Carlo e Angela

di
genere
etero

Carlo era rientrato a casa assopito nei suoi pensieri. Non diede nemmeno retta ad Angela che notandolo varcare la porta di casa gli aveva rivolto con un cenno quello che poteva essere un saluto o una domanda su come fosse andato l'incontro con la figlia.
Ancora carico di adrenalina si rifugiò in bagno, chiuse la porta a chiave e rimase una decina di minuti buoni con le mani sui capelli seduto sul cesso.
Angela non osava disturbare il marito. Pensava che l'incontro con Alessandra non fosse andato nel migliore dei modi. Magari la figlia si era proprio rifiutare di incontrare il padre.
Tornò alle sue faccende in cucina mentre da un piccolo stereo portatile le note di un cantico riempivano la casa di “pensieri” spirituali.
Carlo andò a guardarsi allo specchio. Voleva farsi decine di domande ma sapeva non avrebbe trovato un briciolo di risposta. La persona che vedeva riflessa nello specchio non poteva essere lui. Cosa gli era successo? Cos'era successo al Carlo che conosceva? Cos'era successo al Carlo che credeva di conoscere?
Era come se fosse un'altra persona, non riusciva a capacitarsi di quello che stava avvenendo nella sua vita, di cosa fosse diventato capace. Erano anni ormai che i “bollori” giovanili si erano spenti, diventando un uomo maturo avrebbe dovuto mantenere un comportamento ed un atteggiamento più consono all'età e al ruolo che ricopriva.
Era Satana ad essersi impossessato di lui, dei suoi pensieri, delle sue azioni o era stato lui a rivolgersi al Diavolo? Quello che stava facendo andava contro a tutto quello in cui aveva creduto nella vita, quello che in cui aveva creduto negli ultimi vent'anni. Era riuscito a superare indenne l'addio traumatico alla sua storia con Gianni. Erano troppo giovani, non erano in grado di affrontare quella situazione nel migliore dei modi. Era stata una bella storia d'amore, bellissima, appassionante. Ma erano giovani e innamorati, non ancora “maturi” per capire le conseguenze delle proprie azioni. Quell'amore giovanile aveva accompagnato i suoi anni migliori con dolcezza, poi il peso della vita, delle responsabilità, del giudizio delle persone avevano avuto il sopravvento. Abbandonare Gianni, abbandonare le vere inclinazioni del suo cuore gli avevano dato la possibilità di riciclarsi come uomo, di vivere una vita dignitosa all'interno dell'organizzazione di cui faceva parte.
Aveva trovato in Angela una compagna ideale per vivere la vita da testimone di geova.
Angela era una brava sorella, zelante, rispettosa, sottomessa al marito e dedita alle faccende di casa. Non era una con particolari grilli per la testa. Non chiedeva la luna e lui non era stato comunque in grado di dargliela. Avevano scopato ai tempi, scopato tanto. Carlo doveva scoparsi Angela per dimenticare Gianni. I primi anni del matrimonio la scopava con rabbia e passione, scopavano tutti i giorni, lei pensava che lui fosse realmente attratto da lei, invece a lui quelle scopate rabbiose servivano ad annegare il dolore per aver perduto l'amore di Gianni. Non che non gli piacessero le donne. In verità non sapeva nemmeno lui quale fosse la sua vera inclinazione. Era andato tutto a puttane e così in fretta. Provava gusto sia nello scopare i maschi che nello scopare le donne. Aveva provato gusto persino nello scoparsi la figlia. Sapeva essere una cosa sbagliata, sapeva essere una cosa che avrebbe portato alla distruzione lui e la sua famiglia. Se la distruzione non l'avesse portata geova l'avrebbero portata gli uomini in casa sua. Scoparsi la figlia era stata la peggior “miglior” scelta della sua vita. Se Angela avesse saputo... se Angela avesse saputo cosa stava accadendo alle sue spalle lo avrebbe scorticato vivo. La moglie poteva accettare la figlia zoccola che scopava con mezzo mondo e si faceva riprendere e mettere i video su internet. Ma quale donna sana di mente, anche la più compassionevole avrebbe accettato la relazione incestuosa tra un padre e la figlia? Quale disonore poteva arrecare alla famiglia? E all'organizzazione intera? I testimoni di geova erano conosciuti come persone moralmente indiscutibili. Ora le voci sulle trasgressioni dei testimoni di geova in paese superavano di gran lunga la soglia della tollerabilità.
Troppe persone erano ormai coinvolte in questa storia, troppe persone sapevano, troppe persone avevano “visto” coi propri occhi quelle scene. Alessandra lo aveva indirizzato in quella pericolosa via chiamata “peccato” e lui ci aveva affogato entrambi i piedi ed il cuore con troppa facilità.
Quante persone aveva coinvolto pure Carlo in questa assurda situazione. L'unica a non sapere era Angela. L'unica a non sapere era la persona con cui divideva la vita e a cui vent'anni prima aveva giurato fedeltà ed amore eterno.
