Ale parte 1
di
Anonimo7
genere
etero
Sin da piccoli ci ronzavamo intorno. Lei fece lo sviluppo prima, si vedeva dalle forme, certo, ma il migliore indicatore erano i peli.
Ancora oggi mantiene quell'odore. La vedo poco, eppure quando la incontro, so se si è toccata nelle ultime ore. Sento il sudore che attraversa le sue mutandine umide, i suoi umori fatti per attirare un partner. I peli sotto le ascelle ha iniziato a tagliarli anni fa, di quelli pubici nessuna informazione. Sedere sodo, tette abbastanza grandi, viso stupendo. Non è una bellezza scultorea, è grezza, sporca, spesso volgare, ma poi finge il contrario. Non ha un naso perfetto, ha dei grossi nei in giro per il corpo e una voce fastidiosa. È straordinaria per questo.
Una sera è capitata dalle mie parti con le sue amiche, abbiamo iniziato a chiacchierare. Le ho proposto di fare due passi e siamo finiti in un angolo di paese bello vuoto. Ci siamo seduti sopra dei gradini, le ho confessato di dover fare pipì.
Stavo per andare in un angolo quando ho pensato a una cavolata per poter parlare di parti intime (che lei, nonostante finga il contrario, ha sempre in mente): "vuoi vedere quanto lontano piscio se lo scappello?". Inizialmente era stranita, poi le ho spiegato che con la cappella il getto risulta molto meno potente e direzionato. Alla fine mi ha detto di provare. Ho aggiunto una domanda ovvia: "quindi te lo posso far vedere?". Ha accettato ridendo. L'ho scappellato smanacciandolo un po' e mi sono seduto di nuovo accanto a lei. Erezione immensa, avevo il pisello grosso quanto la sua faccia. Lei guardava, era bellissima. Aveva occhi solo per il mio cazzo duro e lungo. Ho iniziato a pisciare a tratti, spruzzi lontani e brevi per mostrarglielo. Lei osservava contenta. Dopo un po' le ho chiesto "ti va di guidarmi tu?". All'inizio ovviamente era contraria, poi fortunatamente ha ceduto e con la sua mano sudata me l'ha preso. Pollice sotto la cappella, tutte le altre dita sull'asta, e ha iniziato a puntarlo conto una direzione, allora io lanciavo uno schizzo. Perdevo qualche goccia che scivolava sul glande fino al suo pollice, ma sembrava non essere un problema.
Ad un certo punto però, per guardarlo, se l'è puntato contro. In quel momento allora ho dovuto prendere una decisione. Lasciar fare, col rischio di finire tutto lì, o rischiare per davvero. Con tutta la mia forza allora ho lasciato andare uno schizzo stavolta più lungo e grande contro di lei. Faccia, capelli, petto, tutto bagnato. Aveva anche la bocca aperta...
Ancora oggi mantiene quell'odore. La vedo poco, eppure quando la incontro, so se si è toccata nelle ultime ore. Sento il sudore che attraversa le sue mutandine umide, i suoi umori fatti per attirare un partner. I peli sotto le ascelle ha iniziato a tagliarli anni fa, di quelli pubici nessuna informazione. Sedere sodo, tette abbastanza grandi, viso stupendo. Non è una bellezza scultorea, è grezza, sporca, spesso volgare, ma poi finge il contrario. Non ha un naso perfetto, ha dei grossi nei in giro per il corpo e una voce fastidiosa. È straordinaria per questo.
Una sera è capitata dalle mie parti con le sue amiche, abbiamo iniziato a chiacchierare. Le ho proposto di fare due passi e siamo finiti in un angolo di paese bello vuoto. Ci siamo seduti sopra dei gradini, le ho confessato di dover fare pipì.
Stavo per andare in un angolo quando ho pensato a una cavolata per poter parlare di parti intime (che lei, nonostante finga il contrario, ha sempre in mente): "vuoi vedere quanto lontano piscio se lo scappello?". Inizialmente era stranita, poi le ho spiegato che con la cappella il getto risulta molto meno potente e direzionato. Alla fine mi ha detto di provare. Ho aggiunto una domanda ovvia: "quindi te lo posso far vedere?". Ha accettato ridendo. L'ho scappellato smanacciandolo un po' e mi sono seduto di nuovo accanto a lei. Erezione immensa, avevo il pisello grosso quanto la sua faccia. Lei guardava, era bellissima. Aveva occhi solo per il mio cazzo duro e lungo. Ho iniziato a pisciare a tratti, spruzzi lontani e brevi per mostrarglielo. Lei osservava contenta. Dopo un po' le ho chiesto "ti va di guidarmi tu?". All'inizio ovviamente era contraria, poi fortunatamente ha ceduto e con la sua mano sudata me l'ha preso. Pollice sotto la cappella, tutte le altre dita sull'asta, e ha iniziato a puntarlo conto una direzione, allora io lanciavo uno schizzo. Perdevo qualche goccia che scivolava sul glande fino al suo pollice, ma sembrava non essere un problema.
Ad un certo punto però, per guardarlo, se l'è puntato contro. In quel momento allora ho dovuto prendere una decisione. Lasciar fare, col rischio di finire tutto lì, o rischiare per davvero. Con tutta la mia forza allora ho lasciato andare uno schizzo stavolta più lungo e grande contro di lei. Faccia, capelli, petto, tutto bagnato. Aveva anche la bocca aperta...
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