Donne diverse reazioni diverse al dolore anale
di
ABELE
genere
sadomaso
Questo racconto è una carrellata di inculate con donne diverse: dalla ragazzina appena maggiorenne, a varie tipologie di donne e diverse situazioni. Comincio con il report di quando mi inculai Paola la prima volta e poi la seconda volta a casa sua al mare. Premesso che ventenne la mia fantasia erotica era verificare quanto dolore potesse sentire una donna sodomizzata da un arnese niente male, come il mio, che era diciamo fuori misura (22 x 5)(che fosse fuori misura lo scoprii da minorenne, che con un gruppo di amici ci inculammo il figlio di una signora procace. Finché toccò ai miei amici, se lo fece fare lamentandosi un pochino e basta. Io rimasi per ultimo proprio per chiudere in bellezza. Ebbene appena gli affondai dentro il mio arnese, urlò a squarciagola e si mise a piangere. Non riuscii a completare l'opera, perché si divincolò. Ricordo che eccitato dalla cosa e rimasto solo col mio amico più confidente, ancora su di giri, gli chiesi di incularmi, per la curiosità di sapere cosa si provava. Devo dire che ho visto le stelle e l'ho fatto smettere immediatamente, che mi veniva da piangere. Questa esperienza mi ha messo addosso una libidine immensa, ogni volta che mi chiedevo, per esempio la notte a letto, cosa potesse provare una donna, tipo una donna piccolina come mia madre, nel prenderlo in culo o la signora della merceria vicino a casa mia, che mi faceva impazzire seduta fuori dal negozio a gambe accavallate sulla panchina oppure la mia professoressa di matematica, molto arrapante, ancora più esile di mia madre, la quale in classe una mattina ci aveva raccontato di essere reduce dal dentista dove aveva estratto un dente e di aver urlato come una pazza. Ovviamente io feci la trasposizione della situazione nella quale veniva sodomizzata e fantasticai la scena e gli urli. Fantasticare questa cosa me lo faceva diventare duro e a letto dovevo masturbarmi, per poter dormire. Veniamo alla prima occasione che ebbi di metterlo dietro ad una mia coetanea. Diciannovenne ebbi il battesimo del cazzo con una signora 50 enne, cartomante-puttana, alla quale andai a confidare che non avevo ancora avuto esperienze sessuali, con la scusa del giro di carte, che però non si fece penetrare e mi fece un cosiddetto rigatone. Con i denti mi portò in pochi su e giù ad eiaculare e se lo ingollò tutto. Mi costò 50 euro; spesi molto bene. Veniamo a quando ebbi la prima occasione di farmi una mia coetanea, conosciuta giorni prima. Tentai di inculare Paola a casa mia, con mia madre che era in casa. La misi a pancia in sotto sul mio letto e glielo infilai. Le entrò liscio liscio in culo, ma si mise a piangere come una ragazzina, reagendo per impedirmi di stantuffarla e di infilarglielo su tutto, come avrei voluto. Si giustificò che non le sembrava il caso di farlo con mia madre nell'altra stanza, che sentiva i suoi lamenti. Pertanto uscimmo in campagna. La distesi sull'erba, in un punto nascosto e me la inculai fino in fondo. Le entrò come niente fosse e non fece un lamento sebbene dessi dei colpi di reni per infilarglielo a più non posso, per farla strillare. Questo mi deluse non poco. Giorni dopo mi invitò al mare a casa sua. A letto volevo scoparla, ma lei mi disse che per paura di restare incinta lo faceva solo col culo. L'aspettativa non era che urlasse e infatti, dopo essersi impomatata il retto di vasellina, si mise giù alla pecorina e le è entrato come niente fosse, che aveva lo sfintere dilatatissimo. Dandoci dentro a colpi di reni, lo stesso non fece un gemito e per farla strillare dovetti stringerle un capezzolo. Fantasticando che fosse la professoressa di matematica ho eiaculato a getti ripetuti.
