Cristina
di
mimma_goose
genere
incesti
Cristina è mia figlia. Ha da poco compiuto 18 anni ed è un po’ introversa. Infatti non ha ancora un ragazzo né lo aveva mai avuto quindi sono arrivato anche a pensare che fosse lesbica. Era da diverso tempo, ormai che mi faceva tirare il cazzo un casino. E lei lo sapeva bene.
Man mano cresceva diventava sempre più sexy, avevo cominciato a vederla sotto un occhio diverso e si stava sviluppando completamente; ha una 4^ di seno e un corpicino morbido, con un sedere pazzesco a mandolino su cui avevo fantasticato molte volte, immaginando di annusare le sue chiappette e la sua rosellina, per poi sfondare con il mio cazzo il suo buchetto facendola gridare per il dolore e finendo per versarle dentro la sua fica tutta la mia sborra, ma come detto erano solo fantasie.
È quasi la fine di luglio. Siamo a casa di mia sorella per il compleanno della figlioletta e sinceramente mi stavo annoiando. Poi vedo Cristina entrare in casa assieme alla cugina e a sperare che il tempo non passasse più. Eravamo arrivati separatamente a casa di mia sorella.
Indossa una mini in jeans e delle ballerine nere, che a me fanno impazzire, mentre la canottiera riesce a stento a contenere il suo seno che sembrava voler fuoriuscire e i capezzoli gonfi premono contro la stoffa; ero imbambolato a guardarla che nemmeno sentivo che mi parlava.
— Ehi, papa… ti senti bene?
Dopo un attimo di sbigottimento le dico che sto bene, così Cristina si avvicina e la bacio sulla guancia ma le sue mani, che stringevano i miei fianchi, me lo fanno diventare durissimo e Cristina se ne accorse, perché si ritrova con l’erezione che puntava sulla pancia così mi guarda e mi sorride.
— Papà… — sussurra al mio orecchio. — Controllati, per favore…
Mi siedo vicino a lei per la cena e appena potevo guardavo le sue gambe che quella mini lasciavano scoperte, tanto che ad un certo punto per un movimento un po’ brusco si solleva troppo e mi permette di vedere il suo perizoma e la sua fichetta… e mi ritrovo nuovamente con il cazzo duro che premeva nei pantaloni e la cappella che mi faceva un male pazzesco.
Cosa avrei dato per poterla prendere per i capelli e spingerle la testa sul cazzo per farle leccare tutta l’asta per poi sborrarle in bocca e invece dovevo subire il tutto passivamente.
Arriva il caffè e Cristina si alza per andare un attimo in camera della cugina così decido di andare in bagno con la speranza che ci debba andare anche lei e si metta a spiarmi; così una volta in bagno mi metto in piedi davanti al wc e faccio in modo che potesse spiarmi, vedendo bene il mio cazzo duro e scappellato e infatti dopo un attimo sentii un “oh” silenzioso.
Cristina come pensavo mi stava spiando così mi girai verso la porta e cominciai a scappellarlo piano in modo che potesse vedere bene la scena e magari sgrillettarsi.
Dopo un po' esco e torno a tavola. Cristina era rossissima in volto e continuava a fissarmi, cercavo di vedere se le si sollevasse la mini e per vedere se era bagnata, ma niente. Così mi faccio audace e mentre nessuno ci guarda faccio scivolare la mano sulle sue cosce (complice anche la tovaglia che nasconde) sperando che non si mettesse a gridare, altrimenti mi sarei sputtanato davanti a tutti e invece lei allarga le gambe favorendo l'azione della mia mano. Sento infatti che il perizoma è fradicio… ed anche il suo pelo. Mi sa che si è tirata un ditalino veloce la porcellina.
Cristina, poi, prende dolcemente la mia mano e la sposta sulla mia gamba.
Finita la cena, la mia nipotina, che aveva compiuto otto anni, mi chiede se voglio vedere la sua cameretta nuova.
Rispondo di sì.
La bimba è contentissima e la piccola chiede a mia figlia di venire insieme a me. Una volta dentro, i pupazzetti, peluche e bambole varie mi fanno immaginare Cristina sdraiata sul letto con un orsacchiotto tra le mani, che usa il morbido pelo per masturbarsi la fica. Mi riscuoto a fatica dalla fantasia.
— Davvero bella, Alice. Hai una bellissima cameretta.
Mi siedo sul letto a guardare la mia nipotina giocare assieme a mia figlia.
Dopo un poco mi stufo anche di quello e ritorno in sala. C'è tutto il parentado… i miei genitori, mia sorella col marito e i figli (che hanno già 21 e 23 anni e nonostante l'età sono stati obbligati a partecipare), e naturalmente, visto che siamo a casa loro, anche l'altra mia sorella. Ed io e mia figlia.
Io ho divorziato da quindici anni, perché la mia ex moglie, se n'è andata di casa con l'amante ragazzino che si scopava allora, e mia figlia è stata affidata a me.
Ne ho piene le scatole di queste feste… Sempre la stessa storia… Mangiare, chiacchiere vuote, discorsi senza costrutto (soprattutto di calcio e la relativa campagna acquisti delle squadre), e i miei genitori che quasi si addormentano sul divano.
Vorrei tanto potermene andare. Poi, mia sorella (la madre della festeggiata) lancia la bomba. È incinta da quattro mesi. L'avevo vista, infatti, un po' rotondetta, ma pensavo fosse solo ingrassata un po'.
Faccio buon viso e mi congratulo con lei ed il marito. Altre feste in futuro… Evviva… penso sconsolato.
Restiamo ancora per un'oretta, poi chiedo a Cristina se possiamo tornare a casa. Lei acconsente. Finalmente! Salutiamo tutti e torniamo a casa nostra. Almeno lì posso sognare in santa pace la fica di mia figlia.
Mi riscuote ancora la sua voce.
— Oh… mi senti? — mi tocca il braccio lei.
Ritorno in me. Uffa!
— Dimmi, che c'è.
— Secondo te sono bella?
Eh?!!! E da quando vuole sentire la mia opinione in merito?
Sono stralunato.
Vorrei tanto risponderle “Cristina sei bellissima, non bella. Se non fossi mia figlia ti butterei sul letto e ti scoperei in tutti i buchi possibili, passerei ore a leccarti la fica, ti infilerei senza più toglierla la lingua nel buchetto… e anche in molti altri posti”
Invece me ne sto zitto.
— Ti ho spiato in bagno prima ho visto il tuo cazzo… Sapevo che eri dotato, ma complimenti davvero. È grossissimo… Com’è largo…
— Non avresti dovuto farlo.
— E tu non avresti dovuto farmelo vedere. Ti sei pure girato per mostrarmelo! E poi mi hai anche toccato! Cosa credi che sarebbe successo se qualcuno ti avesse visto? Te l'ho detto più di una volta, papà. Puoi sognare quanto vuoi, ma cerca di contenerti.
