Il cugino venuto dall'inferno

di
genere
incesti

Dedicato a Paula.
ti amerò per sempre
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“e dai mamma copriti! Mi stai mettendo in imbarazzo!” si lamentò Mattia.
Perché sua madre o meglio la sua matrigna avesse voluto portarlo in una riserva nudista per le vacanze estive, era al di fuori delle capacità comprensive di Mattia. Lei era certamente una mattacchionna, impulsiva, irrazionale, caliente donna colombiana ma questo andava oltre ogni immaginazione.
Paula, questo il nome della matrigna di Mattia, aveva prenotato in questa riserva naturista mesi prima e quello era il loro primo giorno di vacanza. La comitiva era composta da tre persone. Mamma, figliastro e il cuginetto Pablo, figlio del fratello di Paula.
E' necessario però precisare che sebbene Mattia chiamasse, da sempre, Paula mamma e la considerasse come tale, visto che era l'unica figura materna che lui avesse mai conosciuto, restava il fatto che non vi era alcun legame di sangue tra i due.
Paula, infatti, aveva sposato il padre di Mattia, molti anni addietro, subito dopo che la madre naturale del suo attuale figliastro era morta di parto, dando alla luce il suo primo figlio: Mattia, per l'appunto. La donna, all'epoca della dipartita della madre di Mattia, lavorava come inserviente delle pulizie presso la casa del neonato e quando la madre mancò per complicazioni durante il parto, da semplice cameriera, assunse il ruolo, dapprima di levatrice del piccolo ed in seguito, ufficialmente, quello di madre, sposando il padre del bambino: Piero.
Quell'unione tra i due coniugi era stata, senza alcun dubbio, un matrimonio di mera convenienza, almeno per Paula, che all'epoca delle nozze era un'immigrata squattrinata e senza speranze, al contrario di Piero che era mosso da reali sentimenti e che si era invaghito di lei, ancora prima che la precedente moglie mancasse.
Tornando alla situazione attuale, Piero, il padre di Mattia, da subito non si era mostrato molto entusiasta della scelta della moglie di trascorrere le vacanze estive in un resort per nudisti. Non lo avrebbe mai ammesso alla consorte ma si vergognava troppo di mostrare il suo corpo vecchio e flaccido in pubblico e sapeva bene perché lei ci tenesse tanto a frequentare un posto del genere. Con la differenza d'età che vi era tra i due coniugi, essendo Paula molto più giovane di lui, era normale che la donna volesse cercare soddisfazione in avventure extra coniugali con uomini più prestanti di lui. Piero lo aveva accettato anche perché se non lo avesse fatto, avrebbe perso sua moglie già molti anni prima ma accompagnarla in un campeggio di scambisti ed assistere alle sue scappatelle andava oltre quanto fosse disposto ad accettare. Per questo motivo aveva osteggiato con tutte le sue forze la scelta della moglie ma constando quanto Paula fosse irremovibile riguardo la destinazione di villeggiatura, aveva acconsentito alle richieste della consorte per poi tirarsi indietro all'ultimo momento adducendo la scusa di dover rimanere in città, a causa di alcune complicanze con il suo lavoro.
Di conseguenza la donna era partita da sola, con la responsabilità di badare ai due giovanissimi ragazzi. Il terzo componente della comitiva, come anticipato, era Pablo, il cuginetto minore, di un paio d'anni più giovane di Mattia.
Durante tutto il viaggio Paula si era lamentata del marito, denigrandolo per quanto fosse noioso e inutile, puntualizzando quanto fosse felice che lui non fosse con loro, in questa meritata, tanto agognata vacanza “finalmente senza quel pigro, smidollato, noioso, insulso uomo di tuo padre potremmo divertirci un po'anche noi. Sapevo che lui non sarebbe mai venuto in un campeggio per nudisti: è troppo ignorante e retrogrado per essere in grado di godersi la vita; ma vi garantisco che ci divertiremo un sacco ragazzi! Vivere completamente nudi, senza alcuna vergogna e senza alcun timore di essere giudicati è la cosà più bella e liberatoria che ci possa essere!” continuava a ripetere entusiasta Paula durante i lunghi chilometri che li separavano dalla loro meta.
Timido e pudico com'era, Mattia non era molto convinto di tutto ciò ma non ebbe altra scelta se non quella di seguire la madre, letteralmente da lei trascinato in questa avventura. Infatti, anche se non lavorava, Paula, a casa, rivestiva senza alcun dubbio il ruolo della capofamiglia, gestendo sia i soldi, che ogni altro aspetto della vita dei componenti del nucleo famigliare e Mattia, come il padre, dipendeva da lei molto di più che dal solo punto di vista meramente economico.
Il piccolo Pablo, al contrario, era entusiasta tanto quanto Paula di andare in vacanza. Piccolo perché più giovane di Mattia e quindi il più giovane di tutta la famiglia, Pablo era anche il più viziato, cresciuto solo con il padre e in gran parte allevato soprattutto dalla zia Paula, era stato da lei viziato e coccolato in ogni modo possibile. Per lei, infatti, il nipote rappresentava praticamente un secondo figlio, anzi forse era anche più legata a lui di quanto non lo fosse al suo legittimo figliastro. Certo voleva bene anche a Mattia ma spesso, rivedendo in lui certi tratti del carattere debole ed indolente del marito Piero, si riscopriva a detestarlo. Al contrario Pablo era impulsivo e audace, proprio come suo fratello, persona che lei aveva sempre adorato.
Con grande disappunto di Mattia, appena arrivati con la rulotte sulla spiaggia, Paula aveva insistito affinchè tutti si spogliassero e li aveva avvisati che tale condizione di nudità si sarebbe protratta fino alla fine della vacanza.
Tutto ciò non pareva minimamente preoccupare Pablo che, infatti, mentre Paula ancora stava parcheggiando, già si era liberato di tutti i suoi abiti, lasciando vestiti, sparsi ovunque, sul pavimento della rulotte, per poi correre a gettarsi nelle acque cristalline della baia.
Parcheggiata la rulotte, scesero anche Paula e Mattia e non appena fu fuori, la donna cominciò subito a spogliarsi anche lei, dimostrando di essere completamente a suo agio con il suo corpo e di non avere alcun problema a farsi vedere senza vestiti dai ragazzi; l'opposto di Mattia, che si vergognava persino di togliersi la maglietta e seguiva imbronciato la mamma, continuando a lamentarsi per la scelta di Paula di voler trascorrere le ferie in un campeggio nudista.
“ti prego mamma, perché non possiamo tenere almeno il costume da bagno!?” piagnucolava disperato il suo figliastro.
Volendo descrivere l'aspetto di Paula bisognava anzitutto dire che, certamente, le sue origini colombiane erano inequivocabili. Carnagione scura e tratti marcati tipici dei discendenti degli africani che nei secoli passati si erano trapiantati in sud america, raddolciti, però, dalla paffutezza delle guance, dalla morbidezza delle grandi labbra carnose e dal taglio, vagamente orientale, degli occhi, caratteristico delle donne latine.
Non molto alta ma niente affatto esile, abbondante ma compatta e quindi anche estremamente soda, era tutta tette e culo. Diversamente, però, da molte sue conterranee Paula era benedetta dal fatto di essere in grado di accumulare il grasso superfluo, esclusivamente sui glutei e sul seno, sfoggiando un ventre morbido e piatto e nessun ombra di cellulite, nonostante la totale astinenza dal praticare la benché minima attività sportiva .
Era quindi normale che la signora fosse a suo agio con il suo fisico e che fosse orgogliosa di mostrarlo; a 38 anni non molte altre donne, della sua stazza, potevano sfoggiare una pelle tanto liscia e perfetta, assolutamente priva di smagliature; le sue forme da capogiro potevano anche essere sgradite dagli uomini con la passione per le modelle filiformi ma per gli amanti del genere plus size, Paula assumeva le sembianze di una dea in carne ed ossa.
E Mattia rientrava a pieno titolo nella categoria. Queste caratteristiche fisiche di Paula avevano affascinato il giovane sin dalla sua prima infanzia; in particolare quei grandi seni d'ebano per i quali nutriva una vera e propria ossessione, rappresentavano per lui l'epitome della figura materna e della sensualità femminile, allo stesso tempo.
Per capire meglio lo stato d'animo di Mattia nei confronti di Paula e quello della matrigna verso il suo figliastro è opportuno soffermarsi un momento, a spiegare nel dettaglio, il particolare tipo di rapporto che si era istaurato negli anni tra di loro.
Come detto Paula era l'unica figura materna che Mattia avesse mai conosciuto, lei lo aveva allevato da quando lui aveva memoria e per questo la considerava come una vera e propria madre; tuttavia questo tipo di rapporto non era propriamente reciproco; certo quando lui era molto piccolo Paula ne era intenerita, ne più ne meno come tutte le donne sono generalmente intenerite ed attratte dai bambini piccoli e proprio come molte di loro fanno, smaniava per accudirlo, coccolarlo e spupazzarselo. Il fatto poi che lui fosse un ragazzino molto mansueto era un valore aggiunto che non le fece pesare affatto il suo ruolo di levatrice.
