Sara, la Webcam Girl 9 - Sara e Alberto
di
LovelySara
genere
incesti
Aprendogli la porta, lo accolse con un sorriso caloroso. Non si erano più parlati realmente da quel confronto nel bar, anche se nel frattempo di cose tra i due ne erano successe. Sara voleva evitare un'atmosfera pesante o di imbarazzo, e si comportò come se nulla fosse accaduto. Da parte sua, anche Alberto stette al gioco. Neppure lui sapeva bene cosa aspettarsi da quell'invito a cena, anche se la foto discinta di sua zia che lo accompagnava gli faceva sperare che perlomeno si sarebbe divertito.
Notò che l'abbigliamento di lei non era dei più provocanti: una canotta nera, sexy ma non troppo aderente né scollata, e un paio di jeans di un azzurro molto chiaro. Un outfit casual, e d'altra parte sembrava proprio quello il mood della serata. Lui si era presentato solo leggermente più elegante, almeno per quelli che erano i suoi standard di diciottenne: camicia bianca stirata e jeans scuri.
Durante la cena parlarono di tante cose. A Sara era sempre piaciuto questo del nipote, nonostante la giovane età era sempre stato in grado di sostenere qualunque conversazione. Era un ragazzo che leggeva, curioso per natura, insomma un piacevole interlocutore.
Per tutto il corso della cena, tuttavia, nessuno dei due toccò l'argomento più scottante. Sara aveva cambiato idea mille volte da quando lui era arrivato, e non sapeva ancora che fare. Avrebbe messo una pietra sopra a quella relazione peccaminosa? Avrebbe stabilito dei paletti affinché potessero continuare a divertirsi senza oltrepassare i limiti? In alcuni momenti pensò addirittura che avrebbe finito per farci sesso lì, quella sera, sul suo divano.
Alla fine lei gli propose un caffè, ma lui rilanciò chiedendole se avesse del limoncello. Sapeva che era un liquore di cui Sara andava particolarmente ghiotta, ed effettivamente lei lo aveva in casa. Non la giudicò una cattiva idea, magari un po' di alcol le avrebbe dato il coraggio di affrontare l'argomento per cui lo aveva invitato a cena.
«Grazie di avermi permesso di assistere allo show, oggi» le disse lui, mentre prendeva il bicchierino dal vassoio che lei stava porgendo. Sara rimase spiazzata: non si aspettava che fosse lui a far notare per primo "l'elefante nella stanza", né che lo facesse proprio in quel momento.
Colta alla sprovvista, le uscì una risposta che se avesse potuto si sarebbe rimangiata volentieri: «Ti è piaciuto?».
Lui non le diede il tempo di rammaricarsene: «Certo, moltissimo... Sei davvero brava, non mi stupisce che in confronto alle altre tu ottenga molti più token».
«Ah, perché, guardi anche le altre?» disse Sara scherzando, ma tradendo allo stesso tempo una punta di sincera gelosia.
«Solo finché aspetto che tu ti connetta» provò subito a salvarsi in corner.
«Guarda che scherzo, non ti devi mica giustificare per questo... In fondo anch'io guardo le altre, ogni tanto».
«Davvero?».
«Certo... C'è sempre qualcosa da imparare!» scherzò Sara, per poi buttare giù tutto d'un fiato il bicchierino.
La sua risposta però la stupì non poco: «Beh, in effetti ci sono alcune cose su cui potresti migliorare un po'».
Lo fissò con gli occhi spalancati, senza riuscire a nascondere la sua incredulità nei confronti di tanta spavalderia.
«Scusa, non volevo offenderti - si affrettò a spiegare lui - Intendevo solo che, con qualche accortezza in più, secondo me potresti fare molti più soldi».
«Ah, sì? Per esempio?».
In quel momento, Sara non poteva nemmeno immaginare il vaso di Pandora che aveva appena scoperchiato con quella domanda.
Pochi minuti più tardi erano già nella sua stanza, il computer si stava accendendo. «Ti mostro quello che intendo, faccio prima» le aveva detto Alberto, e lei senza troppo pensare alle conseguenze aveva acconsentito a farlo entrare in quello che nelle ultime settimane era diventato il suo "ufficio". Sul tavolo aveva dimenticato un fallo di gomma, lo stesso con cui poche ore prima si era penetrata proprio davanti all'immagine virtuale del nipote. Lui sicuramente l'aveva visto, ma non aveva detto nulla. Si era seduto educatamente alla scrivania, e ora già armeggiava col mouse per aprire il browser e dirigersi su quel sito che entrambi conoscevano bene.
