Cosa riesce a combinare la chat IIIa parte
di
Anonima capuana
genere
etero
Dopo la lunga pausa concessami per impegni di viaggi, i miei cinque lettori ricorderanno la storia legata ad un incontro nato per frequentazione chat. Come avevo promesso avrei ripreso la vicenda narrandovi il seguito, ed eccomi a voi per narrarvi gli eventi del secondo giorno.
L’indomani mattina fui il primo ad alzarmi. Avevo da dare da mangiare ai due cani, ma la sorpresa la ebbi allorché nella cuccia trovai solo la piccola e allora mi ricordai che Roby aveva passato la sua nottata in compagnia di Licia e sperai che avesse avuto il tempo di riposare vista la compagna che ne aveva richiesta la compagnia. Posi a disposizione delle bestie una quantità di crocchette bastevole per due giorni, pensavo a Roby stanco ed affamato per la lunga serata .
Con la massima sollecitudine preparai una colazione per tre e andai in doccia per liberarmi del residuo di sonno e di stanchezza.
Quando ritornai in stanza Giulia stava aprendo gli occhi e con uno sbadiglio misurato:
- Già in piedi? Vienimi vicino…
- Mi sono alzato per pensare ai due guardiani di casa. Uno è fuori, l’altro sta ancora in compagnia di Licia.
Mi distesi sul letto accanto alla donna che, senza alcun preambolo, cominciò a baciarmi in maniera insistente. Questa ginnastica mattutina, cui non ero minimamente abituato, si rivelò per me di grande gradimento.
- Giulia, sei eccezionale, riesci a trasferire in me una potenza che da tempo evidentemente si era assopita. Mi piaci tanto e il tuo corpo in questi pochi giorni che rimanete lo voglio assaporare tutto.
La strinsi a me e lei senza perdere tempo si precipitò con la mano ed, afferrando il cazzo, già dignitosamente indurito, e lo indirizzò verso la sua figa sempre vogliosa.
Mi distesi sopra di lei e senza muoverci rimanemmo come avvinti da un unico piacere.
- Dai Gil, rompimi, fammelo sentire forte dentro di me… Un’eternità di piacere vorrei godere con te. Non lo nascondo, ho avuto parecchie avventure ed ho tanti uomini che pagherebbero tanto per mettermi sotto, ma nessun uomo mi ha soddisfatto come sei stato capace tu. Dai dacci dentro… Che giornata avremo, caro.
Posi tutta la volontà possibile e le energie, rinnovate dal sonno della nottata, e con le mani la stringevo a me, con le labbra la colmavo di baci, con la lingua mulinavo in bocca, ma con l’elemento più persuasivo ed eloquente la colmavo di attenzioni. Il mio cazzo aveva trovato una collocazione all’interno della sua micetta e spingevo in continuazione. Il suo era un continuo lamento di piacere, una invocazione costante a continuare e mi accorgevo da tale invocazione che stava per raggiungere l’orgasmo, infatti di lì a poco un urlo diede il segnale del godimento raggiunto, ma non si tirò via, rimase a mia disposizione perché anch’io raggiungessi il piacere. Fu un istante e un godimento mai provato si tramutò in una scarica di sborra nella sua figa già abbondantemente irrorata.. In quello stesso istante, vestita solo di un minuscolo slip, entra Licia ancora visibilmente assonnata:
- Bella gente non vi è bastata l’intera notte?
- Licia, abbiamo avuto l’occasione di conoscere persona veramente unica per ospitalità e per….il resto.
- Giulia, altrettanto posso dire io. Roby è straordinario, mi ha leccato il viso tutta la notte e solo ora si è assopito. Ma è un vulcano. E poi ha uno strumento che diviene eccezionale quando viene appena sollecitato. Non mi sembra proprio una bestia priva di esperienza.
- Signori ci attende una giornata che dobbiamo riempire nel modo più piacevole.
A queste parole tutti ci demmo da fare e programmammo che lo spazio da concedere ai piaceri del sesso sarebbe stato recuperato nel pomeriggio e nella serata.
Avevo predisposto, parlando la sera precedente con il proprietario della locanda non lontano da casa, di tenere riservato un tavolo per tre. Ma tale mia decisione trovò opposizione in Giulia che si diede presto ad armeggiare in cucina ove scovò tutto il necessario per preparare un pranzo con i fiocchi.
