro, probabilmente il capo nonostante sembrassero tutti più o meno della stessa età, aveva fatto mettere in fila gli altri e li stava richiamando per quelle urla esagerate.
Le due ragazze li osservavano dall'alto, senza dire una parola. Non parevano affatto essersi accorti della presenza di quelle donne mezze nude, pochi metri sopra di loro.
«Poverini, che spettacolo che si perdono...» scherzò Lory, facendo attenzione a non farsi sentire.
Marta, sentendosi stimolata, le diede corda: «Hai ragione, qualcuno dovrebbe avvertirli delle sventole che ci sono quassù...».
A quel punto Lory sembrò avere un'illuminazione. Di nuovo fece il pugno con la mano, e sorridendo le ripeté: «Pari o dispari?».
«Insisto col pari» rispose prontamente, salvo poi aggiungere: «Cosa ci stiamo giocando?».
«Chi perde li va ad avvisare della nostra presenza. Non vorrei mai che gli prendesse un colpo, vedendoci...».
Marta non batté ciglio, e iniziò ad agitare il pugno sul palmo per il countdown. Stavolta però non fu fortunata: le sue due dita, contrapposte alle tre che Lory aveva mostrato ancora una volta, diedero la vittoria alla sua amica.
«Prego!» disse Lory trionfante, invitandola a pagare pegno.
«Ma così, in topless? - protestò timidamente Marta - A quelli viene un infarto!».
Lory scoppiò a ridere, e non se la sentì proprio di obbligarla. Rimase compiaciuta, tuttavia, nel vedere la soluzione scelta dalla sua vicina. Dopo essersi alzata in piedi, Marta si piegò proprio vicino a lei, fino quasi a metterle le tette in faccia, per raccogliere la camicia che Lory si era tolta poco prima. Poi se la infilò senza rimettere il bikini, e come le aveva visto fare la annodò sotto al seno, ma non troppo stretta. In quel modo la scollatura rimase generosa e provocante, ma nascose quel tanto che bastava per non renderla troppo sconveniente. Poi, ricevuta l'approvazione della sua complice, zompettò verso il bordo della collinetta.
«Yuhuuu» esclamò per richiamare la loro attenzione, con un tono civettuolo che sorprese lei per prima. Quasi contemporaneamente, i sei ragazzi girarono la testa verso l'alto, e quando se la ritrovarono davanti rimasero senza parole. Un paio di loro spalancarono pure la bocca, per la sorpresa. Dal loro punto di osservazione, quella visione doveva essere decisamente affascinante: una sconosciuta in perizoma e dalla scollatura evidentissima stava salutando proprio loro.
«Scusatemi - riprese Marta, dopo qualche secondo passato a farsi ammirare - Sono qui con la mia amica, e prima ci è rotolata giù una bottiglietta d'acqua. Per caso la vedete?».
Una balla inventata sul momento, ma funzionale, perché non solo le aveva dato la scusa buona per rompere il ghiaccio, ma le aveva anche permesso di richiamare la loro attenzione su Lory. Voleva essere sicura che si accorgessero di entrambe.
L'altra, nel frattempo, si era vista costretta ad alzarsi in piedi per rendersi visibile. E tenendo le tette nascoste semplicemente con il braccio, stava agitando l'altra mano per salutarli. Un gesto all'apparenza innocuo, che tuttavia non poté non eccitarla.
Quasi come se si aspettassero di ricevere chissà quale ricompensa, i sei ragazzi iniziarono immediatamente a cercare la bottiglietta d'acqua. Ma, ovviamente, non poterono trovarla.
«Mi spiace signora, non la vediamo da nessuna parte» fu costretto infine ad ammettere il capo.
A quel punto Marta, ringraziando e scusandosi per averli disturbati, li salutò e tornò al proprio posto. Era un po' provata da quel "signora" che l'aveva fatta sentire così vecchia, e non resistette alla tentazione di unire le mani dietro alla schiena, per nascondere almeno in maniera parziale la visione del proprio fondoschiena coperto solo dal minuscolo perizoma.
Quando tornò all'asciugamano, fu accolta dal gigantesco sorriso di Lory, che si era goduta la scena con grande divertimento.
