Schiava del sesso
di
Adele60
genere
esibizionismo
Non sono una slave. Non mi sottometto a un altro uomo o un'altra donna. Sono schiava di me stessa, delle mie voglie fin da ragazzina.
Il piacere che provo nell'usare e fare usare il mio corpo crea una dipendenza che non sono mai riuscita a contenere.
Anche quando mi sono innamorata, e credetemi lo sono stata, non ho mai saputo rinunciare a fare sesso, anche con sconosciuti, se si creava l'atmosfera un pò malata, un pò decadente del sesso consumato ai soli fini del piacere.
Ho iniziato presto a masturbarmi; già verso i 13 anni ho cominciato a provare piacere accarezzandomi. Guardando filmini o riviste mi sono fatta una cultura teorica. Sono arrivata a darmi da sola piacere, utilizzando prima le dita, poi sverginandomi da sola con una zucchina.
Ricordo come tremavo, fra il piacere e la paura, chiusa nel bagno mentre il resto della famiglia era in salotto a prendere il caffè.
Iniziai a frequentare i festini della scuola e lì mi feci una reputazione. Mi lasciavo baciare e palpare negli angoli più bui da chiunque ci provava. Massaggiavo cazzi fino a farli venire, poi iniziai ad inginocchiarmi. Ingoiavo per non sporcare e devo dire che gustavo quei sapori agrodolci.
A 15 anni avevo preso i cazzi di molti compagni anche delle classi superiori. Facevamo festini quasi tutti i sabato e non andavo mai a casa senza averne presi almeno tre o quattro.
Lo so che mi chiamavano puttana, ma non mi importava. Più ne ricevevo più ne avrei voluto riceverne. Sembravo una drogata, sentivo il bisogno di sempre qualcosa di più.
Ero molto ricercata, cominciarono ad invitarmi a casa per "fare i compiti". Finiva sempre che mi spogliavo mettendo in mostra un corpo ancora acerbo ma in effetti eccitante. Il seno già gonfio con i capezzoli ancora rosei, i glutei sodi e rotondi, le gambe affusolate.
Godevo anche nel mostrarmi. Erano sempre due o tre, mi piaceva sedermi davanti a loro, aprire le coscie e lasciarmi guardare mentre si segavano. Mi faceva impazzire di piacere prenderne in bocca uno ed esibirmi in un pompino con ingoio mentre gli altri facevano fatica a contenersi.
Mi lasciavo filmare, sapevo che si sarebbero scambiati i video; me li facevo inviare e mi masturbavo riguardandoli.
Lo so, non è sano. Ma mi eccita anche solo ricordare, sento i capezzoli premere contro il tessuto sottile della sottoveste....
Un pomeriggio tornai a casa passando dal garage verso la cantina per lasciare la spesa. Sentii dei rumori, degli ansimi. Mi avvicinai alla porta della cantina lasciata socchiusa e guardai dentro.
C'era il vicino del piano di sotto, un uomo sulla sessantina che si stava segando davanti ad una rivista porno.
Forse non avevo ancora 18 anni, ma chissenefrega, avevo macinato cazzi su cazzi.
Entrai e chiusi dietro di me la porta. Mi ci appoggiai, mentre mi accarezzavo le tette, scoprendole. Lui rimase quasi senza respiro per la sorpresa.
"Brutto maialino, vuoi fare l'egoista e goderti da solo quel ben di Dio?"
Fu un momento di smarrimento ma con un sogghigno mi disse di approfittarne senza ritegno.
Mi piegai per prendere in bocca quel cazzo ben formato e di buone dimensioni, e lo sentii sussultare. Gli feci un gran bel lavoro di bocca, ma lui non si lasciò venire.
Mentre lo lavoravo mi toccava, sentivo le sua mani esplorarmi e le dita entrarmi in figa.
Mi fece stendere e iniziò a leccarmi. Fu fantastico averlo sopra e mi sentii scoppiare quando mi infilzò per scoparmi.
Durò davvero tanto, mi portò all'orgasmo più volte. Ero davvero stremata quando finalmente anche lui venne.
Ero sudata e piena di umori che colavano, soddisfatta come non mai.
Mi disse che aveva sempre pensato che fossi una puttanella, ma non credeva fossi così aperta e disponibile.
Gli confessai la mia dipendenza, il bisogno di essere vista, esibita.
Iniziò la prima forma di relazione continuativa che ricordo.
Quella cantina fu nei mesi successivi la nostra alcova segreta.
Mi comprò una parrucca ed una mascherina e ogni volta che ci incontravamo filmava le nostre esibizioni.
anche lui indossava una maschera.
Fece ogni filmato da ogni inquadratura.
Io che succhiavo, lui che succhiava; lui che mi scopava con le dita, con gli oggetti e con il cazzo. Lui che mi inculava.
E' stato l'uomo che mi ha sverginato dietro e gli devo riconoscenza per avermi "aperto" nuove vie di piacere.
Pubblicava tutto in rete e quando riguardavamo le scene leggevamo i commenti, entrambi ci infoiavamo e scopavamo con ancora più ardore.
Quando uscivo con i miei compagni di scuola gli dicevo dove trovarmi e ci filmava di nascosto. In quei video non ero mascherata, ma non mi importava. Per punizione nell'avere preso un cazzo che non era il suo, dopo dovevo spompinarlo senza che lui mi facesse godere.
Con lui finì quando mi trasferii in città per lavoro.
Sono passati anni, ho continuato ad esibirmi ogni volta che ne ho avuto occasione e a prendere cazzi, ma ricordo con un filo di nostalgia quel rapporto.
Lui era innamorato della mia gioventù, io compiaciuta di avere trovato uno abbastanza porco da stare con me.