Persino il fratello Gabriele era finito nella mischia fangosa dei suoi rapporti incestuosi. Lui desiderava ardentemente riportare Alessandra a casa ma non pensava sarebbe finito nuovamente in un'orgia insieme a sua figlia.
Anche Gabriele adesso era compromesso. Un altro Anziano di congregazione che rischiava, a carte scoperte, di essere cacciato a pedate dall'organizzazione.
L'unica fortuna che aveva Carlo era proprio il coinvolgimento di tante persone “nominate” in questa questione. Tutto il Corpo Anziani della sua congregazione era implicato in questa storia di sesso. Non avrebbero potuto mai dirgli nulla per cil fatto che si era scopato sua figlia. Anche loro erano coinvolti. Anche loro avevano partecipato a quel sontuoso banchetto di putrida impurità.
Accusare lui sarebbe stato accusare loro stessi.
La sua unica e l'ultima ancora di salvezza. La mancanza di coscienza generale aveva lavato via la sporcizia dalla sua di coscienza.
Rimaneva un'ultima questione da risolvere: come convivere con la propria di coscienza sporca.
Doveva fare un ultimo sforzo, dimenticarsi di essere un padre incestuoso ed un pessimo pastore per la comunità e tutto sarebbe tornato apposto. In ordine. Un'ordine apparente.
Aprì la porta del bagno e andò verso la cucina. Angela stava cucinando.
Era sempre indaffarata a far qualcosa sua moglie. Cucinava o metteva in ordine la casa. Quando stava a casa. Ora che Alessandra viveva da un'altra parte quella casa era diventata un po' più vuota e anche Angela era diventata un po' meno sicura di se e un filo più triste. Usciva anche meno in predicazione, come tutti in congregazione. Non c'era più molto da dire in giro. Era meglio non farsi vedere dalle persone del territorio. Dovevano calmarsi le acque. Ci sarebbero volute settimane, mesi, forse anni. Le persone sapevano chi fossero Carlo e Angela. Tutti sapevano che erano i genitori di quella testimone di geova famosa di cui si parlava per i video porno su internet. Vedeva i sorrisetti imbarazzati della gente. Entrambi sentivano quei sorrisetti come dei lancinanti coltelli nello stomaco.
In paese poi, gli uomini che frequentavano la casa del suo collega Enrico sapevano già delle perversioni di Carlo e Alessandra. Sapevano che erano testimoni di geova, sapevano che erano padre e figlia, sapevano che quel rapporto incestuoso e malato era una forte forma di ribellione al sistema religioso in cui si erano trovati a vivere.
Carlo guardava la moglie. Stava cucinando ed era talmente assorta da non accorgersi del marito che si era fatto sempre più vicino alle sue spalle.
Avrebbe fatto come agli albori del loro matrimonio. Se la sarebbe scopata, li in cucina, per dimenticare Alessandra, per dimenticare le delusioni che gli aveva dato la vita, per dimenticare Gianni. Per dimenticare che tutte le certezze della sua esistenza stavano andando a rotoli. Angela avrebbe goduto un po' anche lei, magari si sarebbe nuovamente accesa la fiammella della passione che sembrava essersi perduta nei troppi infelici anni di matrimonio. Angela avrebbe pensato che lui era realmente felice di scopare con lei. Come credeva agli inizi della loro storia, quando scopavano tutti i giorni.
Carlo si avvicinò alla moglie e le sfiorò i capelli.
Le spostò leggermente una ciocca di capelli e andò a baciare il collo e le spalle. Angela era sorpresa dal comportamento del marito. Era da tempo che non le rivolgeva più queste attenzioni. Abbandonò l'interesse per gli arnesi da cucina e si lasciò coccolare dalle sapienti mani del marito. Erano anni che non la toccava così. Forse la disperazione e la delusione per aver visto la figlia allontanarsi dalla congregazione e da quella casa l'avevano cambiato.
Carlo alzò leggermente la gonna della moglie, sempre rimanendo alle sue spalle. Si stava eccitando. Anche Angela, dall'alto dei suoi cinquant'anni si stava eccitando. Non era più giovanissima ma aveva ancora delle belle forme. Era la classica donna del sud molto formosa. Tante curve, tanta passione.
Carlo le stava toccando il culo con le mani, come fossero ragazzini. Le massaggiava il culo e nel frattempo continuava a baciarle le spalle e il collo.
Con una mano si era slacciato la patta dei pantaloni e aveva tirato fuori il cazzo. Quello stesso cazzo che solo un'ora prima aveva banchettato con Alessandra e Gabriele in casa di Francesco.
Quello stesso cazzo che profumava ancora della bocca di Alessandra. Quello stesso cazzo che ora stava nuovamente eccitandosi e crescendo a contatto col culo di Angela.
