Con mio figlio 2
di
una madre
genere
incesti
Nel breve tragitto tra il soggiorno e la camera da letto,il calore della sua mano che stringevo con la mia,pareva correre veloce verso il cervello come fosse il formicolio che senti toccando un filo con la corrente.
Altrettanto velocemente nella parte cosciente della mia mente,erano ricomparse le immagini di quello che era successo nella mia vita nel breve volgere del tempo di quella strana serata.
Con l'umore in conflitto tra la delusione per il bidone che avevo subito ed il turbamento per le cose che,incredibilmente avevo svelato a mio figlio ricevendo come risposta alcune sue intime cose che mai si dovrebbero rivelare ad una madre,avevo preparato la cena per me e per lui col timore(e forse il desiderio) che a tavola,avrei potuto andare anche oltre con le mie più intime confidenze.
Quando avevo bussato alla sua porta per farlo venire a tavola,non avevo avuto risposta.
Dopo aver bussato per la seconda volta con lo stesso risultato,avevo socchiuso la porta ed alla luce del suo abajour,lo avevo intravisto disteso sul letto.
Era impegnato in una conversazione alquanto concitata con la sua ragazza e per questo forse,non mi aveva sentita.
Dopo aver varcato la soglia della sua porta,mi ero resa conto che mentre parlava aveva la cerniera del jeans aperta e col membro fuori,si masturbava.
La vista di quell'arnese e la disinvoltura con la quale lo manovrava parlando con la sua ragazza,mi avevano impressionata facendomi avvampare in viso per la vergogna di aver violato la sua intimità e contemporaneamente,con un colpo secco,il mio cuore aveva cominciato a pulsare come impazzito.
Paralizzata dalla situazione,ero rimasta bloccata sino a che,guidata da un istinto irrazionale,non mi ero avvicinata al suo letto e dopo avergli scostato la mano,avevo cominciato a leccarlo come fosse una leccornia,un dolce...un gelato.
Mentre la mia lingua scorreva sulla sua asta,bianca,lucida e liscia,lo sentivo vibrare tra le dita.
Completamente fuori di me,lo trattavo con la stessa avidità,lo stesso gusto e la stessa sapienza con la quale lavoravo il cazzo dei miei amanti completamente indifferente al fatto che fosse quello di mio figlio.
Gli leccavo lo scroto risucchiandone i testicoli come fossero olive,risalivo a pennellarne il gambo guduriosamente liscio e così diverso da quelli scuri,pelosi e nerboruti ai quali ero abituata.
Soffermandomi sul frenulo percepivo le sue contrazioni tra le dita e sotto la lingua.
Quelle contrazioni,procuravano brividi incontrollabili a tutto il mio corpo
In quel momento però,già straordinario ed osceno di suo,ad aumentare la mia foia,vi era il fatto che via via che procedevo nel mio "trattamento",gli ansimi di mio figlio,divenivano gemiti più rumorosi che rendavano difficile la conversazione telefonica con la sua ragazza.
Le cose che si dicevano all'inizio,avevano cambiato tono ed in quel momento,avevo capito che stavano facendo l'amore al telefono:
-Lo sai che ti stavo aspettando per fare finalmente l'amore con te e mi hai fatto l'ennesimo bidone.....capisco che tu aspiri ad arrivare al matrimonio vergine ma come posso io aspettare tutto quel tempo e poi,sposarci senza neanche conoscerci intimamente...-
Erano i discorsi sui queli insisteva mio figlio all'inizio.
-Mmmmm....oooooo.....scccc....si..si...mi sto masturbando....visto oooo....uuuu....che non possiamo fare l'amore...posso almeno farmi una sega...-
Via via che lo succhiavo,aumentavano i suoi ansimi,la voce gli diveniva più impastata e le sue parole sempre più prive di senso,parevano aver coinvolto anche la sua ragazza.
Improvvisamente,aveva acceso il viva voce e potevo sentire anche i gemiti della ragazza che a quel punto si stava masturbando anche lei.
Stavano facendo l'amore mentre io ad un ritmo sempre più frenetico incalzata da quell'atmosfera così surreale,me l'ero preso tutto in bocca ed strizzandogli i coglioni con la mano,avevo iniziato a spompinarlo dandogli prova della mia capacità di farlo godere ingoiandolo sin oltre le tonsille.
