Lo stagista 2
di
Harael12
genere
etero
Seconda parte del racconto, ringrazio (“Rosa”) per la fiducia concessami, come sempre scrivetemi alla mia e-mail harael12@gmail.com o cercatemi su Kik, attendo i vostri commenti.
Terminai la doccia, indossai la mia camicia da notte, senza l’intimo, quello lo avrei messo successivamente, rientrai in camera e trovai il mio giovanotto seduto, feci scorrere l’anta dell’armadio davanti a lui e piegandomi aprii il cassetto dell’intimo, mi sentii afferrare dai fianchi ed una sua mano divaricandomi leggermente le gambe si fece spazio fino a quando il dito medio poté prendere possesso della mia figa; ero stanca e forse anche un po’ scocciata, con un uomo più grande gli avrei chiesto di andarsene, ma non volevo essere malefica dicendogli di smetterla, così lo lasciai fare, il suo membro stava crescendo e lo sentii irrigidirsi tra le natiche:
o Rosa.. vedere la camicia da notte alzarsi e saperti senza intimo mi ha fatto venire ancora voglia di possederti.
o Sei un ragazzaccio. (non era stato di certo fatto per eccitarlo, ma oramai).
o Sai cosa mi eccita più di tutto? Quando in ufficio indossi le autoreggenti, le metteresti per me?
o Come fai a sapere che indosso le autoreggenti?
o I miei giorni preferiti in ufficio sono quando indossi le gonne sopra al ginocchio, che quando ti alzi per andare alla stampante dopo un po’ che sei stata seduta ti sale e io posso intravedere.
o Ma sei un porco, ecco perché in certi momenti abbassi gli occhi rapidamente, io che pensavo lo facessi per non farti chiedere di aiutarmi.
o Eh.. in realtà è dal secondo o terzo giorno di stage, che fantastico su di te, su come ti vorrei.
o Dai.. va bene sdraiati e goditi uno spettacolino solo per te.
o Veramente..
Risalì sul letto, tutto ringalluzzito, aprii il cassetto delle calze e capii subito quali intendesse, presi le parigine nere, effettivamente non era solo la gonna che si alzava, ma proprio il modello di calza con la balza molto accentuata che alla vista potevano eccitare ancora di più un ragazzetto curioso, avevamo iniziato a giocare, proseguiamo con il gioco.
Iniziai con un balletto sexy se così possiamo definirlo, appoggiando una gamba sul letto, accarezzandomela e alzando leggermente la camicia notte facendogli vedere una parte della mia peluria, raccolsi la prima calza indossandola, e lui se lo afferrò cominciando a masturbarsi, dovevo accelerare il ritmo prima di vederlo venirsi in mano, così cambiai gamba e calzai anche la seconda, salii in piedi sul letto gli gettai in faccia l’unico indumento che mi copriva, scesi inginocchiandomi tra le sue gambe “lascia fare a me”, la mia mano gli costrinse i testicoli per ridurre al minimo ogni velleità di possibile orgasmo, abbassai la testa facendoglielo sparire nella mia boccuccia.
Lo facevo entrare ed uscire, ad un ritmo lento, volevo si rilassasse, tanto da non usare neanche la lingua, vedevo i suoi muscoli che da contratti iniziavano a distendersi, lo sentii sospirare si era finalmente calmato, mi staccai guardandolo fisso negli occhi, gli ordinai di stendersi, mi rialzai sopra di lui, riscendendo sul suo cazzo, la mia figa come me era sempre più bramosa di raggiungere un orgasmo, quando fu dentro iniziai con il dare dei lenti movimenti di bacino, lo vedevo con un viso diverso come se non avesse più l’impellenza di dovermi soddisfare, iniziai a farlo fuoriuscire per poi rinfilarmelo dentro in modo sempre più veloce ed ad ogni contrazione dei miei muscoli sentivo il mio piacere aumentare, che bella scopata ne stava uscendo, mi afferrai da sola un capezzolo e con una ultima forte penetrazione mi accasciai su di lui, raggiungendo l’orgasmo.
Ripresi fiato adagiata con la testa sul suo petto, lo feci uscire coricandomi vicina a lui con la gamba proseguivo a mantenerlo eretto, “uhm.. che bell’orgasmo che mi hai regalato”, non ero ancora pienamente soddisfatta, mi strusciai fino a toccargli con il ginocchio le palle, mi rialzai, gattonando in mezzo al letto:
o Ti piaccio in questa posizione
Dai.. vieni ad infilarmelo di nuovo dentro.
o Sei troppo bella, non ti avrei mai immaginata così.
o Come pensavi fossi, una vecchia che scopa solamente alla missionaria.
o No.. scusa, non intendevo dire questo.
o Ma dai stupido, scherzavo, basta scusarti, vieni o pensi di lasciarmi ancora qua per molto?
