30 e lode. La puttana del campus.
di
Lapselettiva
genere
orge
Dopo la chiavata con il prof Goliazzo ero diventata insaziabile. Si era sparso in giro un video di me premuta contro il vetro della finestra, con la faccia mezza coperta dai capelli ma che si vedeva benissimo, godeva. Il video anche se di qualità bassa, mi ritraeva come la zoccola che ero diventata: i miei semi premuti contro il vetro, la mia bocca aperta...
Da lì erano nati i miei nuovi nomi: la puttana del campus, la ciucciacazzi dei prof.
Nomi che mi raggiungevano ovunque e che erano sulla bocca di tutti. Ero diventata popolare.
A fine mese, durante un appello, mi ero sorpresa a ricevere il bigliettino del prof De Luca.
A mano a mano avevo capito che il metodo più veloce di passare gli esami era di farmi chiavare.
In una settimana passai 2 esami, con voti alti e con grande mia soddisfazione. Perché non solo mi suggerivano le domande, ma mi scopavano bene. Avevo preso la decisione quindi di continuare a fare la troia, senza pentimento.
Un pomeriggio, però, ricevetti una mail del rettore dell'università. Il prof Gentili, che di gentile non aveva nulla, anzi...
Alto sul metro e ottanta e di circa 50 anni si comportava come un generale di guerra. E anche se io ormai avevo sviluppato un istinto da troia, sapevo che non lui difficilmente me la sarei scampata con una scopata o un pompino.
Il pomeriggio dopo però, puntai tutto. Vestendomi da zoccola senza biancheria, varcai il suo ufficio in università. La sua segretaria, una donna grassoccia con occhialoni mi fece accomodare in una sala adibita per riunioni.
Attesi qualche minuto, prima di vedere l'ergumeno entrare e presentarsi. Più alto di quanto avessi immaginato e molto più giovane era davvero il tipo ideale per una scopata. Si sa che se l'altezza ha a che fare con il pene, probabilmente lui ne aveva uno grosso.
Gli sorrisi e tornando a sedere su una sedia con le ruote accanto a lui tirai un po' più su la gonna, accavallando le gambe mentre la fica si bagnava.
Mi annunciò che presto saremmo stati raggiunti dai suoi colleghi (De Luca, Giannini e Goliazzo) tutti quelli con cui avevo scopato, per discutere su alcune voci di corridoio. In poco tempo lui mi aveva esposto i fatti, chiedendomi spiegazioni e ovviamente una negazione sugli atti compiuti.
Battendo le palpebre come una gatta morta, mi ero alzata e mi ero spogliata davanti a suoi occhi. Mi ero tolta la camicia e la gonna davanti a lui.
"È tutto vero." dissi prima di fare il giro del tavolo e inginocchiarmi nuda davanti a lui. Gentili sorrise beffardo e dopo un lungo sguardo al mio corpo si sbottonó i pantaloni chiedendomi un pompino.
"Avevano ragione i miei colleghi, sei una troia"
Gli sorrisi aprendo le labbra per fare entrare il suo bestione.
Pensai che tutto sommato in poco tempo ero diventata un esperta di pompini, visto la velocità con cui glielo feci drizzare. Il cazzo di Gentili era storto, nodoso, di circa 18 cm ma molto grosso, sembrava infatti una lattina di cocacola.
Poco dopo averglielo fatto drizzare per bene e averlo quasi fatto venire, mi impose di cavalcarlo. Dandogli le spalle, scesi su di Lui puntando il suo cazzo lubrificato di saliva all'entrata della mia fica bagnata.
Aveva un bel cazzone, che entrandomi dentro mi aveva allargata con una fitta di dolore.
Presi a muovermi, saltando sul suo bastone, abituandomi alla sua larghezza e iniziando a godere, mentre le mie tette sbattevavo al ritmo dei colpi. Gemevo come una troia...
Si perché dopo il dolore iniziale la mia passera si era stretta attorno a lui come un guanto bagnato. Che troia che ero diventata. Mi bastava un cazzo e sarei venuta godendo. Anzi sarei corsa a prenderlo.
Come quello del prof Gentili, che aggrappandosi ai miei fianchi aveva iniziato a chiavarmi come un pazzo. Avevo iniziato a gemere prossima all'orgasmo, quando la porta si apri ed entrarono gli altri 3.