Dopo questa diciamo delusione, il mio target si è spostato verso donne un pochino più adulte. Caso fortunoso, ma niente avviene per caso, quando lo si desidera ardentemente, conobbi Anna. Una signora 35 enne, che mi faceva impazzire: tipologia matura, che sembrava avesse molti più anni di quelli che aveva, in quanto donna navigata, risoluta, proprietaria di un negozio. Per niente materna e tutta protesa al godereccio. Abbronzata, con 2 cosce formose, abituata a vestire femminile da donna matura, con calze e reggicalze e sottana. Tutte le volte che ci uscivo a mangiare la pizza non combinavo un cazzo di che. Sebbene non sottodotato, temevo che una donna del genere fosse adusata a super cazzi e ad essere sbattuta con violenza e senza tanti complimenti e preliminari. Lei da parte sua ce la metteva tutta per farmi arrapare, spingendomi a raccontare cosa avessi combinato con Paola, che conosceva molto bene. Paola in confronto a lei era una bambina con in camera ancora i giocattoli e le bambole. Io per sparare balle grosse come una casa, mi inventai che me l'ero inculata facendola urlare a squarciagola, tirandolo giù dal suo piccolo culo tutto insanguinato, senza nemmeno venire dentro, in quanto piangeva come una ragazzina e mi aveva implorato di smettere. Questi racconti eccitavano Anna, che mi spingeva a riferire particolari tipo la lunghezza del mio cazzo e il diametro. E io a spararla grossa: dicevo di avercelo lungo 26 centimetri e largo 6 centimetri. E Anna che commentava che non ci credeva che un cazzo del genere l'avrebbe potuto prendere la bambina Paola. L'avresti mandata in ospedale, commentava. E poi mi stuzzicava per verificare le mie dimensioni. Mi ha proposto di prendermelo in bocca, per farmi un pompino. E qui è caduto l'asino. Tirarmi indietro sarebbe stato da coglione. Ho trovato un posto appartato, che non era una campagna qualsiasi, ma la campagna dove avevo una baita di legno nel bosco. L'ho subito raggiunto con la macchina. Anna non ha perso tempo, Si è sollevata la gonna e si è piegata sul mio cazzo, tirandomelo fuori. Ha iniziato una spompinata inimmaginabile, dove sputava ripetutamente sulla mia cappella, fino a portarmi in un attimo a eiaculare, inondandole il viso, mentre le sbirciavo le cosce scoperte. Io imbarazzato per la non corrispondenza delle dimensioni dichiarate, non sapevo più che dire. E' stata lei a tirarmi via dall'imbarazzo commentando che non era un cazzo fuori misura come mi vantavo di avere, ma tuttavia già troppo grosso per lei. Le ho chiesto: Anna non ci scoperesti come me? E lei: beh, per la mia vagina non è poi piccolo. Farlo entrare dietro poi, non sarebbe una passeggiata. O come andare a prendere il gelato.
Con quella affermazione è finita la serata e l'ho riaccompagnata a casa Anna, perché io ero svuotato letteralmente dalla sega-pompino che mi aveva fatto eiaculare più di quanto avessi dentro. A quella sono seguite tante uscite a cena per la pizza, dove non è successo niente. Anche perché tutte le sere, ripensando a come Anna spompinava un cazzo con lo sputo a ripetizione, mi sparavo seghe a letto a ripetizione. Ed ero svuotato quando uscivamo.
