La prima volta che l'ho data
di
Hanna Huxley
genere
prime esperienze
La prima volta che l’ho data.
Come ho alluso nel mio primo resoconto pubblicato “Cambio di vita”, il primo uomo con il quale ho avuto un rapporto completo è stato Giulio, mio marito. Racconterò qui come avvenne, perché’ in un certo senso fu più un incidente che un’azione pensata. Ho già ammesso che sono stata tirata su in una famiglia luterana, dove il sesso è sempre stato tabù. Avevo conosciuto Giulio da pochi mesi, ma ci eravamo innamorati immediatamente, avevamo la stessa età e naturalmente fra le altre cose, il sesso era sempre nella nostra mente. Entrambi giovani, saturati di ormoni, appena potevamo ci appartavamo a limonare. Mi piaceva essere accarezzata, baciata, titillata anche intimamente e non vedevo l’ora di incontrarmi con Giulio per soddisfare il mio desiderio di sesso. Lo stesso era per lui. Mi piaceva come uomo, un carattere cortese, ma deciso, ma si prendeva sempre cura di me.
Nel campo sessuale ci si limitava a limonare e a masturbarci reciprocamente. Lui mi aveva leccato la figa, che diceva adorava, come io adoravo fargli dei pompini. Per le ragioni suddette, gli avevo chiesto di non fare del sesso penetrativo e lui rispettava il mio desiderio, malgrado io ne avessi una voglia incredibile di prendere tutto il suo cazzo dentro di me. Un giorno d’estate venne a trovarmi con la sua amata Ducati in campagna, dove passavo sempre qualche settimana da mia nonna. Per appartarci avevamo trovato una baracca nei dintorni, lungo una strada sterrata, in mezzo ad una radura, probabilmente usata in autunno dai cacciatori.
Avevo lasciato una copertina in modo da non sedersi sulla rozza panca di legno che troneggiava nel centro di questa baracca mezza diroccata. Quella sera era la prima, dopo almeno due settimane che non ci vedevamo, per cui entrambi non vedevamo l’ora di fare all’amore. Si cominciò come al solito, baci a non finire, parole amorose, succhiotti ai miei capezzoli, carezze al suo uccello. Quando cercò di raggiungere la mia figa lo fermai imbarazzata, dicendo che avevo le mestruazioni. Mi disse – “Fammi vedere”. – “No, Giulio non posso, mi vergogno, non credo che sia una cosa piacevole per te da vedere”. Gli risposi. Ma lui insisteva dicendo che tutto ciò che era mio, lo amava. Con una certa ritrosia, spostai l’assorbente di lato facendogli vedere che era proprio vero e con mia sorpresa allungò la mano accarezzandomi la vulva ed inserendo un dito nel taglio della figa.
Cercai di fermarlo, dicendogli di non farlo, ma il piacere della sua mano sul clitoride era troppo forte. Pensai, se a lui piace farlo glielo lascio fare, si può sempre lavare al rubinetto fuori. Ero proprio nel mezzo dei miei periodi, ed il flusso era sostanzioso. Giulio imperterrito continuava a masturbarmi spingendo il dito dentro e fuori e facendomi godere un mondo. A quel punto, mi abbandonai a lui, che facesse quello che voleva di me. Una posizione che a lui piaceva era quella in cui gli stimolavo il cazzo imprigionandolo nel taglio della figa. Io mi muovevo su e giù e spesso venivamo insieme, lui sborrava sul suo ventre ed io venivo stimolandomi il clitoride sfrusciandolo lungo tutta la lunghezza del suo uccello.
Lui si distese sulla panca, che a dire il vero era alquanto stretta. Il suo membro era dritto a novanta gradi, duro come non mai. Mi accovacciai con i piedi ai lati dei suoi fianchi e incominciai a sfregare la figa sul suo cazzo. Ovviamente avendo i miei periodi, il suo uccello si era immediatamente “arrossato”, ma ciò non sembrava che gli desse alcun fastidio. Ogni tanto mi presentava la cappella all’entrata della vagina, ma senza penetrarmi, come mi aveva promesso di fare. Bene, eravamo in quella posizione, quando capii’ che stava venendo, si irrigidì arcuando la schiena; forse a causa della posizione scomoda, dell’assorbente che tenevo discosto con una mano, persi il sostegno di entrambi i piedi che appoggiavano sulla panca e letteralmente mi impalai sul suo cazzo rigido, che mi entrò di botto dentro tutto fino alla radice.
