Il casale
di
Suve
genere
etero
Ho l’hobby della falegnameria.
Una passione che ho avuto da sempre e che ho affinato con gli anni, anche con un certo talento devo dire, costruendo mobili e oggetti su misura per me e anche, qualche volta, su richiesta degli amici. Ultimamente poi mi sto specializzando nel restauro di vecchi mobili raccattati qua e là, che rimetto in sesto e poi rivendo realizzando anche bei soldini.
Che c’entra tutto questo?
C’entra perché è grazie a questo hobby che ho potuto realizzare le fantasie mie e di mia moglie.
Sono sposato con Claudia da 10 anni, senza figli, e io (Gianluca), da un paio d’anni ho cominciato a avere la curiosità di vedere mia moglie alle prese con altri uomini. Fantasie da letto, usate per mettere un pizzico di pepe in un rapporto buono ma quasi, oramai, monotono.
Lei mi confessò a sua volta il desiderio di essere in balia di più uomini insieme e così le nostre scopate ebbero questo ingrediente in più per stuzzicare la fantasia.
Un giorno ricevetti un filmato su una chat whatsapp di cazzeggio con gli amici (non venitemi a dire che con gli amici scambiate solo video comici o di animali dai) in cui da una qualche parte c’erano delle ragazze la cui metà inferiore del corpo spuntava da dei buchi su una parete di legno, penso una rivisitazione del glory hole classico.
Beh, fu un fulmine a ciel sereno per me: i desideri miei e di mia moglie si scontravano con la necessità di non mettersi in piazza, perché non sarebbe stato simpatico ritrovarsi sulla bocca di tutti se qualcuno fosse stato meno che discreto. Così invece l’anonimato era garantito e, al massimo, mi sarei fatto la fama di pervertito mentre mia moglie sarebbe passata per vittima.
Passai diversi fine settimana nel casolare fuori città lasciatomi da mio nonno, che avevo sempre utilizzato come laboratorio per il mio hobby, a dividere in due la rimessa con una parete di legno. Da una parte era la nuda parete, dall’altra creai dei ripiani dove Claudia si sarebbe potuta stendere e, attraverso dei fori a altezza strategica, sporgersi verso l’altra parte. Alla fine del mio lavoro avevo ricreato l’ambiente di quel filmato e mi sentivo tutto eccitato all’idea di dirlo a mia moglie.
Beh, in verità non ero del tutto sicuro, un conto è avere delle fantasie e un conto è volerle realizzare veramente. Tornando a casa dopo aver ultimato il lavoro temevo veramente di aver sprecato tempo e materiale nel caso Claudia avesse detto di no.
La sera, prima di andare a letto, le feci vedere quel filmato. Lei mi guardò dapprima con aria strana anche se altre volte avevamo visto porno assieme, poi al mio invito a guardare come tutti quegli uomini si davano da fare su una sola donna capì e volle rivederlo dall’inizio.
Questa volta gli occhi le brillavano per l’eccitazione, credo si immaginasse al posto di quelle donne bellissime. Al termine del filmato le mostrai un altro video dove non c’era nessuno, solo l’ambiente spoglio:
- Beh? Qui è prima che arrivino tutti? –
- No… qui è… il nostro casale. –
Ci mise qualche secondo a capire.
- Vuoi dire che… ecco perché ultimamente ci passavi tanto tempo. E… vorresti…? –
- Sì. Se anche tu… -
Non finii la frase, mi volò letteralmente tra le braccia riempiendomi la faccia e le labbra di baci.
- Oh tesoro, tu sei un genio. Quando… quando lo facciamo? –
Devo confessare che il suo entusiasmo mi ferì. Troppo contenta per quello che, in sostanza, era un tradimento. Programmato, consensuale ma sempre tradimento.
Certo, l’avevo ideato e proposto io e ero comunque eccitato nel realizzare la mia di fantasia, però… non so spiegarmi ma credo mi abbiate capito.
Qualcosa intuì anche lei perché subito dopo aggiunse:
- Ma sei sicuro di volerlo fare? Gianluca… siamo sicuri? Io ti amo e sai che non …. Beh, sì, in realtà questo è tradirti… se vuoi lasciamo perdere –
L’entusiasmo di pochi istanti prima era smorzato. Le leggevo in faccia che le sarebbe dispiaciuto rinunciare ma che era pronta a farlo. Mi fu sufficiente per fugare ogni dubbio e in me vinse l’eccitazione mentre le spiegavo come intendevo procedere.
Avrei invitato alcuni amici del calcetto, scegliendoli insieme a lei, quelli che le sarebbero piaciuti di più, dicendo loro che ero stato coinvolto da un’amica per soddisfare un suo desiderio e che la discrezione sarebbe stata essenziale. Non avrei spiegato loro i particolari, sarebbe stata una sorpresa. Per maggior sicurezza, Claudia avrebbe indossato anche una parrucca e una maschera.
Mentre spiegavo lei saltellava sul divano, mi chiedeva particolari, mi baciava, mi stringeva.
Gli ultimi particolari li dissi che già mi aveva aperto i pantaloni e si apprestava a prendermi l’uccello in bocca. Il letto ci vide solo a tarda notte, perché facemmo sesso sul divano, poi in cucina, anche addossati alla porta d’ingresso. Ogni angolo della nostra casa ci vide accoppiarci eccitati come non eravamo da tempo. Il letto ci servì solo per dormire.
Il giorno fatidico la accompagnai al casale e la feci entrare dal suo lato della parete di legno, poi uscii per andare incontro ai miei amici a cui avevo dato appuntamento in un bar poco distante.
Tardai qualche minuto e Piero mi accolse con un rimprovero:
- Eccoti, pensavo ci avessi dato buca –
Gli altri tre, Mario, Mirko e Igor, invece erano più rilassati, sorseggiando un qualche aperitivo.
