Accade ad Ischia

di
genere
incesti

Così la mia figa si contrasse in un potente spasmo e i miei fianchi si piegarono in rapida successione, lui mi teneva forte dai fianchi e sbatteva con forza il suo cazzo dentro la mia micetta gocciolante a fiumi che scorrevano sulle mie cosce, facendo una chiazza sulle mattonelle, eravamo all’in piedi, mio fratello sbuffava con forza, sentivo i suoi schizzi di sborra che riempivano i tessuti interni della mia fica, causandomi rabbrividì e contorsioni involontarie, era il mio orgasmo in gloria e maestà.

Come siamo arrivati a questo attimo nella nostra vita?

Alfredo è mio fratello maggiore, lui ne ha 19 ed io 17, da sempre abbiamo vissuti insieme a nostra madre, nostro padre se ne andò e praticamente non abbiamo ricordi aggiornati su di lui, mio fratello era un piccolo bambino, mamma dice che lei era ancora incinta quando lui sparì in Germania, lui era tedesco.

Io sono Valeria, Alfredo e me da sempre abbiamo avuti i nostri giochetti, al principio in modo innocente, ma poi a mano a mano che crescevamo abbiamo scoperto la sessualità, io gli ho fatto la prima sega quando lui aveva dodici anni, mai nessuno mi aveva toccato lì giù tra le cosce, fu lui a sfiorare con le sue dita il mio bottoncino, ancora adesso mi sento rabbrividire, il piacere esperimentato ci ha cacciati nella perversione.

Mamma, d’altronde, sta a lavorare tutta la giornata e la sua preoccupazione principale è il nostro impegno a scuola, fortunatamente lei ha un buon lavoro al comune e mai ci ha fatto mancare niente, qua all’isola d’Ischia, abbiamo una vita rilassata, la casa è eredità dai nostri nonni che non ci sono più e mamma figlia unica è rimasta non solo con nostra casa, ma anche con altre proprietà, tra cui in un piccolo albergo frequentato dai tedeschi.

Durante i mesi estivi eravamo sempre coi costumi di bagno, mamma se non era al lavoro, era nel albergo, suo secondo lavoro, quindi di solito eravamo noi due soli a casa, come dicevo, i nostri giochi incominciarono da bambini, normalmente ci facevamo il bagno insieme, i vedevo a lui nudo e per me era una rarità che lui non fosse come me, lui aveva un pisello ed io no, perché? … mamma sempre di fredda, mai si fermava a rispondere le nostre domande, e sono stata io ad esplorare il corpo di mio fratello, lui molto fifone e timido, anche al giorno d’oggi, introvertito e riservato, invece io volevo capire, e volevo sapere, e volevo esperimentare … io sentivo solletico nella mia micetta, ogni volta che toccavo a lui, lui ha cominciato ad avere erezioni, io ero meravigliata che quel coso potesse diventare più grosso e duro solo con toccarlo, poi lui era ben dotato, col tempo mi son resa conto che quelle dimensioni sue erano notevoli, io avevo appena undici anni e le mie manine erano piccole, mettendo una mano sull’altra non ce la facevo a prenderlo tutto, a volte mi sembrava che cresceva di più.

Ben presto scoprì che strofinare il suo pisello vicino alla mia passerina, mi faceva sentire dei brividi pazzeschi, e così prima di compiere gli undici anni, ebbi il mio primo orgasmo, lui si è meso tanta paura che non mi ha permesso di toccarlo per quasi due settimane, ma io ero libera e indipendente, alla faccia sua, la sera mettevo le mie dita nella mia gnocca e tiravo le mie labbra che fuoriuscivano dall’interno, le mie pieghe vaginali rosa le stiravo e mi provocavo dei tremolii da matti, raggiungevo quelli che adesso so, erano orgasmi molteplici, ma non mi soddisfacevano tanto come quando ero con Alfredo.

