In soccorso a mia nipote.
di
Hanna Huxley
genere
prime esperienze
(Nota: Per gli antecedenti alla storia leggere “Il cambio di vita”)
Un pomeriggio, inaspettatamente, io, Hanna, ricevetti una chiamata WhatsApp da mia nipote Emma. A farla breve, la mia giovane nipote aveva un grosso problema sul quale voleva unicamente confidarsi con me, sua zia. Lei e il suo ragazzo erano follemente innamorati e, come naturale, avevano certe potenti pulsioni sessuali. Purtroppo, non erano mai riusciti a fare all’amore perché’ quando tentavano l’amplesso, appena il suo membro cercava di penetrarla, lei provava un intenso dolore, un dolore così lancinante da farli desistere e di conseguenza, la frustrazione per entrambi era salita alle stelle. Le chiesi – “Ma non hai pensato di farti fare un’imenectomia (deflorazione chirurgica) dal ginecologo? È un intervento semplicissimo, non c’è necessità di degenza in ospedale ed è indolore”. Lei mi risponde – “Ma zia, lo sai dove vivo; tutti sanno di tutti e temo che il mio ginecologo che è anche quello di mia madre, glielo andrà a riferire e tu zia, sai benissimo come è tua sorella!”
Emma continuò dicendo che si rammaricava di essere ancora vergine a vent’anni e voleva darsi completamente al suo primo vero amore ed entrambi lo agognavano. Mia nipote è sempre stata molto in confidenza con me, molto di più che con la madre, particolarmente su certe faccende intime. Da ragazzina le avevo descritto cosa era l’orgasmo, l’avevo istruita a come farsi i ditalini, come stimolarsi il sederino mentre si masturbava. Sua madre, mia sorella di molti anni maggiore al contrario, aveva un carattere severo, autocratico, una bigottona che invocava sempre a memoria i versi della Bibbia (luterana), esaltava la purezza della donna insieme a tante insensate fandonie. Ovviamente, raccomandava alla figlia “ad nauseam” di mantenersi vergine fino al matrimonio, mentre con i fratelli di Emma, la madre rimaneva zitta e per lei potevano fare quello che volevano. Bene, Emma aveva ben altre idee, molto più “progressiste” e si rammaricava di non aver potuto esplorare appieno la propria sana e perfettamente normale sessualità e non per scelta, ma per cause fisiologiche.
Così Emma mi chiese di soccorrerla in quello che era, ai suoi giovani occhi, un problema di colossale importanza. Le suggerii di venire a trovarmi con il suo ragazzo in modo che avrei fatto del mio meglio per aiutarli. Ci accordammo che sarebbero arrivati per il fine settimana. E così fu!
Emma arrivò con il suo ragazzo. Ad accoglierli, naturalmente c’ero io, la zia e la mia amica/amante Silvia. Entrambe rimanemmo leggermente sorprese che il ragazzo di Emma era un nero; un bel giovane, attraente, aitante ed estremamente affabile. Emma era una bella ragazza, molto carina di media statura vestita con jeans ed una camiciola che lasciava intravvedere i suoi seni impertinenti, liberi e …… se lo poteva davvero permettere…ah la gioventù!
Emma rimase meravigliata dalla presenza di Silvia, ma io le ricordai che sono bisessuale e grande fautrice del polyamory. Insieme a Silvia avevamo instaurato un “ménage à quatre” con lei e i nostri mariti. Emma sembrò incuriosita e mi chiese se ci legasse un forte sentimento e se avessimo regolari rapporti sessuali fra noi quattro. Silvia le rispose che certamente era così, infatti si viveva tutti in questa villa e si dormiva in un letto enorme “king-size”. Con nostro sollievo, sia Emma che il suo ragazzo Naru, accettarono di buon grado la situazione. Ovviamente la curiosità dei due giovani si era acuita e dopo cena i due ci chiesero se esistesse un accordo di fedeltà fra Silvia, me ed i nostri mariti. Le risposi – “Per il momento abbiamo deciso che siamo liberi di aver sesso con chiunque desideriamo ma sempre e solo in presenza di tutti e quattro. Se altre coppie, donne o uomini vogliono partecipare, ciò può avvenire solo con il consenso di tutti noi quattro. In altre parole, i nostri mariti, Silvia ed io siamo il nucleo principale. Silvia si alzò dal tavolo leggermente brilla e con il bicchiere di spumante sollevato gridò – “Urray for the polyamory!”
E così il discorso cadde su Mauro e Giulio i nostri mariti e su che cosa era successo con loro precedentemente. Io ed Silvia ne parlammo con dovizia di particolari, forse anche perché qualche bottiglia di spumante era già stata consumata. Le descrizioni che seguirono arrapò tutti non poco, tanto che suggerimmo di andare in camera da letto e per cercare una soluzione al problema che affliggeva Emma e Naru.
Dissi a Emma e Naru – “Spero che non abbiate inibizioni, ma a noi piace rimanere nudi in casa, sarebbe opportuno che anche voi vi mettiate nudi, vi andrebbe bene?” Con un po’ di titubanza risposero di sì.
