Voglia d'amare 9
di
Biancaneve
genere
incesti
“Ti ho fatta venire perché voglio esporti la mia idea. Con tuo figlio già ne ho parlato e ho avuto l’impressione che sia d’accordo. Come ti ho detto dovremo essere noi a salvaguardare le sue capacità amatorie. Se continueremo ad abusare del suo arnese così come abbiamo fatto in questi ultimi giorni di sicuro non reggerà. Saremmo noi due a perderci.”
Anita fissa sua madre.
“Stai dicendo che mio figlio, in futuro, deve soddisfare anche le tue esigenze? Lo vuoi come amante?”
“Si.”
Mia madre sposta il suo sguardo su di me.
“Tu sei d’accordo? Vuoi che tua nonna divida il tuo letto con me?”
“Mamma, pensaci, io avrei i vostri corpi nelle mie disponibilità, ma anche voi due, tenuto conto che già siete amanti, potreste sollazzarvi facendomi partecipare ai vostri incontri. Sarebbe come quando sei arrivata. Io, tu e la nonna abbiamo dato vita ad un triangolo che ha visto esplodere la nostra più recondita perversione e siamo rimasti tutti soddisfatti.”
Di nuovo lo sguardo di Anita si sposta su sua madre.
“Come intendi dare soluzione al problema. Ricordati che hai anche un’altra figlia.”
“Ho pensato anche ad Alba. In primo luogo dobbiamo mettere a tacere i mormorii che si stanno facendo sul vostro conto e possiamo farlo solo facendo sposare il nostro stallone con Alba.”
“Vuoi che mio figlio sposi sua zia? Mia sorella? Mamma ti rendi conto di quello che dici?”
Nonna mi guarda e con aria sorniona torna a guardare la figlia.
“Premesso che ad Alba piace tuo figlio e premesso che al nostro stallone non dispiacerebbe accoppiarsi con sua zia non vedo cosa ci sarebbe di male a farli sposare. Pensaci il loro matrimonio ti permetterebbe di fare il regalo più bello che il tuo giovane amante vuole da te: un figlio. Nessuno avrebbe niente da ridire; penserebbero che il bambino è il frutto di un rapporto occasionale.”
Di nuovo sento lo sguardo di mia madre su di me.
“Hai detto alla nonna che desideri avere un figlio da me; mi promettesti che non ne avresti più parlato.”
“Anita, promisi che non ne avrei parlato con te, ma che non ne avrei parlato con tua madre non te l’ho promesso. Mamma, so che anche tu desideri farti impregnare; non reprimere il tuo desiderio di farti ingravidare da me. Dai, fatti mettere incinta.”
Mia madre si alza dal divano e va avanti e indietro per tutta la stanza. Dopo un po’ si ferma al centro stanza.
“Ammettiamo, dico ammettiamo, che mi faccia mettere incinta da mio figlio come giustificheremo la mia gravidanza ad Alba? Di sicuro vorrà sapere? Che gli risponderò?”
Nonna senza minimamente scomporsi le rispose.
“La verità. Le dirai che tuo figlio ti ha resa pregna. Sappi che tua sorella è al corrente del rapporto che esiste tra te e tuo figlio; sa che andate a letto insieme e che lui ti chiava; come pure sa che mi trovo qui in compagnia di suo nipote e che mi sto facendo chiavare; non solo, sa anche del rapporto saffico che esiste fra me e te. Come vedi non abbiamo niente da nasconderle.”
Mia madre non parla più. Si dirige verso una delle porte, l’apre, vi entra e la chiude.
“Nonna, credi che si sia convinta?”
“Diamole il tempo di rimuginarci sopra e poi sapremo il risultato. Sono sicura che sarà per te positivo. Incomincia già a prepararti mentalmente a diventare un bravo maritino ed un buon padre. Sappi che ti sarò sempre vicino purché non mi farai mai mancare il tuo cazzo.”
