Il vicino di campagna

di
genere
gay

Accanto alla mia casa di campagna abita un arzillo, anziano contadino, che, separato dalla moglie da molti anni, vive solo. Non l'ho mai veduto in compagnia di qualcuna o qualcuno, ma sempre dedito a lavorare il suo campicello, che tiene meglio del mio giardino, da cui lo separa una rete. Il vicino si chiama Alberto, ha circa 75 anni ed è persona semplice e cordiale, sempre sorridente e sempre interessato alle mie occupazioni e alla mia vita lavorativa. Perciò ci troviamo spesso a chiacchierare, mentre lui lavora ed io magari sono seduto fuori a leggere o a riposare. Un giorno caldo, mentre ero in giardino a pulire delle piante, vedo che Alberto sta zappando non lontano dalla rete divisoria: è a torso nudo, abbronzatissimo, tonico e tutto muscoli (ma non palestrato, bensì asciutto ed elastico), con un paio di jeans tagliati corti e tutti strappati, tanto che chinandosi gli si vedeva ciondolare un grossissimo scroto ed un appetitosissimo cazzo. Lo osservo con gusto. Non credo si fosse accorto di averlo di fuori. Fatto sta che lo saluto e ci mettiamo a chiacchierare vicino alla rete. Il giorno dopo, visto il sole splendente, fatta una doccia, esco fuori con l'accappatoio e mi stendo su una sdraia al sole, intenzionato ad asciugarmi e a prendere un po'di tintarella. Mi appisolo anche un po' e. al risveglio, vedo che Alberto sta sempre lavorando vicino alla rete ed ogni tanto si gira a guardarmi. Apro bene gli occhi e mi accorgo che l'accappatoio si era allentato e aperto sul davanti, proprio fra le cosce, scoprendo il mio cazzo. Mi alzo e, ancora con l'accappatoio semiaperto, mi rivolgo ad Alberto: "O Alberto, scusami, non mi ero accorto che eri qui!". "Scusa per cosa?" mi fa. "Ma ... perché ero mezzo nudo davanti a te! Perdonami!". "Ma di che? Siamo fra uomini!". "Sì, lo so, ma insomma ... non è un belvedere!" . "Lo dici te! Per me che sono vecchio, è come ritornare a quando ero come te... Hai un bel fisico e una dotazione come avevo anch'io, molti anni fa!". "Davvero?" faccio io con interesse. "Allora non ti dà noia se prendo il sole nudo?". "Ma no davvero, anzi... E' un bel vedere un corpo come il tuo!". Non volevo dirgli subito che anche il cazzo che gli avevo visto vi eccitava molto, ma non persi tempo e, toltomi l'accappatoio, mi distesi di nuovo sulla sdraia. Socchiusi di nuovo gli occhi, ma non al punto di intravedere Alberto che mi osservava di tanto in tanto, mentre lavorava, e fermandosi, cominciava a toccarsi. Anch'io, a mia volta, ho principiato a carezzarmi, a scappellarmi l'uccello, a palparmi le palle, a segarmelo di brutto. Una volta diventato duro e ritto, mi sono alzato e ho guardato quello che faceva Alberto: aveva tirato fuori il suo uccello e ce l'aveva anche lui bello lungo e duro. Mi sono avvicinato alla rete e gliel'ho infilato fra le maglie, lasciando che lui lo toccasse. Quindi si è chinato e l'ha preso in bocca. "Vieni da me, che ci divertiamo un po'" gli ho fatto. Lui ha annuito e dopo due minuti era davanti alla mia porta di casa. L'ho fatto entrare, completamente nudo com'ero, e l'ho fatto accomodare sul divano.
Questa è stato il primo incontro con Alberto; ma quel che è successo poi, ve lo racconterò un'altra volta.
scritto il
2021-02-12
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