Finché una sera mi sono sentito telefonare per andare a vedere la sua macchina che non partiva. L'ho trovata seduta alla guida e mi ha invitato a cacciare la testa sotto di lei per vedere se vedessi niente. Si vedevano le sue cosce spalancate con reggicalze. Io ho tirato via la testa, dicendo come un deficiente che non vedevo niente. E lei: guarda meglio. Non ho potuto non dirle che si vedevano le sue cosce spalancate e le ho chiesto di salire su a casa che l'avrei seguita. Stava entrando in camera, ma l'ho messa a pancia in sotto sulle sponde del divano, per una giusta pecorina. Lei in camera aveva preparato il burro, i preservativi e altre cose ed è corsa a prendere tutto. Si è rimessa a pecorina, aspettando che io facessi qualcosa. Aveva portato una cinta da pantaloni. Io non ci avevo fatto caso e lei mi ha fatto notare l'oggetto, esortandomi a darle una scarica di cinghiate sulle cosce. Alla prima ha urlato che è bastato per farmi diventare il cazzo durissimo. Per risentire lo strillo acutissimo stavo ridandole un'altra cinghiata, ma ho optato per il burro spalmato col mio dito dentro al suo culo abbondantemente e per la immediata penetrazione violentissima a cazzo teso. Stavo per perdere tempo col preservativo ma mi sono ricordato di aver inculato Paola senza e di aver sentito il gusto dei getti che uscivano liberi nell'intestino. Pertanto sono entrato nel culo di Anna nudo e crudo e violentemente. L'urlo di Anna è stato lancinante ed ha continuato ad urlare per tutta la stantuffata selvaggia, molto più di quanto avesse urlato per la cinghiata sulle cosce. Per me era un sogno che si stava realizzando: stavo inculando Anna, la signora matura ma giovane. Ad un certo punto mi sono accorto che lacrimava e che stringeva i denti per il dolore. Non dovevo immaginare la professoressa per venire, ma solo guardare Anna. Però non volevo venire subito. Volevo che l'inculata durasse ore. Anna stessa mi ha implorato di venire con la sborrata, che non ce la faceva più. Queste parole mi hanno fatto schizzare tutto lo sborro che avevo dentro a getti. Quando l'ho tirato fuori, Anna è corsa in bagno e poi è stata mezz'ora sul letto della camera a contorcersi. Poi mi ha chiesto di uscire. Credo si stesse masturbando da sola. Poi mi ha chiesto di rientrare e di farle fisting con la mia mano in vagina. La mano le è entrata tutta dentro facendole un gran male, ma il dolore di prima e di ora l'ha fatta venire mugulando come una maiala con voce gutturale. Ha schizzato fuori tantissimo liquido. Io sono rimasto sconcertato, rapito dal momento, traumatizzato, perché Anna veniva in modo animalesco, come infoiata dalla soddisfazione di sentire il pugno della mia mano spingerle il fondo della vagina.
Dopo quel giorno, cominciato con la magia della richiesta di guardarle sotto le cosce in macchina, non c'è stata un'altra magia. La notte mi masturbavo da solo pensando alla sua porcaggine, sospettando fortemente che le piacesse da morire il dolore e immaginando che chiamasse a casa sua bestioni stradotati, che la facevano svenire dal dolore inculandola in modo disumano. Cosa che sicuramente faceva, dacché spesso vedevo di notte parcheggiate automobili e talvolta camion, magari guidati da uomini bestia con cazzi smisurati.
Dopo Anna, ricordo una preside di liceo, conosciuta al volo fuori dalla sede RAI. Brutta come la mia professoressa di Matematica del liceo, ma piccolina e arrapantissima nei modi di fare. Salita in macchina ha subito messo in mostra lo spacco della sua gonna. Con una calata siciliana mi ha subito chiesto se volessi farmela subito, andando in camera di albergo a ore. Dire no, mi è sembrato da scemo e ho detto si. L'albergo era vicinissimo e ci sono arrivato a cazzo dritto. Non so cosa avesse che mi faceva tirare il cazzo. Fatto sta che l'ho sbattuta subito sul letto a pancia in sotto e contro la sua volontà glielo ho subito infilato nel culo usando come lubrificante il sapone liquido della doccia spalmato sul preservativo, anche. Ho subito capito perché non volesse dietro, quando mi sono accorto che dentro era completamente piena di feci e il su è giù dello sbatterla produceva in suono di ciuk, ciuk, che non saprei meglio descrivere. Per lei imbarazzantissimo. Non urlava per non farsi sentire nelle altre stanze, ma mordeva l'asciugamano e lacrimava. Ho scoperto che questa reazione è più arrapante di parecchio, del sentire una donna urlare. Questa preside di nome Adele, credo 45 enne o giù di li, era affatto bella, anzi decisamente non bella, ma