Una moglie puttana. Al cinema - parte 2
di
Jimbo80
genere
trio
Ci sistemammo nel fondo della sala in una fila libera.
Era appena iniziato il film che un tizio venne ad accomodarsi vicino a mia moglie: che gran maleducato questo signore ma pensai che non fosse il caso di fare polemiche. Nonostante il buio, appena rischiarato dallo schermo, mi avvidi che era un energumeno molto poco raccomandabile: poteva avere una cinquantina d'anni ma sprigionava un che di potente e virile. Pelato, abbronzato, due braccia muscolose con due morse callose al posto delle mani; il collo era quello di un toro e dalla canottiera attillata faceva bella mostra un pancione enorme e una montagna di peli brizzolati.
All'aspetto volgare univa gesti decisi e uno sguardo senza scrupoli. Lo guardai un attimo e mi lanciò un occhiataccia del tipo "guardami ancora e ti sfondo".
Comunque, mia moglie non sembrava neanche essersi accorta di questa bestia che le si era sistemata accanto e, come dissi, preferii soprassedere.
Era passato un quarto d'ora che dalla parte di mia moglie mi arrivò un mugolio confuso e insistente.
Rimasi intedetto, scioccato dallo spettacolo che mi si paro' sotto gli occhi.
Quel porco le stava pistonando la figa con tre dita mentre lei gli stava menando la fava...mamma mia che cazzo aveva in mano Camilla: un paletto di 20 cm buoni, dritto come un pilone e largo come una lattina, con un cappellone lucido e arrossato che sembrava esplodere per quanto era teso.
"Camy ma cosa stai facendo?"
"Mi sta tirando una sega, cornuto, non lo vedi?".
"Oddio Amore, scusami...non so cosa....ahhhh...non so cosa....cazzo, godo....mi haaaaa preso".
"Camilla, contieniti cribbio...sei qui con tuo marito!!!".
"Perdonami tes...cazzo sbrodo...ahhhh...tesoro perdonami ma...è bellissimo, questo bastardo è un vero porco...ahhh".
"Ora succhia troia".
Incurante della mia presenza quel manigoldo aveva afferrato mia moglie per i capelli e se l'era portata giù ad ingoiare la minchia.
Tra un grugnito e una bestemmia il perverso commentava pesantemente "Che bocca di velluto 'sta baldracca. Grandissimo cornuto, questa zoccola fottuta me lo sta mangiando".
Mentre mia moglie spompinava accovacciata il porco continua a ravanarle la fica: lo faceva senza alcuna grazia né rispetto ma Camilla sembrava gradire molto questo trattamento da come sgocciava. Con quelle manone, poi, aveva preso a martoriarle il culo: glielo pizzicava, gli apriva il buchetto con due dita, gli schiaffeggiava le pacche per darle il ritmo al pompino "Porca schifosa sbocchinamelo fino ai coglioni che altrimenti ti spello queste cazzo di chiappe".
Provai a bloccare questo satiro impazzito "La smetta, le sta facendo male!".
"Non ti azzardare a toccarmi, pappone cornuto, che te lo metto in bocca pure a te".
"Come si perm...". Non riuscì a terminare la frase, il porco mi infilò in bocca le mutandine di mia moglie.
"Gustati il sapore della tua mogliettina, frocio...ti insegno io come si chiava una cagna".
La fece sollevare e cominciarono a limonare. Il balordo affondava la lingua con energia e Camilla, del tutto indifferente alla mia presenza, rispondeva a questo ruvide effusioni con molta passione: lo accarezzava sul collo e sul petto, le dava i capezzoli duri come spilli da succhiare, ad ogni affondo nella bocca di quel perverso faceva schioccare la lingua, gli massaggiava palle e cazzo, lo vezzeggiava da piccola schiava sottomessa "Ti amo porco, mi fai eccitare come una troietta...ti supplico, prendimi ora...fammi fica e culo, cazzo...ho voglia di un vero uomo in pancia".