Emma era molto attraente, con lunghi capelli color rame, occhi azzurri, un bel viso delicato con una pelle bianchissima, tanto per intenderci, di quelle che non si abbronzano mai, ma diventano rosse come aragoste se stanno al sole. Fortunata di avere delle belle tette ben formate con i capezzoli rosa ed un sederino all’insù molto attraente….. non solo per il sesso opposto! Anche lei si depilava il pube, per cui la sua fighetta era completamente visibile con le piccole labbra che le sporgevano fuori dalle grandi labbra. Naru aveva una carnagione che direi mi ricordava il cioccolato al latte, aveva un viso schietto con un bel fisico, asciutto, in perfetta forma fisica con muscoli che delineavano la sua figura virile, ma ciò che catturava l’attenzione erano le dimensioni del pene, che si possono solo definire notevoli. Così, in uno stato rilassato, era lungo ad occhio e croce almeno 15 cm con la cappella pure color cioccolato e due bei testicoli. Silvia ed io rimanemmo a bocca aperta e provai inaspettatamente un inquietante formicolio alla figa pensando a quanto sarebbe aumentato di dimensioni quando eretto. Ormai ci eravamo messi a nostro agio, tutti seduti sul letto. Emma ci chiese – “Volete vedere questo imene maledetto?” – “Ma certo, altrimenti come possiamo aiutarvi?” Gli risposi.
Lei si aprì le grandi labbra mostrandoci l’imene ancora intatto, con un piccolo orifizio al centro. Le introdussi un dito e lo tastai – “Emma, capisco perché’ avete problemi. Il tuo imene è molto spesso il che è abbastanza raro, si tratta di un caso specifico che richiederebbe una imenectomia, per questo avete difficoltà”. Le dissi. A questo punto eravamo tutti e quattro abbastanza su di giri, Silvia si beava della vista di Naru nudo, il cui cazzo si era già eretto magnificamente. Naru era fortemente eccitato, circondato dalla sua ragazza e da due belle donne nude. Guardava con desiderio specialmente Emma distesa a gambe larghe sul letto. La incoraggiai dicendo – “Dai Emma facci vedere come sei brava a fare un pompino a Naru, noi intanto vi guardiamo perché’ sai tutti hanno un po’ del voyeur in loro”. Lei prese Naru per i fianchi tirandolo a sé e senza imbarazzo si mise a succhiare quel magnifico uccello di fronte a noi. Con una mano gli accarezzava lo scroto e con l’altra gli teneva in mano la stanga mentre gli passava la lingua sulla cappella nera. Emma ci sapeva fare, gli leccava tutta l’asta andando su e giù per poi prendergli tutto la cappella in bocca e passandogli la lingua tutto intorno.
Naru mugolava di piacere, ad un certo punto prese la testa di Emma fra le mani e le spinse il cazzo fino in gola facendole quasi venire degli urti di vomito. Intanto noi rimanemmo lì ad osservare la giovane coppia, mentre entrambe ci accarezzavamo le nostre passere, anzi Silvia aveva preso dal comodino il mio vibratore rabbit. Se lo aveva introdotto nella figa, tenendolo dentro con le cosce chiuse e guardando i due. Emma si buttò sul letto con la pancina in su ed aprì le gambe. Naru, con una voglia incredibile, si buttò su di lei. Iniziarono a baciarsi, toccarsi, accarezzarsi totalmente immersi nella loro passione, incuranti di noi spettatrici. Naru si avvicinò alla figa di Emma e cominciò a passarle la lingua lungo il taglio della figa, titillandole il turgido clitoride con movimenti circolari.
Emma si muoveva tutta spingendo il bacino verso il suo viso. Ovviamente Emma si bagnava molto perché’ le leccate di Naru la fecero orgasmare, ansava sul letto mentre Naru continuava a leccarla e uno spruzzo del suo eiaculato gli finì in viso. Lo spettacolo aveva eccitato pure noi, ma i due giovani avevano la precedenza. Il cazzo di Naru era ancora duro, duro e si capiva che voleva venire pure lui. Io suggerì a Naru di aspettare a venire perché’ quello era il momento buono di provare a deflorare Emma.
Silvia gli prese in mano l’uccello, con la scusa di cospargerlo con KY jelly, un lubrificante intimo che va per la maggiore, appoggiò la nera cappella all’entrata della figa di Emma, mentre io le tenevo le gambe aperte. Appena Naru provò a spingere, Emma si ritrasse lamentandosi delle fitte di dolore che provava. Ancora una volta, sembrava che la faccenda finisse con una montagna di frustrazioni per entrambi. Come poter aiutare i due giovani amanti?
Ovviamente l’unica maniera possibile sarebbe stata quella di anestizzare localmente l’entrata della vagina. Mi venne in mente che in casa avevo un farmaco proprio adatto allo scopo, un tubetto di lidocaina per uso topico, utilizzato principalmente come antidolorifico locale. Silvia fece distendere Emma sul letto a pancia in su. Le prese le gambe tenendole ben aperte, io le aprii le grandi labbra e con il dito le spalmai la lidocaina intorno all’imene, ma evitando naturalmente il clitoride in modo che Emma non perdesse alcuna sensazione di godimento.
Dopo un certo lasso di tempo, per fare in modo che la lidocaina facesse il suo effetto, dissi a Naru di provare ancora. Gli presi in mano il cazzo e lo presentai all’entrata della figa di Emma. Naru non si fece pregare e con delicatezza cominciò a spingere il suo membro nella figa aperta di Emma, sempre timoroso di farle del male. Era veramente una scena erotica vedere quel cazzo nero entrare nella passera di Emma. La verga gli si si incurvò momentaneamente quando la cappella entrò in contatto con l’imene ma visto che Emma non si lamentava continuò a premere e ad un tratto tutta cappella sparì nella vagina di Emma seguita da tutta l’asta, come un treno che scompare in galleria.
