I caduti - capitolo 16
di
Babi
genere
sentimentali
Il concilio dopo aver discusso a fondo della questione, accettò d’investire per la prima volta nella sua storia una donna, Lillian, dei poteri che Daniel aveva rifiutato.
Fu una riunione lunga e densa di discussioni fra i membri, sopratutto quando Lord Scott, riferì le cose per cui li aveva convocati. Non tutti i membri sembravano d’accordo sull’unione che proponevano, ma senza esse, ben due famiglie di caduti sarebbero rimaste senza eredi di sangue puro, quindi alla fine, loro malgrado, accettarono ogni punto.
Lillian, sebbene avesse ottenuto più di quanto aveva sperato, si sentiva confusa, non le sembrava di aver vinto, più che altro aveva la sensazione d’essere caduta in una trappola. Ma di chi? Probabilmente Daniel con quella sua decisione, aveva creduto di liberarla dall’impegno preso con Lord Scott? Ma se così era, come poteva non aver pensato che ora, il solo modo per avere degli eredi per gli Hamilton sarebbe stato quello di unirsi comunque con un altra famiglia? Se Lillian avesse avuto figli da Daniel, questi non avrebbero potuto ereditare un posto nel concilio. No, Daniel non l’aveva fatto per lei e non lo aveva fatto nemmeno per Charlotte. A Lillian era bastato vedere l’espressione della Gran Sacerdotessa per capire che non era al corrente della decisione di suo fratello.
Non appena finita la riunione, Lillian andò a cercare Daniel. Era già partito ed il suo cellulare era spento.
“Cazzo!!” Imprecò.
Lord Scott l’aspettava nella sua camera da letto, per convalidare la loro unione. Scopare con lui era l’ultima cosa di cui aveva voglia in quel momento.
“Immagino che tuo fratello ci abbia fregato entrambe..” disse Charlotte ferma sulla porta.
“Io credo abbia fregato solo se stesso…” disse Lillian avvicinandosi a lei.
“Spero di poterti parlare in privato prima della mia partenza.” Disse Charlotte.
“Io invece spero di non rivedere mai più la tua faccia…” disse Lillian, “ma sappiamo entrambe che non sarà possibile… ora dovrei andare da mio marito…” disse Lillian.
Charlotte si spostò dalla porta, per poterla far passare.
“Prego… Lord Scott sarà ansioso d’ingravidare la sua nuova e giovane moglie…”
Lillian non le disse nulla. Le passò davanti senza nemmeno guardarla.
Giunta agli appartamenti privati di Lord Scott, si fermò sulla porta, un istante. Fece un lungo respiro. Non poteva andare peggio della sua prima notte con James… pensò.
“Solo poche ore fa, non eri nessuno… ora sei un membro del concilio e la mia consorte…” disse Lord Scott quando entrò, porgendole un bicchiere di vino.
Lei lo prese.
“Nessuna donna prima di te, aveva mai avuto questa carica..” disse lui guardandola. “Bevi… contiene un filtro che ti renderà mille volte più fertile…”
“Mi fa piacere sentirlo... prima rimarrò incinta e prima potrò ripartire per New York… ora è quello il mio posto.” Disse lei, guardando il contenuto di quel bicchiere.
“Sono d’accordo… e ti consiglio, appena tornata a casa, di capire per prima cosa, il vero motivo per cui tuo fratello ha rinunciato alla sua carica…”
Lillian bevve in un sorso il vino . Aveva un retrogusto amarognolo…
“Lo so... non è buono... ho dovuto berlo anche io... ma il suo effetto è davvero piacevole.” Disse lui, toccandosi l’erezione che aveva dentro ai pantaloni. “Sento le palle così gonfie e piene ...come se non scopassi da secoli…”
“Allora è il caso di non farti aspettare ancora...“ disse lei, posando il bicchiere sul mobile ed avvicinandosi a Lord Scott.
“Non chiedo di meglio…” sorrise lui, guardando le mani di Lillian slacciargli lentamente i pantaloni.
Lord Scott le afferrò i seni coperti solo dalla leggera seta di nera di cui era fatto il suo abito, inziando a stringerli con decisione.
Lillian infilò la mano dentro ai boxer dell’uomo, impugnando il cazzo già durissimo.
“Hai davvero un bel cazzo...” disse mentre con l’altra mano gli abbassava i boxer.
“E tu sei brava a prendertene cura..” disse l’uomo strappandole la scollatura del vestito, per scoprirle i seni.
“La delicatezza non è una dote di famiglia.” Pensò Lillian, mentre lui riprese a giocare con i suoi seni ormai completamente scoperti...