«Ecco, questa per esempio secondo me è una delle più brave, dal punto di vista "commerciale"» disse con tono di chi la sapeva lunga, indicando la pagina di una collega di Sara. Una ragazza russa, a giudicare dal nickname scritto con caratteri cirillici.
Una volta entrati nella chatroom, Alberto le fece vedere come la modella avesse inserito in descrizione una serie di ricompense. Una cosa che ogni tanto faceva anche Sara, ma certo non in maniera così dettagliata, sembrava quasi un menu del ristorante. Intanto sullo schermo la ragazza - una bionda dalla carnagione molto pallida, ma indubbiamente carina - era già tutta nuda che si accarezzava tra le gambe con un vibratore. L'immagine non lasciò indifferente Alberto, e Sara se ne accorse subito.
«Ti lascio solo per un po', se serve» gli disse, tradendo ancora una volta un pizzico di gelosia. Senza volerlo, il suo sguardo era andato a puntare sui pantaloni del nipote, ma in quella posizione era impossibile capire se avesse un'erezione. Lui comunque se n'era accorto, e non aveva accennato alcun movimento per coprirsi.
«Guarda, anche questo è importante» replicò, cambiando discorso. Le fece notare che sulla pagina profilo della modella era possibile scaricare diversi video, ognuno dei quali aveva un costo preciso in termini di token.
«Capisci? - le spiegò - Se tu carichi un video sexy, gli utenti possono acquistarlo in qualsiasi momento. In pratica, accumuli token anche quando sei offline».
Sara non si era neanche mai accorta di quella cosa, ma doveva ammettere che sembrava piuttosto interessante. «Di che tipo di video parliamo?» gli chiese, incuriosita.
«Beh, quelli che secondo me vendono di più sono quelli in cui c'è del sesso. Se per esempio ti riprendi mentre fai un pompino a qualcuno, puoi metterlo in vendita anche a 400 o 500 token, secondo me».
Sara guardò negli occhi suo nipote, quasi le scappava da ridere. Non lo aveva mai sentito usare un termine spinto come "pompino", e le faceva uno strano effetto.
«Se vuoi io... posso darti una mano. Cioè, se ti serve aiuto».
A questa successiva affermazione non riuscì a trattenerla, la risata.
«Fammi capire - gli rispose, senza imbarazzi - Mi hai appena chiesto di farti un pompino?».
In un attimo lui divenne tutto rosso, e provò a negare: «No, no, ma cosa hai capito?».
Sara gli accarezzò la fronte, intenerita. In quel momento suo nipote Alberto gli aveva ricordato molto l'utente Nirvana99. E la cosa la spinse a dargli più corda di quanto ne avesse intenzione: «Allora come potresti essermi di aiuto?».
Lui ci pensò un attimo, e poi trovò il coraggio di dirle: «Beh, per esempio con qualche idea per dei video. Oppure occupandomi delle riprese, se serve».
«Chissà perché, credo che a tua madre l'idea non piacerebbe». Sara disse queste parole e subito se ne pentì, non voleva tirare in ballo sua sorella ma per qualche motivo l'aveva fatto. Forse proprio per questo, quando Alberto tentò di sviare il discorso lei si ritrovò subito a dargli nuovamente corda.
«Facciamo una scommessa?» le disse.
«Che scommessa vuoi fare?».
«Giriamo un video e lo carichiamo sul tuo profilo. Se non ci fai mille token in un'ora, non toccherò più l'argomento».
«Uhm, e se invece a mille token ci arrivo?».
«A quel punto giriamo un altro video... Magari un po' più spinto... E facciamo una nuova scommessa».
Sara era intrigata, non poteva negarlo. Ma lei stessa si stupì quando dalla propria bocca sentì uscire senza esitazioni le parole «Va bene, ci sto».
Stabilirono le regole di comune accordo, come in una trattativa commerciale. Sarebbe stato un video abbastanza semplice e non troppo spinto, uno striptease. Sara acconsentì a farlo fino in fondo, cioè fino a rimanere nuda, ma non avrebbe assunto pose troppo provocanti o maliziose. Dal canto suo, Alberto avrebbe dovuto astenersi da qualsiasi commento: il suo compito era solo quello di riprendere. Usarono il telefono di lei, nonostante l'iniziale resistenza di lui. «Non mi pare opportuno che tu abbia un video del genere sul tuo telefono» gli aveva detto la zia, che aveva capito subito il suo intento. Non si cambiò neppure, decise che non voleva perdere altro tempo.