Emma fece una smorfia, ma capì che finalmente Naru le aveva sfondato l’imene e l’aveva sverginata. Noi battemmo le mani in approvazione mentre Emma felice si aggrappò alle natiche di Naru tirandolo tutto a sé in modo che il suo cazzo le entrasse tutto fino in fondo. Naru cominciò a pomparla con tutta l’energia che si era accumulata in lui dopo mesi di totale frustrazione. Emma era in estasi e godeva come una matta, come evidenza della deflorazione avvenuta un po’ di sangue mescolato ai suoi umori vaginali apparvero sul cazzo di Naru, prova che la porta della sua figa si era finalmente spalancata.
Emma ansava dal godimento, disse che non aveva mai provato un piacere del genere e cominciò ad orgasmare convulsando disordinatamente. Naru pompandole la figa le solleticava il clitoride che sporgeva tumido in contatto con il dorso di quell’asta fenomenale e forse perché’ la lidocaina gli aveva attenuato un po’ le sensazioni sulla cappella, continuava a pomparla senza fermarsi. Fra l’altro è ben risaputo che la lidocaina può essere usata per prevenire la eiaculazione precoce e per questo che l’avevo in casa. Mio marito quando ci mettiamo a far sesso tutti e quattro insieme, deve usare la lidocaina perché’ si eccita da morire e tende a sborrare dopo poco. Naru con le grandi mani le palpeggiava le tette stringendo fra le dita i capezzoli che si erano inturgiditi al massimo. Emma continuava a venire senza sosta, Naru la possedeva totalmente e completamente. Finalmente dopo un tempo interminabile non riuscì più a contenersi ed eiaculò nel profondo della figa.
Per Emma era la prima volta nella sua giovane vita che un cazzo l’aveva riempita. Era finalmente diventata donna! Rimasero allacciati fino a che le onde orgasmiche andarono ad affievolirsi. Naru estrasse il suo nero uccello ormai flaccido ed un rivolo del suo seme colò fuori dalla figa ormai spalancata. Non c’era più segno dell’odiato imene, solo una membrana frastagliata, che ormai non sanguinava più. Emma era così grata che ci chiese se loro due potessero fare qualsiasi qualcosa per sdebitarsi. Io ed Silvia ci guardammo negli occhi …. ammirammo Naro nudo dal capo ai piedi … e con un’aria birichina dicemmo all’unisono – “Sì veramente ci sarebbe qualcosa che potreste fare per sdebitarvi…”.
Convincemmo Emma e Naru di rimanere nostri ospiti per qualche giorno ed almeno aspettare il ritorno da un viaggio di lavoro dei nostri mariti. Si organizzò una bella cena tutti sei sotto il pergolato in giardino. Giulio e Mauro si diedero da fare con il barbecue, chissà perché’ sembra che solo gli uomini sappiano cucinare al barbecue, questo è uno dei misteri ancora irrisolti. La cena fu molto piacevole e verso la fine quando molte bottiglie di vino si erano magicamente svuotate, Emma portò la conversazione sul “ménage à quatre” che ci univa. Emma, come mi aspettavo, trovava la faccenda intrigante, addirittura inverosimile e ci chiese – “Ma non siete gelosi di vedere che il vostro sposo o sposa faccia all’amore con un altro partner?” Le risposi – “Cara mia, in primo luogo non è corretto dire, fare all’amore, devi dire far sesso. La gelosia è una forma di possesso, radicata nella nostra cultura. Il concetto di possedere un altro essere umano è detestante. Dimmi di quanti delitti e violenze la gelosia è responsabile? In certe società, che noi occidentali definiamo primitive, viene praticata la poliandria e l’associata poliginia, in altre parole ogni femmina o maschio ha accesso sessuale con chiunque desideri all’interno del cerchio tribale, senza gelosie né desiderio di possesso ed i figli, sono figli di tutti e tutti sono responsabili della loro cura”.
E aggiungo – “Vedi, i primi essere umani sono apparsi in Africa due milioni di anni fa. L’homo sapiens è apparso circa duecentomila anni fa. Dal punto di vista evolutivo, quella che noi chiamiamo civiltà, nata forse quattromila anni fa, è solo un intervallo minuscolo nel corso dell’evoluzione umana. Perché’ ti dico questo? Perché’ tutti gli esseri umani, si sono evoluti ad avere molti partner sessuali. La monogamia non è un comportamento derivato dalla selezione naturale, ma da religioni, culture che non sono altro che invenzioni umane create con lo scopo di controllo, supremazia e …. possesso”. Emma e Naru rimasero sconcertati da questa asserzione e ovviamente essendo inquisitivi mi chiesero come sia possibile dimostrarlo. Le risposi – “Bella domanda, e la risposta si trova nel maschio”.
(A questo punto caro lettore entro in un campo scientifico, se vi annoiasse saltatelo pure)
Le chiedo – “Emma non ti mai chiesta perché’ il glande del pene ha quella forma particolare?” Lei esitante rispose di no. Ed io proseguo – “Devo fare un’analogia, prendiamo ad esempio la pompa di bicicletta. Tipicamente la guarnizione ha la forma di coppa fatta con un materiale flessibile, con la concavità rivolta nella direzione in cui si esercita pressione cosicché’ quando si comprime l’aria per gonfiare la gomma della bicicletta, la guarnizione si espande contro le pareti del cilindro sigillando il contatto.
