Storia di sesso-amore e violenza cap1° di 2
di
mark
genere
incesti
Quela che vu' a cuntar
l'e' una storia vera
de vun che l'era minga bun
de di' de no'.............
Questo e'l'inizio di una bella e struggante canzone popolare milanese e parla di una vicenda vera come vero e' lo spunto di questa storia che vado a raccontare:
Vi sono tre protagonisti:Lei.............Anna
Il figlio...... Luca
Io..............Andrea
La storia e' per buona parte vera ed in parte di fantasia e il racconto verra' sviluppato a tre voci.
Spero proprio di riuscire a raccontarla in maniera chiara,concisa ed eccitante al punto giusto anche se,necessariamente,vi sarenno dei momenti preparatori in cui la tensione erotica sara' piu' bassa e magari sara' anche necessario riflettere un po'.I piu' intolleranti sono avvertiti.
----------------------------
Io:
Quel giorno,ero intento insieme a due miei collaboratori a scaricare delle merce in magazzino.
Il furgone era parcheggiato sul marciapiede ed io gli
ero vicino per gli opportuni controlli.
Mentre sorvegliavo il mezzo,sentivo delle voci;era una ragazza molto giovane che,parlando con una signora,le chiedeva con fare un po' concitato se per caso conoscesse qualcuno che le potesse offrire un lavoro.
Si era appena licenziata da un posto dove il 'padrone' la importunava pesantemente.
Casualmente,io era alla ricerca di una regazza con mansioni generiche-impiegata,commessa-per il mio piccolo punto vendita.
Dopo un breve colloquio l'ho assunta.
Anna era una ragazzina poco piu' che quindicenne, dall'aria molto sicura di se e dall'aspetto piuttosto provocante.
Era di carnagione scura,capelli neri ricci e intrecciati fitti fitti come certi rovi.
Aveva una maglietta attillata che esaltava le sue magnifiche,sode tette,minigonna vertiginosa che a malapena copriva le lunghe gambe leggermente inarcate come una cavallerizza e che, si stagliavano slanciate,su scarpe dai tacchi alti e tozzi come si usavano a quel tempo.
Anche se,evidentemente ancora acerba,sprizzava una sensualita'debordante ed una pericolosa,provocante,carica erotica.
Certamente era quello uno dei motivi che spingevano il suo datore di lavoro a molestarla e,forse,non era lui l'unico.
-----------------------------
Anna:
L'incontro,assolutamente casuale con Andrea quel giorno,e' stato per me un vero colpo di fortuna.
Avevo lasciato il posto di lavoro dopo tre settimane e senza che mi fosse stato pagato nemmeno un piccolo acconto sul mio primo primo stipendio.
Quel bastardo del principale aveva cominciato a provocarmi e rompermi i coglioni sin dal primo giorno ed ho faticato da bestia a tenerlo a bada.
Lui conosceva bene,perche' ingenuamente gliel'avevo raccontata,tutta la mia storia e sapendo che non avevo soldi ne' una mia casa,cercava di forzare cosi' la mia volonta' e farmi cedere alle sue insopportabili e appiccicose avances.
Quel giorno aveva davvero esagerato,mi aveva spinta sul divano e dopo aver estratto il suo schifoso cazzo gia' duro,aveva cercato di ficcarmelo in bocca e farsi fare un pompino.
Gli avevo raccontato tutto,ma il maniaco non aveva ben capito che non ero piu' disponibile ad accettare nessun tipo di violenza e mentre cercava di spingere la mia testa verso il suo gocciolante e disgustoso membro,gli ho morso la mano e gli ho tirato un calcio che lo ha fatto cadere e dopo avergli sputato in faccia,sono andata via senza neanche farmi pagare i giorni di lavoro che avevo svolto.
Andrea aveva capito subito la mia situazione e dopo essersi assicurato che avessi un posto dove dormire(ero gia' da tempo ospite di una mia amica la quale pero',oltre al letto,non era in grado di darmi molto altro giacche',lei stessa,era in ristrettezze economiche)mi ha dato un'acconto sul lavoro che avrei cominciato solo il giorno dopo.
Quel gesto di generosita',benche' provvidenziale,non mi aveva fatto allentare la diffidenza nei confronti dei maschi,soprattutto se molto piu' grandi di me,e Andrea era proprio un bell'uomo col doppio dei miei anni.
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Io:
Quel giorno Anna sembrava proprio una bestia ferita e benche' cercasse di ostentare una fiera sicurezza di se',era evidente che mi trovassi davanti ad una ragazza poco piu' che bambina che gia' si trascinava, il fardello di una pesante storia personale.
Il carattere che si era formata nella sua pur breve esistenza,le permetteva di affrontare ogni sorta di sacrificio e di privazione,tuttavia,la sua fragilita' interiore,la faceva continuamente cadere preda delle sue stesse trappole.
Ad ogni incontro,incosciente del messaggio sensuale che la sua figura e la sua storia trasmettevano,si apriva confidando nel fatto che gli altri potessero capirla e darle un'aiuto e non rendendosi conto dunque,che gli altri usavano,il suo bisogno di comunicare,per le loro incoffessabili,squallide voglie sessuali.
Nel primo mese di lavoro,risolti i piu' impellenti problemi finanziari e resasi conto di trovarsi in un'ambiente 'normale',dove nessuno voleva approfittarsi di lei,ha cominciato a rilassarsi assumendo un'aria piu' tranquilla e distesa.
Anch'io ho cominciato a guardarla con occhi diversi anche se,mai mi avrebbe sfiorato il pensiero di farle delle proposte.
Anna diventava ogni giorno piu' bella anche se ai miei occhi appariva sempre come una bambina troppo cresciuta ed anche se il profumo della sua pelle,mi penetrava le narici e mi accompagnava sino a sera.
La sua vita relazionale,si era per cosi' dire ,normalizzata e con la sua amica di alcuni anni piu' grande,avevano allargato il giro di amicizie.