Sessualmente parlando io conoscevo solo Alfredo, quindi quando sentivo quei solletichi in mezzo alle cosce cercavo lui, per me lui era il mio giocattolo preferito, quando sono arrivata ai tredici, ho visto Alfredo con un’altra ragazza, lì scoprì la gelosia, lui è mio, interamente mio, gli feci un casino della miseria, lui impaurito non torno più a vedere a quella zoccola, comunque noi non avevamo rapporti veri e propri, noi soltanto ci toccavamo e al massimo io salivo sopra di lui e strofinavo la mia micetta fino a cadere sul letto coi sussulti che facevano impaurire a lui, io godevo come una pazza, invece lui a volte mi sembrava un po’ turbato, forse perché lui essendo più grande di me, si sentiva con delle colpevolezze, io mi sentivo donna e femmina, e volevo essere la sua femmina.

Ricordo la prima penetrazione, un 9 di novembre, mancavo pochi giorni per il mio quindicesimo compleanno, mamma era andata a Napoli per il suo lavoro, c’erano delle autorità che venivano alla regione Campania, mi sono alzata alle dieci e qualcosa, Alfredo era ancora al letto, io volevo andare nella sua stanza, quindi andai a preparare un tazzina di caffe per lui, glielo portata, lui era coperto fino alla testa, fa freddo diceva, io avevo solo una maglietta attillata per far notare le mie tette incipienti, volevo che lui mi guardassi, che lui vedessi che ero cresciuta, lui si alzo su un gomito, sorseggio il caffe e si coprì fino alla testa un’altra volta.

Io pensai ma quanto è scemo questo frate mio, e allora mi sono accucciata vicino a lui, dai Alfredo che mamma non c’è, cominciai a prendere il suo uccello sotto il pigiama, dai possiamo giocare per un po’, il suo cazzo si era svegliato, si faceva più grosso e palpitante, l’ho tirato giù il pigiama e mi son mesa a cavallo, sentivo il suo pisello tra le natiche sopra le mie mutandine, lo sentivo così grosso che lo volevo strofinare vicino alla mia micetta nuda, mi tolsi le mutandine poi mi accomodai sul suo petto, e allora questo scemo presi i miei fianchi e mi spinse sul suo cazzo con forza, il mio grido fu d’agonia, lui mi aveva sverginata, usci del sangue, il pube di Alfredo era pieno del mio sangue … lui era angosciato da morire, non sapevo se sentire più dolore o più pena per lui, lui mi chiedeva delle scuse … perdonami sorellina, diceva … ad un tratto il dolore era quasi scomparso … l’ho detto sdraiati scemo … lui ubbidì subito … io lo cavalcai ancora una volta, e questa volta ho accompagnato il suo cazzo piano-piano dentro la mia micetta, già non era tanto duro ma rigido lo sufficiente per la penetrazione, mi bruciava la sua carne nella mia carne, era un calore intenso, le mie tette si erano indurite, stavo scopando a mio fratello, lui non godeva quanto me, preoccupato che mi stesse facendo del male, ma io nascondevo il mio viso per non far vedere la mia lussuria, il suo cazzo si scagliava contro le mie non più vergini pareti vaginali causandomi brividi e mugolii, avevo preso i suoi capelli biondi e li torcevo tra le mie dita, lui ansimava e mi chiedeva … stai bene Valeria, stai bene?

Il suo cazzo aveva ripreso le sue energie e misure, riempendo ogni angolo della mia passerina tremante, lui scavava nelle mie profondità esplorando la mia lussuriosa galleria del cazzo, il abbraccio carnoso della mia vagina stimolava a mio fratello finalmente a scoparmi, sentivo le sue chiavate la sua bestia vorace percorreva la strada fino alla mia cervice, lo sentivo tutto dentro di me, io allargavo le gambe e spingevo il mio pube per avere più di quel cazzo di mio fratello.

