Come una vita può cambiare 20
di
Harael12
genere
tradimenti
TRAVOLTO DA UN URAGANO
I due amanti erano in cucina, si stavano riprendendo con un pezzo di torta ed un bicchiere di coca cola, Daniela aveva cercato di rivestirsi, ma il suo capo le aveva suggerito di non preoccuparsi, che nessuno gli avrebbe disturbati per l’intero pomeriggio, così rimase con le sole autoreggenti.
In piedi con l’uomo appoggiato al bancone della cucina e lei in mezzo tra la stessa ed il tavolo, il suo sguardo scese e vide che anche se non in piena erezione il membro era già tornato di notevoli dimensioni, tanto che fu risvegliata dal commento “non si preoccupi, mi basta poco per eccitarmi davanti ad una figa come lei”, scostò lo sguardo e appoggiò il bicchiere sul tavolo, udì il telefono suonare e anche se le fu ordinato di lasciarlo, corse nel salone per rispondere, aprì la borsa vide che era una collega dell’ufficio acquisti e rispose, sedendosi sul divano.
Il Direttore non tardò ad arrivare, ed in un baleno si inginocchiò prendendola dalle caviglie ed allargandole, lasciando inascoltato ogni vano tentativo di fermarsi, le sorrise e si tuffò sulla sua passera, gliela leccava con dovizia prima esternamente, poi lappando dal basso verso l’alto, godendosi i vani tentativi di chiudere la telefonata e di urlare il suo piacere; le morse il clitoride, quello per Daniela fu inebriante lo afferrò con la mano libera per la testa, spingendolo il più possibile dentro la sua figa.
Non riusciva a capire cosa le stessero dicendo, avrebbero potuto dirle qualsiasi cosa, avrebbe acconsentito a tutto, sentiva l’ennesimo orgasmo salire dalla spina dorsale, impossessarsi di ogni parte del suo corpo, fino a ad arrivare al cervello, l’unica cosa che riuscì fortunatamente a fare fu mettere muto sul display fino ad un devastante “Godoooo…. Vengooo… Oddiooooo.. Un altro ohh.. mio Dio, ohhh.. mio Dioo”; aveva stretto la testa del Direttore, il quale continuava imperterrito a leccarla e penetrarla con la sua lingua, sentiva dal telefono che la chiamavano, indispettito si liberò e chiuse la telefonata, passandosi il braccio come a pulirsi la bocca “le avevo detto di non rispondere, però la sua figa ed i suoi orgasmi hanno un sapore delizioso”.
Rimaneva sul divano ferma ed inebetita, anche il suo amante si era seduto, per eccitarlo Daniela allungò un piede accarezzandogli il cazzo, si strusciava delicatamente prima con il dorso per tutta la lunghezza e poi con la punta si insinuava per accarezzargli le palle, in quel momento il Direttore estasiato da questa novità iniziò a masturbarsi facendosi deliziare dal quel delicato massaggio:
o Rimarrei qua per tutta la serata a sollazzarmi, ma dobbiamo tornare, cosa ne pensa di farci una doccia?
o Uhm.. ha ragione, mi sentirei meglio.
La aiutò ad alzarsi, raccolsero ognuno i propri vestiti e si diressero in bagno, quando entrarono Dani fu sorpresa nel vedere quanto fosse grande, all’interno vi era una vasca idromassaggio, una grande doccia ed oltre ai normali led, si accesero delle luci per la cromoterapia.
Entrato nella doccia la scrutava intenta a togliersi le autoreggenti, appoggiando prima la gamba destra sul bidet e poi quella sinistra, appena anche lei aprì la porta e mise piede nella doccia, si sentì abbracciare e la cappella si appoggiò sulle sue natiche, “Dottoressa, cosa ne pensa, non possiamo lasciarlo così teso, metta le mani appoggiate al vetro”, la sua risposta fu eseguire l’ordine impartitole, il Direttore le allargò leggermente le gambe fino a penetrarla:
o Sarebbe stato un peccato non chiudere in bellezza.
o Direttore, il suo …, oddio, mi ha …
o Shh.. non serve parlare si goda il momento, poi dovrà tornare dal suo maritino e spiegargli come bisogna scopare una cavalla di razza come lei..
o Ahh.. ma cosa dice!!
o Anzi, aspetti, chiudiamo in bellezza..
o No, no, cosa fa, stavo per avere un altro org...