“Sto per scoparmi la figlia di Edward Hamilton…” le disse prendendole fra le dita entrambi i capezzoli ed inziando a pizzicarli, per poi avvicinare le labbra e succhiarli, prima uno e poi l’altro con vigore, quasi fino a far provare più dolore che piacere a Lillian.
“Inginocchiati sulla poltrona…”disse spingendola verso essa.
Lillian lo fece, girandosi verso lo schienale ed appoggiando i gomiti ad esso.
“Ora vediamo quante volte riesci a farmi sborrare…” le disse sollevandole la gonna fin sopra alla vita.
“Queste non servono a niente… mia moglie non deve mai portare le mutande…” disse strappandogliele, poi chinandosi su di lei , all’orecchio le sussussurrò:
“Devi sempre essere pronta a farti scopare… è il compito di una brava compagna…”
Lillian poteva sentire il cazzo di Lord Scott strusciarsi contro la sua figa, mentre l’uomo aveva ripreso a palparle le tette.
Era davvero una sensazione stranamente piacevole, sentire quell’erezione. Forse era merito del elisir che aveva bevuto... ma iniziava a desidere quel cazzo dentro di lei.
“Mettimelo dentro…” disse gemendo.
Lord Scott le afferrò con le mani i fianchi.
“Sei già in calore... senti quanto sei fradicia…” disse entrando piano dentro di lei “...fradicia e stretta... ooooh siiiii... una figa meravigliosa…” grugnì, spingendolo dentro fino alle palle.
Lillian iniziò a gemere, muovendo i fianchi sul quel grande cazzo duro, che sembrava riempirla completamente.
“Oooh si così bambina… ooooh quanto ti piace il mio cazzooo...” diceva lui dando piccole stoccate ancora più profonde.
“Zitto e scopami…” disse lei gemendo.
A quel punto Lord Scott come se lei lo avesse sfidato iniziò a darle colpi potenti e profondi, alternando la velocità..
Ansimavano e gemevano.
Il loro istinto animalesco era stata svegliato da ciò che avevano bevuto... qualsiasi cosa avesse messo il clan in quell’intruglio era meraviglioso. Lillian non aveva mai provato un piacere così animale ed ancestrale.
Scoparono per ore e vennero entrambi più di una volta. Il cazzo di Lord Scott, sembrava avere intenzione di rimanere duro per tutta la notte, ed ogni volta, sembrava riempirla talmente di sborra, da farla andare in estasi.
Alla fine si ritrovarono sdraiati sul letto, esausti e finalmente appagati.
“Spero tu ne abbia ancora di quell’elisir… non ho mai goduto così...” disse Lillian, rimanendo sdraiata a pancia in sù, su quell’immenso letto, mentre Lord Scott scivolava accanto a lei.
“Se tutto è andato come mi ha promesso la sacerdotessa, fra nove mesi sarai la madre del nuovo erede.” disse esausto.
“Voglio abbia anche il mio cognome.” disse lei guardandolo.
“Certo.” disse lui. “Ora vai nella tua camera… mi piace dormire da solo.” Disse poi, prendendo una sigaretta dal comodino.
Lillian si alzò, poi lo guardò ancora nudo e sdraiato su quel letto.
“La Gran sacerdotessa ha chiesto di parlarmi in privato...” gli disse cercando di infilarsi ciò che rimanva del suo vestito, che Lord Scott nell’eccitazione, aveva stracciato.
“Interessante… scopri cosa vuole dirti e poi riferiscimelo...” disse lui.
“Se riguarda mio fratello, voglio occuparmene personalmente...” disse lei.
“voglio dormire… ora va” le disse, come se lei fosse una delle tante persone che poteva comandare.
Lillian uscì, pensando a quanto le sarebbe piaciuto svegliarsi il giorno dopo e scoprire che Lord Scott era morto …
Gregory gli aveva detto che Amylee, subito dopo essere andata via dall’istituto era andata a casa.
A New York erano quasi le due di notte e probabilmente lei stava già dormendo e quando raggiunse Gregory sotto casa di Amylee, Daniel non era più così certo di volerle raccontare ogni cosa… a cosa le sarebbe servito? Magari le avrebbe solo dato una responsabilità troppo grande da poter portare… magari lei sarebbe stata meglio senza sapere d’essere L’illuminata, forse avrebbe potuto proteggerla senza doverle dire ogni cosa... o magari aveva solo bisogno di dormire… gli sembrava di non riposare da settimane.
“Ora può spiegarmi che sta succedendo?” chiese Gregory.
