Una famiglia originale 6 - La sorella racconta la sua prima volta.
di
una madre
genere
incesti
Senza troppa fretta ormai,la macchina aveva imboccato la statale anziché l'autostrada.
Approfittando del fatto che entrambi erano soddisfatti e rilassati dalla sosta nella pineta e che avevano un po di tempo per parlare,Andrea aveva chiesto alla sorella se avesse voglia di raccontagli la storia di quando lei e la loro madre,erano andate di notte in quello stesso posto tra i pini.
La ragazza che già si aspettava quella "giusta" domanda,senza esitazione aveva iniziato il suo racconto:
-Tu lo sai Andrea il rapporto che c'è stato e,spero ci sia ancora,tra me e la mamma,credo che lei stessa te ne abbia parlato.-
-A dire il vero no!
Per lo meno,non proprio tutto ma solo alcuni cenni,brevi allusioni in attesa del
momento in cui mi avrebbe raccontato ogni cosa.
Il nostro rapporto è cominciato da poco più di 2 mesi e la passione dei nostri
incontri,non ci ha ancora concesso il tempo di parlare d'altro che di noi stessi,della
nostra attrazione fisica e del nostro amore incestuoso e della libidine che ci rapisce quando siamo vicini,poi come un
fulmine a ciel sereno sei entrata anche tu nei nostri discorsi e stento ancora a
capirne il senso sino in fondo.
Detto questo,trovo che la cosa sia bellissima...di più...meravigliosa!-
Aveva risposto Andrea con tono incerto come se stesse svelando un segreto di cui nessuno dovesse sapere.
-Ti capisco Andrea,capisco il tuo pudore e capisco anche quello della mamma non ancora pronta a svelarti tutto di se e....di noi e del suo rapporto con papà.-
Gli aveva risposto la sorella col tono suadente della voce:
-Comincerò io adesso ma prima di raccontarti della pineta,voglio svelarti come sono finita tra le braccia della mamma e dei suoi amanti.
Devi sapere che sino all'età di venti anni ero ancora vergine e,nonostante la mia esuberanza,la sicurezza che ostentavo e la gioia di vivere,non avevo mai incontrato un ragazzo meritevole delle mie attenzioni al punto di concedermi a lui.
Certo,avevo filato con alcuni di loro,ci avevo anche pomiciato ma mai ero andata oltre i baci,i toccamenti e qualche gioco con la bocca sempre col preservativo.
Apparivano tutti bambinoni ai miei occhi che già sognavo uomini più maturi e capaci di accompagnarmi con esperienza in quel mondo che sognavo sin da ragazzina.
Devo confessarti che forse ero anche condizionata dall'esempio che involontariamente mi dava la mamma che vedevo passare con grande disinvoltura dalle braccia di un maschio ad altri che sbavavano per lei nell'assoluta indifferenza del marito.
Tutto era cominciato un giorno in cui ero stata sorpresa dalla mamma in un momento in cui,particolarmente abbacchiata,tentavo inutilmente di raggiungere il piacere masturbandomi in bagno.
Confidandomi con lei le avevo raccontato i motivi della mia tristezza e della mia insoddisfazione esistenziale e sessuale.
Lei mi aveva consolata e per la prima volta,mi aveva baciata sulla bocca non come figlia ma attardandosi con le labbra congiunte alle mie a cercare con la lingua la mia complice risposta.
Poi mi aveva promesso che avrebbe cercato di aiutarmi.
Naturalmente,non immaginavo come avrebbe potuto fare in una situazione così scabrosa e delicata essendo mia madre.
Pochi giorni dopo,mi avrebbe rivelato che quella stessa sera ne aveva parlato con papà il quale le aveva suggerito di portarmi con lei "Amelia,se non fossi impossibilitato a causa del mio problema,provvederei io stesso a regalare alla nostra bambina ciò che desidera e che merita di avere alla sua età!" le aveva detto prima di suggerirle di portarmi da qualcuno capace di sverginarmi in sicurezza e con dolcezza in sua presenza.
L'occasione si era presentata alcuni giorni dopo quando avrebbe dovuto incontrare uno dei pochissimi fortunati con i quali aveva un rapporto consolidato e del quale si fidava.