Quando aveva cominciato a godere,aveva abbandonato il telefono sul lenzuolo e con le mani dietro la mia nuca,col cazzo che si scuoteva come impazzito tra le mie labbra,aveva cominciato a spruzzarmi direttamente in gola e sulla lingua due-tre-quattro-cinque....e chissà quanti altri fiotti di sperma pastosa e bollente.
Mentre godeva rantolava e grugniva come un animale...."sborro....sborro...Titty...ti sborro in bocca...Titty.vengo...vengo....aaaa...."
Dall'altro capo del telefono gli faceva eco la sua ragazza...."Godoooo...godooo anch'io....che bello....godo con te Andrea....che bello..che belloooo godiamo insieme...-
Quando tutto era finito ed io avevo ingoiato ogni stilla del suo gustoso seme,la stanza risuonava solo dei loro respiri che andavano affievolendosi e della mia lingua che portava a termine il primo pompino a mio figlio con la necessaria pulizia finale con la lingua.
Tutto questo era ritornata nella mia mente mentre accompagnavo mio figlio sul letto che aveva dato inizio a quella sua splendida figura di giovane maschio.
Giunti accanto al letto,mi ero inginocchiata ancora davanti a lui per rendere onore con la mia bocca a quel meraviglioso scettro già pronto per me.
Solitamente coi miei amanti dovevo iniziare con quel gesto per farli indurire e prepararli alla bisogna,nel caso di mio figlio invece che l'aveva duro sin da subito,prevaleva la mia voglia di sentirmelo ancora in bocca per provare gli stessi brividi che mi aveva regalato prima e sentire le sue carezze tra i miei capelli.
Quando mi ero rialzata,per la prima volta avevo sentiro il sapore della sua bocca e il conturbante intreccio della sua lingua con la mia mentre le sue forti braccia mi stringevano a se.
Mentre con la lingua mi ravanava la bocca,le sue mani erano scese a palparmi i glutei procurandomi un attimo di mancamento durante il quale,completamente attaccata al suo corpo,mi sentivo leggera e pronta a prendere il volo insieme a lui verso terre meravigliose e sconosciute come le sensazioni che mi stava regalando mio figlio.
Avete in mente i quadri di Chagall?Ecco quella era la sensazione di quel momento!
Poi,dopo avermi leccato i seni e succhiato i capezzoli,mi aveva presa in braccio come fossi la sua sposa e con delicatezza mi aveva appoggiata sul talamo nuziale dove da li a poco mi avrebbe fatta sua.
segue
Altrettanto velocemente nella parte cosciente della mia mente,erano ricomparse le immagini di quello che era successo nella mia vita nel breve volgere del tempo di quella strana serata.
Con l'umore in conflitto tra la delusione per il bidone che avevo subito ed il turbamento per le cose che,incredibilmente avevo svelato a mio figlio ricevendo come risposta alcune sue intime cose che mai si dovrebbero rivelare ad una madre,avevo preparato la cena per me e per lui col timore(e forse il desiderio) che a tavola,avrei potuto andare anche oltre con le mie più intime confidenze.
Quando avevo bussato alla sua porta per farlo venire a tavola,non avevo avuto risposta.
Dopo aver bussato per la seconda volta con lo stesso risultato,avevo socchiuso la porta ed alla luce del suo abajour,lo avevo intravisto disteso sul letto.
Era impegnato in una conversazione alquanto concitata con la sua ragazza e per questo forse,non mi aveva sentita.
Dopo aver varcato la soglia della sua porta,mi ero resa conto che mentre parlava aveva la cerniera del jeans aperta e col membro fuori,si masturbava.
La vista di quell'arnese e la disinvoltura con la quale lo manovrava parlando con la sua ragazza,mi avevano impressionata facendomi avvampare in viso per la vergogna di aver violato la sua intimità e contemporaneamente,con un colpo secco,il mio cuore aveva cominciato a pulsare come impazzito.
Paralizzata dalla situazione,ero rimasta bloccata sino a che,guidata da un istinto irrazionale,non mi ero avvicinata al suo letto e dopo avergli scostato la mano,avevo cominciato a leccarlo come fosse una leccornia,un dolce...un gelato.
Mentre la mia lingua scorreva sulla sua asta,bianca,lucida e liscia,lo sentivo vibrare tra le dita.
Completamente fuori di me,lo trattavo con la stessa avidità,lo stesso gusto e la stessa sapienza con la quale lavoravo il cazzo dei miei amanti completamente indifferente al fatto che fosse quello di mio figlio.