Una scintillante lucentezza di sudore sulla fronte di mio fratello tradiva il suo sforzo nella nostra perversa interazione, l’esercizio collaborativo, aveva permesso altri due centimetri di cazzo accomodarsi dentro la ma avida fica, c’era una folta schiuma mista di sangue e umori che uscivano dalla mia caverna di lussuria, un gemito di passione uscì dalla mia bocca, mordevo il mio labbro inferiore, all’improvviso tremai, la punta della sua nerchia toccava fondo facendomi urlare in delirio, lui si fermò … non ti fermare Alfredo … non ti fermare, ti prego … scopami … ooohhh! mio dio … i mie muscoli vaginali si contraevano in rapida sequenza, la battaglia per mantenere il controllo del mio corpo è persa in partenza, sussulti e sobbalzi vari, ero come posseduta … mi aggrappavo con disperazione alle spalle di Alfredo, le mie unghie si erano interrate nelle sue carni, il mio orgasmo è stato forte e prolungato, le contrazioni orgasmiche non finivano mai.

Ero uno straccio, sul petto di mio fratello, ascoltavo i battiti del suo cuore, sapevo che lui non era arrivato, il suo cazzo duro ancora dentro di me richiamava l’attenzione, sono scivolata giù, il suo cazzo appiccicoso e coperto coi nostri succhi, restava eretto e maestoso, passai la lingua per la sua lunghezza, era troppo bagnato, mi tolsi la maglietta rimanendo nuda, ho asciugato suo membro e l’ho preso in bocca, ero nascosta sotto il lenzuolo con la minchia di mio fratello in bocca, mi sentivo maledettamente infoiata, dopo quel bellissimo orgasmo dovevo rispondere all’altezza della situazione, prima lo segato per qualche minuto, dopo ho cominciato a succhiarlo avidamente, ho sentito le sue gambe tremare ed irrigidirsi, il suo ventre tremava, per la prima volta assaggiai il suo sperma, gli schizzi bagnarono il mio viso, l’ho puntato sul suo ventre dove si è fatta una piccola pozzanghera, lui schizzava senza sosta, ho strizzato le ultime gocce e l’ho succhiato asciutto.

Siamo andati insieme sotto la doccia, non c’era più neanche una goccia di sangue dalla mia micetta, quindi la natura aveva fatto il suo lavoro, comunque un po’ di delicatezza non guasta, così lui mi ha aiutata a lavare quel poco di sangue appiccicosa rimasta, dopo siamo tornati al letto, abbracciati come due amanti.

Sul letto appoggiai la testa sulla sua spalla ed accarezzavo i suoi pettorali, lui mi ha baciata sulla guancia mentre giocherellava con le mie tette stuzzicando i miei capezzoli, mi prese il mento e bacio la mia bocca … sei incredibile sorellina, non so come andrà a finire tutto questo, ma non sono pentito, disse lui … neanche io fratellino, non ho rimorsi … oggi è stato tropo bello.

Dopo i quindici anni partecipai ad un concorso di bellezza di spiaggia e ho vinto senza difficoltà, cioè voglio dire sono una bella ragazza, biondina come mio fratello, occhi chiari, il mio corpo giovane è snello e formoso, le mie tette a punta fanno girare ai ragazzi, didietro le mia chiappe son sode e tonde, ma a me non m’interessa il mio aspetto di per se, voglio essere bella per mio fratello, è lui chi mi deve toccare e guardare in modo osceno, con voglia di saltarmi a dosso e farmi la festa, io voglio sentire le sue mani su di me, la sua virilità deve essere soltanto mia.

E così passavamo delle giornate a godere la nostra gioventù, mamma non se ne era accorta di niente, ma più di un paio di volte ci ha quasi acchiappato sul fatto, poi lo vietato è desiderato, o così si usa dire, ma io strizzavo le mie cosce tutti i giorni pensando a quel cazzo enorme di mio fratello, lui pure mi cercava, ma ero io e la mia natura infoiata che mi faceva perseguitare a lui.

