Francesca, scommessa di classe

di
genere
feticismo

In classe alcune ragazze non si facevano mai problemi a parlare di affari intimi, alle volte erano quasi disgustose, ma altre mi facevano ringraziare il cielo per stare in quella stanza. Potevo immaginare la forma della loro patatina, piercing, colori e tipo di depilazione dai loro racconti.
Un giorno ho sentito parlare Francesca di quanto le desse fastidio fare il bidet o in generale lavarsi tutto ciò che veniva sotto il collo, aveva letto di uno studio che parla del valore dei batteri sul nostro corpo e dei rischi di privarcene lavando troppo a fondo. Allora ha affermato di star sperimentando periodi più lunghi senza pulirsi a dovere, a detta sua quella mattina era il sesto giorno senza che una goccia d'acqua la toccasse (escluso il lavarsi le mani, i denti, capelli e la faccia). Le altre, alcune incuriosite, alcune più dubbiose, ovviamente domandavano cose come "ma non ti puzza?", oppure "non ti pizzica il culo?. Io ascoltavo rapito, finché qualcuna non ha toccato l'argomento sesso."E se uno te la vuole leccare?". Premetto che Francesca non era esattamente una modella. Magra, non molto alta, lentiggini, capelli scuri, occhiali e risata fastidiosa. Tolto il caratteraccio, le restava solo un culetto inaspettatamente grande e bello. In più era piuttosto grezza e stupida. Mi eccitava, mi eccitavano tutte. Conoscevo le loro imperfezioni, l'odore che avevano dopo due ore di palestra, i desideri strani che raccontavano tra di loro. Allora alla domanda fatta a Francesca, "e se uno te la vuole leccare?", non ho resistito e sono entrato nella conversazione come sarei voluto entrare in un qualsiasi buco di una di quelle ragazze in quell'istante.
"Io lo farei". Tutte si sono girate all'improvviso. Prima un vuoto, poi hanno iniziato a prendermi in giro. Ma ero serio, magari poter leccare una ragazza del genere. Allora le altre si sono messe a contrattare fra me e lei, le chiedevano se le andasse, a me se fossi d'accordo. Francesca era dubbiosa, non poteva accettare senza la certezza che fossi serio, dovevo rialzare la posta. "Non lavartela per un mese", le ho detto. Tutte erano esterrefatte. Poi è finita la ricreazione. Il mese è passato e finalmente, un giorno, è venuta da me. Ci eravamo organizzati per bene. Da un mese non lavava la propria vagina e l'ano. Stessa cosa per i piedi e le ascelle. Era ovviamente tesa, l'odore si sentiva già attraverso i jeans ma era conscia che una volta tolti, la camera sarebbe diventata zona contaminata. Era stesa sul letto e le ho sfilato i vestiti. Prima la maglia, lasciandole il petto coperto solo dal reggiseno nero e dai peli che invadevano tutto, partendo dalle ascelle fino ai seni e dai jeans a salire fino a sorpassare l'ombelico, comprendole quasi tutta la pancia.
Poi le ho tolto i pantaloni. L'odore era molto forte, c'erano peli che uscivano a ciocche. Le ho afferrato le mutandine nere, unte e fradicie, le ho abbassate e mi sono trovato davanti lo spettacolo. Un blocco densissimo e compatto di peli di un nero profondissimo. Dalla pancia scendevano, il monte di venere era completamente ricoperto. Non si distinguevano le labbra della passera, non si vedeva l'ano. C'era solo l'odore di umori, pipì, ano, sudore. Tutto accumulato in quel groviglio da un mese. La mattina dopo, a scuola, le mie compagne di classe mi domandavano come fosse andata, io lasciavo che annusassero il mio viso, l'odore, la puzza di Francesca, mi era rimasta addosso. Spesso adesso certi giorni lei o qualche altra della classe mi chiama per chiedermi se possa fare loro il bidet. Domani Francesca farà tre mesi senza lavarsi. Sono ospite a casa sua...
scritto il
2024-10-03
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