Unica... ed irripetibile II
di
Nadim
genere
etero
Appena sulla strada, Maria Rosaria assunse un certo distacco. Era comprensibile, vivevamo in una piccola città in cui era facile incontrare gente conosciuta.
La invitai ad accomodarci in un qualche locale a bere qualcosa. Avevo bisogno di tempo per comprendere dove poter trovare sufficiente intimità. Casa mia era da escludere, visto che abitavo ancora con i miei. Nelle mie più audaci previsioni mi ero affidato alla sua casa, ma la presenza di quell'imprevisto marito annullava le mie speranze. Ed invece lei mi spiazzò. Declinò la proposta dicendo che sicuramente nel bar personale di Giorgio avremmo potuto trovare i liquori più raffinati e adatti a completare quella fantastica serata.
Mi sentivo confuso, non riuscivo a comprendere e padroneggiare la situazione.
Il tragitto in macchina fu silenzioso anche perché lei si impegnò in un serrato scambio di messaggi al cellulare, seppur di tanto in tanto mi riservasse qualche bacio sul collo o delle fugaci carezze sulle gambe che arrivavano a sfiorare il mio sesso ancora semi eretto.
Sulla porta di casa ci accolse Giorgio. Mentre seguivo il corridoio per accomodarmi in soggiorno, notai con la coda dell'occhio che marito e moglie si erano allacciati in un bacio appassionato e vorace, per quanto fulmineo.
La confusione aumentava vertiginosamente.
Giorgio si premurò di versare del rum pregiato e mi porse del fondente di ottima qualità. Maria Rosaria euforica ed eccitata cominciò a raccontare del concerto, delle canzoni eseguite, del teatro. Trasalii quando, come se fosse la cosa più innocente del mondo, comincio a descrivere come, approfittando dello spazio angusto, avessi cercato il contatto fisico, di come le avessi baciato il collo, della sorprendente ed eccitante durezza e consistenza del mio - letterali sue parole - "cazzo che non perdevo occasione di strusciare fra le sue chiappe facendole colare la fighetta".
Sentendo quelle parole mi andò di traverso il sorso che avevo appena bevuto e cominciai a tossire sgraziatamente, immaginando già i titoli della cronaca che avrebbe raccontato quell'imminente delitto d'onore.
Invece, Giorgio si limito a sorridere e Maria Rosaria si avvicinò a me, e con un tono misto fra l'affettuoso ed il canzonatorio mi passò le mani sulle spalle abbozzando delle pacche che erano, in realtà, delle maliziose carezze.
Carezze che diventarono sempre più audaci ed estese fino ad insinuarsi sotto la camicia sui miei pettorali. Contemporaneamente le sue labbra mi scivolavano sul collo facendomi rabbrividire.
Ero sempre più nel pallone. Avevo certamente letto narrariva e guardato pornografia a tema cuckold, ma l'avevo sempre considerato come un fenomeno letterario, poco realistico e improbabile.
Intuendo il mio imbarazzo, Giorgio si era defilato accomodandosi su una poltrona in disparte. Mariarosaria invece si era praticamente accovacciata ai miei piedi, mi aveva abilmente slacciato e abbassato i pantaloni ed aveva cominciato a vellicare la lingua il mio sesso che però, ancora inibito dalla situazione restava barzotto e poco reattivo.
Con un fugace sguardo d'intesa Maria Rosaria fece cenno a Giorgio di abbandonare il soggiorno ed appena rimasti soli, con pochi misurati gesti si alzò e lascio cadere ai suoi piedi sia la gonna che la camicetta, mettendo a nudo una visione da stroncare il respiro. Le sue forme già perfette, esaltate ancor più da una lingerie nera di estrema classe erano di una sensualità che nelle mie immaginazioni più ardite non ero riuscito neanche a sfiorare.
Di fronte a tanto erotismo si sgretolò ogni residua remora ed il mio cazzo svettò finalmente eretto e turgido, pulsante di desiderio e passione.
Compiaciuta e vogliosa, Maria Rosaria si accovacciò nuovamente ai miei piedi ed iniziò un pompino pazzesco. La sua lingua percorreva l'intera lunghezza dell'asta per poi arrivare sul frenulo ed intorno al glande, di tanto in tanto abboccava alternando golose suzioni e lunghi affondi che le riempivano la bocca e sfioravano la gola. Le sue dita erano abili nel maneggiare i testicoli e vellicare il perineo. Cercava il mio piacere in modo quasi religioso, senza foga e concentrata su ogni gesto, consapevole della sua bravura. Aveva compreso quasi subito come e dove sollecitarmi, come combinare labbra, dita e lingua per tenermi sull'orlo dell'orgasmo. Quando capì che ero ormai al limite della resistenza, si staccò dalla mia erezione e si abbandonò sul sofà a gambe aperte, invitandomi palesemente a ricambiare il preliminare. Si strusciava il clitoride con le dita e allargava le grandi labbra esponendo ai miei occhi l'interno roseo e grondante. Aveva un odore lievemente acre, ma attraente. Cominciai con dei tocchi di lingua appena sfiorati sui contorni delle grandi labbra. Ad ogni tocco vibrava e fremeva. Quando la sentii più rilassata mi dedicai al clitoride e di tanto in tanto mi staccavo per puntare il perineo e risalire con decise leccate che facevano entrare la lingua dentro il suo sesso.