— È una parola… — cerco di scusarmi. — Però, anche tu… Eri fradicia! Comincio a credere che anche tu fai pensieri sessuali su di me!
Lei diventa bordò e prende a fissare il pavimento. Annuisce.
— Quando ti ho visto in bagno, a casa degli zii, non ho potuto fare a meno di sentirmi eccitata anche io.
Poi risolleva lo sguardo, titubante.
— Pa'… me lo faresti vedere un secondo? Voglio vedere la cappella da vicino.
— Cristina questo no, non voglio oltrepassare quel limite. Un conto è guardare occasionalmente. Ma così…
— Solo un minuto ti prego, me lo fai vedere? Mi fai vedere la cappella e basta, ti prego!
Cedo.
— Ok, ma solo un attimo però e comunque non devi toccarmelo.
Mi abbasso i pantaloni della tuta e resto con gli slip gonfiati dal cazzo duro. Sono grosso, ma il mio cazzo non è esagerato: quando è in tiro arriva quasi a 18 cm per un diametro di 4 cm.
Prima di riuscire ad abbassare anche gli slip, lo ha già fatto Cristina e mi sta toccando il cazzo strofinando il dito sulla cappella.
Non riesco nemmeno a parlare. Avrei voluto tirarmi indietro, ma non riesco più a muovermi. Rimango immobile a subire.
— Uhm… com’è grosso… non riesco nemmeno a tenerlo in mano… che cazzo che hai, papà! — disse continuando a toccarlo e facendo ora scivolare la mano sull’asta scappellandolo piano per vedere da vicino la cappella che si scopre e si ricopre, facendomi sentire un piacere sottile, molto, molto intenso.
Guardo il suo viso innocente, con la sua mano che stringe il cazzo massaggiandolo piano nella sega più bella alternando la mano al dito che scivolava sulla cappella da cui cominciava a fuoriuscire liquido.
Da come me lo aveva chiesto, capisco che era la prima volta che Cristina teneva in mano un cazzo, era curiosissima lo guardava mentre si scappellava, lo fissava mentre dalla fessura usciva il liquido. Sembrava in trance nel vedere quel liquido bagnando tutta la cappella.
— Com’è caldo… è davvero bello. Mi piace, mi piace tanto.
Mi appoggio alla scrivania e allargo le gambe permettendo a Cristina di vedere anche le palle gonfie di sborra.
Le mie fantasie stanno prendendo il sopravvento. Ormai nulla più mi frena. Tento il tutto e per tutto.
— Cristina… adesso che lo hai visto… perché non provi a leccarlo e farmi sentire come sei brava? Perché non mi fai un pompino?
Lei mi guarda.
— Non ho mai provato. Non ho mai leccato un cazzo. E se poi non lo faccio bene? Ho visto farlo solo nei film porno.
— Prova a baciarlo, vedrai che ti viene spontaneo poi fare il pompino — le dissi avvicinando il cazzo alla sua dolce bocca. Dopo un attimo di esitazione, comincia a leccarlo roteando la lingua sulla cappella mentre l’altra mano scivola leggera sulle palle piene e durissime. Le massaggia, le carezza stringendole piano nella mano procurandomi un piacere che, attraversando le palle, arriva al cazzo e sale su per la schiena facendomi provare un brivido indescrivibile.
Si stacca per un attimo e smette di leccarlo, la guardo e, pensando che non lo voglia più leccare, le chiedo: — Non ti piace leccarlo?
— Sì, ma mi è entrato un pelo in bocca — mi dice mentre cerca di sputarlo. — Mi piace moltissimo il tuo cazzo e le tue palle… Sono pazzescamente dure — mi dice massaggiando con la mano il sacchetto dei testicoli.
— Allora continua a leccarle se ti piace — le dico con voce roca dal desiderio. — Prova anche a mettere in bocca uno dei testicoli e a succhiarlo…
Si rituffa sulle palle facendo scivolare leggera la punta della lingua, segando il cazzo con la mano, stringendolo, quasi che sembrasse volesse strapparmelo dall’inguine. Quando poi prende a succhiarmi i testicoli, ci manca poco che le sborro addosso. La guardo mentre mi fa godere e da inesperta mi sta segando il cazzo guardandolo, si vede che la eccita vedere il cazzo da vicino e guardarmi quando verrò.
Ormai non mi curo più di niente. Le prendo la testa e la tengo ferma, spingendole tutto il cazzo in bocca. Quasi subito tossisce, perché l'ho spinto troppo in fondo, ma ormai sto sborrando, sta arrivando l’orgasmo, sto per svuotare le palle nella sua bocca. Fremo e per il piacere non riesco a stare fermo, le sto scopando la bocca con dei movimenti decisi.
— Cristina sto per venire… sto per sborrare…
Si stacca dal mio cazzo ma continuando a segarlo si solleva maglietta e reggiseno, scoprendo il suo seno abbondante su cui fanno capolino due enormi capezzoloni scuri. È il colpo di grazia.
— Sborra papà… sborra, voglio vedere quando ti esce… sborra… dai, dai…
— Fa attenzione, allora…
— Sì, fammi vedere quando esce — dice continuando a segarmi il cazzo più velocemente quasi impazzita.
— Oh sì… Cristina sì… oh… ecco… ecco… dai… dai continua… così continua… fammela più forte… sì… fammi uscire tutta la sborra dai coglioni… oh… dai… dai.
Mi lascio andare al torpore. Mi si chiudono quasi gli occhi dall'ebbrezza.
Cristina si mette davanti alla cappella ormai gonfia e paonazza segando forte. I primi due schizzi abbondanti le arrivano sulla faccia mentre gli altri li dirige sul seno spruzzandosi i capezzoloni e le tettone, spalmandosela, strofinando la cappella sulla sua pelle morbida e calda, e facendomi impazzire davanti alla visione dei capezzoli ricoperti di sborra.
Cristina è estatica…
— Che bello è stato vedere uscire la sborra dal tuo cazzo! Non l’avevo mai visto prima! Non ho mai fatto sborrare un maschio. Anche se una volta ci sono andata vicino… ho fatto una sega a uno, ma non ha sborrato perché siamo stati interrotti. È stato davvero bello. Ho le mutandine bagnatissime e sono venuta senza neanche toccarmi.
E io che pensavo che non avesse mai toccato un cazzo…
Si alza e la abbraccio, la stringo forte a me.
