Il concerto

di
genere
sentimentali


Non avevo davvero nessuna voglia di andare a quel concerto. Uno di quei gruppetti che fanno musica pop contemporanea. Noiosissima e banalissima. Non volevo proprio andarci, ma me lo aveva chiesto il mio capo. Voleva che accompagnassi sua figlia. Aveva paura a mandarla da sola e siccome lui non avrebbe mai retto ad una serata tra ventenni , ha chiesto a me di farlo. Alice ha compiuto diciotto anni da pochi mesi e ancora non guida. "Vi accompagno io, tranquillo. Pago tutto io, anche i biglietti, ma per favore, voglio che tu stia con lei durante la serata. Per me è ancora una bambina e ho paura possa succederle qualcosa." "Ok...Capo... Ok" "Grazie Luca, ovviamente il giorno dopo potrai riposarti. Qui a lavoro ce la caveremo anche senza di te. La mia bambina viene prima del lavoro"
Accettai quasi esclusivamente per avere il giorno di riposo. Accettai anche perchè di questi tempi non posso rischiare di perdere il lavoro. Alice la conosco da quando aveva quindici anni. Molto simpatica, passa spesso in ufficio e talvolta scambiamo anche quattro chiacchiere sui nostri (diversissimi) gusti musicali. Abbiamo vent'anni di differenza e, per forza di cose, amiamo generi e gruppi diversi. Ho provato a farle ascoltare i Depeche Mode, o i Doors. Dapprima mi ha fatto una pernacchia, poi col tempo ha iniziato ad apprezzarli. Ovviamente però i suoi preferiti rimangono questi gruppetti contemporanei di cui nemmeno conosco il nome. Il concerto era un venerdì. Appena finito il turno di lavoro, corro a casa, giusto il tempo di cambiarmi e il cellullare squilla. E' il signor Giulio, sono già sotto casa. Alice è seduta avanti, io vado dietro. Durante il tragitto chiacchieriamo del più e del meno. Alice mi prende per il culo " Allora, mio padre ti ha incaricato di farmi da body guard stasera?" Io la guardo e sorrido. "Ma figurati, magari è la volta buona che riescono a convincermi di essere un gruppo musicale degno di questo nome" . Arriviamo davanti al palasport in perfetto orario. Scendiamo dall'auto e solo adesso mi accorgo dell'abbigliamento audace di Alice: indossa un paio di anfibietti ed un vestitino aderente di stoffa leggera beige, unica tinta con la gonna che le arriva poco sopra le ginocchia. Nello zainetto ha una coperta e uno striscione. "Guarda!" Mentre me lo dice, esce lo striscione dallo zaino e sventolandolo inizia a saltellare fiera urlando "Yeah! Yeah!". Io sorrido e la fisso un attimo sorpreso, non l'avevo mai vista vestita così provocante. Quando salta non posso far a meno di notare quanto sia diventato prosperoso il suo seno. Deve far girare la testa ai suoi amichetti, penso. Ora capisco perchè suo padre non vuol mandarla da sola in giro... Saluto il signor Giulio: "Ok ci vediamo a fine concerto. Io sarò qui fuori al posteggio alle 23.30". C'era davvero un mare di gente. Migliaia di teenager urlanti e in delirio. Luci, musica ad un volume altissimo. Spinte, piedi calpestati. Un caos totale. "Andiamo sotto il palco!" Mi urla! "Ma sei pazza? Ci sarà una calca umana! Ci schiacceranno!" Ma lei non vuol sentire ragioni e senza farmi finire di parlare mi prende per mano e inizia a trascinarmi "Dai andiamo! Ricorda che devi controllarmi!" Ride e senza che io possa dire nulla mi tira correndo. Inizia il concerto. Musica ad alto volume. Lei è eccitatissima e inizia a ballare. Ogni tanto si gira verso di me e canta a squarcia gola i brani di alcune canzoni. Siamo in mezzo a tantissima gente e gli spazi sono molto stretti. Lei sta davanti a me "Ricorda cosa ha detto il mio paparino: devi starmi appiccicata! Metti che qualche male intenzionato ci prova con me!". Scoppia a ridere e inizia a strofinarsi addosso. "Smettila! Ma che fai? Sei impazzita?" Le dico, respingendola. "Obbedisco agli ordini di papà, è stato lui a dirmi di starti appiccicata!" E ride forte di nuovo, riavvicinandosi a me. Approfittando della calca si piazza davanti ed inizia a strofinare il suo culo contro il mio pacco. Provo ancora a tenerla lontana, ma lei approfitta di ogni movimento della folla per strofinarsi a me. Puntuale ed inevitabile arriva l'erezione. Lei se ne accorge. Mi guarda maliziosa e ride. "Che cosa è successo? Ah ah". "Tu devi essere proprio pazza" le dico io, cercando di nascondere l'erezione. Mi era capitato di sospettare che lei avesse un debole per me. Era successo che durante le sue visite in ufficio avesse iniziato a chiedermi se avessi una fidanzata, se fossi impegnato, ma mai avrei pensato che potesse desiderarmi sessualmente. Se lo avessi sospettato, non avrei accettato di andare da solo con lei al concerto. "Dimmi la verità, sei stata tu a dire a tuo padre di farmi venire qui con te, vero?" "Nooo ma