Mi piaceva entrare tutta nuda nel suo letto mentre lui dormiva … lui sobbalzava irrequieto le prime volte … ma che fai scema ... non vedi che fa freddo e tu sei tutta fredda. Ma io accucciata vicino a lui mettendo le mie tette sulla sua schiena, strofinando i miei capezzoli sul suo pigiama, prendendo in mano il suo cazzo che cresceva molto presto, mi mettevo fra le sue cosce e lo prendevo in bocca, il sapore aspro era una delizia per il mio palato, succhiarlo e farlo crescere fino a sentirmi affogare, sentire le sue prime gocce di sborra, poi farlo andare dentro la mia micetta e scopare a lui che sonnecchiava ancora, lo sentivo così mio, le migliori scopate della mia vita le ho fatte con mio fratello.

Appena compiuti i sedici anni, mamma molto saggia, ci portò due casse di preservativi a ciascuno di noi, quando sono rimasta da sola con lei, mi disse … nel mio cassetto ci sono altre due casse, credo che tu sia più sveglia di tuo fratello, quindi se ne hai bisogno non ti porre problemi e prendili, io ho sbozzato una smorfia, lei si fece una risatina.

Non so come ma mamma capiva che io era più propensa ad avere rapporti sessuali, quello che lei non sapeva è che tutte le mie energie sessuali erano per essere consumate con mio fratello, per me non esistevano gli altri ragazzi.

Un giorno di estate eravamo assistiti tutti quanti in albergo per festeggiare il compleanno di mamma, lei aveva bevuto un po’ e abbiamo capito che c’era un forestiero che la corteggiava, dopo la mezzanotte lei ci chiamò e disse … ragazzi è troppo tarde … prendete le chiave della stanza numero sette e andate a dormire lì, domattina andremmo a casa. Io e Alfredo abbiamo subito preso le chiavi, la numero sette era con vista a la baia di Napoli, Il chiaro di luna danzava sulle onde piatte di un mare estivo, in lontananza si vedeva il Vesuvio e tutte le luci scintillanti del porto, siamo stati a guardare quella vista privilegiata, Alfredo era dietro a me e spingeva il suo cazzo tra le mie chiappe, nel balcone sotto a noi c’era una coppia di mezza età che se ne accorta di noi, Alfredo mi ha cominciato a spogliare lì fuori al balcone, mi tolse le mutandine e la gonna, poi la camicia e reggiseno, i miei capezzoli erano sfiorati dalla leggera brezza fresca che veniva dal mare, ero tutta nuda, la donna sotto a noi aveva preso il cazzo del uomo che mi guardava con un sorriso lascivo sul viso mentre tirava fuori le tette della sua compagna, mio fratello strofinava il suo cazzo tra le mie natiche, la sua posizione favorita per scoparmi il culo, lui preferiva il mio didietro perché mi scopava senza preservativo, sentì la sua spinta nel mio buchetto, spinsi pure io all’indietro sentendo la punta infilarsi dentro, che cosa più bella sentire il suo cazzo dentro di me, cominciai ad ansimare e gemere, la donna sotto a noi aveva il cazzo in bocca e suo compagno godeva nel vedere a noi scopare e contemporaneamente qualcuno che si occupava della sua nerchia, Alfredo mi faceva gridare con la forza delle sue chiavate ed il mio culetto godeva di essere forzato da questa minchia intrusiva, ho inarcato un po’ la mia schiena quando lui prese le mie tette e comincio a scoparmi con più forza, l’uomo sotto a noi scopava la sua compagna pure, io e lei abbiamo incrociati i nostri sguardi, tanto lei come me ci piaceva essere scopate nello stesso momento, ho meso una mano in bocca per non gridare troppo forte quando lui incomincio a riempire il mio intestino con la sua sborra calda, sotto a noi i gemiti di lei li sentivamo, anche lui sborrava ma nelle tette di sua compagna, questo scenario mi fece tremare e raggiunsi un orgasmo anch’io.