Li tranquillizzai:
- Scusate il ritardo ragazzi, era solo per gli ultimi particolari. La… mia amica ci aspetta. –
- Ma chi è? La conosciamo? E com’è? Non è che ci stai propinando un cesso. Guarda che se è uno scherzo ti conciamo per le feste –
Parlavano tutti insieme, curiosi, ancora incerti. Avevo avuto qualche difficoltà a convincerli perché pensavano fosse uno dei tanti scherzi che ci scambiavamo. Li avevo fatti scegliere a Claudia, che comunque li conosceva, descrivendole ciò che lei non poteva sapere. In particolare come erano messi “sotto”, cosa che, facendo spesso la doccia insieme, potevo ben descriverle. Ero contento che la sua scelta fosse caduta su quelli che consideravo a me più vicini e anche seri. Infatti Mirko e Mario cedettero solo alla fine, avendo scrupoli a fare uno sgarbo alla loro compagna/moglie/ragazza.
Il più giovane, Piero, 25 anni, era invece quello più entusiasta. Privo di legami veri aveva accettato subito preoccupandosi solo che non fosse una burla.
- Calma ragazzi, come vi ho detto non posso rivelarvi chi sia. E’ una bella donna, questo è sicuro, e vuole “divertirsi” con persone discrete. Mi raccomando appunto la discrezione, che a nessuno di voi venga in mente di dirlo a qualcuno… specialmente a Claudia. –
La buttai lì per depistare un poco ma credevo di potermi fidare di loro.
Mi seguirono con la loro auto e parcheggiammo nell’aia.
- Venite, lei è già dentro, noi entriamo di qui –
La rimessa che avevo riorganizzato aveva due ingressi. L’avevo scelta appositamente per evitare ogni possibile contatto esterno.
Aprii la porta principale e feci entrare nella penombra i miei amici. Poi chiusi la porta e accesi la luce.
Emisero versi di sorpresa vedendosi davanti una parete di legno dal pavimento al soffitto. In questa parete c’erano quattro buchi del diametro di una decina di centimetri, rivestiti di materiale morbido. Poco più in là un’apertura a semicerchio più ampia, con strisce di materiale plastico a bloccare la visuale senza impedire al corpo di Claudia di sporgere dalla nostra parte.
- Accidenti, è come… -
Igor aveva riconosciuto subito l’ambiente, d’altronde era stato lui a mandarmi quel filmato hard da cui avevo preso spunto.
- Sì, è proprio come quel video –
Risposi sogghignando. Anche gli altri esposero i denti, eravamo tutti nella stessa chat dove Igor l’aveva inviato.
Iniziarono a capire che non si trattava di uno scherzo e i loro occhi brillarono eccitati.
- Come facciamo? –
Mi chiese Piero.
- Cominciate col tirarvelo fuori. Come vedete ci sono 4 buchi nella parete, uno per ognuno di voi. Lei è dall’altra parte e vi aspetta … per il riscaldamento. Ricordatevi però di indossare il preservativo e soprattutto nessun tentativo di capire chi sia. Il primo che sgarra si ferma tutto. Intesi? Ah, il culo scordatevelo. -
- E tu? Ci sono solo 4 buchi –
- Io… verrò “ringraziato” dopo, e comunque posso andare dall’altra parte in ogni momento. Anzi, vado ora. –
- Guarda che se è uno scherzo questa volta ti pesto a sangue –
Piero ebbe un ultimo dubbio, e anche gli altri non erano totalmente sicuri. Lo capivo, una volta messi gli uccelli nei buchi chissà chi ci sarebbe stato dall’altra parte.
- Solo per convincervi, potete guardare per qualche secondo dai buchi. Vedrete che di là c’è solo Marina, questo è il nome che dovete usare se volete rivolgervi a lei, che non è un trans e che è veramente bella. Avanti, guardate pure. –
Avevo concordato con Claudia, la quale udiva perfettamente le nostre parole, che avrebbe forse dovuto inscenare uno spettacolino per dimostrare ai ragazzi la cosa.
Dall’apertura maggiore la vidi accendere la luce principale e tirarsi fuori le tette per mostrarle ai quattro inginocchiati davanti ai buchi. Si passò lubricamente la lingua sulle labbra muovendo oscenamente le anche e tirando su il vestitino che indossava scoprendosi fino ai fianchi. Mi rialzai osservando le facce dei miei amici che mostravano un’attenzione profonda ammirati dalla bellezza di Claudia. Senza vederla, sapevo già che si stava sfilando il tanga nel modo più osceno possibile, che si sarebbe umettata le dita prima di aprirsi le labbra intime a beneficio del suo pubblico.
Piero, sempre lui, fu il primo a scattare in piedi, slacciarsi la cintura, tirarlo fuori e metterlo nel buco più a sinistra, presto imitato dagli altri. Tutti tranne Mario che, su invito di Piero, rimase a guardare per vedere che non vi fossero scambi al di là della parete. Malfidati, ma li comprendevo. Li salutai, non senza aver passato loro due confezioni di profilattici ricordando le regole, e uscii con Mario che mi guardava mogio mentre si infilava il preservativo.
Fatto il giro, entrai dall’altra parte e trovai Claudia già in ginocchio davanti ai buchi.
Da quello alla mia sinistra vidi Mario che osservava, gli strizzai l’occhio e mi avvicinai. Mia moglie aveva in bocca il cazzo che spuntava dal foro centrale, che sapevo essere di Igor, mentre smanettava gli altri due ai lati. Presi il cellulare e cominciai a filmarla.
