Eh, la mamma
di
andrexy
genere
incesti
Eh!, senza la mamma!
Un esercizio di scrittura elementare, per un protagonista che è uno spirito grezzo, ma molto sentimentale e legato alla figura della madre.
Mia madre è una donna abbondante, ma fresca e con una bella pelle e due tette grosse. Con me ha sempre avuto un rapporto forte, più forte dopo che si è separata. Mi è sempre piaciuto mettere la testa fra le sue tette e lei ci stava e mi carezzava. Giocavamo, anche, e le andavo da dietro, e le prendevo le tette in mano, sopra il vestito e la baciavo, e la chiamavo ‘la mia mammona’ e a lei ci piaceva, credo come a me. Dopo che si è separata ancora di più, e mi piaceva averla tutta per me.
Diventato grande il mio problema è sempre stato chiavare: non trovavo abbastanza figa da metterglielo dentro e mi facevo delle seghe, e mi confidavo con mia madre, che era incazzata con le ragazze che non me la davano, però credo che le piaceva avere il suo bambino tutto per sé. Mia madre vedeva le mutande sporche di sborra e io le dicevo che erano cose naturali ‘polluzioni’.
Però quando l’ho vista preoccupata e mi ha chiesto ‘ma tu non ti fai niente da solo?’ ho capito che dovevo dirle che mi segavo e glielo dissi e lei sembrò tranquilla, disse ‘almeno quello’.
Le chiedevo di come fare perchè io confidavo tutto a lei, e lei non sapeva darmi consigli. Le ho anche chiesto come faceva lei, che da quando era separata non la vedevo fare niente. E lei non disse niente.
Però poi ho capito, una volta che io parto con gli amici e si era rotta la macchina e sono tornato indietro e sono entrato senza fare casino e ho sentito delle voci di chi scopava, come ho capito subito.
Era la sua voce con quella di un uomo che si dicevano cose da eccitati.
Così lascio la borsa in ingresso e mi sono messo in cucina in silenzio ad aspettare che finivano. C’era un rivista e mi sono messo a leggerla, ma sentivo tutto.
Lei gli diceva ‘dai, più forte’ e lui ‘non così, che mi fai venire’, e poi ‘ dammelo in bocca’ ‘dai troia’ ‘ sì sono la tua troia’, ma la cosa che mi ha fatto più sorpresa è quando lui ha detto ‘quando torna Mario riprendiamo a farlo in tre’ e lei ‘così ti fa parte del lavoro’. Lui doveva essere Ugo, un amico che bazzicava anche da prima che lei si separava, ma non pensavo che scopavano.
Alla fine hanno goduto, sono stati un po’ lì e poi lui dice che se ne deve andare, e lei lo accompagna e la vedo passare a metà nell’angolo dell’ingresso mezza nuda.
La borsa l’aveva vista, e quando entra in cucina era preparata, ma non ho mai visto mia madre in imbarazzo. Mi saluta e chiede come mai sono qui e le racconto della macchina e allora lei passa all’altro argomento e dice ‘che è meglio così, sei grande e devi sapere. Ti ho deluso amore?’
Io l’abbraccio e sento l’odore dell’altro. e le metto la testa nelle tette, Lei mi tiene stretto, mi bacia come sempre e lei ’sei bravo a capire, sei il mio bravo bambino, adesso ti preparo da mangiare’.
Così si mette a preparare e io le vado di dietro e le prendo le tette e le dico le solite cose. E le dico ‘fermati che ti devo parlare’ e lei ’prima ti do da mangiare’.
Dopo un po’ mi mette a tavola, e io le dico cosa ho pensato, ‘senti, mamma tu non potresti farlo anche con me?’ e lei sta un po’ ferma poi capisco che ci ha pensato anche lei e dice ‘non credevo che me lo chiedevi e io ‘non avevo il coraggio’, ‘ma una mamma fa tutto per io suo bambino’, e io ‘sì mamma, hai ragione’.
Siamo rimasti un po’ lì, senza dire niente ma secondo me pensavamo la stessa cosa, così le dico, ‘Dai mamma, facciamolo subito’
Lei ci pensa, non dice niente e va in camera. Io finisco il bicchiere e le vado dietro. Lei è sotto il lenzuolo. Lei è di schiena, è vestita come prima. Speravo che era già nuda e invece devo lavorarmela e togliere le cose. Quando finisco è nuda e le cipollo le tette, adesso finalmente anche i capezzoli, e poi la sento tutta che freme e penso che ne ha ancora voglia e che Mario non ha lavorato fino in fondo e così la monto. Che goduria! Il suo corpo lo conoscevo, che era morbito, sapeva di buono con una pelle bella e fresca ma un conto è mettere la testa nelle tette, e un conto è cipollare le tette di bocca, ma soprattutto metterle dentro l’uccello. Mia madre ha una figa soffice, come è tutta lei, mi piacerebbe mettere le sue foto in internet, ma mi piacerebbe metterla nuda e ancora non si è fatta fare le foto. Comunque, già la prima volta entro come il burro, e ho subito incominciato fin dalla prima volta a darci dentro forte. Con più che la sentivo morbida e con più che mi dava il cazzo duro e ci davo dentro.
Godevo troppo e sono venuto all’improvviso, quasi subito. E lei mi ha consolato. Siamo stati lì e poi era troppo bello, per cui l’uccello si è mosso e allora glielo ho detto e lei è entrata sotto il lenzuolo e mi ha succhiato il cazzo e quando è stato duro mi ha detto ‘ecco, adesso puoi ricominciare amore’ e di nuovo le sono andato sopra e quella volta è durato molto. Poi lei si è girata di sua iniziativa, e me lo è fatto mettere da dietro, e poi nel culo, che lo avevo capito che anche Mario glielo aveva messo.
Siamo andati avanti – che mi sembrava di diventare matto e non finiva di piacermi - fino a che era buio, che ce ne siamo accorti all’improvviso, dopo che le avevo sborrato dentro la seconda volta, e lei aveva goduto anche lei. ‘Mamma che bello’ le ho detto e lei mi ha dato la tetta., come quando ero bambino, che è andata avanti tre anni a darmela.
Da lì abbiamo dormito insieme e me la sono fatta tutte le volte che volevamo, perché anche lei voleva, delle volte, e poi si faceva anche Ugo e come le ho chiesto, anche Mario, insieme, anche se non li ho mai visti tutti e tre lavorare insieme nel letto.
Con loro non l’ho mai fatta. Quando me la sono fatta l’ho voluta tutta per me.
Eh!, senza la mamma!
Un esercizio di scrittura elementare, per un protagonista che è uno spirito grezzo, ma molto sentimentale e legato alla figura della madre.
Mia madre è una donna abbondante, ma fresca e con una bella pelle e due tette grosse. Con me ha sempre avuto un rapporto forte, più forte dopo che si è separata. Mi è sempre piaciuto mettere la testa fra le sue tette e lei ci stava e mi carezzava. Giocavamo, anche, e le andavo da dietro, e le prendevo le tette in mano, sopra il vestito e la baciavo, e la chiamavo ‘la mia mammona’ e a lei ci piaceva, credo come a me. Dopo che si è separata ancora di più, e mi piaceva averla tutta per me.
Diventato grande il mio problema è sempre stato chiavare: non trovavo abbastanza figa da metterglielo dentro e mi facevo delle seghe, e mi confidavo con mia madre, che era incazzata con le ragazze che non me la davano, però credo che le piaceva avere il suo bambino tutto per sé. Mia madre vedeva le mutande sporche di sborra e io le dicevo che erano cose naturali ‘polluzioni’.
Però quando l’ho vista preoccupata e mi ha chiesto ‘ma tu non ti fai niente da solo?’ ho capito che dovevo dirle che mi segavo e glielo dissi e lei sembrò tranquilla, disse ‘almeno quello’.
Le chiedevo di come fare perchè io confidavo tutto a lei, e lei non sapeva darmi consigli. Le ho anche chiesto come faceva lei, che da quando era separata non la vedevo fare niente. E lei non disse niente.