Anna non aveva alcun problema a scopare,da sola o insieme alla sua amica coi ragazzi che le piacevano.
Da molto tempo usava tutte le precauzioni e dunque,si sentiva libera di scegliere senza remore,i ragazzi coi quali andare a letto,l'unica condizione che lei si imponeva era che fosse lei stessa,a scegliere il momento ed il maschio col quale chiavare e che,comunque,non vi fossero,direttamente o indirettamente,tornaconti economici o forzature della sua volonta'.
Con molta fierezza,lei sosteneva di non essere in vendita e di respingere chiunque le desse l'impressione di volerla dominare.
Si sentiva ed in effetti era,davvero una ragazza emancipata.
Io non ero sposato ne' avevo una donna fissa ma avevo molte amiche e dunque una vita sociale e sessuale molto intensa.
Quando le mie amiche venivano a trovarmi sul posto di lavoro,vedendo Anna non potevano trattenersi dal fare lusinghieri complimenti alla sua bellezza e soprattutto alla freschezza della sua giovane eta'.
Inizialmente,lei ringraziava lusingata ma poi,col trascorrere del tempo,le sue reazioni erano sempre piu' fredde sino ad arrivare a dare segni evidenti di fastidio e insofferenza.
--------------------------
Anna:
Quando sono scappata di casa non avevo ancora compiuto i 13 anni.
Mia madre,siciliana viveva in Africa dove aveva sposato un'italiano col quale aveva avuto due figli maschi e me.
Quando mio padre e' morto,io e mio fratello eravamo molto piccoli ed essendo mia madre rimasta senza risorse per vivere,siamo tornati in Sicilia nel suo paese d'origine.
Dopo alcuni anni e dopo aver sposato un compaesano vedovo con un figlio piu' grande di me,ci siamo trasferiti tutti al nord.
Ho dei ricordi molto confusi della mia fanciullezza,ricordo pero',che ero molto piccola quando il mio patrigno,col pretesto di giocare o darmi prove di affetto,mi toccava e si faceva toccare nei punti e nei modi di cui solo anni dopo ho capito il senso.
Ricordo bene invece,che gia' dall'eta' di nove-dieci anni,al precoce sbocciare delle mie tettine,aveva cominciato toccarmi in modo piu' invadente e che oggi,non esiterei a definire,morboso.
Al tempo capivo bene che faceva qualcosa che non avrebbe dovuto,ma non avevo ne' la forza ne' il coraggio di ribellarmi.
Quello e' stato l'inizio di un vero inferno per me.
Sono stata abusata e violentata sistematicamente dal mio patrigno e poi,da suo figli e dai miei due fratelli.
Quando finalmente,superando la vergogna,ho trovato il coraggio di dire tutto a mia madre,lei stessa,dapprima ha cercato di minimizzare e poi,dandomi prova di essere consapevole e forse complice di quanto avveniva in quella casa,ha compiuto lei stessa nei miei confronti l'atto incestuoso di costringermi ad avere un rapporto lesbico con lei.
Quell'ambiente familiare si e' presto rivelato essere come nei peggiori romanzi dell'orrore non sono mai riuscita a capire quali fossero i motivi scatenanti di tanta perversione,forse era l'ambiente in cui era vissuto il mio patrigno.Forse.
Non riuscendo piu' a sopportare le violenze cui mi sottoponevano in quella famiglia di pedofili incestuosi e pervertiti,sono fuggita di casa.
Ne sono seguiti giorni ed esperienze difficilissimi ma che hanno avuto il vantaggio di forgiarmi alla vita.
Ho conosciuto gente di ogni risma ma ho anche incontrato persone che mi hanno aiutata e tra queste la piu' importante era certamente Lucy,l'amica che mi ospitava e che mi ha fatto sentire come se fossi a casa mia.
Insieme a lei,ho anche iniziato ad avere una vera,pulita e soddisfacente vita sessuale.
Passavamo dei bellissimi momenti di piacere saffico e non ci facevamo mancare il cazzo di qualche suo amico che ci godevamo a volte,anche insieme.
Poi ho incontrato Andrea e me ne sono innamorata ma lui era molto piu' grande di me e circondato com'era da disponibili amiche,non prestava la minima attenzione ai miei sentimenti ed alle mie provocazioni.
Io lo volevo e dovevo assolutamente averlo!
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Andrea:
Dopo circa un anno che Anna lavorava per me,e dopo aver saputo che la donna che veniva a farmi i lavori di casa era andata via,si e' offerta lei di sostituirla,avrebbe cosi',arrotondato il suo magro stipendio.
Cosi' mi aveva detto ma in realta' la furbetta aveva altri piani.
Un giorno d'estate,rientrando a casa mentre lei era intenta a fare i mestieri,l'ho travata in cucina che lavava i piatti,con una minigonna che a malapena le copriva le chiappe,con un grembiulino di pizzo bianco che lei stessa aveva comprato e con sopra niente.
A quella vista,sono rimasto fermo come paralizzato e senza fiato.
Lei,leggendo lo stupore dei miei occhi,si e' affrettata ad asciugarsi le mani e mi e' corsa incontro avviluppandosi al mio collo e schioccandomi un bacio in bocca mi ha detto:
"Ciao principale!"
"Ma....Anna...che fai cosi' conciata?"
"Come cosi'conciata,non ti piaccio...non ti piacciono le mie tette?"
"Ma noooooo....non e' questo...e' che sei qui' per lavorare....copriti!"
"Ma cos'e' principale,hai paura di me?E poi e' estate,fa caldo e cosi' sto'bene e lavoro molto meglio!"
"Ma non e' questo,e' che quando sono in casa,non puoi girare cosi'...mezza nuda!"
"Scusami...pensavo di piacerti e volevo farti una sorpresa...volevo fare l'amore con te!"
"Ma cosa dici Anna,tu sei una bambina,non possiamo fare l'amore,tu devi andare coi ragazzi come te...dai,vestti!"
