Vacanze di Natale - Parte I

di
genere
incesti

«Ehi sorellina cosa stai facendo?»

Guardai le mie mani sporche di farina e tutti gli altri ingredienti che avevo sparso sul ripiano della cucina per preparare i biscotti speziati che amavo tanto, i gusci delle uova rotte e le varie spezie usate.
Non era poi così difficile immaginare che cosa avessi fatto e cosa stessi facendo tutt'ora. Ridacchiai fra me e me.

«I biscotti speziati, quelli che amo tanto. Anzi, mentre ci sei, mi prendi le varie formine e il matterello?»

Guardai con gli occhioni il mio adorato fratellone e poi gli soffiai un bacio, sapevo che cedeva sempre quando mi comportavo così e, vista la quantità enorme dell'impasto, potevo sempre condividerli con lui. Sapevo benissimo che erano anche i suoi preferiti.

«Ehi, cosa fai?»

Chiesi quando lo sentii aderire alla mia schiena e le sue mani sui fianchi, ma non sentii solo quello. Aveva un erezione poderosa che premeva senza ritegno contro le natiche, facendomi eccitare come non aveva fatto nessun ragazzo fino a quel momento. Ecco perché ero ancora vergine. Nessuno mi aveva mai fatto venire voglia di aprire le cosce, ma anzi, mi provocavano un senso di nausea tanto da farmi venire dei dubbi sulla mia sessualità.

«Mi eccita vederti preparare i biscotti, mi eccitano quei leggins così attillati e quel maglioncino con la fantasia natalizia che ti pende da una spalla e mi fa vedere chiaramente che tu sia senza reggiseno. Mi viene voglia di scoparti proprio qui, mentre le tue mani sono affondate nell'impasto.»

Le sue labbra si spostarono sull'orecchio, catturando il lobo facendomi rabbrividire e bagnare. Desideravo mi toccasse, volevo le sue mani ovunque e non solo quelle. Ma c'era un problema, un grosso problema. Non potevo desiderare tanto mio fratello, eppure eccomi qui con questo assurdo desiderio.

«E poi ti voglio da parecchio tempo, ma prima eri troppo piccola, non volevo di certo correre il rischio di traumatizzarti, anche se credo comunque di averlo fatto. Ma saperti li, che mi spiavi, cazzo, mi eccitava da morire.»

«Sapevi che ero li?»

Chiesi timida e ancora più timidamente mugolai quando, con uno strattone, mi abbassò leggins e mutandine sulle cosce. Subito le sue dita corsero sulla mia fighetta mentre riprese a strusciare il bacino contro le natiche ora nude, lo sentii armeggiare con la zip e il bottone dei jeans e dopo pochi istanti lanciai un urletto, di certo non mi aspettavo la punta del suo cazzo che spingeva contro l'ano. Quella fessura era ancora più inviolata della mia fighetta.

«Kiki non sei così silenziosa come pensi, soprattutto quando sei fuggita in camera tua per masturbarti e così quasi ogni notte. Tu ti sditalini pensando a me, io mi sego pensando a te. Cazzo se sei stretta.»

Mugugnai ancora di dolore quando si spinse un altro po' fra le mie natiche, mi mordicchiai il labbro inferiore mentre le sue mani si spostarono sui miei fianchi facendomi inclinare in modo che il mio busto e le braccia poggiassero sul ripiano, da quella posizione leggins e mutandine si arrotolarono ai miei piedi, mi aiutò a liberarmi di quell'inutile ingombro.
Arrossii e ansimai, ero nuda dalla vita in giù.

«Cazzo, speravo proprio che questo bel culo fosse vergine. Questo sarà il miglior natale in assoluto. Me lo sento! Come già mi immagino la tua bella boccuccia attorno al mio cazzo allo scoccare della mezzanotte a Capodanno.»

Dio che porco, pensai fra me e me, eppure la cosa mi eccitava. Mi eccitava pensare di averlo nella mia bocca con sopra di noi il vischio, oppure che mi scopasse davanti al caminetto mentre era vestito da Babbo Natale e io indossavo giusto il berretto del Babbo.
Quei pensieri mi fecero eccitare a dismisura, tanto che sentii la mia intimità gocciolare copiosamente e l'ano rilassarsi permettendogli così di affondare maggiormente in me.