Succhiava con lentezza, come se volesse assaporare per bene la carne dura seppur rivestita di lattice. Apriva la bocca e se lo affondava dentro fin dove poteva, poi serrava le labbra e scivolava indietro, le guance incavate. La vidi in difficoltà nell’usare le mani contemporaneamente sui due altri cazzi fino a che non trovò il ritmo giusto, lento anch’esso. Alternava affondi lenti a veloci slinguate e succhiate alla sola cappella, gli occhi, seminascosti dalla maschera, sembravano brillare di felicità. Si accorse della mia presenza e si girò sorridente verso di me. Adesso che la vedevo bene so che era veramente felice. Finalmente appagava la sua fantasia e… me ne era grata. Lo dimostrò col suo sorriso, con lo strusciare la testa sulla mia gamba come fanno i gatti, con un bacio attraverso la stoffa al mio uccello che già premeva sui pantaloni. Poi si rimise al lavoro passando da un cazzo all’altro, succhiando e leccando, usando le mani come poteva. La vidi fermarsi alla sua destra, avanzare con la testa quasi fino a toccare il legno e capii che Piero stava venendo. Il preservativo bloccava il suo seme impedendogli di riversarsi nella gola di Claudia, ma lei, generosa, non voleva mortificargli il piacere abbandonandolo e se lo infilava in fondo alla gola come tante volte aveva fatto con me.
Passò al cazzo di Igor e non appena l’uccello di Piero sparì dal buco all’estremo opposto apparve quello di Mario. Immagino come si potesse sentire, lui che aveva “fatto la guardia” fino a quel momento. Al di là della parete sentivo i miei amici parlare senza riuscire a capire cosa dicessero ma il tono era eccitato, forse commentando la bravura della mia Claudia.
Non so se altri condividano il mio desiderio segreto, ma devo confessare che, dopo un istintivo primo momento di gelosia a vederla spompinare con gusto un altro, provai solo eccitazione, e anche orgoglio per la sua bravura. Dovetti aggiustarmi più volte il cavallo dei pantaloni mentre lei continuava fino a che anche gli altri non godettero nella sua bocca.
Si rialzò con una certa fatica, era da parecchio che era in ginocchio e non avevo pensato a mettere un cuscino. Mi si accostò con le labbra luccicanti di saliva sussurrando.
- Sono eccitatissima, senti –
Mi prese la mano portandosela alla micia e il mio dito affondò in un vero e proprio lago. La carezzai per un minuto cercandole la bocca e trovando una lingua impazzita che si intrecciava con la mia. Poi si staccò e mi disse:
- Anche tu stai per scoppiare tesoro, lo sento. Ci penso io… -
La mano che mi era andata a carezzare il cavallo dei pantaloni venne raggiunta dalla sorella. Entrambe mi aprirono la zip e me lo tirarono fuori. Sentii la sua bocca, che tanto bene conoscevo, avvolgermi bollente. Non durai molto, lo ammetto, ero troppo eccitato e quando le fiottai di gusto il mio sperma dritto in gola sentii un applauso provenire dall’altra parte. I miei amici avevano osservato dai buchi e dimostravano il loro apprezzamento. Mi sentii felice e Claudia si girò verso di loro sorridendo orgogliosa, mostrando la lingua ancora bianca di me e deglutendo scenograficamente.
- Aiutami –
Mi disse.
A pochissima distanza dai quattro buchi, ad altezza strategica, ne avevo fatto uno più grande, come vi ho spiegato, che però dalla parte dove eravamo noi conduceva a un piano, sempre in legno, dove aiutai Claudia a salire per permetterle di infilarsi con le gambe nel foro. Dovetti trattenerla perché due o più mani la tirarono non appena apparve ai miei amici. L’attimo dopo Claudia gemeva forte.
- Mi sta leccando –
Non potevo vedere cosa accadeva dall’altra parte ma il pensiero di uno dei miei amici che si era chinato a mangiare la micina di mia moglie fu una scudisciata per i miei sensi. Avevo appena goduto ma già mi sentivo inturgidire nuovamente.
Claudia, a occhi chiusi, mugolava muovendo appena i fianchi, reggendosi al piano su cui era distesa. A bocca aperta mi faceva vedere la lingua che si agitava nel cavo orale come cercando qualcosa. Raccolsi l’invito e le porsi il mio uccello che imboccò golosa.
Poco dopo la vidi fremere, agitarsi e muoversi scompostamente mentre godeva sulla lingua di uno dei quattro. Per gridare il proprio piacere aveva abbandonato il mio uccello, e nemmeno pensai a riproporglielo perché l’attimo dopo la vidi a occhi e bocca spalancata:
- E’ grossoooooo… -
Capii che qualcuno la stava penetrando, e lei si reggeva alle maniglie che avevo posto sulla parete per tirarsi avanti e andare incontro al cazzo che la scopava mugolando continuamente, gridando, muovendosi mentre aveva un orgasmo dopo l’altro.
- Basta… una pausa… -
Disse fievolmente guardandomi con occhi liquidi dopo forse quindici minuti che stava godendo.
Corsi dall’altra parte e beccai il momento in cui Piero si stava togliendo per far posto a Igor dopo essere venuto.
- Un attimo, fatela riposare un minuto –
Urlai loro.
A malincuore, Igor si trattenne dal penetrarla, carezzandosi l’uccello teso a pochi centimetri dalla vagina di Claudia. Questa aveva le gambe penzoloni, come se non avesse le forze. Feci un cenno di approvazione a Piero che stava gettando il suo profilattico usato in un cestino che avevo messo appositamente. Sorridendo nervosamente, attendemmo tutti e cinque che Claudia si riprendesse. Il momento giusto ce lo segnalò la sua mano che sporse dal buco nella parete per carezzarsi il ventre e aprire le labbra intime. Igor si precipitò, gli bastò farsi avanti di pochi centimetri per penetrarla di getto.
- Oooohhhhhh –
Udimmo distintamente il gemito di Claudia dall’altra parte, poi:
- Sì, così… più forte… -
Igor non si fece pregare e si mosse eccitatissimo avanti e indietro.