"Non sarai mica gay?Principa' non dirmi che non ti piacciono le donne...e poi...se sei gay...come fai con quelle troie delle tue amiche?"
Anna mi stava sfidando e mi stava chiaramente ed ufficialmente informando che era gelosa delle mie amiche e mentre stavo accennando ad una farfugliata risposta,lei si e' ancora aggrappata al mio collo e stavolta,pungendomi il torace con i suoi appuntiti capezzoli,mi ha appoggiato le carnose labbra sulla bocca intufolandosi col la sua impertinente e umida lingua.
A quella improvvisa intrusione nella mia bocca e quel sensuale contatto col suo corpo nudo,la mia reazione e' stata rapida e istitiva e tringendola a me,ho risposto scuotendo il suo cavo orale con saettanti colpi di lingua e scambi di saliva.
In quel momento eravamo congiunti come un corpo unico,io ero gia' eccitato ed il bacio lungo e appassionato,si ' protratto sino a che Anna,spingendomi e respirando a pieni polmoni non mi ha detto ansimando:
"Cazzo principa'...ma allora non sei frocio?"
Poi,senza terminare la frase e senza darmi il tempo di articolare una risposta,mi ha tappato la bocca riempiendola ancora con la sua voluttuosa lingua.
La stretta dei era talmente forte che lei ha sentito immediatamente sul suo corpo la potenza della mia erezione e come a volermi dare una risposta che la ponesse al mio stesso livello,mi ha preso una mano e l'ha accompagnata tra le sue cosce.
Non indossava mutandine la troietta a riprova che tutto era stato scrupolosamente premeditato e l'improvviso contatto col suo sesso accaldato e rorido di umori,mi ha provocato un brivido che ha scosso tutto il mio corpo.
Ormai ero preda del desiderio e del delirio dei sensi.
Aveva vinto lei e senza staccare le labbra dalla sua dolce bocca,l'ho sollevata di peso e l'ho condotta in camera da letto.
Appoggiandola sulle lenzuola(aveva davvero previsto tutto e rifacendo il letto,aveva messo solo le lenzuola senza copriletto.In quel momento mi sono sentito manipolato da lei e quel pensiero piuttosto che irritarmi,ha accentuato la mia eccitazione)la minigonna le e' scivolata sulla pancia lasciandola completamente nuda ai miei stupiti occhi.
Anna era distesa come abbandonata ed in attesa di un'evento magico.
La sua espressione era completamente mutata,non era piu' quella di una bambina o della mia impiegata impegnata a guadagnarsi il mio consenso per il lavoro svolto ma era quello di una donna.
Una femmina bellissima,dal corpo meraviglioso e procace dal sorriso ironico e ammiccante e dallo sguardo dolce e sensuale al tempo stesso.
La sua pelle,davvero tesa e liscia come seta emanava un profumo inebriante che mi penetrava nelle narici offuscando il mio cervello.
Tutte le donne che avevo avuto davanti agli occhi in quella postura sino a quel momento,avevano i seni che tendevano ad appiattirsi sul torace,le tette di Anna no!le tette di Anna si ergevano bianche,come scolpite sul ventre piatto e,i due piccoli ma turgidi capezzoli,facevano capolino come noccioli di ciliege su areole trasparenti e impalpabili.
Aveva le cosce strette e sotto una folta peluria scura,ispida come i suoi capelli,sbocciavano,gonfie come parti di un frutto esotico,le grandi labbra ancora serrate dalle quali,come una lama lucente,si intravvedeva un rivolo della sua umida eccitazione in attesa di appagamento.
In quella postura mi era negata la vista delle stupende e toste natiche che pero',gia' ben conoscevo avendole ammirate quando orgogliosamente e provocatoriamente le esibiva sotto attillatissimi jeans.
Nei rarissimi bagliori di lucidita' che schiarivano il mio confuso cervello in quel momento,mi chiedevo cosa mai ci facesse un corpo cosi' bello,giovane e profumato nel mio letto che aveva sempre ospitato femmine meno fresche e ben piu'mature.
Lo guardavo come estasiato e rimanevo incantato di fronte al fatto che benche' fosse stato piu' volte brutalmente violato,manteneva nella sua diafana freschezza un non so' che' di virginale.
La mia sacrale meditazione e' stata scossa dalla sua calda voce che,accompagnata da un dolcissimo sorriso mi ha cosi' destato:
"Pricipa'...sono qua'...per te...Andrea...ti voglio...non ti spogli?vieni....vienimi vicino...fammi fare l'amore con te...e' tanto che ti aspetto sai!"
Non mi pareva possibile,il mio corpo nudo,stretto al suo in un'abbraccio premonitore di paradisi che non avrei piu' ritrovato lontano da lei.
Mentre la leccavo in ogni lembo di pelle,la sentivo ansimare e percepivo gli irregolari battiti del suo cuore che seguivano e rispondevano centimetro dopo centimetro alle avide pennellate della mia lingua.
Le mie labbra sui suoi seni,scivolavano dandomi sensazioni sublimi mentre seguivo le morbide curve o mi attardavo a succhiare i gustosi capezzoli.
Ogni mio movimento era accompagnato dalle sue mani che parevano indicarmi i luoghi da visitare ed i tempi da dedicare ad ogni lembo di quella deliziosa,afrodisiaca,vellutata epidermide.
Quando finalmente,dopo aver affilato la lingua nel suo ispido ciuffo ho raggiunto il suo sesso,Anna ha divaricato leggermente le cosce aprendo ai miei occhi il suo meraviglioso,spettacolare giadino delle delizie.
Lei stessa ha aperto le valve della sua fica e sollevando il bacino,ha offerto il suo rosso frutto alle mie avide labbra.
Pareva inviolato ai miei occhi tanto era stretto l'accesso ed il gonfio turgore delle grandi e piccole labbra,accentuavano questo effetto.