“La sola cosa che posso dirti è che non sono più nel concilio… è davvero l’unica cosa che so...” disse Daniel.
“Capisco...” disse Gregory. “E la ragazza in quell’appartamento ha avuto un ruolo?”
“Forse…” disse Daniel guardando le finestre della casa di Amylee.
“Le posso dare un consiglio signore?” Chiese Gregory.
“Immagino che da oggi puoi chiamarmi Daniel…” disse lui guardandolo.
“Di tutta la sua famiglia lei era il solo membro che meritasse rispetto…”
“Questo non è un consiglio...” sorrise Daniel.
“No, ma è il motivo per cui vorrei darvelo… io non credo che Dio vi abbia dato questa forma mortale per punirvi… ma piuttosto che vi abbia concesso il libero arbitrio… è stata solo vostra la decisione di privarvene con tutte le regole che vi siete imposti… segua il suo istinto Daniel… dovunque la porterà...”
“Al momento farlo non sembra avermi portato molto lontano…” disse Daniel.
“Ne è sicuro? … Voleva liberarsi del concilio… mi sembra ci sia riuscito... nessuno si aspetta più niente da lei… e se vuole far perdere le sue tracce… sappiamo entrambi dove andare… se hanno nascosto Amylee Duncan per 24 anni… immagino che le Isole Aran possano essere anche la sua nuova casa.”
“Non voglio nascondermi dal concilio…voglio solo nascondere lei al Clan… e per quello, non credo ci sia un posto sulla terra che possa esserci d’aiuto… comunque grazie... ora va a riposare…”
“Vada lei a dormire qualche ora... rimarrò qui io a controllare che Amylee non riceva visite strane…”
“No… Gregory... da qui ci penso da solo. Chiunque arriverà al mio posto, ti fara molte domande..”
“Come vuole... signore… per qualsiasi cosa mi chiami...” disse l’uomo, congedandosi da Daniel.
Pochi istanti dopo stava suonando il campanello di Amylee.
“Sei già tornato?”chiese lei aprendogli la porta e sorridendogli con il viso mezzo assonato.
“Vestiti... ti voglio portare in un posto...” le disse lui.
Quello sarebbe stato il primo posto in cui Charlotte li avrebbe cercati.
“Adesso?! Sono le due di notte?!” sorrise lei, “non mi ci puoi portare domani?”
Fu una riunione lunga e densa di discussioni fra i membri, sopratutto quando Lord Scott, riferì le cose per cui li aveva convocati. Non tutti i membri sembravano d’accordo sull’unione che proponevano, ma senza esse, ben due famiglie di caduti sarebbero rimaste senza eredi di sangue puro, quindi alla fine, loro malgrado, accettarono ogni punto.
Lillian, sebbene avesse ottenuto più di quanto aveva sperato, si sentiva confusa, non le sembrava di aver vinto, più che altro aveva la sensazione d’essere caduta in una trappola. Ma di chi? Probabilmente Daniel con quella sua decisione, aveva creduto di liberarla dall’impegno preso con Lord Scott? Ma se così era, come poteva non aver pensato che ora, il solo modo per avere degli eredi per gli Hamilton sarebbe stato quello di unirsi comunque con un altra famiglia? Se Lillian avesse avuto figli da Daniel, questi non avrebbero potuto ereditare un posto nel concilio. No, Daniel non l’aveva fatto per lei e non lo aveva fatto nemmeno per Charlotte. A Lillian era bastato vedere l’espressione della Gran Sacerdotessa per capire che non era al corrente della decisione di suo fratello.
Non appena finita la riunione, Lillian andò a cercare Daniel. Era già partito ed il suo cellulare era spento.
“Cazzo!!” Imprecò.
Lord Scott l’aspettava nella sua camera da letto, per convalidare la loro unione. Scopare con lui era l’ultima cosa di cui aveva voglia in quel momento.
“Immagino che tuo fratello ci abbia fregato entrambe..” disse Charlotte ferma sulla porta.
“Io credo abbia fregato solo se stesso…” disse Lillian avvicinandosi a lei.
“Spero di poterti parlare in privato prima della mia partenza.” Disse Charlotte.
“Io invece spero di non rivedere mai più la tua faccia…” disse Lillian, “ma sappiamo entrambe che non sarà possibile… ora dovrei andare da mio marito…” disse Lillian.
Charlotte si spostò dalla porta, per poterla far passare.
“Prego… Lord Scott sarà ansioso d’ingravidare la sua nuova e giovane moglie…”
Lillian non le disse nulla. Le passò davanti senza nemmeno guardarla.