Ho piegato la mano con la palma all’in su e mandai un bacio alla coppia sotto a noi, l’uomo salutò con la mano, mentre lei approvava con la sua testa e ci regalava un sorriso splendente, siamo rientrati nella stanza io e Alfredo, lui col cazzo pendolante dietro a me, ancora gocciolava sperma, lo feci sdraiare sul letto e mi sono coricata vicino, avevo bisogno delle sue coccole … ti è piaciuto il mio culetto, fratellino mio … lui mise un braccio attorno alle mie spalle e mi tirò più vicino a lui, era quello che volevo, lo sai Valeria che il tuo culo mi piace da morire lo vorrei tutti i giorni a tutte le ore, quella fossetta tua e troppo bella e abbastanza stretta, inoltre strofinare la mia carne con la tua carne è molto meglio che avere una barriera di gomma, preferisco senza altro il mio cazzo e tuo culetto naturali e nudi.
Ci siamo baciati a lungo, mi piace mettere la mia lingua nella bocca di lui, coricarmi sopra a lui, sentire i suoi peli pettorali facendo solletico ai miei capezzoli, allargare le mie cosce ed avvertire l’ingrossamento del suo cazzo quando comincia ad essere eccitato, provare con le mie labbra vaginali a stuzzicare il suo membro e percepire i tremolii che lui subisce, facendo rabbrividire pure a me, non mi stanco mai di lui e lui lo sa e cerca di rispondere come il maschio che è, anche se a volte mi chiede delle tregue, perché il mio appetito vorace e più di quanto lui può soddisfare.

Non so quanto tempo andrà avanti questa nostra perversione, ogni volta e più difficile nasconderci da mamma, a volte sembra che si insospettisca, ma poi ci manda a coricare nella stessa stanza come si fossimo ancora bambini, forse per lei lo siamo, ma per noi è una tappa superata, presto saremmo adulti tutti e due, anche se da molto tempo fa abbiamo una fame sessuale matura.

Abbiamo raggiunto un accordo io e mio fratello, ci siamo fidanzati, lui con una sua compagna ed io con un ragazzo amico suo, purtroppo, il suo amico ha subito cercato di prendersi delle confidenze e ho dovuta metterlo a posto, non lo lascio toccarmi altro che le tette e per ora l’ho tenuto a bada, ma credo che non resisterò a lungo questo fidanzamento, Alfredo mi ha detto che non ha scopato con Monica, la sua ragazza, ma io sono gelosa e tutte le sere vado nella sua stanza per corroborare il fatto, approfittando di fargli quanto meno un pompino, normalmente finiamo a scopare come due innamorati.

Lo dicevo io, mamma si era insospettita, così una sera di venerdì che lei normalmente lo passava in albergo controllando i conti, rientrò a casa senza far rumore, io e Alfredo eravamo sotto la doccia nudi, lui era dentro il mio didietro scopandomi come piace a lui, io gemevo e piccoli urli accompagnavano le sue chiavate, eravamo tropo presi dal nostro atto, mamma entro in bagno e ci sorpresi senza lasciarci spazio a fingere qualche scusa … eravamo a scopare e lei era lì davanti a noi con la tendina della doccia in mano … fetenti sporcaccioni, incominciò … uscite subito da là … mamma guardava me, come volendo indossare a me tutta la colpa, era incazzata al massimo, tutti i suoi movimenti denotavano la furia che stava sentendo, andava avanti-indietro, come una tigre senza via di uscita … mettetevi i vestiti e venite in salotto.