Anche il clitoride,roseo,minuscolo come un bottoncino e non ancora dischiuso,accentuava quell'effetto virginale.
Non so' per quanto tempo l'ho leccata e quanto a fondo sono riuscito ad entrare con la lingua certo e',che mentre succhiavo e leccavo,sentivo i gemiti di Anna perforarmi il cervello mentre il suo bacino roteava accompagnando armoniosamente ogni mio movimento.
Anna avrebbe voluto ricambiarmi il piacere succhiandomi il membro ma io non gliel'ho permesso perche' non volevo turbare la magia del momento con un gesto che mi sarebbe parso volgare e blasfemo e poi,perche',stava montando in me il desiderio di possederla.
Quando ho appoggiato il mio pulsante cazzo sull'accesso del suo paradiso,trovandolo irrorato dalla mia saliva e dai suoi abbondanti umori,le sono scivolato dentro come fosse un torta alla crema.
Sentivo le pareti della sua vagina stringere come in una morsa il mio ariete,tuttavia,scivolavo con deliziosa facilita' provandone sensazioni sublimi.
Lei mi ha serrato le gambe dentro la schiena ed accompagnava i miei movimenti,spingendomi a fondo quando entravo e ritraendosi insieme a me in retromarcia.
L'ho chiavata a lungo cercando di fissare nella mia mente il ricordo di quel magico momento.
Anche mentre scrivo,sento nitidamente nel cervello le sue grida di piacere e sento ancora le contrazioni del suo godimento e le convulsioni del suo e del mio corpo nel momento in cui,con un rantolo bestiale,le ho scaricato in corpo,un'enorme quantita' di calda sborra.
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Anna:
Quando ho fatto l'amore per la prima volta con mio figlio,e' stato davvero stupendo,nel ricordare la prima volta con Andrea,chiudendo gli occhi,mentre mio figlio scorreva dentro il mio corpo,sentivo alternarsi il suo membro con quello di Andrea,sentivo la sua lingua nella mia bocca e percepivo il sapore di Andrea,lo sentivo rantolare di piacere e i miei orecchi erano deliziati dalla melodia emessa dal piacere di Andrea.
Come Andrea,anche mio figlio la prima volta non ha voluto che gli succhiassi il cazzo:
"Ma mamma...come puoi chiedermi di farmi fare un pompino da te...sei mia madre...mai potrei farti un simile affronto mancandoti cosi' volgarmente di rispetto."
Naturalmente,sapevo bene che succhiare il cazzo di mio figlio non sarebbe stato un mancarmi di rispetto,comunque,non ho voluto insistere perche' trovavo bellissimo ripetere l'esperienza fatta con Andrea e perche' sapevo bene che in seguito,avrei avuto tutto il tempo per succhiarlo e farlo godere nella mia bocca per gustare il delizioso sapore del suo sperma.
Era successo cosi' anche con suo padre.
Andrea dopo avermi riempito la fica di sborra,si era accasciato sul mio corpo rimanendo dentro di me col membro ormai svuotato e molle abbandonandosi ad un languido,dolce stato di dormiveglia.
Io,fiera della mia vittoria e della facile conquista,lo stringevo tra le gambe per non perderne il contatto e con le mani gli accarezzavo la schiena e la testa mentre con le labbra gli tempestavo di bacini il volto.
Siamo rimasti molto tempo in quello stato di dolce beatitudine sino a che,non ho percepito lievi segnali di risveglio del suo membro.
Con movimenti leggeri,come se stesse ancora dormendo(in realta' continuava a crogiolarsi ad occhi aperti in quello stato si semitrance)l'avevo estratto da me e lo avevo messo in posizione supina.
Ho cominciato a scorrere con le labbra sul suo corpo,gli ho leccato delicatamente i capezzoli e poi sono sceso giu' a svegliare il sopito ariete.
L'ho trovato semirigido e ancora completamente inpregnato dei suoi e miei umori,l'ho preso in bocca ed ho cominciato a succhiarlo come fosse un lecca-lecca.
Andrea ha cercato di opporre una timida resistenza subito svanita nel momento stesso in cui,il suo cazzo massaggiato dalle mie labbra,ha cominciato a risorgere a nuova vita.
Forse Andrea era cosciente che avevamo gia' fatto divinamente e delicatamente l'amore e che,fare adesso un po' di sesso sfrenato non sarebbe stato poi tanto disdicevole.
Quando avevo il suo cazzo che spingeva sulla mia pancia in cucina e quando lo sentivo scorrere dentro di me,percepivo la sua consistanza e mi rendevo conto che si trattava di un'arnese di notevoli dimensioni.
Trovarmelo davanti agli occhi in quel momento pero',era tutt'altra cosa.
Potevo toccarlo ed ammirarlo in tutta la sua maestosa possenza.
Non avevo mai provato e tantomeno mai visto un cazzo cosi' bello,lungo e corposo.
Neanche quello del mio patrigno che ricordavo orrendamente grosso,poteva competere.
Mi sono soffermata a lungo a rimirarlo come fosse un'opera d'arte del quale scoprire i dettagli piu' segreti.
Ho accarezzato e leccato le gonfie vene bluastre che come rami di un piccolo albero,rivestivano tutto il pulsante ganbo.
Lo scroto gonfio e duro,era ricoperto di una folta peluria nera del tutto simile a quella che vestiva il monte di venere dal quale,come un palo si stagliava il nerboruto gambo.
Il glande si ergeva violaceo e sodo come una grossa prugna matura sovrastata dal foro uretrale che per forma e dimensione ricordava una piccola bocca.
Quello era il mio totem,il feticcio che per tanti giorni avevo sognato e che finalmente potevo succhiare.
Senza rendermene conto,mentre lo meditavo rapita,lo scappellavo e lo leccavo,ho accompagnato andrea verso un nuovo orgasmo che lo ha costretto,con mia grande gioia,ad espellere gemendo silenziosamente,nuovi fiotti di bollente sperma che premurosamente ho fatto schizzare nella mia bocca.