Io già da tempo prendevo la pillola nella frustrante attesa che qualcosa potesse avvenire e dunque,avevo tranquillizzato la mamma da quel punto di vista.
Giunti a destinazione,l'uomo che stava aspettando l'arrivo di della mamma da sola,non credeva ai suoi occhi ed ai suoi orecchi quando lei gli aveva detto:"Lucio,questa è mia figlia....la mia bambina...è ancora vergine e la vorrei affidare a te affinché me la rendi donna".
Devo dire che la scelta della mamma non poteva essere delle migliori.
Superato lo stupore di trovarsi davanti un bella ragazza ancora illibata,quell'uomo sotto gli occhi vigili della mamma,mi aveva trattata come fossi il bocciolo delicato di un fiore voglioso di dischiudersi al calore del primo abbraccio erotico.
Le dita delle sue mani mi sfioravano leggere,i suoi baci sulla mia pelle e sulle labbra lievi come massaggi di petali vellutati e umidi di rugiada,con esasperante dolcezza,mi avevano accompagnata sino al momento che sciogliendo ogni tensione,le mie gambe si erano allargate offrendo il mio più intimo e inviolato fiore alla sua bocca ed alla sua lingua che mi pennellava con sapienza le grandi labbra incuneandosi oltre e succhiando al tempo stesso il piccolo bottoncino già turgido che la natura aveva messo di guardia all'accesso del mio paradiso segreto.
Le dita della mamma tra i miei capelli mi accarezzavano la testa mentre con l'altra mano stringeva la mia dal pugno serrato
La sua presenza,il contatto con le sue mani e le sue rassicuranti,dolci parole,mi tranquillizzavano allentando la mia tensione.
Quando infine l'uomo,incuneandosi col bacino tra le mie cosce aveva appoggiato l'enorme glande(allora mi appariva davvero grandissimo avendo visto sino prima solo quelli dei ragazzi coi quali avevo giocato sino ad allora)tra le valve di carne che davano accesso al mio corpo,avevo avuto un sussulto seguito subito da un tremore che non riuscivo a controllare.
Poi,scivolando lentamente,aveva superato le grandi labbra e poi quelle più piccole sino a che,una lieve scossa seguito da un mio grido strozzato,non mi aveva segnalato che ero diventata finalmente donna.
Devo confessare che non avevo avuto dolore e quella constatazione,mi aveva incoraggiata a spingermi verso di lui facilitandogli la penetrazione sino a che non avevo sentito i suoi testicoli sbattere contro il mio perineo bagnato dei miei umori.
Avevo ansimato a quel contatto e la mamma per la seconda volta,si era unita alle mie labbra dandomi la lingua da succhiare stavolta ricambiata in un bacio lascivo e appassionato mentre finalmente,un maschio virile e potente riempiva il mio sesso aperto e voglioso.
I suoi movimenti dentro di me divenivano via via più profondi e cadenzati sino a che una sensazione mai provata prima,mi aveva fatta contorcere mentre dalle mie labbra sfuggivano gemiti sempre più forti.
"Brava bambina...brava....hai goduto il tuo primo vero orgasmo" mi aveva bisbigliato la mamma in un orecchio infilandoci la lingua dentro e provocandomi un nuovo,sconosciuto brivido.
Da quella prima improvvisa esplosione,gli orgasmi si erano succeduti senza che avessi la possibilità di contarli tanto ero inebriata dal piacere che oramai pervadeva tutto il mio corpo e la mente.
Una ulteriore incredibile sensazione si era impadronita di me nel momento in cui il maschio,bloccandosi completamente conficcato in me,aveva cominciato a rantolare mentre una specie di lava fluida e bollente,mi scaldava l'utero e tutto il corpo sino al cuore che pulsava come impazzito e il cervello in fumo come fossi drogata.
Le contrazioni del suo cazzo seguite dai numerosi fiotti di sperma,mi riempivano come lapilli infuocati accompagnati dalle convulsioni fuori controllo del mio bacino.
Poi l'uomo rimanendomi dentro,si era appoggiato sul mio corpo ed aveva cominciato a baciarmi ed accarezzarmi in modo languido e dolcissimo.
Mentre sudata e gaudente mi scioglievo alle sue attenzione,dalle mie labbra umide di saliva era sibilato un sottile "Grazie".
