Mia sorella racconta2,seguito
di
ramo1
genere
incesti
Per due giorni lo incontrai varie volte e si comportava come se non fosse successo nulla di strano. Poi, sia lui che la sua famiglia erano a cena da noi per il compleanno di nostro padre. E durante la cena mentre eravamo a tavola, lui disse che il principale della fabbrica dove lavorava, stava cercando una persona per badare ai suoi gemelli. Lo disse rivolgendosi a nostra madre, proponendo di farci andare me almeno in quei mesi estivi, capirai che nostra madre, sempre attaccata ai soldi, acconsenti dicendo che almeno con ciò che avrei guadagno mi ci potevo pagare anche le spese per la palestra. Fu l'unica cosa che non mi piaceva perché avevo già trovato da tempo un modo per pagarla senza spendere i soldi che lei mi dava proprio per la palestra. Una cosa che nessuno notò quella sera, o almeno, nessuno diede segno di notare, era che il compare Enzo, anche se aveva due figlie femmine, di 14 e 16 anni, aveva proposto il lavoro a me e non a loro, eppure anche a loro potevano far comodo dei soldi in più.
La storia si faceva interessante, il personaggio principale era proprio lei, la mia sorellina Assuntina, una ragazza tanto arrapante quanto zoccola. Mi misi seduto sul bordo del letto facendola salire a cavalcioni su di me, prima che si sedesse per farsi entrare il cazzo nella figa, resto’ a baciarmi in bocca. Poi, mentre gli ero ben conficcato dentro, mi sollevai dal letto prendendola letteralmente in braccio, impalata sul cazzo. Gemeva come un ossessa lanciando gridolini di piacere, incitamento e approvazione, lei si reggeva con le braccia intorno al mio collo e le sue gambe avvolte al mio bacino, la feci danzare per un bel po', sentivo i coglioni e le cosce bagnate dai suoi orgasmi e il suo squirtire di continuo, poco prima di venirgli in pancia, la poggia di schiena contro un armadio tenendola alla giusta altezza con le mani sotto le cosce. È fu in quella posizione che scaricai tutto il mio piacere in lei. Ritornati prima in doccia e poi a letto, riprese a narrare.
“ la sera dopo il compleanno di nostro padre, scesi al piano di sotto dove abitava il signor Enzo, avrei iniziato quella sera a lavorare. Ma non avevo la minima idea di dove stavo andando e cosa sarebbe accaduto. Come ti dicevo fratellone, l’ingenuità, anche se con il senno di poi devo dire che proprio l'ingenuità ha contribuito a farmi vivere attimi di intenso piacere e scorpacciate di tante sode cappellate. Il sesso mi piaceva già abbastanza, ma no avevo ancora nessuna conoscenza delle tante cose che potevano capitarmi.
In macchina, Enzo mi infilò subito una mano tra le cosce accarezzando fino a giungere alla mia fighetta già bagnata, mi bagnavo facilmente, specie se avevo nei paraggi un maschio che mi aveva già dato il suo cazzone. Quando fummo fuori dal paese, mi spinse co la testa verso il basso dicendomi di fargli un lavoretto di bocca. Così ripresi in bocca quella bella mazza, gli feci un pompino molto laborioso, mi ci ero messa di punta, volevo fosse contento di me, e da come urlò il suo piacere mentre mi sborrava in bocca potevo essere certa che ero riuscita a piacergli.
Mi disse, “ora dove ti porto, non ti sarà difficile assolvere ai compiti che ti daranno, si tratta di tenere compagnia ai bambini quando loro non ci sono, li farai mangiare, cambiarli e lavarli, se te lo chiedono fai anche le pulizie, più cose riesci a fare e più guadagni. Loro sono i proprietari delle fabbriche dove lavoro, lui è il presidente mentre sua moglie Carla si occupa dell'amministrazione, dunque entrambi sono assenti per lavoro durante il giorno, ci sarà da fare le notti perché spesso la loro presenza e necessaria in una delle fabbriche, ti daranno una camera dove potrai riposare, poi per ritornare a casa tua, se ci sono io che sarò smontate dal lavoro ti porto io oppure davanti alla villa puoi prendere il bus.”
Mi era chiaro. Quello che non era chiaro era ciò che non mi era stato detto, ossia: Bruno, il capo fi quella famiglia, era un porco come Enzo se non di più. Appena entrai in casa e me lo trovai difronte capii che quell'uomo era un altro stallone arrapato che mi avrebbe dato volentieri una buona dose di cazzo.