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Continua
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l'e' una storia vera
de vun che l'era minga bun
de di' de no'.............
Questo e'l'inizio di una bella e struggante canzone popolare milanese e parla di una vicenda vera come vero e' lo spunto di questa storia che vado a raccontare:
Vi sono tre protagonisti:Lei.............Anna
Il figlio...... Luca
Io..............Andrea
La storia e' per buona parte vera ed in parte di fantasia e il racconto verra' sviluppato a tre voci.
Spero proprio di riuscire a raccontarla in maniera chiara,concisa ed eccitante al punto giusto anche se,necessariamente,vi sarenno dei momenti preparatori in cui la tensione erotica sara' piu' bassa e magari sara' anche necessario riflettere un po'.I piu' intolleranti sono avvertiti.
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Io:
Quel giorno,ero intento insieme a due miei collaboratori a scaricare delle merce in magazzino.
Il furgone era parcheggiato sul marciapiede ed io gli
ero vicino per gli opportuni controlli.
Mentre sorvegliavo il mezzo,sentivo delle voci;era una ragazza molto giovane che,parlando con una signora,le chiedeva con fare un po' concitato se per caso conoscesse qualcuno che le potesse offrire un lavoro.
Si era appena licenziata da un posto dove il 'padrone' la importunava pesantemente.
Casualmente,io era alla ricerca di una regazza con mansioni generiche-impiegata,commessa-per il mio piccolo punto vendita.
Dopo un breve colloquio l'ho assunta.
Anna era una ragazzina poco piu' che quindicenne, dall'aria molto sicura di se e dall'aspetto piuttosto provocante.
Era di carnagione scura,capelli neri ricci e intrecciati fitti fitti come certi rovi.
Aveva una maglietta attillata che esaltava le sue magnifiche,sode tette,minigonna vertiginosa che a malapena copriva le lunghe gambe leggermente inarcate come una cavallerizza e che, si stagliavano slanciate,su scarpe dai tacchi alti e tozzi come si usavano a quel tempo.
Anche se,evidentemente ancora acerba,sprizzava una sensualita'debordante ed una pericolosa,provocante,carica erotica.
Certamente era quello uno dei motivi che spingevano il suo datore di lavoro a molestarla e,forse,non era lui l'unico.
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Anna:
L'incontro,assolutamente casuale con Andrea quel giorno,e' stato per me un vero colpo di fortuna.
Avevo lasciato il posto di lavoro dopo tre settimane e senza che mi fosse stato pagato nemmeno un piccolo acconto sul mio primo primo stipendio.
Quel bastardo del principale aveva cominciato a provocarmi e rompermi i coglioni sin dal primo giorno ed ho faticato da bestia a tenerlo a bada.
Lui conosceva bene,perche' ingenuamente gliel'avevo raccontata,tutta la mia storia e sapendo che non avevo soldi ne' una mia casa,cercava di forzare cosi' la mia volonta' e farmi cedere alle sue insopportabili e appiccicose avances.
Quel giorno aveva davvero esagerato,mi aveva spinta sul divano e dopo aver estratto il suo schifoso cazzo gia' duro,aveva cercato di ficcarmelo in bocca e farsi fare un pompino.
Gli avevo raccontato tutto,ma il maniaco non aveva ben capito che non ero piu' disponibile ad accettare nessun tipo di violenza e mentre cercava di spingere la mia testa verso il suo gocciolante e disgustoso membro,gli ho morso la mano e gli ho tirato un calcio che lo ha fatto cadere e dopo avergli sputato in faccia,sono andata via senza neanche farmi pagare i giorni di lavoro che avevo svolto.
Andrea aveva capito subito la mia situazione e dopo essersi assicurato che avessi un posto dove dormire(ero gia' da tempo ospite di una mia amica la quale pero',oltre al letto,non era in grado di darmi molto altro giacche',lei stessa,era in ristrettezze economiche)mi ha dato un'acconto sul lavoro che avrei cominciato solo il giorno dopo.
Quel gesto di generosita',benche' provvidenziale,non mi aveva fatto allentare la diffidenza nei confronti dei maschi,soprattutto se molto piu' grandi di me,e Andrea era proprio un bell'uomo col doppio dei miei anni.
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Io:
Quel giorno Anna sembrava proprio una bestia ferita e benche' cercasse di ostentare una fiera sicurezza di se',era evidente che mi trovassi davanti ad una ragazza poco piu' che bambina che gia' si trascinava, il fardello di una pesante storia personale.
Il carattere che si era formata nella sua pur breve esistenza,le permetteva di affrontare ogni sorta di sacrificio e di privazione,tuttavia,la sua fragilita' interiore,la faceva continuamente cadere preda delle sue stesse trappole.
Ad ogni incontro,incosciente del messaggio sensuale che la sua figura e la sua storia trasmettevano,si apriva confidando nel fatto che gli altri potessero capirla e darle un'aiuto e non rendendosi conto dunque,che gli altri usavano,il suo bisogno di comunicare,per le loro incoffessabili,squallide voglie sessuali.
Nel primo mese di lavoro,risolti i piu' impellenti problemi finanziari e resasi conto di trovarsi in un'ambiente 'normale',dove nessuno voleva approfittarsi di lei,ha cominciato a rilassarsi assumendo un'aria piu' tranquilla e distesa.
Anch'io ho cominciato a guardarla con occhi diversi anche se,mai mi avrebbe sfiorato il pensiero di farle delle proposte.
Anna diventava ogni giorno piu' bella anche se ai miei occhi appariva sempre come una bambina troppo cresciuta ed anche se il profumo della sua pelle,mi penetrava le narici e mi accompagnava sino a sera.
La sua vita relazionale,si era per cosi' dire ,normalizzata e con la sua amica di alcuni anni piu' grande,avevano allargato il giro di amicizie.