Tornai dall’altra parte e vidi una Claudia che non conoscevo: la mascherina si era spostata coprendole parzialmente un occhio ma lei sembrava non essersene accorta. Distesa sulla tavola, il suo corpo si muoveva secondo i colpi che le dava Igor. Gli occhi erano chiusi e si aprivano a tratti quando emetteva un urletto. Mi spiegò poi che stava avendo un orgasmo continuo. Non si accorse quasi delle mie mani che le rimettevano a posto la maschera. Ne approfittai per farle una carezza e lei mi ricompensò con un sorriso stanco prima di chiudere gli occhi e gemere ancora.
Udii la voce di Igor gridare che stava venendo e poi vidi il corpo di Claudia immobile, segno che si era tolto. Le sue mani andarono a coprire la micina e intuii che aveva bisogno di un altro momento di riposo.
- PAUSA! –
Urlai mentre aiutavo Claudia a scendere dalla tavola sorreggendola malferma sulle gambe. Mi si aggrappò con forza per non scivolare a terra.
- Mio Dio Gianluca, è tremendo. Sto godendo in continuazione, ho bisogno di riposare, ho sete. –
La feci sedere sulla tavola e le porsi la bottiglietta d’acqua che, previdente, avevo messo lì accanto. Bevve respirando con affanno, il corpo arrossato e coperto di sudore. Le carezzai le guance e il sorriso stanco. Udimmo la voce di Mirko dall’altra parte:
- la tua amica è una figa pazzesca Gianlu, non vedo l’ora di scoparmela –
Dalla voce, immaginavo stesse per scoppiare.
- Ce la fai? –
Chiesi a Claudia.
- Mi sento a pezzi ma… non voglio smettere –
Mi rispose.
Una puntura di gelosia tornò a farsi viva in me, scacciata dalla sensazione dell’uccello teso dentro i pantaloni dove l’avevo riposto prima. A breve sarei stato io sul punto di scoppiare. La vedevo stanca e felice ma decisa a continuare, a portare a termine quella fantasia.
Si mise in piedi e mi parve più in forze. Mi fece un cenno con la testa e salì di nuovo sulla tavola mettendosi però prona. Di nuovo l’aiutai a scivolare nel buco e subito gemette ancora sentendosi penetrare da, immagino, proprio Mirko.
Ancora la vidi fremere, scuotersi e poi, di colpo, irrigidirsi:
- NO!... dietro no –
Capii al volo e battei con forza la mano sulla parete urlando:
- NON FARE LO STRONZO, TI HO DETTO IL CULO NO! –
Per un attimo fu silenzio totale, rotto dal sospiro di Claudia che mi sorrise e mi fece cenno con la testa per dirmi che l’uomo aveva desistito e la stava penetrando ancora nella vagina.
Non resistetti oltre, dovevo sfogarmi. Me lo tirai fuori presentandoglielo alle labbra e subito mi accolse succhiandomi con forza. Anche questa volta durai poco. Mi sentii come una mano che mi strizzava le viscere spremendomi fuori lo sperma che in schizzi densi le riversai in gola, ne vidi un rivolo uscire dalle labbra e poi… poi toccò a me appoggiarmi alla parete sentendomi girare la testa.
Il piacere era stato troppo forte, per l’uso delizioso che Claudia sapeva fare di labbra e lingua ma anche il pensiero che in quel preciso momento un altro uomo, un mio amico, la stava fottendo senza riguardo.
Quando toccò a Mario scoparla, l’aiutai reggendola per le spalle, carezzandole i seni che strusciavano sulla tavola. Ci fu anche il tempo per un secondo giro di Piero prima che lei dicesse basta, che non ce la faceva più.
L’aiutai a uscire dal buco e sedere sulla tavola e andai di là. In terra e sulla parete sotto il buco c’erano le tracce del piacere di Claudia. I miei amici si stavano risistemando ghignando l’un l’altro e dandosi pacche sulle spalle. Appena entrai, Piero mi venne incontro per stringermi la mano, imitato dagli altri.
- Grande Gianluca; la tua amica è fantastica; non pensavo di godere così tanto; quando vuole rifarlo sono più che pronto –
Parlavano insieme allegramente. Li feci uscire e mi accertai che salissero in auto e partissero, poi tornai da Claudia.
Era ancora seduta sulla tavola, si era tolta la maschera e mi guardava con occhi sfatti.
- Sono a pezzi –
Mi disse con voce stanca.
L’aiutai a alzarsi e l’avvolsi con un accappatoio. La presi in braccio per percorrere i pochi metri che separavano la rimessa dal casale, lei con la testa abbandonata sulla mia spalla.
La portai in bagno e la feci sedere mentre riempivo la vasca. Poi ve la adagiai.
Fece un sospiro di beatitudine immergendosi nell’acqua calda, la testa chinata indietro, gli occhi chiusi. La lavai con cura togliendole sudore e sporcizia. Mi fermò solo quando le lavai la micina:
- Faccio io, sono troppo sensibile ora –
Con attenzione, terminò le abluzioni. Il getto della doccia portò via i residui e le feci lanciare un urlo quando settai la temperatura a freddo. Sapevo che l’avrebbe tonificata e tolto parte della stanchezza. Mi guardò con aria di rimprovero, pensando a uno scherzo, poi mi baciò amorevolmente mentre la asciugavo frizionandola con forza.
Ancora la presi in braccio portandola sul letto e lì la misi sotto le coperte.
- Grazie –
Mi disse con voce fioca prima di sprofondare in un sonno profondo.
Io invece tardai a addormentarmi perché… beh, immaginate come potevo stare: anche se avevo goduto due volte l’eccitazione in me non era scemata, anche grazie al contatto col corpo nudo di mia moglie. Fui costretto a recarmi in bagno e soddisfarmi da solo. Mentre lo facevo ripensavo alle scene che avevo visto, che avrei rivisto insieme a lei grazie ai filmati che avevo fatti, al suo viso contorto nell’agonia del piacere.