• Alle presentazioni c'erano entrambi i coniugi, la signora Gemma era simpatica, doveva avere 45 anni, lo stesso Bruno. Erano gentili, mi misero a disposizione la casa, qualunque cosa avessi bisogno potevo prendere e fare. La prima sera, mentre ero a letto e sapevo che entrambi erano nelle loro fabbriche, ero sul punto di addormentarmi quando sentii delle mani forti che accarezzavano il mio sedere. Fu lui stesso ad accendere la luce sul comodino, il signor Bruno, completamente nudo si era messo seduto sulle mie cosce mentre io ero a pancia in giù. Io feci finta di protestare, ma lo capì subito poiché non mi prestò attenzione, al contrario, si distese completamente sul mio corpo. Aveva disteso la sua erezione di lungo tra le mie natiche, potevo sentirla magnificamente perché era schiacciata nel solco dal peso del suo corpo. Sapevo già che doveva essere un pisello bello grosso, con il suo viso accanto al mio mi disse" dove lo vuoi Assuntina”, non aveva detto se lo volevo, ma solo dove. Non riuscivo a rispondere, non ero capace di capire dove mi avrebbe procurato più piacere.
• Così decise lui, con estrema facilità tiro su il mio corpo prendendomi dai fianchi e posizionandomi a pecorina, e mentre ero a quattro zampe con le cosce aperte me lo infilò in figa. Fratellone mio, fu terribilmente bello sentirlo entrare in quel modo, con un avanzata lunga, interminabile e dolorosa, mi disse che potevo anche gemere liberamente poiché le pareti della stanza erano insonorizzate, in pratica era una stanza dove si scopava le troiette in calore come me, questo avrebbe dovuto farmi capire cosa mi aspettava, ma lo capìi solo attimo dopo attimo. Dopo che fu tutto ben piantato nella mia figa, mi fece abbassare il busto in giù e si posizionò stando quasi inpiedi con il corpo piegato su di me. Iniziò a stantuffarmelo dentro con forza facendomi letteralmente strillare di piacere e anche di dolore, me lo piangeva sempre tutto dentro fino a sbattere le palle contro il mio pube. Dio mio che scopata che fu quella, una scopata che mi procurò una serie infinita di orgasmi violenti. Mi venne i pancia una prima volta e mi parve fosse un torrente in piena, la seconda volta, lo levò dalla figa facendomi girare e mettere i ginocchio davanti a lui che stava in piedi nel letto, mi prese per i capelli piegando la mia testa all'indietro, avevo già la bocca aperta e lui infilò dentro il suo cazzone che solo in quel momento ero riuscita a vedere come fosse. Mi chiavò un po in bocca fino a farmi ingoiare una buona dose di sborra calda e cremosa.” Fratellone, non ti da mica fastidio se racconto con la stessa enfasi di come ho vissuto?” “ no, continua, saperti così zoccola mi eccita sempre di più. Poi, che avete fatto?”
• E finito li. Bruno era uno stallone molto bello e dotato, poi sarebbero accadute altre cose, ma vado per ordine. Il rientro a casa nostra avvenne la sera successiva, Enzo era smontate dal lavoro e mi avrebbe accompagnato lui. Durante il tragitto, mi faceva delle domande, come se sapesse che m'ero fatta sbattere dal suo capo, comunque non mi lasciai sfuggire nulla, anche in questo ero ingenua, cerano cose che non sapevo e che avrei appreso in seguito, a breve. Giunti alla nostra palazzina, mentre eravamo quasi per entrare nel portone, Enzo mi prese per mano tirandomi con se, lo seguii sul retro dell'edificio, eravamo all'esterno delle cantine. Ero con le spalle alla parete, si mise prima a baciarmi e leccarmi le tette, poi tirò fuori il pisello. Su in alto c'erano delle sbarre attaccate ai solai che i ragazzi usavano per allenarsi, mi disse di reggermi a quelle sbarre, così mentre lui mi prese per le cosce allargandole e sollevandomi, mi tenni sollevata restando appesa a quelle sbarre, per essere meglio penetrata da quel cazzo che era del tutto simile a quello di Bruno, ho allargato meglio le cosce facendo una perfetta spaccata, lui dovette solo spostare lo straccetto delle mie mutande ed entrarmi tutto dentro. Non potevo urlare, ma che magnifico, ancora un cazzo nella mia figa vogliosa, ed era un altro che me la riempiva davvero bene. Mi ha sbattuta in quel modo per un bel Po facendomi venire diverse volte e farcendomi per bene con la sua semenza bollente. Quando rientrai in casa fui felice che tutti dormissero ancora poiché sentivo la sborra di Enzo unita ai miei orgasmi che mi colavano giù lungo le cosce e le gambe.