Approfittai del momentaneo tempo libero per fare un salto in centro e fare due o tre commissioni, Giulia in cucina, Licia, neanche a parlarne, se ne rimase a prestare la sua opera per le due bestie.
Al mio ritorno trovai una novità che faceva precipitare tutto il programma della giornata e quella dei giorni successivi. Una telefonata aveva raggiunto Licia, Era del marito che aveva avuto un lieve incidente e chiedeva alla moglie di far ritorno a casa anche per necessità dell’uso auto.
Licia voleva ribellarsi, non voleva assolutamente dare seguito alla richiesta del marito. Si avvertiva il grosso rammarico di dover rinunciare alle gioie che avrebbe potuto fornirgli Roby. Giulia riuscì a convincerla. Licia, dopo la promessa di poter ritornare nel fine settimana, disse a Giulia che per lei non vi era alcun motivo per rientrare e che volendo poteva restare. Da parte mia vi era questa ipotesi, ma per rispetto a Licia l’avevo ritenuto per me. Ora, poiché la proposta veniva dall’amica non mi fece che piacere.
Licia partì nel primo pomeriggio e la partenza fu avvertita anche da Roby che scodinzolò a lungo intorno alla sua amica-amante.
Allorché soli ci fu un momento di scarsa comunicazione tra noi ma ci pensò subito Giulia che mi abbracciò come aveva dimostrato di saper fare:
- Gil, vedo che ti dispiace tanto della partenza di Licia, stai pensando alla tua cara bestia?
- Ma dai, sai che sono contrario a certe esperienze innaturali, ma che ho lasciato correre a motivo di buona educazione.
Il pomeriggio, nonostante fossimo in incipiente autunno o tarda estate, era arricchito da un bel sole caldo che invitava a stare all’aperto e Giulia non si fece pregare. Munitasi di un telo da mare che io avevo messo a disposizione di ciascuno, si portò in giardino in quella zona dove la sera prima avevamo consumato il primo rapporto. Quando la raggiunsi, trovando quel corpo invitante per le sue linee, per le sode e appuntite tette, per quello straccetto che le copriva e lasciava trasparire sotto il bel boschetto che torneava la sua figa, mi distesi a lei vicino accarezzandola con dolcezza in tutta la lunghezza del corpo. Era una situazione strana, straordinaria; trovarmi vicino ad una donna che potevo ben definire una ninfomane per la voracità del suo desiderio di sesso e che stava travolgendo anche la mia normale vita sessuale. La situazione, ovvio, più che dispiacere mi procurava un senso di benessere mai vissuto prima.
Rimase ferma un istante, poi condividendo con me il desiderio di accarezzare ed essere accarezzata, si sollevò e stringendomi a sé esclamò:
- Gil rimarrei volentieri con te!
- Mi fa piacere che ti trovi bene.
- Sì, è la prima volta che il sesso mi da piena soddisfazione ed il merito è tuo…Sei riuscito a modificare il mio rapporto. Ora il piacere è diverso, è più gratificante, sviluppa in me quella serenità che non provavo prima. Dopo ogni rapporto di durata lampo mi ritrovavo con un senso di frustrazione e di non sopportazione di me stessa. Ora avverto una serenità piacevole. Ti sono riconoscente e voglio che tu mi prenda in tutti i modi.
Così dicendo indirizzò il suo volto verso la parte bassa del mio corpo e con la lingua incominciò a leccare il mio membro già di per sé duro, ma, con quella aggiunta di piacere, divenne un blocco di marmo vivo e bollente. Rimase a lungo in quel lavoro: lo leccava, lo prendeva tutto in bocca sino a rischiare il soffocamento, lo strofinava sulle tette, lo poneva in mezzo ad esse e con la lingua ne titillava la punta. Al mio grido di prossimo orgasmo:
- Gil, vienimi in bocca. Voglio assaggiare il tuo sperma, voglio ricordare il sapore della tua sborra per il tempo futuro se non dovesse esserci un domani tra di noi.
