Ale parte 2
di
Anonimo7
genere
feticismo
Impietrita. Con lo sguardo voleva uccidermi. Nella mano il mio cazzo, mentre la mia pipì le colava sul viso. La sua maglietta nera già mezza trasparente era fradicia appena sopra i grossi seni. Ne aveva ingoiata un po', ma era troppo furiosa per schifarsi. Ha iniziato a stringere la mano, e faceva male, ma oramai tra le sue dita avevo un pezzo di marmo. Ho comunque un bel glande, massiccio. Una volta tirato fuori, diventa così largo che rimettere la cappella richiede parecchia pazienza. Lei stringeva la parte appena sotto il bordo rugoso del mio grosso glande. Il pollice invece lo toccava da dietro. Con l'altra mano mi ha dato uno schiaffo, ne ho approfittato per bloccarle la mano. Poteva liberarsi solo aprendo l'altra, ma era come se non volesse in nessun caso lasciare il mio membro. Ci siamo avvicinati con lo sguardo. Lei aveva un odore molto forte, che già ha normalmente per come suda e per quanti ormoni spara a tutta forza, ma stavolta era ricoperta di pipì. Lentamente ho poggiato le mie labbra sulle sue. Abbiamo limonato con passione per diversi minuti finché non si è finalmente decisa a chinarsi con la testa sulle mie gambe. Intanto io le ho messo una mano sul culetto sodo e ho cominciato ad accarezzarla. Tra me e me fantasticavo su ciò che quel dannato tessuto stesse nascondendo. Quali odori? Quali sapori? "Sarà pelosa? Sarà una che fa il bidet o è come piace a me, tutta davvero al naturale?" pensavo. Intanto lei faceva su e giù con la testa dopo aver messo in bocca il mio cazzo. Lo gustava come una prelibatezza, si vedeva quanto le piacesse il sapore. Arrivava fino alla base, teneva un po' quel naso (probabilmente abituato a odori indicibili) fra i miei lunghi peli neri, e tornava su. Emetteva qualche suono di affanno ma anche di gusto. Spompinava non solo da esperta, ma come una bambina felice che mangia un gelato. La lingua costeggiava il bordo della mia cappella, poi risaliva e tremava proprio sul buco al centro. Continuava a stimolarmi mentre la mano sinistra mi accarezzava la coscia dopo che l'ho posata lì avendole precedentemente fermato lo schiaffo. Le sue unghie erano lunghe e tinte di nero. Mi sono detto "sporca com'è di solito, o almeno come sembra, non avrà confidenza col sapone, ma con ciò che è umido, sudato e peloso sì", allora ho iniziato ad avvicinare la sua mano sinistra più sotto dello scroto. All'inizio non ha afferrato il concetto, e con le dita ha provato a stimolarmelo, ma io ho fatto di no con la testa e ho poggiato le sue dita contro quel buchetto dall'odore straordinario che ci accomuna. Lentamente il suo lungo indice ha cominciato a massaggiare il mio ano mentre con assoluta naturalezza il pompino continuava, per lei era prassi. Piano piano il dito si faceva sempre più strada dentro di me, ma notando un po' di resistenza, l'ha tirato fuori, lo ha messo in bocca e una volta lubrificato con la saliva, ha ricominciato. Dopo un minuto intenso la sua nocca premeva contro la mia foresta e le sue labbra contornavano la base del mio pene. Era fatta per quello. Intanto il dubbio in me persisteva. "Lei si laverà? Com'è in mezzo alle gambe? È davvero sporca come credo?
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