Mattia aveva memoria di quel periodo, quando Paula lo prendeva i braccio e lo stringeva al seno e ne aveva grande rimpianto. Con tutto se stesso aveva tentato in ogni modo di ripristinare quelle condizioni aiutando in casa, obbedendo senza discutere, cercando di essere un bravo studente ma col passare degli anni la loro relazione iniziò, inevitabilmente, ad incrinarsi e ciò successe quando Paula iniziò a capire che tipo di uomo, Mattia, crescendo, sarebbe diventato. Agli occhi della donna, il ragazzino, non era soltanto, semplicemente mansueto ma si stava rivelando un debole, un amorfo, talmente inetto da risultare incapace di farsi strada nella vita, come dimostrava il fatto che non avesse amici, interessi e men che meno fidanzate; tutto quello che gli interessava era solo giocare ai videogiochi ed ingozzarsi di schifezze. Paula, donna caraibica, dal temperamento passionale e gaudente non riusciva proprio a concepire il carattere schivo del figliastro.
Quando Mattia raggiunse l'adolescenza, poi, i videogiochi vennero soppiantati da un'altra ben più grande passione, possibilmente ancora più inutile e sicuramente più riprovevole della precedente: la pornografia.
Ciò compromise, ulteriormente la già inesistente vita sociale del giovane che, trascorreva le sue giornate, restando chiuso in camera sua, dedicando interi pomeriggi a perdersi nell'esplorazione delle più svariate categorie pornografiche su internet, per finire, poi, a selezionare sempre le stesse: latina, ebony, curvy, big boobs, big ass, milf, taboo.
Mattia, si vergognava troppo, per riuscire ad ammetterlo a se stesso ma questi suoi particolari appetiti sessuali, avrebbero potuto essere più semplicemente raggruppati in un unico minimo comun denominatore, più precisamente nella figura per lui più proibita ed irraggiungibile di tutte: la sua voluttuosa matrigna colombiana Paula.
Tutto ciò scatenava il senso di colpa del giovane, preso da un lato dalle sue tendenze sessuali e dall'altro dal sentimento verso l'unica madre che avesse mai conosciuto ma benché lui cercasse di sopprimere questo tipo di sensazioni, spesso le sue pulsioni prendevano il sopravento. Paula lo aveva intuito, sorprendendolo più di una volta, a fissarle le tette o il culo o le cosce, quando lui pensava che lei non lo notasse, successivamente arrivando persino a sorprenderlo mentre si stava masturbando in camera sua o mentre la spiava quando era chiusa dentro al bagno.
In queste ultime spiacevoli occasioni, naturalmente Mattia era stato rimproverato e punito duramente da Paula; certo lui aveva spergiurato che non lo avrebbe mai più fatto ma la donna, grazie anche al suo proverbiale intuito femminile, sapeva che non sarebbe riuscito a mantenere le sue promesse ed infatti il perdurare di questi episodi finì per minare il loro rapporto. Anche perché da tempo, era intervenuto un terzo incomodo, ad accelerare il processo di distacco emotivo tra matrigna e figliastro: il nipotino Pablo, verso il quale Paula cominciò a riversare quello stesso suo affetto materno che aveva gradualmente sottratto a Mattia.
Pablo, infatti, era proprio l'opposto di Mattia, dotato di una grande personalità e intraprendenza, era estroverso e vivace e non aveva mai avuto problemi a farsi nuovi amici, con la sua faccia tosta, poi, era stato precoce in tutte le tappe della sua vita, soprattutto con le ragazzine ed era già molto più indipendente ed emancipato rispetto del cugino maggiore, nonostante la minore età, riempiendo, per questo motivo, di gioia e di orgoglio la zia che lo percepiva come sangue del suo sangue.
Naturalmente Mattia era gelosissimo del cugino, dell'affetto e della stima che la sua matrigna nutriva per lui ma introverso e abitudinario com'era, l'unico cambiamento nella sua routine fu l'aggiungersi di alcune categorie pornografiche al suo già ampio campionario: cuckold, fetish, femdom metaforiche del nuovo tipo di rapporto che andava instaurandosi tra se stesso e la sua matrigna. In definitiva per quanto Mattia se lo imponesse, neppure l'abbandono, il rifiuto e il tradimento riuscirono a distoglierlo dalle perverse pulsioni che lui provava verso la madre.
Tornando all'attuale ma tenendo ben presenti tutte le considerazioni precedenti, si può facilmente supporre come, dover assistere mentre Paula si spogliava, mettesse Mattia in estremo imbarazzo e perché il ragazzo volesse evitare questa evenienza a tutti i costi. Il ragazzo non riusciva proprio a far finta di niente e guardandola, sentiva inevitabile , accrescere dentro ai suoi pantaloncini l'erezione del suo piccolo pene adolescenziale, ancora particolarmente sottosviluppato, che in breve tempo raggiunse il massimo delle sue trascurabili dimensioni una volta che la donna ebbe liberato al vento le sue grandi mammelle, dal reggiseno che le costringeva.
Figurarsi poi cosa poteva significare, a questo punto, doversi denudare anche lui davanti alla donna dei suoi sogni più proibiti, per giunta già completamente nuda per mostrarle il suo minuscolo cazzetto tutto duro ed eccitato per lei. Certamente la madre gli avrebbe chiesto conto di una tale reazione e Mattia era certo che sarebbe morto d'imbarazzo se ciò fosse successo. Per questo, nonostante lui fosse, solitamente, remissivo e taciturno questa volta non voleva proprio darsi per vinto, esprimendo, a gran voce, tutto il suo dissenso.
Mentre Paula si stava già togliendo le mutandine, ascoltava le lamentele del figliastro, che non voleva assolutamente spogliarsi e che neppure voleva si spogliasse lei e che continuava a protestare. Sfilatasi anche il tanga dalle sue abbondanti natiche, finalmente Paula rimase completamente nuda; aveva cercato di ignorare il figliastro fino a quel momento ma ora ne aveva abbastanza; voleva godersi la sua merita vacanza e Mattia non sarebbe riuscita a rovinargliela; lo fissò seria, inarcando un sopracciglio “forse non hai capito ragazzino: non solo io non mi rivestirò ma molto presto sarai completamente nudo anche tu e così resterai per tutti i 15 giorni della nostra vacanza: Nudo per strada, nudo al ristorante, nudo di giorno e di notte, come fanno tutte le persone che alloggiano in questo campeggio, pertanto è meglio che ti fai passare la modestia o sarà peggio per te! A buon intenditore poche parole!” sibilò Paula, spazientita. Normalmente quel tono e quel atteggiamento da parte della sua matrigna comportavano la fine di ogni discussione con Mattia, perché se si fosse azzardato a continuare sapeva benissimo quali potevano essere le conseguenze; Paula, infatti, non tollerava la disobbedienza e i capricci del figliastro e non sarebbe stata la prima volta che lui, in seguito ad una discussione con la madre, finiva a culo nudo sulle ginocchia di lei, per ricevere una dolorosa sculacciata; in questo caso, però, il ragazzo era talmente disperato che non voleva rassegnarsi.
“ma mamma!” sbuffò.
Paula, però, non sentiva ragioni “Senti mi hai stufato! è così infantile che tu ti vergogni del tuo corpo, se vuoi diventare un adulto libero e non un fallito come tuo padre, devi lasciare andare questi tuoi malsani pudori! Ti do un minuto dopodiché se non sarai completamente nudo, guai a te!” sbottò Paula.
Nel frattempo era accorso anche Pablo, incuriosito dalla discussione sempre più accesa tra la zia e suo cugino. Aveva appena fatto il bagno ed era fradicio e parzialmente ricoperto di sabbia ma manteneva un sorriso gioioso stampato sul suo bel visino. Il ragazzino era piuttosto magro e non molto alto ma aveva un corpo asciutto e perfetto, con spalle larghe e muscoli completamente sviluppati, che spiccavano e tendevano la pelle sugli addominali e su tutto il resto del suo fisico atletico. Mentre correva quegli stessi muscoli guizzavano vigorosi da sotto la sua pelle in modo impressionante ma quello che sconvolse di più Mattia fu il cazzo che pendeva tra le gambe del cugino minore, molto più lungo e largo del suo, della grandezza di una latta di birra da mezzo litro, sormontato da un ciuffo di peli ricci neri; ciò era più che impressionante, era quasi spaventoso.
“che succede zia?” chiese il ragazzino giunto in prossimità dei suoi due parenti e nell'avvicinarsi, cinse con un braccio la vita di Paula e le diede un dolce bacino sulla guancia, per poi restare avvinghiato a lei, col suo solito sorriso smagliante stampato sulla sua mascella squadrata a fissare anche lui Mattia, imitando, in questo, la zia.
Alzando gli occhi Mattia non poté fare a meno di notare come le gocce del mare che costellavano il fisico cesellato di Pablo risplendessero al sole, facendo sembrare il giovane un piccolo bronzo di Riace ma con una ben altra dotazione, decisamente più virile, rispetto alle statue.
Quel genere di promiscuità tra sua mamma e suo cugino, inoltre, non mancava mai di mettere Mattia in imbarazzo, soprattutto perché lei non era mai stata altrettanto affettuosa con lui e di quelle attenzioni era particolarmente geloso.