— Anche a me è piaciuto tantissimo, tesoro mio. Figurati che ho il cazzo ancora duro…
Il mio cazzo duro preme contro la sua fica e se non ci fosse il perizoma, avrebbe avuto tutto il mio cazzo piantato nel ventre in due secondi, tanto è bagnata e vogliosa. Le sollevo la gonnellina. Passo la mano da dietro facendola scivolare sul solco del culetto arrivando sul davanti alla sua passerina. È fradicia… fradicissima… sta colando umori caldi che mi riempiono la mano, faccio scorrere un po’ il dito sulla sua fichetta, l'ho inumidito per bene, lo punto sulla rosellina del suo culetto e glielo infilo tutto, ma dopo poco mi ferma.
— Basta… basta… se continui vengo ancora… non farmelo nel culo mi fai venire… — non finisce la frase che serra le gambe e muovendo un po’ il bacino contro la mia mano e viene.
È frastornata, non si regge in piedi tanto è stato devastante l'orgasmo che ha appena provato, i capezzoli sono durissimi come le areole del resto, larghissime e scure.
— Andiamo in camera tua, papà, voglio sentire quanto è bello averti dentro.
Ormai era partita anche lei. Voleva solo godere.
— Sei vergine Cristina? — le chiedo titubante, pensando di osare troppo.
— Sì papà, ma mi hai fatto venire una gran voglia e poi è meglio se la fichetta me la sfondi tu, piuttosto che un estraneo. Con un cazzo fantastico come il tuo sono sicura che godrò tantissimo. L'importante è che fai piano quando entri dentro. Sei grosso…
— Va bene, tesoro.
Prendo Cristina per mano e andiamo in camera mia. Una volta lì, tiro indietro il copriletto e ci spogliamo. Mi siedo sul bordo del letto e il cazzo è già duro e svettante. Prendo Cristina per una mano e la tiro verso di me.
In piedi di fronte a me, vedo bene che il pelo in mezzo alle gambe è lucido di umori.
— Vieni, piccola siediti in braccio a me. Baciami, voglio la tua lingua.
Cristina si siede sulle mie gambe, con le ginocchia ai miei fianchi. I suoi capezzoli gonfi sfregano contro i miei. Sento sul mio cazzo la sua fichetta carnosa e umida, ed io mi ritrovo di nuovo con la cappella turgida e paonazza che non vede l’ora di entrare nella sua fica calda e giovane. Sento il mio cazzo venire impiastricciato dai suoi umori, secreti in abbondanza.
— Oh… che meraviglia…
— Cosa pa'?
— Tutto quanto amore… Le tue tette ancora piene della mia sborra… la tua fica fradicia… il tuo culetto… Tutto quanto, piccola mia…
— Vuoi anche il mio culetto, papà?
— Anche quello, amore mio… prima o poi te lo faccio… hai visto che hai goduto quando ti ho messo il dito prima… Ma ora voglio la tua la fica… amore mio…
Le mie mani scorrevano ovunque: sui fianchi, sulle tette, sulle cosce accanto a me… sulla schiena…
— Cavoli… non credevo che saremmo riusciti ad arrivare a questo punto… me lo fai facendo tirare da matti, amore mio… così sei bona… da far paura, mi sa che faresti resuscitare anche un morto.
— Ma ti piaccio così tanto?
— Sì, mi fai eccitare un casino… guarda il mio cazzo… sta scoppiando, guarda la cappella com’è rossa e dura, il taglio è allargato al massimo tanto è gonfia…
— Uhm… poverino bisogna dargli tanti, tanti bacini a questo bel cazzone.
— Dopo, amore… Prima ti voglio scopare, ma dimmi se ti fa male quando ti svergino ok?
— Come vuoi, papà…
Ribalto Cristina con le spalle sul materasso. La tiro per le gambe, mettendole il sedere sul bordo del letto. Io mi inginocchio sul tappeto, l'altezza è quella giusta. Le sollevo le gambe, spalancandogliele, infilo le braccia sotto le ginocchia e mi avvicino col cazzo alla sua fica. Riesco ad infilare la cappella tra le labbra senza problemi. È fradicia ed il cazzo sta continuando ad espellere liquido. Mi spingo lentamente un po' dentro, e avverto che la cappella viene circondata dal calore della sua fica. Un delirio… Spingo un po' di più, ma il suo imene non vuole saperne di lacerarsi, procurandole dolore e un po' di fastidio anche a me. Ma non intendo proprio rinunciare, con il rischio che cambi idea. Così cerco di spingere il cazzo dentro con più decisione. Spingo e ritraggo il cazzo da dentro di lei, cercando di forzare sempre un po' di più ogni volta. Cristina si lamenta per il dolore. Allora la prendo per i fianchi e con un movimento brusco la tiro forte verso di me. Sento lo strappo sulla cappella. Finalmente l’imene si lacera ed io sprofondo in lei. Cristina urla per il dolore lancinante che sta provando.
— Ahia… toglilo… toglilo… smettila di scoparmi… fermati… togli il cazzo… mi fa male… mi hai sverginato… mi hai sverginato… — urla piangendo — non riesco più a tenerlo dentro! Mi fa male!
Mi spingo dentro tutto, toccando il fondo. E poi resto immobile.
— Resisti piccola mia… Tra poco il dolore passa, vedrai.
Lei piange ancora un po'. Restando dentro di lei, tiro leggermente la pelle che circonda il mio cazzo. Mi accorgo che sono impregnate di sangue.
Sorrido… Ho finalmente sverginato mia figlia.
— Tutto bene? — le chiedo dopo quasi due minuti che sono dentro di lei.
Lei annuisce. Ormai il dolore è un ricordo lontano. Mi sorride.
— Sei dentro, vero? Il tuo cazzo è dentro di me?
— Sì, amore mio. Adesso comincio a muovermi, così potrai sentirlo per davvero…
Con movimenti lenti, lo tiro fuori tutto. Voglio godermi la vista del mio cazzo sporco del suo sangue.
— Oh… è fantastico… — non posso trattenermi dall'esprimere i miei sentimenti.
— Cosa, pa'?
— Il mio cazzo! Guardalo… È tutto sporco di sangue! Sembra quasi che ti ho scopato mentre hai il mestruo!
Cristina si appoggia sui gomiti e mi osserva. Sorride al cazzo e poi mi guarda negli occhi. Il suo sorriso si fa più deciso e poi si sdraia nuovamente sul letto.
Rituffo il cazzo nella sua fica. Sfrego con movimenti lenti, alternati a movimenti più veloci e pesanti. Non voglio perdermi la visione del mio cazzo che entra ed esce dalla sua fichetta in calore.
Cristina non si lamenta più da un pezzo… ora sono solo gemiti di apprezzamento.