Però poi ho capito, una volta che io parto con gli amici e si era rotta la macchina e sono tornato indietro e sono entrato senza fare casino e ho sentito delle voci di chi scopava, come ho capito subito.
Era la sua voce con quella di un uomo che si dicevano cose da eccitati.
Così lascio la borsa in ingresso e mi sono messo in cucina in silenzio ad aspettare che finivano. C’era un rivista e mi sono messo a leggerla, ma sentivo tutto.
Lei gli diceva ‘dai, più forte’ e lui ‘non così, che mi fai venire’, e poi ‘ dammelo in bocca’ ‘dai troia’ ‘ sì sono la tua troia’, ma la cosa che mi ha fatto più sorpresa è quando lui ha detto ‘quando torna Mario riprendiamo a farlo in tre’ e lei ‘così ti fa parte del lavoro’. Lui doveva essere Ugo, un amico che bazzicava anche da prima che lei si separava, ma non pensavo che scopavano.
Alla fine hanno goduto, sono stati un po’ lì e poi lui dice che se ne deve andare, e lei lo accompagna e la vedo passare a metà nell’angolo dell’ingresso mezza nuda.
La borsa l’aveva vista, e quando entra in cucina era preparata, ma non ho mai visto mia madre in imbarazzo. Mi saluta e chiede come mai sono qui e le racconto della macchina e allora lei passa all’altro argomento e dice ‘che è meglio così, sei grande e devi sapere. Ti ho deluso amore?’
Io l’abbraccio e sento l’odore dell’altro. e le metto la testa nelle tette, Lei mi tiene stretto, mi bacia come sempre e lei ’sei bravo a capire, sei il mio bravo bambino, adesso ti preparo da mangiare’.
Così si mette a preparare e io le vado di dietro e le prendo le tette e le dico le solite cose. E le dico ‘fermati che ti devo parlare’ e lei ’prima ti do da mangiare’.
Dopo un po’ mi mette a tavola, e io le dico cosa ho pensato, ‘senti, mamma tu non potresti farlo anche con me?’ e lei sta un po’ ferma poi capisco che ci ha pensato anche lei e dice ‘non credevo che me lo chiedevi e io ‘non avevo il coraggio’, ‘ma una mamma fa tutto per io suo bambino’, e io ‘sì mamma, hai ragione’.
Siamo rimasti un po’ lì, senza dire niente ma secondo me pensavamo la stessa cosa, così le dico, ‘Dai mamma, facciamolo subito’
Lei ci pensa, non dice niente e va in camera. Io finisco il bicchiere e le vado dietro. Lei è sotto il lenzuolo. Lei è di schiena, è vestita come prima. Speravo che era già nuda e invece devo lavorarmela e togliere le cose. Quando finisco è nuda e le cipollo le tette, adesso finalmente anche i capezzoli, e poi la sento tutta che freme e penso che ne ha ancora voglia e che Mario non ha lavorato fino in fondo e così la monto. Che goduria! Il suo corpo lo conoscevo, che era morbido, sapeva di buono con una pelle bella e fresca ma un conto è mettere la testa nelle tette, e un conto è cipollare le tette di bocca, ma soprattutto metterle dentro l’uccello. Mia madre ha una figa soffice, come è tutta lei, mi piacerebbe mettere le sue foto in internet, ma mi piacerebbe metterla nuda e ancora non si è fatta fare le foto. Comunque, già la prima volta entro come il burro, e ho subito incominciato fin dalla prima volta a darci dentro forte. Con più che la sentivo morbida e con più che mi dava il cazzo duro e ci davo dentro.
Godevo troppo e sono venuto all’improvviso, quasi subito. E lei mi ha consolato. Siamo stati lì e poi era troppo bello, per cui l’uccello si è mosso e allora glielo ho detto e lei è entrata sotto il lenzuolo e mi ha succhiato il cazzo e quando è stato duro mi ha detto ‘ecco, adesso puoi ricominciare amore’ e di nuovo le sono andato sopra e quella volta è durato molto. Poi lei si è girata di sua iniziativa, e me lo è fatto mettere da dietro, e poi nel culo, che lo avevo capito che anche Mario glielo aveva messo.
Siamo andati avanti – che mi sembrava di diventare matto e non finiva di piacermi - fino a che era buio, che ce ne siamo accorti all’improvviso, dopo che le avevo sborrato dentro la seconda volta, e lei aveva goduto anche lei. ‘Mamma che bello’ le ho detto e lei mi ha dato la tetta., come quando ero bambino, che è andata avanti tre anni a darmela.
Da lì abbiamo dormito insieme e me la sono fatta tutte le volte che volevamo, perché anche lei voleva, delle volte, e poi si faceva anche Ugo e come le ho chiesto, anche Mario, insieme, anche se non li ho mai visti tutti e tre lavorare insieme nel letto.
Con loro non l’ho mai fatta. Quando me la sono fatta l’ho voluta tutta per me.
Eh!, senza la mamma!
Un esercizio di scrittura elementare, per un protagonista che è uno spirito grezzo, ma molto sentimentale e legato alla figura della madre.
Mia madre è una donna abbondante, ma fresca e con una bella pelle e due tette grosse. Con me ha sempre avuto un rapporto forte, più forte dopo che si è separata. Mi è sempre piaciuto mettere la testa fra le sue tette e lei ci stava e mi carezzava. Giocavamo, anche, e le andavo da dietro, e le prendevo le tette in mano, sopra il vestito e la baciavo, e la chiamavo ‘la mia mammona’ e a lei ci piaceva, credo come a me. Dopo che si è separata ancora di più, e mi piaceva averla tutta per me.
Diventato grande il mio problema è sempre stato chiavare: non trovavo abbastanza figa da metterglielo dentro e mi facevo delle seghe, e mi confidavo con mia madre, che era incazzata con le ragazze che non me la davano, però credo che le piaceva avere il suo bambino tutto per sé. Mia madre vedeva le mutande sporche di sborra e io le dicevo che erano cose naturali ‘polluzioni’.
Però quando l’ho vista preoccupata e mi ha chiesto ‘ma tu non ti fai niente da solo?’ ho capito che dovevo dirle che mi segavo e glielo dissi e lei sembrò tranquilla, disse ‘almeno quello’.
Le chiedevo di come fare perchè io confidavo tutto a lei, e lei non sapeva darmi consigli. Le ho anche chiesto come faceva lei, che da quando era separata non la vedevo fare niente. E lei non disse niente.
Però poi ho capito, una volta che io parto con gli amici e si era rotta la macchina e sono tornato indietro e sono entrato senza fare casino e ho sentito delle voci di chi scopava, come ho capito subito.
Era la sua voce con quella di un uomo che si dicevano cose da eccitati.
Così lascio la borsa in ingresso e mi sono messo in cucina in silenzio ad aspettare che finivano. C’era un rivista e mi sono messo a leggerla, ma sentivo tutto.
Lei gli diceva ‘dai, più forte’ e lui ‘non così, che mi fai venire’, e poi ‘ dammelo in bocca’ ‘dai troia’ ‘ sì sono la tua troia’, ma la cosa che mi ha fatto più sorpresa è quando lui ha detto ‘quando torna Mario riprendiamo a farlo in tre’ e lei ‘così ti fa parte del lavoro’. Lui doveva essere Ugo, un amico che bazzicava anche da prima che lei si separava, ma non pensavo che scopavano.
Alla fine hanno goduto, sono stati un po’ lì e poi lui dice che se ne deve andare, e lei lo accompagna e la vedo passare a metà nell’angolo dell’ingresso mezza nuda.
La borsa l’aveva vista, e quando entra in cucina era preparata, ma non ho mai visto mia madre in imbarazzo. Mi saluta e chiede come mai sono qui e le racconto della macchina e allora lei passa all’altro argomento e dice ‘che è meglio così, sei grande e devi sapere. Ti ho deluso amore?’
Io l’abbraccio e sento l’odore dell’altro. e le metto la testa nelle tette, Lei mi tiene stretto, mi bacia come sempre e lei ’sei bravo a capire, sei il mio bravo bambino, adesso ti preparo da mangiare’.