La storia si faceva interessante, il personaggio principale era proprio lei, la mia sorellina Assuntina, una ragazza tanto arrapante quanto zoccola. Mi misi seduto sul bordo del letto facendola salire a cavalcioni su di me, prima che si sedesse per farsi entrare il cazzo nella figa, resto’ a baciarmi in bocca. Poi, mentre gli ero ben conficcato dentro, mi sollevai dal letto prendendola letteralmente in braccio, impalata sul cazzo. Gemeva come un ossessa lanciando gridolini di piacere, incitamento e approvazione, lei si reggeva con le braccia intorno al mio collo e le sue gambe avvolte al mio bacino, la feci danzare per un bel po', sentivo i coglioni e le cosce bagnate dai suoi orgasmi e il suo squirtire di continuo, poco prima di venirgli in pancia, la poggia di schiena contro un armadio tenendola alla giusta altezza con le mani sotto le cosce. È fu in quella posizione che scaricai tutto il mio piacere in lei. Ritornati prima in doccia e poi a letto, riprese a narrare.
“ la sera dopo il compleanno di nostro padre, scesi al piano di sotto dove abitava il signor Enzo, avrei iniziato quella sera a lavorare. Ma non avevo la minima idea di dove stavo andando e cosa sarebbe accaduto. Come ti dicevo fratellone, l’ingenuità, anche se con il senno di poi devo dire che proprio l'ingenuità ha contribuito a farmi vivere attimi di intenso piacere e scorpacciate di tante sode cappellate. Il sesso mi piaceva già abbastanza, ma no avevo ancora nessuna conoscenza delle tante cose che potevano capitarmi.
In macchina, Enzo mi infilò subito una mano tra le cosce accarezzando fino a giungere alla mia fighetta già bagnata, mi bagnavo facilmente, specie se avevo nei paraggi un maschio che mi aveva già dato il suo cazzone. Quando fummo fuori dal paese, mi spinse co la testa verso il basso dicendomi di fargli un lavoretto di bocca. Così ripresi in bocca quella bella mazza, gli feci un pompino molto laborioso, mi ci ero messa di punta, volevo fosse contento di me, e da come urlò il suo piacere mentre mi sborrava in bocca potevo essere certa che ero riuscita a piacergli.
Mi disse, “ora dove ti porto, non ti sarà difficile assolvere ai compiti che ti daranno, si tratta di tenere compagnia ai bambini quando loro non ci sono, li farai mangiare, cambiarli e lavarli, se te lo chiedono fai anche le pulizie, più cose riesci a fare e più guadagni. Loro sono i proprietari delle fabbriche dove lavoro, lui è il presidente mentre sua moglie Carla si occupa dell'amministrazione, dunque entrambi sono assenti per lavoro durante il giorno, ci sarà da fare le notti perché spesso la loro presenza e necessaria in una delle fabbriche, ti daranno una camera dove potrai riposare, poi per ritornare a casa tua, se ci sono io che sarò smontate dal lavoro ti porto io oppure davanti alla villa puoi prendere il bus.”
Mi era chiaro. Quello che non era chiaro era ciò che non mi era stato detto, ossia: Bruno, il capo fi quella famiglia, era un porco come Enzo se non di più. Appena entrai in casa e me lo trovai difronte capii che quell'uomo era un altro stallone arrapato che mi avrebbe dato volentieri una buona dose di cazzo.