Mi muovo sempre più freneticamente; le pareti della sua fica continuano ad avvolgere e a stringere sempre più spesso il mio cazzo che ormai è pronto alla sborrata. Avverto, infatti, quelle microscopiche contrazioni che mi avvertono che lo sperma inizia a risalire dai testicoli… Mi muovo ancora un po', poi mi blocco nel profondo della sua fica e vengo, senza preoccuparmi che il mio sperma possa metterla incinta. Non mi interessa proprio, l’unica cosa che mi importa è godere e farlo nella sua fica bollente. Le riempio la fica con cinque potenti schizzi.
Sebbene sia già venuto prima, ho ancora tantissima sborra. Sono giorni che non mi sego in bagno, per non parlare poi di una donna… Sono anni che non godo con una donna. Non da quando Cristina riempie ogni mio pensiero.
— È stato fantastico… Oddio piccola che sborrata mi hai fatto fare… uhm… mi hai quasi svuotato le palle… Ma invece ne ho ancora tantissima da darti… E ho intenzione di scoparti fino a che non ne resterà più neanche una goccia.
— Anche tu mi hai fatto impazzire, papà… Non immaginavo fosse così bello scopare, mi hai fatta venire tre volte.
Il cazzo mi si smolla e si sfila.
Le osservo la fica ancora un po' dilatata. La mia sborra lentamente fuoriesce mischiata al suo sangue verginale ed ai suoi umori. Lentamente scivola tutto sull'ano per colare e imbrattare poi le lenzuola.
Sotto il suo culo si forma una pozza, ma me ne infischio altamente…
Finalmente ho goduto nella fica di mia figlia. Lo desideravo da tanto di quel tempo che ormai pensavo che avrei dovuto rinunciarci.
— Cosa ti ha fatto cambiare idea? — le chiedo curioso, sedendomi sul letto accanto a lei ancora stesa.
— Un po' tutto, papà… Era già da un po' di giorni che ci pensavo. Sapevo benissimo che tu mi volevi, ma sapevo anche che non avresti mai fatto nulla se non avessi preso io l'iniziativa. Quando ti ho visto segarti in quel bagno: è stato quello che mi ha fatto decidere. Mentre ti osservavo, ho capito che desideravo con tutta me stessa quel favoloso cazzo. Lo volevo dentro, volevo che fossi tu a sverginarmi… Ma quando lo stavi facendo, mi sono spaventata per il dolore che ho provato. Volevo che smettessi. E poi quel dolore è cessato ed ho capito che eri dentro di me. E non ho avuto più paura.
Le sorrido.
— Se ti può consolare, anche io sentivo male. Eri talmente stretta, e l'imene così duro da lacerare, che ha fatto male anche a me. Comunque… ti ripeto quello che ti ho detto prima. È stato fantastico scoparti…
— Anche a me è piaciuto tantissimo, papà. Avrei voluto decidermi prima…
— Non preoccuparti, tesoro… va bene così. Era il momento giusto ed hai goduto. Altrimenti ne saresti stata disgustata e non avresti più voluto saperne. Invece ora… ci scommetto che non vedi l'ora di ripetere l'esperienza, vero?
Il suo sorriso esplode sul suo bel volto.
— Oh, sì! Ci puoi giurare! Anche subito, papà!
La prendo in parola. Mi avvento su di lei. Le bacio la bocca con veemenza, scendo sul collo, riempiendo di baci tutto quanto, scendo ancora, arrivando al suo seno. Mi ricordo di quando ci ho sborrato sopra qualche ora prima… e sento il mio cazzo gonfiarsi. I suoi capezzoli sono ancora sporchi del mio sperma. Prendo tra le labbra il capezzolo e succhio. Sento il mio stesso sapore sopra di lei. Mi eccita ancora di più.
Cristina ansima forte. Avverto la sua mano cercarmi il cazzo. Lo trova e mi sega lentamente, mentre sto ancora succhiando i suoi capezzoli.
La afferro per il sedere e la spingo al centro del letto. Scivolo al suo fianco, infilando una gamba tra le sue. Mi tiro una sua gamba sopra il mio fianco, accarezzandole la coscia.
Ritorno a baciarle la bocca e mi giro, tirandola sopra di me.
Cristina si mette a cavalcioni sopra il mio cazzo gonfio e ci sfrega la fica bagnatissima, infradiciandomi cazzo e palle con i suoi umori caldi e la mia stessa sborra che ancora le sta colando fuori. Muove lentamente il bacino. Mi prende le mani e se le posa sulle tette. Le smanazzo energicamente e Cristina ansima ancora di più.
Nei suoi movimenti convulsi, il cazzo sfugge dalla posizione che era costretto e, come una molla, scatta verso l'alto.
Allora Cristina allunga le mani tra i nostri corpi e se lo punta alla fica. Con un movimento improvviso mi spingo dentro di lei. Ormai non c'è più nessuna barriera che mi impedisce di farlo, ed il cazzo scivola dentro senza problemi. Tocco il fondo. A quel punto lei si tira su e con le ginocchia si aiuta nei movimenti. Ne viene un splendido smorzacandela, con i suoi seni che mi sballonzolano davanti. Ipnotici… La sento venire. Mi sta stritolando il cazzo, che si muove ancora in lei perché mi spingo anche io col bacino.
La ribalto sotto. Incuneato tra le sue gambe, mi muovo dentro e fuori velocemente. Poi rallento. Voglio godere di più, stavolta. Mi muovo lento, giusto per mantenere l'erezione. Le mie mani viaggiano ovunque. Ma l'eccitazione prende il sopravvento. Riprendo a scoparla forte. Cristina geme compiaciuta, mi blocco nel profondo di lei e vengo ancora. Ancora una volta la riempio.
Cristina, sotto di me, sorride soddisfatta.
Quando mi si smolla mi stendo al suo fianco. I nostri respiri accelerati faticano a calmarsi. Siamo entrambi sudati e neanche la brezza che entra dalle finestre socchiuse riesce ad asciugarci.
Allungo una mano e spengo la luce.
Cristina è tra le mie braccia, con la testa posata sul mio petto. Il suo respiro è più lento, ora.
Siamo ancora accaldati, e non ci copriamo neanche col lenzuolo. Restiamo così a lungo, abbracciati, persi nelle nostre sensazioni appena provate.
La mano di Cristina si posa sul mio petto, accanto al suo viso.
Allungo la mia e gliela poso sopra.
— Grazie, papà — la sento sussurrare un attimo prima che il sonno che la raggiunga.
— Dormi, amore mio. Al resto ci pensiamo domani.
Ci svegliamo all'alba, e riprendiamo da dove avevamo lasciato la sera prima.
Prima di alzarci, abbiamo goduto altre tre volte. E ogni volta le ho riempito la fica di sperma.
Come dicevo prima non me ne frega assolutamente nulla se la metto incinta. Voglio solo godere di lei e della sua fica bollente.
Giorno dopo giorno, le insegno quanto c'è da fare. E lei da brava ragazza, si fa fare di tutto, arrivando anche a sfondarle il culetto. Cosa che ha gradito molto.