A letto, la abbracciai e mi addormentai anche io immaginando nuove situazioni.
Una passione che ho avuto da sempre e che ho affinato con gli anni, anche con un certo talento devo dire, costruendo mobili e oggetti su misura per me e anche, qualche volta, su richiesta degli amici. Ultimamente poi mi sto specializzando nel restauro di vecchi mobili raccattati qua e là, che rimetto in sesto e poi rivendo realizzando anche bei soldini.
Che c’entra tutto questo?
C’entra perché è grazie a questo hobby che ho potuto realizzare le fantasie mie e di mia moglie.
Sono sposato con Claudia da 10 anni, senza figli, e io (Gianluca), da un paio d’anni ho cominciato a avere la curiosità di vedere mia moglie alle prese con altri uomini. Fantasie da letto, usate per mettere un pizzico di pepe in un rapporto buono ma quasi, oramai, monotono.
Lei mi confessò a sua volta il desiderio di essere in balia di più uomini insieme e così le nostre scopate ebbero questo ingrediente in più per stuzzicare la fantasia.
Un giorno ricevetti un filmato su una chat whatsapp di cazzeggio con gli amici (non venitemi a dire che con gli amici scambiate solo video comici o di animali dai) in cui da una qualche parte c’erano delle ragazze la cui metà inferiore del corpo spuntava da dei buchi su una parete di legno, penso una rivisitazione del glory hole classico.
Beh, fu un fulmine a ciel sereno per me: i desideri miei e di mia moglie si scontravano con la necessità di non mettersi in piazza, perché non sarebbe stato simpatico ritrovarsi sulla bocca di tutti se qualcuno fosse stato meno che discreto. Così invece l’anonimato era garantito e, al massimo, mi sarei fatto la fama di pervertito mentre mia moglie sarebbe passata per vittima.
Passai diversi fine settimana nel casolare fuori città lasciatomi da mio nonno, che avevo sempre utilizzato come laboratorio per il mio hobby, a dividere in due la rimessa con una parete di legno. Da una parte era la nuda parete, dall’altra creai dei ripiani dove Claudia si sarebbe potuta stendere e, attraverso dei fori a altezza strategica, sporgersi verso l’altra parte. Alla fine del mio lavoro avevo ricreato l’ambiente di quel filmato e mi sentivo tutto eccitato all’idea di dirlo a mia moglie.
Beh, in verità non ero del tutto sicuro, un conto è avere delle fantasie e un conto è volerle realizzare veramente. Tornando a casa dopo aver ultimato il lavoro temevo veramente di aver sprecato tempo e materiale nel caso Claudia avesse detto di no.
La sera, prima di andare a letto, le feci vedere quel filmato. Lei mi guardò dapprima con aria strana anche se altre volte avevamo visto porno assieme, poi al mio invito a guardare come tutti quegli uomini si davano da fare su una sola donna capì e volle rivederlo dall’inizio.
Questa volta gli occhi le brillavano per l’eccitazione, credo si immaginasse al posto di quelle donne bellissime. Al termine del filmato le mostrai un altro video dove non c’era nessuno, solo l’ambiente spoglio:
- Beh? Qui è prima che arrivino tutti? –
- No… qui è… il nostro casale. –
Ci mise qualche secondo a capire.
- Vuoi dire che… ecco perché ultimamente ci passavi tanto tempo. E… vorresti…? –
- Sì. Se anche tu… -
Non finii la frase, mi volò letteralmente tra le braccia riempiendomi la faccia e le labbra di baci.
- Oh tesoro, tu sei un genio. Quando… quando lo facciamo? –
Devo confessare che il suo entusiasmo mi ferì. Troppo contenta per quello che, in sostanza, era un tradimento. Programmato, consensuale ma sempre tradimento.
Certo, l’avevo ideato e proposto io e ero comunque eccitato nel realizzare la mia di fantasia, però… non so spiegarmi ma credo mi abbiate capito.
Qualcosa intuì anche lei perché subito dopo aggiunse:
- Ma sei sicuro di volerlo fare? Gianluca… siamo sicuri? Io ti amo e sai che non …. Beh, sì, in realtà questo è tradirti… se vuoi lasciamo perdere –
L’entusiasmo di pochi istanti prima era smorzato. Le leggevo in faccia che le sarebbe dispiaciuto rinunciare ma che era pronta a farlo. Mi fu sufficiente per fugare ogni dubbio e in me vinse l’eccitazione mentre le spiegavo come intendevo procedere.
Avrei invitato alcuni amici del calcetto, scegliendoli insieme a lei, quelli che le sarebbero piaciuti di più, dicendo loro che ero stato coinvolto da un’amica per soddisfare un suo desiderio e che la discrezione sarebbe stata essenziale. Non avrei spiegato loro i particolari, sarebbe stata una sorpresa. Per maggior sicurezza, Claudia avrebbe indossato anche una parrucca e una maschera.
Mentre spiegavo lei saltellava sul divano, mi chiedeva particolari, mi baciava, mi stringeva.
Gli ultimi particolari li dissi che già mi aveva aperto i pantaloni e si apprestava a prendermi l’uccello in bocca. Il letto ci vide solo a tarda notte, perché facemmo sesso sul divano, poi in cucina, anche addossati alla porta d’ingresso. Ogni angolo della nostra casa ci vide accoppiarci eccitati come non eravamo da tempo. Il letto ci servì solo per dormire.
Il giorno fatidico la accompagnai al casale e la feci entrare dal suo lato della parete di legno, poi uscii per andare incontro ai miei amici a cui avevo dato appuntamento in un bar poco distante.
Tardai qualche minuto e Piero mi accolse con un rimprovero:
- Eccoti, pensavo ci avessi dato buca –
Gli altri tre, Mario, Mirko e Igor, invece erano più rilassati, sorseggiando un qualche aperitivo.