Così si mette a preparare e io le vado di dietro e le prendo le tette e le dico le solite cose. E le dico ‘fermati che ti devo parlare’ e lei ’prima ti do da mangiare’.
Dopo un po’ mi mette a tavola, e io le dico cosa ho pensato, ‘senti, mamma tu non potresti farlo anche con me?’ e lei sta un po’ ferma poi capisco che ci ha pensato anche lei e dice ‘non credevo che me lo chiedevi e io ‘non avevo il coraggio’, ‘ma una mamma fa tutto per io suo bambino’, e io ‘sì mamma, hai ragione’.
Siamo rimasti un po’ lì, senza dire niente ma secondo me pensavamo la stessa cosa, così le dico, ‘Dai mamma, facciamolo subito’
Lei ci pensa, non dice niente e va in camera. Io finisco il bicchiere e le vado dietro. Lei è sotto il lenzuolo. Lei è di schiena, è vestita come prima. Speravo che era già nuda e invece devo lavorarmela e togliere le cose. Quando finisco è nuda e le cipollo le tette, adesso finalmente anche i capezzoli, e poi la sento tutta che freme e penso che ne ha ancora voglia e che Mario non ha lavorato fino in fondo e così la monto. Che goduria! Il suo corpo lo conoscevo, che era morbito, sapeva di buono con una pelle bella e fresca ma un conto è mettere la testa nelle tette, e un conto è cipollare le tette di bocca, ma soprattutto metterle dentro l’uccello. Mia madre ha una figa soffice, come è tutta lei, mi piacerebbe mettere le sue foto in internet, ma mi piacerebbe metterla nuda e ancora non si è fatta fare le foto. Comunque, già la prima volta entro come il burro, e ho subito incominciato fin dalla prima volta a darci dentro forte. Con più che la sentivo morbida e con più che mi dava il cazzo duro e ci davo dentro.
Godevo troppo e sono venuto all’improvviso, quasi subito. E lei mi ha consolato. Siamo stati lì e poi era troppo bello, per cui l’uccello si è mosso e allora glielo ho detto e lei è entrata sotto il lenzuolo e mi ha succhiato il cazzo e quando è stato duro mi ha detto ‘ecco, adesso puoi ricominciare amore’ e di nuovo le sono andato sopra e quella volta è durato molto. Poi lei si è girata di sua iniziativa, e me lo è fatto mettere da dietro, e poi nel culo, che lo avevo capito che anche Mario glielo aveva messo.
Siamo andati avanti – che mi sembrava di diventare matto e non finiva di piacermi - fino a che era buio, che ce ne siamo accorti all’improvviso, dopo che le avevo sborrato dentro la seconda volta, e lei aveva goduto anche lei. ‘Mamma che bello’ le ho detto e lei mi ha dato la tetta., come quando ero bambino, che è andata avanti tre anni a darmela.
Da lì abbiamo dormito insieme e me la sono fatta tutte le volte che volevamo, perché anche lei voleva, delle volte, e poi si faceva anche Ugo e come le ho chiesto, anche Mario, insieme, anche se non li ho mai visti tutti e tre lavorare insieme nel letto.
Con loro non l’ho mai fatta. Quando me la sono fatta l’ho voluta tutta per me.
Eh!, senza la mamma!
Un esercizio di scrittura elementare, per un protagonista che è uno spirito grezzo, ma molto sentimentale e legato alla figura della madre.
Mia madre è una donna abbondante, ma fresca e con una bella pelle e due tette grosse. Con me ha sempre avuto un rapporto forte, più forte dopo che si è separata. Mi è sempre piaciuto mettere la testa fra le sue tette e lei ci stava e mi carezzava. Giocavamo, anche, e le andavo da dietro, e le prendevo le tette in mano, sopra il vestito e la baciavo, e la chiamavo ‘la mia mammona’ e a lei ci piaceva, credo come a me. Dopo che si è separata ancora di più, e mi piaceva averla tutta per me.
Diventato grande il mio problema è sempre stato chiavare: non trovavo abbastanza figa da metterglielo dentro e mi facevo delle seghe, e mi confidavo con mia madre, che era incazzata con le ragazze che non me la davano, però credo che le piaceva avere il suo bambino tutto per sé. Mia madre vedeva le mutande sporche di sborra e io le dicevo che erano cose naturali ‘polluzioni’.
Però quando l’ho vista preoccupata e mi ha chiesto ‘ma tu non ti fai niente da solo?’ ho capito che dovevo dirle che mi segavo e glielo dissi e lei sembrò tranquilla, disse ‘almeno quello’.
Le chiedevo di come fare perchè io confidavo tutto a lei, e lei non sapeva darmi consigli. Le ho anche chiesto come faceva lei, che da quando era separata non la vedevo fare niente. E lei non disse niente.
Però poi ho capito, una volta che io parto con gli amici e si era rotta la macchina e sono tornato indietro e sono entrato senza fare casino e ho sentito delle voci di chi scopava, come ho capito subito.
Era la sua voce con quella di un uomo che si dicevano cose da eccitati.
Così lascio la borsa in ingresso e mi sono messo in cucina in silenzio ad aspettare che finivano. C’era un rivista e mi sono messo a leggerla, ma sentivo tutto.
Lei gli diceva ‘dai, più forte’ e lui ‘non così, che mi fai venire’, e poi ‘ dammelo in bocca’ ‘dai troia’ ‘ sì sono la tua troia’, ma la cosa che mi ha fatto più sorpresa è quando lui ha detto ‘quando torna Mario riprendiamo a farlo in tre’ e lei ‘così ti fa parte del lavoro’. Lui doveva essere Ugo, un amico che bazzicava anche da prima che lei si separava, ma non pensavo che scopavano.
Alla fine hanno goduto, sono stati un po’ lì e poi lui dice che se ne deve andare, e lei lo accompagna e la vedo passare a metà nell’angolo dell’ingresso mezza nuda.
La borsa l’aveva vista, e quando entra in cucina era preparata, ma non ho mai visto mia madre in imbarazzo. Mi saluta e chiede come mai sono qui e le racconto della macchina e allora lei passa all’altro argomento e dice ‘che è meglio così, sei grande e devi sapere. Ti ho deluso amore?’
Io l’abbraccio e sento l’odore dell’altro. e le metto la testa nelle tette, Lei mi tiene stretto, mi bacia come sempre e lei ’sei bravo a capire, sei il mio bravo bambino, adesso ti preparo da mangiare’.
Così si mette a preparare e io le vado di dietro e le prendo le tette e le dico le solite cose. E le dico ‘fermati che ti devo parlare’ e lei ’prima ti do da mangiare’.
Dopo un po’ mi mette a tavola, e io le dico cosa ho pensato, ‘senti, mamma tu non potresti farlo anche con me?’ e lei sta un po’ ferma poi capisco che ci ha pensato anche lei e dice ‘non credevo che me lo chiedevi e io ‘non avevo il coraggio’, ‘ma una mamma fa tutto per io suo bambino’, e io ‘sì mamma, hai ragione’.
Siamo rimasti un po’ lì, senza dire niente ma secondo me pensavamo la stessa cosa, così le dico, ‘Dai mamma, facciamolo subito’
Lei ci pensa, non dice niente e va in camera. Io finisco il bicchiere e le vado dietro. Lei è sotto il lenzuolo. Lei è di schiena, è vestita come prima. Speravo che era già nuda e invece devo lavorarmela e togliere le cose. Quando finisco è nuda e le cipollo le tette, adesso finalmente anche i capezzoli, e poi la sento tutta che freme e penso che ne ha ancora voglia e che Mario non ha lavorato fino in fondo e così la monto. Che goduria! Il suo corpo lo conoscevo, che era morbito, sapeva di buono con una pelle bella e fresca ma un conto è mettere la testa nelle tette, e un conto è cipollare le tette di bocca, ma soprattutto metterle dentro l’uccello. Mia madre ha una figa soffice, come è tutta lei, mi piacerebbe mettere le sue foto in internet, ma mi piacerebbe metterla nuda e ancora non si è fatta fare le foto. Comunque, già la prima volta entro come il burro, e ho subito incominciato fin dalla prima volta a darci dentro forte. Con più che la sentivo morbida e con più che mi dava il cazzo duro e ci davo dentro.
