Sara, la Webcam Girl 10 - Epilogo
di
LovelySara
genere
incesti
Mezz'ora dopo, il video era stato scaricato da una sola persona. Avevano deciso di comune accordo di impostare 100 token come prezzo per il download, e dunque almeno altre nove avrebbero dovuto scaricarlo. Alberto, che nel frattempo si era rimesso anche i pantaloni ma era rimasto a petto nudo, senza incontrare proteste da parte della zia, iniziava a innervosirsi. Era convinto che arrivare a mille token sarebbe stato molto più semplice, e ora le sue speranze cominciavano quasi a vacillare.
D'altro canto anche Sara era piuttosto delusa, o perlomeno lo era il suo orgoglio. Però non voleva farlo vedere al nipote, altrimenti avrebbe reso fin troppo chiaro il fatto che anche lei aveva voglia di fare un nuovo video.
Durante quella mezz'ora lei aveva ingannato l'attesa andandosi a fare una doccia, per rinfrescarsi. Sotto il getto dell'acqua non aveva resistito alla tentazione di toccarsi un po', ripensando alla mazza che si ritrovava il nipote fra le gambe, anche se non era andata fino in fondo con la masturbazione. Si era resa conto solo quando era già entrata nel box di averlo lasciato solo nella sua stanza, libero di frugare magari tra i cassetti e di eccitarsi alla vista di reggiseni, perizomi e anche qualche oggettino particolare. Tornata in camera, però, lo aveva trovato seduto composto alla scrivania, intento a fissare quel contatore che non si sbrigava a salire.
«Se rimani lì a guardare la pentola, l'acqua non bollirà mai» gli disse con una metafora, avvicinandosi a lui. Indossava ancora lo stesso accappatoio di poco prima, e Alberto aveva motivo di pensare che sotto non portasse nulla. O almeno lo suggeriva la leggera scollatura, di cui forse lei non si era neppure accorta.
«Ho capito qual è il problema - sentenziò lui - La gente non lo scarica perché non sa che c'è».
«E quindi?».
«E quindi... devi andare online».
Il ragionamento non faceva una grinza. Lo sapeva anche lei, se avesse avviato una sessione e avesse detto agli utenti del video in vendita, avrebbe potuto raggiungere l'obiettivo molto più velocemente. La sua unica titubanza era dovuta al fatto che fino ad allora non si era mai "esibita" alla presenza di qualcun altro. Lei era sempre stata l'unica persona nella stanza, quando faceva gli spettacoli in cam. Ma dopo quanto successo poco prima, aveva ancora senso farsi di questi problemi?
"In fondo non devo fare tutto lo spettacolo" pensò, "basterà che dica del video, non dovrò neanche spogliarmi".
Tutti questi ragionamenti rimasero solo nella sua testa, Alberto la sentì semplicemente dire «E va bene, hai ragione», e si ritrovò ad esultare come un calciatore che aveva appena segnato un gol.
«Tu ti metti là però - gli disse, invitandolo a spostarsi sulla soglia della stanza, fuori dall'inquadratura - E non un fiato, siamo intesi?». Le rispose con un gesto della mano, tramite il quale girò una chiave immaginaria sulle proprie labbra per poi buttarla via, come a dire "la mia bocca è sigillata".
«Ok ragazzi, trovate un nuovo video sul mio profilo. New video on my page!» disse rivolta alla webcam, col solito fare coinvolgente e disinibito che sfoggiava durante le sue sessioni online.
Era un'esperienza strana per Alberto, ma anche molto eccitante, vedere dal vivo ciò a cui aveva assistito molte volte da dietro lo schermo di un computer. Sara era lì, a due passi da lui, e sebbene non si fosse lanciata in atteggiamenti espliciti, già solo osservarla dialogare con i suoi utenti era per lui una bella emozione. Ogni tanto la vedeva mandare un bacio in cam, o ringraziare dopo il suono che aveva imparato a riconoscere, quello corrispondente alla donazione di token. A volte provava a fare anche un po' la maliziosa, magari aprendo leggermente l'accappatoio per far intravedere un po' di scollatura, ma era evidente che la presenza del nipote la stesse frenando.
«Allora, come va col video?» le chiese a bruciapelo.
Sara lo fulminò con lo sguardo, e prima di rispondergli si assicurò di togliere l'audio dallo show, perché non li sentissero parlare.
«Ti avevo detto di stare in silenzio, o sbaglio?» lo rimproverò.
«Lo so ma sono curioso, non mi dici nulla!» e nel dire così la sorprese ancora, avvicinandosi rapidamente per guardare lo schermo del computer, fino così a rientrare nell'inquadratura.
«Dove vai, scemo?!» sbottò lei, alzandosi in piedi e allontanandolo. Ci mise poco a rendersi conto che Alberto lo aveva fatto apposta, per qualche motivo aveva voluto far sapere a tutta la chat della sua presenza. Infatti i due iniziarono a sentire le notifiche sonore di una lunga serie di messaggi, riassumibili più o meno con "chi era quello?".
Con l'occhio di un bambino che è stato colto in flagrante nel mezzo di una marachella, ma che invece di vergognarsene ne va fiero, Alberto non si scusò per il presunto "errore", anzi incalzò Sara per sapere del video.
«Abbiamo già superato i mille token, contento?» gli disse lei, cedendo e riscoprendosi facilmente propensa al perdono.
«Grande, lo sapevo! Cosa ti avevo detto?» la sua esclamazione di gioia fu accompagnata da un caloroso quanto inatteso abbraccio, che tuttavia in quel momento Sara non poté negare di gradire.
«Mi sa che a questo punto bisogna fare un altro video, eh?» chiese colei che aveva appena perso la scommessa, con finta aria delusa. Lui però la colse ancora una volta in contropiede: «Magari dopo, adesso vorrei farti vedere qualche altro trucchetto». Nel dire così si riavvicinò al computer, iniziando a digitare sulla tastiera.
«Fermo, che fai, sei matto?» esclamò Sara, afferrandogli il polso con decisione.
Senza perdere la propria flemma, che in quel momento lo faceva apparire agli occhi di Sara molto più maturo di quanto non dicesse la sua carta di identità, Alberto le prese il viso fra le mani. E per un attimo lei pensò che la stesse per baciare ancora, dopo quella rapida prima volta nel bar.
«Ti fidi di me?» le chiese con una voce e uno sguardo che quasi la fecero sciogliere. Articolare una risposta si dimostrò subito un'impresa assai ardua.
«Se ti fidi, questa sera possiamo guadagnare un fottìo di soldi, e soprattutto divertirci un sacco. Che ne dici?».
