Alessia e quel cattivo rapporto con la depilazione
di
Anonimo7
genere
feticismo
Negli anni ho legato molto con una ragazza, Alessia. Abbastanza bassa, non grassa ma sicuramente neppure magra magra, seno e sedere enormi. Occhi azzurri, bionda, pelle scura. Non il mio tipo ma di certo uno spettacolo per gli occhi. Intelligente solo a tratti, finta maliziosa ma in realtà parecchio pudica. Eravamo diventati talmente intimi che per lei era normale raccontarmi particolari anche molto intimi che riguardassero i ragazzi con cui si intratteneva. Non l'avevo mai vista nuda, il mio massimo era stato tenerla stretta in spiaggia, ma era purtroppo in costume, quindi avevo potuto apprezzare al massimo il sudore che emetteva. Un giorno però è arrivata una svolta piacevole: frequentava un ragazzo e lui le aveva mostrato interesse per l'ingresso sul retro. Lei però non aveva mai voluto praticare sesso anale, la spaventava ma questo ragazzo le piaceva troppo. E da lì la domanda più divertente ma anche intrigante che mi potesse fare: "visto che lì normalmente sono off limits, ho la coda, non ho mai tagliato i peli del mio ano. Se vieni a casa mia e ti do delle forbicine, me li accorci tu? A lui non piacciono".
Avevo una scusa per passare tanto tempo fra le sue gambe, per me era ovviamente da accettare quella richiesta. Sono andato a casa sua, lei non mi aveva nemmeno mai contemplato come amante, ma io invece mi masturbavo spesso pensando a cosa avremmo potuto fare insieme. Si è fatta trovare prima di tutto solo con l'intimo e una maglietta sopra, nessun pantalone. Stupenda. Mi sono subito reso conto che in realtà i peli fossero un po' ovunque, sotto le ascelle, intorno all'ombelico e via dicendo. Solo le gambe erano lisce. Si è stesa sul letto dopo avermi dato quelle minuscole cesoie per la sua enorme foresta, e le ho chiesto se quindi potessi abbassarle le mutandine.
"Sì, ma sta' attento, per favore". Ho tolto le sue mutandine fucsia umide e mi sono sentito davvero bene. Anche con i glutei chiusi, i peli anali erano talmente lunghi da venire fuori senza alcuna difficoltà dalla fessura. Lei ha preso una chiappa con la mano destra e una chiappa con la mano sinistra e mi ha invitato a procedere. Le ho spiegato che per fare tutto bene, avrei dovuto prima studiare la situazione, ma era solo una scusa per ammirare. L'odore era intenso e piacevole, il colore scuro. Peli grigio scuro crespi e unti. Dentro di me è sorto un dubbio. È giusto rovinare uno spettacolo così? Solo per facilitare un altro ragazzo che non apprezza l'esplorazione di una zona selvaggia come quella? Senza dirle nulla ho messo un dito in bocca, l'ho coperto di saliva e lentamente l'ho inserito nel suo enorme bagagliaio. Attimo di tensione e silenzio, lei non ha fiatato neanche per un istante mentre il mio dito entrava nel suo ano. Era stretto e umido, i peli rendevano l'attraversamento molto più difficile. Terminato il dito, il mio pugno poggiava contro la sua pelle scura e rugosa nuda. Non si è neppure girata: "potevi dirmelo, eh". Io le ho risposto che non potevo resistere, e che depilarla sarebbe stato un peccato. "Sei perfetta così come sei" le ho detto. Lei allora si è girata, ha sorriso e ha risposto "allora insegnami tu a fare sesso anale". Le successive quattro ore sul suo letto sono passate tra dita ancora sporche che passavano dal culo alla bocca, pompini super profondi, sudore e peli dappertutto, umori di ogni tipo sulle nostre facce e il mio cazzo enorme e duro che si faceva strada in quello strettissimo cunicolo segreto che era il suo ano. Quando sono venuto, la stavo penetrando frontalmente. La base del mio pene veniva fuori tra il suo cespuglio sporco. La stanza era una stalla. Lei puzzava. L'ho inondata da dentro, era felice. L'ho baciata. "Adesso voglio addormentarmi così. Dentro di te. Quando mi sveglierò, tra le tue gambe e i tuoi profumi, ricomincerò a fare avanti e dietro. Tu sei mia, io sono tuo, da oggi". La mia asta era marmorea dentro di lei. Lei umida dentro e fuori. Esausta e sporca, col sudore che le scendeva sulla fronte e sulle tette che durante il rapporto le avevo scoperto, ma anche col sorriso di chi sa che non avrà neppure un attimo per farsi una doccia. Meravigliosa.