«Sei un porco, ma mi piacerebbe farlo. Mi piacerebbe divorare il tuo cazzo, così come vorrei il tuo cazzo nella mia figa. Sai, anche lei è vergine.»

«Cazzo, così mi uccidi!»

Ridacchiai, ma poi strillati e piagnucolai. Si spinse totalmente in me, sfondandomi letteralmente. Lo fece ancora e ancora ritraendosi quasi totalmente e poi spingendosi con poderose spinte e, ogni volta, piagnucolai pregandolo di fare piano. Eppure se da una parte c'erano il dolore e il bruciore, dall'altra c'era il piacere che cresceva in me, volevo che mi prendesse in quel modo. Volevo essere marchiata indelebilmente dal suo cazzo e come se mi avesse letto nella mente arrivò una prima sculacciata, poi una seconda e una terza. Aveva marchiato anche la mia pelle, ma non gli bastò. Spostò quella stessa mano sulla mia fighetta, la colpì ripetutamente, tanto che sentii il clitoride andare a fuoco. Ma quello che entrambi sentimmo non furono solo il rumore della mano che si abbatte sulla carne tenera, bensì il rumore di bagnato e in seguito i miei gemiti sempre più rumorosi.
«Vergine e troia, questo mi mancava sorellina.»

«Non fare lo stronzo Dave.»

Borbottai offesa, anche se sapevo bene che aveva pienamente ragione visto che fino a quel momento praticamente non mi ero fatta toccare da nessuno. Figurarsi farsi inculare e schiaffeggiare la fica rischiando di venire seduta stante.

«Shh, lo so che ti piace. Ti piace fare la troietta per il tuo fratellone.»

Le sue parole vennero accompagnate dai movimenti delle sue dita. Una mano si insinuò nel maglione stringendomi un seno, l'altra scivolò nuovamente fra le mie cosce. Mi schiaffeggiò ancora la passera facendomi contorcere e poi quelle stesse dita si spostarono per raggiungere la vagina ancora inviolata, ma che grondava umori. Spinge la punta del dito dentro e dopo qualche istante ne aggiunse un secondo andando decisamente più a fondo. Sentii l'imene protestare, ma al tempo stesso presi a dondolare il bacino cavalcando le sue dita. Si, avevo decisamente bisogno che mi scopasse.
Avevo bisogno di essere sua.

«E soprattutto così vogliosa, non le basta essere inculata.»

«Ti prego..»

Mormorai, ma non sapevo nemmeno io cosa volessi e poi arrivò l'ennesima poderosa spinta che mi fece urlare e infine sentii il suo seme schizzare in profondità. Le sue dita si sfilarono dalla mia vagina e le portò alla mia bocca, le premette sulle labbra. Presi a leccarle, succhiarle assaporando così i miei stessi umori. Mi scopò la bocca, sfilandole solamente quando le ripulii totalmente.
Si sfilò da me e si allontanò, lasciandomi insoddisfatta e dolorante. Ma soprattutto incredula per quello che era successo. Intanto il suo seme mi colava dall'ano, imbrattandomi le cosce.
Rimasi li per diversi istanti con la fica che pulsava dolorosamente per il bisogno di essere soddisfatta, mentre il culo faceva decisamente male.
Corsi in camera, mi liberai del maglione e mi misi di fronte al mio specchio, con le mani afferrai le natiche allargandole e vidi l'ano decisamente dilatato e arrossato, per non parlare del seme che ancora colava copioso.

«Non ho ancora finito con te e tu scappi..»

Lo vidi scuotere la testa mentre mi veniva vicino spingendomi sul letto facendomi cadere di schiena. Senza troppi complimenti mi allargò le cosce e riporto le due dita sulla mia vagina mentre il pollice premeva sul clitoride. Le spinse dentro, mi accarezzo le pareti di quel canale e poi nuovamente prese a premere contro l'imene facendomi piagnucolare. Ma non si fermò, continuò a scoparmela per bene facendomi contorcere dal piacere. Non avevo mai provato nulla di simile. Era perfetto, mi sembrava di essere in paradiso.

Fine prima parte!
scritto il
2019-11-14
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