Tutte le sue sicurezze vacillarono ancora. Sapeva quanto la situazione stesse andando verso una direzione pericolosa, eppure non aveva la forza di porvi fine. Fu solo la consapevolezza che in quella posizione, in piedi dov'erano, gli utenti non potessero vedere le loro teste nell'inquadratura, a darle il coraggio di rispondergli come stava per fare. Alzandosi leggermente sulle punte dei piedi, si mosse quel tanto che bastava per portare il suo viso a contatto con quello del nipote, fino a dargli un rapido ma dolce bacio sulla bocca, a labbra rigorosamente chiuse. Poi lasciò la presa sul polso, e questo diede l'ultimo via libera ad Alberto, che dopo averle sorriso la invitò a tornare a sedersi alla scrivania.
«Per favore, cerca il più possibile di tenere la testa fuori dall'inquadratura, ok?» gli chiese, lasciando che quel ragazzo muscoloso e a petto nudo si sistemasse proprio di fianco alla sua sedia, in piedi.
«Allora ragazzi, stasera mi è venuto a trovare un amico, siate gentili con lui» spiegò dopo aver riattivato l'audio. Nella sua ingenuità, Sara si aspettava di vedere qualche reazione di gelosia, e invece la stragrande maggioranza degli utenti si rivelò a dir poco entusiasta. Immediatamente iniziarono ad arrivare un sacco di messaggi che la invitavano a fare varie cose con lui, tutte abbastanza peccaminose.
«Qual è il tuo piano?» gli chiese sottovoce, coprendosi la bocca per non far leggere il labiale.
«Io punterei in alto» rispose lui, che poi allungò le mani sulla tastiera e digitò le seguenti parole: "1000 tokens for blowjob". Prima di inviare il messaggio in chat la guardò, come a chiederle il permesso. E lei per tutta risposta, senza staccare gli occhi dai suoi, avvicinò la mano alla tastiera e premette invio.
Il contatore iniziò a salire molto rapidamente. Ciò che offriva in fondo era del tutto inedito per il suo canale: al massimo l'avevano vista simulare una fellatio con qualche dildo, ma mai farlo davvero con una persona in carne ed ossa. Per stimolare un po' il proprio pubblico - e non solo - Sara iniziò ad accarezzare dolcemente una gamba di Alberto, che stava sempre lì in piedi di fianco a lei. E con il salire del contatore saliva anche la mano, che una volta arrivata alla patta dei pantaloni avvertì distintamente tutta la giovane esuberanza del suo "amico". Tenendosi con l'altra mano alla coscia del nipote, Sara passò lentamente il palmo sopra quel rigonfiamento ormai così evidente, accarezzandolo per tre o quattro volte.
«Così è troppo?» gli chiese, timorosa che lui potesse in qualche modo raggiungere il climax molto prima del previsto. Alberto però sembrava molto sicuro di sé, e senza rispondere portò la mano al collo di lei, iniziando ad accarezzarla. Dal collo passò alla spalla, e prima che Sara potesse accorgersene la mano si era già infilata sotto all'accappatoio, e ora stava scendendo in direzione del suo seno.
Quando sentì il contatto di quelle dita sul capezzolo, fu percorsa da un brivido. Suo nipote le stava tastando le tette, ed era un nuovo punto oltre il limite per il loro rapporto. Chiuse gli occhi e appoggiò dolcemente la testa al braccio di Alberto, baciandoglielo. Quando vide il contatore superare la soglia dei 500 token decise di premiare i suoi spettatori, e afferrando i lembi dell'accappatoio lo aprì quel tanto che bastava per scoprire il seno. Lui lo prese come un invito a farsi più audace, e portò anche l'altra mano sul capezzolo libero. Il suo massaggio era davvero eccitante per Sara: a volte le accarezzava come se fossero state sfere di cristallo, altre volte le strizzava con una presa decisa ma dolce allo stesso tempo. Soprattutto, i suoi polpastrelli sapevano muoversi benissimo sui capezzoli. Faticava a credere che il suo amante avesse appena diciotto anni, le sue abilità erano decisamente maggiori di quelle degli uomini con cui era stata.
A un certo punto, seguendo il suggerimento di quello che era stato fin lì uno dei maggiori contribuenti, anche Sara passò all'azione e tirandolo per la cintura dei jeans lo avvicinò ulteriormente a sé. Fu proprio la cintura la prima cosa che slacciò, e poi con calma si dedicò a un bottone dopo l'altro, fino ad aprire completamente la patta. A quel punto tirò giù i pantaloni, lasciandolo solo coi boxer. Al di sotto dei quali, ovviamente, era ancora più evidente la poderosa erezione che ormai da parecchio agitava Alberto.
Lei non riuscì a resistere: lo accarezzò come poco prima, solo che stavolta le sembrò quasi di averlo in mano. Poteva distinguere nettamente i testicoli, il pene rigido e pulsante, il glande che per qualche motivo era ancora miracolosamente contenuto nei boxer.
Ding, ding, ding, il contatore continuava a salire senza sosta.
Alberto la prese per mano e la invitò ad alzarsi in piedi, cosa che lei gli concesse pur con qualche esitazione. Senza che mai i loro sguardi perdessero il contatto, la strinse a sé: le tette contro il suo petto, la sua erezione contro l'accappatoio. E poi piegò leggermente la testa e la baciò.
Un bacio vero, sensuale, prolungato. Il loro primo vero bacio, anche se nessuno dei loro spettatori poté vederlo. Videro invece la mano di Lovely che continuava ad accarezzare quei boxer, così come poco dopo videro lui chinarsi fino a raggiungere i seni, per baciarli. Lei non riuscì né volle impedirglielo, si limitò ad accarezzargli il viso con una mano nella speranza di renderlo meno riconoscibile, ora che rientrava nell'inquadratura. E se con le dita era bravo, Sara dovette constatare che con la lingua era anche meglio: i capezzoli ormai le andavano a fuoco, e anche lì sotto sentiva un grosso bisogno di toccarsi.
Guardò ancora il contatore, che segnava 943 token, e decise che erano abbastanza. Afferrandogli il viso con entrambe le mani lo fece rialzare, e dopo avergli dato un altro bacio iniziò a scendere giù, percorrendo con le labbra tutto il corpo di Alberto. Arrivata ai boxer, li prese e con la stessa tecnica usata durante la registrazione del video riuscì a liberare il mostro intrappolato dentro.
Quando si ritrovò a tu per tu col suo pene, rimase per qualche secondo a guardarlo. Ormai ne era consapevole, stava per fare un nuovo importante passo verso la perdizione. Iniziò con un bacio, leggero e delicato, sull'asta. Poi afferrandolo con la mano proseguì con altri baci, stavolta partendo dai testicoli per risalire, centimetro dopo centimetro, fino alla punta. Infine aprì la bocca, ma prima di accoglierlo guardò ancora negli occhi Alberto. La stava osservando adorante, in quel momento entrambi sembravano essersi dimenticati della chat, che pure continuava ad emettere avvisi sonori.