"Hai sentito cornutello? Tua moglie mi chiede di chiavarla. Ma tu mi devi pagare adesso, devi comprare il cazzo per questa lurida vacca".
Io traccheggiavo, era davvero una cosa fuori dal mondo che dovessi pagare un marchettaro perché si fottesse la mia sposa.
"Ora basta giocare puttanella, fuori i soldi o la fava te la scordi".
"Pagalo, stronzo...ho la figa in fiamme. Sei mio marito e mi devi accontentare".
Era talmente stupefacente e inaspettata questa situazione e questo dialogo che aprii il portafoglio e dissi solamente "Quanto?".
Mentre il bull se la rideva di gusto Camilla, oramai in preda alla foia, strappò dal portafoglio tutte le banconote (cinquecento euro circa) e gliele mise in tasca. "Ora spaccami tutta, fammi tornare vergine con questo bel cazzone".
Il toro mise in piedi mia moglie come fosse una piuma e la trascino' verso il muro di fondo. Rivolto a me "Vieni anche tu cornuto. Così ti puoi segare mentre ti infilzo la moglie sotto il naso".
Furono peggio di una doccia fredda queste parole. Il porco mi aveva messo brutalmente di fronte all'evidenza dei fatti: lui mi chiavava la troia ed io ero eccitato. Ero maledettamente eccitato, la patta mi esplodeva ed impazzivo dalla voglia di masturbarmi.
Seguii in silenzio la coppia di adulteri.
Il porcone ci sapeva fare. Con molta scioltezza e decisione la appoggiò al muro, le alzo' la gonna arrotolandola in vita, la fece piegare quasi a novanta gradi, le diede uno sberlone sul culo dicendo "Allarga bene le gambe zoccola che ti apro", si sbottono', si bagno' la capocchia della sua verga imperiale che ora potevo ammirare nella sua enormità asinina, le afferrò i fianchi e si fece da presso per penetrarla.
Ma la punta era già sulla spacca che mia moglie dimeno' il culo impedendo l'affondo.
Il porco, incazzato per il primo assalto andato a vuoto, le schiaccio' la testa contro il muro e dopo averle tirato con violenza i capelli le disse "Che minchia mi combini cesso di bordello...provaci un altra volta e prima ti riempo di botte e poi ti porto a battere per strada, bagascia infame".
Ma lei, rivolta a me, disse "Tesoro, nella borsetta ho i profilattici. Prendine uno e infilaleglielo che, sennò, questo maiale mi mette incinta...ma sbrigati, però, che lo voglio subito dentro".
Il porcone rise di gusto "Cornutino, eccoti il cazzo. Incappuccialo".
Obbedii di nuovo. Presi quel cazzo superlativo in mano...era caldo e molto duro...una sensazione davvero piacevole al tatto...srotolai il preservativo lungo il fusto e non mi decidevo a mollare la presa.
"Mhhh...lo immaginavo...cornuto e checca. Scommetto che sei più zoccola di tua moglie. Dai giocaci..su, smanaccialo da brava troietta".
"Che cazzo fate brutti froci. Tu, stronzo, sei stato pagato per fottermi...e tu, culattone, trovati un altra minchia da smanettare".
Il bull le diede un pizzicotto sulla figa che la fece sobbalzare "Balorda baldracca, non ti permettere di dare ordini a me. Scommetti che mi faccio tuo marito e a te ti lascio a secco?".
Rivolto a me "Dai infila questo cazzo che ti piace molto nella fregna di tua moglie".
A momenti sborravo nei pantaloni...stavo infilando quel cannolo di carne dentro la rosa umida della mia Camilla....mollai la presa solo quando sentii i coglioni pelosi di quell'animale a contatto con la spacca di mia moglie. Cazzo, pensai, venti centimetri di piacere tutti dentro quello scricciolo minuto che sembrava di porcellana.