Li tranquillizzai:
- Scusate il ritardo ragazzi, era solo per gli ultimi particolari. La… mia amica ci aspetta. –
- Ma chi è? La conosciamo? E com’è? Non è che ci stai propinando un cesso. Guarda che se è uno scherzo ti conciamo per le feste –
Parlavano tutti insieme, curiosi, ancora incerti. Avevo avuto qualche difficoltà a convincerli perché pensavano fosse uno dei tanti scherzi che ci scambiavamo. Li avevo fatti scegliere a Claudia, che comunque li conosceva, descrivendole ciò che lei non poteva sapere. In particolare come erano messi “sotto”, cosa che, facendo spesso la doccia insieme, potevo ben descriverle. Ero contento che la sua scelta fosse caduta su quelli che consideravo a me più vicini e anche seri. Infatti Mirko e Mario cedettero solo alla fine, avendo scrupoli a fare uno sgarbo alla loro compagna/moglie/ragazza.
Il più giovane, Piero, 25 anni, era invece quello più entusiasta. Privo di legami veri aveva accettato subito preoccupandosi solo che non fosse una burla.
- Calma ragazzi, come vi ho detto non posso rivelarvi chi sia. E’ una bella donna, questo è sicuro, e vuole “divertirsi” con persone discrete. Mi raccomando appunto la discrezione, che a nessuno di voi venga in mente di dirlo a qualcuno… specialmente a Claudia. –
La buttai lì per depistare un poco ma credevo di potermi fidare di loro.
Mi seguirono con la loro auto e parcheggiammo nell’aia.
- Venite, lei è già dentro, noi entriamo di qui –
La rimessa che avevo riorganizzato aveva due ingressi. L’avevo scelta appositamente per evitare ogni possibile contatto esterno.
Aprii la porta principale e feci entrare nella penombra i miei amici. Poi chiusi la porta e accesi la luce.
Emisero versi di sorpresa vedendosi davanti una parete di legno dal pavimento al soffitto. In questa parete c’erano quattro buchi del diametro di una decina di centimetri, rivestiti di materiale morbido. Poco più in là un’apertura a semicerchio più ampia, con strisce di materiale plastico a bloccare la visuale senza impedire al corpo di Claudia di sporgere dalla nostra parte.
- Accidenti, è come… -
Igor aveva riconosciuto subito l’ambiente, d’altronde era stato lui a mandarmi quel filmato hard da cui avevo preso spunto.
- Sì, è proprio come quel video –
Risposi sogghignando. Anche gli altri esposero i denti, eravamo tutti nella stessa chat dove Igor l’aveva inviato.
Iniziarono a capire che non si trattava di uno scherzo e i loro occhi brillarono eccitati.
- Come facciamo? –
Mi chiese Piero.
- Cominciate col tirarvelo fuori. Come vedete ci sono 4 buchi nella parete, uno per ognuno di voi. Lei è dall’altra parte e vi aspetta … per il riscaldamento. Ricordatevi però di indossare il preservativo e soprattutto nessun tentativo di capire chi sia. Il primo che sgarra si ferma tutto. Intesi? Ah, il culo scordatevelo. -
- E tu? Ci sono solo 4 buchi –
- Io… verrò “ringraziato” dopo, e comunque posso andare dall’altra parte in ogni momento. Anzi, vado ora. –
- Guarda che se è uno scherzo questa volta ti pesto a sangue –
Piero ebbe un ultimo dubbio, e anche gli altri non erano totalmente sicuri. Lo capivo, una volta messi gli uccelli nei buchi chissà chi ci sarebbe stato dall’altra parte.
- Solo per convincervi, potete guardare per qualche secondo dai buchi. Vedrete che di là c’è solo Marina, questo è il nome che dovete usare se volete rivolgervi a lei, che non è un trans e che è veramente bella. Avanti, guardate pure. –
Avevo concordato con Claudia, la quale udiva perfettamente le nostre parole, che avrebbe forse dovuto inscenare uno spettacolino per dimostrare ai ragazzi la cosa.
Dall’apertura maggiore la vidi accendere la luce principale e tirarsi fuori le tette per mostrarle ai quattro inginocchiati davanti ai buchi. Si passò lubricamente la lingua sulle labbra muovendo oscenamente le anche e tirando su il vestitino che indossava scoprendosi fino ai fianchi. Mi rialzai osservando le facce dei miei amici che mostravano un’attenzione profonda ammirati dalla bellezza di Claudia. Senza vederla, sapevo già che si stava sfilando il tanga nel modo più osceno possibile, che si sarebbe umettata le dita prima di aprirsi le labbra intime a beneficio del suo pubblico.
Piero, sempre lui, fu il primo a scattare in piedi, slacciarsi la cintura, tirarlo fuori e metterlo nel buco più a sinistra, presto imitato dagli altri. Tutti tranne Mario che, su invito di Piero, rimase a guardare per vedere che non vi fossero scambi al di là della parete. Malfidati, ma li comprendevo. Li salutai, non senza aver passato loro due confezioni di profilattici ricordando le regole, e uscii con Mario che mi guardava mogio mentre si infilava il preservativo.
Fatto il giro, entrai dall’altra parte e trovai Claudia già in ginocchio davanti ai buchi.
Da quello alla mia sinistra vidi Mario che osservava, gli strizzai l’occhio e mi avvicinai. Mia moglie aveva in bocca il cazzo che spuntava dal foro centrale, che sapevo essere di Igor, mentre smanettava gli altri due ai lati. Presi il cellulare e cominciai a filmarla.