“ma che diavolo ci fai ancora vestito ?” chiese Pablo sghignazzando, prendendosi gioco di Mattia.
“tuo cugino fai capricci. Come al solito.” intervenne glaciale Paula.
Mattia era così a disagio, logorato dalla gelosia e dall'invidia. Non era affatto giusto, benché Pablo fosse di un paio d'anni più giovane di lui, era costretto a constatare amaramente che possedeva un cazzo grosso più di tre volte del suo e questo se paragonato a quando il suo era duro e quello di Pablo moscio; non voleva neanche immaginare quanto potesse aumentare il divario tra loro due, quando anche Pablo aveva il pene eretto; per non parlare del fisico: da un lato Pablo era un atletico adone, dall'altro Mattia era un flaccido sfigato.
“allora inizi a spogliarti o devo costringerti io.” lo minacciò per l'ennesima volta Paula.
“lascialo a me zia. Non è degno della tua preoccupazione. Ora lo metto a posto io! Hai sentito la zia! Spogliati vigliacco1” Pablo, sempre sicuro di se, rincarò la dose, sfoggiando tronfio il suo grosso membro.
Passarono diversi minuti di questa manfrina e visto che Mattia, nonostante i rimproveri e le minacce di Paula di Pablo, continuava a titubare e non riusciva proprio a trovare il coraggio di calarsi le braghe, terrorizzato al pensiero di mostrare a madre e cugino il suo minuscolo pene; ad un certo punto, la donna, per mettere fine a quella ridicola pantomima, non ebbe altra scelta se non quella di sguinzagliare il nipote affinché la aiutasse a denudare Mattia.
"fa il favore amore della zia, tu che sei più maturo e responsabile, dammi una mano a raddrizzare questo ragazzino disobbediente. Io sono stanca morta per il viaggio e non posso farcela adesso a tollerare i suoi stupidi capricci!" chiese Paula dolcemente a Pablo, guardandolo amorevolmente negli occhi.
Mattia, con suo grande disappunto, non poteva non notare quanto fosse differente l'atteggiamento della sua matrigna verso suo cugino. “non è giusto” pensò “io sono sempre obbediente, vado bene a scuola, faccio i compiti, aiuto a casa mentre Pablo è solo un bulletto, viziato, che fa sempre quello vuole!” Ed in effetti con il nipote, lei era sempre amorevole, dolce e gli perdonava sempre tutto, mentre Mattia veniva spesso, da lei, rimproverato e punito ad ogni minima infrazione anche se quasi sempre era lui a subire i dispetti e le prepotenze di Pablo e mai il contrario.
"subito zietta!" rispose il più giovane dei due ragazzi, sfoggiando il suo solito sorriso smagliante, sempre pronto a mettersi in bella mostra con la sua zia preferita.
Un brivido di terrore corse lungo la schiena di Mattia, era ben consapevole della superiorità di Pablo ma nonostante ciò, provò con tutte le sue forze a scappare; il risultato fu però catastrofico, un goffo e patetico tentativo di fuga sventato immediatamente dal più prestante, cugino minore. Pablo, con un balzo felino gli saltò addosso e lo placcò subito a terra, serrando la testa del malcapitato, con una presa a forbice tra le sue gambe In men che non si dica lo aveva annientato e ora si ergeva seduto, poggiando il suo culo nudo sopra la faccia di Mattia, immobilizzandogli le braccia sotto alle sue ginocchia; in questo modo aveva il completo controllo del suo corpo e del suo respiro pur mantenendo entrambe le mani completamente libere.
Pablo era un giovane allievo presso una nota palestra di brazilian ju jitsu e per lui fu una sciocchezza sottomettere un debosciato come Mattia, nonostante la differenza d'età in suo sfavore.
Una volta immobilizzato con il viso schiacciato sotto alle sue natiche fu fin troppo semplice, per il giovane lottatore, calargli i pantaloncini e sfilargli la maglietta per poi lasciarlo completamente nudo, a terra a dibattersi nella sabbia, come un pesce che annaspa, a soffocare sotto al suo culo.
Mattia era fuori di se per lo shock, mai era stato così umiliato in vita sua, con lo scroto e l'ano del cugino minore rispettivamente sopra alla bocca e al naso rischiava di soffocare ed inoltre la consapevolezza di avere il suo cazzetto esposto agli occhi critici ed indiscreti della sua matrigna gli stava causando un attacco di panico.
Paula nel frattempo, totalmente incurante delle tribolazioni del suo figliastro e del suo insignificante cazzetto, si era allontanata poco lontano per sistemare gli asciugamani, per se e per i due ragazzi. L'asciugamano accanto al suo era ovviamente per Pablo, mentre quello ai piedi degli altri due ma leggermente defilato, più vicino ai piedi di Pablo che non ai suoi, era per Mattia.
“fai un favore Pablito fai risciacquare Mattia in mare, è tutto insabbiato adesso! Poi portalo qui che devo spalmarvi la crema!” gridò Paula dalla sua postazione ai ragazzi, poco distanti.
Sempre obbediente alle richieste della zia Pablo, senza il minimo indugio e senza alcuno sforzo, trascinò Mattia per una gamba fino al bagno asciuga e poi lo prese di peso e lo gettò in mare. Si tuffò dietro di lui e lo afferrò per la testa per immergerlo numerose volte in profondità. Era uno spettacolo tragicomico vedere come Pablo maneggiasse, senza alcuna difficoltà il cugino di due anni più grande, più alto e di diversi chili più pesante di lui, tanto che sembrava un burattinaio con la sua marionetta. Certo Mattia si dibatteva e provava a resistere ma non c'era confronto tra l'agile fisico, muscoloso di Pablo e il corpo debole e molliccio di Mattia. Inoltre, come se già non fosse abbastanza drammatico per Mattia, essere quasi annegato ogni volta che Pablo lo immergeva sottacqua, quando era sotto il povero cugino maggiore si ritrovava faccia a faccia con lo spropositato pene flaccido di Pablo; vedere quel arnese minaccioso così pericolosamente vicino alla sua bocca, paradossalmente, lo atterriva ancora di più della prospettiva di morire annegato.
Finalmente, quando Mattia ormai era esausto e mezzo annegato, Pablo lo prese in braccio e corse verso riva trasportando, senza fatica, in spalla, il cugino molto più pesante di lui per poi scaricarlo senza tanti complimenti, ai suoi piedi, sull'asciugamano sistemato, per Mattia, da Paula.
Sul grosso telo era già inginocchiata Paula che si stava spalmando la crema tra le mani pronta ad incremare il figliastro ribelle.
Una volta rovesciato il cugino al suolo, per sottolineare la sua schiacciante vittoria e per tenerlo ancora imprigionato a disposizione della zia, Pablo bloccò Mattia premendo il suo piede sul viso del cugino.
"hai finito di fare i capricci?! dovresti essere grato alla zia che si è presa la briga di portarci in vacanza! invece sei stato solo capace di lamentarti per tutto il tempo! Sei solo un ragazzino ingrato! Dovresti vergognarti!" lo rimproverò Pablo calcando ancora di più il suo piede sulla faccia di Mattia, per mettersi sempre più in bella mostra con la zia.
"forza chiedile subito scusa!" gli intimò minaccioso.
"s-scushhagg mamma!!" gridò Mattia mezzo soffocato dal piede di Pablo che gli schiacciava la bocca e il naso.
Paula era estasiata dallo sfoggio di tanta mascolinità da parte del nipote " Buon sangue non mente!" pensò orgogliosa ed anche un poco eccitata da tanto testosterone, tra se e se.
"ma grazie Pablito! sei davvero un tesoro, non so cosa farei senza di te, amore della zia! Mmm smack" si complimentò con il nipote Paula, mandando un tenero bacio all'indirizzo del giovane adone.
Se Pablo era sempre più raggiante, ringalluzzito dai complimenti della zia, Mattia era un disastro.
Il giovane ansimava, tossiva, sputando dai polmoni acqua salata, ingerita a causa delle numerosi abluzioni forzate, impostegli da Pablo, ed il piede che gli schiacciava il volto non lo aiutava di certo a riprendere fiato.
“allora ti sei calmato o c'è bisogno che ti faccia ancora punire da Pablo? Obbedirai ad ogni mio ordine senza fare storie?” gli intimò freddamente Paula.
Mattia era esausto, ogni spirito di ribellione annientato in lui. “n-n­-non c'è bisogno, mamma. O-obbedirò ad ogni tuo ordine mamma. Te lo prometto, sc-scusa” rispose affannosamente, tossendo e vomitando sulla sabbia, l'ennesimo fiotto d'acqua di mare che gli era finita nei polmoni, sempre avendo la faccia schiacciata dal piede di Pablo.
"ora lascia andare tuo cugino, amore della zia, ma non ti allontanare per favore, resta qui con me tesoro. Penso proprio che con te al mio fianco questo ragazzino disobbediente non si azzardi a fare altri capricci! E tu girati a pancia su che ti spalmo un po' di crema, poi potrai fare quello che ti pare, per quando mi riguarda, basta che rimani nudo e non ti allontani troppo " sentenziò Paula.
