Un ricordo di noi

di
genere
etero

[in un recente passato che spero tornerà ad esser presente mi capitava di svegliarmi così]

La luce dell'alba ha timidamente schiarito la stanza, mentre il buio si attarda negli angoli. 
Dormiamo dandoci la schiena, ognuno nel proprio spazio, ma le rispettive presenze sono tangibili, anche se le udiamo appena nei reciproci respiri. 
La notte ha accolto i nostri amplessi, che nel ritrovarsi son spesso plurali, finché ci siamo lasciati andare al sonno, spossati e soddisfatti. 
Non so dire se quella prima luce ci desti entrambi, so che ad occhi chiusi mi volto verso di te e la mia mano, che sembra più conscia della tua presenza di quanto lo sia io, ti trova supino e si posa lieve sul tuo membro. 
Un sorriso quasi impercettibile ti distende il viso, lo intravedo tra le ciglia del mio sguardo socchiuso. 
La tua mano mi carezza un seno, la mia avvolge il tuo sesso. Dalle nostre labbra rotola un tenue mugolio. 
Sappiamo entrambi che un nuovo orgasmo adesso sarà arduo, ma non desistiamo. 
I nostri corpi nudi sono incapaci di stare vicini senza stuzzicarsi. 
Non proferiamo parola, mentre insieme diamo inizio a due assoli separati eppure legati dal medesimo filo d'eccitazione. 
La mia mano lascia il tuo membro e si insinua tra le mie cosce lievemente aperte, la tua riprende l'azione da me interrotta. 
Un muto dialogo di gesti si tramuta piano in un'armonia dal ritmo sempre più incalzante. 
Ognuno segue la propria musica interiore e nel contempo attinge dall'altro una sorta di leitmotiv senza il quale il piccolo concerto non esisterebbe.
Ed è con gli occhi che traiamo l'eccitamento che conduce il singolo gioco di ognuno.
Guardo la tua mano che sale e scende lungo l'asta, si sofferma e poi riprende.
Tu guardi la mia che scivola tra le grandi labbra e poi indugia a lungo sulla clitoride per tornare a insinuarsi cercando umori che sembrano estinti.
Insistiamo. Entrambi desiderosi di ritrovare il turgore che poche ore fa abbiamo raggiunto e soddisfatto più volte. Invano.
I nostri pensieri eccitati devono arrendersi ai nostri corpi in fase di recupero.
Sorridiamo e andiamo a far colazione.
Riprenderemo il concerto più tardi. 
 
di
scritto il
2021-02-02
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