Il porco iniziò a stantuffare energicamente. Quel cazzo pistonava davvero con professionalità: entrava fino alle palle, slabbrava, poi usciva lasciando solo la punta dentro e via così di seguito con l'agilità e un ritmo che non mi sarei aspettato da questo satiro attempato.
La fotteva e la insultava alla mia giovane sposa e lei non era da meno quanto a sfacciataggine nel linguaggio.
"Porco, sfonda la tua puttana. Rompimi la figa....aprimela, gran fottuto....Godo, cazzo.....ahhhh....godoooo".
"Vacca battona, te la stai godendo la minchia...ti schiaffo dentro pure le palle, battoncella da quattro soldi".
Stavano attirando l'attenzione. Mi ero messo davanti per coprirli ma un paio di singoli e due coppiette si stavano godendo lo spettacolo con molto interesse. Che vergogna, un ragazzotto si stava vistosamente massaggiando la patta e una donna, ridacchiando, mi indicava a suo marito e mi faceva le corna per sfottermi.
"Basta, fermatevi, vi stanno guardando tutti".
"Non rompere i coglioni, cornuto. Intanto sei già sputtanato...che ti frega se la gente guarda".
A Camilla non importava un bel niente, pensava solo a scopare.
"Più forte, spingi più forte...chiavami porco....chiavami!! Basta, ora fammi il culo....incula la tua puttana".
Il bestione non se lo fece ripetere.
Rivolto a me "Cornuto vieni qua, tienigli le chiappe belle aperte che ora ti sbudello la mogliettina.".
Senza battere ciglio le stesi le pacche schiudendole la bocca del culo...era proprio grazioso quel buchino grinzoso che a breve sarebbe stato rudemente profanato.
Il batacchio entro nel culo in un colpo solo, una siringata di 20 cm direttamente nell'intestino.
"Porco i...o, me lo stai sfondando bastardo!".
Rimasi scioccato dalla bestemmia di Camilla...questa giovane cosi ben educata e sofisticata, si era trasformata in un'autentica bagascia senza ritegno.
Il montone, intanto, spingeva senza pietà "Ma non fare la manfrina, puttanona. Sto cazzo di culo è già spanato. Di cazzi ne sono entrati a volontà in questa fogna".
"Si, bastardo...sono già rotta in culo da un pezzo. Finiscimelo di spaccare 'sto culo, chiavalo fino alla merda mad.....a troia....mettici dentro pure le palle cazzo di un d..o!!".
Le bestemmie di mia moglie avevano eccitato parecchio il suo fottitore.
La marcava stretto, la verga affondava come un coltello nel burro caldo squassandola di piacere, ad ogni pistonata le chiappe sbattevano rumorosamente sul basso ventre di quel porco, che nel frattempo le rovistava la figa con due dita.
"Ora ti affogo, cessa".
Prossimo all'orgasmo il libertino si era sfilato da quel culaccio sfondato e l'aveva fatta mettere in ginocchio.
Fece appena in tempo a sfilarsi il preservativo che eruppe in una sborrata infinita.
Quel cazzo zampillo' come una fontana lavando mia moglie...l'aveva sporcata dovunque: aveva sperma nei capelli, in viso, sulla maglietta.
Ripresosi dalla furia "Cornuto, ora te la puoi pure portare via a questo cesso di merda".
Si riabbottono' e, come niente fosse, se ne ritornò a guardare il film.
Guardai mia moglie negli occhi. Solo una parola ebbe il coraggio di dirmi con un visetto da gatta morta "Scusami".
La ripuli' alla bella e meglio con un fazzoletto, la aiutai a ricomporsi e sostenendola per un braccio - la poveretta era devastata - ci avviammo all'uscita.
Dovemmo passare sotto gli sguardi divertiti di diverse persone.
"Che troia...e che cornuto!". Questo il commento di quella coatta con cui mia moglie si era attaccata alla biglietteria. Beh, come dargli torto.