Finalmente liberato dal piede che lo tormentava, Mattia, completamente vinto e sopraffatto si lasciò andare inerme, distendendosi sull'asciugamano, ormai incurante di rivelare il suo corpo fiacco e sottosviluppato, del quale si vergognava tanto.
Effettivamente il suo fisico non era di affatto un bello spettacolo soprattutto se confrontato con quello del cugino, il paragone risultava impietoso: laddove in Pablo vi erano muscoli scattanti e ben sviluppati, in Mattia vi era uno strato di grasso superfluo che lo rendeva informe. Impietoso era anche il confronto tra la pelle bianca, grassa e ricoperta di acne del cugino maggiore rispetto al colorito bronzeo e alla pelle liscia, lucida e priva di qualsivoglia imperfezione di Pablo.
Il cazzetto di Mattia, in ogni caso, rimaneva la differenza più marcata ed umiliante: sembrava una pustola se rapportato con l'imponente attrezzattura di Pablo. Mentre uno sbucava appena dalla peluria adolescenziale, inguinale, l'altro cadeva pesantemente in avanti, incurvandosi verso terra. Non sembravano neppure della stessa specie.
La sensazione di umiliazione di Mattia, però, fu improvvisamente dimenticata quando Paula cominciò a frizionare il petto del giovane con la crema solare.
Lo faceva lentamente e con metodo. I delicati cerchi che Paula disegnava con entrambe le mani su tutta la sua pelle avevano un che di erotico e in quella sensazione meravigliosa di essere toccato dalla sua bella matrigna, Mattia dimenticò, per un istante, tutte le sue miserie e le sue umiliazioni.
Da quella posizione, poi, poteva ammirare in tutta la loro gloria le tettone completamente nude di Paula, che pendevano proprio sopra la sua bocca e dalle quali si protraevano irresistibili i due succulenti capezzoli.
Era una battaglia che Mattia non poteva sperare di vincere quella tra le tettone di Paula e il formicolio all'inguine, preludio dell'erezione che la vista di esse gli stava provocando; erezione che il giovane si imponeva, inutilmente, di domare con la sua sola forza di volontà.
Tuttavia Mattia non era l'unico ad essere ammaliato dal corpo nudo di Paula e dalle sue forme conturbanti; anche Pablo era letteralmente imbambolato dal movimento delle tette di sua zia. Contemplando estasiato la zia nuda, il suo bel cazzone era già quasi completamente eretto ed aveva notevolmente aumentato la sua dimensione rispetto a come fosse pochi istati prima, quando era completamente a riposo. Tuttavia il fatto che fosse ancora leggermente incurvato verso il basso, era segno che non aveva ancora raggiunto la sua massima estensione.
Egli guardava rapito la zia, la quale aveva la sua completa attenzione e come una falena attratta dalla luce di un lampione, il giovane si appropinquò alla donna con cauta decisione; il grosso pene barzotto lo precedeva sobbalzando allegramente, mentre lui si avvicinava alla zia, per andare a sistemarsi in ginocchio accanto a lei.
Anche a Paula non era affatto sfuggita la crescita improvvisa di quel bestione mostruoso che era il cazzo del piccolo Pablito ed infatti, sopraffatta dall'emozione di assistere ad una tale meraviglia della natura, stava trascurando l'applicazione della protezione solare sul petto figliastro, distratta da codesto mirabile spettacolo.
“mentre spalmi la crema a Mattia, perché non lasci che ti aiuti a spalmare un po' di cremina anche a te zietta?” le sospirò in un orecchio, quando le fu accanto e senza attendere risposta la cinse, innocentemente, con un braccio adoperandosi per recuperare la bottiglia di crema solare sistemata sull'asciugamano.
Pablo le si era sistemato talmente vicino che le era praticamente a cavalcioni sull'anca, con il suo enorme pacco spiaccicato contro la pancia e la coscia della zia.
La donna si girò verso il suo interlocutore, vicini com'erano i due si guardavano dritti negli occhi e praticamente i loro nasi si toccavano e si alitavano reciprocamente sulla bocca.
Da come ansimava e dalla sua espressione languida, era chiaro che anche Paula non fosse affatto indifferente alla vicinanza del corpo nudo e muscoloso di suo nipote e del suo bel cazzone, premuto contro il suo fianco.
“si grazie amore della zia, mettimene un po' sulla schiena, per favore..” gemette, in un sussurro, Paula, leccandosi sensualmente le labbra.
Pablo non se lo fece ripetere due volte, spremette fuori dal contenitore un'abbondante quantità di crema solare e cominciò a spalmarla sulla schiena di Paula.
Se non fosse stato già abbastanza la vista e il contatto con il fisico ipertrofico di Pablo per far palpitare di eccitazione le membra di Paula, il tocco delle forti mani del nipote la sciolse in un brodo di umori, completando l'opera di lubrificazione del suo sesso che, lentamente, cominciò a dischiudersi e a gocciolare come fosse dotato di vita propria.
La donna ne fu talmente turbata che inavvertitamente, come per un riflesso condizionato, conficcò le sue lunghe unghie laccate di rosso nel petto del povero, malcapitato figliastro.
“ahia mamma” si lamentò il poveretto.
Infastidita, da quel gridolino stridulo ed effeminato, come destata da un bellissimo sogno, Paula, distolse il suo sguardo dall'avvenente viso del suo adorato nipote per volgerlo verso il trascurabile essere che giaceva sotto di lei, del quale, nel frattempo, si era completamente dimenticata.
Adocchiando la sua brutta faccia con quella goffa espressione da pervertito, fissata sulle sue tette, Paula ne fu stomacata.
“mio dio quanto sei noioso! Dai su girati! Puoi finire di spalmarti la crema sul davanti anche da solo! se pensi che abbia piacere a spalmarti la crema anche su quel tuo orribile, squallido pisellino, ti sbagli di grosso! Ora ti do un po' di crema sulla schiena e poi ti arrangi caro mio! Dai forza girati e non fare storie" intimò seccata al figliastro, spingendolo, irriguardosamente, a girarsi a pancia sotto, per poi premergli la nuca a terra con una mano “Ora vedi di stare fermo e immobile finché non avrò finito!” gli intimò seccamente.
Pablo invece, da bravo cocco di zia qual era, sapeva di potersi permettere qualsiasi cosa con lei e non aveva sicuramente bisogno di incoraggiamenti per andare sempre un pochino oltre quanto gli fosse già concesso, sapendo che l'avrebbe sempre fatta franca; perciò benché la zia non gli avesse dato alcuna istruzione in merito, mentre lei era distratta, alle prese col suo figliastro, aveva cominciato a massaggiare con la crema sia le grandi natiche che la parte anteriore del corpo di Paula.
Con la mano destra cospargeva l'unguento sulla schiena e sul culo, mentre con la sinistra si occupava del ventre, delle cosce, del busto e delle braccia di Paula.
Pablo aveva grandi mani vigorose e forti e non era difficile, per lui, raggiungere ogni angolo del voluttuoso corpo della zia, passando ripetutamente e insistentemente i palmi unti sulle sue soffici, grandi tette e stuzzicando i capezzoli turgidi con i polpastrelli.
“squisssh, squsissh, squisshh” Mattia non poteva vedere nulla, girato a pancia in giù com'era e, pur percependo sopra di lui la presenza dei due corpi nudi avvinghiati, mai avrebbe potuto supporre quanto Pablo si stesse spingendo oltre nel prendersi la libertà di tastare e palpare ogni più recondita parte delle forme conturbanti della sua adorata matrigna. L'unico indizio erano i sempre più crescenti e tribolati piagnucolii di godimento di Paula e il suono del di lei respiro sempre più stremato dall'irresistibile sensazione di piacere.
“mmmm Pablito! Ooooo! Mmmmahhh!” la sentiva sospirare Mattia.
Paula era talmente perduta, in balia delle manipolazioni del nipote, che il suo lavoro con la schiena del figliastro ne risultava irrimediabilmente compromesso; il massaggio spesso interrotto e trascurato passava dall'essere troppo leggero e distaccato in alcuni momenti, per divenire sgraziato e fin troppo rude in altri.
Tuttavia, nonostante la totale noncuranza di Paula, il suo tocco, per quanto lieve e discontinuo era più che sufficiente per eccitare a dismisura il povero Mattia, che aveva stampato come un marchio indelebile nel suo cervello l'immagine dei magnifici seni nudi della sua matrigna, ammirati pochi istanti prima.
Con tutte le sue forze, lui cercava di combattere la crescente sensazione di eccitazione che offuscava la sua giovane mente libidinosa ma era più forte di lui ed infatti, la battaglia con la sua erezione era ormai persa da tempo ma, grazie al cielo, essendo pancia sotto, riusciva a nascondere le vergognose dimensioni del suo pistolino tutto duro ed eccitato a causa dell'esplicito spettacolo inscenato da sua mamma e da suo cugino.
La sua immaginazione viaggiava libera e alla volte gli sembrava persino di sentire i tipici suoni dei baci alla francese e lo schiocco delle lingue di sua madre e di suo cugino sopra di lui ma non si azzardava a girarsi per constatare se fosse reale o solo frutto della sua malsana immaginazione, troppo terrorizzato che la mamma notasse la sua minuscola erezione.