Giunta agli appartamenti privati di Lord Scott, si fermò sulla porta, un istante. Fece un lungo respiro. Non poteva andare peggio della sua prima notte con James… pensò.
“Solo poche ore fa, non eri nessuno… ora sei un membro del concilio e la mia consorte…” disse Lord Scott quando entrò, porgendole un bicchiere di vino.
Lei lo prese.
“Nessuna donna prima di te, aveva mai avuto questa carica..” disse lui guardandola. “Bevi… contiene un filtro che ti renderà mille volte più fertile…”
“Mi fa piacere sentirlo... prima rimarrò incinta e prima potrò ripartire per New York… ora è quello il mio posto.” Disse lei, guardando il contenuto di quel bicchiere.
“Sono d’accordo… e ti consiglio, appena tornata a casa, di capire per prima cosa, il vero motivo per cui tuo fratello ha rinunciato alla sua carica…”
Lillian bevve in un sorso il vino . Aveva un retrogusto amarognolo…
“Lo so... non è buono... ho dovuto berlo anche io... ma il suo effetto è davvero piacevole.” Disse lui, toccandosi l’erezione che aveva dentro ai pantaloni. “Sento le palle così gonfie e piene ...come se non scopassi da secoli…”
“Allora è il caso di non farti aspettare ancora...“ disse lei, posando il bicchiere sul mobile ed avvicinandosi a Lord Scott.
“Non chiedo di meglio…” sorrise lui, guardando le mani di Lillian slacciargli lentamente i pantaloni.
Lord Scott le afferrò i seni coperti solo dalla leggera seta di nera di cui era fatto il suo abito, inziando a stringerli con decisione.
Lillian infilò la mano dentro ai boxer dell’uomo, impugnando il cazzo già durissimo.
“Hai davvero un bel cazzo...” disse mentre con l’altra mano gli abbassava i boxer.
“E tu sei brava a prendertene cura..” disse l’uomo strappandole la scollatura del vestito, per scoprirle i seni.
“La delicatezza non è una dote di famiglia.” Pensò Lillian, mentre lui riprese a giocare con i suoi seni ormai completamente scoperti...
“Sto per scoparmi la figlia di Edward Hamilton…” le disse prendendole fra le dita entrambi i capezzoli ed inziando a pizzicarli, per poi avvicinare le labbra e succhiarli, prima uno e poi l’altro con vigore, quasi fino a far provare più dolore che piacere a Lillian.
“Inginocchiati sulla poltrona…”disse spingendola verso essa.
Lillian lo fece, girandosi verso lo schienale ed appoggiando i gomiti ad esso.
“Ora vediamo quante volte riesci a farmi sborrare…” le disse sollevandole la gonna fin sopra alla vita.
“Queste non servono a niente… mia moglie non deve mai portare le mutande…” disse strappandogliele, poi chinandosi su di lei , all’orecchio le sussussurrò:
“Devi sempre essere pronta a farti scopare… è il compito di una brava compagna…”
Lillian poteva sentire il cazzo di Lord Scott strusciarsi contro la sua figa, mentre l’uomo aveva ripreso a palparle le tette.
Era davvero una sensazione stranamente piacevole, sentire quell’erezione. Forse era merito del elisir che aveva bevuto... ma iniziava a desidere quel cazzo dentro di lei.
“Mettimelo dentro…” disse gemendo.
Lord Scott le afferrò con le mani i fianchi.
“Sei già in calore... senti quanto sei fradicia…” disse entrando piano dentro di lei “...fradicia e stretta... ooooh siiiii... una figa meravigliosa…” grugnì, spingendolo dentro fino alle palle.
Lillian iniziò a gemere, muovendo i fianchi sul quel grande cazzo duro, che sembrava riempirla completamente.
“Oooh si così bambina… ooooh quanto ti piace il mio cazzooo...” diceva lui dando piccole stoccate ancora più profonde.
“Zitto e scopami…” disse lei gemendo.
A quel punto Lord Scott come se lei lo avesse sfidato iniziò a darle colpi potenti e profondi, alternando la velocità..
Ansimavano e gemevano.
Il loro istinto animalesco era stata svegliato da ciò che avevano bevuto... qualsiasi cosa avesse messo il clan in quell’intruglio era meraviglioso. Lillian non aveva mai provato un piacere così animale ed ancestrale.
Scoparono per ore e vennero entrambi più di una volta. Il cazzo di Lord Scott, sembrava avere intenzione di rimanere duro per tutta la notte, ed ogni volta, sembrava riempirla talmente di sborra, da farla andare in estasi.