«Spero tu sia contenta» le disse, mentre si toglieva la camicia per poi distendersi nuovamente a terra, stavolta a pancia in giù.
«Sì, sei stata bravissima» commentò imitandola e girandosi anche lei di schiena, per farsi baciare dal sole.
Erano in quella posizione da più o meno cinque minuti, quando Marta ebbe l'impressione che il sole si fosse nascosto. Riaprendo un solo occhio per appurarlo, si rese invece conto che a bloccare i raggi di luce era l'ombra del capo scout, fermo lì in piedi proprio in mezzo a loro.
Non riuscì a trattenere un piccolo gemito di sorpresa, che ridestò anche Lory.
«Scusatemi, non volevo spaventarvi... - si affrettò a giustificarsi il ragazzo - Volevo solo farle sapere che abbiamo trovato l'acqua».
Nel dirle così, allungò la mano porgendole una bottiglietta. Non potendo essere sua, dato che se l'era inventata, Marta capì subito che il bricconcello ne aveva recuperata una e l'aveva usata come scusa per andare da loro. E ora, nel porgergliela, non stava facendo alcuno sforzo per avvicinarsi. Rimaneva lì in piedi, a gustarsi la visione dei loro culi all'aria e delle schiene nude, sperando che lei gli mostrasse qualcosa di più alzandosi per afferrare l'acqua.
«Grazie tesoro, gentilissimo» disse a un certo punto Lory, liberando dall'impaccio la sua amica. Nel sollevare il braccio per prendere la bottiglietta, espose senza alcun apparente imbarazzo il proprio seno al giovane scout. Il quale non riuscì a celare il proprio apprezzamento, che si manifestò in un largo sorriso e due occhi fuori dalle orbite.
«Ti serviva altro?» gli chiese infine, vedendo che rimaneva lì impalato.
«N-no... scusate» bofonchiò, per poi girarsi e finalmente alzare i tacchi. Ma nel momento in cui lo fece, per entrambe fu impossibile non notare l'evidente rigonfiamento all'altezza dei pantaloncini, altra eloquente manifestazione del suo apprezzamento.
«L'abbiamo fatto eccitare» sussurrò divertita Lory, quando si fu allontanato a sufficienza.
«Non solo lui, mi sa» commentò Marta, senza staccare gli occhi da quei cespugli dietro ai quali il ragazzo era scomparso. E quando lei la guardò con aria interrogativa, le spiegò con un filo di voce: «Credo che siano tutti nascosti lì dietro per spiarci».
La situazione le stava veramente mandando su di giri. Pensare che quei ragazzi fossero lì per loro, pronti a rischiare di essere scoperti in una situazione tanto imbarazzante solo per poterle guardare, lusingò moltissimo entrambe. E l'eccitazione vinse sul raziocinio, nel momento in cui si voltarono con incredibile sincronia a pancia in su, per mostrarsi finalmente in topless.
Per un secondo si guardarono, ed ebbero la tentazione di mettersi a ridere. Senza minimamente mettersi d'accordo, nessuna delle due aveva resistito al vanitoso impulso di esporre le proprie tette.
«Così li facciamo morire, però...» sussurrò Lory, che per tutta risposta ottenne un: «Ma morirebbero felici».
Rimasero lì, appoggiate sui gomiti con le tette in bella vista, per un paio di minuti. Senza darlo a vedere, volevano assicurarsi entrambe che la loro impressione fosse giusta.
«Sono lì, ne sono sicura - confermò Marta, sempre sottovoce - Li sento bisbigliare».
«Sì, e poi le foglie si muovono... Dici che si stiano...?».
Nella mente di entrambe, comparve la visione quasi Felliniana di questi sei adolescenti in fila, tutti col pisello di fuori e intenti a masturbarsi... Non poteva essere tanto distante da ciò che stava accadendo in realtà.
«Se lo stanno facendo, almeno diamogli un po' di soddisfazione» commentò allora Marta, mettendosi a sedere per prendere dal proprio zainetto la bottiglietta di crema solare.
«Che hai in mente, mascalzona?» le chiese Lory, vedendola avvicinarsi a lei coperta solo da quel minuscolo pezzo di stoffa.