che dici? Iooo Noooo" ancora risate. "Tu sei proprio pazza, non ci sono più dubbi". Mi afferra per la mano e mi trascina fuori dalla folla. "Devo andare in bagno!" "E non puoi andarci da sola?". "No! Metti che c'è qualche male intenzionato!". Arriviamo in bagno, c'è un po' di gente prima di noi. Mentre siamo in fila lei continua a ballare e a fissarmi, continuando a strofinarsi maliziosa. E' il nostro turno. entriamo in bagno. Con un gesto felino mi sbatte con la schiena al muro e mi mette una mano sul cazzo da sopra i pantaloni. "Ma che cazzo fai? Alice!". Le prendo la mano e la spingo lontano. "Ma che c'è?" Mi dice lei. "Non ti piaccio?" "Ma cosa dici? Sei la figlia del mio capo, ti conosco da quando avevi 16 anni! Cosa significa che non mi piaci. Non è vero che non mi piaci. " . "E allora se ti piaccio perchè mi respingi?..." Si riavvicina e rimette la mano sul cazzo, iniziando a massaggiarlo da sopra i pantaloni. Io la osservo sospirando "Alice... dai... no... non si può... ". Afferro la sua mano, cercando di fermarla, ma lei continua a palparlo, lo massaggia lentamente. Lo fa molto bene, e non riesco a fermarla. Mi piace. Mi piace moltissimo. Diventa duro. "E si, mi sa proprio che ti piaccio...". So che dovrei fermarla, ma non ci riesco. Quella situazione è troppo eccitante. La lascio fare. Abbassa la cerniera dei pantaloni. Scosta i boxer e tira fuori il cazzo. Duro, palpitante, vigoroso. Sono eccitato e non riesco più a nasconderlo. Lei lo osserva... "Povero ..." Sussurra, mentre con la mano lo afferra dalla base e scende giu a massaggiare le palle. Mi sorride maliziosa. "Come va?" Mi chiede continuando a massaggiarmi i testicoli e iniziando a stringere la base del cazzo con l'altra mano... "Tu sei pazza". Riesco a sospirare prima di vederla inginocchiarsi davanti a me. Mi guarda dal basso verso l'alto inizando lentamente a segarmi il cazzo "Dici che sono pazza? Chissà...è possibile... Ora per esempio muoio dalla voglia di fare questo". Scappella il cazzo, tira fuori la lingua e inizia a dare leggeri colpi di lingua sul glande lucido, duro e rosso di eccitazione. Il calore umido della sua lingua mi manda in estasi, il cuore batte fortissimo. Il cazzo sobbalza ad ogni colpo di lingua. "Oh mio dio che cazzo stai facendo...."... Le accarezzo la testa. "Cosa c'è? Vuoi che mi fermi?". Mi dice sorridendo. Senza risponderle le afferro la testa e le ficco il cazzo in bocca. "Fai piano" le dico. Ho il cazzo nella bocca della figlia ventenne del mio capo. Se si viene a sapere in giro questa cosa, sono un uomo rovinato, ma lo stesso non riesco a fermarla. Con una mano mi accarezza le palle. Ma l'eccitazione viene interrotta: stringe forte e mi fa male "Ahi...!Fai piano ti ho detto!" La fermo ed esco il cazzo dalla sua bocca. Capisco che è ancora inesperta. "L'hai mai fatto prima?". Lei mi guarda e scoppia a ridere senza rispondere. "Allora? Lo hai mai succhiato prima di ora? Rispondimi". Lei sorride "No, con la bocca non l'ho mai fatto, solo con le mani. Volevo che tu fossi il primo. Il primo pompino della mia vita voglio farlo a te, dimmi come devo fare, starò attenta a non farti male, promesso". Le accarezzo il viso, prendo il cazzo dalla base e glielo strofino sulla bocca. "Apri le labbra e lascialo entrare, stai attenta ai non farlo toccare con i denti. Fammi sentire solo la tua lingua". Lei obbedisce. Ha smesso di ridere. Con una mano continuo a tenere la base del cazzo e con l'altra mano spingo la sua testa, guidandola nei movimenti. "Ora stringilo tra le labbra e succhialo... Si cosi... brava". Continua a succhiare, con le mani mi accarezza i fianchi e il culo. "Vai cosi.. aumenta...Stai andando benissim..." Riesco appena a finire la frase che esplodo nella sua bocca. Non riesco ad avvisarla e lo schizzo le arriva in gola, facendola tossire. Lo tiro fuori ma continua a spruzzare sul suo viso e per terra. "Cazzo, scusami... Non ho resistito". Lei sta ancora tossendo, ma ride. "Wow... mi stavi affogando!..." Mi accorgo che ha ingoiato un po'. Altro lo sputacchia per terra. "Mmm però... il gusto non è poi tanto brutto". Mi dice con le labbra ancora sporche di rivoli di sborra. "Tu sei proprio pazza, se tuo padre lo viene a sapere mi ammazza". Lei mi guarda e scoppia a ridere "Ma nessuno glielo dirà mai! Smettila di pensare a mio padre! Stai tranquillo.". Poi mi abbraccia e mi ringrazia. Stanno bussando alla porta, qualcuno deve andare al bagno. Rimetto il cazzo dentro ai pantaloni, lei si pulisce con un fazzolettino ed usciamo correndo. Torniamo al concerto tra gli occhi sbalorditi delle ragazze in fila.
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2019-08-29
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