portava si e non la 38 di taglia e sarà pesata si e no 38 kili, senza sembrare affatto una bambina, piuttosto una porcona, maiala, bionda, che sicuramente se l'erano inculata tutti i bidelli stalloni della sua scuola romana. Visto anche la facilità con cui aveva attaccato bottone con me, mostrando subito le cosce, senza le calze. Bianche candide ma arrapantissime. Quando glielo ho estratto dal culo era marrone e lei lo avrebbe ripreso subito un altro di cazzo grosso il doppio del mio. Io non ero riuscito ad eiaculare come sempre stantuffando all'impazzata, ma semplicemente spingendoglielo su lentamente. Nel vedere come mordeva l'asciugamano mi è arrivato d'impulso lo schizzo, trattenuto dal preservativo che chiudeva il getto, ma lo sperma è fuoriuscito lo stesso violentemente. Ho provato una sensazione inimmaginabile: sentire il ciuk ciuk delle feci suscita disgusto, ma vedere una maiala sotto che morde un asciugamano, ché non ne può più dal dolore, aggiunge al disgusto un erotismo sorprendente, che soverchia ogni pensiero. Ho saputo su facebook che i suoi studenti se la farebbero tutti, perché riesce a turbarli, con quel suo fisico non certo mozzafiato, ma con quel suo fare da donna pronta ad andare in orgasmo in ogni momento. A me a detto di essere andata in orgasmo con l'anale e che comunque va in orgasmo, solo al pensiero di scopare. Mi ha proposto di rivederla per una scopata vaginale e le ho fatto lo scherzo di portarle un mio amico che c'è l'ha come un tronchetto largo e lungo smisuratamente. Ebbene ci ha scopato in albergo, facendosele fare di tutti i colori. Io non ero presente, ma credo a quel che mi ha detto il mio amico col cazzo proibito. Per lui scopare con una donna è un problema e gli ci voleva una come Adele, per poter avere la soddisfazione di infilarlo tutto dentro sia davanti che dietro. Pensare che è una taglia 38 e che col mio amico scappano pure delle buzzicone con taglie extra large e stazza 120 Kg.
Non si è fatta scopare e tantomeno inculare nemmeno la mia donna delle pulizie, che per soldi prende cazzi, pure se la sfondano letteralmente. Le avrei pagato io la scopata 1000 euro e lei ci ha rinunciato, perché mi ha detto volgarmente che un cazzo del genere lo avrei dovuto far mettere nel culo di mia mamma. La mia donna delle pulizie è una zinnona taglia 9 corpulenta e panciona, che ha preso più cazzi lei, che una troia di tor di quinto. Eppure il cazzo che ha stoicamente sopportato dentro la preside Adele, la "scopatrice" di scopa e di fica e culo, lo ha rifiutato fermamente, rinunciando alla somma che guadagna facendosi il culo a pulire case per più di un mese. Capirai, prende 5 euro l'ora. Hai voglia, per arrivare a 1000 euro. A farsi il culo. Ma il culo da quel bestione del mio amico non se l'è fatto fare. E se l'avessimo legata e violentata, ci avrebbe denunciati. Morale del racconto: mai pensare che inculando una ragazzina, la farai strillare o inculando una porcona navigata, quella non sentirà niente. Dipende dalla donna, dalla situazione. Una preside laureata, che insegnava greco e latino si farebbe sfondare davanti e dietro, stringendo i denti, senza far sentire un gemito. Una bidella, troia, coatta e ex battona, con un cazzo nemmeno xxxxLLLL urlerebbe come se la scannassero. Peraltro vero è che se metti il dito nel culo ad una donna, senza che si sia creata una situazione, lo trovi strettissimo, che nemmeno ci entra e lei si mette a piangere. Mi è capitato con Pina, una bancaria biondina, delicatina, 57 enne. Non la faceva più finita di piangere. Le si è sciolto tutto il trucco. So che si fa inculare da un prete, che c'è l'ha grosso come una bottiglia di vino, in sacrestia e non emette un lamento. Con me si è lamentata che questo energumeno in abito talare se la incula rabbiosamente, mettendo solo la saliva sulla cappella e spingendo rabbiosamente, senza essersi mai accorto di che colore ha gli occhi e se è bionda, rossa o mora, chiedendomi di non parlarle più, se tornerà in quella sacrestia e poi mi confessa che non può fare a meno di tornarci, anche se tutte le volte la far stare 5 giorni senza che si possa sedere, per il dolore dietro. Mi ha giurato che altri per sodomizzarla debbono essere delicatissimi, gentilissimi, romanticissimi e toccarla delicatamente e normodotati.
Mentre da quel prete si fa fare cose che le fanno vedere letteralmente le stelle del firmamento e poi la butta fuori a pedate, che deve andare a dire la messa e va in estasi letteralmente, senza dire a. Sono o non sono strane le donne?