«Allora, pronta?» le chiese Alberto, che quasi non riusciva a credere di averla convinta a farlo. Lei però così pronta non era. Era come se solo in quel momento si fosse resa conto di dove quella cosa l'avrebbe portata.
«Magari un po' di musica aiuta?» suggerì il ragazzo, e indubbiamente lei la trovò un'ottima idea. Ma non bastava ancora, neppure le note che uscivano dallo stereo le facevano trovare il coraggio di iniziare.
«Vuoi che lo facciamo insieme?».
A Sara si illuminarono gli occhi. Eccolo, l'incentivo di cui aveva bisogno per vincere quell'improvvisa timidezza.
«Tu... lo faresti davvero?» gli chiese incerta.
In tutta risposta, Alberto si slacciò il primo bottone della camicia. «Per ogni indumento che togli tu, ne tolgo uno anch'io, ok?».
Fu l'ultima spinta che le serviva. Il sorriso che apparve sul suo volto accompagnò un leggero movimento delle anche, che in pochi secondi diventò una vera e propria danza. Slacciò il primo bottone dei jeans, poi il secondo, poi il terzo. Nel frattempo Alberto faceva lo stesso, anche se con una mano sola, visto che con l'altra reggeva il telefono per fare il video. Quando finì i bottoni, Sara si mise di spalle e con una lentezza studiata iniziò a far scendere il bordo dei jeans sui suoi glutei. In quel momento il nipote si accorse che indossava uno slip nero di pizzo, molto sensuale. Continuando a far scorrere i pantaloni sulla pelle scoprì anche le cosce, e poi giù fino ai polpacci. Nel frattempo si era girata leggermente per ammiccare alla telecamera, e aveva potuto godersi lo spettacolo del nipote che faceva lo stesso: anche per lui i jeans erano scesi fino alle caviglie.
Si girò, liberandosi dei pantaloni con un semplice passo laterale, e poi si avvicinò a lui, sempre guardando con occhi suadenti in camera. Quando fu a due passi, prese con le dita i lembi della canotta. E lentamente la alzò, scoprendo la pelle nuda centimetro dopo centimetro. Quando arrivò a scoprire i seni, contenuti a malapena in un reggiseno anch'esso nero di pizzo, Alberto non poté trattenere un sussulto.
Sara si sfilò la canotta dalla testa e la gettò a terra, risistemandosi poi i capelli biondi con un gesto della mano. Ora era rimasta in biancheria intima di fronte al nipote, il quale stava avendo invece qualche problema a slacciare i bottoni della camicia con una sola mano. Fu tentata di aiutarlo, ma il copione del video non lo prevedeva. Così riprese la propria danza ancheggiante, andando a posare entrambe le mani sui seni per una strizzatina che Alberto gradì moltissimo.
Poi si girò nuovamente, piegandosi in avanti per qualche secondo, per esporre meglio il proprio culo a favore di inquadratura. Iniziò ad armeggiare con il ferretto del reggiseno, sganciandolo in pochi secondi. Alberto ne fu ammirato, lui che invece si era sempre trovato in difficoltà a slacciare i reggiseni delle ragazze con cui era stato. Sara si voltò ancora e, tenendo su le coppe con un braccio, si sfilò prima una e poi l'altra bretellina. Nel frattempo Alberto era riuscito finalmente a slacciare l'ultimo bottone, e sempre senza dire una parola si liberò della camicia rimanendo in boxer. Sua zia non poté fare a meno di squadrarlo dalla testa ai piedi: era una situazione decisamente eccitante, non solo per le spalle ampie e il torace definito che ora le stava mostrando, ma anche e soprattutto per quell'erezione evidente all'interno delle mutande, che svettava fiera. Sembrava quasi che la punta potesse scappare fuori da un momento all'altro.
Senza ulteriori indugi, Sara abbassò le braccia portando con sé il reggiseno, e lasciando che le tette danzassero libere. A quella visione Alberto quasi impazzì, anche se cercò di non darlo a vedere. Neppure quando quello stesso reggiseno gli fu lanciato addosso da una Sara che ormai aveva perso tutti i freni inibitori.