Senza risponderle, iniziò a versarle la crema sulle gambe, per poi spargergliela per bene con le mani. Con le dita risalì lungo le cosce, accarezzandone la pelle liscia, e si fermò appena prima di arrivare agli slip. Poi ridiscese, stavolta con una pressione maggiore delle mani sulla carne, dandole quasi una strizzata.
«Sei bravissima» disse l'amica, incapace di staccare gli occhi da quelle tette che le dondolavano davanti. Marta si limitò a sorriderle, e poi afferrando nuovamente la crema gliela versò sul petto e sulla pancia. Quando posò le dita sul suo stomaco, Lory le afferrò il polso. Lei si bloccò, temendo di essere andata troppo oltre, ma fu rassicurata quando l'altra la invitò semplicemente a mettersi a cavalcioni sopra di lei, per essere più comoda. Non si fece pregare, la scavalcò con una gamba e poi si sedette dolcemente appoggiando i glutei sulle cosce di Lory, fino al punto che i loro due sessi si sfiorarono.
Poi riprese il massaggio, spalmando per bene la crema sulla pancia, e risalendo fino ai seni, che afferrò con decisione. Lì iniziò una palpata vigorosa, godendosi la sensazione di quelle due tette grandi e soffici tra le proprie dita. Sentiva i capezzoli indurirsi sotto al palmo delle mani, mentre guardandola in viso aveva la conferma di quanto anche l'amica si stesse gustando quel momento.
«Aspetta... - le disse infine Lory, con un filo di voce - Mi voglio divertire anch'io».
Nel dire così, afferrò la bottiglietta di crema solare, se ne versò un po' sulle mani e senza bisogno di cambiare posizione afferrò i seni che Marta lì davanti sembrava quasi offrirle.
Si guardarono negli occhi, e a entrambe scappò una mezza risata. Una sdraiata, l'altra seduta sopra di lei, entrambe in topless e intente a palparsi le tette a vicenda... Un quadro decisamente improbabile, fino solo a qualche ora prima. Poi forse l'effetto della marijuana le aveva liberate delle ultime inibizioni, e la tentazione di "esibirsi" di fronte a quei ragazzi aveva fatto il resto. Avevano messo in piedi un autentico e memorabile show, e certamente l'idea delle mani di quei boy scout impegnate a strofinare i loro giovani cazzi le eccitava a dismisura. Ma in certi momenti, assaporando la sensazione dei rispettivi capezzoli sotto alle dita, entrambe sapevano che lo stavano facendo soprattutto per loro stesse, perché ne avevano una voglia irresistibile.
Così come fu irresistibile quella sorta di attrazione gravitazionale che spinse i loro visi ad avvicinarsi sempre più, fino a sfiorarsi. Marta appoggiò i gomiti a terra. Ormai era sdraiata sopra Lory, le loro tette premute le une sulle altre. Si guardavano negli occhi e ansimavano piano, con le bocche aperte e ormai a contatto.
Quando stavano quasi per unirle, sentirono un evidente grugnito provenire da dietro i cespugli. Istintivamente voltarono entrambe la testa verso quella direzione, giusto in tempo per vedere alcune foglie muoversi e udire quello che sembrava a tutti gli effetti un lungo gemito di piacere.
«Dio mio... Mi sa che...» sussurrò Marta, appoggiando la guancia a quella di Lory. Erano quasi incredule, ma le voci sommesse di rimprovero, udibili da parte degli altri ragazzi lì dietro, diedero loro la certezza di non essersi immaginate nulla. E a quel punto risero, non potendo evitare di provare un istintivo imbarazzo per quel ragazzo che con tutta probabilità aveva appena avuto un orgasmo, di fatto rovinando lo spettacolo agli altri.
Quell'impulsiva follia che le aveva portate ad esibirsi, infatti, stava ora lasciando spazio a una più lucida razionalità. Invitandola ad alzarsi leggermente, Lory fu in grado di guardare in basso e di notare che i loro costumi, uno a contatto con l'altro, erano entrambi bagnati dei loro umori.
«Forse... dovremmo farci un bagno. Per calmarci un po'...» le sussurrò, trovandola immediatamente d'accordo. Era come se quel gemito le avesse ridestate da un sogno.
