Come una femminuccia (sesta parte)
di
Dani
genere
dominazione
Sesta parte
L'indomani mi presi un giorno di permesso e lo passai in gran parte a letto a guardare Netflix e a mangiare gelato da un barattolo. Il pensiero che la notte prima mi avesse sodomizzato sotto gli occhi di una cinquantina di assatanati mi imbarazzava, ma anche eccitare. Di certo tutte quelle fantasie, che per anni avevo tenuto vergognosamente sotto chiave, si stavano realizzando.
Verso sera mi arrivò un suo messaggio: “Sarò lì alla solita ora. Mettiti come sai e vestiti da cameriera."
Mi sentivo ancora spossato per la notte precedente e avrei preferito rimanermene a letto tranquillo. Sapevo però che con lui non c'era modo per farlo desistere.
Al suo arrivo quando aprì il collegamento c’erano già molte persone collegate.
“Ed hanno tutti pagato” disse lui eccitato “
“Non possiamo rimandare?” lo supplicai dalla mia sedia con un tono infelice.
"Stai scherzando, hanno già pagato, e altri stanno per collegarsi. La notte è lunga”.
"Cosa vogliono che faccia?" chiesi, anche se già mi ero fatto un’idea.
“Non preoccuparti, improvvisiamo, devi solo assecondarmi. Forza, mettiti la mascherina che tra un po' si balla”.
Mi infilai la solita mascherina in lattice da catwoman mentre lui finiva di sistemare la webcam. Dopo qualche minuto eravamo in onda.
Evidentemente aveva in mente uno scenario sessuale perché subito cominciò a farmi una ramanzina circa le mie mancanze . Io me ne stavo muto, davanti a lui con lo sguardo basso, e il ridicolo costumino da cameriera. Poi, sempre a favore di telecamera si sedette sul divano e con uno strattone mi piegò sulle sue ginocchia.In un attimo mi ritrovai con gonnellino sollevato e le mutandine abbassate a metà coscia.
Mi sculacciò a lungo adducendo, come pretesto la polvere o i piatti sporchi nel lavandino. Non dovetti fingere nessuna parte perché in quella specie di sit-comedy a luci rosse,le sue erano sculacciate vere e quando terminò mi sentivo il sedere gonfio come un pallone. Alla fine strattonandomi mi costrinse faccia al muro in un angolo della stanza con il sedere rosso bene esposto per la gioia di una cinquantina di maniaci collegati con la web-cam.
La pantomima doveva finire con lui che mi sodomizzava, e infatti dopo qualche minuto di castigo all'angolo, mi afferrò per l'orecchio e mi costrinse a mettermi in ginocchio, appoggiato sui gomiti con il culo verso la telecamera." Sei una lazzarona, sai cosa ti meriti adesso?”
“Non lo so...” risposi con il cervello che annaspava per cercare di trovare la risposta giusta.
“Ah, non lo sai... allora te lo dico io: ti faccio il culo!"
Era quello che desideravano tutti, forse anch’io, lo ammetto.
Con un colpo secco mi penetrò fino alla radice e per qualche istante boccheggiai senza emettere un suono, come un pesce rosso fuori dal vaso. Poi si ritrasse fino ad uscire, quindi affondò di nuovo. Così per almeno mezz’ora.
Confesso che se in quel momento mi avesse chiesto cosa volevo, l'avrei implorato di continuare all'infinito.
D'un tratto l'intera questione dell'essere ripresi dalla webcam perse per me d'importanza. Volevo così ostinatamente un orgasmo che avrei dato qualsiasi cosa perché accadesse. Con le mani strette a pugno e la gola secca, riuscii a
dire: “Ti prego”.
“Ti prego cosa?”
“Ti prego fammi venire”.
continua…
L'indomani mi presi un giorno di permesso e lo passai in gran parte a letto a guardare Netflix e a mangiare gelato da un barattolo. Il pensiero che la notte prima mi avesse sodomizzato sotto gli occhi di una cinquantina di assatanati mi imbarazzava, ma anche eccitare. Di certo tutte quelle fantasie, che per anni avevo tenuto vergognosamente sotto chiave, si stavano realizzando.
Verso sera mi arrivò un suo messaggio: “Sarò lì alla solita ora. Mettiti come sai e vestiti da cameriera."
Mi sentivo ancora spossato per la notte precedente e avrei preferito rimanermene a letto tranquillo. Sapevo però che con lui non c'era modo per farlo desistere.
Al suo arrivo quando aprì il collegamento c’erano già molte persone collegate.
“Ed hanno tutti pagato” disse lui eccitato “
“Non possiamo rimandare?” lo supplicai dalla mia sedia con un tono infelice.
"Stai scherzando, hanno già pagato, e altri stanno per collegarsi. La notte è lunga”.
"Cosa vogliono che faccia?" chiesi, anche se già mi ero fatto un’idea.
“Non preoccuparti, improvvisiamo, devi solo assecondarmi. Forza, mettiti la mascherina che tra un po' si balla”.
Mi infilai la solita mascherina in lattice da catwoman mentre lui finiva di sistemare la webcam. Dopo qualche minuto eravamo in onda.
Evidentemente aveva in mente uno scenario sessuale perché subito cominciò a farmi una ramanzina circa le mie mancanze . Io me ne stavo muto, davanti a lui con lo sguardo basso, e il ridicolo costumino da cameriera. Poi, sempre a favore di telecamera si sedette sul divano e con uno strattone mi piegò sulle sue ginocchia.In un attimo mi ritrovai con gonnellino sollevato e le mutandine abbassate a metà coscia.
Mi sculacciò a lungo adducendo, come pretesto la polvere o i piatti sporchi nel lavandino. Non dovetti fingere nessuna parte perché in quella specie di sit-comedy a luci rosse,le sue erano sculacciate vere e quando terminò mi sentivo il sedere gonfio come un pallone. Alla fine strattonandomi mi costrinse faccia al muro in un angolo della stanza con il sedere rosso bene esposto per la gioia di una cinquantina di maniaci collegati con la web-cam.
La pantomima doveva finire con lui che mi sodomizzava, e infatti dopo qualche minuto di castigo all'angolo, mi afferrò per l'orecchio e mi costrinse a mettermi in ginocchio, appoggiato sui gomiti con il culo verso la telecamera." Sei una lazzarona, sai cosa ti meriti adesso?”
“Non lo so...” risposi con il cervello che annaspava per cercare di trovare la risposta giusta.
“Ah, non lo sai... allora te lo dico io: ti faccio il culo!"
Era quello che desideravano tutti, forse anch’io, lo ammetto.
Con un colpo secco mi penetrò fino alla radice e per qualche istante boccheggiai senza emettere un suono, come un pesce rosso fuori dal vaso. Poi si ritrasse fino ad uscire, quindi affondò di nuovo. Così per almeno mezz’ora.
Confesso che se in quel momento mi avesse chiesto cosa volevo, l'avrei implorato di continuare all'infinito.
D'un tratto l'intera questione dell'essere ripresi dalla webcam perse per me d'importanza. Volevo così ostinatamente un orgasmo che avrei dato qualsiasi cosa perché accadesse. Con le mani strette a pugno e la gola secca, riuscii a
dire: “Ti prego”.
“Ti prego cosa?”
“Ti prego fammi venire”.
continua…
1
voti
voti
valutazione
6
6
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Come una femminucciaracconto sucessivo
Come una femminuccia (fine)
Commenti dei lettori al racconto erotico