A quel mio cenno di gratitudine,mi aveva guardata con occhi dolci e sorridendomi aveva risposto "Grazie a te ragazzina meravigliosa".
Mentre lui era seduto a riprendere fiato e bere qualcosa,io ero rimasta abbracciata alla mamma e con gli occhi chiusi come in un sogno mi beavo immersa nel suo profumo e nell'acre odore di maschio e di sesso che pervadevano l'ambiente.
Purtroppo quel magico momento era stato scosso da un inatteso risveglio.
La porta dell'appartamento si era aperta e ne erano entrati due maschioni(evidentemente invitati alla tresca in cui avrebbe dovuto esserci solo mia madre) in compagnia di un'altra donna.
Alla mia vista,rendendosi conto che dal mio sesso fuoruscivano ancora rivoli di sperma striati di sangue,uno dei due aveva gridato:
-Sorpresa...c'è una verginella da svezzare!-
Subito si era avvicinato a me e con modi rozzi,aveva cominciato a pastrugnarmi le tette e succhiarmi i capezzoli poi,arrapato come una bestia e insensibile alle proteste della mamma trattenuta dal suo amico ed alle mie grida,senza neanche spogliarsi,aveva estratto il cazzo dai pantaloni e trattenendomi con forza,mi era montato addosso e mi aveva chiavata sbuffando come un animale e quasi subito,grugnendo e sbavando mi aveva scaricato in pancia la sua sborra schifosa.
Mentre appagato dalla sua bravata,aveva preso il posto del suo amico trattenendo a sua volta mia madre che continuava a gridare ed agitarsi,l'altro energumeno,mi aveva presa trovandomi completamente immobile e passiva alle sue schifose voglie.
Anche lui mi aveva montata come fossi una cagna ed anche lui,senza troppi riguardi,mi aveva sborrato nella fica.
Incredibilmente l'uomo che con tanta dolcezza mi aveva sverginata,era rimasto impassibile davanti a tanto scempio.
Col sesso in fiamme e pieno di sperma e col bacino dolorante,piangendo mi ero alzata e senza neanche lavarmi,mi ero fatta portare via dalla mamma.
Quella mia prima volta iniziata come in un sogno,si era trasformata in un incubo.
segue
Approfittando del fatto che entrambi erano soddisfatti e rilassati dalla sosta nella pineta e che avevano un po di tempo per parlare,Andrea aveva chiesto alla sorella se avesse voglia di raccontagli la storia di quando lei e la loro madre,erano andate di notte in quello stesso posto tra i pini.
La ragazza che già si aspettava quella "giusta" domanda,senza esitazione aveva iniziato il suo racconto:
-Tu lo sai Andrea il rapporto che c'è stato e,spero ci sia ancora,tra me e la mamma,credo che lei stessa te ne abbia parlato.-
-A dire il vero no!
Per lo meno,non proprio tutto ma solo alcuni cenni,brevi allusioni in attesa del
momento in cui mi avrebbe raccontato ogni cosa.
Il nostro rapporto è cominciato da poco più di 2 mesi e la passione dei nostri
incontri,non ci ha ancora concesso il tempo di parlare d'altro che di noi stessi,della
nostra attrazione fisica e del nostro amore incestuoso e della libidine che ci rapisce quando siamo vicini,poi come un
fulmine a ciel sereno sei entrata anche tu nei nostri discorsi e stento ancora a
capirne il senso sino in fondo.
Detto questo,trovo che la cosa sia bellissima...di più...meravigliosa!-
Aveva risposto Andrea con tono incerto come se stesse svelando un segreto di cui nessuno dovesse sapere.
-Ti capisco Andrea,capisco il tuo pudore e capisco anche quello della mamma non ancora pronta a svelarti tutto di se e....di noi e del suo rapporto con papà.-
Gli aveva risposto la sorella col tono suadente della voce:
-Comincerò io adesso ma prima di raccontarti della pineta,voglio svelarti come sono finita tra le braccia della mamma e dei suoi amanti.
Devi sapere che sino all'età di venti anni ero ancora vergine e,nonostante la mia esuberanza,la sicurezza che ostentavo e la gioia di vivere,non avevo mai incontrato un ragazzo meritevole delle mie attenzioni al punto di concedermi a lui.