Alla fine si ritrovarono sdraiati sul letto, esausti e finalmente appagati.
“Spero tu ne abbia ancora di quell’elisir… non ho mai goduto così...” disse Lillian, rimanendo sdraiata a pancia in sù, su quell’immenso letto, mentre Lord Scott scivolava accanto a lei.
“Se tutto è andato come mi ha promesso la sacerdotessa, fra nove mesi sarai la madre del nuovo erede.” disse esausto.
“Voglio abbia anche il mio cognome.” disse lei guardandolo.
“Certo.” disse lui. “Ora vai nella tua camera… mi piace dormire da solo.” Disse poi, prendendo una sigaretta dal comodino.
Lillian si alzò, poi lo guardò ancora nudo e sdraiato su quel letto.
“La Gran sacerdotessa ha chiesto di parlarmi in privato...” gli disse cercando di infilarsi ciò che rimanva del suo vestito, che Lord Scott nell’eccitazione, aveva stracciato.
“Interessante… scopri cosa vuole dirti e poi riferiscimelo...” disse lui.
“Se riguarda mio fratello, voglio occuparmene personalmente...” disse lei.
“voglio dormire… ora va” le disse, come se lei fosse una delle tante persone che poteva comandare.
Lillian uscì, pensando a quanto le sarebbe piaciuto svegliarsi il giorno dopo e scoprire che Lord Scott era morto …
Gregory gli aveva detto che Amylee, subito dopo essere andata via dall’istituto era andata a casa.
A New York erano quasi le due di notte e probabilmente lei stava già dormendo e quando raggiunse Gregory sotto casa di Amylee, Daniel non era più così certo di volerle raccontare ogni cosa… a cosa le sarebbe servito? Magari le avrebbe solo dato una responsabilità troppo grande da poter portare… magari lei sarebbe stata meglio senza sapere d’essere L’illuminata, forse avrebbe potuto proteggerla senza doverle dire ogni cosa... o magari aveva solo bisogno di dormire… gli sembrava di non riposare da settimane.
“Ora può spiegarmi che sta succedendo?” chiese Gregory.
“La sola cosa che posso dirti è che non sono più nel concilio… è davvero l’unica cosa che so...” disse Daniel.
“Capisco...” disse Gregory. “E la ragazza in quell’appartamento ha avuto un ruolo?”
“Forse…” disse Daniel guardando le finestre della casa di Amylee.
“Le posso dare un consiglio signore?” Chiese Gregory.
“Immagino che da oggi puoi chiamarmi Daniel…” disse lui guardandolo.
“Di tutta la sua famiglia lei era il solo membro che meritasse rispetto…”
“Questo non è un consiglio...” sorrise Daniel.
“No, ma è il motivo per cui vorrei darvelo… io non credo che Dio vi abbia dato questa forma mortale per punirvi… ma piuttosto che vi abbia concesso il libero arbitrio… è stata solo vostra la decisione di privarvene con tutte le regole che vi siete imposti… segua il suo istinto Daniel… dovunque la porterà...”
“Al momento farlo non sembra avermi portato molto lontano…” disse Daniel.
“Ne è sicuro? … Voleva liberarsi del concilio… mi sembra ci sia riuscito... nessuno si aspetta più niente da lei… e se vuole far perdere le sue tracce… sappiamo entrambi dove andare… se hanno nascosto Amylee Duncan per 24 anni… immagino che le Isole Aran possano essere anche la sua nuova casa.”
“Non voglio nascondermi dal concilio…voglio solo nascondere lei al Clan… e per quello, non credo ci sia un posto sulla terra che possa esserci d’aiuto… comunque grazie... ora va a riposare…”
“Vada lei a dormire qualche ora... rimarrò qui io a controllare che Amylee non riceva visite strane…”
“No… Gregory... da qui ci penso da solo. Chiunque arriverà al mio posto, ti fara molte domande..”
“Come vuole... signore… per qualsiasi cosa mi chiami...” disse l’uomo, congedandosi da Daniel.
Pochi istanti dopo stava suonando il campanello di Amylee.
“Sei già tornato?”chiese lei aprendogli la porta e sorridendogli con il viso mezzo assonato.
“Vestiti... ti voglio portare in un posto...” le disse lui.
Quello sarebbe stato il primo posto in cui Charlotte li avrebbe cercati.
“Adesso?! Sono le due di notte?!” sorrise lei, “non mi ci puoi portare domani?”
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
I Caduti - capitolo 15racconto sucessivo
Ho decisamente bisogno di un caffé
Commenti dei lettori al racconto erotico