Carlo spostò le mutandine della moglie di lato. Angela voleva la scopasse. Preferiva la maniera tradizionale che avevano di scopare, ma poteva andar bene anche così. Da dietro Carlo posizionò la punta dell'uccello sul buco del culo di Angela. Lei quando capì che il marito stava per entrarle dal culo fece un po' di opposizione. Era peccato il sesso anale, non l'avevano mai praticato. Non era il caso di cominciare ora che aveva quasi cinquant'anni. Sempre dando le spalle al marito indirizzò la punta del cazzo un po' più sotto, preferiva che Carlo le entrasse in luoghi più tradizionali. Carlo non si lasciò intimorire dal rifiuto di Angela, prese nuovamente il cazzo in mano e stavolta senza troppi indugi lo mise all'altezza del buco del culo di Angela. Si sputò sulla mano e lubrificò ben bene il cazzo, poi senza chiedere il permesso iniziò ad inculare Angela. La moglie non interferì con la scelta anale del marito. Doveva pur sempre rimanere leale e sottomessa al capofamiglia. Se il capofamiglia riteneva giusto sodomizzarla lei doveva acconsentire. Era il prezzo da pagare per essere una buona moglie. E poi Carlo era un anziano di congregazione, sapeva sicuramente più di lei cos'era giusto e cos'era sbagliato. Carlo spingeva forte il suo cazzo nel culo della moglie e lei non nascondeva un certo imbarazzo per la nuova posizione sessuale e un certo dolore che le provocava essere sodomizzata. Il piacere per Carlo aumentava e anche ad Angela iniziava a piacere quel nuovo modo di essere scopata dal marito. Sapeva essere peccaminoso il sesso anale, le riviste lo vietavano espressamente. Era da considerarsi una pratica pervertita. Mentre Angela iniziava a godere sempre più Carlo sentiva la punta dell'uccello ingrossarsi a dismisura. Stava godendo per davvero e non stava più scopando sua moglie solo per dimenticare Gianni o Alessandra.
Le sussurrò all'orecchio di non sorprendersi che la stesse inculando anche se le regole lo vietavano. Avevano avuto come anziani una comunicazione ufficiale dalla filiale, d'ora in poi sesso anale e sesso orale non sarebbero più stati considerati peccati dall'organizzazione. Qualunque coppia sposata poteva tranquillamente scopare in quelle maniere senza doversi sentire in colpa. Ovviamente era una bugia ma Angela ci aveva creduto e questo era l'importante.
Desiderosa di provare pure il sesso orale Angela si divincolò dal marito e andò ad inginocchiarsi proprio sotto all'uomo. Il cazzo puzzolente di Carlo era li, lucente e lucido, davanti alla faccia della donna. Con un po' di agitazione e imbarazzo Angela prese in bocca il pisello del marito e iniziò a succhiarne la punta con vivace soddisfazione. Arrivare alla veneranda età di cinquant'anni per fare un pompino. Carlo era soddisfatto. Era riuscito nell'impresa di far succhiare il cazzo ad Angela. Non era brava come Alessandra ma se la cavava comunque bene. Il talento era sicuramente nel DNA di quella famiglia, tutti e tre sapevano succhiare il cazzo, chi più, chi meno. Angela succhiava, voleva godersi fino in fondo quella prima esperienza orale. Era come mangiare un gelato per la prima volta. Carlo la istruì su come ricevere la sborra quando fosse venuto, le tenne la testa tra le sue possenti mani e riversò un rivolo di sborra, anche se non copiosa nella bocca della donna. Angela sulle prime rimase un po' sorpresa, per l'intraprendenza del marito e per la conoscenza di quelle pratiche sessuali da parte di Carlo. Il sapore del cazzo del marito non era malvagio, anche se l'odore forte del pisello l'aveva un po' intontita. Le era piaciuto molto anche il sapore dello sperma, si leccava le labbra e si leccò pure quel poco di sborra che le era rimasto fuori dalla bocca.
Carlo era visibilmente soddisfatto e compiaciuto.
Tutta la tensione del periodo si era sciolta in quella sborrata.
Angela si rimise in ordine, doveva continuare a cucinare, bevve un bicchiere d'acqua dal rubinetto per levarsi via lo sperma appiccicoso rimasto in bocca e guardando il marito si chiese dove cazzo fosse stato il marito in questi anni. Era veramente tanto tempo che Carlo non mostrava così tanta attenzione e passione sessuale nei suoi confronti.
Si guardavano come non si erano mai guardati da quand'era nata Alessandra.
La fiamma era tornata a bruciare nei loro corpi, per quanto non era dato saperlo, ma quel giorno, il cazzo di Carlo aveva dato nuovamente linfa vitale, e non solo sborra, alla vita sessuale della moglie.
Si avvinghiarono nuovamente e fecero l'amore sul tavolo della cucina, in salotto, sul letto, scoparono fino a quando ci fu un briciolo d'energia in corpo.
scritto il
2020-01-29
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