Era de maggio-capitolo 6
di
Scrittore_per_caso
genere
sentimentali
"ieri scusami mi sono comportata male e mi sono lasciata prendere dall'emozione. Chissà cosa avevi pensato di me"
"C ma non preoccuparti, guarda che ho apprezzato davvero. Sei una bellissima ragazza e magari fossi stato lì, ti avrei veramente riempito di coccole"
"D io lo vorrei per davvero perché ho capito che ti amo. E non so se sto facendo la cosa giusta perché non so se mi ameresti davvero. Però se non mi accetterai anche dopo la mia malattia lo capirò"
"guarda C io voglio essere sincero con te. Non avevo il coraggio di dirtelo ma anche io provo qualcosa per te. Credo di amarti anche io"
"credi che potrebbe funzionare tra noi?"
D si guardava intorno nella stanza buia. Stava rileggendo la chat tra lui e C durante il periodo in cui stava pensando più agli esami che a lei. Ma da quella chat erano passati due mesi e lui in quel momento si trovava a casa di C.
Era successo di tutto, dal vivere notti di coccole e lacrime di lontananza, al cercare di accantonare direttamente le paure e acquistare i biglietti per passare un weekend da C... fino al decidere di vivere quel primo bacio in quella notte di pensieri, tenendola stretta tra i suoi fianchi.
Troppa euforia per poter dormire e quindi guardarsi intorno era una grandissima emozione.
C dormiva della grossa e sognava nella sua mente tutto quello che era stato il suo febbraio. Aveva deciso di mostrarsi per la prima volta nuda davanti a lui, provando per la prima volta i piaceri dell'orgasmo. La voglia di conoscersi meglio era al di sopra delle parole e quelle altre video-chiamate. Aveva dimenticato la storia con E e aveva per la prima volta vissuto una relazione vera con baci e coccole. Quei primi momenti dall'arrivo alla stazione del suo nuovo ragazzo fino al bacio di mezzanotte, le sue mani su di lei per farla riscaldare nella notte fredda di quel periodo atipico per lei. C poi aveva lasciato sfiorare la sua pelle e aveva sentito per la prima volta un piacere nuovo: quello di sentirsi capita senza dover aprire bocca o aprire il suo cuore. Bastava una carezza: un cenno del quale aveva bisogno. Un'adolescenza sempre sola. E ora quel letto condiviso con buona pace del padre che lavorava in quelle ore della notte e la sorella che viveva in una stanza separata dalla sua quando passava la notte nella stessa casa.
C aveva una nuova sicurezza: avere un ragazzo e non uno ideale al quale dedicare solo lettere.
D aveva fatto non poca fatica a convincere i suoi genitori, che l'avevano lasciato partire fidandosi di lui, come se andasse a stare da una collega universitaria per il weekend. Il primo viaggio da solo, dopo tutti quelli per raggiungere l'ateneo dove studiava, sembravano anche un modo per conoscere l'Italia. Fidarsi delle sue forze e scoprirsi anche a vivere una vacanza meravigliosa. Le emozioni nel rassicurare i suoi che stava veramente andando tutto bene, che in quelle ore in treno avrebbe potuto pensare al volto di lei che aveva apprezzato anche con quel velo di sexting che gli era stato insegnato. E sapere che le faceva effetto... che lui faceva effetto su una donna, lo rendeva davvero felice. Per la prima volta sentiva di non avere peso su di lui, come quando cominciava una poesia. E ora ne stava scrivendo una con i fatti che lo portavano ad annullare quella distanza.
L'amore fisico non era nemmeno il caso di farlo la prima volta. Lui voleva recuperare tutti gli abbracci e tutte le carezze perse. C voleva forse di più toccare da vicino il suo corpo e farlo suo come sentiva spesso dalle coppie che puntano a fare sesso bruciando le tappe... ma lui aveva più bisogno di sentirsi vicino al suo profumo e a tutte quelle cose che aveva immaginato per giorni davanti allo schermo del telefono.
Voleva apprezzare ogni istante anche solo nel guardarla dormire, dopo un lungo viaggio, per poter comprendere sotto la luce soffusa che filtrava dalle serrande abbassate, il suo lineamento.
Quegli occhi che anche se chiusi, ma lasciavano spazio al suo candore. A quelle cose che avevano dovuto subire e ora potevano riposare accanto ad un enorme sorriso. Baciarla mentre ella dormiva, era una sensazione che D non riusciva a contenere e bagnava di lente lacrime il suo volto per asciugarlo col polpastrello e sfiorarle il capo.
Lei aveva più bisogno della sua presenza fisica come lui della possibilità di vivere una storia d'amore... ma in quel poco tempo comprendeva che tra la stanchezza del viaggio e le sue giornate di scuola, non poteva passare troppo tempo da solo con lei. E allora quei momenti in cui lei dormiva, erano ideali per pensare e poter rilassarsi tenendo per la prima volta tra le sue braccia, una vita da custodire. Forse erano proprio quei momenti che gli facevano comprendere quanto veramente amasse lei più del vero e proprio coccolarla... ma del sentire vicino un cuore che batte per te.