Ebbi la netta sensazione della lacerazione dell’imene, ma la deflorazione mi causò solo un lieve disagio, superato di gran lunga dal piacere di sentire dentro di me tutto il suo intero cazzo. Rimanemmo immobili per un istante. Ci mettemmo entrambi a ridere. Era ovvio che non era stata colpa sua e quasi provai un senso di liberazione da un fardello pesantissimo e gli dissi – “Tesoro, ora che uno di noi mi ha sverginato e a dir la verità non so esattamente chi, che possiamo farci? Entra dentro di me ti prego, se non ti disturba che ho i miei periodi”. Estrasse l’uccello tutto rosso, dalla mia vagina; io nel frattempo mi rimossi l’assorbente, buttai per terra sulla coperta, mi distesi su di essa, aprii’ le gambe e gli dissi – “Giulio prendimi tutta, penetrami, voglio godere, voglio finalmente sentire che vieni dentro di me”. Era così arrapato che mi chiavò tre volte quella sera. Ogni tanto uscivamo nudi alla luce della luna a pulirci dai miei mestrui e il suo sperma, per poi rientrare dentro ricominciare tutto di nuovo.
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Nota a margine per le lettrici.
Da quella volta, e ciò può sembrare fuori dall’ordinario, Giulio ed io non abbiamo mai smesso di far sesso anche quando ho i mestrui, perché’ scoprii’ dei vantaggi:
1.La penetrazione vaginale e gli orgasmi mi alleviano i crampi mestruali di cui ne andavo terribilmente soggetta.
2.Le contrazioni muscolari durante gli orgasmi spingono fuori il contenuto uterino più velocemente, ciò comporta cicli più brevi.
Ed altri vantaggi che non sto qui ad elencare.
Come ho alluso nel mio primo resoconto pubblicato “Cambio di vita”, il primo uomo con il quale ho avuto un rapporto completo è stato Giulio, mio marito. Racconterò qui come avvenne, perché’ in un certo senso fu più un incidente che un’azione pensata. Ho già ammesso che sono stata tirata su in una famiglia luterana, dove il sesso è sempre stato tabù. Avevo conosciuto Giulio da pochi mesi, ma ci eravamo innamorati immediatamente, avevamo la stessa età e naturalmente fra le altre cose, il sesso era sempre nella nostra mente. Entrambi giovani, saturati di ormoni, appena potevamo ci appartavamo a limonare. Mi piaceva essere accarezzata, baciata, titillata anche intimamente e non vedevo l’ora di incontrarmi con Giulio per soddisfare il mio desiderio di sesso. Lo stesso era per lui. Mi piaceva come uomo, un carattere cortese, ma deciso, ma si prendeva sempre cura di me.
Nel campo sessuale ci si limitava a limonare e a masturbarci reciprocamente. Lui mi aveva leccato la figa, che diceva adorava, come io adoravo fargli dei pompini. Per le ragioni suddette, gli avevo chiesto di non fare del sesso penetrativo e lui rispettava il mio desiderio, malgrado io ne avessi una voglia incredibile di prendere tutto il suo cazzo dentro di me. Un giorno d’estate venne a trovarmi con la sua amata Ducati in campagna, dove passavo sempre qualche settimana da mia nonna. Per appartarci avevamo trovato una baracca nei dintorni, lungo una strada sterrata, in mezzo ad una radura, probabilmente usata in autunno dai cacciatori.