- No, Giulia, non temere ci ritroveremo spesso, anche per me è tanto piacevole stare con una donna come te che ha il richiamo al sesso in ogni movimento che fai…. Eccomi beviiiiii, vengooooo, caraaaaaaa…siiiiiiiiiiiii…
A quel punto un’ondata dovette uscire dal mio cazzo da provocarle un colpo di tosse che le fece sgorgare dalle labbra parte di quanto io mi ero liberato….
La vidi raccogliere con le dita le gocce che segnavano un rivolo intorno alla bocca e leccare quasi a non voler perdere nulla.
Restammo a lungo fianco a fianco, ciascuno con i propri pensieri che certamente non si differenziavano tra di loro.
Stabilimmo che per la serata saremmo andati fuori per la cena e poi a fare quattro salti in discoteca.
Il tempo lo trascorremmo distesi sul letto per consentirci calde carezze, ma non chiedendo al nostro essere nulla che non avremmo poi fatto nella serata. Raccontammo le reciproche esperienze e quanto di bello o meno bello avevamo vissuto in precedenza. La sua non era stata un’infanzia felice e in lei era sorta come necessità e sfogo il suo liberalismo sessuale e la prima esperienza era stata ancora più capace di sprofondarla nell’insoddisfazione. Era stata violentata a quindici anni dal compagno della madre in modo disumano. Non aveva nulla raccontato alla madre e a diciassette anni era andata via da casa vivendo di espedienti non sempre positivi. L’ultimo periodo aveva recuperato un po’ di serenità grazie a Licia alla quale, per riconoscenza perdonava tutto anche quella insana passione per gli animali.
Giulia non sapeva in che modo manifestare la sua riconoscenza per quelle ore che stava vivendo di certo in modo insolito. Non la smetteva di coprirmi di baci e come una ragazzina mi prendeva la mano accarezzandomela, poi mi fissava negli occhi con l’intento di leggere il mio pensiero. Questa situazione non mi dispiaceva, passare da giornate vissute in piena solitudine ad ore dove tutto sembrava roseo, era un bel passo avanti.
La cena fu piacevole, scorsi sottili sorrisi sulle labbra dei padroni della locanda che in tal modo volevano trasferirmi la loro intima approvazione nel vedermi con una donna, e che donna!
Avrei avuto poi il tempo di spiegare loro tutto l’arcano. Non mi avrebbero creduto. Dagli occhi di Giulia emanava una luce di amore che anche un cieco ne avrebbe avvertito il calore.
Alle ventitré ci trovammo confusi in discoteca insieme ad una moltitudine di giovani e meno giovani. Il suono, il fracasso, il desiderio di ritrovarci nella nostra intimità ci fece decidere per un ritorno a casa.
Dopo una piacevole doccia a due, ci ritrovammo pronti per completare la piena conoscenza della nostra persona. Giulia per il piacere che provava nel vivere quella esperienza, era pronta a tutto. A volte sembrava possedere l’atteggiamento di una ragazzina … e non lo era. Ma era una donna veramente contenta. Distesa a mio fianco, dolcemente avvinghiati in una nudità per nulla oscena, avremmo potuto posare in uno studio di pittore come soggetto di amore e psiche.
Lei si girò mostrandomi la schiena e la parte bassa di essa. L’epidermide levigata e calda, lo stacco del collo di tipo ellenico, capelli neri e fluenti che arrivavano a coprire la schiena. Sembrava avere in sé elettricità- Appena toccata, appena sfiorata immediato era il suo sinuoso contorcimento. La cinsi con le mie braccia, le mani a bloccare le sode tette, le labbra sul collo per baci pieni di passione….
- Gil, ti prego prendimi tutta, voglio sentirti tutto dentro di me. Ti offro la verginità del mio culo. Nonostante il mio travagliato passato, a nessuno ho concesso il mio culo. L’attesa di una persona come te mi consente con piacere di assaporare anche questa esperienza.
- Amore, ti ringrazio, hai un corpo che esalta il piacere. Non ti farò male, sarò dolcissimo con te e ricorderò per sempre la tua persona e la bellezza di questa notte.