Non passa giorno che non godiamo almeno tre o quattro volte, visto che io sono a casa in ferie e che lei, ovviamente, non va a scuola.
Man mano cresceva diventava sempre più sexy, avevo cominciato a vederla sotto un occhio diverso e si stava sviluppando completamente; ha una 4^ di seno e un corpicino morbido, con un sedere pazzesco a mandolino su cui avevo fantasticato molte volte, immaginando di annusare le sue chiappette e la sua rosellina, per poi sfondare con il mio cazzo il suo buchetto facendola gridare per il dolore e finendo per versarle dentro la sua fica tutta la mia sborra, ma come detto erano solo fantasie.
È quasi la fine di luglio. Siamo a casa di mia sorella per il compleanno della figlioletta e sinceramente mi stavo annoiando. Poi vedo Cristina entrare in casa assieme alla cugina e a sperare che il tempo non passasse più. Eravamo arrivati separatamente a casa di mia sorella.
Indossa una mini in jeans e delle ballerine nere, che a me fanno impazzire, mentre la canottiera riesce a stento a contenere il suo seno che sembrava voler fuoriuscire e i capezzoli gonfi premono contro la stoffa; ero imbambolato a guardarla che nemmeno sentivo che mi parlava.
— Ehi, papa… ti senti bene?
Dopo un attimo di sbigottimento le dico che sto bene, così Cristina si avvicina e la bacio sulla guancia ma le sue mani, che stringevano i miei fianchi, me lo fanno diventare durissimo e Cristina se ne accorse, perché si ritrova con l’erezione che puntava sulla pancia così mi guarda e mi sorride.
— Papà… — sussurra al mio orecchio. — Controllati, per favore…
Mi siedo vicino a lei per la cena e appena potevo guardavo le sue gambe che quella mini lasciavano scoperte, tanto che ad un certo punto per un movimento un po’ brusco si solleva troppo e mi permette di vedere il suo perizoma e la sua fichetta… e mi ritrovo nuovamente con il cazzo duro che premeva nei pantaloni e la cappella che mi faceva un male pazzesco.
Cosa avrei dato per poterla prendere per i capelli e spingerle la testa sul cazzo per farle leccare tutta l’asta per poi sborrarle in bocca e invece dovevo subire il tutto passivamente.
Arriva il caffè e Cristina si alza per andare un attimo in camera della cugina così decido di andare in bagno con la speranza che ci debba andare anche lei e si metta a spiarmi; così una volta in bagno mi metto in piedi davanti al wc e faccio in modo che potesse spiarmi, vedendo bene il mio cazzo duro e scappellato e infatti dopo un attimo sentii un “oh” silenzioso.
Cristina come pensavo mi stava spiando così mi girai verso la porta e cominciai a scappellarlo piano in modo che potesse vedere bene la scena e magari sgrillettarsi.
Dopo un po' esco e torno a tavola. Cristina era rossissima in volto e continuava a fissarmi, cercavo di vedere se le si sollevasse la mini e per vedere se era bagnata, ma niente. Così mi faccio audace e mentre nessuno ci guarda faccio scivolare la mano sulle sue cosce (complice anche la tovaglia che nasconde) sperando che non si mettesse a gridare, altrimenti mi sarei sputtanato davanti a tutti e invece lei allarga le gambe favorendo l'azione della mia mano. Sento infatti che il perizoma è fradicio… ed anche il suo pelo. Mi sa che si è tirata un ditalino veloce la porcellina.
Cristina, poi, prende dolcemente la mia mano e la sposta sulla mia gamba.
Finita la cena, la mia nipotina, che aveva compiuto otto anni, mi chiede se voglio vedere la sua cameretta nuova.
Rispondo di sì.
La bimba è contentissima e la piccola chiede a mia figlia di venire insieme a me. Una volta dentro, i pupazzetti, peluche e bambole varie mi fanno immaginare Cristina sdraiata sul letto con un orsacchiotto tra le mani, che usa il morbido pelo per masturbarsi la fica. Mi riscuoto a fatica dalla fantasia.
— Davvero bella, Alice. Hai una bellissima cameretta.
Mi siedo sul letto a guardare la mia nipotina giocare assieme a mia figlia.
Dopo un poco mi stufo anche di quello e ritorno in sala. C'è tutto il parentado… i miei genitori, mia sorella col marito e i figli (che hanno già 21 e 23 anni e nonostante l'età sono stati obbligati a partecipare), e naturalmente, visto che siamo a casa loro, anche l'altra mia sorella. Ed io e mia figlia.
Io ho divorziato da quindici anni, perché la mia ex moglie, se n'è andata di casa con l'amante ragazzino che si scopava allora, e mia figlia è stata affidata a me.
Ne ho piene le scatole di queste feste… Sempre la stessa storia… Mangiare, chiacchiere vuote, discorsi senza costrutto (soprattutto di calcio e la relativa campagna acquisti delle squadre), e i miei genitori che quasi si addormentano sul divano.
Vorrei tanto potermene andare. Poi, mia sorella (la madre della festeggiata) lancia la bomba. È incinta da quattro mesi. L'avevo vista, infatti, un po' rotondetta, ma pensavo fosse solo ingrassata un po'.
Faccio buon viso e mi congratulo con lei ed il marito. Altre feste in futuro… Evviva… penso sconsolato.
Restiamo ancora per un'oretta, poi chiedo a Cristina se possiamo tornare a casa. Lei acconsente. Finalmente! Salutiamo tutti e torniamo a casa nostra. Almeno lì posso sognare in santa pace la fica di mia figlia.
Mi riscuote ancora la sua voce.
— Oh… mi senti? — mi tocca il braccio lei.
Ritorno in me. Uffa!
— Dimmi, che c'è.
— Secondo te sono bella?
Eh?!!! E da quando vuole sentire la mia opinione in merito?
Sono stralunato.
Vorrei tanto risponderle “Cristina sei bellissima, non bella. Se non fossi mia figlia ti butterei sul letto e ti scoperei in tutti i buchi possibili, passerei ore a leccarti la fica, ti infilerei senza più toglierla la lingua nel buchetto… e anche in molti altri posti”
Invece me ne sto zitto.
— Ti ho spiato in bagno prima ho visto il tuo cazzo… Sapevo che eri dotato, ma complimenti davvero. È grossissimo… Com’è largo…
— Non avresti dovuto farlo.
— E tu non avresti dovuto farmelo vedere. Ti sei pure girato per mostrarmelo! E poi mi hai anche toccato! Cosa credi che sarebbe successo se qualcuno ti avesse visto? Te l'ho detto più di una volta, papà. Puoi sognare quanto vuoi, ma cerca di contenerti.