Certo,avevo filato con alcuni di loro,ci avevo anche pomiciato ma mai ero andata oltre i baci,i toccamenti e qualche gioco con la bocca sempre col preservativo.
Apparivano tutti bambinoni ai miei occhi che già sognavo uomini più maturi e capaci di accompagnarmi con esperienza in quel mondo che sognavo sin da ragazzina.
Devo confessarti che forse ero anche condizionata dall'esempio che involontariamente mi dava la mamma che vedevo passare con grande disinvoltura dalle braccia di un maschio ad altri che sbavavano per lei nell'assoluta indifferenza del marito.
Tutto era cominciato un giorno in cui ero stata sorpresa dalla mamma in un momento in cui,particolarmente abbacchiata,tentavo inutilmente di raggiungere il piacere masturbandomi in bagno.
Confidandomi con lei le avevo raccontato i motivi della mia tristezza e della mia insoddisfazione esistenziale e sessuale.
Lei mi aveva consolata e per la prima volta,mi aveva baciata sulla bocca non come figlia ma attardandosi con le labbra congiunte alle mie a cercare con la lingua la mia complice risposta.
Poi mi aveva promesso che avrebbe cercato di aiutarmi.
Naturalmente,non immaginavo come avrebbe potuto fare in una situazione così scabrosa e delicata essendo mia madre.
Pochi giorni dopo,mi avrebbe rivelato che quella stessa sera ne aveva parlato con papà il quale le aveva suggerito di portarmi con lei "Amelia,se non fossi impossibilitato a causa del mio problema,provvederei io stesso a regalare alla nostra bambina ciò che desidera e che merita di avere alla sua età!" le aveva detto prima di suggerirle di portarmi da qualcuno capace di sverginarmi in sicurezza e con dolcezza in sua presenza.
L'occasione si era presentata alcuni giorni dopo quando avrebbe dovuto incontrare uno dei pochissimi fortunati con i quali aveva un rapporto consolidato e del quale si fidava.
Io già da tempo prendevo la pillola nella frustrante attesa che qualcosa potesse avvenire e dunque,avevo tranquillizzato la mamma da quel punto di vista.
Giunti a destinazione,l'uomo che stava aspettando l'arrivo di della mamma da sola,non credeva ai suoi occhi ed ai suoi orecchi quando lei gli aveva detto:"Lucio,questa è mia figlia....la mia bambina...è ancora vergine e la vorrei affidare a te affinché me la rendi donna".
Devo dire che la scelta della mamma non poteva essere delle migliori.
Superato lo stupore di trovarsi davanti un bella ragazza ancora illibata,quell'uomo sotto gli occhi vigili della mamma,mi aveva trattata come fossi il bocciolo delicato di un fiore voglioso di dischiudersi al calore del primo abbraccio erotico.
Le dita delle sue mani mi sfioravano leggere,i suoi baci sulla mia pelle e sulle labbra lievi come massaggi di petali vellutati e umidi di rugiada,con esasperante dolcezza,mi avevano accompagnata sino al momento che sciogliendo ogni tensione,le mie gambe si erano allargate offrendo il mio più intimo e inviolato fiore alla sua bocca ed alla sua lingua che mi pennellava con sapienza le grandi labbra incuneandosi oltre e succhiando al tempo stesso il piccolo bottoncino già turgido che la natura aveva messo di guardia all'accesso del mio paradiso segreto.
Le dita della mamma tra i miei capelli mi accarezzavano la testa mentre con l'altra mano stringeva la mia dal pugno serrato
La sua presenza,il contatto con le sue mani e le sue rassicuranti,dolci parole,mi tranquillizzavano allentando la mia tensione.
Quando infine l'uomo,incuneandosi col bacino tra le mie cosce aveva appoggiato l'enorme glande(allora mi appariva davvero grandissimo avendo visto sino prima solo quelli dei ragazzi coi quali avevo giocato sino ad allora)tra le valve di carne che davano accesso al mio corpo,avevo avuto un sussulto seguito subito da un tremore che non riuscivo a controllare.
Poi,scivolando lentamente,aveva superato le grandi labbra e poi quelle più piccole sino a che,una lieve scossa seguito da un mio grido strozzato,non mi aveva segnalato che ero diventata finalmente donna.