FINE
Era appena iniziato il film che un tizio venne ad accomodarsi vicino a mia moglie: che gran maleducato questo signore ma pensai che non fosse il caso di fare polemiche. Nonostante il buio, appena rischiarato dallo schermo, mi avvidi che era un energumeno molto poco raccomandabile: poteva avere una cinquantina d'anni ma sprigionava un che di potente e virile. Pelato, abbronzato, due braccia muscolose con due morse callose al posto delle mani; il collo era quello di un toro e dalla canottiera attillata faceva bella mostra un pancione enorme e una montagna di peli brizzolati.
All'aspetto volgare univa gesti decisi e uno sguardo senza scrupoli. Lo guardai un attimo e mi lanciò un occhiataccia del tipo "guardami ancora e ti sfondo".
Comunque, mia moglie non sembrava neanche essersi accorta di questa bestia che le si era sistemata accanto e, come dissi, preferii soprassedere.
Era passato un quarto d'ora che dalla parte di mia moglie mi arrivò un mugolio confuso e insistente.
Rimasi intedetto, scioccato dallo spettacolo che mi si paro' sotto gli occhi.
Quel porco le stava pistonando la figa con tre dita mentre lei gli stava menando la fava...mamma mia che cazzo aveva in mano Camilla: un paletto di 20 cm buoni, dritto come un pilone e largo come una lattina, con un cappellone lucido e arrossato che sembrava esplodere per quanto era teso.
"Camy ma cosa stai facendo?"
"Mi sta tirando una sega, cornuto, non lo vedi?".
"Oddio Amore, scusami...non so cosa....ahhhh...non so cosa....cazzo, godo....mi haaaaa preso".
"Camilla, contieniti cribbio...sei qui con tuo marito!!!".
"Perdonami tes...cazzo sbrodo...ahhhh...tesoro perdonami ma...è bellissimo, questo bastardo è un vero porco...ahhh".
"Ora succhia troia".
Incurante della mia presenza quel manigoldo aveva afferrato mia moglie per i capelli e se l'era portata giù ad ingoiare la minchia.
Tra un grugnito e una bestemmia il perverso commentava pesantemente "Che bocca di velluto 'sta baldracca. Grandissimo cornuto, questa zoccola fottuta me lo sta mangiando".
Mentre mia moglie spompinava accovacciata il porco continua a ravanarle la fica: lo faceva senza alcuna grazia né rispetto ma Camilla sembrava gradire molto questo trattamento da come sgocciava. Con quelle manone, poi, aveva preso a martoriarle il culo: glielo pizzicava, gli apriva il buchetto con due dita, gli schiaffeggiava le pacche per darle il ritmo al pompino "Porca schifosa sbocchinamelo fino ai coglioni che altrimenti ti spello queste cazzo di chiappe".
Provai a bloccare questo satiro impazzito "La smetta, le sta facendo male!".
"Non ti azzardare a toccarmi, pappone cornuto, che te lo metto in bocca pure a te".
"Come si perm...". Non riuscì a terminare la frase, il porco mi infilò in bocca le mutandine di mia moglie.
"Gustati il sapore della tua mogliettina, frocio...ti insegno io come si chiava una cagna".
La fece sollevare e cominciarono a limonare. Il balordo affondava la lingua con energia e Camilla, del tutto indifferente alla mia presenza, rispondeva a questo ruvide effusioni con molta passione: lo accarezzava sul collo e sul petto, le dava i capezzoli duri come spilli da succhiare, ad ogni affondo nella bocca di quel perverso faceva schioccare la lingua, gli massaggiava palle e cazzo, lo vezzeggiava da piccola schiava sottomessa "Ti amo porco, mi fai eccitare come una troietta...ti supplico, prendimi ora...fammi fica e culo, cazzo...ho voglia di un vero uomo in pancia".
"Hai sentito cornutello? Tua moglie mi chiede di chiavarla. Ma tu mi devi pagare adesso, devi comprare il cazzo per questa lurida vacca".