I suoi umori sgorgavano copiosamente. Il mio sguardo risaliva lungo la pianura del ventre piatto fino a inciampare sulle colline dei seni. La sua voce sommessa mi implorava di non smettere, ma anche di non farla venire così.
Quando al tocco della lingua accompagnai l'affondo di due dita emise un lungo guaito di piacere che mi galvanizzò nella ricerca dei limiti del suo piacere e mi fece perdere completamente il senso del contesto Solo quando lei mi rivoltò sul divano per potersi impalare sul mio cazzo, mi resi conto che Giorgio aveva ripreso il suo posto in poltrona col bicchiere in mano. Non mi ero proprio accorto del momento del suo rientro.
Stavolta però la sua presenza non mi era più un elemento di inibizione, anzi me ne sentii eccitato. Maria Rosaria mi salì sopra, guidando con la mano il cazzo turgido dentro se. La sentii scendere piano accompagnando la penetrazione con un lungo mugolio di piacere. La sua figa mi avvolgeva come un guanto. Era sinuosa e vogliosa, i suoi gemiti mi salivano in testa. Le mie mani stringevano i suoi fianchi riempiendosi della carne piena e soda del suo culo. Le mie labbra suggevano i suoi capezzoli grossi e carnosi mentre il suo seno mi strusciava sul viso. Mi piaceva essere posseduto con quell'intensità ma sentivo anche l'irrefrenabile necessità di essere io a guidare l'amplesso. Comprese i miei intenti con uno sguardo. Ci ritrovammo dapprima in piedi a scambiare un lungo bacio tenendoci il viso fra le mani, poi si posizionò sul sofà a pecorina, offrendomi la splendida visuale delle sue terga e del sesso rorido e dischiuso. La artigliai per i fianchi e le entrai profondamente dentro. La sentii trasalire, poi cominciò ad incitarmi a scoparla con forza. Ad ogni affondo gemeva gutturalmente e si spingeva indietro per cercare maggiore profondità. Solo in un secondo momento, realizzai che si era strategicamente posizionata di fronte a suo marito. I due si guardavano con una infinità complicità. Cominciai a spingere con sempre maggiore intensità ed a vellicare la sua rosa anale con un dito. Volevo che nello sguardo di Giorgio restasse impresso un volto trasfigurato dal piacere. Era ormai prossima all'orgasmo e mi chiedeva di godere insieme a lei e dentro di lei. Cominciò a guaire e sentii la sua figa contrarsi. Il suo orgasmo stava ormai montando. Venne con un lungo urlo e in quello stesso momento mi lasciai andare riempiendola con diversi fiotti di seme.
Ci accasciammo sul divano esausti. Per qualche minuto restammo abbracciati scambiando baci teneri e pigri.
Ripreso fiato Maria Rosaria mi suggerì di fare una doccia. Compresi che era un invito a lasciarla sola con Giorgio e non obiettai. In bagno trovai già preparato un accappatoio per gli ospiti e prodotti nuovi per l'igiene.
Mi attardai sotto il getto di acqua calda per lasciar sufficiente tempo alla loro intimità ed anche per cercare di prepararmi al probabile imbarazzo del dopo. Rientrato in sala, tuttavia mi ritrovai di fronte ad una scena totalmente diversa dalle mie aspettative.
Maria Rosaria era piegata a novanta sul tavolo e Giorgio la stava possedendo con irruenza. L'uomo aveva un cazzo di tutto rispetto e lo aveva ben piantato nel culo, con grande piacere della donna. Le mie supposizioni sulla presunta microdotazione o impotenza di Giorgio, come ragione del comportamento di Maria Rosaria, vennero polverizzate nello stesso istante in cui li guardai scopare. L'altissimo potenziale erotico di quella scena regalò una nuova immediata erezione al mio sesso. Compresi chiaramente la potenza delle sensazioni che quei due erano capaci di donarsi in quella libertà di trasgressione ma realizzai anche che ormai ero diventato un intruso.
Discretamente abbandonai la casa.
Qualche ora dopo, mentre nel mio letto mi masturbavo furiosamente ripensando a quanto era accaduto poco prima, mi giunse un sms.