Devo confessare che non avevo avuto dolore e quella constatazione,mi aveva incoraggiata a spingermi verso di lui facilitandogli la penetrazione sino a che non avevo sentito i suoi testicoli sbattere contro il mio perineo bagnato dei miei umori.
Avevo ansimato a quel contatto e la mamma per la seconda volta,si era unita alle mie labbra dandomi la lingua da succhiare stavolta ricambiata in un bacio lascivo e appassionato mentre finalmente,un maschio virile e potente riempiva il mio sesso aperto e voglioso.
I suoi movimenti dentro di me divenivano via via più profondi e cadenzati sino a che una sensazione mai provata prima,mi aveva fatta contorcere mentre dalle mie labbra sfuggivano gemiti sempre più forti.
"Brava bambina...brava....hai goduto il tuo primo vero orgasmo" mi aveva bisbigliato la mamma in un orecchio infilandoci la lingua dentro e provocandomi un nuovo,sconosciuto brivido.
Da quella prima improvvisa esplosione,gli orgasmi si erano succeduti senza che avessi la possibilità di contarli tanto ero inebriata dal piacere che oramai pervadeva tutto il mio corpo e la mente.
Una ulteriore incredibile sensazione si era impadronita di me nel momento in cui il maschio,bloccandosi completamente conficcato in me,aveva cominciato a rantolare mentre una specie di lava fluida e bollente,mi scaldava l'utero e tutto il corpo sino al cuore che pulsava come impazzito e il cervello in fumo come fossi drogata.
Le contrazioni del suo cazzo seguite dai numerosi fiotti di sperma,mi riempivano come lapilli infuocati accompagnati dalle convulsioni fuori controllo del mio bacino.
Poi l'uomo rimanendomi dentro,si era appoggiato sul mio corpo ed aveva cominciato a baciarmi ed accarezzarmi in modo languido e dolcissimo.
Mentre sudata e gaudente mi scioglievo alle sue attenzione,dalle mie labbra umide di saliva era sibilato un sottile "Grazie".
A quel mio cenno di gratitudine,mi aveva guardata con occhi dolci e sorridendomi aveva risposto "Grazie a te ragazzina meravigliosa".
Mentre lui era seduto a riprendere fiato e bere qualcosa,io ero rimasta abbracciata alla mamma e con gli occhi chiusi come in un sogno mi beavo immersa nel suo profumo e nell'acre odore di maschio e di sesso che pervadevano l'ambiente.
Purtroppo quel magico momento era stato scosso da un inatteso risveglio.
La porta dell'appartamento si era aperta e ne erano entrati due maschioni(evidentemente invitati alla tresca in cui avrebbe dovuto esserci solo mia madre) in compagnia di un'altra donna.
Alla mia vista,rendendosi conto che dal mio sesso fuoruscivano ancora rivoli di sperma striati di sangue,uno dei due aveva gridato:
-Sorpresa...c'è una verginella da svezzare!-
Subito si era avvicinato a me e con modi rozzi,aveva cominciato a pastrugnarmi le tette e succhiarmi i capezzoli poi,arrapato come una bestia e insensibile alle proteste della mamma trattenuta dal suo amico ed alle mie grida,senza neanche spogliarsi,aveva estratto il cazzo dai pantaloni e trattenendomi con forza,mi era montato addosso e mi aveva chiavata sbuffando come un animale e quasi subito,grugnendo e sbavando mi aveva scaricato in pancia la sua sborra schifosa.
Mentre appagato dalla sua bravata,aveva preso il posto del suo amico trattenendo a sua volta mia madre che continuava a gridare ed agitarsi,l'altro energumeno,mi aveva presa trovandomi completamente immobile e passiva alle sue schifose voglie.
Anche lui mi aveva montata come fossi una cagna ed anche lui,senza troppi riguardi,mi aveva sborrato nella fica.
Incredibilmente l'uomo che con tanta dolcezza mi aveva sverginata,era rimasto impassibile davanti a tanto scempio.
Col sesso in fiamme e pieno di sperma e col bacino dolorante,piangendo mi ero alzata e senza neanche lavarmi,mi ero fatta portare via dalla mamma.
Quella mia prima volta iniziata come in un sogno,si era trasformata in un incubo.
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