Poker e giochini per adulti
di
Leida
genere
orge
[storia assolutamente reale]
Per godere mi è sempre bastato il mio corpo ed eventualmente quello di un altro o più di un altro. Poi un giorno con Fabrizio siamo entrati in un sexy shop. Era un negozietto piccolo dove si ammassavano senza apparente criterio oggetti, abiti, dvd...
– Cosa vorresti? – mi chiede Fabri.
– Mi piacerebbe trovare un dildo che assomigli al tuo cazzo. In realtà io del tuo cazzo farei un calco e, una volta in possesso di tale matrice, potrei crearne diversi di differenti materiali e colori.
Ridiamo.
Intanto ci muoviamo con circospezione nei piccoli corridoi, attenti a non far cadere nulla della roba accatastata.
Ed eccolo lì. Un vibratore color carne con tanto di venature mi si para davanti. Fino a quel momento ero stata attratta da oggetti colorati e/o trasparenti, ma quello è troppo simile al suo fantastico cazzo perché io non lo noti e non lo desideri all'istante. Fabrizio me lo regala.
Il mio dildo mi fa buona compagnia, amo le sue cinque vibrazioni sparate in sequenza sulla clitoride, ma raramente lo infilo tutto nel mio sesso quando sono sola. Le mie sessioni di masturbazione sono veloci, soprattutto in questo periodo maledetto. Mi masturbo più per distendere i nervi. (Oppure è un rito esibizionistico, ma questa è un'altra storia.)
Invece quando vedo Fabrizio, dove siamo siamo, il mio dildo viene con me. (Una volta ho rischiato che me lo scoprisse in borsa uno di quei macchinari a raggi X posto all'ingresso di una cattedrale.)
Fabrizio sa quanto ami succhiargli il cazzo e quanto mi piaccia essere scopata mentre gli faccio un pompino. Così, quando non ci si può avvalere della presenza di un altro, mi scopa con il dildo.
Oltre al mio vibratore per un bel po' non ho avuto modo di conoscere altri giochini e mi rendo conto ora, mentre scrivo, che dovrò ricorrere al "signor Gugol" per trovarne i nomi.
Ma andiamo per ordine.
Un giorno conosciamo una coppia disposta ad un incontro a quattro. Creo subito una chat dove poterci scambiare qualche chiacchiera prima di un incontro vero e proprio e la chiamo "poker".
Abitiamo in quattro diverse città italiane e l'incontro dal vivo va organizzato in modo da soddisfare le esigenze di ognuno. Trascorriamo un piacevole mese in quel gruppo virtuale e siamo impazienti di vederci.
Mario ed Elisa sono due amanti maturi come lo siamo Fabrizio ed io. Il gioco mentale in quel mese ci porta lontano. Qualche mio racconto viene assai gradito e alle parole fanno presto seguito foto più o meno esplicite.
La città che abbiamo scelto per il nostro incontro è Verona. Ci arriviamo con quattro treni diversi in orari il più possibile coincidenti. Arrivo per prima. Devo far trascorrere mezz'ora prima d'incontrare Mario e poco dopo Elisa, mentre Fabri arriverà per ultimo, circa un'ora dopo di me. Mi fiondo in Feltrinelli e mentre mi aggiro per gli scaffali mi sale l'ansia per questo incontro che per un po' dovrò gestire senza il supporto di Fabrizio. La realtà mi rasserena. Mario ed Elisa sono due persone piacevolissime e insieme discorriamo delle nostre ultime letture.
Quando ci raggiunge Fabrizio, tutti e quattro ci dirigiamo verso una pizzeria dove Mario ha già provveduto a riservare un tavolo, così come, sempre lui, ha prenotato due camere limitrofe in un bell'albergo non lontano dal ristorante. Mario è un organizzatore perfetto, attento, meticoloso... oddio mi ricorda un po' troppo Architetto!
Al tavolo della pizzeria chiacchieriamo assai piacevolmente. Siamo in sintonia. Si prospetta una serata/nottata decisamente intrigante.
A fine cena, saliamo tutti e quattro nella stanza di Mario ed Elisa.
Io sono su di giri per la situazione e per l'alcol con cui, non si sa mai, ho pensato bene di imbevermi come fossi un cantuccio.