Godevo troppo e sono venuto all’improvviso, quasi subito. E lei mi ha consolato. Siamo stati lì e poi era troppo bello, per cui l’uccello si è mosso e allora glielo ho detto e lei è entrata sotto il lenzuolo e mi ha succhiato il cazzo e quando è stato duro mi ha detto ‘ecco, adesso puoi ricominciare amore’ e di nuovo le sono andato sopra e quella volta è durato molto. Poi lei si è girata di sua iniziativa, e me lo è fatto mettere da dietro, e poi nel culo, che lo avevo capito che anche Mario glielo aveva messo.
Siamo andati avanti – che mi sembrava di diventare matto e non finiva di piacermi - fino a che era buio, che ce ne siamo accorti all’improvviso, dopo che le avevo sborrato dentro la seconda volta, e lei aveva goduto anche lei. ‘Mamma che bello’ le ho detto e lei mi ha dato la tetta., come quando ero bambino, che è andata avanti tre anni a darmela.
Da lì abbiamo dormito insieme e me la sono fatta tutte le volte che volevamo, perché anche lei voleva, delle volte, e poi si faceva anche Ugo e come le ho chiesto, anche Mario, insieme, anche se non li ho mai visti tutti e tre lavorare insieme nel letto.
Con loro non l’ho mai fatta. Quando me la sono fatta l’ho voluta tutta per me.
Eh!, senza la mamma!
Un esercizio di scrittura elementare, per un protagonista che è uno spirito grezzo, ma molto sentimentale e legato alla figura della madre.
Mia madre è una donna abbondante, ma fresca e con una bella pelle e due tette grosse. Con me ha sempre avuto un rapporto forte, più forte dopo che si è separata. Mi è sempre piaciuto mettere la testa fra le sue tette e lei ci stava e mi carezzava. Giocavamo, anche, e le andavo da dietro, e le prendevo le tette in mano, sopra il vestito e la baciavo, e la chiamavo ‘la mia mammona’ e a lei ci piaceva, credo come a me. Dopo che si è separata ancora di più, e mi piaceva averla tutta per me.
Diventato grande il mio problema è sempre stato chiavare: non trovavo abbastanza figa da metterglielo dentro e mi facevo delle seghe, e mi confidavo con mia madre, che era incazzata con le ragazze che non me la davano, però credo che le piaceva avere il suo bambino tutto per sé. Mia madre vedeva le mutande sporche di sborra e io le dicevo che erano cose naturali ‘polluzioni’.
Però quando l’ho vista preoccupata e mi ha chiesto ‘ma tu non ti fai niente da solo?’ ho capito che dovevo dirle che mi segavo e glielo dissi e lei sembrò tranquilla, disse ‘almeno quello’.
Le chiedevo di come fare perchè io confidavo tutto a lei, e lei non sapeva darmi consigli. Le ho anche chiesto come faceva lei, che da quando era separata non la vedevo fare niente. E lei non disse niente.
Però poi ho capito, una volta che io parto con gli amici e si era rotta la macchina e sono tornato indietro e sono entrato senza fare casino e ho sentito delle voci di chi scopava, come ho capito subito.
Era la sua voce con quella di un uomo che si dicevano cose da eccitati.
Così lascio la borsa in ingresso e mi sono messo in cucina in silenzio ad aspettare che finivano. C’era un rivista e mi sono messo a leggerla, ma sentivo tutto.
Lei gli diceva ‘dai, più forte’ e lui ‘non così, che mi fai venire’, e poi ‘ dammelo in bocca’ ‘dai troia’ ‘ sì sono la tua troia’, ma la cosa che mi ha fatto più sorpresa è quando lui ha detto ‘quando torna Mario riprendiamo a farlo in tre’ e lei ‘così ti fa parte del lavoro’. Lui doveva essere Ugo, un amico che bazzicava anche da prima che lei si separava, ma non pensavo che scopavano.
Alla fine hanno goduto, sono stati un po’ lì e poi lui dice che se ne deve andare, e lei lo accompagna e la vedo passare a metà nell’angolo dell’ingresso mezza nuda.
La borsa l’aveva vista, e quando entra in cucina era preparata, ma non ho mai visto mia madre in imbarazzo. Mi saluta e chiede come mai sono qui e le racconto della macchina e allora lei passa all’altro argomento e dice ‘che è meglio così, sei grande e devi sapere. Ti ho deluso amore?’
Io l’abbraccio e sento l’odore dell’altro. e le metto la testa nelle tette, Lei mi tiene stretto, mi bacia come sempre e lei ’sei bravo a capire, sei il mio bravo bambino, adesso ti preparo da mangiare’.
Così si mette a preparare e io le vado di dietro e le prendo le tette e le dico le solite cose. E le dico ‘fermati che ti devo parlare’ e lei ’prima ti do da mangiare’.
Dopo un po’ mi mette a tavola, e io le dico cosa ho pensato, ‘senti, mamma tu non potresti farlo anche con me?’ e lei sta un po’ ferma poi capisco che ci ha pensato anche lei e dice ‘non credevo che me lo chiedevi e io ‘non avevo il coraggio’, ‘ma una mamma fa tutto per io suo bambino’, e io ‘sì mamma, hai ragione’.
Siamo rimasti un po’ lì, senza dire niente ma secondo me pensavamo la stessa cosa, così le dico, ‘Dai mamma, facciamolo subito’
Lei ci pensa, non dice niente e va in camera. Io finisco il bicchiere e le vado dietro. Lei è sotto il lenzuolo. Lei è di schiena, è vestita come prima. Speravo che era già nuda e invece devo lavorarmela e togliere le cose. Quando finisco è nuda e le cipollo le tette, adesso finalmente anche i capezzoli, e poi la sento tutta che freme e penso che ne ha ancora voglia e che Mario non ha lavorato fino in fondo e così la monto. Che goduria! Il suo corpo lo conoscevo, che era morbito, sapeva di buono con una pelle bella e fresca ma un conto è mettere la testa nelle tette, e un conto è cipollare le tette di bocca, ma soprattutto metterle dentro l’uccello. Mia madre ha una figa soffice, come è tutta lei, mi piacerebbe mettere le sue foto in internet, ma mi piacerebbe metterla nuda e ancora non si è fatta fare le foto. Comunque, già la prima volta entro come il burro, e ho subito incominciato fin dalla prima volta a darci dentro forte. Con più che la sentivo morbida e con più che mi dava il cazzo duro e ci davo dentro.
Godevo troppo e sono venuto all’improvviso, quasi subito. E lei mi ha consolato. Siamo stati lì e poi era troppo bello, per cui l’uccello si è mosso e allora glielo ho detto e lei è entrata sotto il lenzuolo e mi ha succhiato il cazzo e quando è stato duro mi ha detto ‘ecco, adesso puoi ricominciare amore’ e di nuovo le sono andato sopra e quella volta è durato molto. Poi lei si è girata di sua iniziativa, e me lo è fatto mettere da dietro, e poi nel culo, che lo avevo capito che anche Mario glielo aveva messo.
Siamo andati avanti – che mi sembrava di diventare matto e non finiva di piacermi - fino a che era buio, che ce ne siamo accorti all’improvviso, dopo che le avevo sborrato dentro la seconda volta, e lei aveva goduto anche lei. ‘Mamma che bello’ le ho detto e lei mi ha dato la tetta., come quando ero bambino, che è andata avanti tre anni a darmela.
Da lì abbiamo dormito insieme e me la sono fatta tutte le volte che volevamo, perché anche lei voleva, delle volte, e poi si faceva anche Ugo e come le ho chiesto, anche Mario, insieme, anche se non li ho mai visti tutti e tre lavorare insieme nel letto.
Con loro non l’ho mai fatta. Quando me la sono fatta l’ho voluta tutta per me.