Lì fissai sorpresa, continuando a muovermi sul cazzo di Gentili e a mostrare le mie capacità. Quei bastardi l'avevano pensata bene, tutti e 4 nella stessa stanza con una troia pronta a soddisfarli. Si spogliarono mostrando i loro uccelli barzotti.
De Luca aveva il cazzo più lungo, molto grosso e venoso di circa 22 cm;
Goliazzo aveva un bel bastone nodoso, il classico cazzo da monta;
Giannino invece ce lo aveva più piccolo, ma questo non lo fermava dal chiavare impazzito come un toro furioso. Quei tre mi avevano fatto venire, quei tre mi avevano scopato, quei tre mi avevano già preso singolarmente. Ma ora, invece, ce li avrei avuti tutti insieme.
Mi diedero da succhiare a turno i loro cazzi. Mentre cercavo di succhiare e spompinare gli altri due, Gentili mi sollevó facendomi chinare chiavandomi furioso sul tavolo della stanza.
Gridando attorno al cazzo in bocca, venni schizzando il mio piacere. Il mio corpo tremò aggrappandosi al cazzo di Gentili, che grugnendo continuava a pompare.
Passato quel momento di alta marea, fui sollevata e fatta sedere a cavalcioni su un altro cazzo.
Ebbe lì iniziò la magia.
De Luca mi infilò in cazzo in fica, cominciai a cavalcarlo con forza, sbattendo i miei fianchi e la fica affamata attorno al suo uccello. Giannino si inginocchió sul tavolo, offrendomi il cazzo in bocca. Lo presi volentieri.
Afferrandomi le tette con le mani De Luca mi impose di stare ferma e fu allora che io capi. Voltandomi e rinunciando alla razione del cazzo in bocca di Giannino, vidi che Gentili aveva puntato il suo cazzone verso il buco del mio culo, non più vergine ma che non aveva mai preso una verga del suo calibro. Una sola stoccata e ce li avevo entrambi dentro. Urlai mentre i bastardi ridevano a crepapelle del mio dolore.
Gentili mi sculacció una nativa, mentre lacrime di dolore si raccoglievano negli occhi e io singhiozzavo.
"Attenzione a non sciuparla troppo, Gentili."
Giannino, disse ridendo, mi afferró per i capelli ficcandomi il cazzo in bocca, mentre i suoi colleghi mi aprivano in due. Iniziarono a muoversi nei miei buchi stretti. Ma il prof Gentili durò poco svuotandosi nel mio buco dopo poche stoccate. Fortunatamente Goliazzo lo sostituì rapidamente scivolando via dalla mia mano e infilandosi nel buco appena aperto. Presero a fottermi simultaneamente, li senti entrare ed uscire con spinte coordinate, che mi fecero eccitare, dapprima, e poi venire in un fiume d'umori.
"La puttana del campus." continuava a ripetere Gentili, che con il cellulare in mano scattava foto e video a me presa da due cazzi, in fica e culo, e uno in bocca. Giannini infatti continuava a sbattermi il cazzo in gola fino6ai coglioni, noncurante delle mie urla o dei miei gemiti. Trattenendomi per i capelli accostò i fianchi al mio viso costringendo a tenere il suo uccello in gola più del previsto, nonostante i conati e l'eccesso di saliva. Pochi minuti e grugnendo
Giannini mi si svuotó rapidamente in bocca, sorridendo mi diede qualche buffetto sulla guancia prima di rivestirsi.
" Colleghi" disse, "Troia. Io ho finito. Devo andare per una cena con mia moglie non voglio arrivare in ritardo." facendomi l'occhiolino se ne uscì.
Rapita dalle spinte dei due uomini, iniziai a tremare prossima all'orgasmo. Libera dal cazzo in bocca urlsi e gemetti a voce alta, incurante di chi mi sentisse." Ancora,. Oh si ancora. Ancora. Oh si. "ripetevo ad ogni spinta. La voglia era cresciuta in me come non mai, la mia fica reclamava cazzi. DeLuca aveva iniziato a leccarmi i capezzali, ma man mano aveva iniziato a tirarli con i denti e a morderli forte.
E mentre sentivo gemere il suo collega nel culo, egli mi scaricó la sua densa sborra nella fica. Cambiando posizione Goliazzo mi spinse a 90 sul tavolo, dandomi forti stoccate, per poi riversarsi nel mio culo.
Entrambi si allontanarono, mentre io ancora scossa rimanevo li distesa. Li avevo soddisfatti tutti come la peggiore delle troie.