Io traccheggiavo, era davvero una cosa fuori dal mondo che dovessi pagare un marchettaro perché si fottesse la mia sposa.
"Ora basta giocare puttanella, fuori i soldi o la fava te la scordi".
"Pagalo, stronzo...ho la figa in fiamme. Sei mio marito e mi devi accontentare".
Era talmente stupefacente e inaspettata questa situazione e questo dialogo che aprii il portafoglio e dissi solamente "Quanto?".
Mentre il bull se la rideva di gusto Camilla, oramai in preda alla foia, strappò dal portafoglio tutte le banconote (cinquecento euro circa) e gliele mise in tasca. "Ora spaccami tutta, fammi tornare vergine con questo bel cazzone".
Il toro mise in piedi mia moglie come fosse una piuma e la trascino' verso il muro di fondo. Rivolto a me "Vieni anche tu cornuto. Così ti puoi segare mentre ti infilzo la moglie sotto il naso".
Furono peggio di una doccia fredda queste parole. Il porco mi aveva messo brutalmente di fronte all'evidenza dei fatti: lui mi chiavava la troia ed io ero eccitato. Ero maledettamente eccitato, la patta mi esplodeva ed impazzivo dalla voglia di masturbarmi.
Seguii in silenzio la coppia di adulteri.
Il porcone ci sapeva fare. Con molta scioltezza e decisione la appoggiò al muro, le alzo' la gonna arrotolandola in vita, la fece piegare quasi a novanta gradi, le diede uno sberlone sul culo dicendo "Allarga bene le gambe zoccola che ti apro", si sbottono', si bagno' la capocchia della sua verga imperiale che ora potevo ammirare nella sua enormità asinina, le afferrò i fianchi e si fece da presso per penetrarla.
Ma la punta era già sulla spacca che mia moglie dimeno' il culo impedendo l'affondo.
Il porco, incazzato per il primo assalto andato a vuoto, le schiaccio' la testa contro il muro e dopo averle tirato con violenza i capelli le disse "Che minchia mi combini cesso di bordello...provaci un altra volta e prima ti riempo di botte e poi ti porto a battere per strada, bagascia infame".
Ma lei, rivolta a me, disse "Tesoro, nella borsetta ho i profilattici. Prendine uno e infilaleglielo che, sennò, questo maiale mi mette incinta...ma sbrigati, però, che lo voglio subito dentro".
Il porcone rise di gusto "Cornutino, eccoti il cazzo. Incappuccialo".
Obbedii di nuovo. Presi quel cazzo superlativo in mano...era caldo e molto duro...una sensazione davvero piacevole al tatto...srotolai il preservativo lungo il fusto e non mi decidevo a mollare la presa.
"Mhhh...lo immaginavo...cornuto e checca. Scommetto che sei più zoccola di tua moglie. Dai giocaci..su, smanaccialo da brava troietta".
"Che cazzo fate brutti froci. Tu, stronzo, sei stato pagato per fottermi...e tu, culattone, trovati un altra minchia da smanettare".
Il bull le diede un pizzicotto sulla figa che la fece sobbalzare "Balorda baldracca, non ti permettere di dare ordini a me. Scommetti che mi faccio tuo marito e a te ti lascio a secco?".
Rivolto a me "Dai infila questo cazzo che ti piace molto nella fregna di tua moglie".
A momenti sborravo nei pantaloni...stavo infilando quel cannolo di carne dentro la rosa umida della mia Camilla....mollai la presa solo quando sentii i coglioni pelosi di quell'animale a contatto con la spacca di mia moglie. Cazzo, pensai, venti centimetri di piacere tutti dentro quello scricciolo minuto che sembrava di porcellana.
Il porco iniziò a stantuffare energicamente. Quel cazzo pistonava davvero con professionalità: entrava fino alle palle, slabbrava, poi usciva lasciando solo la punta dentro e via così di seguito con l'agilità e un ritmo che non mi sarei aspettato da questo satiro attempato.