Un esercizio di scrittura elementare, per un protagonista che è uno spirito grezzo, ma molto sentimentale e legato alla figura della madre.
Mia madre è una donna abbondante, ma fresca e con una bella pelle e due tette grosse. Con me ha sempre avuto un rapporto forte, più forte dopo che si è separata. Mi è sempre piaciuto mettere la testa fra le sue tette e lei ci stava e mi carezzava. Giocavamo, anche, e le andavo da dietro, e le prendevo le tette in mano, sopra il vestito e la baciavo, e la chiamavo ‘la mia mammona’ e a lei ci piaceva, credo come a me. Dopo che si è separata ancora di più, e mi piaceva averla tutta per me.
Diventato grande il mio problema è sempre stato chiavare: non trovavo abbastanza figa da metterglielo dentro e mi facevo delle seghe, e mi confidavo con mia madre, che era incazzata con le ragazze che non me la davano, però credo che le piaceva avere il suo bambino tutto per sé. Mia madre vedeva le mutande sporche di sborra e io le dicevo che erano cose naturali ‘polluzioni’.
Però quando l’ho vista preoccupata e mi ha chiesto ‘ma tu non ti fai niente da solo?’ ho capito che dovevo dirle che mi segavo e glielo dissi e lei sembrò tranquilla, disse ‘almeno quello’.
Le chiedevo di come fare perchè io confidavo tutto a lei, e lei non sapeva darmi consigli. Le ho anche chiesto come faceva lei, che da quando era separata non la vedevo fare niente. E lei non disse niente.
Però poi ho capito, una volta che io parto con gli amici e si era rotta la macchina e sono tornato indietro e sono entrato senza fare casino e ho sentito delle voci di chi scopava, come ho capito subito.
Era la sua voce con quella di un uomo che si dicevano cose da eccitati.
Così lascio la borsa in ingresso e mi sono messo in cucina in silenzio ad aspettare che finivano. C’era un rivista e mi sono messo a leggerla, ma sentivo tutto.
Lei gli diceva ‘dai, più forte’ e lui ‘non così, che mi fai venire’, e poi ‘ dammelo in bocca’ ‘dai troia’ ‘ sì sono la tua troia’, ma la cosa che mi ha fatto più sorpresa è quando lui ha detto ‘quando torna Mario riprendiamo a farlo in tre’ e lei ‘così ti fa parte del lavoro’. Lui doveva essere Ugo, un amico che bazzicava anche da prima che lei si separava, ma non pensavo che scopavano.
Alla fine hanno goduto, sono stati un po’ lì e poi lui dice che se ne deve andare, e lei lo accompagna e la vedo passare a metà nell’angolo dell’ingresso mezza nuda.
La borsa l’aveva vista, e quando entra in cucina era preparata, ma non ho mai visto mia madre in imbarazzo. Mi saluta e chiede come mai sono qui e le racconto della macchina e allora lei passa all’altro argomento e dice ‘che è meglio così, sei grande e devi sapere. Ti ho deluso amore?’
Io l’abbraccio e sento l’odore dell’altro. e le metto la testa nelle tette, Lei mi tiene stretto, mi bacia come sempre e lei ’sei bravo a capire, sei il mio bravo bambino, adesso ti preparo da mangiare’.
Così si mette a preparare e io le vado di dietro e le prendo le tette e le dico le solite cose. E le dico ‘fermati che ti devo parlare’ e lei ’prima ti do da mangiare’.
Dopo un po’ mi mette a tavola, e io le dico cosa ho pensato, ‘senti, mamma tu non potresti farlo anche con me?’ e lei sta un po’ ferma poi capisco che ci ha pensato anche lei e dice ‘non credevo che me lo chiedevi e io ‘non avevo il coraggio’, ‘ma una mamma fa tutto per io suo bambino’, e io ‘sì mamma, hai ragione’.
Siamo rimasti un po’ lì, senza dire niente ma secondo me pensavamo la stessa cosa, così le dico, ‘Dai mamma, facciamolo subito’
Lei ci pensa, non dice niente e va in camera. Io finisco il bicchiere e le vado dietro. Lei è sotto il lenzuolo. Lei è di schiena, è vestita come prima. Speravo che era già nuda e invece devo lavorarmela e togliere le cose. Quando finisco è nuda e le cipollo le tette, adesso finalmente anche i capezzoli, e poi la sento tutta che freme e penso che ne ha ancora voglia e che Mario non ha lavorato fino in fondo e così la monto. Che goduria! Il suo corpo lo conoscevo, che era morbito, sapeva di buono con una pelle bella e fresca ma un conto è mettere la testa nelle tette, e un conto è cipollare le tette di bocca, ma soprattutto metterle dentro l’uccello. Mia madre ha una figa soffice, come è tutta lei, mi piacerebbe mettere le sue foto in internet, ma mi piacerebbe metterla nuda e ancora non si è fatta fare le foto. Comunque, già la prima volta entro come il burro, e ho subito incominciato fin dalla prima volta a darci dentro forte. Con più che la sentivo morbida e con più che mi dava il cazzo duro e ci davo dentro.
Godevo troppo e sono venuto all’improvviso, quasi subito. E lei mi ha consolato. Siamo stati lì e poi era troppo bello, per cui l’uccello si è mosso e allora glielo ho detto e lei è entrata sotto il lenzuolo e mi ha succhiato il cazzo e quando è stato duro mi ha detto ‘ecco, adesso puoi ricominciare amore’ e di nuovo le sono andato sopra e quella volta è durato molto. Poi lei si è girata di sua iniziativa, e me lo è fatto mettere da dietro, e poi nel culo, che lo avevo capito che anche Mario glielo aveva messo.
Siamo andati avanti – che mi sembrava di diventare matto e non finiva di piacermi - fino a che era buio, che ce ne siamo accorti all’improvviso, dopo che le avevo sborrato dentro la seconda volta, e lei aveva goduto anche lei. ‘Mamma che bello’ le ho detto e lei mi ha dato la tetta., come quando ero bambino, che è andata avanti tre anni a darmela.
Da lì abbiamo dormito insieme e me la sono fatta tutte le volte che volevamo, perché anche lei voleva, delle volte, e poi si faceva anche Ugo e come le ho chiesto, anche Mario, insieme, anche se non li ho mai visti tutti e tre lavorare insieme nel letto.
Con loro non l’ho mai fatta. Quando me la sono fatta l’ho voluta tutta per me.
Eh!, senza la mamma!
Un esercizio di scrittura elementare, per un protagonista che è uno spirito grezzo, ma molto sentimentale e legato alla figura della madre.
Mia madre è una donna abbondante, ma fresca e con una bella pelle e due tette grosse. Con me ha sempre avuto un rapporto forte, più forte dopo che si è separata. Mi è sempre piaciuto mettere la testa fra le sue tette e lei ci stava e mi carezzava. Giocavamo, anche, e le andavo da dietro, e le prendevo le tette in mano, sopra il vestito e la baciavo, e la chiamavo ‘la mia mammona’ e a lei ci piaceva, credo come a me. Dopo che si è separata ancora di più, e mi piaceva averla tutta per me.
Diventato grande il mio problema è sempre stato chiavare: non trovavo abbastanza figa da metterglielo dentro e mi facevo delle seghe, e mi confidavo con mia madre, che era incazzata con le ragazze che non me la davano, però credo che le piaceva avere il suo bambino tutto per sé. Mia madre vedeva le mutande sporche di sborra e io le dicevo che erano cose naturali ‘polluzioni’.
Però quando l’ho vista preoccupata e mi ha chiesto ‘ma tu non ti fai niente da solo?’ ho capito che dovevo dirle che mi segavo e glielo dissi e lei sembrò tranquilla, disse ‘almeno quello’.
Le chiedevo di come fare perchè io confidavo tutto a lei, e lei non sapeva darmi consigli. Le ho anche chiesto come faceva lei, che da quando era separata non la vedevo fare niente. E lei non disse niente.