Tutto chiaro fino a qui? Ora pensa ad una pompa che faccia l’inverso, cioè che invece di comprimere, estrae aria. La guarnizione ora deve essere montata con la concavità nella direzione opposta in modo che la pressione negativa la faccia espandere sigillando le pareti del cilindro.
Ed ora veniamo al glande del pene, la cappella, essa ha la stessa funzione e cioè di estrarre lo sperma lasciato nella vagina dal maschio precedente in modo di massimizzare le probabilità di fecondare la femmina col proprio sperma. Il tutto sotto il principio evolutivo Darwiniano di propagare i propri geni, il proprio DNA. Questo è l’unico, vero e universale significato della vita”.
Notando che i due giovani mi ascoltavano con grande attenzione continuai con l’esposizione – Un’altra prova venne scoperta durante il processo di fertilizzazione in vitro. Lo sperma normale contiene tipicamente quaranta milioni di spermatozoi. Sai quanti di questi sono sani ed hanno la capacità a procreare? Si e’ osservato che sono solo lo 0,01% di media! Tipicamente, l’evoluzione degli organismi non favorisce lo spreco di energia, ne consegue che certi ricercatori si sono chiesti quale è la funzione di tutti questi milioni di spermatozoi anomali che non servono alla fecondazione?
Recentemente sono nate certe teorie che parlano di spermatozoi kamikaze (Baker, Bellis 1988), cioè che avrebbero la funzione di attaccare gli spermatozoi già presenti nella vagina della donna in modo da favorire la fecondazione dei propri spermatozoi. Una vera battaglia si instaurebbe, una vera corsa alle armi, tutto sempre alla luce della selezione naturale (devo puntualizzare che questa teoria è controversa, ma serie ricerche sull’argomento mancano). Tutto ciò è molto semplificato, ma va ad indicare che durante le centinaia di migliaia di anni durante le quali l’essere umano si è evoluto, sia la femmina che il maschio hanno agito in modo promiscuo accettando copulazioni con differenti partners anche a breve intervallo uno dall’altro”.
Emma e Naru rimasero a bocca aperta. – “Non ci posso credere, zia, e l’amore dove finisce?” Mi chiede. Rispondo -” Emma tu stai confondendo il sesso con l’amore, sono cose completamente distinte. Quando un uomo si masturba, si innamora della mano? Quando ti sei fatta i ditalini ti sei innamorata del tuo dito?”. In ogni caso possiamo facilmente fare un esperimento”. L’attenzione di tutti si accentuò. Mio marito Giulio mi chiese – “Hanna, riconosco quell’aria birichina, che cosa proponi di fare?”. _ “Propongo che per l’amor della scienza, ripeto “scienza”, Naru si accoppi con Silvia, per inciso senza conseguenze poiché’ lei è già incinta di due mesi, poi Mauro immediatamente dopo la chiava pure lui, sempre che Naru ed Emma, silvia e Mauro siano d’accordo”. Le bocche di Emma e Naru si spalancarono per la sorpresa, balbettando Emma disse che non avrebbe accettato che il suo ragazzo si facesse Silvia addirittura di fronte a lei. Silvia invece disse che l’avrebbe fatto volentieri, Mauro disse che anche per lui sarebbe andato bene. Lei rimuginò per un po’, alla fine sotto pressione di tutti Emma accettò la situazione, occorre pure dire che Naru aveva lasciato la decisione ad Emma. Io le ricordai ancora una volta che sesso non è amore.
Devo confessare che Silvia si era confidata con me dicendomi che le sarebbe piaciuto farsi chiavare da Naru; era una delle sue fantasie di farsi fare da un nero ed in più con un uccello così fenomenale.
Entrammo in casa tutti e sei per andare in camera da letto. Senza disagio, come fosse la cosa più naturale del mondo, ci mettemmo nudi. Osservai come i nostri mariti guardavano con interesse Emma nuda. Una ventenne nuda ed attraente è un’immagine provocante per chiunque. Quasi sovrappensiero dissi – “Per una donna vedere qui tre cazzi eretti è un’immagine da non dimenticare, non trovi Silvia?” Silvia si buttò a gambe larghe sul letto, si prese le ginocchia tenendole aperte. Naru si avvicinò con il suo membro in completa erezione. Progressivamente il suo cazzo si fece strada nella sua figa, ma con una certa difficoltà a causa del diametro del membro. Emma guardava la scena tenendosi la mano sulla bocca, mentre Silvia mugolava di piacere.
Naru la scopava soltanto, niente carezze, niente baci, solo puro coito. Dopo una decina di minuti di furiose pompate, Naru annunciò che stava venendo e le sparò dentro tutto il contenuto dei suoi testicoli. Silvia aveva già orgasmato tre volte nel frattempo. Naru uscì col cazzo da Silvia e Mauro si affrettò a penetrarla subito dopo. Ora dissi a tutti – “Osservate attentamente cosa sta succedendo. Il cazzo di Naru è più largo di quello di Mauro, per cui la figa di Silvia era alquanto dilatata e, malgrado ciò, si vede chiaramente che quando Mauro estrae l’uccello, parte dell’eiaculato di Naru viene espulso”. Nel giro di qualche pompata tutto il seme di Naru era gocciolato sulle lenzuola, l’effetto “pompa” del pene aveva fatto la sua funzione esattamente come l’evoluzione di migliaia di migliaia di generazioni l’aveva modellato.