Voltai il viso verso Gentili, che con espressione beffarda mi mostrava il cellulare. Una mia foto, tutta scompigliata, con fica e culo ricoperti di sborra ma con il viso estremamente compiaciuto.
"La puttana del campus." disse. Scattando ancora una foto al mio culo aperto.
Da lì erano nati i miei nuovi nomi: la puttana del campus, la ciucciacazzi dei prof.
Nomi che mi raggiungevano ovunque e che erano sulla bocca di tutti. Ero diventata popolare.
A fine mese, durante un appello, mi ero sorpresa a ricevere il bigliettino del prof De Luca.
A mano a mano avevo capito che il metodo più veloce di passare gli esami era di farmi chiavare.
In una settimana passai 2 esami, con voti alti e con grande mia soddisfazione. Perché non solo mi suggerivano le domande, ma mi scopavano bene. Avevo preso la decisione quindi di continuare a fare la troia, senza pentimento.
Un pomeriggio, però, ricevetti una mail del rettore dell'università. Il prof Gentili, che di gentile non aveva nulla, anzi...
Alto sul metro e ottanta e di circa 50 anni si comportava come un generale di guerra. E anche se io ormai avevo sviluppato un istinto da troia, sapevo che non lui difficilmente me la sarei scampata con una scopata o un pompino.
Il pomeriggio dopo però, puntai tutto. Vestendomi da zoccola senza biancheria, varcai il suo ufficio in università. La sua segretaria, una donna grassoccia con occhialoni mi fece accomodare in una sala adibita per riunioni.
Attesi qualche minuto, prima di vedere l'ergumeno entrare e presentarsi. Più alto di quanto avessi immaginato e molto più giovane era davvero il tipo ideale per una scopata. Si sa che se l'altezza ha a che fare con il pene, probabilmente lui ne aveva uno grosso.
Gli sorrisi e tornando a sedere su una sedia con le ruote accanto a lui tirai un po' più su la gonna, accavallando le gambe mentre la fica si bagnava.
Mi annunciò che presto saremmo stati raggiunti dai suoi colleghi (De Luca, Giannini e Goliazzo) tutti quelli con cui avevo scopato, per discutere su alcune voci di corridoio. In poco tempo lui mi aveva esposto i fatti, chiedendomi spiegazioni e ovviamente una negazione sugli atti compiuti.
Battendo le palpebre come una gatta morta, mi ero alzata e mi ero spogliata davanti a suoi occhi. Mi ero tolta la camicia e la gonna davanti a lui.
"È tutto vero." dissi prima di fare il giro del tavolo e inginocchiarmi nuda davanti a lui. Gentili sorrise beffardo e dopo un lungo sguardo al mio corpo si sbottonó i pantaloni chiedendomi un pompino.
"Avevano ragione i miei colleghi, sei una troia"
Gli sorrisi aprendo le labbra per fare entrare il suo bestione.
Pensai che tutto sommato in poco tempo ero diventata un esperta di pompini, visto la velocità con cui glielo feci drizzare. Il cazzo di Gentili era storto, nodoso, di circa 18 cm ma molto grosso, sembrava infatti una lattina di cocacola.
Poco dopo averglielo fatto drizzare per bene e averlo quasi fatto venire, mi impose di cavalcarlo. Dandogli le spalle, scesi su di Lui puntando il suo cazzo lubrificato di saliva all'entrata della mia fica bagnata.
Aveva un bel cazzone, che entrandomi dentro mi aveva allargata con una fitta di dolore.
Presi a muovermi, saltando sul suo bastone, abituandomi alla sua larghezza e iniziando a godere, mentre le mie tette sbattevavo al ritmo dei colpi. Gemevo come una troia...
Si perché dopo il dolore iniziale la mia passera si era stretta attorno a lui come un guanto bagnato. Che troia che ero diventata. Mi bastava un cazzo e sarei venuta godendo. Anzi sarei corsa a prenderlo.
Come quello del prof Gentili, che aggrappandosi ai miei fianchi aveva iniziato a chiavarmi come un pazzo. Avevo iniziato a gemere prossima all'orgasmo, quando la porta si apri ed entrarono gli altri 3.
Lì fissai sorpresa, continuando a muovermi sul cazzo di Gentili e a mostrare le mie capacità. Quei bastardi l'avevano pensata bene, tutti e 4 nella stessa stanza con una troia pronta a soddisfarli. Si spogliarono mostrando i loro uccelli barzotti.