Un po' per come mi sento, un po' perché è nella mia natura far di tutto per evitare imbarazzi, non attendo alcun segnale (sempre che mai se ne fosse parlato) e mi getto su Mario, per essere precisi sul suo cazzo. Al mio via rispondono tutti. Mario si lascia slacciare i pantaloni ed abbassare le mutande e in men che non si dica la mia bocca avvolge il suo pene, mentre le sue mani cominciano ad esplorare il mio corpo strisciando sotto gli abiti in cerca di pelle nuda. È seduto sul bordo del letto ed io sono in ginocchio ai suoi piedi. Dietro di lui vedo Fabrizio baciare Elisa sospingendola sul letto e poco dopo la sento mugolare, mentre Fabri le lecca appassionatamente la figa. La capisco bene, Fabri ci sa fare.
Mi sto cominciando a divertite, sono bagnata ed eccitata dalla situazione, potrei raggiungere il mio primo orgasmo, che è più di testa visto che per ora Mario si è limitato a palparmi e a godersi il pompino. D'improvviso lui si sottrae, balza in piedi e va ad aprire una borsa che aveva poggiato sulla sedia dell'ingresso.
– Leida abbi pazienza solo un attimo, arrivo.
Paziento e guardo gli altri due. Fabrizio sta sempre slinguazzando la figa di Elisa, mi sporgo sul letto e le tocco una tetta, ha una pelle liscia e setosa che mi attrae un sacco, ma lei sembra non gradire, mi scosta la mano. Capisco che è concentrata sulla lingua di Fabri e lascio perdere.
Ed ecco Mario, nudo (ha provveduto a togliersi la camicia cui io non ero ancora arrivata), col suo cazzo ben eretto e in mano un... (signor Gugol help me!). Trovato! Anello per il pene con stimolatore della clitoride vibrante (vabbè grazie, così è come lo avrei chiamato io, credevo avesse un nome più breve; Mario lo chiama "coniglietto" e lo chiamerò così anch'io).
Torniamo a noi. Mario nudo in piedi davanti a me, ha il cazzo duro, ma mi chiede di leccarglielo ancora un po', e figurati se me lo faccio ripetere. Eseguo. Sempre quando ci sto prendendo gusto, mi interrompe e si infila il coniglietto, quindi mi invita a sdraiarmi e mi aiuta a spogliarmi. Finalmente mi tocca un po' più seriamente i capezzoli e la figa. Sono sempre eccitatissima, ma le attenzioni fanno comunque piacere. Quando ritiene che sia giunto il momento, m'infila il cazzo nella figa e comincia a scoparmi e sento questa cosa meravigliosa che è la parte vibrante del giochino che stimola la clitoride facendomi venire subito un paio di volte in sequenza. Mai stata capace di star zitta io, figuriamoci quando godo. Gemo, urlo, gorgoglio, parlo... ma lui, Mario, chiacchiera molto ma molto più di me.
– Mario taci! Mi deconcentri – gli urla Elisa accanto a noi.
Fabrizio sta cercando di scoparla, ma lei è presa da quel che fa e dice Mario. Fabri se lo mena un po' ed io guardo la sua mano su quel magnifico cazzo e mi viene una voglia incontenibile. Mario intanto viene, quindi mi sento di poterlo abbandonare per andare a racchiudere le mie labbra insaziabili sul membro di Fabrizio. Lo spompino per un po', mentre Mario, già ripresosi, scopa Elisa. Sapendo che anche Fabri vuole farle saggiare la sua verga, mi fermo anche se desidero da pazzi sentirlo sborrare nella mia bocca. Ma tutti questi non son pensieri concreti, sono frammenti, schegge di attività mentali, quando l'unica attività che riesco a concepire riguarda il mio e l'altrui piacere.
Mario è tornato alla sua borsa e questa volta ne estrae un barattolo di pomata. Ahia, ora mi tocca discutere anziché godere.
– Mario, scusa, mi pareva ne avessimo parlato in chat, il mio ano è vergine e credo resterà tale.
Ma Mario non ha finito: al barattolo segue uno strap-on (qui l'unico dubbio riguarda il trattino, ma in rete lo trovo scritto con e senza).
– Lo so lo so che non lo vuoi nel culo, anche se sono certo di riuscire a farti cambiare idea!
(Quante cacchio di volte l'ho sentita questa frase? E detta sempre con quella sicurezza che pone ogni maschio in una dimensione che mi fa venire una dannata voglia di evirarlo, di diventare una mantide.)
Ora sorrido. Attingo alle mie scarsissime dosi di diplomazia per non rovinare il gioco che mi ha coinvolto e che non voglio abbandonare.
Intanto Mario mi spiega.
– È stata Elisa a iniziarmi ai piaceri della stimolazione prostatica. Ora Fabrizio è impegnato, magari gli chiederò di incularmi, ma adesso potresti farlo tu, con questo.