Mentre Paula lo frizionava, sgarbatamente, sulla schiena, lui non riusciva a fare di meno di strusciarsi, a sua volta, contro il tessuto dell'asciugamano sotto di lui, a ritmo con la pressione esercitata dalle mani della sua matrigna.
Paula neanche si accorgeva di quello che stava facendo, completamente concentrata com'era sul nipote piuttosto che sul figliastro, anche perché Pablo stava diventando sempre più ardito con il suo massaggio e sempre più spesso le sue dita, rapidamente passavano dallo spremere le grandi mammelle delle donna, per poi spingersi, progressivamente sempre più verso il basso, sulla peluria inguinale della zia, stimolando e accarezzando il clitoride e le grandi labbra, ormai completamente dischiuse, della larga ficona pelosa di Paula.
“”Oooo Pablito! Che bravo che sei” Mattia non riusciva a capire come fosse possibile provare tanto piacere da un semplice ciò nonostante sentiva la sua matrigna continuare a complimentarsi con il nipote, gemendo sempre più veementemente.
“mmmmmm Pablitoooooo! Ooooo!” si agitava sempre più frenetica la donna.
Ad un certo punto Mattia sentì nuovamente le unghie di Paula conficcarsi, questa volta, nel grasso delle sue natiche; Paula si era abbandonata con tutto il suo peso in avanti, sostenendosi con le braccia sul fondo schiena di Mattia e artigliando con le unghie, con forza sempre più crescente, i glutei flaccidi del nipote, gli provocava grande sofferenza. Memore di quanto si fosse spazientita prima sentendo le sue proteste per il dolore che gli aveva inflitto, precedentemente, Mattia si morse la lingua, concentrandosi con tutto se stesso per non urlare. Il giovane, stoicamente non emise un fiato ma la sensazione di dolore e la pressione del peso della sua matrigna che si dimenava sopra al suo bacino e che lo sbatteva, ripetutamente, al suolo, tormentando le sue carni con le unghie lo stimolarono a tal punto che non seppe più trattenersi: i muscoli del suo sfintere, che aveva trattenuto fino a quel momento, si rilassarono e lui non fu più in grado di controllarsi; di conseguenza si lasciò andare in una tanto liberatoria quanto forzata eiaculazione, spruzzando fiotti di godimento contro la stoffa spugnosa dell'asciugamano, in uno degli orgasmi più intensi della sua giovane vita.
Fortunatamente nessuno se ne accorse. I due amanti, infatti, erano talmente presi l'uno dall'altro che non notarono nemmeno gli evidenti spasmi del corpo di Mattia sotto di loro; il poverino ne fu sollevato, non lo avevano scoperto; oltretutto le sue polluzioni erano talmente modeste che quelle poche gocce di sperma, non sarebbero state un problema da nascondere, con un po' di fortuna sarebbe bastato il tessuto del telo per assorbirle, senza lasciarne traccia.
Tutto il contrario di Paula i cui umori gocciolavano, in abbondanza, a terra sotto di lei e che non si era preoccupata affatto di nascondere, in alcun modo, l'irresistibile sensazione di piacere che le aveva appena donato il nipote, vocalizzando il suo piacere senza alcuna remora; infatti nello stesso momento di Mattia, anche lei aveva sperimentato un delizioso, dolcissimo orgasmo; quello che per anni mai era riuscito a concederle il cazzo di suo marito, era stato reso possibile, in pochi istanti, dal carezzevole tocco delle abili dita del giovane e teoricamente inesperto Pablo.
La donna era sempre più rapita dalle straordinarie qualità amatorie di quel giovane seduttore, era tutto così così incredibilmente eccitante e proibito e allo stesso tempo così romantico! Pablo era stato così galante e premuroso con lei, mai nessuno l'aveva trattata così prima d'ora, come una vera signora; mai nessuno l'aveva fatta sentire tanto desiderata; tutto sarebbe stato così perfetto se non fosse stato per la presenza del suo deludente ed inutile figliastro ma non sarebbe riuscito rovinarle la festa; a questo punto Paula era completamente decisa a godersi a pieno quest'avventura senza la minima remora, voleva restare da sola con lui, doveva restare da solo con lui
“vieni amore della zia, ora che il piccolo degenerato è sistemato, pensiamo a spalmare un po' di crema a noi due!” disse Paula a Pablo, dolcemente dopo che si fu ripresa dall'euforia post orgasmica ed in quello stesso momento Mattia sentì, finalmente, ritrarsi gli artigli della matrigna dalle sue natiche, tirando, per questo motivo, un agognato sospiro di sollievo.
Senza alcun ulteriore indugio, zia e nipote si alzarono in piedi, per trasferirsi sui loro rispettivi asciugamani, posti l'uno accanto all'altro.
Lasciato, finalmente, solo, Mattia , non senza difficoltà, riuscì a rigirarsi su se stesso e senza farsi notare si pulì dallo sperma spalmandolo sull'addome prima che si seccasse e prima che la sua matrigna potesse accorgersene; stava già per sdraiarsi nuovamente a pancia sotto, quando con la coda dell'occhio vide che non appena sua madre si era andata a distendere sul suo asciugamano, Pablo le era subito saltato addosso, mettendosi a cavalcioni sopra al suo ventre, con il suo enorme cazzone, ora finalmente, completamente eretto, che le svettava, imponente, davanti alla faccia.
Fino a quel momento Mattia, girato a pancia in giù non aveva potuto assistere alle tenere, sensuali effusioni di sua madre e suo cugino, certo aveva udito molto più di quanto avrebbe mai voluto sentire ma si sa: occhio non vede, cuore non duole per questo rimase pietrificato nel constatare il livello di intimità che le loro reciproche effusioni avevano raggiunto
I due ridevano e scherzavano come due giovani innamorati, abbracciati si rotolavano su loro stessi, strusciandosi e toccandosi reciprocamente il più possibile. Mattia, con crescente disappunto e invidia, li osserva gioire e godere vicendevolmente dei loro corpi e poteva notare distintamente come l'immane, durissimo cazzone di Pablo, incurvato all'insù, si strusciasse e si inarcasse contro il basso ventre di Paula.
Era una specie di lotta allo stesso tempo giocosa e carnale in cui i due gareggiavano a sottomettersi reciprocamente; era sempre Pablo, però, ad avere la meglio ed ogni volta che la donna cercava di liberarsi, lui la braccava nuovamente a terra “e va bene, va bene! Hai vinto tu!” esclamò, Paula, ridacchiando divertita, senza fiato per le risate ma anche perché sfiancata dall'irruenza del nipote, che l'aveva immobilizzata, per l'ennesima volta al suolo “ mi arrendo” decretò spompata.
I due si fissavano negli occhi, giocavano allegri e spensierati, completamente liberi da ogni pudore e inibizione, ignorando del tutto la presenza del povero Mattia che pure era proprio accanto a loro e che non si perdeva un istante delle loro performances.
Paula era sdraiata supina e Pablo sopra, inginocchiato con lo sfintere appoggiato sull'ombelico di lei e il cazzone turgido che svettava prepotente dal suo pube, adombrando il bel viso della zia; lui le aveva anche afferrato le mani nelle sue e la costringeva, schiacciata sotto di lui.
Paula rideva e ansimava dominata dalla forza e dalla maestria del nipotino “Dio mio, come sei forte Pablito! Hai vinto tu! Sono tua! Ora però lasciami andare, ti prego.. ti scongiuro amore della zia finisci di spalmarmi la crema? lo stavi facendo così bene prima, dai per favore! Se lo fai, poi farò tutto quello che vuoi, te lo prometto” lo implorò con tono seducente Paula, cercando, con le buone, di placare l'irruenza del nipote adolescente.
Pablo titubava, restio ad abbandonare la sua posizione di vantaggio, nonostante le amorevoli suppliche della zia "mmm non lo so zia, sei sicura che farai tutto quello che voglio? Non ti rimangerai la parola?” le chiese Pablo, trattenendola ancora sotto di se, più per divertimento che non per reale preoccupazione, non volendo proprio lasciarla andare così facilmente. Per quanto precoce, era pur sempre un ragazzino e voleva gustarsi quella vittoria, fino all'ultimo.
"certo amore della zia, farò tutto quello che vuoi tu se mi lasci andare, te lo prometto. ti prego amore mio, per favore!" gli garantì Paula.
“allora va bene ma dopo voglio che spalmi la cremina anche a me zietta e che mi fai un lungo e bel massaggio!” pretese il giovane superdotato.
“ma certo tesoro, vedrai che la zietta ti farà un massaggio come mai lo hai ricevuto prima. Te lo prometto amore mio!” rispose Paula tutta sorridente, facendogli l'occhiolino.
“e va bene!” rispose il nipote, finalmente, convinto dalle melense parole e dal tono supplichevole della zia e volendo sempre fare la parte del nipotino irreprensibile ed obbediente Pablo scattò, smontando da sopra di lei per andare a recuperare la bottiglia di crema; successivamente, senza perdere tempo, si sistemò ai piedi della donna e cominciò ad ungersi per bene le mani.