Si posizionò dietro di me, risalì con le mani le cosce avvolte dalle calze fino a stringermi i glutei, riprese il suo membro e con una forte spinta fu di nuovo dentro di me, si muoveva in modo sicuro, facendomi fuoriuscire dalla bocca dei leggeri gemiti di godimento, ora avrebbe potuto dire che mi stava scopando e soddisfacendo, ripensai alla iniziale battuta a vuoto, quando fui riportata alla brutale realtà da uno schiaffo su una natica:
o Ehi Davide non ti sembra di esagerare?
o Eh.. sì.. scusami.
o No, mi piace molto il tuo ritmo, però non voglio che mi lasci piena di lividi.
Continua così.. (mossi il bacino in modo sinuoso).
o Che brava che sei, mi fai venire.
Volevo un altro orgasmo, mi staccai da lui, gli ordinai di sedersi, mi riposizionai in braccio lasciando che il suo manganello mi penetrasse, accelerai il ritmo prendendo la sua testa in mezzo alle mie mani e baciandolo caldamente con la lingua, sentivo il fuoco dell’amplesso, ora mi stavo godendo la scopata.
Portai la testa tra i miei seni, saltando sul mio giovane amante, che si godeva questa vecchia porcona che lo soffocava in mezzo alle tette:
o Dai.. che sto venendo, forza piccolo spaccami in due.
o Uhm…
o Bravo.. sì.. così.. che bel randello duro..
Tremai in preda all’orgasmo, anche lui rimase immobile, forse più per timore, appena mi fui ripresa lo baciai, allungando le gambe e allacciandole dietro al suo fondoschiena; ripresi lentamente il movimento di bacino, lo sentivo piantato dentro di me e questa volta non dava evidenza di essere al limite.
Lo spinsi in modo da farlo stendere, approfittai della situazione per posizionarmi con la figa sulla sua faccia, lo invitai a leccarmela per sentire il sapore del mio orgasmo, inizialmente lo vidi un po’ titubante, ma incoraggiato appoggiò la lingua percuotendo le mie labbra, devo ammettere che adoro essere leccata, anche se Davide deve migliorare, mi rigirai per poi imboccare anche io quel bel cazzo, dopo un po’ di mie leccate gli ordinai di proseguire come prima.
Sentivo il mio giovane uomo pronto, staccai la mia vulva dalla sua faccia, e rannicchiata in mezzo alle sue gambe lo masturbavo intensamente ponendo solo la lingua sul suo glande, “vieni piccolo”, iniziò a contrarre i muscoli emettendo un “veng…” e liberò il suo orgasmo.
Ci rilassammo al centro del letto, con la sua testa appoggiata alla mia spalla, me lo coccolavo accarezzandogli i capelli. Continua..
Terminai la doccia, indossai la mia camicia da notte, senza l’intimo, quello lo avrei messo successivamente, rientrai in camera e trovai il mio giovanotto seduto, feci scorrere l’anta dell’armadio davanti a lui e piegandomi aprii il cassetto dell’intimo, mi sentii afferrare dai fianchi ed una sua mano divaricandomi leggermente le gambe si fece spazio fino a quando il dito medio poté prendere possesso della mia figa; ero stanca e forse anche un po’ scocciata, con un uomo più grande gli avrei chiesto di andarsene, ma non volevo essere malefica dicendogli di smetterla, così lo lasciai fare, il suo membro stava crescendo e lo sentii irrigidirsi tra le natiche:
o Rosa.. vedere la camicia da notte alzarsi e saperti senza intimo mi ha fatto venire ancora voglia di possederti.
o Sei un ragazzaccio. (non era stato di certo fatto per eccitarlo, ma oramai).
o Sai cosa mi eccita più di tutto? Quando in ufficio indossi le autoreggenti, le metteresti per me?
o Come fai a sapere che indosso le autoreggenti?
o I miei giorni preferiti in ufficio sono quando indossi le gonne sopra al ginocchio, che quando ti alzi per andare alla stampante dopo un po’ che sei stata seduta ti sale e io posso intravedere.
o Ma sei un porco, ecco perché in certi momenti abbassi gli occhi rapidamente, io che pensavo lo facessi per non farti chiedere di aiutarmi.
o Eh.. in realtà è dal secondo o terzo giorno di stage, che fantastico su di te, su come ti vorrei.
o Dai.. va bene sdraiati e goditi uno spettacolino solo per te.
o Veramente..
Risalì sul letto, tutto ringalluzzito, aprii il cassetto delle calze e capii subito quali intendesse, presi le parigine nere, effettivamente non era solo la gonna che si alzava, ma proprio il modello di calza con la balza molto accentuata che alla vista potevano eccitare ancora di più un ragazzetto curioso, avevamo iniziato a giocare, proseguiamo con il gioco.