Così dicendo mi mostra lo strap-on e mi aiuta ad indossarlo.
Accidenti questa cosa mi intriga da matti, ma ancora non so quanto possa essere eccitante per me.
Mario si mette a quattro zampe sul letto, ha già provveduto a lubrificare il cazzo di gomma che indosso e, prima di darmi il via, fa lo stesso col proprio ano.
Tocca a me.
Mi piazzo dietro di lui e comincio a inserire con delicatezza il dildo tra le sue natiche.
– Vai tranquilla, non mi fai male, mi fai godere!
Spinta dalla sua sicurezza, mi faccio impavida.
Spingo il dildo nel suo culo e comincio a muovere il bacino e scopro che mi piace! Ad ogni spinta nel suo ano ne corrisponde una contro il mio pube, che somiglia moltissimo allo strusciarsi della mia figa, quello strusciarsi con cui ho raggiunto i miei primi orgasmi. Mi rendo conto più tardi che mi sono mossa per provare piacere, non per provocarlo, ma pare che la cosa abbia comunque funzionato. Mario è soddisfatto.
In tutto questo non è mai stato zitto ed Elisa se ne è lamentata più volte. Ora è lì seduta sul letto, Fabrizio la palpa, ma lei è innervosita. Vuole Mario (o vuole che Mario smetta di dedicarsi solo a me).
Mentre loro due si baciano, mi dirigo decisa verso Fabri. La mia figa è fradicia, il suo cazzo è uno spettacolo in erezione, duro come il marmo. È seduto sul margine del letto con un piede sul pavimento. Mi siedo su di lui. La posizione mi permette di tenere anch'io un piede per terra e con quello di muovermi più agilmente sopra di lui. Il suo cazzo scivola meravigliosamente nella mia figa ed è un tripudio di orgasmi.
Elisa desidera ancora la lingua di Fabrizio, mentre Mario la bacia e le tocca il seno.
Con il benestare di tutti, mi metto a scattare foto di loro tre, il che mi porta ad eccitarmi di nuovo. Risolvo da sola.
Lo avevo detto in chat che desideravo un poker. Mi è sembrata una doppia coppia e a tratti un tris. Sono un po' delusa, ma poco davvero! Ho goduto come un riccio!
Per godere mi è sempre bastato il mio corpo ed eventualmente quello di un altro o più di un altro. Poi un giorno con Fabrizio siamo entrati in un sexy shop. Era un negozietto piccolo dove si ammassavano senza apparente criterio oggetti, abiti, dvd...
– Cosa vorresti? – mi chiede Fabri.
– Mi piacerebbe trovare un dildo che assomigli al tuo cazzo. In realtà io del tuo cazzo farei un calco e, una volta in possesso di tale matrice, potrei crearne diversi di differenti materiali e colori.
Ridiamo.
Intanto ci muoviamo con circospezione nei piccoli corridoi, attenti a non far cadere nulla della roba accatastata.
Ed eccolo lì. Un vibratore color carne con tanto di venature mi si para davanti. Fino a quel momento ero stata attratta da oggetti colorati e/o trasparenti, ma quello è troppo simile al suo fantastico cazzo perché io non lo noti e non lo desideri all'istante. Fabrizio me lo regala.
Il mio dildo mi fa buona compagnia, amo le sue cinque vibrazioni sparate in sequenza sulla clitoride, ma raramente lo infilo tutto nel mio sesso quando sono sola. Le mie sessioni di masturbazione sono veloci, soprattutto in questo periodo maledetto. Mi masturbo più per distendere i nervi. (Oppure è un rito esibizionistico, ma questa è un'altra storia.)
Invece quando vedo Fabrizio, dove siamo siamo, il mio dildo viene con me. (Una volta ho rischiato che me lo scoprisse in borsa uno di quei macchinari a raggi X posto all'ingresso di una cattedrale.)
Fabrizio sa quanto ami succhiargli il cazzo e quanto mi piaccia essere scopata mentre gli faccio un pompino. Così, quando non ci si può avvalere della presenza di un altro, mi scopa con il dildo.
Oltre al mio vibratore per un bel po' non ho avuto modo di conoscere altri giochini e mi rendo conto ora, mentre scrivo, che dovrò ricorrere al "signor Gugol" per trovarne i nomi.
Ma andiamo per ordine.
Un giorno conosciamo una coppia disposta ad un incontro a quattro. Creo subito una chat dove poterci scambiare qualche chiacchiera prima di un incontro vero e proprio e la chiamo "poker".