Pablo cominciò dal basso, sollevando le gambe della sua bella zia, se le mise sulle spalle, ciascun piede ai lati del suo collo e lentamente e sensualmente, iniziò a spalmare ogni centimetro della pelle delle gambe della zia, dalla punta del piede fino all'interno coscia, una gamba e poi l'altra, prima sopra e poi sotto.
“Squishh, squisshhh, squishh!” l'abbondante liquido oleoso produceva rumori osceni a contatto con la pelle di Paula, che facevano accapponare l'epidermide del povero Mattia.
Grazie ai vari strusciamenti e a pochi attimi di palpamento alle belle cosce lisce e morbide della sua adorata zia, il cazzone gigantesco di Pablo aveva assunto proporzioni ancora più massicce, solcato da vene rigonfie, ora si incurvava, rabbioso allungandosi, protervo verso la figona, divaricata e gocciolante di Paula ed ogni volta che il ragazzo si stendeva in avanti per raggiungere la parte più alta dell'interno di quelle cosce toniche e abbronzate, la grossa cappella arrossata si avvicinava sempre più insidiosamente, sfiorando i contorni della vulva di Paula.
Mattia guardava la scena attonito, ad ogni passaggio sull'interno coscia, le dita di Pablo e soprattutto quel mostro fallico che gli esplodeva dalla zona inguinale, si avvicinavano sempre più pericolosamente alla figona pelosa della sua bellissima matrigna.
Preso da un'irrefrenabile passione Pablo, aveva anche cominciato, come per gioco, persino a baciare e ciucciare le dita dei bei piedini della giunonica zia; le succhiava le unghie laccate di smalto rosso vorticando la lingua intorno ad esse, mentre con le mani continuava a cospargere la pomata solare sopra e sotto le cosce burrose e sui polpacci dell'avvenente donna. Ciucciava e sbaciucchiava quei piedini morbidi e paffuti come fossero un delizioso cono gelato, passando la lingua dai talloni, su per tutta l'arcata del piede e tra ciascun dito. Per alcuni minuti Pablo le leccò i piedi e mentre lo faceva Paula mugolava di piacere e lo incitava a non smettere.
Nello stesso tempo i due seguitavano a fissarsi negli occhi e a sorridersi con la complicità di due innamorati che festeggiano il loro primo san valentino.
Con grande stupore di Mattia, che non riusciva a credere che la sua matrigna fosse tanto flessibile e snodata, quando Pablo fu sazio di divorare le dita di quegli incantevoli piedini, le allargò improvvisamente le gambe divaricandole al massimo della loro angolatura, a 180 gradi mostrando così anche a Mattia la succulenta vulva della sua bellissima matrigna,.
“Ahi!” Paula sorpresa da tanto impeto, ebbe un sussulto ma non si azzardò a muoversi, lieta di sottomettersi alle manipolazioni del suo aitante nipote.
Mattia, dal canto suo non aveva mai avuto il privilegio di poter ammirare, se non di sfuggita, le fattezze e constatare quanto fosse ampia e profonda la vagina di sua madre ed ora era ne praticamente ipnotizzato. Contornata da folti ricci neri, aveva le grandi labbra dischiuse ed umide e, ai suoi occhi, sembrava una specie di pianta carnivora, pronta ad inghiottire qualunque forma di vita si fosse posata su di lei. Quel meraviglioso organo lo affascinava e lo atterriva allo stesso tempo.
Nel frattempo Pablo , procedeva incessante, con la sua opera di completo ungimento del conturbante corpo della zia, sul quale, disteso e a sua completa disposizione, con i palmi, saliva sempre più su: spingendosi dapprima a massaggiare la pancia piatta e soffice, poi i morbidi fianchi ed infine palpando e strizzando, senza alcun ritegno, le succulenti, imponenti mammelle.
Più il ragazzo saliva con la sua manipolazione, più il suo durissimo, enorme pene, incurvato raggiungeva e si soffermava sull'ingresso della famelica fessa dilatata di Paula, sfregando sempre più insistentemente contro di essa, fino quasi a violarne le resistenze e a penetrarla.
“ah, ah, ah, ah,” guaiva acutamente Paula ogni volta che sperimentava quel incantevole contatto ma rimase interdetta quando il nipote si interruppe brutalmente, chiedendole di voltarsi.
“dai girati zia, ora ti faccio la schiena” le ordinò seccamente Pablo e per quanto fosse contrariata Paula, sottomessa com'era dall'assertività del nipote, gli obbedì senza emettere un fiato e si girò su stessa, offrendo, in questo modo, al precoce teen ager, il suo ampio e sodo culone abbronzato.
Anche in questo caso Pablo maltrattò oscenamente quelle natiche, abbondanti e vellutate , spremendole come un succoso frutto, allargando i glutei e facendo passare con insistenza le dita sopra al loro grazioso buchino, penetrando più di una volta dentro di esso con le sue dita massicce.
Per salire verso la schiena della donna, per ultimare l'incrematura della parte posteriore, Pablo si chinava in avanti, facendo scivolare tutta la considerevole lunghezza del suo turgido cazzone, nella canala tra le chiappone di Paula, ripetutamente, prima avanti e poi indietro. Per diversi minuti, il ragazzo continuò a far scivolare quella sua lunga asta nell'ampio sedere sotto di lui, con entrambe le mani lo allargava e lo strizzava per consentire il passaggio e in modo che le pareti di carne aderissero perfettamente al suo fusto; di fatto masturbandosi con le natiche ben lubrificata di sua zia.
Paula era tutto un fuoco dentro, sentiva l'enorme pene di Pablo sgusciare tra le sue chiappe e premere contro il suo buco del culo; stuzzicata in quel modo, sentiva il suo sesso allagarsi, creando un'ampia pozza, gocciolando abbondantemente, sull'asciugamano sotto di lei. Non ce la faceva più a resistere, era pronta per lui, lo desiderava così tanto; lo voleva sentire dentro di lei a tutti i costi ma ancora una volta, proprio quando lei lo stava per implorare di sbatterglielo dentro, una volta e per tutte, nuovamente il ragazzo si interruppe.
“ecco ho finito zietta, ora tocca a te spalmarmi la crema” le sussurrò il nipote, trattenendo il suo enorme fallo premuto contro la vulva spalancata della zia.
“c-cosa?” si destò Paula meravigliata da quell'improvvisa interruzione.
Pablo con calma e dolcezza si chinò su di lei e le si avvicinò all'orecchio, in modo che sua zia potesse sentirlo meglio, muovendosi in avanti, ancora una volta, il suo fallo spinse dilatando nuovamente la ficona fradicia di Paula ma sempre senza che ci fosse una vera e propria penetrazione; dopodiché la baciò amorevolmente alla base del collo e con pazienza le ripetè la sua richiesta: “ho detto” kiss “che ho finito zietta” kiss” e che ora tocca a te” kiss “spalmarmi la crema” kiss “ti ricordi” kiss “me lo hai promesso” kiss.
Pablo la stava facendo letteralmente impazzire, si sarebbe messa ad urlare per supplicarlo di penetrarla con il suo gigantesco, turgidissimo, meraviglioso cazzone ma come faceva a dire di no a tanta dolcezza?! Quei dolci baci l'avevano privata di ogni volontà, confondendo ancora di più i suoi sensi “o-o si certo!” rispose titubante cercando con tutte le sue forze di controllare i suoi impulsi.
La donna spaesata da tanta emozione, respirò profondamente cercando di riprendere coscienza, lentamente si alzò in ginocchio sollevando il busto con le braccia ma le membra erano senza forza ed aveva il capogiro, le mancava il sangue al cervello e agli arti e le ci volle più del necessario per sollevarsi, mentre Pablo irreprensibile senza perdere tempo si era sdraiato a pancia sotto in attesa che la zia cominciasse con il massaggio, come gli aveva promesso.
Finalmente, non senza fatica, Paula riuscì a riprendere il controllo di se stessa, afferrò il flacone di protezione e solare e cominciò a d applicarlo sulle terga del nipote.
Mattia, che non si perdeva un istante di quella scena, vide i due che si scambiarono i ruoli con Paula, che iniziò a spalmare dolcemente e sensualmente la crema sulla schiena del nipote e lui che beatamente si godeva il suo meritato massaggio.
Dopo la confusione iniziale ora la donna era completamente concentrata sul suo lavoro, voleva mantenere la sua promessa e donare al suo amato nipotino il massimo del piacere, proprio come lui aveva appena fatto con lei; così dopo aver cosparso abbondante l'unguento su tutta la parte posteriore di Pablo, ebbe l'idea di abbandonare la frizione manuale, in favore di un ben più sensuale massaggio corpo a corpo.
Paula partì a strusciare le sue grandi mammelle ben oliate prima sui glutei muscolosi e prominenti del nipotino per risalire fino alla base del collo; la grande quantità di crema applicata, consentiva ai due corpi di sgusciare perfettamente l'uno contro l'altro, senza che vi fosse uno sfregamento eccessivo.
“va bene così Pablito?” gli sussurrò Paula all'orecchio mentre strusciava le sue morbide tettone sulla schiena del ragazzo.
“mmm si zietta!” se la godeva Pablo.