Un pomeriggio, inaspettatamente, io, Hanna, ricevetti una chiamata WhatsApp da mia nipote Emma. A farla breve, la mia giovane nipote aveva un grosso problema sul quale voleva unicamente confidarsi con me, sua zia. Lei e il suo ragazzo erano follemente innamorati e, come naturale, avevano certe potenti pulsioni sessuali. Purtroppo, non erano mai riusciti a fare all’amore perché’ quando tentavano l’amplesso, appena il suo membro cercava di penetrarla, lei provava un intenso dolore, un dolore così lancinante da farli desistere e di conseguenza, la frustrazione per entrambi era salita alle stelle. Le chiesi – “Ma non hai pensato di farti fare un’imenectomia (deflorazione chirurgica) dal ginecologo? È un intervento semplicissimo, non c’è necessità di degenza in ospedale ed è indolore”. Lei mi risponde – “Ma zia, lo sai dove vivo; tutti sanno di tutti e temo che il mio ginecologo che è anche quello di mia madre, glielo andrà a riferire e tu zia, sai benissimo come è tua sorella!”
Emma continuò dicendo che si rammaricava di essere ancora vergine a vent’anni e voleva darsi completamente al suo primo vero amore ed entrambi lo agognavano. Mia nipote è sempre stata molto in confidenza con me, molto di più che con la madre, particolarmente su certe faccende intime. Da ragazzina le avevo descritto cosa era l’orgasmo, l’avevo istruita a come farsi i ditalini, come stimolarsi il sederino mentre si masturbava. Sua madre, mia sorella di molti anni maggiore al contrario, aveva un carattere severo, autocratico, una bigottona che invocava sempre a memoria i versi della Bibbia (luterana), esaltava la purezza della donna insieme a tante insensate fandonie. Ovviamente, raccomandava alla figlia “ad nauseam” di mantenersi vergine fino al matrimonio, mentre con i fratelli di Emma, la madre rimaneva zitta e per lei potevano fare quello che volevano. Bene, Emma aveva ben altre idee, molto più “progressiste” e si rammaricava di non aver potuto esplorare appieno la propria sana e perfettamente normale sessualità e non per scelta, ma per cause fisiologiche.
Così Emma mi chiese di soccorrerla in quello che era, ai suoi giovani occhi, un problema di colossale importanza. Le suggerii di venire a trovarmi con il suo ragazzo in modo che avrei fatto del mio meglio per aiutarli. Ci accordammo che sarebbero arrivati per il fine settimana. E così fu!
Emma arrivò con il suo ragazzo. Ad accoglierli, naturalmente c’ero io, la zia e la mia amica/amante Silvia. Entrambe rimanemmo leggermente sorprese che il ragazzo di Emma era un nero; un bel giovane, attraente, aitante ed estremamente affabile. Emma era una bella ragazza, molto carina di media statura vestita con jeans ed una camiciola che lasciava intravvedere i suoi seni impertinenti, liberi e …… se lo poteva davvero permettere…ah la gioventù!
Emma rimase meravigliata dalla presenza di Silvia, ma io le ricordai che sono bisessuale e grande fautrice del polyamory. Insieme a Silvia avevamo instaurato un “ménage à quatre” con lei e i nostri mariti. Emma sembrò incuriosita e mi chiese se ci legasse un forte sentimento e se avessimo regolari rapporti sessuali fra noi quattro. Silvia le rispose che certamente era così, infatti si viveva tutti in questa villa e si dormiva in un letto enorme “king-size”. Con nostro sollievo, sia Emma che il suo ragazzo Naru, accettarono di buon grado la situazione. Ovviamente la curiosità dei due giovani si era acuita e dopo cena i due ci chiesero se esistesse un accordo di fedeltà fra Silvia, me ed i nostri mariti. Le risposi – “Per il momento abbiamo deciso che siamo liberi di aver sesso con chiunque desideriamo ma sempre e solo in presenza di tutti e quattro. Se altre coppie, donne o uomini vogliono partecipare, ciò può avvenire solo con il consenso di tutti noi quattro. In altre parole, i nostri mariti, Silvia ed io siamo il nucleo principale. Silvia si alzò dal tavolo leggermente brilla e con il bicchiere di spumante sollevato gridò – “Urray for the polyamory!”
E così il discorso cadde su Mauro e Giulio i nostri mariti e su che cosa era successo con loro precedentemente. Io ed Silvia ne parlammo con dovizia di particolari, forse anche perché qualche bottiglia di spumante era già stata consumata. Le descrizioni che seguirono arrapò tutti non poco, tanto che suggerimmo di andare in camera da letto e per cercare una soluzione al problema che affliggeva Emma e Naru.
Dissi a Emma e Naru – “Spero che non abbiate inibizioni, ma a noi piace rimanere nudi in casa, sarebbe opportuno che anche voi vi mettiate nudi, vi andrebbe bene?” Con un po’ di titubanza risposero di sì.