Anna non aveva alcun problema a scopare,da sola o insieme alla sua amica coi ragazzi che le piacevano.
Da molto tempo usava tutte le precauzioni e dunque,si sentiva libera di scegliere senza remore,i ragazzi coi quali andare a letto,l'unica condizione che lei si imponeva era che fosse lei stessa,a scegliere il momento ed il maschio col quale chiavare e che,comunque,non vi fossero,direttamente o indirettamente,tornaconti economici o forzature della sua volonta'.
Con molta fierezza,lei sosteneva di non essere in vendita e di respingere chiunque le desse l'impressione di volerla dominare.
Si sentiva ed in effetti era,davvero una ragazza emancipata.
Io non ero sposato ne' avevo una donna fissa ma avevo molte amiche e dunque una vita sociale e sessuale molto intensa.
Quando le mie amiche venivano a trovarmi sul posto di lavoro,vedendo Anna non potevano trattenersi dal fare lusinghieri complimenti alla sua bellezza e soprattutto alla freschezza della sua giovane eta'.
Inizialmente,lei ringraziava lusingata ma poi,col trascorrere del tempo,le sue reazioni erano sempre piu' fredde sino ad arrivare a dare segni evidenti di fastidio e insofferenza.
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Anna:
Quando sono scappata di casa non avevo ancora compiuto i 13 anni.
Mia madre,siciliana viveva in Africa dove aveva sposato un'italiano col quale aveva avuto due figli maschi e me.
Quando mio padre e' morto,io e mio fratello eravamo molto piccoli ed essendo mia madre rimasta senza risorse per vivere,siamo tornati in Sicilia nel suo paese d'origine.
Dopo alcuni anni e dopo aver sposato un compaesano vedovo con un figlio piu' grande di me,ci siamo trasferiti tutti al nord.
Ho dei ricordi molto confusi della mia fanciullezza,ricordo pero',che ero molto piccola quando il mio patrigno,col pretesto di giocare o darmi prove di affetto,mi toccava e si faceva toccare nei punti e nei modi di cui solo anni dopo ho capito il senso.
Ricordo bene invece,che gia' dall'eta' di nove-dieci anni,al precoce sbocciare delle mie tettine,aveva cominciato toccarmi in modo piu' invadente e che oggi,non esiterei a definire,morboso.
Al tempo capivo bene che faceva qualcosa che non avrebbe dovuto,ma non avevo ne' la forza ne' il coraggio di ribellarmi.
Quello e' stato l'inizio di un vero inferno per me.
Sono stata abusata e violentata sistematicamente dal mio patrigno e poi,da suo figli e dai miei due fratelli.
Quando finalmente,superando la vergogna,ho trovato il coraggio di dire tutto a mia madre,lei stessa,dapprima ha cercato di minimizzare e poi,dandomi prova di essere consapevole e forse complice di quanto avveniva in quella casa,ha compiuto lei stessa nei miei confronti l'atto incestuoso di costringermi ad avere un rapporto lesbico con lei.
Quell'ambiente familiare si e' presto rivelato essere come nei peggiori romanzi dell'orrore non sono mai riuscita a capire quali fossero i motivi scatenanti di tanta perversione,forse era l'ambiente in cui era vissuto il mio patrigno.Forse.
Non riuscendo piu' a sopportare le violenze cui mi sottoponevano in quella famiglia di pedofili incestuosi e pervertiti,sono fuggita di casa.
Ne sono seguiti giorni ed esperienze difficilissimi ma che hanno avuto il vantaggio di forgiarmi alla vita.
Ho conosciuto gente di ogni risma ma ho anche incontrato persone che mi hanno aiutata e tra queste la piu' importante era certamente Lucy,l'amica che mi ospitava e che mi ha fatto sentire come se fossi a casa mia.
Insieme a lei,ho anche iniziato ad avere una vera,pulita e soddisfacente vita sessuale.
Passavamo dei bellissimi momenti di piacere saffico e non ci facevamo mancare il cazzo di qualche suo amico che ci godevamo a volte,anche insieme.
Poi ho incontrato Andrea e me ne sono innamorata ma lui era molto piu' grande di me e circondato com'era da disponibili amiche,non prestava la minima attenzione ai miei sentimenti ed alle mie provocazioni.
Io lo volevo e dovevo assolutamente averlo!
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Andrea:
Dopo circa un anno che Anna lavorava per me,e dopo aver saputo che la donna che veniva a farmi i lavori di casa era andata via,si e' offerta lei di sostituirla,avrebbe cosi',arrotondato il suo magro stipendio.
Cosi' mi aveva detto ma in realta' la furbetta aveva altri piani.
Un giorno d'estate,rientrando a casa mentre lei era intenta a fare i mestieri,l'ho travata in cucina che lavava i piatti,con una minigonna che a malapena le copriva le chiappe,con un grembiulino di pizzo bianco che lei stessa aveva comprato e con sopra niente.
A quella vista,sono rimasto fermo come paralizzato e senza fiato.
Lei,leggendo lo stupore dei miei occhi,si e' affrettata ad asciugarsi le mani e mi e' corsa incontro avviluppandosi al mio collo e schioccandomi un bacio in bocca mi ha detto:
"Ciao principale!"
"Ma....Anna...che fai cosi' conciata?"
"Come cosi'conciata,non ti piaccio...non ti piacciono le mie tette?"
"Ma noooooo....non e' questo...e' che sei qui' per lavorare....copriti!"
"Ma cos'e' principale,hai paura di me?E poi e' estate,fa caldo e cosi' sto'bene e lavoro molto meglio!"
"Ma non e' questo,e' che quando sono in casa,non puoi girare cosi'...mezza nuda!"
"Scusami...pensavo di piacerti e volevo farti una sorpresa...volevo fare l'amore con te!"
"Ma cosa dici Anna,tu sei una bambina,non possiamo fare l'amore,tu devi andare coi ragazzi come te...dai,vestti!"