Non terminò neanche la frase che l’uomo lo aveva estratto dalla sua bagnatissima passera, prese un po’ di bagnoschiuma ed iniziò a passarglielo sul suo splendido fondoschiena, fu istantaneamente redarguito “non ci pensi nemmeno, non l’ho mai fatto e di certo non lo farò oggi qui con lei!”, il suo dito medio non era dello stesso avviso ed iniziò ad accarezzarle il secondo canale, Daniela con la mano gli afferrò il pene masturbandolo, sembrava stesse ponderando l’idea, accettando l’avance del suo capo, ma pocanzi lo gelò nuovamente, “Direttore le ho detto di no, si fermi, mi penetri come stava facendo, la voglio sentire venire”.
Seppur contrariato dalla cosa pensò bene che ci sarebbero state altre occasioni, l’esperienza lo portò a riflettere che non sarebbe valsa la pena forzala, ma la prossima volta avrebbe trovato l’escamotage giusto per cogliere quel fiorellino non ancora sbocciato; “ok, se lo riporti dove le piace, voglio che si scopi da sola, voglio godere”, lo condusse fino a penetrarsi, anche se abituata ad ogni affondo godeva di quel cazzo così libidinoso:
o Direttore!!
o Da brava.. godi, dimmelo che ti piace il mio cazzone..
o Adoro la sua nerchia..
o Me lo dica Dottoressa!!
o Cosa?
o Che lei è la mia troia!! Voglio sentire, SONO LA TUA TROIA!
o Direttore, no…
o Dai.. dimmelo, altrimenti mi fermo (si fermò dentro di lei, schiacciandola contro il vetro).
o Oddio, non ce la faccio... Sono una troia, sono la tua troia, lei è il mio Capo e adoro il suo cazzo!!
o Brava!! Così!! Eccoti accontentata.. (la prese per i capezzoli, ricominciando a scoparla).
Eccolo.. Ecoooo… ahhhh…
Dottoressa lei mi ucciderà a furia di scoparla..
o Venga!! Venga Direttore!!
(rapidamente si inginocchiò, prendendolo completamente in bocca, l’uomo appoggiato alle mattonelle teneva i capelli della sua amante, che con abilità lo masturbava e gli leccava solamente la cappella).
o Sborooo…
Cazzo Dottoressa lei è tanto Santa quanto Puttana!!
AHHH…. AHHH…..
Stavamo uscendo dall’autostrada, per l’ultima parte del viaggio avevamo spento la radio e mi ero fatto confessare tutto, imponendomi di non parlare e di comportarmi da distaccato, in realtà le sarei saltato addosso, prima leccandogliela per farle vedere che non sarei stato da meno, rispetto a quel vecchio, seppur molto dotato e poi me la sarei scopata in modo più rude rispetto al solito.
o Ok siamo alla fine del viaggio, ci vediamo domani in ufficio? Sempre se non avrai da fare.
o Non fare così, scusami, non riuscivo più a tenermi questo segreto.
o Dani, non preoccuparti non mi devi rendere conto di nulla, non sono tuo marito, alla fine anche noi siamo clandestini.
o Non fare così, non voglio perderti.
o Ci penso, per ora non me la sento di darti una risposta.
(scesi e chiusi la portiera, non lasciandole il tempo di dire nulla, posai le cose nella mia macchina mentre lei si accomodava nel sedile del guidatore, mi avvicinai al finestrino facendole un cenno di farlo scendere).
o Dimmi..
o Niente.. solo buona serata.
o Ciao.. (non fece neanche salire il finestrino, ripartì).
Mentre tornavo a casa ero in preda ad uno stato di forte eccitazione, solo una bella scopata con Sofia mi avrebbe raffreddato i bollori, ma dentro di me volevo riprendermi Daniela, era la mia Dea.