Mattia dal suo asciugamano cercava di non fissarsi sui due parenti appiccicati davanti a lui, era ben consapevole quanto desse fastidio alla sua matrigna che lui la fissasse in quel modo; cercava di distrarsi in tutti i modi, pensando ai suoi videogiochi, ai suoi fumetti, persino ai compiti delle vacanze ma era una battaglia persa, la sua concentrazione era completamente magnetizzata dalle squisite forme della sua bella matrigna e nonostante avesse appena eiaculato già sentiva il familiare formicolio all'inguine che lo spingeva a toccarsi tra le gambe.
Quando Pablo decise che ne aveva abbastanza di farsi massaggiare la schiena, si voltò supino sul suo asciugamano per consentire alla zia di procedere con la stessa operazione anche sulla parte anteriore del suo corpo.
Per poco Paula non ebbe un mancamento quando vide quanto il fallo del nipote fosse cresciuto a dismisura, ulteriormente rigonfiato, aveva raggiunto proporzioni impensabili, avendo più che raddoppiato le sue dimensioni rispetto a quando era a riposo ed ora svettava incurvato verso il cielo, per almeno un piede di lunghezza; Paula accovacciata accanto a lui, trasalì alcuni istanti, ipnotizzata da quel palo nodoso di carne; solo osservandolo sentiva le sue palpitazioni accelerare fintanto che colta da uno spasmo si morse inconsapevolmente il labbro e contemporaneamente la sua ficona si allagò, per l'ennesima volta nel corso di quella giornata
“o mio dio..” sospirò Paula sciogliendosi a quella vista così incredibile e surreale; se avesse seguito il suo istinto si sarebbe gettata su quel irresistibile cazzone per divorarlo di baci e per ingoiarlo, tutto, dentro alla bocca anche se dubitava che sarebbe riuscita a succhiarlo per intero, troppo lungo e largo perché la sua cavità orale potesse ospitarlo anche se lo avesse sospinto nei recessi più profondi della sua gola e poi si sarebbe impalata su di esso in totale abbandono. Non desiderava altro. Tuttavia Paula per quanto fosse incredibilmente eccitata e desiderosa di fare l'amore e di soddisfarsi fino allo sfinimento, con quel attrezzo portentoso doveva cercare di contenersi; Pablo era pur sempre suo nipote e nonostante la grande attrazione che vi era tra i due e lo squisito piacere reciproco che si erano donati, per il momento non erano andati oltre ad un semplice massaggio, consumare un rapporto sessuale completo con lui era tutt'altra cosa.
Quindi la donna fece un bel respiro profondo e si impose di non lasciarsi sopraffare dai suoi istinti animaleschi. Si sistemò in ginocchio accanto a Pablo ed iniziò diligentemente a cospargere la crema sul petto e sui muscoli, sui quadricipiti e sulla pancia, cercando di ignorare per quanto possibile la rigida asta che si innalzava dal centro del corpo cesellato e perfetto del nipotino. Chinata in avanti com'era i suoi capezzoli più di una volta vennero a contatto con il glande di Pablo e mentre gli strofinava la pancia quello stesso gigantesco cazzone le scivolava tra le tette ben lubrificate, per sbucare invitante proprio davanti alla sua bocca. Come faceva a resistere? Così dopo avergli applicato per bene l'unguento su tutta la parte anteriore, la donna non riuscì a trattenersi e cominciò a concentrare la sua manipolazione proprio su quel argano, di fatto masturbando a due mani, con sempre più foga, il gigantesco fallo del ragazzino.
“fap, fap, fap, fap, fap, fap, fap!!” Dopo i primi tentannamenti, Paula aveva preso a far scivolare con vigore le sue mani unte su tutta la lunghezza dell'asta, prima verso il basso per poi tornare verso l'alto, stringendo i pugni in prossimità della cappella del nipote.
“è meglio incremarlo per bene questo gioiello” disse Paula, come se avesse voluto trovare un pretesto per poter maneggiare il bel pisellone del nipote. “è troppo bello e prezioso per lasciare che si bruci al sole! Mmmm kiss “aggiunse, soccombendo alla tentazione di assestare un umido bacione sulla cappella turgida di Pablo, come a voler sottolineare le parole di ammirazione e di amore che elargiva nei confronti di quel magnifico organo.
Mattia, sempre sistemato sul suo asciugamano poco distante era sconvolto. Zia e nipote lo stavano ignorando completamente da diversi minuti e per questo non si era più fatto alcun problema a fissarli apertamente. Basito com'era non si era neppure reso conto, che l'erezione persa pochi istanti prima, dopo aver eiaculato a pancia in giù stimolato dalle dita della sua matrigna, era tornata più prepotente che mai e neppure si era accorto che quella stessa minuscola erezione, pulsante di eccitazione fosse in bella vista, completamente esposta allo sguardo di sua madre e di Pablo, girato e ipnotizzato com'era dal corpo per lui irresistibile, di sua mamma.
Al solo guardare una scena tanto erotica Mattia, sentiva che stava di nuovo per perdere il controllo della sua prostata e lasciarsi andare in un altro intensissimo ed incontrollato orgasmo , senza neanche essersi toccato. Curiosamente, al contrario Pablo, pareva calmissimo, benché masturbato magistralmente ed energicamente da Paula, restava praticamente impassibile. Teneva le braccia incrociate, dietro la testa e pareva del tutto tranquillo, mentre la zia glielo menava aveva persino trovato il modo di recuperare e indossare i suoi occhiali da sole e senza che Mattia se ne fosse accorto, stava osservando il suo cazzetto, pulsante di desiderio, da dietro gli occhiali scuri.
“zia! guarda che Mattia ci sta spiando ed ha il cazzetto tutto duro e arrossato! digli di non guardarci zia!” si lamentò Pablo, puntando il suo dito verso la minuscola erezione di Mattia.
“per l'amore del cielo Mattia! Metti via quel cosino insignificante, nessuno qui è interessato a giocare con quel patetico cazzetto!” esclamò disgustata Paula adocchiando il piccolo pene sottosviluppato del figliastro, sempre senza smettere di menare il grande cazzone del nipote.
“o si! Scusa mamma!” esclamò Mattia, mortificato distogliendo subito lo sguardo; sempre più consapevole ed umiliato delle ridicole dimensioni del suo inutile pisellino. Ma era più forte di lui e dopo pochi secondi Mattia stava di nuovo fissando le tettone sobbalzanti della sua bella matrigna dalla quale non riusciva letteralmente a distogliere lo sguardo.
Era anche mortificante per Mattia, constatare l'enorme differenza di stamina che vi era tra lui e suo cugino minore; infatti benché lui stesso fosse appena venuto, pochi istanti prima, se si fosse trovato al posto di Pablo, sarebbe venuto già 5 volte, sottoposto ad una tale forsennata masturbazione a due mani da parte di Paula, mentre il cugino più giovane e quindi teoricamente meno esperto, se la godeva, tranquillamente, con le braccia incrociate dietro la schiena senza tradire neppure un'espressione di trasalimento. Quando avrebbe voluto toccarsi ma era sicuro che anche solo sfiorandosi il pene sarebbe venuto immediatamente, anzi doveva stringere i denti e concentrarsi al massimo per non avere una polluzione involontaria.
Pablo osservava Mattia divertito dalle sue tribolazioni. “perché il mio pene è così grosso mentre quello di Mattia e così minuscolo, zia?” chiese ad un tratto il giovane alla zia Paula.
“hihihi” scoppiò a ridere di gusto Paula, sentendo quella domanda. “non lo so tesoro. La genetica credo. Il padre di Mattia ha un cazzetto insignificante ed orribile proprio come quello di suo figlio, mentre tuo padre ha un bel pisellone grande e potente, come il tuo, amore della zia! Smack!” rispose Paula senza distogliere l'attenzione da quel palo di carne turgida, che svettava tra le gambe di Pablo e ci tenne a sottolineare la sua ammirazione assestando l'ennesimo bacione sulla grossa cappella del nipote.
“ma averlo grosso e lungo come il mio è comunque molto meglio che avere un pisellino minuscolo come quello di Mattia, vero zietta?” chiese incuriosito Pablo, sempre fissando negli occhi, da sotto gli occhiali da sole il povero Mattia, mentre veniva masturbato dalla zia.
“certo tesoro, avere un pene enorme come il tuo è una grande fortuna per un uomo. Quando sarai grande, te ne accorgerai! tutte le donne vorranno fare sesso con te, mentre per Mattia sarà molto difficile trovare una compagna che si accontenti di quel misero pistolino e se anche ci fosse una donna tanto disperata, sarebbe senza dubbio bruttissima o peggio deforme per accettare di toccare un pene così piccolo e disgustoso!”
mentre Paula rispondeva a Pablo entrambi fissavano Mattia; Paula con una malinconica espressione di pietà e compassione, mista a ripugnanza dipinta sul volto mentre il ragazzo sfoggiava un sorriso arrogante e canzonatorio.