Emma era molto attraente, con lunghi capelli color rame, occhi azzurri, un bel viso delicato con una pelle bianchissima, tanto per intenderci, di quelle che non si abbronzano mai, ma diventano rosse come aragoste se stanno al sole. Fortunata di avere delle belle tette ben formate con i capezzoli rosa ed un sederino all’insù molto attraente….. non solo per il sesso opposto! Anche lei si depilava il pube, per cui la sua fighetta era completamente visibile con le piccole labbra che le sporgevano fuori dalle grandi labbra. Naru aveva una carnagione che direi mi ricordava il cioccolato al latte, aveva un viso schietto con un bel fisico, asciutto, in perfetta forma fisica con muscoli che delineavano la sua figura virile, ma ciò che catturava l’attenzione erano le dimensioni del pene, che si possono solo definire notevoli. Così, in uno stato rilassato, era lungo ad occhio e croce almeno 15 cm con la cappella pure color cioccolato e due bei testicoli. Silvia ed io rimanemmo a bocca aperta e provai inaspettatamente un inquietante formicolio alla figa pensando a quanto sarebbe aumentato di dimensioni quando eretto. Ormai ci eravamo messi a nostro agio, tutti seduti sul letto. Emma ci chiese – “Volete vedere questo imene maledetto?” – “Ma certo, altrimenti come possiamo aiutarvi?” Gli risposi.
Lei si aprì le grandi labbra mostrandoci l’imene ancora intatto, con un piccolo orifizio al centro. Le introdussi un dito e lo tastai – “Emma, capisco perché’ avete problemi. Il tuo imene è molto spesso il che è abbastanza raro, si tratta di un caso specifico che richiederebbe una imenectomia, per questo avete difficoltà”. Le dissi. A questo punto eravamo tutti e quattro abbastanza su di giri, Silvia si beava della vista di Naru nudo, il cui cazzo si era già eretto magnificamente. Naru era fortemente eccitato, circondato dalla sua ragazza e da due belle donne nude. Guardava con desiderio specialmente Emma distesa a gambe larghe sul letto. La incoraggiai dicendo – “Dai Emma facci vedere come sei brava a fare un pompino a Naru, noi intanto vi guardiamo perché’ sai tutti hanno un po’ del voyeur in loro”. Lei prese Naru per i fianchi tirandolo a sé e senza imbarazzo si mise a succhiare quel magnifico uccello di fronte a noi. Con una mano gli accarezzava lo scroto e con l’altra gli teneva in mano la stanga mentre gli passava la lingua sulla cappella nera. Emma ci sapeva fare, gli leccava tutta l’asta andando su e giù per poi prendergli tutto la cappella in bocca e passandogli la lingua tutto intorno.
Naru mugolava di piacere, ad un certo punto prese la testa di Emma fra le mani e le spinse il cazzo fino in gola facendole quasi venire degli urti di vomito. Intanto noi rimanemmo lì ad osservare la giovane coppia, mentre entrambe ci accarezzavamo le nostre passere, anzi Silvia aveva preso dal comodino il mio vibratore rabbit. Se lo aveva introdotto nella figa, tenendolo dentro con le cosce chiuse e guardando i due. Emma si buttò sul letto con la pancina in su ed aprì le gambe. Naru, con una voglia incredibile, si buttò su di lei. Iniziarono a baciarsi, toccarsi, accarezzarsi totalmente immersi nella loro passione, incuranti di noi spettatrici. Naru si avvicinò alla figa di Emma e cominciò a passarle la lingua lungo il taglio della figa, titillandole il turgido clitoride con movimenti circolari.
Emma si muoveva tutta spingendo il bacino verso il suo viso. Ovviamente Emma si bagnava molto perché’ le leccate di Naru la fecero orgasmare, ansava sul letto mentre Naru continuava a leccarla e uno spruzzo del suo eiaculato gli finì in viso. Lo spettacolo aveva eccitato pure noi, ma i due giovani avevano la precedenza. Il cazzo di Naru era ancora duro, duro e si capiva che voleva venire pure lui. Io suggerì a Naru di aspettare a venire perché’ quello era il momento buono di provare a deflorare Emma.
Silvia gli prese in mano l’uccello, con la scusa di cospargerlo con KY jelly, un lubrificante intimo che va per la maggiore, appoggiò la nera cappella all’entrata della figa di Emma, mentre io le tenevo le gambe aperte. Appena Naru provò a spingere, Emma si ritrasse lamentandosi delle fitte di dolore che provava. Ancora una volta, sembrava che la faccenda finisse con una montagna di frustrazioni per entrambi. Come poter aiutare i due giovani amanti?
Ovviamente l’unica maniera possibile sarebbe stata quella di anestizzare localmente l’entrata della vagina. Mi venne in mente che in casa avevo un farmaco proprio adatto allo scopo, un tubetto di lidocaina per uso topico, utilizzato principalmente come antidolorifico locale. Silvia fece distendere Emma sul letto a pancia in su. Le prese le gambe tenendole ben aperte, io le aprii le grandi labbra e con il dito le spalmai la lidocaina intorno all’imene, ma evitando naturalmente il clitoride in modo che Emma non perdesse alcuna sensazione di godimento.
Dopo un certo lasso di tempo, per fare in modo che la lidocaina facesse il suo effetto, dissi a Naru di provare ancora. Gli presi in mano il cazzo e lo presentai all’entrata della figa di Emma. Naru non si fece pregare e con delicatezza cominciò a spingere il suo membro nella figa aperta di Emma, sempre timoroso di farle del male. Era veramente una scena erotica vedere quel cazzo nero entrare nella passera di Emma. La verga gli si si incurvò momentaneamente quando la cappella entrò in contatto con l’imene ma visto che Emma non si lamentava continuò a premere e ad un tratto tutta cappella sparì nella vagina di Emma seguita da tutta l’asta, come un treno che scompare in galleria.