Presi ad accarezzare le belle e sode chiappe, le coprii di baci, mentre lei, distesa si concedeva tutta per facilitare il mio possesso. La sollevai alquanto e introdussi la mia mano nella parte anteriore di lei. Sfiorai delicatamente la sua fighetta, penetrai due dita all’interno di essa e in pochi attimi avvertii le mie dita bagnate. Portai la mia mano sul culetto; poi, prima con un dito, poi con un altro cercai di inumidire l’ingresso del suo fiorellino pronto per essere immolato. Anche lei volle partecipare e preso in mano il mio strumento cominciò a menarlo con delicatezza, ma anche con energia. Non mi sembrava di averlo mai avuto così grosso. Ebbi quasi paura, ma lei accortasi del mio titubare…
- Gil, dai, non preoccuparti, vienimi dentro e fammi provare tutto il piacere possibile.
- Sì, amore, sì, mia gioia. Eccomi……
Puntando il mio cazzo all’ingresso del culo sufficientemente inumidito diedi una prima spinta. Un sospiro un po’ più forte a testimoniare un lieve attimo di sofferenza trattenuto in attesa di possibile seguito di piacere. Spinsi ancora di più e il foro di quell’antro prezioso e sacrificato si aprì per lasciare libero ingresso al mio membro che in un attimo trasformò la sofferenza, temuta da Giulia, in un’esaltazione di piacere che le fece uscire di bocca parole dal sapore piacevole.
- Gil è stato un attimo, ora mi stai arricchendo di piacere mai provato. Sei amabile, sei eccezionale…ho fatto bene a scegliere te per sperimentare tale nuovo godimento. Come lo sento duro dentro….Sento di essere lì lì per essere squartata, ma nulla vi è di più bello. Amore, continua a farmelo sentire dentro. E’ bello, è eccezionale essere travolto da tale esperienza. Gil, fai tutto quello che vuoi…
La sentivo docile sotto di me, era passionale, la sentivo amorevole nel concedersi tutta a me. La penetravo sì nella profondità ma la sentivo pronta a subire qualsiasi cosa, la sentivo quasi mio oggetto.
Continuai il mio gioco, mi ritiravo un attimo, rientravo dentro….quel culo incontaminato era diventato il mio passatempo. Giulia spingeva per sentirlo più in profondità e mi pregava di non smettere e ad un tratto mi chiese:
- Gil, voglio di te tutto dentro di me….sborrami dentro….e poi se te ne viene fammi sentire il caldo della tua pisciata. Si, forse sono fuori di testa, ma ho solo un desiderio essere posseduta da te in ogni modo e provare con te tutto il nuovo . Gil, sono la tua puttana, sono peggio di una donna di strada, dai, dai, continua, non fermarti, sto venendo, dai….dai… amore …. Fammi male nel culo….ti prego ….ecco la mia figa sta riempiendosi…. Voglio sentire il tuo getto dentro di me…..dai, amore…non farti pregare.
Ero agli estremi. Sotto di me avevo una donna bella, disponibile, insaziabile, una donna che mi aveva dato tanto piacere in breve tempo.
- Giulia, sei una splendida femmina, ti muovi sotto di me con un fare unico…. non reggo questo ritmo, dovrò riposare tanto quando te ne andrai. Avrò sempre davanti ai miei occhi la tua figura, i dettagli della tua calda persona, le sode tette, la figa costantemente in attesa e insaziabile, la bocca succhiatrice anche dell’anima e questo culetto magico che mi sta donando il piacere più alto.
Dicevo questo e sentivo sempre più salire in me il momento di sprigionare dal mio cazzo il seme della perenne vita. Non ressi e ad un tratto:
- Giulia vengoooooooooooo
- Sì, amore, vieni …. Fammi sentire il vulcano che è in te, dammi tutto … quale splendida esperienza … Ora Gil lavami il culo, … sì, non tergiversare … fammi sentire il bollente liquido che il tuo cazzo sa buttare fuori.
Questo continuo insistere mi convinse che era giunto il momento di appurare quale natura di piacere potesse tale esperienza dare…. Un’ondata di calda urina la riempì nonostante ogni tentativo di resistere nel volerla mantenere dentro. Giulia non resistette e lasciò sprigionare dal suo culo dopo che fu libero del cazzo mio, una cascata di urina e sborra. ….
Mi accasciai a suo fianco e così rimanemmo per un po’ di tempo….poi ci portammo sotto la doccia. E poi un letto diverso ci accolse per un sonno pieno di immagini di sogno e realtà.
Giulia non partì il giorno dopo . Ma il resto, se ci sarà, vi verrà raccontato in seguito.
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