Le sue mani andarono leste ad afferrare anche il bordo degli slip, che fece scendere dolcemente fino a sotto i glutei, di nuovo con il sedere a vantaggio dell'inquadratura. Poi, senza più usare le mani ma solo il movimento dei fianchi, li fece cadere fino a terra. Quando si voltò teneva una mano sul pube, ultimo impedimento prima di mostrarsi completamente nuda al nipote. Il quale intanto aveva provato a togliere i boxer, ma di nuovo incontrando delle difficoltà visto che non poteva usare entrambe le mani. Li aveva fatti scendere dietro e ai lati, ma lì davanti erano rimasti impigliati su quell'asta dura come il marmo.
Sara si avvicinò, ancheggiando ad ogni passo, e con le braccia andò a stringersi il seno dai lati, per farlo sembrare ancora più grande. Con lo sguardo invitò Alberto ad inquadrarla proprio lì, mentre ormai era a un solo passo da lui, e le sue mani già si stavano allungando per afferrare i boxer. Così fu, ne prese il bordo e con delicatezza aiutò il nipote a sbloccare quella situazione, scoprendo un cazzo durissimo e pulsante. Poi indietreggiò di qualche passo, senza staccare gli occhi da quell'arnese così invitante, mentre ormai il telefono la riprendeva completamente nuda. Si rese conto che doveva chiudere il video, e così portò una mano alle labbra e soffiò un bacio in direzione dell'obiettivo, per poi voltarsi e uscire a passi lenti dalla stanza.
«È stato fantastico!» esclamò Alberto dopo avere interrotto il filmato. Sentire la sua voce dal corridoio fu per Sara come un richiamo all'ordine. Fu per questo che prima di tornare dentro sgattaiolò in bagno, dove si infilò un accappatoio.
«Puoi rivestirti ora» gli disse tornando dentro, e non poté fare a meno di notare un'espressione di delusione sul volto del ragazzo. Lui non solo non pensava di doverlo fare così presto, ma soprattutto non si aspettava di ritrovarla già rivestita. Non volle però tirare troppo la corda, così si piegò e tirò nuovamente su i boxer, non prima di aver concesso qualche altro secondo a sua zia per guardarlo per bene. Aveva paura che fosse tutto già finito, ma fu felice di sentirle pronunciare queste parole: «L'ora parte nel momento in cui il video è online. Se guadagno più di mille token, possiamo farne un altro».
[continua...]
Notò che l'abbigliamento di lei non era dei più provocanti: una canotta nera, sexy ma non troppo aderente né scollata, e un paio di jeans di un azzurro molto chiaro. Un outfit casual, e d'altra parte sembrava proprio quello il mood della serata. Lui si era presentato solo leggermente più elegante, almeno per quelli che erano i suoi standard di diciottenne: camicia bianca stirata e jeans scuri.
Durante la cena parlarono di tante cose. A Sara era sempre piaciuto questo del nipote, nonostante la giovane età era sempre stato in grado di sostenere qualunque conversazione. Era un ragazzo che leggeva, curioso per natura, insomma un piacevole interlocutore.
Per tutto il corso della cena, tuttavia, nessuno dei due toccò l'argomento più scottante. Sara aveva cambiato idea mille volte da quando lui era arrivato, e non sapeva ancora che fare. Avrebbe messo una pietra sopra a quella relazione peccaminosa? Avrebbe stabilito dei paletti affinché potessero continuare a divertirsi senza oltrepassare i limiti? In alcuni momenti pensò addirittura che avrebbe finito per farci sesso lì, quella sera, sul suo divano.
Alla fine lei gli propose un caffè, ma lui rilanciò chiedendole se avesse del limoncello. Sapeva che era un liquore di cui Sara andava particolarmente ghiotta, ed effettivamente lei lo aveva in casa. Non la giudicò una cattiva idea, magari un po' di alcol le avrebbe dato il coraggio di affrontare l'argomento per cui lo aveva invitato a cena.
«Grazie di avermi permesso di assistere allo show, oggi» le disse lui, mentre prendeva il bicchierino dal vassoio che lei stava porgendo. Sara rimase spiazzata: non si aspettava che fosse lui a far notare per primo "l'elefante nella stanza", né che lo facesse proprio in quel momento.