I due amanti erano in cucina, si stavano riprendendo con un pezzo di torta ed un bicchiere di coca cola, Daniela aveva cercato di rivestirsi, ma il suo capo le aveva suggerito di non preoccuparsi, che nessuno gli avrebbe disturbati per l’intero pomeriggio, così rimase con le sole autoreggenti.
In piedi con l’uomo appoggiato al bancone della cucina e lei in mezzo tra la stessa ed il tavolo, il suo sguardo scese e vide che anche se non in piena erezione il membro era già tornato di notevoli dimensioni, tanto che fu risvegliata dal commento “non si preoccupi, mi basta poco per eccitarmi davanti ad una figa come lei”, scostò lo sguardo e appoggiò il bicchiere sul tavolo, udì il telefono suonare e anche se le fu ordinato di lasciarlo, corse nel salone per rispondere, aprì la borsa vide che era una collega dell’ufficio acquisti e rispose, sedendosi sul divano.
Il Direttore non tardò ad arrivare, ed in un baleno si inginocchiò prendendola dalle caviglie ed allargandole, lasciando inascoltato ogni vano tentativo di fermarsi, le sorrise e si tuffò sulla sua passera, gliela leccava con dovizia prima esternamente, poi lappando dal basso verso l’alto, godendosi i vani tentativi di chiudere la telefonata e di urlare il suo piacere; le morse il clitoride, quello per Daniela fu inebriante lo afferrò con la mano libera per la testa, spingendolo il più possibile dentro la sua figa.
Non riusciva a capire cosa le stessero dicendo, avrebbero potuto dirle qualsiasi cosa, avrebbe acconsentito a tutto, sentiva l’ennesimo orgasmo salire dalla spina dorsale, impossessarsi di ogni parte del suo corpo, fino a ad arrivare al cervello, l’unica cosa che riuscì fortunatamente a fare fu mettere muto sul display fino ad un devastante “Godoooo…. Vengooo… Oddiooooo.. Un altro ohh.. mio Dio, ohhh.. mio Dioo”; aveva stretto la testa del Direttore, il quale continuava imperterrito a leccarla e penetrarla con la sua lingua, sentiva dal telefono che la chiamavano, indispettito si liberò e chiuse la telefonata, passandosi il braccio come a pulirsi la bocca “le avevo detto di non rispondere, però la sua figa ed i suoi orgasmi hanno un sapore delizioso”.
Rimaneva sul divano ferma ed inebetita, anche il suo amante si era seduto, per eccitarlo Daniela allungò un piede accarezzandogli il cazzo, si strusciava delicatamente prima con il dorso per tutta la lunghezza e poi con la punta si insinuava per accarezzargli le palle, in quel momento il Direttore estasiato da questa novità iniziò a masturbarsi facendosi deliziare dal quel delicato massaggio:
o Rimarrei qua per tutta la serata a sollazzarmi, ma dobbiamo tornare, cosa ne pensa di farci una doccia?
o Uhm.. ha ragione, mi sentirei meglio.
La aiutò ad alzarsi, raccolsero ognuno i propri vestiti e si diressero in bagno, quando entrarono Dani fu sorpresa nel vedere quanto fosse grande, all’interno vi era una vasca idromassaggio, una grande doccia ed oltre ai normali led, si accesero delle luci per la cromoterapia.
Entrato nella doccia la scrutava intenta a togliersi le autoreggenti, appoggiando prima la gamba destra sul bidet e poi quella sinistra, appena anche lei aprì la porta e mise piede nella doccia, si sentì abbracciare e la cappella si appoggiò sulle sue natiche, “Dottoressa, cosa ne pensa, non possiamo lasciarlo così teso, metta le mani appoggiate al vetro”, la sua risposta fu eseguire l’ordine impartitole, il Direttore le allargò leggermente le gambe fino a penetrarla:
o Sarebbe stato un peccato non chiudere in bellezza.
o Direttore, il suo …, oddio, mi ha …
o Shh.. non serve parlare si goda il momento, poi dovrà tornare dal suo maritino e spiegargli come bisogna scopare una cavalla di razza come lei..
o Ahh.. ma cosa dice!!
o Anzi, aspetti, chiudiamo in bellezza..
o No, no, cosa fa, stavo per avere un altro org...