Gli leccavo lo scroto risucchiandone i testicoli come fossero olive,risalivo a pennellarne il gambo guduriosamente liscio e così diverso da quelli scuri,pelosi e nerboruti ai quali ero abituata.
Soffermandomi sul frenulo percepivo le sue contrazioni tra le dita e sotto la lingua.
Quelle contrazioni,procuravano brividi incontrollabili a tutto il mio corpo
In quel momento però,già straordinario ed osceno di suo,ad aumentare la mia foia,vi era il fatto che via via che procedevo nel mio "trattamento",gli ansimi di mio figlio,divenivano gemiti più rumorosi che rendavano difficile la conversazione telefonica con la sua ragazza.
Le cose che si dicevano all'inizio,avevano cambiato tono ed in quel momento,avevo capito che stavano facendo l'amore al telefono:
-Lo sai che ti stavo aspettando per fare finalmente l'amore con te e mi hai fatto l'ennesimo bidone.....capisco che tu aspiri ad arrivare al matrimonio vergine ma come posso io aspettare tutto quel tempo e poi,sposarci senza neanche conoscerci intimamente...-
Erano i discorsi sui queli insisteva mio figlio all'inizio.
-Mmmmm....oooooo.....scccc....si..si...mi sto masturbando....visto oooo....uuuu....che non possiamo fare l'amore...posso almeno farmi una sega...-
Via via che lo succhiavo,aumentavano i suoi ansimi,la voce gli diveniva più impastata e le sue parole sempre più prive di senso,parevano aver coinvolto anche la sua ragazza.
Improvvisamente,aveva acceso il viva voce e potevo sentire anche i gemiti della ragazza che a quel punto si stava masturbando anche lei.
Stavano facendo l'amore mentre io ad un ritmo sempre più frenetico incalzata da quell'atmosfera così surreale,me l'ero preso tutto in bocca ed strizzandogli i coglioni con la mano,avevo iniziato a spompinarlo dandogli prova della mia capacità di farlo godere ingoiandolo sin oltre le tonsille.
Quando aveva cominciato a godere,aveva abbandonato il telefono sul lenzuolo e con le mani dietro la mia nuca,col cazzo che si scuoteva come impazzito tra le mie labbra,aveva cominciato a spruzzarmi direttamente in gola e sulla lingua due-tre-quattro-cinque....e chissà quanti altri fiotti di sperma pastosa e bollente.
Mentre godeva rantolava e grugniva come un animale...."sborro....sborro...Titty...ti sborro in bocca...Titty.vengo...vengo....aaaa...."
Dall'altro capo del telefono gli faceva eco la sua ragazza...."Godoooo...godooo anch'io....che bello....godo con te Andrea....che bello..che belloooo godiamo insieme...-
Quando tutto era finito ed io avevo ingoiato ogni stilla del suo gustoso seme,la stanza risuonava solo dei loro respiri che andavano affievolendosi e della mia lingua che portava a termine il primo pompino a mio figlio con la necessaria pulizia finale con la lingua.
Tutto questo era ritornata nella mia mente mentre accompagnavo mio figlio sul letto che aveva dato inizio a quella sua splendida figura di giovane maschio.
Giunti accanto al letto,mi ero inginocchiata ancora davanti a lui per rendere onore con la mia bocca a quel meraviglioso scettro già pronto per me.
Solitamente coi miei amanti dovevo iniziare con quel gesto per farli indurire e prepararli alla bisogna,nel caso di mio figlio invece che l'aveva duro sin da subito,prevaleva la mia voglia di sentirmelo ancora in bocca per provare gli stessi brividi che mi aveva regalato prima e sentire le sue carezze tra i miei capelli.
Quando mi ero rialzata,per la prima volta avevo sentiro il sapore della sua bocca e il conturbante intreccio della sua lingua con la mia mentre le sue forti braccia mi stringevano a se.
Mentre con la lingua mi ravanava la bocca,le sue mani erano scese a palparmi i glutei procurandomi un attimo di mancamento durante il quale,completamente attaccata al suo corpo,mi sentivo leggera e pronta a prendere il volo insieme a lui verso terre meravigliose e sconosciute come le sensazioni che mi stava regalando mio figlio.
Avete in mente i quadri di Chagall?Ecco quella era la sensazione di quel momento!
Poi,dopo avermi leccato i seni e succhiato i capezzoli,mi aveva presa in braccio come fossi la sua sposa e con delicatezza mi aveva appoggiata sul talamo nuziale dove da li a poco mi avrebbe fatta sua.
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