Avevo lasciato una copertina in modo da non sedersi sulla rozza panca di legno che troneggiava nel centro di questa baracca mezza diroccata. Quella sera era la prima, dopo almeno due settimane che non ci vedevamo, per cui entrambi non vedevamo l’ora di fare all’amore. Si cominciò come al solito, baci a non finire, parole amorose, succhiotti ai miei capezzoli, carezze al suo uccello. Quando cercò di raggiungere la mia figa lo fermai imbarazzata, dicendo che avevo le mestruazioni. Mi disse – “Fammi vedere”. – “No, Giulio non posso, mi vergogno, non credo che sia una cosa piacevole per te da vedere”. Gli risposi. Ma lui insisteva dicendo che tutto ciò che era mio, lo amava. Con una certa ritrosia, spostai l’assorbente di lato facendogli vedere che era proprio vero e con mia sorpresa allungò la mano accarezzandomi la vulva ed inserendo un dito nel taglio della figa.
Cercai di fermarlo, dicendogli di non farlo, ma il piacere della sua mano sul clitoride era troppo forte. Pensai, se a lui piace farlo glielo lascio fare, si può sempre lavare al rubinetto fuori. Ero proprio nel mezzo dei miei periodi, ed il flusso era sostanzioso. Giulio imperterrito continuava a masturbarmi spingendo il dito dentro e fuori e facendomi godere un mondo. A quel punto, mi abbandonai a lui, che facesse quello che voleva di me. Una posizione che a lui piaceva era quella in cui gli stimolavo il cazzo imprigionandolo nel taglio della figa. Io mi muovevo su e giù e spesso venivamo insieme, lui sborrava sul suo ventre ed io venivo stimolandomi il clitoride sfrusciandolo lungo tutta la lunghezza del suo uccello.
Lui si distese sulla panca, che a dire il vero era alquanto stretta. Il suo membro era dritto a novanta gradi, duro come non mai. Mi accovacciai con i piedi ai lati dei suoi fianchi e incominciai a sfregare la figa sul suo cazzo. Ovviamente avendo i miei periodi, il suo uccello si era immediatamente “arrossato”, ma ciò non sembrava che gli desse alcun fastidio. Ogni tanto mi presentava la cappella all’entrata della vagina, ma senza penetrarmi, come mi aveva promesso di fare. Bene, eravamo in quella posizione, quando capii’ che stava venendo, si irrigidì arcuando la schiena; forse a causa della posizione scomoda, dell’assorbente che tenevo discosto con una mano, persi il sostegno di entrambi i piedi che appoggiavano sulla panca e letteralmente mi impalai sul suo cazzo rigido, che mi entrò di botto dentro tutto fino alla radice.
Ebbi la netta sensazione della lacerazione dell’imene, ma la deflorazione mi causò solo un lieve disagio, superato di gran lunga dal piacere di sentire dentro di me tutto il suo intero cazzo. Rimanemmo immobili per un istante. Ci mettemmo entrambi a ridere. Era ovvio che non era stata colpa sua e quasi provai un senso di liberazione da un fardello pesantissimo e gli dissi – “Tesoro, ora che uno di noi mi ha sverginato e a dir la verità non so esattamente chi, che possiamo farci? Entra dentro di me ti prego, se non ti disturba che ho i miei periodi”. Estrasse l’uccello tutto rosso, dalla mia vagina; io nel frattempo mi rimossi l’assorbente, buttai per terra sulla coperta, mi distesi su di essa, aprii’ le gambe e gli dissi – “Giulio prendimi tutta, penetrami, voglio godere, voglio finalmente sentire che vieni dentro di me”. Era così arrapato che mi chiavò tre volte quella sera. Ogni tanto uscivamo nudi alla luce della luna a pulirci dai miei mestrui e il suo sperma, per poi rientrare dentro ricominciare tutto di nuovo.
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Nota a margine per le lettrici.
Da quella volta, e ciò può sembrare fuori dall’ordinario, Giulio ed io non abbiamo mai smesso di far sesso anche quando ho i mestrui, perché’ scoprii’ dei vantaggi:
1.La penetrazione vaginale e gli orgasmi mi alleviano i crampi mestruali di cui ne andavo terribilmente soggetta.
2.Le contrazioni muscolari durante gli orgasmi spingono fuori il contenuto uterino più velocemente, ciò comporta cicli più brevi.
Ed altri vantaggi che non sto qui ad elencare.
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