— È una parola… — cerco di scusarmi. — Però, anche tu… Eri fradicia! Comincio a credere che anche tu fai pensieri sessuali su di me!
Lei diventa bordò e prende a fissare il pavimento. Annuisce.
— Quando ti ho visto in bagno, a casa degli zii, non ho potuto fare a meno di sentirmi eccitata anche io.
Poi risolleva lo sguardo, titubante.
— Pa'… me lo faresti vedere un secondo? Voglio vedere la cappella da vicino.
— Cristina questo no, non voglio oltrepassare quel limite. Un conto è guardare occasionalmente. Ma così…
— Solo un minuto ti prego, me lo fai vedere? Mi fai vedere la cappella e basta, ti prego!
Cedo.
— Ok, ma solo un attimo però e comunque non devi toccarmelo.
Mi abbasso i pantaloni della tuta e resto con gli slip gonfiati dal cazzo duro. Sono grosso, ma il mio cazzo non è esagerato: quando è in tiro arriva quasi a 18 cm per un diametro di 4 cm.
Prima di riuscire ad abbassare anche gli slip, lo ha già fatto Cristina e mi sta toccando il cazzo strofinando il dito sulla cappella.
Non riesco nemmeno a parlare. Avrei voluto tirarmi indietro, ma non riesco più a muovermi. Rimango immobile a subire.
— Uhm… com’è grosso… non riesco nemmeno a tenerlo in mano… che cazzo che hai, papà! — disse continuando a toccarlo e facendo ora scivolare la mano sull’asta scappellandolo piano per vedere da vicino la cappella che si scopre e si ricopre, facendomi sentire un piacere sottile, molto, molto intenso.
Guardo il suo viso innocente, con la sua mano che stringe il cazzo massaggiandolo piano nella sega più bella alternando la mano al dito che scivolava sulla cappella da cui cominciava a fuoriuscire liquido.
Da come me lo aveva chiesto, capisco che era la prima volta che Cristina teneva in mano un cazzo, era curiosissima lo guardava mentre si scappellava, lo fissava mentre dalla fessura usciva il liquido. Sembrava in trance nel vedere quel liquido bagnando tutta la cappella.
— Com’è caldo… è davvero bello. Mi piace, mi piace tanto.
Mi appoggio alla scrivania e allargo le gambe permettendo a Cristina di vedere anche le palle gonfie di sborra.
Le mie fantasie stanno prendendo il sopravvento. Ormai nulla più mi frena. Tento il tutto e per tutto.
— Cristina… adesso che lo hai visto… perché non provi a leccarlo e farmi sentire come sei brava? Perché non mi fai un pompino?
Lei mi guarda.
— Non ho mai provato. Non ho mai leccato un cazzo. E se poi non lo faccio bene? Ho visto farlo solo nei film porno.
— Prova a baciarlo, vedrai che ti viene spontaneo poi fare il pompino — le dissi avvicinando il cazzo alla sua dolce bocca. Dopo un attimo di esitazione, comincia a leccarlo roteando la lingua sulla cappella mentre l’altra mano scivola leggera sulle palle piene e durissime. Le massaggia, le carezza stringendole piano nella mano procurandomi un piacere che, attraversando le palle, arriva al cazzo e sale su per la schiena facendomi provare un brivido indescrivibile.
Si stacca per un attimo e smette di leccarlo, la guardo e, pensando che non lo voglia più leccare, le chiedo: — Non ti piace leccarlo?
— Sì, ma mi è entrato un pelo in bocca — mi dice mentre cerca di sputarlo. — Mi piace moltissimo il tuo cazzo e le tue palle… Sono pazzescamente dure — mi dice massaggiando con la mano il sacchetto dei testicoli.
— Allora continua a leccarle se ti piace — le dico con voce roca dal desiderio. — Prova anche a mettere in bocca uno dei testicoli e a succhiarlo…
Si rituffa sulle palle facendo scivolare leggera la punta della lingua, segando il cazzo con la mano, stringendolo, quasi che sembrasse volesse strapparmelo dall’inguine. Quando poi prende a succhiarmi i testicoli, ci manca poco che le sborro addosso. La guardo mentre mi fa godere e da inesperta mi sta segando il cazzo guardandolo, si vede che la eccita vedere il cazzo da vicino e guardarmi quando verrò.
Ormai non mi curo più di niente. Le prendo la testa e la tengo ferma, spingendole tutto il cazzo in bocca. Quasi subito tossisce, perché l'ho spinto troppo in fondo, ma ormai sto sborrando, sta arrivando l’orgasmo, sto per svuotare le palle nella sua bocca. Fremo e per il piacere non riesco a stare fermo, le sto scopando la bocca con dei movimenti decisi.
— Cristina sto per venire… sto per sborrare…
Si stacca dal mio cazzo ma continuando a segarlo si solleva maglietta e reggiseno, scoprendo il suo seno abbondante su cui fanno capolino due enormi capezzoloni scuri. È il colpo di grazia.
— Sborra papà… sborra, voglio vedere quando ti esce… sborra… dai, dai…
— Fa attenzione, allora…
— Sì, fammi vedere quando esce — dice continuando a segarmi il cazzo più velocemente quasi impazzita.
— Oh sì… Cristina sì… oh… ecco… ecco… dai… dai continua… così continua… fammela più forte… sì… fammi uscire tutta la sborra dai coglioni… oh… dai… dai.
Mi lascio andare al torpore. Mi si chiudono quasi gli occhi dall'ebbrezza.
Cristina si mette davanti alla cappella ormai gonfia e paonazza segando forte. I primi due schizzi abbondanti le arrivano sulla faccia mentre gli altri li dirige sul seno spruzzandosi i capezzoloni e le tettone, spalmandosela, strofinando la cappella sulla sua pelle morbida e calda, e facendomi impazzire davanti alla visione dei capezzoli ricoperti di sborra.
Cristina è estatica…
— Che bello è stato vedere uscire la sborra dal tuo cazzo! Non l’avevo mai visto prima! Non ho mai fatto sborrare un maschio. Anche se una volta ci sono andata vicino… ho fatto una sega a uno, ma non ha sborrato perché siamo stati interrotti. È stato davvero bello. Ho le mutandine bagnatissime e sono venuta senza neanche toccarmi.
E io che pensavo che non avesse mai toccato un cazzo…
Si alza e la abbraccio, la stringo forte a me.
— Anche a me è piaciuto tantissimo, tesoro mio. Figurati che ho il cazzo ancora duro…
Il mio cazzo duro preme contro la sua fica e se non ci fosse il perizoma, avrebbe avuto tutto il mio cazzo piantato nel ventre in due secondi, tanto è bagnata e vogliosa. Le sollevo la gonnellina. Passo la mano da dietro facendola scivolare sul solco del culetto arrivando sul davanti alla sua passerina. È fradicia… fradicissima… sta colando umori caldi che mi riempiono la mano, faccio scorrere un po’ il dito sulla sua fichetta, l'ho inumidito per bene, lo punto sulla rosellina del suo culetto e glielo infilo tutto, ma dopo poco mi ferma.