Emma fece una smorfia, ma capì che finalmente Naru le aveva sfondato l’imene e l’aveva sverginata. Noi battemmo le mani in approvazione mentre Emma felice si aggrappò alle natiche di Naru tirandolo tutto a sé in modo che il suo cazzo le entrasse tutto fino in fondo. Naru cominciò a pomparla con tutta l’energia che si era accumulata in lui dopo mesi di totale frustrazione. Emma era in estasi e godeva come una matta, come evidenza della deflorazione avvenuta un po’ di sangue mescolato ai suoi umori vaginali apparvero sul cazzo di Naru, prova che la porta della sua figa si era finalmente spalancata.
Emma ansava dal godimento, disse che non aveva mai provato un piacere del genere e cominciò ad orgasmare convulsando disordinatamente. Naru pompandole la figa le solleticava il clitoride che sporgeva tumido in contatto con il dorso di quell’asta fenomenale e forse perché’ la lidocaina gli aveva attenuato un po’ le sensazioni sulla cappella, continuava a pomparla senza fermarsi. Fra l’altro è ben risaputo che la lidocaina può essere usata per prevenire la eiaculazione precoce e per questo che l’avevo in casa. Mio marito quando ci mettiamo a far sesso tutti e quattro insieme, deve usare la lidocaina perché’ si eccita da morire e tende a sborrare dopo poco. Naru con le grandi mani le palpeggiava le tette stringendo fra le dita i capezzoli che si erano inturgiditi al massimo. Emma continuava a venire senza sosta, Naru la possedeva totalmente e completamente. Finalmente dopo un tempo interminabile non riuscì più a contenersi ed eiaculò nel profondo della figa.
Per Emma era la prima volta nella sua giovane vita che un cazzo l’aveva riempita. Era finalmente diventata donna! Rimasero allacciati fino a che le onde orgasmiche andarono ad affievolirsi. Naru estrasse il suo nero uccello ormai flaccido ed un rivolo del suo seme colò fuori dalla figa ormai spalancata. Non c’era più segno dell’odiato imene, solo una membrana frastagliata, che ormai non sanguinava più. Emma era così grata che ci chiese se loro due potessero fare qualsiasi qualcosa per sdebitarsi. Io ed Silvia ci guardammo negli occhi …. ammirammo Naro nudo dal capo ai piedi … e con un’aria birichina dicemmo all’unisono – “Sì veramente ci sarebbe qualcosa che potreste fare per sdebitarvi…”.
Convincemmo Emma e Naru di rimanere nostri ospiti per qualche giorno ed almeno aspettare il ritorno da un viaggio di lavoro dei nostri mariti. Si organizzò una bella cena tutti sei sotto il pergolato in giardino. Giulio e Mauro si diedero da fare con il barbecue, chissà perché’ sembra che solo gli uomini sappiano cucinare al barbecue, questo è uno dei misteri ancora irrisolti. La cena fu molto piacevole e verso la fine quando molte bottiglie di vino si erano magicamente svuotate, Emma portò la conversazione sul “ménage à quatre” che ci univa. Emma, come mi aspettavo, trovava la faccenda intrigante, addirittura inverosimile e ci chiese – “Ma non siete gelosi di vedere che il vostro sposo o sposa faccia all’amore con un altro partner?” Le risposi – “Cara mia, in primo luogo non è corretto dire, fare all’amore, devi dire far sesso. La gelosia è una forma di possesso, radicata nella nostra cultura. Il concetto di possedere un altro essere umano è detestante. Dimmi di quanti delitti e violenze la gelosia è responsabile? In certe società, che noi occidentali definiamo primitive, viene praticata la poliandria e l’associata poliginia, in altre parole ogni femmina o maschio ha accesso sessuale con chiunque desideri all’interno del cerchio tribale, senza gelosie né desiderio di possesso ed i figli, sono figli di tutti e tutti sono responsabili della loro cura”.
E aggiungo – “Vedi, i primi essere umani sono apparsi in Africa due milioni di anni fa. L’homo sapiens è apparso circa duecentomila anni fa. Dal punto di vista evolutivo, quella che noi chiamiamo civiltà, nata forse quattromila anni fa, è solo un intervallo minuscolo nel corso dell’evoluzione umana. Perché’ ti dico questo? Perché’ tutti gli esseri umani, si sono evoluti ad avere molti partner sessuali. La monogamia non è un comportamento derivato dalla selezione naturale, ma da religioni, culture che non sono altro che invenzioni umane create con lo scopo di controllo, supremazia e …. possesso”. Emma e Naru rimasero sconcertati da questa asserzione e ovviamente essendo inquisitivi mi chiesero come sia possibile dimostrarlo. Le risposi – “Bella domanda, e la risposta si trova nel maschio”.
(A questo punto caro lettore entro in un campo scientifico, se vi annoiasse saltatelo pure)
Le chiedo – “Emma non ti mai chiesta perché’ il glande del pene ha quella forma particolare?” Lei esitante rispose di no. Ed io proseguo – “Devo fare un’analogia, prendiamo ad esempio la pompa di bicicletta. Tipicamente la guarnizione ha la forma di coppa fatta con un materiale flessibile, con la concavità rivolta nella direzione in cui si esercita pressione cosicché’ quando si comprime l’aria per gonfiare la gomma della bicicletta, la guarnizione si espande contro le pareti del cilindro sigillando il contatto.