Abitiamo in quattro diverse città italiane e l'incontro dal vivo va organizzato in modo da soddisfare le esigenze di ognuno. Trascorriamo un piacevole mese in quel gruppo virtuale e siamo impazienti di vederci.
Mario ed Elisa sono due amanti maturi come lo siamo Fabrizio ed io. Il gioco mentale in quel mese ci porta lontano. Qualche mio racconto viene assai gradito e alle parole fanno presto seguito foto più o meno esplicite.
La città che abbiamo scelto per il nostro incontro è Verona. Ci arriviamo con quattro treni diversi in orari il più possibile coincidenti. Arrivo per prima. Devo far trascorrere mezz'ora prima d'incontrare Mario e poco dopo Elisa, mentre Fabri arriverà per ultimo, circa un'ora dopo di me. Mi fiondo in Feltrinelli e mentre mi aggiro per gli scaffali mi sale l'ansia per questo incontro che per un po' dovrò gestire senza il supporto di Fabrizio. La realtà mi rasserena. Mario ed Elisa sono due persone piacevolissime e insieme discorriamo delle nostre ultime letture.
Quando ci raggiunge Fabrizio, tutti e quattro ci dirigiamo verso una pizzeria dove Mario ha già provveduto a riservare un tavolo, così come, sempre lui, ha prenotato due camere limitrofe in un bell'albergo non lontano dal ristorante. Mario è un organizzatore perfetto, attento, meticoloso... oddio mi ricorda un po' troppo Architetto!
Al tavolo della pizzeria chiacchieriamo assai piacevolmente. Siamo in sintonia. Si prospetta una serata/nottata decisamente intrigante.
A fine cena, saliamo tutti e quattro nella stanza di Mario ed Elisa.
Io sono su di giri per la situazione e per l'alcol con cui, non si sa mai, ho pensato bene di imbevermi come fossi un cantuccio.
Un po' per come mi sento, un po' perché è nella mia natura far di tutto per evitare imbarazzi, non attendo alcun segnale (sempre che mai se ne fosse parlato) e mi getto su Mario, per essere precisi sul suo cazzo. Al mio via rispondono tutti. Mario si lascia slacciare i pantaloni ed abbassare le mutande e in men che non si dica la mia bocca avvolge il suo pene, mentre le sue mani cominciano ad esplorare il mio corpo strisciando sotto gli abiti in cerca di pelle nuda. È seduto sul bordo del letto ed io sono in ginocchio ai suoi piedi. Dietro di lui vedo Fabrizio baciare Elisa sospingendola sul letto e poco dopo la sento mugolare, mentre Fabri le lecca appassionatamente la figa. La capisco bene, Fabri ci sa fare.
Mi sto cominciando a divertite, sono bagnata ed eccitata dalla situazione, potrei raggiungere il mio primo orgasmo, che è più di testa visto che per ora Mario si è limitato a palparmi e a godersi il pompino. D'improvviso lui si sottrae, balza in piedi e va ad aprire una borsa che aveva poggiato sulla sedia dell'ingresso.
– Leida abbi pazienza solo un attimo, arrivo.
Paziento e guardo gli altri due. Fabrizio sta sempre slinguazzando la figa di Elisa, mi sporgo sul letto e le tocco una tetta, ha una pelle liscia e setosa che mi attrae un sacco, ma lei sembra non gradire, mi scosta la mano. Capisco che è concentrata sulla lingua di Fabri e lascio perdere.
Ed ecco Mario, nudo (ha provveduto a togliersi la camicia cui io non ero ancora arrivata), col suo cazzo ben eretto e in mano un... (signor Gugol help me!). Trovato! Anello per il pene con stimolatore della clitoride vibrante (vabbè grazie, così è come lo avrei chiamato io, credevo avesse un nome più breve; Mario lo chiama "coniglietto" e lo chiamerò così anch'io).
Torniamo a noi. Mario nudo in piedi davanti a me, ha il cazzo duro, ma mi chiede di leccarglielo ancora un po', e figurati se me lo faccio ripetere. Eseguo. Sempre quando ci sto prendendo gusto, mi interrompe e si infila il coniglietto, quindi mi invita a sdraiarmi e mi aiuta a spogliarmi. Finalmente mi tocca un po' più seriamente i capezzoli e la figa. Sono sempre eccitatissima, ma le attenzioni fanno comunque piacere. Quando ritiene che sia giunto il momento, m'infila il cazzo nella figa e comincia a scoparmi e sento questa cosa meravigliosa che è la parte vibrante del giochino che stimola la clitoride facendomi venire subito un paio di volte in sequenza. Mai stata capace di star zitta io, figuriamoci quando godo. Gemo, urlo, gorgoglio, parlo... ma lui, Mario, chiacchiera molto ma molto più di me.