ABELE
Dopo questa diciamo delusione, il mio target si è spostato verso donne un pochino più adulte. Caso fortunoso, ma niente avviene per caso, quando lo si desidera ardentemente, conobbi Anna. Una signora 35 enne, che mi faceva impazzire: tipologia matura, che sembrava avesse molti più anni di quelli che aveva, in quanto donna navigata, risoluta, proprietaria di un negozio. Per niente materna e tutta protesa al godereccio. Abbronzata, con 2 cosce formose, abituata a vestire femminile da donna matura, con calze e reggicalze e sottana. Tutte le volte che ci uscivo a mangiare la pizza non combinavo un cazzo di che. Sebbene non sottodotato, temevo che una donna del genere fosse adusata a super cazzi e ad essere sbattuta con violenza e senza tanti complimenti e preliminari. Lei da parte sua ce la metteva tutta per farmi arrapare, spingendomi a raccontare cosa avessi combinato con Paola, che conosceva molto bene. Paola in confronto a lei era una bambina con in camera ancora i giocattoli e le bambole. Io per sparare balle grosse come una casa, mi inventai che me l'ero inculata facendola urlare a squarciagola, tirandolo giù dal suo piccolo culo tutto insanguinato, senza nemmeno venire dentro, in quanto piangeva come una ragazzina e mi aveva implorato di smettere. Questi racconti eccitavano Anna, che mi spingeva a riferire particolari tipo la lunghezza del mio cazzo e il diametro. E io a spararla grossa: dicevo di avercelo lungo 26 centimetri e largo 6 centimetri. E Anna che commentava che non ci credeva che un cazzo del genere l'avrebbe potuto prendere la bambina Paola. L'avresti mandata in ospedale, commentava. E poi mi stuzzicava per verificare le mie dimensioni. Mi ha proposto di prendermelo in bocca, per farmi un pompino. E qui è caduto l'asino. Tirarmi indietro sarebbe stato da coglione. Ho trovato un posto appartato, che non era una campagna qualsiasi, ma la campagna dove avevo una baita di legno nel bosco. L'ho subito raggiunto con la macchina. Anna non ha perso tempo, Si è sollevata la gonna e si è piegata sul mio cazzo, tirandomelo fuori. Ha iniziato una spompinata inimmaginabile, dove sputava ripetutamente sulla mia cappella, fino a portarmi in un attimo a eiaculare, inondandole il viso, mentre le sbirciavo le cosce scoperte. Io imbarazzato per la non corrispondenza delle dimensioni dichiarate, non sapevo più che dire. E' stata lei a tirarmi via dall'imbarazzo commentando che non era un cazzo fuori misura come mi vantavo di avere, ma tuttavia già troppo grosso per lei. Le ho chiesto: Anna non ci scoperesti come me? E lei: beh, per la mia vagina non è poi piccolo. Farlo entrare dietro poi, non sarebbe una passeggiata. O come andare a prendere il gelato.
Con quella affermazione è finita la serata e l'ho riaccompagnata a casa Anna, perché io ero svuotato letteralmente dalla sega-pompino che mi aveva fatto eiaculare più di quanto avessi dentro. A quella sono seguite tante uscite a cena per la pizza, dove non è successo niente. Anche perché tutte le sere, ripensando a come Anna spompinava un cazzo con lo sputo a ripetizione, mi sparavo seghe a letto a ripetizione. Ed ero svuotato quando uscivamo.
