Nonne troie parte 8
di
Key7
genere
incesti
Nonostante la grande libertà sessuale di casa nostra quando ti aprono di improvviso la porta della camera e tu sei sul letto a farti un segone comunque la cosa ti agita.
Infatti mollo d’istinto la presa prima ancora di capire che è mia nonna.
Ha ancora il collant a rete nero che la fa così troia. Non lo ha più tolto dopo il pompino e abbiamo cenato così con lei nudissima e con queste calze così da porca che non nascondono un bel nulla.
Non abbiamo più parlato di cose di famiglia ne fatto altri giochi di sesso ma a me la voglia è rimasta soprattutto perché ho continuato a guardarla per tutto il tempo.
Ora è lei a fissarmi. Fissa me e il mio cazzo in erezione.
“Buon dio ma te lo tiri ancora? Ma non ti basta mai?”.
“Ti stavo pensando nonna” le dico riprendendo a segarmi.
“Comunque ho notato che avevi la tuta tutta inzaccherata perché senza mutande chiaro che un po’ coli.... dammela che la metto a lavare”.
In effetti, in tuta grigia, senza slip e una sborrata dopo l’altra le tute si macchiano.
“È li per terra” dico.
Lei come nulla fosse si china e io non resisto a vederla così da dietro. Balzo in piedi dal letto, mi appoggio dietro di lei e glielo faccio sentire duro fra le natiche.
“Hey calma torello...” ride lei ma sono troppo eccitato. Le infilo le mani sotto al collant, strappo qualche maglia, le accarezzo il pelo. “Nonna apri appena le gambe e ti entro dentro”.
“Ma sei proprio incorreggibile allora” mormora lei.
“Esatto” dico mentre a forza l’ho infilato fra le sue cosce e mi faccio strada a forza nella sua ci ciccia.
Lo muovo avanti e indietro come se la stessi fottendo e anche a lei piace perché poco dopo sento qualcosa di umido e caldo. Intanto le bacio il collo, la lecco, la annuso “o nonna se solo lo sposti di un centimetro ti impalo”.
La sento pulsare, sento che ha voglia ma poi di colpo esclama...”fermo che mi piscio addosso... fermo”.
“Scherzi”.
“Stavo andando a farla sciocco...”.
“O siii... ummm” me la immagino sulla tazza e non resisto. “Ti leccherei anche il piscio sai” le confesso.
“Porcone” dice lei a mezza voce, ma poi, prima che possa aggiungere altro sento qualcosa di caldo invadere il mio uccello.
Non ci credo. Nonna mi sta pisciando sul cazzo e, immagina un po’, la cosa mi fa godere da matti.
L’urina scroscia lungo le sue gambe, sul mio cazzo, sui suoi piedi e sul pavimento.
Lei cerca di chiudere le cosce e allo stesso tempo di camminare verso il bagno. Ci muoviamo in sincrono mentre la sua fica cola spruzzi giallognoli e in qualche modo arriviamo in bagno.
Mi sposto, nonna si cala il collant che ormai è da gettare, si siede sulla tazza a gambe larghe e finalmente ci da di reni pisciando fuori tutto ciò che ha in corpo.
Io in piedi davanti a lei la fisso, mi masturbo a tutto spiano e alla fine sborro come un cavallo da riproduzione.
Lo sperma le arriva addosso, sul viso, sulle tettone mentre rantolo come un maiale.
La nonna si lascia scappare una sonora scorreggia e arrossisce “scusa”.
“Ma figurati nonna” sorrido.
Puliamo tutto prima che la zia veda il casino di piscio che abbiamo lasciato. Siamo ancora nudi e quando nonna si china non posso fare a meno di eccitarmi.
Mi abbassso, allungo il viso dritto sul suo culo e glielo lecco. Lecco dietro e poi scendo davanti. Lei mi lascia fare. La sua fica sa ancora di piscio ma non mi importa. Lecco e bevo tutto ciò che può darmi. La nonna si china in avanti con le mani poggiate al muro, divarica bene le gambe e mi lascia fare.
La sento venire più di una volta e bevo anche quello. I suoi umori sono dolciastri e li inghiotto senza problemi.
Con una mano mi masturbo ancora una volta, c’è lho durissimo e lei è in posizione perfetta. Glielo ficco fra le gambe e prima che possa dire altro le ho già messo la cappella dentro alla fica... “almeno la punta nonna ti prego...”.
Ma lei ha già perso il controllo “ma porca miseria ma ti pare che mi basta la punta....”
Da un colpo di reni e in un solo gesto il cazzo la penetra fino ai coglioni.
“Occazzzo nonna sono dentro. Sono dentro”.
“Si ma fermo così. Fammelo solo sentire” dice lei e io obbedisco.
Restiamo così per un tempo infinito. Non oso muovermi, sto ai suoi ordini, non voglio rovinare questo momento. È quasi una tortura perché pompare mi viene istintivo e devo far forza su me stesso per resistere. Ma obbedisco tenendoglielo dentro fin che lei non mi dice di uscire.
A quel punto lo afferro saldo in mano e visto che è ancora chinata mi faccio una sega sul suo culo....l’ennesima.
2
voti
voti
valutazione
2
2
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
I vizi della nonnaracconto sucessivo
Famiglia nudista parte 3 (se ve lo foste perso)
Commenti dei lettori al racconto erotico