Senza mai staccare gli occhi dai suoi, Sara gli scoprì completamente il glande tirando delicatamente la pelle con la mano, e poi lo appoggiò sulla propria lingua. A quel punto vi chiuse le labbra attorno, succhiandolo come la punta di un ghiacciolo. Aveva un buon odore e anche un buon sapore, e questo la spronò ad affondare il colpo, introducendo sempre di più il cazzo di Alberto nella propria bocca, fino alla gola. Arrivata a poco oltre metà dell'asta, ebbe un piccolo conato e per un attimo si fermò. Lui aveva chiuso gli occhi, tanto era il suo godimento. Senza lasciare la presa si voltò leggermente verso il computer, dove vedere l'immagine di lei in ginocchio intenta a spompinare quel giovane ragazzo le diede una nuova scossa di eccitazione.
Lentamente lo fece uscire, assaporando di nuovo tutto il membro con le labbra chiuse attorno il più possibile. Poi reggendolo con la mano tornò a baciarlo tutto, finendo fin sotto ai testicoli, dove si trattenne per più di qualche secondo. Intanto con la mano aveva iniziato un lento movimento, anche se non voleva esagerare, aveva paura che il gioco finisse troppo presto. Tornò a prenderlo in bocca per altri due, tre, quattro affondi, stavolta più decisi. Era passato parecchio tempo dall'ultima volta che Sara aveva fatto un pompino, ma non aveva affatto perso il talento, che tanto era apprezzato dal suo ultimo ragazzo.
A un certo punto, stupendo Alberto per primo, tornò ad alzarsi in piedi, seppure senza mai staccare la presa della mano sul pene.
«Quanta autonomia hai?» gli sussurrò.
Lui avvicinò la bocca al suo orecchio e le disse: «Mi sono masturbato tre volte prima di venire qui, posso andare avanti ancora».
E lei, col viso appoggiato al suo e gli occhi chiusi: «Allora inventati un nuovo traguardo per i nostri utenti, perché questo non mi basta più».
Lui la guardò riconoscente, e poi le chiese: «Come si avvia una sessione privata?».
Lei inizialmente non capì, così le spiegò meglio: «Lo spettacolo che stai offrendo è del tutto eccezionale, non sei d'accordo? Allora è giusto che paghino il biglietto». Dopodiché si chinò sulla tastiera e digitò il seguente messaggio, prima in italiano e poi in inglese: "il resto prosegue in privato, usate la funzione spia per godervelo". Alberto conosceva bene quella funzione, lui stesso l'aveva usata la prima volta che aveva avuto l'occasione di vedere sua zia nuda in cam. Ad ogni utente costava 7 token al minuto, e ora lui aveva trovato un modo per massimizzare i profitti, uno stratagemma che a Sara non era nemmeno mai passato per la mente.
Non capì neanche fino in fondo la portata dei guadagni in quel momento, d'altra parte era eccitata e voleva semplicemente proseguire il gioco. L'inquadratura dunque si oscurò per tutti gli utenti, che in quel momento erano saliti fino a oltre 2.000, un record per la sua chatroom. Ma fin da subito molti di loro accettarono la proposta, potendo così continuare a godersi lo spettacolo.
«Come vuoi continuare?» le sussurrò ancora all'orecchio.
Lei non gli rispose con le parole. Semplicemente slacciò l'accappatoio e lo lasciò cadere a terra, rimanendo finalmente tutta nuda. Poi si sedette sulla scrivania, tenendo un piede a terra e portando invece l'altra gamba al lato del computer, che ruotò leggermente. In questo modo, il suo sesso era praticamente in primo piano nell'inquadratura. Alberto non si fece pregare, e si chinò fino ad appoggiare le labbra sulla vagina della zia. Qui iniziò un sapiente cunnilingus, con avide leccate intorno alle grandi labbra. Ogni tanto si fermava per qualche dolce bacio intorno, specialmente sull'addome e sull'interno coscia, per poi rituffarsi sulla vulva. Sara si compiacque di quanto suo nipote fosse bravo a leccare e succhiare, alternando anche il ritmo in quella che era diventata una sensuale danza tra la lingua e il clitoride.
«Ti piace?» le chiese a un certo punto, come a prendere respiro tra una leccata e l'altra.
«Sei bravissimo... usa anche le dita» gli suggerì, e lui prontamente ubbidì. Il suo indice andò a titillare proprio il clitoride, per poi avventurarsi in una penetrazione che fu decisamente apprezzata, lui poté capirlo dai gemiti eloquenti della sua partner. Sentendola così bagnata, si aiutò anche con il medio, e la penetrazione si fece più rapida e intensa.
«Oddio, basta, non ce la faccio più...» lo supplicò Sara, e lui di nuovo di dimostrò ubbidiente, temendo stavolta di aver sbagliato qualcosa. Si tranquillizzò quando la vide aprire un cassetto della scrivania ed estrarre la bustina di un preservativo. «Voglio lui. Dentro. Adesso» gli disse decisa, mentre appoggiava il condom sulla punta del pene e lo srotolava.
Alberto la fece alzare in piedi, e poi la sollevò di peso, con una forza che la sorprese. Per aiutarlo gli portò le braccia intorno al collo, mentre con le gambe andò a cingergli la vita. I loro visi furono nuovamente uno di fronte all'altro, e si unirono in un nuovo appassionato bacio. Intanto anche i rispettivi sessi si strofinavano l'uno sull'altro, finché lui con una mossa decisa non iniziò la penetrazione.
Sara non riuscì a trattenere un urlo di piacere, che gradualmente calò di intensità mentre lo sentiva entrare dentro di lei, lungo e duro proprio come se l'era immaginato. Alberto iniziò a pomparla con foga, facendola sobbalzare ad ogni affondo. Il suo respiro era affannoso, e dei piccoli grugniti tradivano la fatica che quella posizione comportava. Per entrambi tuttavia il piacere era di gran lunga superiore, e proseguirono così per almeno un minuto. A un certo punto Sara chiuse gli occhi e appoggiò la fronte sulla sua spalla, mentre lui fece lo stesso sul suo collo, incurante dei capelli biondi che gli finirono sulla faccia. Sara sentiva il suo caldo respiro addosso, mentre più giù stava rapidamente percorrendo la strada verso l'orgasmo.