Succhiava con lentezza, come se volesse assaporare per bene la carne dura seppur rivestita di lattice. Apriva la bocca e se lo affondava dentro fin dove poteva, poi serrava le labbra e scivolava indietro, le guance incavate. La vidi in difficoltà nell’usare le mani contemporaneamente sui due altri cazzi fino a che non trovò il ritmo giusto, lento anch’esso. Alternava affondi lenti a veloci slinguate e succhiate alla sola cappella, gli occhi, seminascosti dalla maschera, sembravano brillare di felicità. Si accorse della mia presenza e si girò sorridente verso di me. Adesso che la vedevo bene so che era veramente felice. Finalmente appagava la sua fantasia e… me ne era grata. Lo dimostrò col suo sorriso, con lo strusciare la testa sulla mia gamba come fanno i gatti, con un bacio attraverso la stoffa al mio uccello che già premeva sui pantaloni. Poi si rimise al lavoro passando da un cazzo all’altro, succhiando e leccando, usando le mani come poteva. La vidi fermarsi alla sua destra, avanzare con la testa quasi fino a toccare il legno e capii che Piero stava venendo. Il preservativo bloccava il suo seme impedendogli di riversarsi nella gola di Claudia, ma lei, generosa, non voleva mortificargli il piacere abbandonandolo e se lo infilava in fondo alla gola come tante volte aveva fatto con me.
Passò al cazzo di Igor e non appena l’uccello di Piero sparì dal buco all’estremo opposto apparve quello di Mario. Immagino come si potesse sentire, lui che aveva “fatto la guardia” fino a quel momento. Al di là della parete sentivo i miei amici parlare senza riuscire a capire cosa dicessero ma il tono era eccitato, forse commentando la bravura della mia Claudia.
Non so se altri condividano il mio desiderio segreto, ma devo confessare che, dopo un istintivo primo momento di gelosia a vederla spompinare con gusto un altro, provai solo eccitazione, e anche orgoglio per la sua bravura. Dovetti aggiustarmi più volte il cavallo dei pantaloni mentre lei continuava fino a che anche gli altri non godettero nella sua bocca.
Si rialzò con una certa fatica, era da parecchio che era in ginocchio e non avevo pensato a mettere un cuscino. Mi si accostò con le labbra luccicanti di saliva sussurrando.
- Sono eccitatissima, senti –
Mi prese la mano portandosela alla micia e il mio dito affondò in un vero e proprio lago. La carezzai per un minuto cercandole la bocca e trovando una lingua impazzita che si intrecciava con la mia. Poi si staccò e mi disse:
- Anche tu stai per scoppiare tesoro, lo sento. Ci penso io… -
La mano che mi era andata a carezzare il cavallo dei pantaloni venne raggiunta dalla sorella. Entrambe mi aprirono la zip e me lo tirarono fuori. Sentii la sua bocca, che tanto bene conoscevo, avvolgermi bollente. Non durai molto, lo ammetto, ero troppo eccitato e quando le fiottai di gusto il mio sperma dritto in gola sentii un applauso provenire dall’altra parte. I miei amici avevano osservato dai buchi e dimostravano il loro apprezzamento. Mi sentii felice e Claudia si girò verso di loro sorridendo orgogliosa, mostrando la lingua ancora bianca di me e deglutendo scenograficamente.
- Aiutami –
Mi disse.
A pochissima distanza dai quattro buchi, ad altezza strategica, ne avevo fatto uno più grande, come vi ho spiegato, che però dalla parte dove eravamo noi conduceva a un piano, sempre in legno, dove aiutai Claudia a salire per permetterle di infilarsi con le gambe nel foro. Dovetti trattenerla perché due o più mani la tirarono non appena apparve ai miei amici. L’attimo dopo Claudia gemeva forte.
- Mi sta leccando –
Non potevo vedere cosa accadeva dall’altra parte ma il pensiero di uno dei miei amici che si era chinato a mangiare la micina di mia moglie fu una scudisciata per i miei sensi. Avevo appena goduto ma già mi sentivo inturgidire nuovamente.
Claudia, a occhi chiusi, mugolava muovendo appena i fianchi, reggendosi al piano su cui era distesa. A bocca aperta mi faceva vedere la lingua che si agitava nel cavo orale come cercando qualcosa. Raccolsi l’invito e le porsi il mio uccello che imboccò golosa.
Poco dopo la vidi fremere, agitarsi e muoversi scompostamente mentre godeva sulla lingua di uno dei quattro. Per gridare il proprio piacere aveva abbandonato il mio uccello, e nemmeno pensai a riproporglielo perché l’attimo dopo la vidi a occhi e bocca spalancata:
- E’ grossoooooo… -
Capii che qualcuno la stava penetrando, e lei si reggeva alle maniglie che avevo posto sulla parete per tirarsi avanti e andare incontro al cazzo che la scopava mugolando continuamente, gridando, muovendosi mentre aveva un orgasmo dopo l’altro.
- Basta… una pausa… -
Disse fievolmente guardandomi con occhi liquidi dopo forse quindici minuti che stava godendo.
Corsi dall’altra parte e beccai il momento in cui Piero si stava togliendo per far posto a Igor dopo essere venuto.
- Un attimo, fatela riposare un minuto –
Urlai loro.
A malincuore, Igor si trattenne dal penetrarla, carezzandosi l’uccello teso a pochi centimetri dalla vagina di Claudia. Questa aveva le gambe penzoloni, come se non avesse le forze. Feci un cenno di approvazione a Piero che stava gettando il suo profilattico usato in un cestino che avevo messo appositamente. Sorridendo nervosamente, attendemmo tutti e cinque che Claudia si riprendesse. Il momento giusto ce lo segnalò la sua mano che sporse dal buco nella parete per carezzarsi il ventre e aprire le labbra intime. Igor si precipitò, gli bastò farsi avanti di pochi centimetri per penetrarla di getto.
- Oooohhhhhh –
Udimmo distintamente il gemito di Claudia dall’altra parte, poi:
- Sì, così… più forte… -
Igor non si fece pregare e si mosse eccitatissimo avanti e indietro.