"Non sarai mica gay?Principa' non dirmi che non ti piacciono le donne...e poi...se sei gay...come fai con quelle troie delle tue amiche?"
Anna mi stava sfidando e mi stava chiaramente ed ufficialmente informando che era gelosa delle mie amiche e mentre stavo accennando ad una farfugliata risposta,lei si e' ancora aggrappata al mio collo e stavolta,pungendomi il torace con i suoi appuntiti capezzoli,mi ha appoggiato le carnose labbra sulla bocca intufolandosi col la sua impertinente e umida lingua.
A quella improvvisa intrusione nella mia bocca e quel sensuale contatto col suo corpo nudo,la mia reazione e' stata rapida e istitiva e tringendola a me,ho risposto scuotendo il suo cavo orale con saettanti colpi di lingua e scambi di saliva.
In quel momento eravamo congiunti come un corpo unico,io ero gia' eccitato ed il bacio lungo e appassionato,si ' protratto sino a che Anna,spingendomi e respirando a pieni polmoni non mi ha detto ansimando:
"Cazzo principa'...ma allora non sei frocio?"
Poi,senza terminare la frase e senza darmi il tempo di articolare una risposta,mi ha tappato la bocca riempiendola ancora con la sua voluttuosa lingua.
La stretta dei era talmente forte che lei ha sentito immediatamente sul suo corpo la potenza della mia erezione e come a volermi dare una risposta che la ponesse al mio stesso livello,mi ha preso una mano e l'ha accompagnata tra le sue cosce.
Non indossava mutandine la troietta a riprova che tutto era stato scrupolosamente premeditato e l'improvviso contatto col suo sesso accaldato e rorido di umori,mi ha provocato un brivido che ha scosso tutto il mio corpo.
Ormai ero preda del desiderio e del delirio dei sensi.
Aveva vinto lei e senza staccare le labbra dalla sua dolce bocca,l'ho sollevata di peso e l'ho condotta in camera da letto.
Appoggiandola sulle lenzuola(aveva davvero previsto tutto e rifacendo il letto,aveva messo solo le lenzuola senza copriletto.In quel momento mi sono sentito manipolato da lei e quel pensiero piuttosto che irritarmi,ha accentuato la mia eccitazione)la minigonna le e' scivolata sulla pancia lasciandola completamente nuda ai miei stupiti occhi.
Anna era distesa come abbandonata ed in attesa di un'evento magico.
La sua espressione era completamente mutata,non era piu' quella di una bambina o della mia impiegata impegnata a guadagnarsi il mio consenso per il lavoro svolto ma era quello di una donna.
Una femmina bellissima,dal corpo meraviglioso e procace dal sorriso ironico e ammiccante e dallo sguardo dolce e sensuale al tempo stesso.
La sua pelle,davvero tesa e liscia come seta emanava un profumo inebriante che mi penetrava nelle narici offuscando il mio cervello.
Tutte le donne che avevo avuto davanti agli occhi in quella postura sino a quel momento,avevano i seni che tendevano ad appiattirsi sul torace,le tette di Anna no!le tette di Anna si ergevano bianche,come scolpite sul ventre piatto e,i due piccoli ma turgidi capezzoli,facevano capolino come noccioli di ciliege su areole trasparenti e impalpabili.
Aveva le cosce strette e sotto una folta peluria scura,ispida come i suoi capelli,sbocciavano,gonfie come parti di un frutto esotico,le grandi labbra ancora serrate dalle quali,come una lama lucente,si intravvedeva un rivolo della sua umida eccitazione in attesa di appagamento.
In quella postura mi era negata la vista delle stupende e toste natiche che pero',gia' ben conoscevo avendole ammirate quando orgogliosamente e provocatoriamente le esibiva sotto attillatissimi jeans.
Nei rarissimi bagliori di lucidita' che schiarivano il mio confuso cervello in quel momento,mi chiedevo cosa mai ci facesse un corpo cosi' bello,giovane e profumato nel mio letto che aveva sempre ospitato femmine meno fresche e ben piu'mature.
Lo guardavo come estasiato e rimanevo incantato di fronte al fatto che benche' fosse stato piu' volte brutalmente violato,manteneva nella sua diafana freschezza un non so' che' di virginale.
La mia sacrale meditazione e' stata scossa dalla sua calda voce che,accompagnata da un dolcissimo sorriso mi ha cosi' destato:
"Pricipa'...sono qua'...per te...Andrea...ti voglio...non ti spogli?vieni....vienimi vicino...fammi fare l'amore con te...e' tanto che ti aspetto sai!"
Non mi pareva possibile,il mio corpo nudo,stretto al suo in un'abbraccio premonitore di paradisi che non avrei piu' ritrovato lontano da lei.
Mentre la leccavo in ogni lembo di pelle,la sentivo ansimare e percepivo gli irregolari battiti del suo cuore che seguivano e rispondevano centimetro dopo centimetro alle avide pennellate della mia lingua.
Le mie labbra sui suoi seni,scivolavano dandomi sensazioni sublimi mentre seguivo le morbide curve o mi attardavo a succhiare i gustosi capezzoli.
Ogni mio movimento era accompagnato dalle sue mani che parevano indicarmi i luoghi da visitare ed i tempi da dedicare ad ogni lembo di quella deliziosa,afrodisiaca,vellutata epidermide.
Quando finalmente,dopo aver affilato la lingua nel suo ispido ciuffo ho raggiunto il suo sesso,Anna ha divaricato leggermente le cosce aprendo ai miei occhi il suo meraviglioso,spettacolare giadino delle delizie.
Lei stessa ha aperto le valve della sua fica e sollevando il bacino,ha offerto il suo rosso frutto alle mie avide labbra.
Pareva inviolato ai miei occhi tanto era stretto l'accesso ed il gonfio turgore delle grandi e piccole labbra,accentuavano questo effetto.
Anche il clitoride,roseo,minuscolo come un bottoncino e non ancora dischiuso,accentuava quell'effetto virginale.