Però poi ho capito, una volta che io parto con gli amici e si era rotta la macchina e sono tornato indietro e sono entrato senza fare casino e ho sentito delle voci di chi scopava, come ho capito subito.
Era la sua voce con quella di un uomo che si dicevano cose da eccitati.
Così lascio la borsa in ingresso e mi sono messo in cucina in silenzio ad aspettare che finivano. C’era un rivista e mi sono messo a leggerla, ma sentivo tutto.
Lei gli diceva ‘dai, più forte’ e lui ‘non così, che mi fai venire’, e poi ‘ dammelo in bocca’ ‘dai troia’ ‘ sì sono la tua troia’, ma la cosa che mi ha fatto più sorpresa è quando lui ha detto ‘quando torna Mario riprendiamo a farlo in tre’ e lei ‘così ti fa parte del lavoro’. Lui doveva essere Ugo, un amico che bazzicava anche da prima che lei si separava, ma non pensavo che scopavano.
Alla fine hanno goduto, sono stati un po’ lì e poi lui dice che se ne deve andare, e lei lo accompagna e la vedo passare a metà nell’angolo dell’ingresso mezza nuda.
La borsa l’aveva vista, e quando entra in cucina era preparata, ma non ho mai visto mia madre in imbarazzo. Mi saluta e chiede come mai sono qui e le racconto della macchina e allora lei passa all’altro argomento e dice ‘che è meglio così, sei grande e devi sapere. Ti ho deluso amore?’
Io l’abbraccio e sento l’odore dell’altro. e le metto la testa nelle tette, Lei mi tiene stretto, mi bacia come sempre e lei ’sei bravo a capire, sei il mio bravo bambino, adesso ti preparo da mangiare’.
Così si mette a preparare e io le vado di dietro e le prendo le tette e le dico le solite cose. E le dico ‘fermati che ti devo parlare’ e lei ’prima ti do da mangiare’.
Dopo un po’ mi mette a tavola, e io le dico cosa ho pensato, ‘senti, mamma tu non potresti farlo anche con me?’ e lei sta un po’ ferma poi capisco che ci ha pensato anche lei e dice ‘non credevo che me lo chiedevi e io ‘non avevo il coraggio’, ‘ma una mamma fa tutto per io suo bambino’, e io ‘sì mamma, hai ragione’.
Siamo rimasti un po’ lì, senza dire niente ma secondo me pensavamo la stessa cosa, così le dico, ‘Dai mamma, facciamolo subito’
Lei ci pensa, non dice niente e va in camera. Io finisco il bicchiere e le vado dietro. Lei è sotto il lenzuolo. Lei è di schiena, è vestita come prima. Speravo che era già nuda e invece devo lavorarmela e togliere le cose. Quando finisco è nuda e le cipollo le tette, adesso finalmente anche i capezzoli, e poi la sento tutta che freme e penso che ne ha ancora voglia e che Mario non ha lavorato fino in fondo e così la monto. Che goduria! Il suo corpo lo conoscevo, che era morbido, sapeva di buono con una pelle bella e fresca ma un conto è mettere la testa nelle tette, e un conto è cipollare le tette di bocca, ma soprattutto metterle dentro l’uccello. Mia madre ha una figa soffice, come è tutta lei, mi piacerebbe mettere le sue foto in internet, ma mi piacerebbe metterla nuda e ancora non si è fatta fare le foto. Comunque, già la prima volta entro come il burro, e ho subito incominciato fin dalla prima volta a darci dentro forte. Con più che la sentivo morbida e con più che mi dava il cazzo duro e ci davo dentro.
Godevo troppo e sono venuto all’improvviso, quasi subito. E lei mi ha consolato. Siamo stati lì e poi era troppo bello, per cui l’uccello si è mosso e allora glielo ho detto e lei è entrata sotto il lenzuolo e mi ha succhiato il cazzo e quando è stato duro mi ha detto ‘ecco, adesso puoi ricominciare amore’ e di nuovo le sono andato sopra e quella volta è durato molto. Poi lei si è girata di sua iniziativa, e me lo è fatto mettere da dietro, e poi nel culo, che lo avevo capito che anche Mario glielo aveva messo.
Siamo andati avanti – che mi sembrava di diventare matto e non finiva di piacermi - fino a che era buio, che ce ne siamo accorti all’improvviso, dopo che le avevo sborrato dentro la seconda volta, e lei aveva goduto anche lei. ‘Mamma che bello’ le ho detto e lei mi ha dato la tetta., come quando ero bambino, che è andata avanti tre anni a darmela.
Da lì abbiamo dormito insieme e me la sono fatta tutte le volte che volevamo, perché anche lei voleva, delle volte, e poi si faceva anche Ugo e come le ho chiesto, anche Mario, insieme, anche se non li ho mai visti tutti e tre lavorare insieme nel letto.
Con loro non l’ho mai fatta. Quando me la sono fatta l’ho voluta tutta per me.
Eh!, senza la mamma!
Un esercizio di scrittura elementare, per un protagonista che è uno spirito grezzo, ma molto sentimentale e legato alla figura della madre.
Mia madre è una donna abbondante, ma fresca e con una bella pelle e due tette grosse. Con me ha sempre avuto un rapporto forte, più forte dopo che si è separata. Mi è sempre piaciuto mettere la testa fra le sue tette e lei ci stava e mi carezzava. Giocavamo, anche, e le andavo da dietro, e le prendevo le tette in mano, sopra il vestito e la baciavo, e la chiamavo ‘la mia mammona’ e a lei ci piaceva, credo come a me. Dopo che si è separata ancora di più, e mi piaceva averla tutta per me.
Diventato grande il mio problema è sempre stato chiavare: non trovavo abbastanza figa da metterglielo dentro e mi facevo delle seghe, e mi confidavo con mia madre, che era incazzata con le ragazze che non me la davano, però credo che le piaceva avere il suo bambino tutto per sé. Mia madre vedeva le mutande sporche di sborra e io le dicevo che erano cose naturali ‘polluzioni’.
Però quando l’ho vista preoccupata e mi ha chiesto ‘ma tu non ti fai niente da solo?’ ho capito che dovevo dirle che mi segavo e glielo dissi e lei sembrò tranquilla, disse ‘almeno quello’.
Le chiedevo di come fare perchè io confidavo tutto a lei, e lei non sapeva darmi consigli. Le ho anche chiesto come faceva lei, che da quando era separata non la vedevo fare niente. E lei non disse niente.
Però poi ho capito, una volta che io parto con gli amici e si era rotta la macchina e sono tornato indietro e sono entrato senza fare casino e ho sentito delle voci di chi scopava, come ho capito subito.
Era la sua voce con quella di un uomo che si dicevano cose da eccitati.
Così lascio la borsa in ingresso e mi sono messo in cucina in silenzio ad aspettare che finivano. C’era un rivista e mi sono messo a leggerla, ma sentivo tutto.
Lei gli diceva ‘dai, più forte’ e lui ‘non così, che mi fai venire’, e poi ‘ dammelo in bocca’ ‘dai troia’ ‘ sì sono la tua troia’, ma la cosa che mi ha fatto più sorpresa è quando lui ha detto ‘quando torna Mario riprendiamo a farlo in tre’ e lei ‘così ti fa parte del lavoro’. Lui doveva essere Ugo, un amico che bazzicava anche da prima che lei si separava, ma non pensavo che scopavano.
Alla fine hanno goduto, sono stati un po’ lì e poi lui dice che se ne deve andare, e lei lo accompagna e la vedo passare a metà nell’angolo dell’ingresso mezza nuda.
La borsa l’aveva vista, e quando entra in cucina era preparata, ma non ho mai visto mia madre in imbarazzo. Mi saluta e chiede come mai sono qui e le racconto della macchina e allora lei passa all’altro argomento e dice ‘che è meglio così, sei grande e devi sapere. Ti ho deluso amore?’
Io l’abbraccio e sento l’odore dell’altro. e le metto la testa nelle tette, Lei mi tiene stretto, mi bacia come sempre e lei ’sei bravo a capire, sei il mio bravo bambino, adesso ti preparo da mangiare’.