Colta alla sprovvista, le uscì una risposta che se avesse potuto si sarebbe rimangiata volentieri: «Ti è piaciuto?».
Lui non le diede il tempo di rammaricarsene: «Certo, moltissimo... Sei davvero brava, non mi stupisce che in confronto alle altre tu ottenga molti più token».
«Ah, perché, guardi anche le altre?» disse Sara scherzando, ma tradendo allo stesso tempo una punta di sincera gelosia.
«Solo finché aspetto che tu ti connetta» provò subito a salvarsi in corner.
«Guarda che scherzo, non ti devi mica giustificare per questo... In fondo anch'io guardo le altre, ogni tanto».
«Davvero?».
«Certo... C'è sempre qualcosa da imparare!» scherzò Sara, per poi buttare giù tutto d'un fiato il bicchierino.
La sua risposta però la stupì non poco: «Beh, in effetti ci sono alcune cose su cui potresti migliorare un po'».
Lo fissò con gli occhi spalancati, senza riuscire a nascondere la sua incredulità nei confronti di tanta spavalderia.
«Scusa, non volevo offenderti - si affrettò a spiegare lui - Intendevo solo che, con qualche accortezza in più, secondo me potresti fare molti più soldi».
«Ah, sì? Per esempio?».
In quel momento, Sara non poteva nemmeno immaginare il vaso di Pandora che aveva appena scoperchiato con quella domanda.
Pochi minuti più tardi erano già nella sua stanza, il computer si stava accendendo. «Ti mostro quello che intendo, faccio prima» le aveva detto Alberto, e lei senza troppo pensare alle conseguenze aveva acconsentito a farlo entrare in quello che nelle ultime settimane era diventato il suo "ufficio". Sul tavolo aveva dimenticato un fallo di gomma, lo stesso con cui poche ore prima si era penetrata proprio davanti all'immagine virtuale del nipote. Lui sicuramente l'aveva visto, ma non aveva detto nulla. Si era seduto educatamente alla scrivania, e ora già armeggiava col mouse per aprire il browser e dirigersi su quel sito che entrambi conoscevano bene.
«Ecco, questa per esempio secondo me è una delle più brave, dal punto di vista "commerciale"» disse con tono di chi la sapeva lunga, indicando la pagina di una collega di Sara. Una ragazza russa, a giudicare dal nickname scritto con caratteri cirillici.
Una volta entrati nella chatroom, Alberto le fece vedere come la modella avesse inserito in descrizione una serie di ricompense. Una cosa che ogni tanto faceva anche Sara, ma certo non in maniera così dettagliata, sembrava quasi un menu del ristorante. Intanto sullo schermo la ragazza - una bionda dalla carnagione molto pallida, ma indubbiamente carina - era già tutta nuda che si accarezzava tra le gambe con un vibratore. L'immagine non lasciò indifferente Alberto, e Sara se ne accorse subito.
«Ti lascio solo per un po', se serve» gli disse, tradendo ancora una volta un pizzico di gelosia. Senza volerlo, il suo sguardo era andato a puntare sui pantaloni del nipote, ma in quella posizione era impossibile capire se avesse un'erezione. Lui comunque se n'era accorto, e non aveva accennato alcun movimento per coprirsi.
«Guarda, anche questo è importante» replicò, cambiando discorso. Le fece notare che sulla pagina profilo della modella era possibile scaricare diversi video, ognuno dei quali aveva un costo preciso in termini di token.
«Capisci? - le spiegò - Se tu carichi un video sexy, gli utenti possono acquistarlo in qualsiasi momento. In pratica, accumuli token anche quando sei offline».
Sara non si era neanche mai accorta di quella cosa, ma doveva ammettere che sembrava piuttosto interessante. «Di che tipo di video parliamo?» gli chiese, incuriosita.
«Beh, quelli che secondo me vendono di più sono quelli in cui c'è del sesso. Se per esempio ti riprendi mentre fai un pompino a qualcuno, puoi metterlo in vendita anche a 400 o 500 token, secondo me».
Sara guardò negli occhi suo nipote, quasi le scappava da ridere. Non lo aveva mai sentito usare un termine spinto come "pompino", e le faceva uno strano effetto.
«Se vuoi io... posso darti una mano. Cioè, se ti serve aiuto».
A questa successiva affermazione non riuscì a trattenerla, la risata.