– Mario taci! Mi deconcentri – gli urla Elisa accanto a noi.
Fabrizio sta cercando di scoparla, ma lei è presa da quel che fa e dice Mario. Fabri se lo mena un po' ed io guardo la sua mano su quel magnifico cazzo e mi viene una voglia incontenibile. Mario intanto viene, quindi mi sento di poterlo abbandonare per andare a racchiudere le mie labbra insaziabili sul membro di Fabrizio. Lo spompino per un po', mentre Mario, già ripresosi, scopa Elisa. Sapendo che anche Fabri vuole farle saggiare la sua verga, mi fermo anche se desidero da pazzi sentirlo sborrare nella mia bocca. Ma tutti questi non son pensieri concreti, sono frammenti, schegge di attività mentali, quando l'unica attività che riesco a concepire riguarda il mio e l'altrui piacere.
Mario è tornato alla sua borsa e questa volta ne estrae un barattolo di pomata. Ahia, ora mi tocca discutere anziché godere.
– Mario, scusa, mi pareva ne avessimo parlato in chat, il mio ano è vergine e credo resterà tale.
Ma Mario non ha finito: al barattolo segue uno strap-on (qui l'unico dubbio riguarda il trattino, ma in rete lo trovo scritto con e senza).
– Lo so lo so che non lo vuoi nel culo, anche se sono certo di riuscire a farti cambiare idea!
(Quante cacchio di volte l'ho sentita questa frase? E detta sempre con quella sicurezza che pone ogni maschio in una dimensione che mi fa venire una dannata voglia di evirarlo, di diventare una mantide.)
Ora sorrido. Attingo alle mie scarsissime dosi di diplomazia per non rovinare il gioco che mi ha coinvolto e che non voglio abbandonare.
Intanto Mario mi spiega.
– È stata Elisa a iniziarmi ai piaceri della stimolazione prostatica. Ora Fabrizio è impegnato, magari gli chiederò di incularmi, ma adesso potresti farlo tu, con questo.
Così dicendo mi mostra lo strap-on e mi aiuta ad indossarlo.
Accidenti questa cosa mi intriga da matti, ma ancora non so quanto possa essere eccitante per me.
Mario si mette a quattro zampe sul letto, ha già provveduto a lubrificare il cazzo di gomma che indosso e, prima di darmi il via, fa lo stesso col proprio ano.
Tocca a me.
Mi piazzo dietro di lui e comincio a inserire con delicatezza il dildo tra le sue natiche.
– Vai tranquilla, non mi fai male, mi fai godere!
Spinta dalla sua sicurezza, mi faccio impavida.
Spingo il dildo nel suo culo e comincio a muovere il bacino e scopro che mi piace! Ad ogni spinta nel suo ano ne corrisponde una contro il mio pube, che somiglia moltissimo allo strusciarsi della mia figa, quello strusciarsi con cui ho raggiunto i miei primi orgasmi. Mi rendo conto più tardi che mi sono mossa per provare piacere, non per provocarlo, ma pare che la cosa abbia comunque funzionato. Mario è soddisfatto.
In tutto questo non è mai stato zitto ed Elisa se ne è lamentata più volte. Ora è lì seduta sul letto, Fabrizio la palpa, ma lei è innervosita. Vuole Mario (o vuole che Mario smetta di dedicarsi solo a me).
Mentre loro due si baciano, mi dirigo decisa verso Fabri. La mia figa è fradicia, il suo cazzo è uno spettacolo in erezione, duro come il marmo. È seduto sul margine del letto con un piede sul pavimento. Mi siedo su di lui. La posizione mi permette di tenere anch'io un piede per terra e con quello di muovermi più agilmente sopra di lui. Il suo cazzo scivola meravigliosamente nella mia figa ed è un tripudio di orgasmi.
Elisa desidera ancora la lingua di Fabrizio, mentre Mario la bacia e le tocca il seno.
Con il benestare di tutti, mi metto a scattare foto di loro tre, il che mi porta ad eccitarmi di nuovo. Risolvo da sola.
Lo avevo detto in chat che desideravo un poker. Mi è sembrata una doppia coppia e a tratti un tris. Sono un po' delusa, ma poco davvero! Ho goduto come un riccio!
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