In risposta Yuko
di
Hanna Huxley
genere
sentimentali
A seguito del tuo suggerimento, Yuko ed ho letto “centro di accoglienza straordinaria”. Come persona dotata da un forte senso di empatia, mi ha stretto il cuore e confesso che gli occhi mi si sono inumiditi.
Poi ho riflettuto a mente fredda (distorsione professionale) e mi sono chiesta – “Quale è la fonte di tali sofferenze?” Cosa spinge popolazioni a lasciare i loro paesi natali e migrare rischiando tutto, in condizioni spesso disperate sulle sponde di paesi sconosciuti?”. Si potrebbero scrivere dei grossi tomi sull’argomento, ma il tutto secondo me può essere distillato in una singola frase “disastro ambientale da sovrappopolazione”.
Filosoficamente parlando, tendo ad accettare la teoria malthusiana di popolazione catastrofe che secondo le predizioni di Paul R. Ehrlich è associata con l’inevitabilità del collasso ecologico. Il problema di fondo, secondo me, è la natura stessa della vita. Cosa intendo?
Quando strutture chimiche complesse sono emerse sulla terra 4 miliardi di anni fa, con la capacità di moltiplicarsi, trasmettendo alle generazioni seguenti il codice della vita (DNA) e nel processo di esso, subire mutazioni, il fenomeno dell’evoluzione e selezione naturale è emerso automaticamente, senza interventi “soprannaturali” di sorta.
La complessità degli esseri viventi ci ha portato all’oggi. La pulsione di procreare è immensa, perché’ affonda le radici nel significato della vita stessa. In un mondo dove una specie senziente è assente, la vita non ha la capacità di causare un collasso ecologico perché’ autoregolante secondo la ben conosciuta equazione differenziale di crescita di popolazione.
Infatti, quando la popolazione si avvicina alla “carrying capacity” M, la popolazione tende a stabilizzarsi. Nel caso di essere senzienti, la “carrying capacity” M, dettata dalla sostenibilità dell’ambiente, non rimane costante me declina poiché’ il potenziale ecologico viene irrimediabilmente compromesso.
Forse il danno ecologico porterà ad una riduzione drastica della fertilità, come si nota oggi nei maschi a causa di tricloroetilene nelle acque, pesticidi come atrazina, glifosfati nel cibo. Di una cosa sono certa, nessun organo governativo riuscirà mai ad imporre un controllo delle nascite. L’India e la Cina ci hanno provato con risultati spettacolarmente falliti. In conclusione, vedo un futuro dove la popolazione umana mondiale si ridurrà drasticamente a causa dello stress ecologico, dell’emergenza di nuove epidemie, di guerre per ottenere le limitate risorse e d’infertilità provocata da inquinamenti ambientali.
“Koshi ga kudakeru” per l’umanità.
Poi ho riflettuto a mente fredda (distorsione professionale) e mi sono chiesta – “Quale è la fonte di tali sofferenze?” Cosa spinge popolazioni a lasciare i loro paesi natali e migrare rischiando tutto, in condizioni spesso disperate sulle sponde di paesi sconosciuti?”. Si potrebbero scrivere dei grossi tomi sull’argomento, ma il tutto secondo me può essere distillato in una singola frase “disastro ambientale da sovrappopolazione”.
Filosoficamente parlando, tendo ad accettare la teoria malthusiana di popolazione catastrofe che secondo le predizioni di Paul R. Ehrlich è associata con l’inevitabilità del collasso ecologico. Il problema di fondo, secondo me, è la natura stessa della vita. Cosa intendo?
Quando strutture chimiche complesse sono emerse sulla terra 4 miliardi di anni fa, con la capacità di moltiplicarsi, trasmettendo alle generazioni seguenti il codice della vita (DNA) e nel processo di esso, subire mutazioni, il fenomeno dell’evoluzione e selezione naturale è emerso automaticamente, senza interventi “soprannaturali” di sorta.
La complessità degli esseri viventi ci ha portato all’oggi. La pulsione di procreare è immensa, perché’ affonda le radici nel significato della vita stessa. In un mondo dove una specie senziente è assente, la vita non ha la capacità di causare un collasso ecologico perché’ autoregolante secondo la ben conosciuta equazione differenziale di crescita di popolazione.
Infatti, quando la popolazione si avvicina alla “carrying capacity” M, la popolazione tende a stabilizzarsi. Nel caso di essere senzienti, la “carrying capacity” M, dettata dalla sostenibilità dell’ambiente, non rimane costante me declina poiché’ il potenziale ecologico viene irrimediabilmente compromesso.
Forse il danno ecologico porterà ad una riduzione drastica della fertilità, come si nota oggi nei maschi a causa di tricloroetilene nelle acque, pesticidi come atrazina, glifosfati nel cibo. Di una cosa sono certa, nessun organo governativo riuscirà mai ad imporre un controllo delle nascite. L’India e la Cina ci hanno provato con risultati spettacolarmente falliti. In conclusione, vedo un futuro dove la popolazione umana mondiale si ridurrà drasticamente a causa dello stress ecologico, dell’emergenza di nuove epidemie, di guerre per ottenere le limitate risorse e d’infertilità provocata da inquinamenti ambientali.
“Koshi ga kudakeru” per l’umanità.
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