Tornai dall’altra parte e vidi una Claudia che non conoscevo: la mascherina si era spostata coprendole parzialmente un occhio ma lei sembrava non essersene accorta. Distesa sulla tavola, il suo corpo si muoveva secondo i colpi che le dava Igor. Gli occhi erano chiusi e si aprivano a tratti quando emetteva un urletto. Mi spiegò poi che stava avendo un orgasmo continuo. Non si accorse quasi delle mie mani che le rimettevano a posto la maschera. Ne approfittai per farle una carezza e lei mi ricompensò con un sorriso stanco prima di chiudere gli occhi e gemere ancora.
Udii la voce di Igor gridare che stava venendo e poi vidi il corpo di Claudia immobile, segno che si era tolto. Le sue mani andarono a coprire la micina e intuii che aveva bisogno di un altro momento di riposo.
- PAUSA! –
Urlai mentre aiutavo Claudia a scendere dalla tavola sorreggendola malferma sulle gambe. Mi si aggrappò con forza per non scivolare a terra.
- Mio Dio Gianluca, è tremendo. Sto godendo in continuazione, ho bisogno di riposare, ho sete. –
La feci sedere sulla tavola e le porsi la bottiglietta d’acqua che, previdente, avevo messo lì accanto. Bevve respirando con affanno, il corpo arrossato e coperto di sudore. Le carezzai le guance e il sorriso stanco. Udimmo la voce di Mirko dall’altra parte:
- la tua amica è una figa pazzesca Gianlu, non vedo l’ora di scoparmela –
Dalla voce, immaginavo stesse per scoppiare.
- Ce la fai? –
Chiesi a Claudia.
- Mi sento a pezzi ma… non voglio smettere –
Mi rispose.
Una puntura di gelosia tornò a farsi viva in me, scacciata dalla sensazione dell’uccello teso dentro i pantaloni dove l’avevo riposto prima. A breve sarei stato io sul punto di scoppiare. La vedevo stanca e felice ma decisa a continuare, a portare a termine quella fantasia.
Si mise in piedi e mi parve più in forze. Mi fece un cenno con la testa e salì di nuovo sulla tavola mettendosi però prona. Di nuovo l’aiutai a scivolare nel buco e subito gemette ancora sentendosi penetrare da, immagino, proprio Mirko.
Ancora la vidi fremere, scuotersi e poi, di colpo, irrigidirsi:
- NO!... dietro no –
Capii al volo e battei con forza la mano sulla parete urlando:
- NON FARE LO STRONZO, TI HO DETTO IL CULO NO! –
Per un attimo fu silenzio totale, rotto dal sospiro di Claudia che mi sorrise e mi fece cenno con la testa per dirmi che l’uomo aveva desistito e la stava penetrando ancora nella vagina.
Non resistetti oltre, dovevo sfogarmi. Me lo tirai fuori presentandoglielo alle labbra e subito mi accolse succhiandomi con forza. Anche questa volta durai poco. Mi sentii come una mano che mi strizzava le viscere spremendomi fuori lo sperma che in schizzi densi le riversai in gola, ne vidi un rivolo uscire dalle labbra e poi… poi toccò a me appoggiarmi alla parete sentendomi girare la testa.
Il piacere era stato troppo forte, per l’uso delizioso che Claudia sapeva fare di labbra e lingua ma anche il pensiero che in quel preciso momento un altro uomo, un mio amico, la stava fottendo senza riguardo.
Quando toccò a Mario scoparla, l’aiutai reggendola per le spalle, carezzandole i seni che strusciavano sulla tavola. Ci fu anche il tempo per un secondo giro di Piero prima che lei dicesse basta, che non ce la faceva più.
L’aiutai a uscire dal buco e sedere sulla tavola e andai di là. In terra e sulla parete sotto il buco c’erano le tracce del piacere di Claudia. I miei amici si stavano risistemando ghignando l’un l’altro e dandosi pacche sulle spalle. Appena entrai, Piero mi venne incontro per stringermi la mano, imitato dagli altri.
- Grande Gianluca; la tua amica è fantastica; non pensavo di godere così tanto; quando vuole rifarlo sono più che pronto –
Parlavano insieme allegramente. Li feci uscire e mi accertai che salissero in auto e partissero, poi tornai da Claudia.
Era ancora seduta sulla tavola, si era tolta la maschera e mi guardava con occhi sfatti.
- Sono a pezzi –
Mi disse con voce stanca.
L’aiutai a alzarsi e l’avvolsi con un accappatoio. La presi in braccio per percorrere i pochi metri che separavano la rimessa dal casale, lei con la testa abbandonata sulla mia spalla.
La portai in bagno e la feci sedere mentre riempivo la vasca. Poi ve la adagiai.
Fece un sospiro di beatitudine immergendosi nell’acqua calda, la testa chinata indietro, gli occhi chiusi. La lavai con cura togliendole sudore e sporcizia. Mi fermò solo quando le lavai la micina:
- Faccio io, sono troppo sensibile ora –
Con attenzione, terminò le abluzioni. Il getto della doccia portò via i residui e le feci lanciare un urlo quando settai la temperatura a freddo. Sapevo che l’avrebbe tonificata e tolto parte della stanchezza. Mi guardò con aria di rimprovero, pensando a uno scherzo, poi mi baciò amorevolmente mentre la asciugavo frizionandola con forza.
Ancora la presi in braccio portandola sul letto e lì la misi sotto le coperte.
- Grazie –
Mi disse con voce fioca prima di sprofondare in un sonno profondo.
Io invece tardai a addormentarmi perché… beh, immaginate come potevo stare: anche se avevo goduto due volte l’eccitazione in me non era scemata, anche grazie al contatto col corpo nudo di mia moglie. Fui costretto a recarmi in bagno e soddisfarmi da solo. Mentre lo facevo ripensavo alle scene che avevo visto, che avrei rivisto insieme a lei grazie ai filmati che avevo fatti, al suo viso contorto nell’agonia del piacere.
A letto, la abbracciai e mi addormentai anche io immaginando nuove situazioni.
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