Col tempo ho imparato a stare anche per alcuni periodi "digiuna", ma non sono riuscita ad imparare la fedeltà
Il piacere che provo nell'usare e fare usare il mio corpo crea una dipendenza che non sono mai riuscita a contenere.
Anche quando mi sono innamorata, e credetemi lo sono stata, non ho mai saputo rinunciare a fare sesso, anche con sconosciuti, se si creava l'atmosfera un pò malata, un pò decadente del sesso consumato ai soli fini del piacere.
Ho iniziato presto a masturbarmi; già verso i 13 anni ho cominciato a provare piacere accarezzandomi. Guardando filmini o riviste mi sono fatta una cultura teorica. Sono arrivata a darmi da sola piacere, utilizzando prima le dita, poi sverginandomi da sola con una zucchina.
Ricordo come tremavo, fra il piacere e la paura, chiusa nel bagno mentre il resto della famiglia era in salotto a prendere il caffè.
Iniziai a frequentare i festini della scuola e lì mi feci una reputazione. Mi lasciavo baciare e palpare negli angoli più bui da chiunque ci provava. Massaggiavo cazzi fino a farli venire, poi iniziai ad inginocchiarmi. Ingoiavo per non sporcare e devo dire che gustavo quei sapori agrodolci.
A 15 anni avevo preso i cazzi di molti compagni anche delle classi superiori. Facevamo festini quasi tutti i sabato e non andavo mai a casa senza averne presi almeno tre o quattro.
Lo so che mi chiamavano puttana, ma non mi importava. Più ne ricevevo più ne avrei voluto riceverne. Sembravo una drogata, sentivo il bisogno di sempre qualcosa di più.
Ero molto ricercata, cominciarono ad invitarmi a casa per "fare i compiti". Finiva sempre che mi spogliavo mettendo in mostra un corpo ancora acerbo ma in effetti eccitante. Il seno già gonfio con i capezzoli ancora rosei, i glutei sodi e rotondi, le gambe affusolate.
Godevo anche nel mostrarmi. Erano sempre due o tre, mi piaceva sedermi davanti a loro, aprire le coscie e lasciarmi guardare mentre si segavano. Mi faceva impazzire di piacere prenderne in bocca uno ed esibirmi in un pompino con ingoio mentre gli altri facevano fatica a contenersi.
Mi lasciavo filmare, sapevo che si sarebbero scambiati i video; me li facevo inviare e mi masturbavo riguardandoli.
Lo so, non è sano. Ma mi eccita anche solo ricordare, sento i capezzoli premere contro il tessuto sottile della sottoveste....
Un pomeriggio tornai a casa passando dal garage verso la cantina per lasciare la spesa. Sentii dei rumori, degli ansimi. Mi avvicinai alla porta della cantina lasciata socchiusa e guardai dentro.
C'era il vicino del piano di sotto, un uomo sulla sessantina che si stava segando davanti ad una rivista porno.
Forse non avevo ancora 18 anni, ma chissenefrega, avevo macinato cazzi su cazzi.
Entrai e chiusi dietro di me la porta. Mi ci appoggiai, mentre mi accarezzavo le tette, scoprendole. Lui rimase quasi senza respiro per la sorpresa.
"Brutto maialino, vuoi fare l'egoista e goderti da solo quel ben di Dio?"
Fu un momento di smarrimento ma con un sogghigno mi disse di approfittarne senza ritegno.
Mi piegai per prendere in bocca quel cazzo ben formato e di buone dimensioni, e lo sentii sussultare. Gli feci un gran bel lavoro di bocca, ma lui non si lasciò venire.
Mentre lo lavoravo mi toccava, sentivo le sua mani esplorarmi e le dita entrarmi in figa.
Mi fece stendere e iniziò a leccarmi. Fu fantastico averlo sopra e mi sentii scoppiare quando mi infilzò per scoparmi.
Durò davvero tanto, mi portò all'orgasmo più volte. Ero davvero stremata quando finalmente anche lui venne.
Ero sudata e piena di umori che colavano, soddisfatta come non mai.
Mi disse che aveva sempre pensato che fossi una puttanella, ma non credeva fossi così aperta e disponibile.
Gli confessai la mia dipendenza, il bisogno di essere vista, esibita.
Iniziò la prima forma di relazione continuativa che ricordo.
Quella cantina fu nei mesi successivi la nostra alcova segreta.
Mi comprò una parrucca ed una mascherina e ogni volta che ci incontravamo filmava le nostre esibizioni.
anche lui indossava una maschera.
Fece ogni filmato da ogni inquadratura.
Io che succhiavo, lui che succhiava; lui che mi scopava con le dita, con gli oggetti e con il cazzo. Lui che mi inculava.
E' stato l'uomo che mi ha sverginato dietro e gli devo riconoscenza per avermi "aperto" nuove vie di piacere.
Pubblicava tutto in rete e quando riguardavamo le scene leggevamo i commenti, entrambi ci infoiavamo e scopavamo con ancora più ardore.
Quando uscivo con i miei compagni di scuola gli dicevo dove trovarmi e ci filmava di nascosto. In quei video non ero mascherata, ma non mi importava. Per punizione nell'avere preso un cazzo che non era il suo, dopo dovevo spompinarlo senza che lui mi facesse godere.
Con lui finì quando mi trasferii in città per lavoro.
Sono passati anni, ho continuato ad esibirmi ogni volta che ne ho avuto occasione e a prendere cazzi, ma ricordo con un filo di nostalgia quel rapporto.
Lui era innamorato della mia gioventù, io compiaciuta di avere trovato uno abbastanza porco da stare con me.
Col tempo ho imparato a stare anche per alcuni periodi "digiuna", ma non sono riuscita ad imparare la fedeltà
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E bravo il nonninoracconto sucessivo
Emozioni diverse
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