Non so' per quanto tempo l'ho leccata e quanto a fondo sono riuscito ad entrare con la lingua certo e',che mentre succhiavo e leccavo,sentivo i gemiti di Anna perforarmi il cervello mentre il suo bacino roteava accompagnando armoniosamente ogni mio movimento.
Anna avrebbe voluto ricambiarmi il piacere succhiandomi il membro ma io non gliel'ho permesso perche' non volevo turbare la magia del momento con un gesto che mi sarebbe parso volgare e blasfemo e poi,perche',stava montando in me il desiderio di possederla.
Quando ho appoggiato il mio pulsante cazzo sull'accesso del suo paradiso,trovandolo irrorato dalla mia saliva e dai suoi abbondanti umori,le sono scivolato dentro come fosse un torta alla crema.
Sentivo le pareti della sua vagina stringere come in una morsa il mio ariete,tuttavia,scivolavo con deliziosa facilita' provandone sensazioni sublimi.
Lei mi ha serrato le gambe dentro la schiena ed accompagnava i miei movimenti,spingendomi a fondo quando entravo e ritraendosi insieme a me in retromarcia.
L'ho chiavata a lungo cercando di fissare nella mia mente il ricordo di quel magico momento.
Anche mentre scrivo,sento nitidamente nel cervello le sue grida di piacere e sento ancora le contrazioni del suo godimento e le convulsioni del suo e del mio corpo nel momento in cui,con un rantolo bestiale,le ho scaricato in corpo,un'enorme quantita' di calda sborra.
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Anna:
Quando ho fatto l'amore per la prima volta con mio figlio,e' stato davvero stupendo,nel ricordare la prima volta con Andrea,chiudendo gli occhi,mentre mio figlio scorreva dentro il mio corpo,sentivo alternarsi il suo membro con quello di Andrea,sentivo la sua lingua nella mia bocca e percepivo il sapore di Andrea,lo sentivo rantolare di piacere e i miei orecchi erano deliziati dalla melodia emessa dal piacere di Andrea.
Come Andrea,anche mio figlio la prima volta non ha voluto che gli succhiassi il cazzo:
"Ma mamma...come puoi chiedermi di farmi fare un pompino da te...sei mia madre...mai potrei farti un simile affronto mancandoti cosi' volgarmente di rispetto."
Naturalmente,sapevo bene che succhiare il cazzo di mio figlio non sarebbe stato un mancarmi di rispetto,comunque,non ho voluto insistere perche' trovavo bellissimo ripetere l'esperienza fatta con Andrea e perche' sapevo bene che in seguito,avrei avuto tutto il tempo per succhiarlo e farlo godere nella mia bocca per gustare il delizioso sapore del suo sperma.
Era successo cosi' anche con suo padre.
Andrea dopo avermi riempito la fica di sborra,si era accasciato sul mio corpo rimanendo dentro di me col membro ormai svuotato e molle abbandonandosi ad un languido,dolce stato di dormiveglia.
Io,fiera della mia vittoria e della facile conquista,lo stringevo tra le gambe per non perderne il contatto e con le mani gli accarezzavo la schiena e la testa mentre con le labbra gli tempestavo di bacini il volto.
Siamo rimasti molto tempo in quello stato di dolce beatitudine sino a che,non ho percepito lievi segnali di risveglio del suo membro.
Con movimenti leggeri,come se stesse ancora dormendo(in realta' continuava a crogiolarsi ad occhi aperti in quello stato si semitrance)l'avevo estratto da me e lo avevo messo in posizione supina.
Ho cominciato a scorrere con le labbra sul suo corpo,gli ho leccato delicatamente i capezzoli e poi sono sceso giu' a svegliare il sopito ariete.
L'ho trovato semirigido e ancora completamente inpregnato dei suoi e miei umori,l'ho preso in bocca ed ho cominciato a succhiarlo come fosse un lecca-lecca.
Andrea ha cercato di opporre una timida resistenza subito svanita nel momento stesso in cui,il suo cazzo massaggiato dalle mie labbra,ha cominciato a risorgere a nuova vita.
Forse Andrea era cosciente che avevamo gia' fatto divinamente e delicatamente l'amore e che,fare adesso un po' di sesso sfrenato non sarebbe stato poi tanto disdicevole.
Quando avevo il suo cazzo che spingeva sulla mia pancia in cucina e quando lo sentivo scorrere dentro di me,percepivo la sua consistanza e mi rendevo conto che si trattava di un'arnese di notevoli dimensioni.
Trovarmelo davanti agli occhi in quel momento pero',era tutt'altra cosa.
Potevo toccarlo ed ammirarlo in tutta la sua maestosa possenza.
Non avevo mai provato e tantomeno mai visto un cazzo cosi' bello,lungo e corposo.
Neanche quello del mio patrigno che ricordavo orrendamente grosso,poteva competere.
Mi sono soffermata a lungo a rimirarlo come fosse un'opera d'arte del quale scoprire i dettagli piu' segreti.
Ho accarezzato e leccato le gonfie vene bluastre che come rami di un piccolo albero,rivestivano tutto il pulsante ganbo.
Lo scroto gonfio e duro,era ricoperto di una folta peluria nera del tutto simile a quella che vestiva il monte di venere dal quale,come un palo si stagliava il nerboruto gambo.
Il glande si ergeva violaceo e sodo come una grossa prugna matura sovrastata dal foro uretrale che per forma e dimensione ricordava una piccola bocca.
Quello era il mio totem,il feticcio che per tanti giorni avevo sognato e che finalmente potevo succhiare.
Senza rendermene conto,mentre lo meditavo rapita,lo scappellavo e lo leccavo,ho accompagnato andrea verso un nuovo orgasmo che lo ha costretto,con mia grande gioia,ad espellere gemendo silenziosamente,nuovi fiotti di bollente sperma che premurosamente ho fatto schizzare nella mia bocca.
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Continua
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