«Cambiamo posizione» gli sussurrò infine, e scendendo da quel tronco su cui era aggrappata si appoggiò alla scrivania, mettendosi a novanta gradi. Ad Alberto non sembrò neppure vera quella visione, tanto era invitante. Con le mani le accarezzò il culo, piegandosi anche per baciarlo, e dopo pochi secondi lo infilò dentro nuovamente. Sara aveva sempre trovato molto eccitante la posizione a pecorina, per qualche motivo riusciva a sentire meglio gli affondi dentro di sé: era così che aveva raggiunto i suoi orgasmi più memorabili.
In più quella situazione le permetteva di gustarsi al meglio la scena. Infatti davanti a sé aveva il pc, e nel riquadro della webcam poteva vedersi mentre veniva penetrata da dietro. Il pettorale sudato di Alberto, i colpi secchi del suo bacino, le tette che danzavano sopra al tavolo al ritmo di ogni affondo. L'immagine che aveva davanti agli occhi era fin troppo coinvolgente per Sara, che all'ennesima pompata non riuscì più a trattenere le grida. Il suo corpo fu pervaso da un violento orgasmo, che le fece tremare le gambe per diversi secondi. Anche la sua fica dimostrò ad Alberto la propria soddisfazione, inondandogli il cazzo di umori.
Sara quasi non credeva di essere venuta per prima, ma dopo poco fu richiamata all'ordine dal suo partner, che le fece capire di essere finalmente anche lui vicino al climax. Non se lo fece ripetere due volte, glielo fece estrarre e con entrambe le mani gli tolse rapidamente il gommino, per poi inginocchiarsi davanti a lui e invitarlo a spruzzarle addosso tutta la sua felicità. «Vieni tesoro, vienimi sulle tette» gli disse, masturbandolo con la mano a pochi centimetri di distanza dal viso.
«Oddio, vengo!» urlò Alberto, senza più alcun contegno, e dopo due secondi iniziò ad esplodere la più potente sborrata della sua vita. Sara si ritrovò inondata di sperma, non solo sulle tette come gli aveva chiesto lei stessa, ma anche sul viso e sui capelli.
Quando finalmente sembrò aver finito i colpi, lo portò alla bocca e gli diede un'ultima leccata, per ripulirlo. E subito dopo entrambi crollarono sul pavimento, esausti ma entusiasti.
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«Io ho finito, la doccia è libera se vuoi».
Sara aveva voluto andare per prima, desiderosa di ripulirsi da tutto quello sperma che Alberto le aveva sparato addosso, ma ora sperava che anche lui non perdesse troppo tempo. Mezzanotte era già passata da un pezzo, e aveva paura che la madre si facesse delle domande. Ma non voleva neanche che lui si facesse strane idee, tipo quella di passare la notte da lei come due fidanzati.
Alberto però era ancora lì come l'aveva lasciato, vestito solo dei boxer e intento ad analizzare le statistiche del sito.
«Questa cosa non dovrà ripetersi, siamo intesi?» gli disse tutto d'un fiato quando fu in piedi a fianco a lui, accarezzandogli il viso con la mano. Lei stessa non sapeva se sarebbe stata in grado di tenere fede a quel proposito, ma era sicura che l'unica maniera per provarci fosse dirlo esplicitamente, senza lasciar passare troppo tempo.
«Devo farti vedere una cosa» le rispose, quasi ignorando la sua domanda. I suoi occhi brillavano, e Sara fu ancora una volta intenerita da quell'entusiasmo così fanciullesco. Così portò lo sguardo allo schermo, come lui l'aveva invitata a fare.
«Ogni utente che si collega in modalità spia spende 7 token al minuto, giusto? - iniziò a spiegarle - Beh, durante la nostra... "sessione privata", che è durata circa 18 minuti, c'è stata una media di 214 utenti connessi, con punte di un migliaio. E se lo avessi annunciato in anticipo, sarebbero sicuramente stati molti di più. Comunque, contando anche i download del video e le altre mance, ieri sera hai raccolto... quasi 30mila token».
Sara rimase per un attimo senza fiato. Era un numero davvero enorme, che mai avrebbe pensato di poter raggiungere qualche settimana prima, quando si era imbarcata quasi ad occhi chiusi in quell'avventura. Prese il suo telefono, selezionando l'app della calcolatrice, e digitò qualche numero. Il risultato la lasciò ancora una volta incredula.
«In una serata... Anzi, in un'ora ho guadagnato 1.500 euro» disse, senza staccare gli occhi da quel numero.
«E come ti fa sentire, questa cosa?».
Sara guardò negli occhi il nipote, poi si chinò verso di lui e gli stampò un bacio sulle labbra. Il suo proposito era durato quanto, un paio di minuti? Ma in quel momento era troppo elettrizzata per pensarci. Quella sera aveva superato ancora una volta i propri limiti e le proprie inibizioni: era passata dallo spogliarsi per soldi a, praticamente, fare sesso per soldi... Eppure non si sentiva umiliata come avrebbe potuto pensare. Aveva trovato un mestiere che rendeva, in cui era brava, e che soprattutto le piaceva. Non voleva vergognarsene.
«Non solo sei stato fantastico come amante, sei pure un fottuto genio del marketing. Dovresti farmi da manager!» scherzò.
«Se vuoi avrei un'altra idea per aumentare i guadagni, ma non so se sia il caso di parlartene...».
«Fai il timido, ora? Sputa il rospo!».
«Ecco, pensavo... - riprese Alberto, dopo una lunga esitazione - Se non hai problemi a offrire certi servizi in cambio di denaro, forse potresti pensare di espandere la tua attività... Conosco il sito di un'agenzia che propone un servizio di accompagnatrici».
Sara rimase senza parole.
«Io non faccio la prostituta» gli rispose, quasi offesa. Nel frattempo però si rendeva conto di quanto fosse ipocrita indignarsi per un accostamento del genere.
«Non sono prostitute, sono escort di lusso! In questa città ci sono imprenditori disposti a spendere migliaia e migliaia di euro per portarti fuori a cena e sfoggiarti davanti ai colleghi».
«E per fare sesso con me».
«Certo, anche per fare... Senti, scusa, dimentica ciò che ho detto».
Alberto si alzò in piedi, genuinamente imbarazzato per avergliene parlato. Aveva paura di aver rovinato quella serata che per lui era stata così perfetta, Sara lo capì e non infierì. «Ti ho messo un asciugamano per gli ospiti di fianco alla doccia» si limitò a dirgli, spostandosi per farlo passare.
Mentre si sedeva al suo posto di fronte alla scrivania, riguardò quei numeri sullo schermo, ripensò a ciò che era successo quella sera, a come si era sentita. Ciò che le aveva appena proposto Alberto, però, era tutta un'altra cosa. Avrebbe mai potuto trovare il coraggio di imbarcarsi in una nuova avventura del genere? In quel momento il suo cervello le stava urlando "Non saresti mai in grado di farlo".