«Fammi capire - gli rispose, senza imbarazzi - Mi hai appena chiesto di farti un pompino?».
In un attimo lui divenne tutto rosso, e provò a negare: «No, no, ma cosa hai capito?».
Sara gli accarezzò la fronte, intenerita. In quel momento suo nipote Alberto gli aveva ricordato molto l'utente Nirvana99. E la cosa la spinse a dargli più corda di quanto ne avesse intenzione: «Allora come potresti essermi di aiuto?».
Lui ci pensò un attimo, e poi trovò il coraggio di dirle: «Beh, per esempio con qualche idea per dei video. Oppure occupandomi delle riprese, se serve».
«Chissà perché, credo che a tua madre l'idea non piacerebbe». Sara disse queste parole e subito se ne pentì, non voleva tirare in ballo sua sorella ma per qualche motivo l'aveva fatto. Forse proprio per questo, quando Alberto tentò di sviare il discorso lei si ritrovò subito a dargli nuovamente corda.
«Facciamo una scommessa?» le disse.
«Che scommessa vuoi fare?».
«Giriamo un video e lo carichiamo sul tuo profilo. Se non ci fai mille token in un'ora, non toccherò più l'argomento».
«Uhm, e se invece a mille token ci arrivo?».
«A quel punto giriamo un altro video... Magari un po' più spinto... E facciamo una nuova scommessa».
Sara era intrigata, non poteva negarlo. Ma lei stessa si stupì quando dalla propria bocca sentì uscire senza esitazioni le parole «Va bene, ci sto».
Stabilirono le regole di comune accordo, come in una trattativa commerciale. Sarebbe stato un video abbastanza semplice e non troppo spinto, uno striptease. Sara acconsentì a farlo fino in fondo, cioè fino a rimanere nuda, ma non avrebbe assunto pose troppo provocanti o maliziose. Dal canto suo, Alberto avrebbe dovuto astenersi da qualsiasi commento: il suo compito era solo quello di riprendere. Usarono il telefono di lei, nonostante l'iniziale resistenza di lui. «Non mi pare opportuno che tu abbia un video del genere sul tuo telefono» gli aveva detto la zia, che aveva capito subito il suo intento. Non si cambiò neppure, decise che non voleva perdere altro tempo.
«Allora, pronta?» le chiese Alberto, che quasi non riusciva a credere di averla convinta a farlo. Lei però così pronta non era. Era come se solo in quel momento si fosse resa conto di dove quella cosa l'avrebbe portata.
«Magari un po' di musica aiuta?» suggerì il ragazzo, e indubbiamente lei la trovò un'ottima idea. Ma non bastava ancora, neppure le note che uscivano dallo stereo le facevano trovare il coraggio di iniziare.
«Vuoi che lo facciamo insieme?».
A Sara si illuminarono gli occhi. Eccolo, l'incentivo di cui aveva bisogno per vincere quell'improvvisa timidezza.
«Tu... lo faresti davvero?» gli chiese incerta.
In tutta risposta, Alberto si slacciò il primo bottone della camicia. «Per ogni indumento che togli tu, ne tolgo uno anch'io, ok?».
Fu l'ultima spinta che le serviva. Il sorriso che apparve sul suo volto accompagnò un leggero movimento delle anche, che in pochi secondi diventò una vera e propria danza. Slacciò il primo bottone dei jeans, poi il secondo, poi il terzo. Nel frattempo Alberto faceva lo stesso, anche se con una mano sola, visto che con l'altra reggeva il telefono per fare il video. Quando finì i bottoni, Sara si mise di spalle e con una lentezza studiata iniziò a far scendere il bordo dei jeans sui suoi glutei. In quel momento il nipote si accorse che indossava uno slip nero di pizzo, molto sensuale. Continuando a far scorrere i pantaloni sulla pelle scoprì anche le cosce, e poi giù fino ai polpacci. Nel frattempo si era girata leggermente per ammiccare alla telecamera, e aveva potuto godersi lo spettacolo del nipote che faceva lo stesso: anche per lui i jeans erano scesi fino alle caviglie.
Si girò, liberandosi dei pantaloni con un semplice passo laterale, e poi si avvicinò a lui, sempre guardando con occhi suadenti in camera. Quando fu a due passi, prese con le dita i lembi della canotta. E lentamente la alzò, scoprendo la pelle nuda centimetro dopo centimetro. Quando arrivò a scoprire i seni, contenuti a malapena in un reggiseno anch'esso nero di pizzo, Alberto non poté trattenere un sussulto.