Durante tutto il parlare che è stato fatto, nonna, non ha mai allentato la presa sul mio cazzo. Mi costringe ad alzarmi e mi trascina in una delle camere da letto. mi sbatte sul letto e con una mossa da abile cavallerizza, mi scavalca con una gamba e, tenendo fermo il mio arnese, si fa penetrare. Mi da la schiena. Le mie mani salgono lungo il suo corpo e vanno a posarsi sul suo prosperoso seno. Le artiglio i capezzoli e li strizzo con violenza. Le faccio male. Nonna grida dal dolore. Mamma si precipita.
“Ho sentito gridare. Chi si è fatto male.”
Vede la scena.
“Come posso riflettere su quanto mi avete detto e chiesto se poi vi fate trovare che state chiavando come due conigli. Credete che sia di pietra.”
Si proietta fra le cosce della madre e le fionda la testa sulla vagina. Dalla mia posizione posso solo immaginare ciò che mia madre sta facendo con la bocca alla figa di mia nonna che con i suoi nitriti da forma e corpo alla mia immaginazione. Nonna, stando sempre di schiena e tenendo il mio cazzo ben piantato nel suo ventre, stende il suo corpo sul mio dando così la possibilità alla figlia di stendersi sul suo corpo in modo da posizionare la sua vagina sulla bocca della madre. Sono messe nella posizione del 69 e trovandosi la pucchiacca di mamma all’altezza dei miei occhi vedo benissimo la lingua di mia nonna insinuarsi nella figa di sua figlia e leccarla. Dalla vagina di mia madre cominciano a colare nella bocca di mia nonna gli umori che si mostrano essere abbondanti. Non voglio essere escluso dal gustare il dolce nettare che scorre dalla figa di mia madre e che nonna sta lappando con gusto. Non so come ma riesco ad avvicinare la mia bocca alla figa di Anita e unisco la mia lingua a quella di Julie. Insieme lecchiamo e lappiamo il fiume di secrezioni che la vagina di mia madre espelle. Anita gradisce molto quello che sta accadendo fra le sue cosce ed è talmente alto il suo gradimento che raggiunge una sequela di orgasmi in breve tempo e scarica il suo piacere nella bocca mia e di quella della madre. Nel godere Anita si mette seduta sulle nostre facce allargando al massimo le cosce. I miei occhi vengono attratti dal buchetto del culo. Sposto l’attenzione della mia lingua sul suo fiorellino e lo lecco. Mia madre ha un sussulto.
“Oh, dio, mi stai leccando il buco del culo. È la prima volta che lo fai. Dio come mi piace. Ti prego non smettere.”
Non ho nessuna intenzione di smettere di leccarle il buco del culo perché mi auguro che dopo questo trattamento che le sto facendo decida di farsi sfondare il culo. Julie, intanto si è liberata dalla morsa delle cosce della figlia ed è ritornata a sedersi sul mio ventre e con il mio cazzo ben piantato nel suo corpo. Incomincia a saltellare sul mio palo come una gazzella. Sono talmente veloci i suoi sali scendi che raggiunge una sequela di orgasmi a poca distanza l’uno dall’altro. Io mi guardo bene dal godere perché ho una piccola speranza. Una vocina mi dice che mamma mi chiederà di mettergli il cazzo nel buco del culo. Un grido da scrofa sgozzata e mia nonna raggiunge il suo più travolgente orgasmo al culmine del quale si abbatte sul letto quasi distrutta. Come si usa dire: fuori una. Non appena Julie ha liberato il mio cazzo dalla stretta della sua vagina mia madre si precipita ad imboccarlo. Lo lecca fino a liberarlo di tutte le secrezioni di mia nonna. Quando è convinta che la sua lingua ha operata una accurata pulizia con la velocità di una lepre sposta il suo culo sul mio cazzo facendosi poggiare il glande contro il suo buchetto posteriore.
“Ora non muoverti. Lascia che sia io a condurre il gioco.”