«Senti... - gli disse, appena prima che uscisse dalla stanza - Come hai detto che si chiama, questo sito?».
[Fine]
D'altro canto anche Sara era piuttosto delusa, o perlomeno lo era il suo orgoglio. Però non voleva farlo vedere al nipote, altrimenti avrebbe reso fin troppo chiaro il fatto che anche lei aveva voglia di fare un nuovo video.
Durante quella mezz'ora lei aveva ingannato l'attesa andandosi a fare una doccia, per rinfrescarsi. Sotto il getto dell'acqua non aveva resistito alla tentazione di toccarsi un po', ripensando alla mazza che si ritrovava il nipote fra le gambe, anche se non era andata fino in fondo con la masturbazione. Si era resa conto solo quando era già entrata nel box di averlo lasciato solo nella sua stanza, libero di frugare magari tra i cassetti e di eccitarsi alla vista di reggiseni, perizomi e anche qualche oggettino particolare. Tornata in camera, però, lo aveva trovato seduto composto alla scrivania, intento a fissare quel contatore che non si sbrigava a salire.
«Se rimani lì a guardare la pentola, l'acqua non bollirà mai» gli disse con una metafora, avvicinandosi a lui. Indossava ancora lo stesso accappatoio di poco prima, e Alberto aveva motivo di pensare che sotto non portasse nulla. O almeno lo suggeriva la leggera scollatura, di cui forse lei non si era neppure accorta.
«Ho capito qual è il problema - sentenziò lui - La gente non lo scarica perché non sa che c'è».
«E quindi?».
«E quindi... devi andare online».
Il ragionamento non faceva una grinza. Lo sapeva anche lei, se avesse avviato una sessione e avesse detto agli utenti del video in vendita, avrebbe potuto raggiungere l'obiettivo molto più velocemente. La sua unica titubanza era dovuta al fatto che fino ad allora non si era mai "esibita" alla presenza di qualcun altro. Lei era sempre stata l'unica persona nella stanza, quando faceva gli spettacoli in cam. Ma dopo quanto successo poco prima, aveva ancora senso farsi di questi problemi?
"In fondo non devo fare tutto lo spettacolo" pensò, "basterà che dica del video, non dovrò neanche spogliarmi".
Tutti questi ragionamenti rimasero solo nella sua testa, Alberto la sentì semplicemente dire «E va bene, hai ragione», e si ritrovò ad esultare come un calciatore che aveva appena segnato un gol.
«Tu ti metti là però - gli disse, invitandolo a spostarsi sulla soglia della stanza, fuori dall'inquadratura - E non un fiato, siamo intesi?». Le rispose con un gesto della mano, tramite il quale girò una chiave immaginaria sulle proprie labbra per poi buttarla via, come a dire "la mia bocca è sigillata".
«Ok ragazzi, trovate un nuovo video sul mio profilo. New video on my page!» disse rivolta alla webcam, col solito fare coinvolgente e disinibito che sfoggiava durante le sue sessioni online.
Era un'esperienza strana per Alberto, ma anche molto eccitante, vedere dal vivo ciò a cui aveva assistito molte volte da dietro lo schermo di un computer. Sara era lì, a due passi da lui, e sebbene non si fosse lanciata in atteggiamenti espliciti, già solo osservarla dialogare con i suoi utenti era per lui una bella emozione. Ogni tanto la vedeva mandare un bacio in cam, o ringraziare dopo il suono che aveva imparato a riconoscere, quello corrispondente alla donazione di token. A volte provava a fare anche un po' la maliziosa, magari aprendo leggermente l'accappatoio per far intravedere un po' di scollatura, ma era evidente che la presenza del nipote la stesse frenando.
«Allora, come va col video?» le chiese a bruciapelo.
Sara lo fulminò con lo sguardo, e prima di rispondergli si assicurò di togliere l'audio dallo show, perché non li sentissero parlare.
«Ti avevo detto di stare in silenzio, o sbaglio?» lo rimproverò.
«Lo so ma sono curioso, non mi dici nulla!» e nel dire così la sorprese ancora, avvicinandosi rapidamente per guardare lo schermo del computer, fino così a rientrare nell'inquadratura.
«Dove vai, scemo?!» sbottò lei, alzandosi in piedi e allontanandolo. Ci mise poco a rendersi conto che Alberto lo aveva fatto apposta, per qualche motivo aveva voluto far sapere a tutta la chat della sua presenza. Infatti i due iniziarono a sentire le notifiche sonore di una lunga serie di messaggi, riassumibili più o meno con "chi era quello?".
Con l'occhio di un bambino che è stato colto in flagrante nel mezzo di una marachella, ma che invece di vergognarsene ne va fiero, Alberto non si scusò per il presunto "errore", anzi incalzò Sara per sapere del video.
«Abbiamo già superato i mille token, contento?» gli disse lei, cedendo e riscoprendosi facilmente propensa al perdono.
«Grande, lo sapevo! Cosa ti avevo detto?» la sua esclamazione di gioia fu accompagnata da un caloroso quanto inatteso abbraccio, che tuttavia in quel momento Sara non poté negare di gradire.
«Mi sa che a questo punto bisogna fare un altro video, eh?» chiese colei che aveva appena perso la scommessa, con finta aria delusa. Lui però la colse ancora una volta in contropiede: «Magari dopo, adesso vorrei farti vedere qualche altro trucchetto». Nel dire così si riavvicinò al computer, iniziando a digitare sulla tastiera.
«Fermo, che fai, sei matto?» esclamò Sara, afferrandogli il polso con decisione.
Senza perdere la propria flemma, che in quel momento lo faceva apparire agli occhi di Sara molto più maturo di quanto non dicesse la sua carta di identità, Alberto le prese il viso fra le mani. E per un attimo lei pensò che la stesse per baciare ancora, dopo quella rapida prima volta nel bar.
«Ti fidi di me?» le chiese con una voce e uno sguardo che quasi la fecero sciogliere. Articolare una risposta si dimostrò subito un'impresa assai ardua.
«Se ti fidi, questa sera possiamo guadagnare un fottìo di soldi, e soprattutto divertirci un sacco. Che ne dici?».