Così si mette a preparare e io le vado di dietro e le prendo le tette e le dico le solite cose. E le dico ‘fermati che ti devo parlare’ e lei ’prima ti do da mangiare’.
Dopo un po’ mi mette a tavola, e io le dico cosa ho pensato, ‘senti, mamma tu non potresti farlo anche con me?’ e lei sta un po’ ferma poi capisco che ci ha pensato anche lei e dice ‘non credevo che me lo chiedevi e io ‘non avevo il coraggio’, ‘ma una mamma fa tutto per io suo bambino’, e io ‘sì mamma, hai ragione’.
Siamo rimasti un po’ lì, senza dire niente ma secondo me pensavamo la stessa cosa, così le dico, ‘Dai mamma, facciamolo subito’
Lei ci pensa, non dice niente e va in camera. Io finisco il bicchiere e le vado dietro. Lei è sotto il lenzuolo. Lei è di schiena, è vestita come prima. Speravo che era già nuda e invece devo lavorarmela e togliere le cose. Quando finisco è nuda e le cipollo le tette, adesso finalmente anche i capezzoli, e poi la sento tutta che freme e penso che ne ha ancora voglia e che Mario non ha lavorato fino in fondo e così la monto. Che goduria! Il suo corpo lo conoscevo, che era morbito, sapeva di buono con una pelle bella e fresca ma un conto è mettere la testa nelle tette, e un conto è cipollare le tette di bocca, ma soprattutto metterle dentro l’uccello. Mia madre ha una figa soffice, come è tutta lei, mi piacerebbe mettere le sue foto in internet, ma mi piacerebbe metterla nuda e ancora non si è fatta fare le foto. Comunque, già la prima volta entro come il burro, e ho subito incominciato fin dalla prima volta a darci dentro forte. Con più che la sentivo morbida e con più che mi dava il cazzo duro e ci davo dentro.
Godevo troppo e sono venuto all’improvviso, quasi subito. E lei mi ha consolato. Siamo stati lì e poi era troppo bello, per cui l’uccello si è mosso e allora glielo ho detto e lei è entrata sotto il lenzuolo e mi ha succhiato il cazzo e quando è stato duro mi ha detto ‘ecco, adesso puoi ricominciare amore’ e di nuovo le sono andato sopra e quella volta è durato molto. Poi lei si è girata di sua iniziativa, e me lo è fatto mettere da dietro, e poi nel culo, che lo avevo capito che anche Mario glielo aveva messo.
Siamo andati avanti – che mi sembrava di diventare matto e non finiva di piacermi - fino a che era buio, che ce ne siamo accorti all’improvviso, dopo che le avevo sborrato dentro la seconda volta, e lei aveva goduto anche lei. ‘Mamma che bello’ le ho detto e lei mi ha dato la tetta., come quando ero bambino, che è andata avanti tre anni a darmela.
Da lì abbiamo dormito insieme e me la sono fatta tutte le volte che volevamo, perché anche lei voleva, delle volte, e poi si faceva anche Ugo e come le ho chiesto, anche Mario, insieme, anche se non li ho mai visti tutti e tre lavorare insieme nel letto.
Con loro non l’ho mai fatta. Quando me la sono fatta l’ho voluta tutta per me.
Eh!, senza la mamma!
Un esercizio di scrittura elementare, per un protagonista che è uno spirito grezzo, ma molto sentimentale e legato alla figura della madre.
Mia madre è una donna abbondante, ma fresca e con una bella pelle e due tette grosse. Con me ha sempre avuto un rapporto forte, più forte dopo che si è separata. Mi è sempre piaciuto mettere la testa fra le sue tette e lei ci stava e mi carezzava. Giocavamo, anche, e le andavo da dietro, e le prendevo le tette in mano, sopra il vestito e la baciavo, e la chiamavo ‘la mia mammona’ e a lei ci piaceva, credo come a me. Dopo che si è separata ancora di più, e mi piaceva averla tutta per me.
Diventato grande il mio problema è sempre stato chiavare: non trovavo abbastanza figa da metterglielo dentro e mi facevo delle seghe, e mi confidavo con mia madre, che era incazzata con le ragazze che non me la davano, però credo che le piaceva avere il suo bambino tutto per sé. Mia madre vedeva le mutande sporche di sborra e io le dicevo che erano cose naturali ‘polluzioni’.
Però quando l’ho vista preoccupata e mi ha chiesto ‘ma tu non ti fai niente da solo?’ ho capito che dovevo dirle che mi segavo e glielo dissi e lei sembrò tranquilla, disse ‘almeno quello’.
Le chiedevo di come fare perchè io confidavo tutto a lei, e lei non sapeva darmi consigli. Le ho anche chiesto come faceva lei, che da quando era separata non la vedevo fare niente. E lei non disse niente.
Però poi ho capito, una volta che io parto con gli amici e si era rotta la macchina e sono tornato indietro e sono entrato senza fare casino e ho sentito delle voci di chi scopava, come ho capito subito.
Era la sua voce con quella di un uomo che si dicevano cose da eccitati.
Così lascio la borsa in ingresso e mi sono messo in cucina in silenzio ad aspettare che finivano. C’era un rivista e mi sono messo a leggerla, ma sentivo tutto.
Lei gli diceva ‘dai, più forte’ e lui ‘non così, che mi fai venire’, e poi ‘ dammelo in bocca’ ‘dai troia’ ‘ sì sono la tua troia’, ma la cosa che mi ha fatto più sorpresa è quando lui ha detto ‘quando torna Mario riprendiamo a farlo in tre’ e lei ‘così ti fa parte del lavoro’. Lui doveva essere Ugo, un amico che bazzicava anche da prima che lei si separava, ma non pensavo che scopavano.
Alla fine hanno goduto, sono stati un po’ lì e poi lui dice che se ne deve andare, e lei lo accompagna e la vedo passare a metà nell’angolo dell’ingresso mezza nuda.
La borsa l’aveva vista, e quando entra in cucina era preparata, ma non ho mai visto mia madre in imbarazzo. Mi saluta e chiede come mai sono qui e le racconto della macchina e allora lei passa all’altro argomento e dice ‘che è meglio così, sei grande e devi sapere. Ti ho deluso amore?’
Io l’abbraccio e sento l’odore dell’altro. e le metto la testa nelle tette, Lei mi tiene stretto, mi bacia come sempre e lei ’sei bravo a capire, sei il mio bravo bambino, adesso ti preparo da mangiare’.
Così si mette a preparare e io le vado di dietro e le prendo le tette e le dico le solite cose. E le dico ‘fermati che ti devo parlare’ e lei ’prima ti do da mangiare’.
Dopo un po’ mi mette a tavola, e io le dico cosa ho pensato, ‘senti, mamma tu non potresti farlo anche con me?’ e lei sta un po’ ferma poi capisco che ci ha pensato anche lei e dice ‘non credevo che me lo chiedevi e io ‘non avevo il coraggio’, ‘ma una mamma fa tutto per io suo bambino’, e io ‘sì mamma, hai ragione’.
Siamo rimasti un po’ lì, senza dire niente ma secondo me pensavamo la stessa cosa, così le dico, ‘Dai mamma, facciamolo subito’
Lei ci pensa, non dice niente e va in camera. Io finisco il bicchiere e le vado dietro. Lei è sotto il lenzuolo. Lei è di schiena, è vestita come prima. Speravo che era già nuda e invece devo lavorarmela e togliere le cose. Quando finisco è nuda e le cipollo le tette, adesso finalmente anche i capezzoli, e poi la sento tutta che freme e penso che ne ha ancora voglia e che Mario non ha lavorato fino in fondo e così la monto. Che goduria! Il suo corpo lo conoscevo, che era morbito, sapeva di buono con una pelle bella e fresca ma un conto è mettere la testa nelle tette, e un conto è cipollare le tette di bocca, ma soprattutto metterle dentro l’uccello. Mia madre ha una figa soffice, come è tutta lei, mi piacerebbe mettere le sue foto in internet, ma mi piacerebbe metterla nuda e ancora non si è fatta fare le foto. Comunque, già la prima volta entro come il burro, e ho subito incominciato fin dalla prima volta a darci dentro forte. Con più che la sentivo morbida e con più che mi dava il cazzo duro e ci davo dentro.