Era di Maria Rosaria. Mi ringraziava per quella meravigliosa serata "unica ed irripetibile".
Unica.
Ed irripetibile.
La invitai ad accomodarci in un qualche locale a bere qualcosa. Avevo bisogno di tempo per comprendere dove poter trovare sufficiente intimità. Casa mia era da escludere, visto che abitavo ancora con i miei. Nelle mie più audaci previsioni mi ero affidato alla sua casa, ma la presenza di quell'imprevisto marito annullava le mie speranze. Ed invece lei mi spiazzò. Declinò la proposta dicendo che sicuramente nel bar personale di Giorgio avremmo potuto trovare i liquori più raffinati e adatti a completare quella fantastica serata.
Mi sentivo confuso, non riuscivo a comprendere e padroneggiare la situazione.
Il tragitto in macchina fu silenzioso anche perché lei si impegnò in un serrato scambio di messaggi al cellulare, seppur di tanto in tanto mi riservasse qualche bacio sul collo o delle fugaci carezze sulle gambe che arrivavano a sfiorare il mio sesso ancora semi eretto.
Sulla porta di casa ci accolse Giorgio. Mentre seguivo il corridoio per accomodarmi in soggiorno, notai con la coda dell'occhio che marito e moglie si erano allacciati in un bacio appassionato e vorace, per quanto fulmineo.
La confusione aumentava vertiginosamente.
Giorgio si premurò di versare del rum pregiato e mi porse del fondente di ottima qualità. Maria Rosaria euforica ed eccitata cominciò a raccontare del concerto, delle canzoni eseguite, del teatro. Trasalii quando, come se fosse la cosa più innocente del mondo, comincio a descrivere come, approfittando dello spazio angusto, avessi cercato il contatto fisico, di come le avessi baciato il collo, della sorprendente ed eccitante durezza e consistenza del mio - letterali sue parole - "cazzo che non perdevo occasione di strusciare fra le sue chiappe facendole colare la fighetta".
Sentendo quelle parole mi andò di traverso il sorso che avevo appena bevuto e cominciai a tossire sgraziatamente, immaginando già i titoli della cronaca che avrebbe raccontato quell'imminente delitto d'onore.
Invece, Giorgio si limito a sorridere e Maria Rosaria si avvicinò a me, e con un tono misto fra l'affettuoso ed il canzonatorio mi passò le mani sulle spalle abbozzando delle pacche che erano, in realtà, delle maliziose carezze.
Carezze che diventarono sempre più audaci ed estese fino ad insinuarsi sotto la camicia sui miei pettorali. Contemporaneamente le sue labbra mi scivolavano sul collo facendomi rabbrividire.
Ero sempre più nel pallone. Avevo certamente letto narrariva e guardato pornografia a tema cuckold, ma l'avevo sempre considerato come un fenomeno letterario, poco realistico e improbabile.
Intuendo il mio imbarazzo, Giorgio si era defilato accomodandosi su una poltrona in disparte. Mariarosaria invece si era praticamente accovacciata ai miei piedi, mi aveva abilmente slacciato e abbassato i pantaloni ed aveva cominciato a vellicare la lingua il mio sesso che però, ancora inibito dalla situazione restava barzotto e poco reattivo.
Con un fugace sguardo d'intesa Maria Rosaria fece cenno a Giorgio di abbandonare il soggiorno ed appena rimasti soli, con pochi misurati gesti si alzò e lascio cadere ai suoi piedi sia la gonna che la camicetta, mettendo a nudo una visione da stroncare il respiro. Le sue forme già perfette, esaltate ancor più da una lingerie nera di estrema classe erano di una sensualità che nelle mie immaginazioni più ardite non ero riuscito neanche a sfiorare.
Di fronte a tanto erotismo si sgretolò ogni residua remora ed il mio cazzo svettò finalmente eretto e turgido, pulsante di desiderio e passione.
Compiaciuta e vogliosa, Maria Rosaria si accovacciò nuovamente ai miei piedi ed iniziò un pompino pazzesco. La sua lingua percorreva l'intera lunghezza dell'asta per poi arrivare sul frenulo ed intorno al glande, di tanto in tanto abboccava alternando golose suzioni e lunghi affondi che le riempivano la bocca e sfioravano la gola. Le sue dita erano abili nel maneggiare i testicoli e vellicare il perineo. Cercava il mio piacere in modo quasi religioso, senza foga e concentrata su ogni gesto, consapevole della sua bravura. Aveva compreso quasi subito come e dove sollecitarmi, come combinare labbra, dita e lingua per tenermi sull'orlo dell'orgasmo. Quando capì che ero ormai al limite della resistenza, si staccò dalla mia erezione e si abbandonò sul sofà a gambe aperte, invitandomi palesemente a ricambiare il preliminare. Si strusciava il clitoride con le dita e allargava le grandi labbra esponendo ai miei occhi l'interno roseo e grondante. Aveva un odore lievemente acre, ma attraente. Cominciai con dei tocchi di lingua appena sfiorati sui contorni delle grandi labbra. Ad ogni tocco vibrava e fremeva. Quando la sentii più rilassata mi dedicai al clitoride e di tanto in tanto mi staccavo per puntare il perineo e risalire con decise leccate che facevano entrare la lingua dentro il suo sesso.