Tutte le sue sicurezze vacillarono ancora. Sapeva quanto la situazione stesse andando verso una direzione pericolosa, eppure non aveva la forza di porvi fine. Fu solo la consapevolezza che in quella posizione, in piedi dov'erano, gli utenti non potessero vedere le loro teste nell'inquadratura, a darle il coraggio di rispondergli come stava per fare. Alzandosi leggermente sulle punte dei piedi, si mosse quel tanto che bastava per portare il suo viso a contatto con quello del nipote, fino a dargli un rapido ma dolce bacio sulla bocca, a labbra rigorosamente chiuse. Poi lasciò la presa sul polso, e questo diede l'ultimo via libera ad Alberto, che dopo averle sorriso la invitò a tornare a sedersi alla scrivania.
«Per favore, cerca il più possibile di tenere la testa fuori dall'inquadratura, ok?» gli chiese, lasciando che quel ragazzo muscoloso e a petto nudo si sistemasse proprio di fianco alla sua sedia, in piedi.
«Allora ragazzi, stasera mi è venuto a trovare un amico, siate gentili con lui» spiegò dopo aver riattivato l'audio. Nella sua ingenuità, Sara si aspettava di vedere qualche reazione di gelosia, e invece la stragrande maggioranza degli utenti si rivelò a dir poco entusiasta. Immediatamente iniziarono ad arrivare un sacco di messaggi che la invitavano a fare varie cose con lui, tutte abbastanza peccaminose.
«Qual è il tuo piano?» gli chiese sottovoce, coprendosi la bocca per non far leggere il labiale.
«Io punterei in alto» rispose lui, che poi allungò le mani sulla tastiera e digitò le seguenti parole: "1000 tokens for blowjob". Prima di inviare il messaggio in chat la guardò, come a chiederle il permesso. E lei per tutta risposta, senza staccare gli occhi dai suoi, avvicinò la mano alla tastiera e premette invio.
Il contatore iniziò a salire molto rapidamente. Ciò che offriva in fondo era del tutto inedito per il suo canale: al massimo l'avevano vista simulare una fellatio con qualche dildo, ma mai farlo davvero con una persona in carne ed ossa. Per stimolare un po' il proprio pubblico - e non solo - Sara iniziò ad accarezzare dolcemente una gamba di Alberto, che stava sempre lì in piedi di fianco a lei. E con il salire del contatore saliva anche la mano, che una volta arrivata alla patta dei pantaloni avvertì distintamente tutta la giovane esuberanza del suo "amico". Tenendosi con l'altra mano alla coscia del nipote, Sara passò lentamente il palmo sopra quel rigonfiamento ormai così evidente, accarezzandolo per tre o quattro volte.
«Così è troppo?» gli chiese, timorosa che lui potesse in qualche modo raggiungere il climax molto prima del previsto. Alberto però sembrava molto sicuro di sé, e senza rispondere portò la mano al collo di lei, iniziando ad accarezzarla. Dal collo passò alla spalla, e prima che Sara potesse accorgersene la mano si era già infilata sotto all'accappatoio, e ora stava scendendo in direzione del suo seno.
Quando sentì il contatto di quelle dita sul capezzolo, fu percorsa da un brivido. Suo nipote le stava tastando le tette, ed era un nuovo punto oltre il limite per il loro rapporto. Chiuse gli occhi e appoggiò dolcemente la testa al braccio di Alberto, baciandoglielo. Quando vide il contatore superare la soglia dei 500 token decise di premiare i suoi spettatori, e afferrando i lembi dell'accappatoio lo aprì quel tanto che bastava per scoprire il seno. Lui lo prese come un invito a farsi più audace, e portò anche l'altra mano sul capezzolo libero. Il suo massaggio era davvero eccitante per Sara: a volte le accarezzava come se fossero state sfere di cristallo, altre volte le strizzava con una presa decisa ma dolce allo stesso tempo. Soprattutto, i suoi polpastrelli sapevano muoversi benissimo sui capezzoli. Faticava a credere che il suo amante avesse appena diciotto anni, le sue abilità erano decisamente maggiori di quelle degli uomini con cui era stata.
A un certo punto, seguendo il suggerimento di quello che era stato fin lì uno dei maggiori contribuenti, anche Sara passò all'azione e tirandolo per la cintura dei jeans lo avvicinò ulteriormente a sé. Fu proprio la cintura la prima cosa che slacciò, e poi con calma si dedicò a un bottone dopo l'altro, fino ad aprire completamente la patta. A quel punto tirò giù i pantaloni, lasciandolo solo coi boxer. Al di sotto dei quali, ovviamente, era ancora più evidente la poderosa erezione che ormai da parecchio agitava Alberto.
Lei non riuscì a resistere: lo accarezzò come poco prima, solo che stavolta le sembrò quasi di averlo in mano. Poteva distinguere nettamente i testicoli, il pene rigido e pulsante, il glande che per qualche motivo era ancora miracolosamente contenuto nei boxer.
Ding, ding, ding, il contatore continuava a salire senza sosta.
Alberto la prese per mano e la invitò ad alzarsi in piedi, cosa che lei gli concesse pur con qualche esitazione. Senza che mai i loro sguardi perdessero il contatto, la strinse a sé: le tette contro il suo petto, la sua erezione contro l'accappatoio. E poi piegò leggermente la testa e la baciò.
Un bacio vero, sensuale, prolungato. Il loro primo vero bacio, anche se nessuno dei loro spettatori poté vederlo. Videro invece la mano di Lovely che continuava ad accarezzare quei boxer, così come poco dopo videro lui chinarsi fino a raggiungere i seni, per baciarli. Lei non riuscì né volle impedirglielo, si limitò ad accarezzargli il viso con una mano nella speranza di renderlo meno riconoscibile, ora che rientrava nell'inquadratura. E se con le dita era bravo, Sara dovette constatare che con la lingua era anche meglio: i capezzoli ormai le andavano a fuoco, e anche lì sotto sentiva un grosso bisogno di toccarsi.
Guardò ancora il contatore, che segnava 943 token, e decise che erano abbastanza. Afferrandogli il viso con entrambe le mani lo fece rialzare, e dopo avergli dato un altro bacio iniziò a scendere giù, percorrendo con le labbra tutto il corpo di Alberto. Arrivata ai boxer, li prese e con la stessa tecnica usata durante la registrazione del video riuscì a liberare il mostro intrappolato dentro.
Quando si ritrovò a tu per tu col suo pene, rimase per qualche secondo a guardarlo. Ormai ne era consapevole, stava per fare un nuovo importante passo verso la perdizione. Iniziò con un bacio, leggero e delicato, sull'asta. Poi afferrandolo con la mano proseguì con altri baci, stavolta partendo dai testicoli per risalire, centimetro dopo centimetro, fino alla punta. Infine aprì la bocca, ma prima di accoglierlo guardò ancora negli occhi Alberto. La stava osservando adorante, in quel momento entrambi sembravano essersi dimenticati della chat, che pure continuava ad emettere avvisi sonori.