Iniziai con un balletto sexy se così possiamo definirlo, appoggiando una gamba sul letto, accarezzandomela e alzando leggermente la camicia notte facendogli vedere una parte della mia peluria, raccolsi la prima calza indossandola, e lui se lo afferrò cominciando a masturbarsi, dovevo accelerare il ritmo prima di vederlo venirsi in mano, così cambiai gamba e calzai anche la seconda, salii in piedi sul letto gli gettai in faccia l’unico indumento che mi copriva, scesi inginocchiandomi tra le sue gambe “lascia fare a me”, la mia mano gli costrinse i testicoli per ridurre al minimo ogni velleità di possibile orgasmo, abbassai la testa facendoglielo sparire nella mia boccuccia.
Lo facevo entrare ed uscire, ad un ritmo lento, volevo si rilassasse, tanto da non usare neanche la lingua, vedevo i suoi muscoli che da contratti iniziavano a distendersi, lo sentii sospirare si era finalmente calmato, mi staccai guardandolo fisso negli occhi, gli ordinai di stendersi, mi rialzai sopra di lui, riscendendo sul suo cazzo, la mia figa come me era sempre più bramosa di raggiungere un orgasmo, quando fu dentro iniziai con il dare dei lenti movimenti di bacino, lo vedevo con un viso diverso come se non avesse più l’impellenza di dovermi soddisfare, iniziai a farlo fuoriuscire per poi rinfilarmelo dentro in modo sempre più veloce ed ad ogni contrazione dei miei muscoli sentivo il mio piacere aumentare, che bella scopata ne stava uscendo, mi afferrai da sola un capezzolo e con una ultima forte penetrazione mi accasciai su di lui, raggiungendo l’orgasmo.
Ripresi fiato adagiata con la testa sul suo petto, lo feci uscire coricandomi vicina a lui con la gamba proseguivo a mantenerlo eretto, “uhm.. che bell’orgasmo che mi hai regalato”, non ero ancora pienamente soddisfatta, mi strusciai fino a toccargli con il ginocchio le palle, mi rialzai, gattonando in mezzo al letto:
o Ti piaccio in questa posizione
Dai.. vieni ad infilarmelo di nuovo dentro.
o Sei troppo bella, non ti avrei mai immaginata così.
o Come pensavi fossi, una vecchia che scopa solamente alla missionaria.
o No.. scusa, non intendevo dire questo.
o Ma dai stupido, scherzavo, basta scusarti, vieni o pensi di lasciarmi ancora qua per molto?
Si posizionò dietro di me, risalì con le mani le cosce avvolte dalle calze fino a stringermi i glutei, riprese il suo membro e con una forte spinta fu di nuovo dentro di me, si muoveva in modo sicuro, facendomi fuoriuscire dalla bocca dei leggeri gemiti di godimento, ora avrebbe potuto dire che mi stava scopando e soddisfacendo, ripensai alla iniziale battuta a vuoto, quando fui riportata alla brutale realtà da uno schiaffo su una natica:
o Ehi Davide non ti sembra di esagerare?
o Eh.. sì.. scusami.
o No, mi piace molto il tuo ritmo, però non voglio che mi lasci piena di lividi.
Continua così.. (mossi il bacino in modo sinuoso).
o Che brava che sei, mi fai venire.
Volevo un altro orgasmo, mi staccai da lui, gli ordinai di sedersi, mi riposizionai in braccio lasciando che il suo manganello mi penetrasse, accelerai il ritmo prendendo la sua testa in mezzo alle mie mani e baciandolo caldamente con la lingua, sentivo il fuoco dell’amplesso, ora mi stavo godendo la scopata.
Portai la testa tra i miei seni, saltando sul mio giovane amante, che si godeva questa vecchia porcona che lo soffocava in mezzo alle tette:
o Dai.. che sto venendo, forza piccolo spaccami in due.
o Uhm…
o Bravo.. sì.. così.. che bel randello duro..
Tremai in preda all’orgasmo, anche lui rimase immobile, forse più per timore, appena mi fui ripresa lo baciai, allungando le gambe e allacciandole dietro al suo fondoschiena; ripresi lentamente il movimento di bacino, lo sentivo piantato dentro di me e questa volta non dava evidenza di essere al limite.
Lo spinsi in modo da farlo stendere, approfittai della situazione per posizionarmi con la figa sulla sua faccia, lo invitai a leccarmela per sentire il sapore del mio orgasmo, inizialmente lo vidi un po’ titubante, ma incoraggiato appoggiò la lingua percuotendo le mie labbra, devo ammettere che adoro essere leccata, anche se Davide deve migliorare, mi rigirai per poi imboccare anche io quel bel cazzo, dopo un po’ di mie leccate gli ordinai di proseguire come prima.
Sentivo il mio giovane uomo pronto, staccai la mia vulva dalla sua faccia, e rannicchiata in mezzo alle sue gambe lo masturbavo intensamente ponendo solo la lingua sul suo glande, “vieni piccolo”, iniziò a contrarre i muscoli emettendo un “veng…” e liberò il suo orgasmo.
Ci rilassammo al centro del letto, con la sua testa appoggiata alla mia spalla, me lo coccolavo accarezzandogli i capelli. Continua..
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