I suoi umori sgorgavano copiosamente. Il mio sguardo risaliva lungo la pianura del ventre piatto fino a inciampare sulle colline dei seni. La sua voce sommessa mi implorava di non smettere, ma anche di non farla venire così.
Quando al tocco della lingua accompagnai l'affondo di due dita emise un lungo guaito di piacere che mi galvanizzò nella ricerca dei limiti del suo piacere e mi fece perdere completamente il senso del contesto Solo quando lei mi rivoltò sul divano per potersi impalare sul mio cazzo, mi resi conto che Giorgio aveva ripreso il suo posto in poltrona col bicchiere in mano. Non mi ero proprio accorto del momento del suo rientro.
Stavolta però la sua presenza non mi era più un elemento di inibizione, anzi me ne sentii eccitato. Maria Rosaria mi salì sopra, guidando con la mano il cazzo turgido dentro se. La sentii scendere piano accompagnando la penetrazione con un lungo mugolio di piacere. La sua figa mi avvolgeva come un guanto. Era sinuosa e vogliosa, i suoi gemiti mi salivano in testa. Le mie mani stringevano i suoi fianchi riempiendosi della carne piena e soda del suo culo. Le mie labbra suggevano i suoi capezzoli grossi e carnosi mentre il suo seno mi strusciava sul viso. Mi piaceva essere posseduto con quell'intensità ma sentivo anche l'irrefrenabile necessità di essere io a guidare l'amplesso. Comprese i miei intenti con uno sguardo. Ci ritrovammo dapprima in piedi a scambiare un lungo bacio tenendoci il viso fra le mani, poi si posizionò sul sofà a pecorina, offrendomi la splendida visuale delle sue terga e del sesso rorido e dischiuso. La artigliai per i fianchi e le entrai profondamente dentro. La sentii trasalire, poi cominciò ad incitarmi a scoparla con forza. Ad ogni affondo gemeva gutturalmente e si spingeva indietro per cercare maggiore profondità. Solo in un secondo momento, realizzai che si era strategicamente posizionata di fronte a suo marito. I due si guardavano con una infinità complicità. Cominciai a spingere con sempre maggiore intensità ed a vellicare la sua rosa anale con un dito. Volevo che nello sguardo di Giorgio restasse impresso un volto trasfigurato dal piacere. Era ormai prossima all'orgasmo e mi chiedeva di godere insieme a lei e dentro di lei. Cominciò a guaire e sentii la sua figa contrarsi. Il suo orgasmo stava ormai montando. Venne con un lungo urlo e in quello stesso momento mi lasciai andare riempiendola con diversi fiotti di seme.
Ci accasciammo sul divano esausti. Per qualche minuto restammo abbracciati scambiando baci teneri e pigri.
Ripreso fiato Maria Rosaria mi suggerì di fare una doccia. Compresi che era un invito a lasciarla sola con Giorgio e non obiettai. In bagno trovai già preparato un accappatoio per gli ospiti e prodotti nuovi per l'igiene.
Mi attardai sotto il getto di acqua calda per lasciar sufficiente tempo alla loro intimità ed anche per cercare di prepararmi al probabile imbarazzo del dopo. Rientrato in sala, tuttavia mi ritrovai di fronte ad una scena totalmente diversa dalle mie aspettative.
Maria Rosaria era piegata a novanta sul tavolo e Giorgio la stava possedendo con irruenza. L'uomo aveva un cazzo di tutto rispetto e lo aveva ben piantato nel culo, con grande piacere della donna. Le mie supposizioni sulla presunta microdotazione o impotenza di Giorgio, come ragione del comportamento di Maria Rosaria, vennero polverizzate nello stesso istante in cui li guardai scopare. L'altissimo potenziale erotico di quella scena regalò una nuova immediata erezione al mio sesso. Compresi chiaramente la potenza delle sensazioni che quei due erano capaci di donarsi in quella libertà di trasgressione ma realizzai anche che ormai ero diventato un intruso.
Discretamente abbandonai la casa.
Qualche ora dopo, mentre nel mio letto mi masturbavo furiosamente ripensando a quanto era accaduto poco prima, mi giunse un sms.
Era di Maria Rosaria. Mi ringraziava per quella meravigliosa serata "unica ed irripetibile".
Unica.
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