Senza mai staccare gli occhi dai suoi, Sara gli scoprì completamente il glande tirando delicatamente la pelle con la mano, e poi lo appoggiò sulla propria lingua. A quel punto vi chiuse le labbra attorno, succhiandolo come la punta di un ghiacciolo. Aveva un buon odore e anche un buon sapore, e questo la spronò ad affondare il colpo, introducendo sempre di più il cazzo di Alberto nella propria bocca, fino alla gola. Arrivata a poco oltre metà dell'asta, ebbe un piccolo conato e per un attimo si fermò. Lui aveva chiuso gli occhi, tanto era il suo godimento. Senza lasciare la presa si voltò leggermente verso il computer, dove vedere l'immagine di lei in ginocchio intenta a spompinare quel giovane ragazzo le diede una nuova scossa di eccitazione.
Lentamente lo fece uscire, assaporando di nuovo tutto il membro con le labbra chiuse attorno il più possibile. Poi reggendolo con la mano tornò a baciarlo tutto, finendo fin sotto ai testicoli, dove si trattenne per più di qualche secondo. Intanto con la mano aveva iniziato un lento movimento, anche se non voleva esagerare, aveva paura che il gioco finisse troppo presto. Tornò a prenderlo in bocca per altri due, tre, quattro affondi, stavolta più decisi. Era passato parecchio tempo dall'ultima volta che Sara aveva fatto un pompino, ma non aveva affatto perso il talento, che tanto era apprezzato dal suo ultimo ragazzo.
A un certo punto, stupendo Alberto per primo, tornò ad alzarsi in piedi, seppure senza mai staccare la presa della mano sul pene.
«Quanta autonomia hai?» gli sussurrò.
Lui avvicinò la bocca al suo orecchio e le disse: «Mi sono masturbato tre volte prima di venire qui, posso andare avanti ancora».
E lei, col viso appoggiato al suo e gli occhi chiusi: «Allora inventati un nuovo traguardo per i nostri utenti, perché questo non mi basta più».
Lui la guardò riconoscente, e poi le chiese: «Come si avvia una sessione privata?».
Lei inizialmente non capì, così le spiegò meglio: «Lo spettacolo che stai offrendo è del tutto eccezionale, non sei d'accordo? Allora è giusto che paghino il biglietto». Dopodiché si chinò sulla tastiera e digitò il seguente messaggio, prima in italiano e poi in inglese: "il resto prosegue in privato, usate la funzione spia per godervelo". Alberto conosceva bene quella funzione, lui stesso l'aveva usata la prima volta che aveva avuto l'occasione di vedere sua zia nuda in cam. Ad ogni utente costava 7 token al minuto, e ora lui aveva trovato un modo per massimizzare i profitti, uno stratagemma che a Sara non era nemmeno mai passato per la mente.
Non capì neanche fino in fondo la portata dei guadagni in quel momento, d'altra parte era eccitata e voleva semplicemente proseguire il gioco. L'inquadratura dunque si oscurò per tutti gli utenti, che in quel momento erano saliti fino a oltre 2.000, un record per la sua chatroom. Ma fin da subito molti di loro accettarono la proposta, potendo così continuare a godersi lo spettacolo.
«Come vuoi continuare?» le sussurrò ancora all'orecchio.
Lei non gli rispose con le parole. Semplicemente slacciò l'accappatoio e lo lasciò cadere a terra, rimanendo finalmente tutta nuda. Poi si sedette sulla scrivania, tenendo un piede a terra e portando invece l'altra gamba al lato del computer, che ruotò leggermente. In questo modo, il suo sesso era praticamente in primo piano nell'inquadratura. Alberto non si fece pregare, e si chinò fino ad appoggiare le labbra sulla vagina della zia. Qui iniziò un sapiente cunnilingus, con avide leccate intorno alle grandi labbra. Ogni tanto si fermava per qualche dolce bacio intorno, specialmente sull'addome e sull'interno coscia, per poi rituffarsi sulla vulva. Sara si compiacque di quanto suo nipote fosse bravo a leccare e succhiare, alternando anche il ritmo in quella che era diventata una sensuale danza tra la lingua e il clitoride.
«Ti piace?» le chiese a un certo punto, come a prendere respiro tra una leccata e l'altra.
«Sei bravissimo... usa anche le dita» gli suggerì, e lui prontamente ubbidì. Il suo indice andò a titillare proprio il clitoride, per poi avventurarsi in una penetrazione che fu decisamente apprezzata, lui poté capirlo dai gemiti eloquenti della sua partner. Sentendola così bagnata, si aiutò anche con il medio, e la penetrazione si fece più rapida e intensa.
«Oddio, basta, non ce la faccio più...» lo supplicò Sara, e lui di nuovo di dimostrò ubbidiente, temendo stavolta di aver sbagliato qualcosa. Si tranquillizzò quando la vide aprire un cassetto della scrivania ed estrarre la bustina di un preservativo. «Voglio lui. Dentro. Adesso» gli disse decisa, mentre appoggiava il condom sulla punta del pene e lo srotolava.
Alberto la fece alzare in piedi, e poi la sollevò di peso, con una forza che la sorprese. Per aiutarlo gli portò le braccia intorno al collo, mentre con le gambe andò a cingergli la vita. I loro visi furono nuovamente uno di fronte all'altro, e si unirono in un nuovo appassionato bacio. Intanto anche i rispettivi sessi si strofinavano l'uno sull'altro, finché lui con una mossa decisa non iniziò la penetrazione.
Sara non riuscì a trattenere un urlo di piacere, che gradualmente calò di intensità mentre lo sentiva entrare dentro di lei, lungo e duro proprio come se l'era immaginato. Alberto iniziò a pomparla con foga, facendola sobbalzare ad ogni affondo. Il suo respiro era affannoso, e dei piccoli grugniti tradivano la fatica che quella posizione comportava. Per entrambi tuttavia il piacere era di gran lunga superiore, e proseguirono così per almeno un minuto. A un certo punto Sara chiuse gli occhi e appoggiò la fronte sulla sua spalla, mentre lui fece lo stesso sul suo collo, incurante dei capelli biondi che gli finirono sulla faccia. Sara sentiva il suo caldo respiro addosso, mentre più giù stava rapidamente percorrendo la strada verso l'orgasmo.
«Cambiamo posizione» gli sussurrò infine, e scendendo da quel tronco su cui era aggrappata si appoggiò alla scrivania, mettendosi a novanta gradi. Ad Alberto non sembrò neppure vera quella visione, tanto era invitante. Con le mani le accarezzò il culo, piegandosi anche per baciarlo, e dopo pochi secondi lo infilò dentro nuovamente. Sara aveva sempre trovato molto eccitante la posizione a pecorina, per qualche motivo riusciva a sentire meglio gli affondi dentro di sé: era così che aveva raggiunto i suoi orgasmi più memorabili.