Spegnendo il cellulare e addormentandosi si accorse che per un istante si erano guardati, si diedero un tenero bacio e si addormentarono ancora più uniti di prima.
"C ma non preoccuparti, guarda che ho apprezzato davvero. Sei una bellissima ragazza e magari fossi stato lì, ti avrei veramente riempito di coccole"
"D io lo vorrei per davvero perché ho capito che ti amo. E non so se sto facendo la cosa giusta perché non so se mi ameresti davvero. Però se non mi accetterai anche dopo la mia malattia lo capirò"
"guarda C io voglio essere sincero con te. Non avevo il coraggio di dirtelo ma anche io provo qualcosa per te. Credo di amarti anche io"
"credi che potrebbe funzionare tra noi?"
D si guardava intorno nella stanza buia. Stava rileggendo la chat tra lui e C durante il periodo in cui stava pensando più agli esami che a lei. Ma da quella chat erano passati due mesi e lui in quel momento si trovava a casa di C.
Era successo di tutto, dal vivere notti di coccole e lacrime di lontananza, al cercare di accantonare direttamente le paure e acquistare i biglietti per passare un weekend da C... fino al decidere di vivere quel primo bacio in quella notte di pensieri, tenendola stretta tra i suoi fianchi.
Troppa euforia per poter dormire e quindi guardarsi intorno era una grandissima emozione.
C dormiva della grossa e sognava nella sua mente tutto quello che era stato il suo febbraio. Aveva deciso di mostrarsi per la prima volta nuda davanti a lui, provando per la prima volta i piaceri dell'orgasmo. La voglia di conoscersi meglio era al di sopra delle parole e quelle altre video-chiamate. Aveva dimenticato la storia con E e aveva per la prima volta vissuto una relazione vera con baci e coccole. Quei primi momenti dall'arrivo alla stazione del suo nuovo ragazzo fino al bacio di mezzanotte, le sue mani su di lei per farla riscaldare nella notte fredda di quel periodo atipico per lei. C poi aveva lasciato sfiorare la sua pelle e aveva sentito per la prima volta un piacere nuovo: quello di sentirsi capita senza dover aprire bocca o aprire il suo cuore. Bastava una carezza: un cenno del quale aveva bisogno. Un'adolescenza sempre sola. E ora quel letto condiviso con buona pace del padre che lavorava in quelle ore della notte e la sorella che viveva in una stanza separata dalla sua quando passava la notte nella stessa casa.
C aveva una nuova sicurezza: avere un ragazzo e non uno ideale al quale dedicare solo lettere.
D aveva fatto non poca fatica a convincere i suoi genitori, che l'avevano lasciato partire fidandosi di lui, come se andasse a stare da una collega universitaria per il weekend. Il primo viaggio da solo, dopo tutti quelli per raggiungere l'ateneo dove studiava, sembravano anche un modo per conoscere l'Italia. Fidarsi delle sue forze e scoprirsi anche a vivere una vacanza meravigliosa. Le emozioni nel rassicurare i suoi che stava veramente andando tutto bene, che in quelle ore in treno avrebbe potuto pensare al volto di lei che aveva apprezzato anche con quel velo di sexting che gli era stato insegnato. E sapere che le faceva effetto... che lui faceva effetto su una donna, lo rendeva davvero felice. Per la prima volta sentiva di non avere peso su di lui, come quando cominciava una poesia. E ora ne stava scrivendo una con i fatti che lo portavano ad annullare quella distanza.
L'amore fisico non era nemmeno il caso di farlo la prima volta. Lui voleva recuperare tutti gli abbracci e tutte le carezze perse. C voleva forse di più toccare da vicino il suo corpo e farlo suo come sentiva spesso dalle coppie che puntano a fare sesso bruciando le tappe... ma lui aveva più bisogno di sentirsi vicino al suo profumo e a tutte quelle cose che aveva immaginato per giorni davanti allo schermo del telefono.
Voleva apprezzare ogni istante anche solo nel guardarla dormire, dopo un lungo viaggio, per poter comprendere sotto la luce soffusa che filtrava dalle serrande abbassate, il suo lineamento.
Quegli occhi che anche se chiusi, ma lasciavano spazio al suo candore. A quelle cose che avevano dovuto subire e ora potevano riposare accanto ad un enorme sorriso. Baciarla mentre ella dormiva, era una sensazione che D non riusciva a contenere e bagnava di lente lacrime il suo volto per asciugarlo col polpastrello e sfiorarle il capo.
Lei aveva più bisogno della sua presenza fisica come lui della possibilità di vivere una storia d'amore... ma in quel poco tempo comprendeva che tra la stanchezza del viaggio e le sue giornate di scuola, non poteva passare troppo tempo da solo con lei. E allora quei momenti in cui lei dormiva, erano ideali per pensare e poter rilassarsi tenendo per la prima volta tra le sue braccia, una vita da custodire. Forse erano proprio quei momenti che gli facevano comprendere quanto veramente amasse lei più del vero e proprio coccolarla... ma del sentire vicino un cuore che batte per te.
Spegnendo il cellulare e addormentandosi si accorse che per un istante si erano guardati, si diedero un tenero bacio e si addormentarono ancora più uniti di prima.
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