Finché una sera mi sono sentito telefonare per andare a vedere la sua macchina che non partiva. L'ho trovata seduta alla guida e mi ha invitato a cacciare la testa sotto di lei per vedere se vedessi niente. Si vedevano le sue cosce spalancate con reggicalze. Io ho tirato via la testa, dicendo come un deficiente che non vedevo niente. E lei: guarda meglio. Non ho potuto non dirle che si vedevano le sue cosce spalancate e le ho chiesto di salire su a casa che l'avrei seguita. Stava entrando in camera, ma l'ho messa a pancia in sotto sulle sponde del divano, per una giusta pecorina. Lei in camera aveva preparato il burro, i preservativi e altre cose ed è corsa a prendere tutto. Si è rimessa a pecorina, aspettando che io facessi qualcosa. Aveva portato una cinta da pantaloni. Io non ci avevo fatto caso e lei mi ha fatto notare l'oggetto, esortandomi a darle una scarica di cinghiate sulle cosce. Alla prima ha urlato che è bastato per farmi diventare il cazzo durissimo. Per risentire lo strillo acutissimo stavo ridandole un'altra cinghiata, ma ho optato per il burro spalmato col mio dito dentro al suo culo abbondantemente e per la immediata penetrazione violentissima a cazzo teso. Stavo per perdere tempo col preservativo ma mi sono ricordato di aver inculato Paola senza e di aver sentito il gusto dei getti che uscivano liberi nell'intestino. Pertanto sono entrato nel culo di Anna nudo e crudo e violentemente. L'urlo di Anna è stato lancinante ed ha continuato ad urlare per tutta la stantuffata selvaggia, molto più di quanto avesse urlato per la cinghiata sulle cosce. Per me era un sogno che si stava realizzando: stavo inculando Anna, la signora matura ma giovane. Ad un certo punto mi sono accorto che lacrimava e che stringeva i denti per il dolore. Non dovevo immaginare la professoressa per venire, ma solo guardare Anna. Però non volevo venire subito. Volevo che l'inculata durasse ore. Anna stessa mi ha implorato di venire con la sborrata, che non ce la faceva più. Queste parole mi hanno fatto schizzare tutto lo sborro che avevo dentro a getti. Quando l'ho tirato fuori, Anna è corsa in bagno e poi è stata mezz'ora sul letto della camera a contorcersi. Poi mi ha chiesto di uscire. Credo si stesse masturbando da sola. Poi mi ha chiesto di rientrare e di farle fisting con la mia mano in vagina. La mano le è entrata tutta dentro facendole un gran male, ma il dolore di prima e di ora l'ha fatta venire mugulando come una maiala con voce gutturale. Ha schizzato fuori tantissimo liquido. Io sono rimasto sconcertato, rapito dal momento, traumatizzato, perché Anna veniva in modo animalesco, come infoiata dalla soddisfazione di sentire il pugno della mia mano spingerle il fondo della vagina.
Dopo quel giorno, cominciato con la magia della richiesta di guardarle sotto le cosce in macchina, non c'è stata un'altra magia. La notte mi masturbavo da solo pensando alla sua porcaggine, sospettando fortemente che le piacesse da morire il dolore e immaginando che chiamasse a casa sua bestioni stradotati, che la facevano svenire dal dolore inculandola in modo disumano. Cosa che sicuramente faceva, dacché spesso vedevo di notte parcheggiate automobili e talvolta camion, magari guidati da uomini bestia con cazzi smisurati.
Dopo Anna, ricordo una preside di liceo, conosciuta al volo fuori dalla sede RAI. Brutta come la mia professoressa di Matematica del liceo, ma piccolina e arrapantissima nei modi di fare. Salita in macchina ha subito messo in mostra lo spacco della sua gonna. Con una calata siciliana mi ha subito chiesto se volessi farmela subito, andando in camera di albergo a ore. Dire no, mi è sembrato da scemo e ho detto si. L'albergo era vicinissimo e ci sono arrivato a cazzo dritto. Non so cosa avesse che mi faceva tirare il cazzo. Fatto sta che l'ho sbattuta subito sul letto a pancia in sotto e contro la sua volontà glielo ho subito infilato nel culo usando come lubrificante il sapone liquido della doccia spalmato sul preservativo, anche. Ho subito capito perché non volesse dietro, quando mi sono accorto che dentro era completamente piena di feci e il su è giù dello sbatterla produceva in suono di ciuk, ciuk, che non saprei meglio descrivere. Per lei imbarazzantissimo. Non urlava per non farsi sentire nelle altre stanze, ma mordeva l'asciugamano e lacrimava. Ho scoperto che questa reazione è più arrapante di parecchio, del sentire una donna urlare. Questa preside di nome Adele, credo 45 enne o giù di li, era affatto bella, anzi decisamente non bella, ma portava si e non la 38 di taglia