Si alzarono in piedi e quasi scappando via si avviarono verso il lago, assicurandosi di scegliere un percorso che non le portasse a incrociare i ragazzi. Quando i piedi furono a contatto con i sassolini, ormai a una decina di metri dall'acqua, Marta si rese improvvisamente conto di essere ancora in topless. Quel trambusto di emozioni le aveva così distratte da far passare in secondo piano quel dettaglio.
«Ormai ci siamo, basta essere naturali» suggerì Lory, accelerando il passo. Ora però anche lei si era riscoperta improvvisamente vulnerabile: le sembrava che le sue tette rimbalzassero in maniera scomposta ad ogni passo, si sentiva osservata da mille occhi nonostante il litorale fosse semideserto. E non le aiutò, in effetti, lo sguardo fisso sui loro seni di quell'uomo di mezza età seduto a pochi passi dall'acqua, vicino alla moglie. Anche lei, un donnone un po' sovrappeso con indosso un costume intero, le stava guardando. Nei suoi occhi però videro emozioni ben diverse, e decisamente più bellicose.
Senza dire nulla, accelerarono ulteriormente il passo fino a immergersi, e si assicurarono di andare al largo, così da ritrovare un po' di privacy. La temperatura dell'acqua era fresca e piacevole, entrambe lo vissero come un refrigerio necessario per spegnere l'incendio che avvertivano tra le gambe.
«Lo ammetto - disse Marta, rompendo il silenzio - Non me la immaginavo così, questa giornata».
«Ti assicuro che non era così che l'avevo programmata!» puntualizzò Lory, quasi come per scusarsi. Ma non servivano scuse, perché in fondo nessuna delle due era pentita di ciò che era successo. E nel vedersi ancora seminude nel riflesso di quell'acqua limpidissima, se ne resero ancora più conto.
«Dici che è stata quella canna, a farci uscire un po' di testa?» chiese Marta con un sorriso incerto, agitando le gambe sott'acqua per avvicinarsi alla sua amica.
«Non lo so, può darsi... - replicò Lory, mettendole le braccia intorno al collo quando furono abbastanza vicine - Di certo è stato divertente».
«Sì, divertente... e pure molto eccitante».
Ora i loro corpi erano di nuovo a contatto, e ancora una volta i loro capezzoli finirono per sfiorarsi, appena sotto il livello dell'acqua.
«Sono contenta che tu sia venuta in vacanza qui» le confessò Lory, avvicinandosi fino a darle un affettuoso bacio sulla guancia.
«E io sono contenta di aver trovato te, qui» le rispose ricambiando il bacio, anche se senza volerlo glielo stampò a metà strada tra la guancia e la bocca. Fu questione di un attimo. Si guardarono negli occhi e capirono di non potere più trattenere l'impulso. Le loro labbra si avvicinarono, si sfiorarono per qualche istante, e poi entrarono finalmente a contatto. Un bacio dolce, morbido, che nello spazio di pochi secondi si trasformò in qualcosa di più appassionato. Le labbra si dischiusero quel tanto che bastava per lasciare che le rispettive lingue si intrufolassero curiose nella bocca dell'altra, nelle quali sentivano ancora qualche residuo dell'aroma di tabacco.
Rimasero avvinghiate a baciarsi per quasi un minuto, e poi quando finalmente si staccarono per riprendere fiato, Lory commentò con una risata: «Avevi ragione tu, sembriamo proprio due quindicenni...».
Dieci minuti dopo, le due erano nuovamente sulla loro collinetta, pronte a raccogliere le cose e ad archiviare una mattinata che di emozioni ne aveva regalate già a sufficienza. Per loro però c'era in serbo un'ultima sorpresa.
«Ma... ci hanno rubato i reggiseni!» esclamò Lory, incredula.
Marta si guardò attorno, sollevò gli asciugamani, controllò dentro gli zaini, dove per fortuna c'erano tutte le loro altre cose... E quando alla fine dovette constatare l'amara verità, provò a buttarla sull'ironia sentenziando: «Il destino proprio non vuole che nasconda le tette».
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Nel prossimo episodio:
[...] Il maître, i camerieri, ma anche tutti quegli uomini distinti in doppiopetto che erano seduti ai tavoli... Tutti sembravano essere stati rapiti dalla visione di quelle due dee, non c'era termine più giusto per definirle in quel momento [...]
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