Alfredo balbettava e quasi piangeva, io cosciente di tutto ero decisa ad affrontare la situazione perversa, ero decisa a difendere l’amore che sentivo per mio fratello, anche se sbagliato, era una verità insopprimibile, mamma doveva capire, forse non accettare … e perché no? … lei pure … lei doveva prendersi parte della responsabilità, io e Alfredo siamo cresciuti con molte cose materiali, ma la parte affettiva non sempre ci veniva prodigata da parte di mamma e quindi abbiamo sviluppato questo affetto tra di noi in modo quasi inconsapevole, innocente, dovevamo riempire un vuoto, poi la natura feci il resto.

Mamma in piedi, ancora gironzolando il suo furore, ci domandò senza mezze parole … da quando va avanti tutto ciò? … io subito, risposi … mamma, la cosa meno importante è proprio quella, non devi metterci una data, non è il tempo trascorso quello preponderante, ma la domanda dovesse essere … perché? … adesso lei mi guardava con aria interrogativa, mi son reso conto di aver colpito la sua parte più debole … lo sai bene fin da piccoli siamo cresciuti praticamente da soli, è vero … cibo, vestiti e la nostra educazione, sei stata tu a farti carico di tutto … ti dobbiamo ringraziare … sì, è vero, ma c’erano pure altre cose, quando Alfredo giocando cadeva e si faceva male … ero io a consolarlo e tante volte a curare le sue piccole ferite, era lui a tenermi compagnia le notti che io impaurita non riuscivo a dormire, ci coccolavamo come fratello e sorella, ma poi siamo cresciuti e abbiamo scoperti da soli, tante altre cose … non te ne sei neanche accorta quando mi è arrivato il mio primo periodo … ma Alfredo era lì con me … è stato lui a comperare i miei primi tamponi, tu non ti sei data il tempo per accorgerti che ero diventata donna … adesso vuoi sapere … da quando? … non è meglio rallegrarti che siamo uniti e che ci vogliamo bene, lo sappiamo benissimo che non è giusto né corretto quel che facciamo, prima o poi la dobbiamo smettere, ma invece di andare a rischiare la nostra salute con chi sa chi, non è meglio fare tutto in casa.

Non fare la furba con me, non venire a dirmi che ci ho sbagliato sì e no, non darmi delle colpe che io non ho per nessuna ragione al mondo, siete fratello e sorella, non e ripeto non, due amanti adolescenti, adesso questo deve finire oggi stesso, mi dovete promettere che d’oggi in poi non vi toccherete mai più, capito?

Mamma, lo sai e devi capire che non è così semplice, noi ci amiamo e di certo non sarai tu a dirci cosa dobbiamo fare, lui è già adulto e tra due mesi lo sarò pure io … vuoi che ce ne andiamo via da casa tua? E questo che vuoi?

No, di certo non è proprio quella la mia intenzione, ma se la mettete così, allora questo deve rimanere in famiglia, solo noi tre saremmo a conoscenza di questo fatto e voi dovette comportarvi in modo che non ci siano pettegolezzi di nessuno, poi a mano a mano vi dovresti rassegnare e finire questa vostra perversione, io non voglio vedervi mani nella mani ne che la sera vi andate a coricare insieme, se fatte qualcosa, il più discreto possibile, va bene?

Oh! mamma, ti chiedo scusse per darti delle colpe, ma per noi questo e come normale, intendiamoci, capiamo che non lo è, ma di certo faremmo come vuoi tu e saremmo più riservati, resteremmo una famiglia unita, ti vogliamo bene mamma, poi Alfredo dovrà andare a fare il militare tra qualche mese … no, perciò sono andata a Napoli giorni fa, proprio per trovare a quello che doveva intercedere in favore di Alfredo perché figlio di una mamma senza marito, causale sufficiente per non fare il militare.

Alla fine, ci siamo rallegrati un po’ tutti e mamma non tornò più sul fatto, Io e Alfredo siamo amanti in casa, soprattutto di notte quando mamma dorme, ma mi insospettisce a me che lei si sia arresa così veloce, a volte sento che si alza a guardarci … ci avrà visto già?
scritto il
2020-11-15
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