Avevo una scusa per passare tanto tempo fra le sue gambe, per me era ovviamente da accettare quella richiesta. Sono andato a casa sua, lei non mi aveva nemmeno mai contemplato come amante, ma io invece mi masturbavo spesso pensando a cosa avremmo potuto fare insieme. Si è fatta trovare prima di tutto solo con l'intimo e una maglietta sopra, nessun pantalone. Stupenda. Mi sono subito reso conto che in realtà i peli fossero un po' ovunque, sotto le ascelle, intorno all'ombelico e via dicendo. Solo le gambe erano lisce. Si è stesa sul letto dopo avermi dato quelle minuscole cesoie per la sua enorme foresta, e le ho chiesto se quindi potessi abbassarle le mutandine.
"Sì, ma sta' attento, per favore". Ho tolto le sue mutandine fucsia umide e mi sono sentito davvero bene. Anche con i glutei chiusi, i peli anali erano talmente lunghi da venire fuori senza alcuna difficoltà dalla fessura. Lei ha preso una chiappa con la mano destra e una chiappa con la mano sinistra e mi ha invitato a procedere. Le ho spiegato che per fare tutto bene, avrei dovuto prima studiare la situazione, ma era solo una scusa per ammirare. L'odore era intenso e piacevole, il colore scuro. Peli grigio scuro crespi e unti. Dentro di me è sorto un dubbio. È giusto rovinare uno spettacolo così? Solo per facilitare un altro ragazzo che non apprezza l'esplorazione di una zona selvaggia come quella? Senza dirle nulla ho messo un dito in bocca, l'ho coperto di saliva e lentamente l'ho inserito nel suo enorme bagagliaio. Attimo di tensione e silenzio, lei non ha fiatato neanche per un istante mentre il mio dito entrava nel suo ano. Era stretto e umido, i peli rendevano l'attraversamento molto più difficile. Terminato il dito, il mio pugno poggiava contro la sua pelle scura e rugosa nuda. Non si è neppure girata: "potevi dirmelo, eh". Io le ho risposto che non potevo resistere, e che depilarla sarebbe stato un peccato. "Sei perfetta così come sei" le ho detto. Lei allora si è girata, ha sorriso e ha risposto "allora insegnami tu a fare sesso anale". Le successive quattro ore sul suo letto sono passate tra dita ancora sporche che passavano dal culo alla bocca, pompini super profondi, sudore e peli dappertutto, umori di ogni tipo sulle nostre facce e il mio cazzo enorme e duro che si faceva strada in quello strettissimo cunicolo segreto che era il suo ano. Quando sono venuto, la stavo penetrando frontalmente. La base del mio pene veniva fuori tra il suo cespuglio sporco. La stanza era una stalla. Lei puzzava. L'ho inondata da dentro, era felice. L'ho baciata. "Adesso voglio addormentarmi così. Dentro di te. Quando mi sveglierò, tra le tue gambe e i tuoi profumi, ricomincerò a fare avanti e dietro. Tu sei mia, io sono tuo, da oggi". La mia asta era marmorea dentro di lei. Lei umida dentro e fuori. Esausta e sporca, col sudore che le scendeva sulla fronte e sulle tette che durante il rapporto le avevo scoperto, ma anche col sorriso di chi sa che non avrà neppure un attimo per farsi una doccia. Meravigliosa.
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