Sara si sfilò la canotta dalla testa e la gettò a terra, risistemandosi poi i capelli biondi con un gesto della mano. Ora era rimasta in biancheria intima di fronte al nipote, il quale stava avendo invece qualche problema a slacciare i bottoni della camicia con una sola mano. Fu tentata di aiutarlo, ma il copione del video non lo prevedeva. Così riprese la propria danza ancheggiante, andando a posare entrambe le mani sui seni per una strizzatina che Alberto gradì moltissimo.
Poi si girò nuovamente, piegandosi in avanti per qualche secondo, per esporre meglio il proprio culo a favore di inquadratura. Iniziò ad armeggiare con il ferretto del reggiseno, sganciandolo in pochi secondi. Alberto ne fu ammirato, lui che invece si era sempre trovato in difficoltà a slacciare i reggiseni delle ragazze con cui era stato. Sara si voltò ancora e, tenendo su le coppe con un braccio, si sfilò prima una e poi l'altra bretellina. Nel frattempo Alberto era riuscito finalmente a slacciare l'ultimo bottone, e sempre senza dire una parola si liberò della camicia rimanendo in boxer. Sua zia non poté fare a meno di squadrarlo dalla testa ai piedi: era una situazione decisamente eccitante, non solo per le spalle ampie e il torace definito che ora le stava mostrando, ma anche e soprattutto per quell'erezione evidente all'interno delle mutande, che svettava fiera. Sembrava quasi che la punta potesse scappare fuori da un momento all'altro.
Senza ulteriori indugi, Sara abbassò le braccia portando con sé il reggiseno, e lasciando che le tette danzassero libere. A quella visione Alberto quasi impazzì, anche se cercò di non darlo a vedere. Neppure quando quello stesso reggiseno gli fu lanciato addosso da una Sara che ormai aveva perso tutti i freni inibitori.
Le sue mani andarono leste ad afferrare anche il bordo degli slip, che fece scendere dolcemente fino a sotto i glutei, di nuovo con il sedere a vantaggio dell'inquadratura. Poi, senza più usare le mani ma solo il movimento dei fianchi, li fece cadere fino a terra. Quando si voltò teneva una mano sul pube, ultimo impedimento prima di mostrarsi completamente nuda al nipote. Il quale intanto aveva provato a togliere i boxer, ma di nuovo incontrando delle difficoltà visto che non poteva usare entrambe le mani. Li aveva fatti scendere dietro e ai lati, ma lì davanti erano rimasti impigliati su quell'asta dura come il marmo.
Sara si avvicinò, ancheggiando ad ogni passo, e con le braccia andò a stringersi il seno dai lati, per farlo sembrare ancora più grande. Con lo sguardo invitò Alberto ad inquadrarla proprio lì, mentre ormai era a un solo passo da lui, e le sue mani già si stavano allungando per afferrare i boxer. Così fu, ne prese il bordo e con delicatezza aiutò il nipote a sbloccare quella situazione, scoprendo un cazzo durissimo e pulsante. Poi indietreggiò di qualche passo, senza staccare gli occhi da quell'arnese così invitante, mentre ormai il telefono la riprendeva completamente nuda. Si rese conto che doveva chiudere il video, e così portò una mano alle labbra e soffiò un bacio in direzione dell'obiettivo, per poi voltarsi e uscire a passi lenti dalla stanza.
«È stato fantastico!» esclamò Alberto dopo avere interrotto il filmato. Sentire la sua voce dal corridoio fu per Sara come un richiamo all'ordine. Fu per questo che prima di tornare dentro sgattaiolò in bagno, dove si infilò un accappatoio.
«Puoi rivestirti ora» gli disse tornando dentro, e non poté fare a meno di notare un'espressione di delusione sul volto del ragazzo. Lui non solo non pensava di doverlo fare così presto, ma soprattutto non si aspettava di ritrovarla già rivestita. Non volle però tirare troppo la corda, così si piegò e tirò nuovamente su i boxer, non prima di aver concesso qualche altro secondo a sua zia per guardarlo per bene. Aveva paura che fosse tutto già finito, ma fu felice di sentirle pronunciare queste parole: «L'ora parte nel momento in cui il video è online. Se guadagno più di mille token, possiamo farne un altro».
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