e sarà pesata si e no 38 kili, senza sembrare affatto una bambina, piuttosto una porcona, maiala, bionda, che sicuramente se l'erano inculata tutti i bidelli stalloni della sua scuola romana. Visto anche la facilità con cui aveva attaccato bottone con me, mostrando subito le cosce, senza le calze. Bianche candide ma arrapantissime. Quando glielo ho estratto dal culo era marrone e lei lo avrebbe ripreso subito un altro di cazzo grosso il doppio del mio. Io non ero riuscito ad eiaculare come sempre stantuffando all'impazzata, ma semplicemente spingendoglielo su lentamente. Nel vedere come mordeva l'asciugamano mi è arrivato d'impulso lo schizzo, trattenuto dal preservativo che chiudeva il getto, ma lo sperma è fuoriuscito lo stesso violentemente. Ho provato una sensazione inimmaginabile: sentire il ciuk ciuk delle feci suscita disgusto, ma vedere una maiala sotto che morde un asciugamano, ché non ne può più dal dolore, aggiunge al disgusto un erotismo sorprendente, che soverchia ogni pensiero. Ho saputo su facebook che i suoi studenti se la farebbero tutti, perché riesce a turbarli, con quel suo fisico non certo mozzafiato, ma con quel suo fare da donna pronta ad andare in orgasmo in ogni momento. A me a detto di essere andata in orgasmo con l'anale e che comunque va in orgasmo, solo al pensiero di scopare. Mi ha proposto di rivederla per una scopata vaginale e le ho fatto lo scherzo di portarle un mio amico che c'è l'ha come un tronchetto largo e lungo smisuratamente. Ebbene ci ha scopato in albergo, facendosele fare di tutti i colori. Io non ero presente, ma credo a quel che mi ha detto il mio amico col cazzo proibito. Per lui scopare con una donna è un problema e gli ci voleva una come Adele, per poter avere la soddisfazione di infilarlo tutto dentro sia davanti che dietro. Pensare che è una taglia 38 e che col mio amico scappano pure delle buzzicone con taglie extra large e stazza 120 Kg.
Non si è fatta scopare e tantomeno inculare nemmeno la mia donna delle pulizie, che per soldi prende cazzi, pure se la sfondano letteralmente. Le avrei pagato io la scopata 1000 euro e lei ci ha rinunciato, perché mi ha detto volgarmente che un cazzo del genere lo avrei dovuto far mettere nel culo di mia mamma. La mia donna delle pulizie è una zinnona taglia 9 corpulenta e panciona, che ha preso più cazzi lei, che una troia di tor di quinto. Eppure il cazzo che ha stoicamente sopportato dentro la preside Adele, la "scopatrice" di scopa e di fica e culo, lo ha rifiutato fermamente, rinunciando alla somma che guadagna facendosi il culo a pulire case per più di un mese. Capirai, prende 5 euro l'ora. Hai voglia, per arrivare a 1000 euro. A farsi il culo. Ma il culo da quel bestione del mio amico non se l'è fatto fare. E se l'avessimo legata e violentata, ci avrebbe denunciati. Morale del racconto: mai pensare che inculando una ragazzina, la farai strillare o inculando una porcona navigata, quella non sentirà niente. Dipende dalla donna, dalla situazione. Una preside laureata, che insegnava greco e latino si farebbe sfondare davanti e dietro, stringendo i denti, senza far sentire un gemito. Una bidella, troia, coatta e ex battona, con un cazzo nemmeno xxxxLLLL urlerebbe come se la scannassero. Peraltro vero è che se metti il dito nel culo ad una donna, senza che si sia creata una situazione, lo trovi strettissimo, che nemmeno ci entra e lei si mette a piangere. Mi è capitato con Pina, una bancaria biondina, delicatina, 57 enne. Non la faceva più finita di piangere. Le si è sciolto tutto il trucco. So che si fa inculare da un prete, che c'è l'ha grosso come una bottiglia di vino, in sacrestia e non emette un lamento. Con me si è lamentata che questo energumeno in abito talare se la incula rabbiosamente, mettendo solo la saliva sulla cappella e spingendo rabbiosamente, senza essersi mai accorto di che colore ha gli occhi e se è bionda, rossa o mora, chiedendomi di non parlarle più, se tornerà in quella sacrestia e poi mi confessa che non può fare a meno di tornarci, anche se tutte le volte la far stare 5 giorni senza che si possa sedere, per il dolore dietro. Mi ha giurato che altri per sodomizzarla debbono essere delicatissimi, gentilissimi, romanticissimi e toccarla delicatamente e normodotati.
Mentre da quel prete si fa fare cose che le fanno vedere letteralmente le stelle del firmamento e poi la butta fuori a pedate, che deve andare a dire la messa e va in estasi letteralmente, senza dire a. Sono o non sono strane le donne?
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