La fotteva e la insultava alla mia giovane sposa e lei non era da meno quanto a sfacciataggine nel linguaggio.
"Porco, sfonda la tua puttana. Rompimi la figa....aprimela, gran fottuto....Godo, cazzo.....ahhhh....godoooo".
"Vacca battona, te la stai godendo la minchia...ti schiaffo dentro pure le palle, battoncella da quattro soldi".
Stavano attirando l'attenzione. Mi ero messo davanti per coprirli ma un paio di singoli e due coppiette si stavano godendo lo spettacolo con molto interesse. Che vergogna, un ragazzotto si stava vistosamente massaggiando la patta e una donna, ridacchiando, mi indicava a suo marito e mi faceva le corna per sfottermi.
"Basta, fermatevi, vi stanno guardando tutti".
"Non rompere i coglioni, cornuto. Intanto sei già sputtanato...che ti frega se la gente guarda".
A Camilla non importava un bel niente, pensava solo a scopare.
"Più forte, spingi più forte...chiavami porco....chiavami!! Basta, ora fammi il culo....incula la tua puttana".
Il bestione non se lo fece ripetere.
Rivolto a me "Cornuto vieni qua, tienigli le chiappe belle aperte che ora ti sbudello la mogliettina.".
Senza battere ciglio le stesi le pacche schiudendole la bocca del culo...era proprio grazioso quel buchino grinzoso che a breve sarebbe stato rudemente profanato.
Il batacchio entro nel culo in un colpo solo, una siringata di 20 cm direttamente nell'intestino.
"Porco i...o, me lo stai sfondando bastardo!".
Rimasi scioccato dalla bestemmia di Camilla...questa giovane cosi ben educata e sofisticata, si era trasformata in un'autentica bagascia senza ritegno.
Il montone, intanto, spingeva senza pietà "Ma non fare la manfrina, puttanona. Sto cazzo di culo è già spanato. Di cazzi ne sono entrati a volontà in questa fogna".
"Si, bastardo...sono già rotta in culo da un pezzo. Finiscimelo di spaccare 'sto culo, chiavalo fino alla merda mad.....a troia....mettici dentro pure le palle cazzo di un d..o!!".
Le bestemmie di mia moglie avevano eccitato parecchio il suo fottitore.
La marcava stretto, la verga affondava come un coltello nel burro caldo squassandola di piacere, ad ogni pistonata le chiappe sbattevano rumorosamente sul basso ventre di quel porco, che nel frattempo le rovistava la figa con due dita.
"Ora ti affogo, cessa".
Prossimo all'orgasmo il libertino si era sfilato da quel culaccio sfondato e l'aveva fatta mettere in ginocchio.
Fece appena in tempo a sfilarsi il preservativo che eruppe in una sborrata infinita.
Quel cazzo zampillo' come una fontana lavando mia moglie...l'aveva sporcata dovunque: aveva sperma nei capelli, in viso, sulla maglietta.
Ripresosi dalla furia "Cornuto, ora te la puoi pure portare via a questo cesso di merda".
Si riabbottono' e, come niente fosse, se ne ritornò a guardare il film.
Guardai mia moglie negli occhi. Solo una parola ebbe il coraggio di dirmi con un visetto da gatta morta "Scusami".
La ripuli' alla bella e meglio con un fazzoletto, la aiutai a ricomporsi e sostenendola per un braccio - la poveretta era devastata - ci avviammo all'uscita.
Dovemmo passare sotto gli sguardi divertiti di diverse persone.
"Che troia...e che cornuto!". Questo il commento di quella coatta con cui mia moglie si era attaccata alla biglietteria. Beh, come dargli torto.
FINE
7
voti
voti
valutazione
2
2
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Una moglie puttana. Al cinema - parte 1racconto sucessivo
Una moglie puttana. Camilla tra i guardoni - parte 1
Commenti dei lettori al racconto erotico