In più quella situazione le permetteva di gustarsi al meglio la scena. Infatti davanti a sé aveva il pc, e nel riquadro della webcam poteva vedersi mentre veniva penetrata da dietro. Il pettorale sudato di Alberto, i colpi secchi del suo bacino, le tette che danzavano sopra al tavolo al ritmo di ogni affondo. L'immagine che aveva davanti agli occhi era fin troppo coinvolgente per Sara, che all'ennesima pompata non riuscì più a trattenere le grida. Il suo corpo fu pervaso da un violento orgasmo, che le fece tremare le gambe per diversi secondi. Anche la sua fica dimostrò ad Alberto la propria soddisfazione, inondandogli il cazzo di umori.
Sara quasi non credeva di essere venuta per prima, ma dopo poco fu richiamata all'ordine dal suo partner, che le fece capire di essere finalmente anche lui vicino al climax. Non se lo fece ripetere due volte, glielo fece estrarre e con entrambe le mani gli tolse rapidamente il gommino, per poi inginocchiarsi davanti a lui e invitarlo a spruzzarle addosso tutta la sua felicità. «Vieni tesoro, vienimi sulle tette» gli disse, masturbandolo con la mano a pochi centimetri di distanza dal viso.
«Oddio, vengo!» urlò Alberto, senza più alcun contegno, e dopo due secondi iniziò ad esplodere la più potente sborrata della sua vita. Sara si ritrovò inondata di sperma, non solo sulle tette come gli aveva chiesto lei stessa, ma anche sul viso e sui capelli.
Quando finalmente sembrò aver finito i colpi, lo portò alla bocca e gli diede un'ultima leccata, per ripulirlo. E subito dopo entrambi crollarono sul pavimento, esausti ma entusiasti.
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«Io ho finito, la doccia è libera se vuoi».
Sara aveva voluto andare per prima, desiderosa di ripulirsi da tutto quello sperma che Alberto le aveva sparato addosso, ma ora sperava che anche lui non perdesse troppo tempo. Mezzanotte era già passata da un pezzo, e aveva paura che la madre si facesse delle domande. Ma non voleva neanche che lui si facesse strane idee, tipo quella di passare la notte da lei come due fidanzati.
Alberto però era ancora lì come l'aveva lasciato, vestito solo dei boxer e intento ad analizzare le statistiche del sito.
«Questa cosa non dovrà ripetersi, siamo intesi?» gli disse tutto d'un fiato quando fu in piedi a fianco a lui, accarezzandogli il viso con la mano. Lei stessa non sapeva se sarebbe stata in grado di tenere fede a quel proposito, ma era sicura che l'unica maniera per provarci fosse dirlo esplicitamente, senza lasciar passare troppo tempo.
«Devo farti vedere una cosa» le rispose, quasi ignorando la sua domanda. I suoi occhi brillavano, e Sara fu ancora una volta intenerita da quell'entusiasmo così fanciullesco. Così portò lo sguardo allo schermo, come lui l'aveva invitata a fare.
«Ogni utente che si collega in modalità spia spende 7 token al minuto, giusto? - iniziò a spiegarle - Beh, durante la nostra... "sessione privata", che è durata circa 18 minuti, c'è stata una media di 214 utenti connessi, con punte di un migliaio. E se lo avessi annunciato in anticipo, sarebbero sicuramente stati molti di più. Comunque, contando anche i download del video e le altre mance, ieri sera hai raccolto... quasi 30mila token».
Sara rimase per un attimo senza fiato. Era un numero davvero enorme, che mai avrebbe pensato di poter raggiungere qualche settimana prima, quando si era imbarcata quasi ad occhi chiusi in quell'avventura. Prese il suo telefono, selezionando l'app della calcolatrice, e digitò qualche numero. Il risultato la lasciò ancora una volta incredula.
«In una serata... Anzi, in un'ora ho guadagnato 1.500 euro» disse, senza staccare gli occhi da quel numero.
«E come ti fa sentire, questa cosa?».
Sara guardò negli occhi il nipote, poi si chinò verso di lui e gli stampò un bacio sulle labbra. Il suo proposito era durato quanto, un paio di minuti? Ma in quel momento era troppo elettrizzata per pensarci. Quella sera aveva superato ancora una volta i propri limiti e le proprie inibizioni: era passata dallo spogliarsi per soldi a, praticamente, fare sesso per soldi... Eppure non si sentiva umiliata come avrebbe potuto pensare. Aveva trovato un mestiere che rendeva, in cui era brava, e che soprattutto le piaceva. Non voleva vergognarsene.
«Non solo sei stato fantastico come amante, sei pure un fottuto genio del marketing. Dovresti farmi da manager!» scherzò.
«Se vuoi avrei un'altra idea per aumentare i guadagni, ma non so se sia il caso di parlartene...».
«Fai il timido, ora? Sputa il rospo!».
«Ecco, pensavo... - riprese Alberto, dopo una lunga esitazione - Se non hai problemi a offrire certi servizi in cambio di denaro, forse potresti pensare di espandere la tua attività... Conosco il sito di un'agenzia che propone un servizio di accompagnatrici».
Sara rimase senza parole.
«Io non faccio la prostituta» gli rispose, quasi offesa. Nel frattempo però si rendeva conto di quanto fosse ipocrita indignarsi per un accostamento del genere.
«Non sono prostitute, sono escort di lusso! In questa città ci sono imprenditori disposti a spendere migliaia e migliaia di euro per portarti fuori a cena e sfoggiarti davanti ai colleghi».
«E per fare sesso con me».
«Certo, anche per fare... Senti, scusa, dimentica ciò che ho detto».
Alberto si alzò in piedi, genuinamente imbarazzato per avergliene parlato. Aveva paura di aver rovinato quella serata che per lui era stata così perfetta, Sara lo capì e non infierì. «Ti ho messo un asciugamano per gli ospiti di fianco alla doccia» si limitò a dirgli, spostandosi per farlo passare.
Mentre si sedeva al suo posto di fronte alla scrivania, riguardò quei numeri sullo schermo, ripensò a ciò che era successo quella sera, a come si era sentita. Ciò che le aveva appena proposto Alberto, però, era tutta un'altra cosa. Avrebbe mai potuto trovare il coraggio di imbarcarsi in una nuova avventura del genere? In quel momento il suo cervello le stava urlando "Non saresti mai in grado di farlo".
«Senti... - gli disse, appena prima che uscisse dalla stanza - Come hai detto che si chiama, questo sito?».
[Fine]
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