Mattia ascoltava quei discorsi così degradanti nei suoi confronti senza proferire parola. Non ci sarebbe riuscito neanche se avesse voluto. Aveva un groppo in gola e gli girava la testa. L'incubo che stava vivendo ad occhi aperti, inscenato dalla sua matrigna e da suo cugino era molto peggio di quanto avesse mai potuto immaginare. Prima di partire aveva ritenuto che la peggiore delle ipotesi sarebbe stata doversi denudare davanti alla sua matrigna ma tutto questo andava ben oltre. Non solo era umiliante che potessero vedere quanto fosse sottosviluppato il suo minuscolo pene ma potevano anche chiaramente constatare quanto quello stesso patetico cazzetto si fosse eccitato mentre Mattia sbirciava le sontuose forme di Paula; la sua passione segreta e non ricambiata per la sua matrigna era ormai evidente e sotto gli occhi di lei e del cugino minore e in più vederli così promiscui era un colpo al cuore per lui; le dimostrazioni di affetto reciproche tra zia e nipote lo facevano letteralmente morire di gelosia; per finire, sentire le parole denigratorie e la pessima opinione che sua madre aveva di lui, era il definitivo colpo di grazia alla sua, già fragile, psiche.
Ancora una volta Mattia, però, fu presto distolto dalle sue elucubrazioni paranoiche dalle parole taglienti di Pablo “però non mi piace che Mattia continui a guardarci così zia! Sembra un pervertito! Perché non andiamo a farci un bagno e lo lasciamo qui solo?”.
Paula si voltò di nuovo a guardare il figliastro e nuovamente un'espressione di disgusto incurvò le sue belle labbra carnose, poi rivolgendosi di nuovo all'amato nipote quelle stesse labbra si dischiusero in un dolcissimo sorriso “sai amore della zia, penso sia davvero un'ottima idea. Coraggio Pablito, andiamo a farci un bel bagnetto.” disse Paula, rivolgendosi benevolmente a Pablo.
E di certo un pervertito si sentiva Mattia. Con tutte le sue forze aveva cercato di distogliere la sua attenzione da loro ma era più forte di lui, non riusciva a distaccare il suo sguardo.
E così i due piccioncini si avviarono correndo verso la battigia. Entrambi nudi e belli come il sole, Paula benedetta dall'abbondanza delle sue curve conturbanti e dalla perfezione della sua pelle d'ebano mentre Pablo muscoloso e superdotato, correvano gioiosi, mano nella mano per andare a tuffarsi nelle acque placide e cristalline della baia.
Mattia ci provava e riprovava ma anche volendo non riusciva a staccare gli occhi da quei due, nemmeno per un istante e sentiva che stava per avere un attacco di panico, tanto il suo cervello era completamente in balia di quegli eventi. Mai più avrebbe potuto dimenticare quegli episodi di sesso esplicito inscenati senza alcun pudore davanti a lui da sua madre e da suo cugino e tutto ciò lo faceva sentire sempre più depresso, impotente ed umiliato.
Non che la cosa toccasse minimante zia e nipote; loro si comportavano naturalmente e si godevano il divertimento, giocando a rincorrersi e a catturarsi nell'acqua bassa, spruzzandosi e afferrandosi e palpandosi su tutto il corpo.
Mentre giocavano, ad un certo punto, il corpo di Paula scomparve sottacqua e lì rimase per diversi istanti. Pablo invece era rimasto in piedi, con il busto fuori dall'acqua, le mani poggiate sulle reni e la testa inarcata all'indietro.
“aaahhhhhh!” lo sentì Mattia, sospirare soddisfatto.
Possibile che la sua matrigna glielo stesse succhiando sottacqua?! Non poteva dimostrarlo ma le evidenze erano tutte in favore di quell'ipotesi.
Dopo un tempo che a Mattia parve infinito, finalmente Paula fuoriuscì in superficie e i due tornarono ad avvinghiarsi l'una all'altro e si baciarono languidamente e profondamente con la lingua, come una coppia di innamorati.
Rimasero abbracciati a baciarsi e a guardarsi negli occhi a lungo, proprio davanti a lui, completamente nudi fin quando i due corpi non presero a sobbalzare l'uno contro l'altro.
Mattia era ancora vergine ma aveva visto qualche film porno e sapeva come funzionavano le dinamiche dell'accoppiamento e tutto dava da pensare che zia e nipote stessero facendo l'amore la sotto, celati dall'acqua del mare. Certo anche in questo caso non poteva dimostrarlo o esserne certo ma sembrava così evidente. “mio dio non può essere! Non ci posso credere” pensava tra se e se, esterrefatto Mattia, sempre più in paranoia.
Quella situazione gli stava facendo venire una crisi di nervi ma per quanto ne avesse repulsione, non riusciva a distogliere gli occhi da quella scena surreale.
Paula nel frattempo aveva cominciato a mugolare e ad ansimare. “ah si! Ah si! Ah si! Dai amore, spingilo dentro! spingi dentro alla ficona della zia il tuo bellissimo cazzone! Più forte amore! Si! Si! Si! Dai! come sei bravo! come sei bello Pablito mio!” le grida di Paula non cessavano ed anzi si facevano sempre più stridule e più forti, intervallati solo, di tanto in tanto, dai famelici baci che condivideva con il nipote; quelle grida erano un chiaro segno che stava per raggiungere o forse aveva già raggiunto uno o più orgasmi.
Era tale l'impatto che quella scabrosa scena stava suscitando nel povero Mattia, che egli neppure si accorse di avere avuto un'altra polluzione involontaria e di essersi nuovamente venuto sull'addome. Senza quasi neppure accorgersene, al momento del coito, lasciò andare un acuto gridolino effeminato che si perse nella totale noncuranza dei due amanti, troppo concentrati su loro stessi per badare all'insignificante pisellino del povero Mattia. Infatti, per molto tempo oltre andarono avanti zia e nipote tanto che Mattia senza mai distaccare gli occhi da loro ebbe il tempo di maturare una nuova pulsante e disperata erezione mentre i due amanti continuavano a pompare i loro organi sessuali, l'uno dentro l'altra , cambiando, di tanto in tanto posizione.
Ad un certo punto, mentre Pablo la prendeva da dietro alla pecorina o così almeno sembrava a Mattia, anche se non poteva affermarlo con certezza visto i loro corpi rimanevano comunque ancora celati dalla cintola in giù sotto il pelo dell'acqua, il ragazzo iniziò ad urlare a squarciagola: "vengo zia, sto venendo zietta! Ahhh!!"
Naturalmente la risposta di Paula non tardò ad arrivare e le sue grida si levarono acutissime, mischiandosi a quelle del nipote “si! vienimi dentro amore! Vienimi dentro Pablito! Dammelo tutto, si bello, si amore!! svuota le tue belle palle dentro alla ficona della zietta Pablito mio! Bravo Amore mio!”
nell'apice dell'orgasmo dei due amanti anche Mattia venne ancora una volta, all'unisono con loro e sempre involontariamente, questa volta senza accorgersene, come per un riflesso condizionato Mattia aveva portato una mano sul suo piccolo pene eretto e inavvertitamente aveva preso a menarselo, trattenendo il suo cazzetto tra l'indice e il pollice, completamente in balia della scena ad altissimo contenuto erotico che veniva inscenata davanti ai suoi occhi. Con pochi strattoni al suo pistolino, nuovamente il povero ragazzo si venne sull'addome gemendo e imprecando sottovoce.
Ben presto Pablo e Paula uscirono dall'acqua, si tenevano per mano ed erano tutti sorridenti e soddisfatti. Il cazzo di Pablo era tornato moscio e gli pendeva ciondolante tra le gambe, mentre la grossa vagina pelosa di Paula era dischiusa come una rosa appena sbocciata, dilatata e arrossata. Divaricata com'era la grossa vulva sembrava l'antro di una caverna, dalle cui pareti di carne irsuta gocciolava denso e copioso lo sperma appena depositato da Pablo e ve ne era una tale quantità che era ben visibile anche dalla posizione in cui era rimasto seduto Mattia.
Passando vicino all'asciugamano di Mattia, zia e nipote non poterono fare a meno di notare la mano del ragazzo, gocciolante di sperma che afferrava saldamente dentro al pungo chiuso quel patetico, irrisorio cazzetto, incrostato di sperma secco, e chiazze di liquido seminale essiccato erano presenti anche sulla pancia e sulla peluria inguinale di Mattia, rendendolo ancora più disgustoso di quanto già non fosse.
Nel constatare quanto fosse patetico il suo cugino maggiore, Pablo aveva un sorriso tronfio e soddisfatto, e vedendo quel patetico cazzettino stretto dentro al pugno chiuso di Mattia, il suo sorriso di si allargò ancora di più, godendo della sua totale umiliazione; anche Paula che seguiva il suo amante tenuta da lui per mano, passando notò il pisellino ammosciato e gocciolante impugnato dalla mano del suo figliastro ma a quella vista fece una smorfia di disgusto e distolse lo sguardo, il più in fretta possibile, chiaramente nauseata e delusa dal suo comportamento, spezzando per l'ennesima volta il cuore del povero Mattia e facendolo sentire sempre più in colpa e inadeguato.
Non era neanche trascorso il primo giorno delle due settimane di vacanza che attendevano la famigliola e Mattia aveva già raggiunto il punto più basso e più umiliante di tutta la sua vita. Rimuginando sulla sua sfortuna constatò amaramente che sarebbe sicuramente stata una lunghissima ed estenuante vacanza.
scritto il
2020-03-07
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