Non terminò neanche la frase che l’uomo lo aveva estratto dalla sua bagnatissima passera, prese un po’ di bagnoschiuma ed iniziò a passarglielo sul suo splendido fondoschiena, fu istantaneamente redarguito “non ci pensi nemmeno, non l’ho mai fatto e di certo non lo farò oggi qui con lei!”, il suo dito medio non era dello stesso avviso ed iniziò ad accarezzarle il secondo canale, Daniela con la mano gli afferrò il pene masturbandolo, sembrava stesse ponderando l’idea, accettando l’avance del suo capo, ma pocanzi lo gelò nuovamente, “Direttore le ho detto di no, si fermi, mi penetri come stava facendo, la voglio sentire venire”.
Seppur contrariato dalla cosa pensò bene che ci sarebbero state altre occasioni, l’esperienza lo portò a riflettere che non sarebbe valsa la pena forzala, ma la prossima volta avrebbe trovato l’escamotage giusto per cogliere quel fiorellino non ancora sbocciato; “ok, se lo riporti dove le piace, voglio che si scopi da sola, voglio godere”, lo condusse fino a penetrarsi, anche se abituata ad ogni affondo godeva di quel cazzo così libidinoso:
o Direttore!!
o Da brava.. godi, dimmelo che ti piace il mio cazzone..
o Adoro la sua nerchia..
o Me lo dica Dottoressa!!
o Cosa?
o Che lei è la mia troia!! Voglio sentire, SONO LA TUA TROIA!
o Direttore, no…
o Dai.. dimmelo, altrimenti mi fermo (si fermò dentro di lei, schiacciandola contro il vetro).
o Oddio, non ce la faccio... Sono una troia, sono la tua troia, lei è il mio Capo e adoro il suo cazzo!!
o Brava!! Così!! Eccoti accontentata.. (la prese per i capezzoli, ricominciando a scoparla).
Eccolo.. Ecoooo… ahhhh…
Dottoressa lei mi ucciderà a furia di scoparla..
o Venga!! Venga Direttore!!
(rapidamente si inginocchiò, prendendolo completamente in bocca, l’uomo appoggiato alle mattonelle teneva i capelli della sua amante, che con abilità lo masturbava e gli leccava solamente la cappella).
o Sborooo…
Cazzo Dottoressa lei è tanto Santa quanto Puttana!!
AHHH…. AHHH…..
Stavamo uscendo dall’autostrada, per l’ultima parte del viaggio avevamo spento la radio e mi ero fatto confessare tutto, imponendomi di non parlare e di comportarmi da distaccato, in realtà le sarei saltato addosso, prima leccandogliela per farle vedere che non sarei stato da meno, rispetto a quel vecchio, seppur molto dotato e poi me la sarei scopata in modo più rude rispetto al solito.
o Ok siamo alla fine del viaggio, ci vediamo domani in ufficio? Sempre se non avrai da fare.
o Non fare così, scusami, non riuscivo più a tenermi questo segreto.
o Dani, non preoccuparti non mi devi rendere conto di nulla, non sono tuo marito, alla fine anche noi siamo clandestini.
o Non fare così, non voglio perderti.
o Ci penso, per ora non me la sento di darti una risposta.
(scesi e chiusi la portiera, non lasciandole il tempo di dire nulla, posai le cose nella mia macchina mentre lei si accomodava nel sedile del guidatore, mi avvicinai al finestrino facendole un cenno di farlo scendere).
o Dimmi..
o Niente.. solo buona serata.
o Ciao.. (non fece neanche salire il finestrino, ripartì).
Mentre tornavo a casa ero in preda ad uno stato di forte eccitazione, solo una bella scopata con Sofia mi avrebbe raffreddato i bollori, ma dentro di me volevo riprendermi Daniela, era la mia Dea.
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