Godevo troppo e sono venuto all’improvviso, quasi subito. E lei mi ha consolato. Siamo stati lì e poi era troppo bello, per cui l’uccello si è mosso e allora glielo ho detto e lei è entrata sotto il lenzuolo e mi ha succhiato il cazzo e quando è stato duro mi ha detto ‘ecco, adesso puoi ricominciare amore’ e di nuovo le sono andato sopra e quella volta è durato molto. Poi lei si è girata di sua iniziativa, e me lo è fatto mettere da dietro, e poi nel culo, che lo avevo capito che anche Mario glielo aveva messo.
Siamo andati avanti – che mi sembrava di diventare matto e non finiva di piacermi - fino a che era buio, che ce ne siamo accorti all’improvviso, dopo che le avevo sborrato dentro la seconda volta, e lei aveva goduto anche lei. ‘Mamma che bello’ le ho detto e lei mi ha dato la tetta., come quando ero bambino, che è andata avanti tre anni a darmela.
Da lì abbiamo dormito insieme e me la sono fatta tutte le volte che volevamo, perché anche lei voleva, delle volte, e poi si faceva anche Ugo e come le ho chiesto, anche Mario, insieme, anche se non li ho mai visti tutti e tre lavorare insieme nel letto.
Con loro non l’ho mai fatta. Quando me la sono fatta l’ho voluta tutta per me.
Eh!, senza la mamma!
Un esercizio di scrittura elementare, per un protagonista che è uno spirito grezzo, ma molto sentimentale e legato alla figura della madre.
Mia madre è una donna abbondante, ma fresca e con una bella pelle e due tette grosse. Con me ha sempre avuto un rapporto forte, più forte dopo che si è separata. Mi è sempre piaciuto mettere la testa fra le sue tette e lei ci stava e mi carezzava. Giocavamo, anche, e le andavo da dietro, e le prendevo le tette in mano, sopra il vestito e la baciavo, e la chiamavo ‘la mia mammona’ e a lei ci piaceva, credo come a me. Dopo che si è separata ancora di più, e mi piaceva averla tutta per me.
Diventato grande il mio problema è sempre stato chiavare: non trovavo abbastanza figa da metterglielo dentro e mi facevo delle seghe, e mi confidavo con mia madre, che era incazzata con le ragazze che non me la davano, però credo che le piaceva avere il suo bambino tutto per sé. Mia madre vedeva le mutande sporche di sborra e io le dicevo che erano cose naturali ‘polluzioni’.
Però quando l’ho vista preoccupata e mi ha chiesto ‘ma tu non ti fai niente da solo?’ ho capito che dovevo dirle che mi segavo e glielo dissi e lei sembrò tranquilla, disse ‘almeno quello’.
Le chiedevo di come fare perchè io confidavo tutto a lei, e lei non sapeva darmi consigli. Le ho anche chiesto come faceva lei, che da quando era separata non la vedevo fare niente. E lei non disse niente.
Però poi ho capito, una volta che io parto con gli amici e si era rotta la macchina e sono tornato indietro e sono entrato senza fare casino e ho sentito delle voci di chi scopava, come ho capito subito.
Era la sua voce con quella di un uomo che si dicevano cose da eccitati.
Così lascio la borsa in ingresso e mi sono messo in cucina in silenzio ad aspettare che finivano. C’era un rivista e mi sono messo a leggerla, ma sentivo tutto.
Lei gli diceva ‘dai, più forte’ e lui ‘non così, che mi fai venire’, e poi ‘ dammelo in bocca’ ‘dai troia’ ‘ sì sono la tua troia’, ma la cosa che mi ha fatto più sorpresa è quando lui ha detto ‘quando torna Mario riprendiamo a farlo in tre’ e lei ‘così ti fa parte del lavoro’. Lui doveva essere Ugo, un amico che bazzicava anche da prima che lei si separava, ma non pensavo che scopavano.
Alla fine hanno goduto, sono stati un po’ lì e poi lui dice che se ne deve andare, e lei lo accompagna e la vedo passare a metà nell’angolo dell’ingresso mezza nuda.
La borsa l’aveva vista, e quando entra in cucina era preparata, ma non ho mai visto mia madre in imbarazzo. Mi saluta e chiede come mai sono qui e le racconto della macchina e allora lei passa all’altro argomento e dice ‘che è meglio così, sei grande e devi sapere. Ti ho deluso amore?’
Io l’abbraccio e sento l’odore dell’altro. e le metto la testa nelle tette, Lei mi tiene stretto, mi bacia come sempre e lei ’sei bravo a capire, sei il mio bravo bambino, adesso ti preparo da mangiare’.
Così si mette a preparare e io le vado di dietro e le prendo le tette e le dico le solite cose. E le dico ‘fermati che ti devo parlare’ e lei ’prima ti do da mangiare’.
Dopo un po’ mi mette a tavola, e io le dico cosa ho pensato, ‘senti, mamma tu non potresti farlo anche con me?’ e lei sta un po’ ferma poi capisco che ci ha pensato anche lei e dice ‘non credevo che me lo chiedevi e io ‘non avevo il coraggio’, ‘ma una mamma fa tutto per io suo bambino’, e io ‘sì mamma, hai ragione’.
Siamo rimasti un po’ lì, senza dire niente ma secondo me pensavamo la stessa cosa, così le dico, ‘Dai mamma, facciamolo subito’
Lei ci pensa, non dice niente e va in camera. Io finisco il bicchiere e le vado dietro. Lei è sotto il lenzuolo. Lei è di schiena, è vestita come prima. Speravo che era già nuda e invece devo lavorarmela e togliere le cose. Quando finisco è nuda e le cipollo le tette, adesso finalmente anche i capezzoli, e poi la sento tutta che freme e penso che ne ha ancora voglia e che Mario non ha lavorato fino in fondo e così la monto. Che goduria! Il suo corpo lo conoscevo, che era morbito, sapeva di buono con una pelle bella e fresca ma un conto è mettere la testa nelle tette, e un conto è cipollare le tette di bocca, ma soprattutto metterle dentro l’uccello. Mia madre ha una figa soffice, come è tutta lei, mi piacerebbe mettere le sue foto in internet, ma mi piacerebbe metterla nuda e ancora non si è fatta fare le foto. Comunque, già la prima volta entro come il burro, e ho subito incominciato fin dalla prima volta a darci dentro forte. Con più che la sentivo morbida e con più che mi dava il cazzo duro e ci davo dentro.
Godevo troppo e sono venuto all’improvviso, quasi subito. E lei mi ha consolato. Siamo stati lì e poi era troppo bello, per cui l’uccello si è mosso e allora glielo ho detto e lei è entrata sotto il lenzuolo e mi ha succhiato il cazzo e quando è stato duro mi ha detto ‘ecco, adesso puoi ricominciare amore’ e di nuovo le sono andato sopra e quella volta è durato molto. Poi lei si è girata di sua iniziativa, e me lo è fatto mettere da dietro, e poi nel culo, che lo avevo capito che anche Mario glielo aveva messo.
Siamo andati avanti – che mi sembrava di diventare matto e non finiva di piacermi - fino a che era buio, che ce ne siamo accorti all’improvviso, dopo che le avevo sborrato dentro la seconda volta, e lei aveva goduto anche lei. ‘Mamma che bello’ le ho detto e lei mi ha dato la tetta., come quando ero bambino, che è andata avanti tre anni a darmela.
Da lì abbiamo dormito insieme e me la sono fatta tutte le volte che volevamo, perché anche lei voleva, delle volte, e poi si faceva anche Ugo e come le ho chiesto, anche Mario, insieme, anche se non li ho mai visti tutti e tre lavorare insieme nel letto.
Con loro non l’ho mai fatta. Quando me la sono fatta l’ho voluta tutta per me.
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