13 anni

di
genere
etero



Sulla nostra conoscenza ci si potrebbe scrivere un libro harmony, di quelli sdolcinati, dove i protagonisti si inseguono per 13 anni.
Qualche bacio.
Qualche toccatina veloce.
Qualche “ non siamo compatibili, alla fine dei conti “.
E basta, tutto finiva sempre così, non siamo mai andati oltre.
Fermandoci sempre davanti alla sue seghe mentali e alla mia rigidità, come la definisce lui.

Mi fa ridere pensare che, al termine di ogni sua storia d’amore, ogni convivenza o matrimoni progettati ma andati all’aria, poi in qualche modo mi riesca a trovare sempre.

Da appena sveglia, in pieno pomeriggio dopo un turno notturno, trovo un suo messaggio.
Come abbia fatto a ricordare il mio numero dopo otto anni, mi è ignoto.
Il suo, io, lo avevo già rimosso da lungo tempo.
Eppure è qui e vorrebbe chiamarmi per chiacchierare.
“ se vuoi ci beviamo una birra insieme stasera” gli dico.
Io non chiacchiero al telefono con qualcuno che non vedo da 8 anni, e che 13 anni fa mi fece perdere tutte le mie lacrime da adolescente.
Ci mette pochi secondi a invitarmi la sera stessa, mente lo raggiungo, mi stupisco di ricordare ancora la strada di casa sua.
Non ci avrei mai scommesso.

Apre la porta, è diverso, un po’ fuori forma e con i capelli brizzolati, ma è come lo ricordavo.
Lui invece, sembra stupito di vedermi.
Be sicuro ho giocato sporco, nel mettermi questi pantaloncini strappati corti e questa maglietta rosa attillata.
Sono anche molto più in tonica e magra, rispetto ai suoi ricordi di 8 anni fa, quando alla sua ennesima relazione finita tragicamente, venne a bussare alla mia porta.
Il karma, sempre meraviglioso quando colpisce.
Io voglio un po’ stuzzicarlo, alla storia della birra non ci credo molto.
E anche se mi ritengo piena di difetti, e ben lontana dall’essere una modella, stasera mi sento davvero molto sensuale.

Ci sediamo sul suo divano, iniziamo a raccontarci un po’ le nostre vite.
Tanto sono abbastanza certa che lui voglia altro, e dopo aver scolato una bionda a testa, i discorsi iniziano a finire.
Siamo sempre così fottutamente diversi, lui che cerca di farmi psicoanalisi e io che mi irrigidisco, perché odio sentirmi sotto torchio.
Muovo una gamba, uno dei miei tic principali, lo nota subito e rincari la dose con la tua psicologia da 4 soldi.

Mi bacia sul suo divano azzurro, lo fa bene per carità, ma trovo così strano che una cosa che anni fa avrei voluto così tanto ora invece mi faccia così poco effetto.

Andiamo sul suo letto, è davanti a un armadio a specchio enorme.
Mi imbarazza vedere il mio riflesso, mentre spogliandomi di maglietta e reggiseno, inizia a leccarmi i capezzoli.
Non sono abituata a guardami, figurati farlo mentre scopo.
È bravo a usare la lingua, percorre tutto il mio seno, non si scosta mai dai capezzoli, come se fosse avido di affamato.
Staccandosi, percorre tutto il mio addome fino ad arrivare ai miei pantaloncini.
Essendo molto corti, da sdraiata come sono, riesce a spostarlo di lato insieme agli slip, iniziando a leccarmi la fica liscia.
Godo a occhi chiusi, erano mesi che non ricevevo sesso orale, e mi sembra davvero estasi pura.
Resiste poco, mi denuda completamente, iniziando con due dita a titillarmi, già umida di umori.
Lecca sempre affamato, per poi baciarmi.
Apro un po’ gli occhi, mi vedo riflessa allo specchio, è tutto sommato non mi sento poi così brutta.

Ora sta a me ricambiare, si toglie i pantaloni e finalmente posso constatare che sia davvero ben fornito.
La sua erezione svetta, dura e imponente.
La assaggio, la inumidisco.
Me ne prendo cura insomma, è sempre una pratica sottovalutata, io leccherei cazzi dalla mattina alla sera.
Godo come quando lo ricevo, lui che in silenzio mi possiede sempre più, prendendolo fino in gola succhiando e soffocando.
Ha un buon sapore e tra un gemito e l’altro, mi dice che sto superando le sue aspettative.
Io lo ascolto, ma la mia attenzione viene catturata sempre dal mio riflesso, mi piace vedermi i capelli scompigliati, la testa che ondeggia sul suo bacino.
Mi piaccio, mi piaccio da morire.

Finalmente, dopo 13 anni di attesa, mi penetra mentre sono a pecora, i colpi sono sempre più veloci e lui sempre più arrapato.
Ansimo, gli chiedo di darmi uno schiaffo sul culo, sentendone il rumore mi eccito ancora di più.
Mi fisso sempre allo specchio, è come se lui fosse un po’ in retroscena, vedo solo me stessa mentre godo.
Il culmine lo raggiungo quando gli sono a cavalcioni, le mie tette sul suo viso e i nostri movimenti sincroni.
Riflessa allo specchio, mi guardo mentre lo scopo.
Sento il suo bel cazzo dentro di me rilasciare tutte le mie endorfine, gli scazzi e i nervosismi che accumulo sempre.
E alla fine mi importa anche poco del resto, perchè quella me che sto vedendo mi sembra così sicura di sè, così bella che alla fine mi lascio andare fino a quando non veniamo praticamente insieme.

Distesi sul letto, col fiatone ancora tra i denti, lui mi dice le sue solite stronzate.
Per lui non è stato solo sesso questo, ha sentito questi 13 anni di rincorse e attese tra noi e che ne è valsa la pena aspettare.
Io sono interdetta, 8 anni fa quando ci baciammo la prima volta, mi commossi.
In quei tempi avrei dato tutto per farmi portare a letto da lui, per farci l’amore è scambiarci effusioni.
Stasera invece non sento nulla di tutto ciò, sono solo soddisfatta come ogni post coito che si rispetti.
Soprattutto sono compiaciuta di essermi trovata così sensuale in quello specchio, così bella.
Non mi era mai capitato prima.

Più tardi mi accompagna alla porta.
“ Dai, cerca di non essere sempre così rigida anche prima a letto ti sentivo un po’ così” mi dice a mó di saluto.
“ Dai N, non iniziare con le tue cazzate da psicoterapeuta. Ci si vede tra qualche anno, al tuo prossimo disastro in amore” gli rispondo

Forse i libri harmony finivano diversamente, io vado a casa certa di non aver un carattere facile, ma serena di tutte le mie scelte.
Anche di quelle che durano da 13 anni
scritto il
2020-07-29
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