• Alle presentazioni c'erano entrambi i coniugi, la signora Gemma era simpatica, doveva avere 45 anni, lo stesso Bruno. Erano gentili, mi misero a disposizione la casa, qualunque cosa avessi bisogno potevo prendere e fare. La prima sera, mentre ero a letto e sapevo che entrambi erano nelle loro fabbriche, ero sul punto di addormentarmi quando sentii delle mani forti che accarezzavano il mio sedere. Fu lui stesso ad accendere la luce sul comodino, il signor Bruno, completamente nudo si era messo seduto sulle mie cosce mentre io ero a pancia in giù. Io feci finta di protestare, ma lo capì subito poiché non mi prestò attenzione, al contrario, si distese completamente sul mio corpo. Aveva disteso la sua erezione di lungo tra le mie natiche, potevo sentirla magnificamente perché era schiacciata nel solco dal peso del suo corpo. Sapevo già che doveva essere un pisello bello grosso, con il suo viso accanto al mio mi disse" dove lo vuoi Assuntina”, non aveva detto se lo volevo, ma solo dove. Non riuscivo a rispondere, non ero capace di capire dove mi avrebbe procurato più piacere.
• Così decise lui, con estrema facilità tiro su il mio corpo prendendomi dai fianchi e posizionandomi a pecorina, e mentre ero a quattro zampe con le cosce aperte me lo infilò in figa. Fratellone mio, fu terribilmente bello sentirlo entrare in quel modo, con un avanzata lunga, interminabile e dolorosa, mi disse che potevo anche gemere liberamente poiché le pareti della stanza erano insonorizzate, in pratica era una stanza dove si scopava le troiette in calore come me, questo avrebbe dovuto farmi capire cosa mi aspettava, ma lo capìi solo attimo dopo attimo. Dopo che fu tutto ben piantato nella mia figa, mi fece abbassare il busto in giù e si posizionò stando quasi inpiedi con il corpo piegato su di me. Iniziò a stantuffarmelo dentro con forza facendomi letteralmente strillare di piacere e anche di dolore, me lo piangeva sempre tutto dentro fino a sbattere le palle contro il mio pube. Dio mio che scopata che fu quella, una scopata che mi procurò una serie infinita di orgasmi violenti. Mi venne i pancia una prima volta e mi parve fosse un torrente in piena, la seconda volta, lo levò dalla figa facendomi girare e mettere i ginocchio davanti a lui che stava in piedi nel letto, mi prese per i capelli piegando la mia testa all'indietro, avevo già la bocca aperta e lui infilò dentro il suo cazzone che solo in quel momento ero riuscita a vedere come fosse. Mi chiavò un po in bocca fino a farmi ingoiare una buona dose di sborra calda e cremosa.” Fratellone, non ti da mica fastidio se racconto con la stessa enfasi di come ho vissuto?” “ no, continua, saperti così zoccola mi eccita sempre di più. Poi, che avete fatto?”
• E finito li. Bruno era uno stallone molto bello e dotato, poi sarebbero accadute altre cose, ma vado per ordine. Il rientro a casa nostra avvenne la sera successiva, Enzo era smontate dal lavoro e mi avrebbe accompagnato lui. Durante il tragitto, mi faceva delle domande, come se sapesse che m'ero fatta sbattere dal suo capo, comunque non mi lasciai sfuggire nulla, anche in questo ero ingenua, cerano cose che non sapevo e che avrei appreso in seguito, a breve. Giunti alla nostra palazzina, mentre eravamo quasi per entrare nel portone, Enzo mi prese per mano tirandomi con se, lo seguii sul retro dell'edificio, eravamo all'esterno delle cantine. Ero con le spalle alla parete, si mise prima a baciarmi e leccarmi le tette, poi tirò fuori il pisello. Su in alto c'erano delle sbarre attaccate ai solai che i ragazzi usavano per allenarsi, mi disse di reggermi a quelle sbarre, così mentre lui mi prese per le cosce allargandole e sollevandomi, mi tenni sollevata restando appesa a quelle sbarre, per essere meglio penetrata da quel cazzo che era del tutto simile a quello di Bruno, ho allargato meglio le cosce facendo una perfetta spaccata, lui dovette solo spostare lo straccetto delle mie mutande ed entrarmi tutto dentro. Non potevo urlare, ma che magnifico, ancora un cazzo nella mia figa vogliosa, ed era un altro che me la riempiva davvero bene. Mi ha sbattuta in quel modo per un bel Po facendomi venire diverse volte e farcendomi per bene con la sua semenza bollente. Quando rientrai in casa fui felice che tutti dormissero ancora poiché sentivo la sborra di Enzo unita ai miei orgasmi che mi colavano giù lungo le cosce e le gambe.
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