— Basta… basta… se continui vengo ancora… non farmelo nel culo mi fai venire… — non finisce la frase che serra le gambe e muovendo un po’ il bacino contro la mia mano e viene.
È frastornata, non si regge in piedi tanto è stato devastante l'orgasmo che ha appena provato, i capezzoli sono durissimi come le areole del resto, larghissime e scure.
— Andiamo in camera tua, papà, voglio sentire quanto è bello averti dentro.
Ormai era partita anche lei. Voleva solo godere.
— Sei vergine Cristina? — le chiedo titubante, pensando di osare troppo.
— Sì papà, ma mi hai fatto venire una gran voglia e poi è meglio se la fichetta me la sfondi tu, piuttosto che un estraneo. Con un cazzo fantastico come il tuo sono sicura che godrò tantissimo. L'importante è che fai piano quando entri dentro. Sei grosso…
— Va bene, tesoro.
Prendo Cristina per mano e andiamo in camera mia. Una volta lì, tiro indietro il copriletto e ci spogliamo. Mi siedo sul bordo del letto e il cazzo è già duro e svettante. Prendo Cristina per una mano e la tiro verso di me.
In piedi di fronte a me, vedo bene che il pelo in mezzo alle gambe è lucido di umori.
— Vieni, piccola siediti in braccio a me. Baciami, voglio la tua lingua.
Cristina si siede sulle mie gambe, con le ginocchia ai miei fianchi. I suoi capezzoli gonfi sfregano contro i miei. Sento sul mio cazzo la sua fichetta carnosa e umida, ed io mi ritrovo di nuovo con la cappella turgida e paonazza che non vede l’ora di entrare nella sua fica calda e giovane. Sento il mio cazzo venire impiastricciato dai suoi umori, secreti in abbondanza.
— Oh… che meraviglia…
— Cosa pa'?
— Tutto quanto amore… Le tue tette ancora piene della mia sborra… la tua fica fradicia… il tuo culetto… Tutto quanto, piccola mia…
— Vuoi anche il mio culetto, papà?
— Anche quello, amore mio… prima o poi te lo faccio… hai visto che hai goduto quando ti ho messo il dito prima… Ma ora voglio la tua la fica… amore mio…
Le mie mani scorrevano ovunque: sui fianchi, sulle tette, sulle cosce accanto a me… sulla schiena…
— Cavoli… non credevo che saremmo riusciti ad arrivare a questo punto… me lo fai facendo tirare da matti, amore mio… così sei bona… da far paura, mi sa che faresti resuscitare anche un morto.
— Ma ti piaccio così tanto?
— Sì, mi fai eccitare un casino… guarda il mio cazzo… sta scoppiando, guarda la cappella com’è rossa e dura, il taglio è allargato al massimo tanto è gonfia…
— Uhm… poverino bisogna dargli tanti, tanti bacini a questo bel cazzone.
— Dopo, amore… Prima ti voglio scopare, ma dimmi se ti fa male quando ti svergino ok?
— Come vuoi, papà…
Ribalto Cristina con le spalle sul materasso. La tiro per le gambe, mettendole il sedere sul bordo del letto. Io mi inginocchio sul tappeto, l'altezza è quella giusta. Le sollevo le gambe, spalancandogliele, infilo le braccia sotto le ginocchia e mi avvicino col cazzo alla sua fica. Riesco ad infilare la cappella tra le labbra senza problemi. È fradicia ed il cazzo sta continuando ad espellere liquido. Mi spingo lentamente un po' dentro, e avverto che la cappella viene circondata dal calore della sua fica. Un delirio… Spingo un po' di più, ma il suo imene non vuole saperne di lacerarsi, procurandole dolore e un po' di fastidio anche a me. Ma non intendo proprio rinunciare, con il rischio che cambi idea. Così cerco di spingere il cazzo dentro con più decisione. Spingo e ritraggo il cazzo da dentro di lei, cercando di forzare sempre un po' di più ogni volta. Cristina si lamenta per il dolore. Allora la prendo per i fianchi e con un movimento brusco la tiro forte verso di me. Sento lo strappo sulla cappella. Finalmente l’imene si lacera ed io sprofondo in lei. Cristina urla per il dolore lancinante che sta provando.
— Ahia… toglilo… toglilo… smettila di scoparmi… fermati… togli il cazzo… mi fa male… mi hai sverginato… mi hai sverginato… — urla piangendo — non riesco più a tenerlo dentro! Mi fa male!
Mi spingo dentro tutto, toccando il fondo. E poi resto immobile.
— Resisti piccola mia… Tra poco il dolore passa, vedrai.
Lei piange ancora un po'. Restando dentro di lei, tiro leggermente la pelle che circonda il mio cazzo. Mi accorgo che sono impregnate di sangue.
Sorrido… Ho finalmente sverginato mia figlia.
— Tutto bene? — le chiedo dopo quasi due minuti che sono dentro di lei.
Lei annuisce. Ormai il dolore è un ricordo lontano. Mi sorride.
— Sei dentro, vero? Il tuo cazzo è dentro di me?
— Sì, amore mio. Adesso comincio a muovermi, così potrai sentirlo per davvero…
Con movimenti lenti, lo tiro fuori tutto. Voglio godermi la vista del mio cazzo sporco del suo sangue.
— Oh… è fantastico… — non posso trattenermi dall'esprimere i miei sentimenti.
— Cosa, pa'?
— Il mio cazzo! Guardalo… È tutto sporco di sangue! Sembra quasi che ti ho scopato mentre hai il mestruo!
Cristina si appoggia sui gomiti e mi osserva. Sorride al cazzo e poi mi guarda negli occhi. Il suo sorriso si fa più deciso e poi si sdraia nuovamente sul letto.
Rituffo il cazzo nella sua fica. Sfrego con movimenti lenti, alternati a movimenti più veloci e pesanti. Non voglio perdermi la visione del mio cazzo che entra ed esce dalla sua fichetta in calore.
Cristina non si lamenta più da un pezzo… ora sono solo gemiti di apprezzamento.
Mi muovo sempre più freneticamente; le pareti della sua fica continuano ad avvolgere e a stringere sempre più spesso il mio cazzo che ormai è pronto alla sborrata. Avverto, infatti, quelle microscopiche contrazioni che mi avvertono che lo sperma inizia a risalire dai testicoli… Mi muovo ancora un po', poi mi blocco nel profondo della sua fica e vengo, senza preoccuparmi che il mio sperma possa metterla incinta. Non mi interessa proprio, l’unica cosa che mi importa è godere e farlo nella sua fica bollente. Le riempio la fica con cinque potenti schizzi.