Tutto chiaro fino a qui? Ora pensa ad una pompa che faccia l’inverso, cioè che invece di comprimere, estrae aria. La guarnizione ora deve essere montata con la concavità nella direzione opposta in modo che la pressione negativa la faccia espandere sigillando le pareti del cilindro.
Ed ora veniamo al glande del pene, la cappella, essa ha la stessa funzione e cioè di estrarre lo sperma lasciato nella vagina dal maschio precedente in modo di massimizzare le probabilità di fecondare la femmina col proprio sperma. Il tutto sotto il principio evolutivo Darwiniano di propagare i propri geni, il proprio DNA. Questo è l’unico, vero e universale significato della vita”.
Notando che i due giovani mi ascoltavano con grande attenzione continuai con l’esposizione – Un’altra prova venne scoperta durante il processo di fertilizzazione in vitro. Lo sperma normale contiene tipicamente quaranta milioni di spermatozoi. Sai quanti di questi sono sani ed hanno la capacità a procreare? Si e’ osservato che sono solo lo 0,01% di media! Tipicamente, l’evoluzione degli organismi non favorisce lo spreco di energia, ne consegue che certi ricercatori si sono chiesti quale è la funzione di tutti questi milioni di spermatozoi anomali che non servono alla fecondazione?
Recentemente sono nate certe teorie che parlano di spermatozoi kamikaze (Baker, Bellis 1988), cioè che avrebbero la funzione di attaccare gli spermatozoi già presenti nella vagina della donna in modo da favorire la fecondazione dei propri spermatozoi. Una vera battaglia si instaurebbe, una vera corsa alle armi, tutto sempre alla luce della selezione naturale (devo puntualizzare che questa teoria è controversa, ma serie ricerche sull’argomento mancano). Tutto ciò è molto semplificato, ma va ad indicare che durante le centinaia di migliaia di anni durante le quali l’essere umano si è evoluto, sia la femmina che il maschio hanno agito in modo promiscuo accettando copulazioni con differenti partners anche a breve intervallo uno dall’altro”.
Emma e Naru rimasero a bocca aperta. – “Non ci posso credere, zia, e l’amore dove finisce?” Mi chiede. Rispondo -” Emma tu stai confondendo il sesso con l’amore, sono cose completamente distinte. Quando un uomo si masturba, si innamora della mano? Quando ti sei fatta i ditalini ti sei innamorata del tuo dito?”. In ogni caso possiamo facilmente fare un esperimento”. L’attenzione di tutti si accentuò. Mio marito Giulio mi chiese – “Hanna, riconosco quell’aria birichina, che cosa proponi di fare?”. _ “Propongo che per l’amor della scienza, ripeto “scienza”, Naru si accoppi con Silvia, per inciso senza conseguenze poiché’ lei è già incinta di due mesi, poi Mauro immediatamente dopo la chiava pure lui, sempre che Naru ed Emma, silvia e Mauro siano d’accordo”. Le bocche di Emma e Naru si spalancarono per la sorpresa, balbettando Emma disse che non avrebbe accettato che il suo ragazzo si facesse Silvia addirittura di fronte a lei. Silvia invece disse che l’avrebbe fatto volentieri, Mauro disse che anche per lui sarebbe andato bene. Lei rimuginò per un po’, alla fine sotto pressione di tutti Emma accettò la situazione, occorre pure dire che Naru aveva lasciato la decisione ad Emma. Io le ricordai ancora una volta che sesso non è amore.
Devo confessare che Silvia si era confidata con me dicendomi che le sarebbe piaciuto farsi chiavare da Naru; era una delle sue fantasie di farsi fare da un nero ed in più con un uccello così fenomenale.
Entrammo in casa tutti e sei per andare in camera da letto. Senza disagio, come fosse la cosa più naturale del mondo, ci mettemmo nudi. Osservai come i nostri mariti guardavano con interesse Emma nuda. Una ventenne nuda ed attraente è un’immagine provocante per chiunque. Quasi sovrappensiero dissi – “Per una donna vedere qui tre cazzi eretti è un’immagine da non dimenticare, non trovi Silvia?” Silvia si buttò a gambe larghe sul letto, si prese le ginocchia tenendole aperte. Naru si avvicinò con il suo membro in completa erezione. Progressivamente il suo cazzo si fece strada nella sua figa, ma con una certa difficoltà a causa del diametro del membro. Emma guardava la scena tenendosi la mano sulla bocca, mentre Silvia mugolava di piacere.
Naru la scopava soltanto, niente carezze, niente baci, solo puro coito. Dopo una decina di minuti di furiose pompate, Naru annunciò che stava venendo e le sparò dentro tutto il contenuto dei suoi testicoli. Silvia aveva già orgasmato tre volte nel frattempo. Naru uscì col cazzo da Silvia e Mauro si affrettò a penetrarla subito dopo. Ora dissi a tutti – “Osservate attentamente cosa sta succedendo. Il cazzo di Naru è più largo di quello di Mauro, per cui la figa di Silvia era alquanto dilatata e, malgrado ciò, si vede chiaramente che quando Mauro estrae l’uccello, parte dell’eiaculato di Naru viene espulso”. Nel giro di qualche pompata tutto il seme di Naru era gocciolato sulle lenzuola, l’effetto “pompa” del pene aveva fatto la sua funzione esattamente come l’evoluzione di migliaia di migliaia di generazioni l’aveva modellato.
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