Saldi

di
genere
saffico

Come ogni anno ricevo dall’outlet del quale sono una buona cliente, l’ invito a visitare il negozio prima che incomincino ufficialmente i saldi. Devo comperarmi un tubino nero e questo è il momento che aspettavo. Il negozio si rivolge solo alla clientela femminile e più volte ho notato che tutte le commesse, rigorosamente in pantaloni e giacca scura, non sono mai delle strafighe, anzi hanno sempre un corpo con qualche difetto. Chi è un pò grassa, chi ha un culo grosso o basso, chi è troppo magra, chi non ha seno o ne ha troppo. Credo sia una scelta aziendale per fare in modo che le clienti si trovino a loro agio senza farsi troppi problemi per il proprio stato fisico. La presenza di una strafiga potrebbe rendere frustrante la visita in negozio ed allontanare clienti. Mi faccio accompagnare da mio marito il quale ha due compiti da svolgere. Poichè è consentito di portarsi in camerino di prova solo 3 capi alla volta, dovrà fare la spola per restituire i tre capi e prenderne altri tre da provare, inoltre, con il suo occhio ipercritico, dovrà dirmi se il capo che vorrei comperare mi fa qualche difetto. Il negozio ha nel centro 20 camerini, io però uso uno dei due che si trovano in fondo e che sono più larghi e più tranquilli oltre ad avere nelle vicinanze una comoda poltroncina sulla quale mio marito può accomodarsi. Scelgo i primi tre vestiti, poi provo altri tre ed alla fine decido che uno potrebbe fare il caso mio se ci fosse la taglia superiore. Mio marito riferisce la richiesta ad una commessa la quale lo va a prendere in magazzino. Entra nel camerino dove io sono in mutande e reggiseno per consegnarmi il vestito da provare. Lei aspetta fuori poi scosta la tenda e mi chiede come va. Ho qualche perplessità sul fatto che vesta bene ma lei mi fa presente che è il mio reggiseno che non è adatto al tipo di vestito e va a vedere se è disponibile uno di forma adeguata . Ritorna avvertendomi che ha trovato solo uno di misura inferiore che potrebbe comunque servire per la prova. Con qualche imbarazzo, tolgo il mio per sostituirlo con l’altro. Sono abituata a stare nuda in spiaggia, ma questa esibizione delle mie tette mi da una sensazione diversa. D’ altra parte, chiederle di uscire sarebbe ridicolo e girarmi per darle la schiena sarebbe inutile perché la cabina ha un grande specchio su ogni parete che riflette tutto il mio corpo. Indosso il nuovo reggiseno, la commessa gentilmente me lo aggancia dietro ma è un po' piccolo per la mia quasi quarta misura. Cerco di far entrare il più possibile le tette con varie manovre mentre la commessa osserva e cerca di rendersi utili dandomi continui consigli. Questo continuo toccarmi le tette davanti un’estranea incomincia, mio malgrado, ad eccitarmi come ben evidenziato dai capezzoli che si sono notevolmente rizzati. Finalmente si trova una sistemazione soddisfacente e posso indossare il vestito. La commessa mi dice di evitare di fare troppi movimenti perchè il seno potrebbe uscire di nuovo e si offre di vestirmi lei. Con delicatezza mi fa entrare nel vestito, lo chiude dietro ed entrambe guardiamo lo specchio. Mi sta abbastanza bene davanti ma cade male sul lato B. la commessa che capisce subito la mia perplessità mi dice che quel tipo di abito va portato senza l’intimo e, visto che i miei movimenti sono limitati dal reggiseno sottodimensionato, si offre di togliermi lei le mutande. Lo fa con discrezione e delicatezza,senza apparente imbarazzo, mentre io ho il volto sempre più arrossato per l’eccitazione. Quando le mutande sono all’altezza delle caviglie solleva un piede per volta per farle uscire poi si alza, le apre come se dovesse stenderle ad asciugare, le piega accuratamente e le appoggia vicino alla mia borsetta. Il vestito cade meglio e nel farmelo notare, fa scorrere ripetutamente le mani sul mio culo. Vedendomi ancora non del tutto convinta, propone di provare un abito molto simile che veste in maniera un po' diversa essendo fatto da un’altra casa. Ritorna in camerino con l’abito e si accinge ad aiutarmi a togliere quello che indossavo. Apre la cerniera, fa scivolare la parte superiore dell’abito, le mie tette si sono leggermente spostate ed entrambi i capezzoli sono fuori dal dal reggiseno. Sistemo nuovamente il tutto e lei abbassa il vestito per farmi uscire. Sotto sono nuda e mi aspetto che esca ma mi rendo anche conto che senza il suo aiuto non posso cambiare l’abito. Noto che lei non batte ciglio, il vestito scende scoprendo la mia fica totalmente depilata. Ormai la mia eccitazione è forte, se mi mettesse una mano tra le gambe verrei subito. Molto professionalmente invece mi aiuta ad indossare il nuovo vestito, mi fa notare come il seno sia ben valorizzato ( leggera palpatina ) e dietro cada perfettamente ( palpatina al lato B ). Sono convinta, esco per avere anche il parere di mio marito che approva. Rientro in camerino, la commessa ha preso dall’attaccapanni il primo vestito, si fa dare anche il secondo per portarlo in cassa. Le restituisco il reggiseno rimanendo completamente nuda, ormai ho perso i freni inibitori. Lei esce, io devo rivestirmi. Recupero le mie mutande e vado subito a controllare se ci sono tracce della mia fica bagnata. Ci sono e lei sicuramente lo ha notato anche se ha fatto finta di nulla. Vorrei asciugarmi la fica ma appena la sfioro con un fazzolettino sento il mio clitoride gonfio. Mi siedo e mi masturbo, l’orgasmo arriva subito, mi rivesto e vado in cassa a pagare. La commessa salutandomi mi sorride e mi invita a ritornare presto.

scritto il
2020-01-03
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