Elisa cap 3

di
genere
dominazione

Una sera Antonio venne a mangiare nel ristorante dove lavoravo come sguattera, era con una donna di colore, dal abbigliamento si capiva che era una prostituta, non tanto giovane ne particolarmente carina, io quella sera ero molto indaffarata in cucina e non me ne accorsi nemmeno fu una cameriera a dirmelo, Antonio era conosciuto e anche abbastanza in confidenza con il padrone del ristorante, solo dopo un po’ mi ricordai che era il giorno di paga e come sempre veniva lui a ritirare il mio stipendio di solito però arrivava a prendermi a fine turno e il proprietario le consegnava i soldi questa volta invece era venuto molto prima e si era addirittura messo a cenare con quella donna.
I due passarono tutta la serata seduti al tavolo a mangiare soprattutto bere vino, ogni tanto Antonio scambiava battute con il titolare, verso mezzanotte tutti i clienti se ne erano già andati, io finito di lavare i pentoloni e il pavimento della cucina sono uscita con secchio e stracci per andare pulire i bagni.
-Elisa, vieni un attimo. Mi gridò Antonio, appena mi vide uscire dalla cucina.
Mi avvicinai al tavolo senza parlare, la donna di colore che era con lui mi squadrò da capo a piedi.
-E’ lei ? chiese ad Antonio.
-Si.
-Questa ti farà guadagnare un sacco di soldi, non avrai più problemi vedrai.
Le disse in un buon italiano.
-Vai a finire il tuo lavoro adesso. Ordinò Antonio
Non avevo pronunciato nemmeno una parola, mi girai e andai verso i bagni, dentro di me mi sentivo angosciata e impaurita, anche se non avevo la minima idea di cosa intendessero.
Finito il mio lavoro, il titolare del ristorante consegnò lo stipendio ad Antonio mentre io mi cambiavo, quando uscii dallo spogliatoio ho sentito il proprietario del ristorante che diceva.
-Se cambi idea io te la riprendo, Elisa è una che lavora e sta zitta e poi è anche veloce.
I due si strinsero la mano e si salutarono poi noi tre andammo in macchina.
-Questa è Aminah, per un po’ starà con noi e ti insegnerà un mestiere. Disse Antonio e i due scoppiarono a ridere.
Seduta sul sedile posteriore della vettura, rimasi pietrificata, ormai era chiaro Antonio voleva mandarmi a battere il marciapiede, non potevo credere che l’uomo che amavo cosi tanto, al punto di rompere i rapporti con la mia famiglia volesse farmi questo, “Sarà uno scherzo di pessimo gusto!” Pensai, mentre guidava verso casa cercai di convincermi ma in fondo lo sapevo che era capace di questo e non si sarebbe fatto remore pur di guadagnare dei soldi senza fare niente.
Appena a casa, Antonio mi disse
-Dovrò stare via per un po’ di giorni e Aminah sarà la tua padrona in mia assenza, le obbedirai e eseguirai i suoi ordini.
-Si padrone risposi. Ormai da un po’ di tempo voleva essere chiamato cosi, la prima volta era successo qualche mese prima mentre facevamo l’amore, in un momento particolarmente appassionato lo avevo chiamato padrone.
-Mi piace sentirmi chiamare padrone, d’ora in poi mi chiamerai sempre cosi. Mi disse.
Io tra gemiti di piacere le sussurrai
-Si si si sei il mio padrone, sono la tua schiava, ti amo Antonio padrone mio.

Aminah tiro fuori dalla borsetta un collare e un guinzaglio, si avvinò e mi mise il collare poi mi tiro con il guinzaglio portandomi in giro per la casa finché non si fermò e si sistemò sulla poltrona ed io dovetti inginocchiarmi ai suoi piedi, di tanto in tanto mi dava dei piccoli calci, poi mi ordinò di leccarle le dita dei piedi, ad un certo punto mi tirò per il collare avvicinandomi alla sua vagina e mi obligò a leccargliela, fui colta dal forte odore chissà da quanto non si lavava e quanti clienti aveva avuto durante tutta la giornata? Cominciò a Tirare il collare sempre più in su e mi faceva male ma l’odore dei suoi umori mi eccitava, la leccai con sempre più passione finche non la sentii gemere e bagnarsi.
-Brava cagnetta, lecca bene la tua padrona, ti faro diventare una brava baldracca ubbidente e sottomessa sempre pronta a tutto. Disse con aria soddisfatta mentre Antonio guardava divertito,
qualche minuto dopo nonostante l’ora tarda i due vollero che le preparassi la vasca per fare il bagno, vi entrarono assieme e dovetti lavarli entrambi poi asciugarli da capo a piedi e subito dopo andarono in camera, si sdraiarono sul letto e cominciarono a scopare io ero in piedi vicino alla porta che guardavo con gli occhi sbarrati il mio uomo che si stava facendo quella puttana nel nostro letto, mi sentivo morire dalla gelosia, finito il loro rapporto sessuale, Aminah mi disse in modo brusco.
-Lavami con la lingua le parti intime davanti e dietro, forza sbrigati Sei una schiava e una baldracca, devi ubbidire più velocemente e senza che te le dico io certe cose.
Docilmente ubbidii cercando lo sguardo di Antonio che però non mi considerava neanche e un attimo dopo si addormentò.
-Brava schiava, da domani comincia una nuova per tè, vedrai che il tuo padrone sarà contento.
Mi disse Aminah con un sorriso che sembrava una smorfia di piacere.

P.S.Chiedo scusa per eventuali errori di grammatica e altro, purtroppo so scrivere solo cosi scusatemi.


P.S. I miei racconti erotici sono pubblicati sul mio blog http://kyrracconta.blogspot.com/



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scritto il
2012-01-21
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