De Luca aveva il cazzo più lungo, molto grosso e venoso di circa 22 cm;
Goliazzo aveva un bel bastone nodoso, il classico cazzo da monta;
Giannino invece ce lo aveva più piccolo, ma questo non lo fermava dal chiavare impazzito come un toro furioso. Quei tre mi avevano fatto venire, quei tre mi avevano scopato, quei tre mi avevano già preso singolarmente. Ma ora, invece, ce li avrei avuti tutti insieme.
Mi diedero da succhiare a turno i loro cazzi. Mentre cercavo di succhiare e spompinare gli altri due, Gentili mi sollevó facendomi chinare chiavandomi furioso sul tavolo della stanza.
Gridando attorno al cazzo in bocca, venni schizzando il mio piacere. Il mio corpo tremò aggrappandosi al cazzo di Gentili, che grugnendo continuava a pompare.
Passato quel momento di alta marea, fui sollevata e fatta sedere a cavalcioni su un altro cazzo.
Ebbe lì iniziò la magia.
De Luca mi infilò in cazzo in fica, cominciai a cavalcarlo con forza, sbattendo i miei fianchi e la fica affamata attorno al suo uccello. Giannino si inginocchió sul tavolo, offrendomi il cazzo in bocca. Lo presi volentieri.
Afferrandomi le tette con le mani De Luca mi impose di stare ferma e fu allora che io capi. Voltandomi e rinunciando alla razione del cazzo in bocca di Giannino, vidi che Gentili aveva puntato il suo cazzone verso il buco del mio culo, non più vergine ma che non aveva mai preso una verga del suo calibro. Una sola stoccata e ce li avevo entrambi dentro. Urlai mentre i bastardi ridevano a crepapelle del mio dolore.
Gentili mi sculacció una nativa, mentre lacrime di dolore si raccoglievano negli occhi e io singhiozzavo.
"Attenzione a non sciuparla troppo, Gentili."
Giannino, disse ridendo, mi afferró per i capelli ficcandomi il cazzo in bocca, mentre i suoi colleghi mi aprivano in due. Iniziarono a muoversi nei miei buchi stretti. Ma il prof Gentili durò poco svuotandosi nel mio buco dopo poche stoccate. Fortunatamente Goliazzo lo sostituì rapidamente scivolando via dalla mia mano e infilandosi nel buco appena aperto. Presero a fottermi simultaneamente, li senti entrare ed uscire con spinte coordinate, che mi fecero eccitare, dapprima, e poi venire in un fiume d'umori.
"La puttana del campus." continuava a ripetere Gentili, che con il cellulare in mano scattava foto e video a me presa da due cazzi, in fica e culo, e uno in bocca. Giannini infatti continuava a sbattermi il cazzo in gola fino6ai coglioni, noncurante delle mie urla o dei miei gemiti. Trattenendomi per i capelli accostò i fianchi al mio viso costringendo a tenere il suo uccello in gola più del previsto, nonostante i conati e l'eccesso di saliva. Pochi minuti e grugnendo
Giannini mi si svuotó rapidamente in bocca, sorridendo mi diede qualche buffetto sulla guancia prima di rivestirsi.
" Colleghi" disse, "Troia. Io ho finito. Devo andare per una cena con mia moglie non voglio arrivare in ritardo." facendomi l'occhiolino se ne uscì.
Rapita dalle spinte dei due uomini, iniziai a tremare prossima all'orgasmo. Libera dal cazzo in bocca urlsi e gemetti a voce alta, incurante di chi mi sentisse." Ancora,. Oh si ancora. Ancora. Oh si. "ripetevo ad ogni spinta. La voglia era cresciuta in me come non mai, la mia fica reclamava cazzi. DeLuca aveva iniziato a leccarmi i capezzali, ma man mano aveva iniziato a tirarli con i denti e a morderli forte.
E mentre sentivo gemere il suo collega nel culo, egli mi scaricó la sua densa sborra nella fica. Cambiando posizione Goliazzo mi spinse a 90 sul tavolo, dandomi forti stoccate, per poi riversarsi nel mio culo.
Entrambi si allontanarono, mentre io ancora scossa rimanevo li distesa. Li avevo soddisfatti tutti come la peggiore delle troie.
Voltai il viso verso Gentili, che con espressione beffarda mi mostrava il cellulare. Una mia foto, tutta scompigliata, con fica e culo ricoperti di sborra ma con il viso estremamente compiaciuto.
"La puttana del campus." disse. Scattando ancora una foto al mio culo aperto.
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