Sebbene sia già venuto prima, ho ancora tantissima sborra. Sono giorni che non mi sego in bagno, per non parlare poi di una donna… Sono anni che non godo con una donna. Non da quando Cristina riempie ogni mio pensiero.
— È stato fantastico… Oddio piccola che sborrata mi hai fatto fare… uhm… mi hai quasi svuotato le palle… Ma invece ne ho ancora tantissima da darti… E ho intenzione di scoparti fino a che non ne resterà più neanche una goccia.
— Anche tu mi hai fatto impazzire, papà… Non immaginavo fosse così bello scopare, mi hai fatta venire tre volte.
Il cazzo mi si smolla e si sfila.
Le osservo la fica ancora un po' dilatata. La mia sborra lentamente fuoriesce mischiata al suo sangue verginale ed ai suoi umori. Lentamente scivola tutto sull'ano per colare e imbrattare poi le lenzuola.
Sotto il suo culo si forma una pozza, ma me ne infischio altamente…
Finalmente ho goduto nella fica di mia figlia. Lo desideravo da tanto di quel tempo che ormai pensavo che avrei dovuto rinunciarci.
— Cosa ti ha fatto cambiare idea? — le chiedo curioso, sedendomi sul letto accanto a lei ancora stesa.
— Un po' tutto, papà… Era già da un po' di giorni che ci pensavo. Sapevo benissimo che tu mi volevi, ma sapevo anche che non avresti mai fatto nulla se non avessi preso io l'iniziativa. Quando ti ho visto segarti in quel bagno: è stato quello che mi ha fatto decidere. Mentre ti osservavo, ho capito che desideravo con tutta me stessa quel favoloso cazzo. Lo volevo dentro, volevo che fossi tu a sverginarmi… Ma quando lo stavi facendo, mi sono spaventata per il dolore che ho provato. Volevo che smettessi. E poi quel dolore è cessato ed ho capito che eri dentro di me. E non ho avuto più paura.
Le sorrido.
— Se ti può consolare, anche io sentivo male. Eri talmente stretta, e l'imene così duro da lacerare, che ha fatto male anche a me. Comunque… ti ripeto quello che ti ho detto prima. È stato fantastico scoparti…
— Anche a me è piaciuto tantissimo, papà. Avrei voluto decidermi prima…
— Non preoccuparti, tesoro… va bene così. Era il momento giusto ed hai goduto. Altrimenti ne saresti stata disgustata e non avresti più voluto saperne. Invece ora… ci scommetto che non vedi l'ora di ripetere l'esperienza, vero?
Il suo sorriso esplode sul suo bel volto.
— Oh, sì! Ci puoi giurare! Anche subito, papà!
La prendo in parola. Mi avvento su di lei. Le bacio la bocca con veemenza, scendo sul collo, riempiendo di baci tutto quanto, scendo ancora, arrivando al suo seno. Mi ricordo di quando ci ho sborrato sopra qualche ora prima… e sento il mio cazzo gonfiarsi. I suoi capezzoli sono ancora sporchi del mio sperma. Prendo tra le labbra il capezzolo e succhio. Sento il mio stesso sapore sopra di lei. Mi eccita ancora di più.
Cristina ansima forte. Avverto la sua mano cercarmi il cazzo. Lo trova e mi sega lentamente, mentre sto ancora succhiando i suoi capezzoli.
La afferro per il sedere e la spingo al centro del letto. Scivolo al suo fianco, infilando una gamba tra le sue. Mi tiro una sua gamba sopra il mio fianco, accarezzandole la coscia.
Ritorno a baciarle la bocca e mi giro, tirandola sopra di me.
Cristina si mette a cavalcioni sopra il mio cazzo gonfio e ci sfrega la fica bagnatissima, infradiciandomi cazzo e palle con i suoi umori caldi e la mia stessa sborra che ancora le sta colando fuori. Muove lentamente il bacino. Mi prende le mani e se le posa sulle tette. Le smanazzo energicamente e Cristina ansima ancora di più.
Nei suoi movimenti convulsi, il cazzo sfugge dalla posizione che era costretto e, come una molla, scatta verso l'alto.
Allora Cristina allunga le mani tra i nostri corpi e se lo punta alla fica. Con un movimento improvviso mi spingo dentro di lei. Ormai non c'è più nessuna barriera che mi impedisce di farlo, ed il cazzo scivola dentro senza problemi. Tocco il fondo. A quel punto lei si tira su e con le ginocchia si aiuta nei movimenti. Ne viene un splendido smorzacandela, con i suoi seni che mi sballonzolano davanti. Ipnotici… La sento venire. Mi sta stritolando il cazzo, che si muove ancora in lei perché mi spingo anche io col bacino.
La ribalto sotto. Incuneato tra le sue gambe, mi muovo dentro e fuori velocemente. Poi rallento. Voglio godere di più, stavolta. Mi muovo lento, giusto per mantenere l'erezione. Le mie mani viaggiano ovunque. Ma l'eccitazione prende il sopravvento. Riprendo a scoparla forte. Cristina geme compiaciuta, mi blocco nel profondo di lei e vengo ancora. Ancora una volta la riempio.
Cristina, sotto di me, sorride soddisfatta.
Quando mi si smolla mi stendo al suo fianco. I nostri respiri accelerati faticano a calmarsi. Siamo entrambi sudati e neanche la brezza che entra dalle finestre socchiuse riesce ad asciugarci.
Allungo una mano e spengo la luce.
Cristina è tra le mie braccia, con la testa posata sul mio petto. Il suo respiro è più lento, ora.
Siamo ancora accaldati, e non ci copriamo neanche col lenzuolo. Restiamo così a lungo, abbracciati, persi nelle nostre sensazioni appena provate.
La mano di Cristina si posa sul mio petto, accanto al suo viso.
Allungo la mia e gliela poso sopra.
— Grazie, papà — la sento sussurrare un attimo prima che il sonno che la raggiunga.
— Dormi, amore mio. Al resto ci pensiamo domani.
Ci svegliamo all'alba, e riprendiamo da dove avevamo lasciato la sera prima.
Prima di alzarci, abbiamo goduto altre tre volte. E ogni volta le ho riempito la fica di sperma.
Come dicevo prima non me ne frega assolutamente nulla se la metto incinta. Voglio solo godere di lei e della sua fica bollente.
Giorno dopo giorno, le insegno quanto c'è da fare. E lei da brava ragazza, si fa fare di tutto, arrivando anche a sfondarle il culetto. Cosa che ha gradito molto.
Non passa giorno che non godiamo almeno tre o quattro volte, visto che io sono a casa in ferie e che lei, ovviamente, non va a scuola.
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