Imprime al suo bacino un lento movimento rotatorio e dando, di tanto in tanto, dei colpi verso il basso. La sento gemere e non sono gemiti di piacere, sta soffrendo per il dolore.
“Mamma, questo non è il metodo giusto per farti inculare. Se veramente desideri farti sfondare il culo lascia a me il compito. So come chiavarti il culo riducendo al minimo il dolore. L’ho fatto già a tua madre e non si è lamentata troppo.”
In quella si sente la voce di mia nonna.
“Brutto figlio di puttana, hai la spudoratezza di dire che non ho sentito dolore quando me lo hai messo nel culo. Per poco non sono svenuta dal dolore. Figlia mia se veramente vuoi che tuo figlio ti impali preparati a soffrire.”
Mia madre si mette carponi ed allarga le cosce, poggia le spalle sul letto e affonda la testa nel cuscino.
“Dai mamma, allargami le chiappe ed aiutalo a farmi trapanare il culo.”
Julie si siede sulla schiena della figlia, appoggia le mani sulle natiche di Anita e le allarga. Il roseo sfintere con al centro il buchetto è pronto a ricevere il mio ariete. una mano la metto sul suo fondo schiena e con l’altra artiglio il cazzo e ne guido il glande al centro dello sfintere. Al contatto mamma ha movimento di retrazione. La tengo ferma è comincio a spingere.
“Mamma, rilassati, non essere contratta. Vedrai quando sarò entrato ti piacerà tanto che vorrai tenerti il mio cazzo nel culo fino a farti riempire l’intestino di sperma.”
“Per te è facile parlare. Non sei tu a prenderlo nel culo ma io. Dietro non l’ho mai preso. Non è come farsi sverginare davanti, la vagina è elastica si adatta facilmente all’intrusione di un cazzo.”
Se voglio raggiungere il mio traguardo devo forzare i tempi altrimenti mamma si ritrarrà e non ci sarà una seconda volta. Aiutato dalla madre che continua a tenerle le chiappe allargate do una spinta più forte e con più decisione. Il glande riesce a valicare lo stretto buchetto. Il primo ostacolo è superato. Un grido disumano riempie la stanza. È mia madre a gridare. Il dolore è stato troppo forte.
“Anita, mamma, il più è fatto. Ora mi fermo. Quando ti senti pronta continuerò l’opera di sfondamento.”
Nonna lascia le chiappe della figlia e si allontana. Io mi distendo sulla sua schiena e l’abbraccio portando le mani ad ancorarsi alle sue tette.
“Non immaginavo si provasse tanto dolore. Una cosa è sentire la tua lingua leccarmi il buchetto ed una altra e permettere al tuo cazzo di trapanarmi il culo. Mi auguro che il dolore si fermi a questo punto.”
Mi stringo di più al suo corpo, le mie mani si stringono sulle sue mammelle.
“No, mamma, quando ti stantufferò il cazzo nel culo sentirai ancora dolore ma sarà meno intenso. Solo quando i tuoi muscoli anali si saranno allentati il dolore si attenuerà.”
Mia madre cerca di liberarsi dalla mia morsa.
“Dai, Anita, sta ferma, non ribellarti, io non ti mollerò, oramai ci siamo. Completiamo l’opera e poi ci riposeremo. So che anche tu vuoi portare a termine quello che abbiamo iniziato. Sei stata tu a volere che io ti sodomizzassi anche se l’ho sempre desiderato.”
“Desideravi chiavarmi il culo e non me lo hai mai chiesto? Povero coccolone. Hai sofferto molto quando ti sculettavo davanti? Sono contenta. Se avessi solo immaginato che volevi incularmi mi sarei divertita a farti vedere il mio buchetto al meglio del suo splendore.”
“Però alla fine sono stato io a vincere. Ti sto finalmente sodomizzando. Il mio cazzo è piantato nel tuo culo e fra poco mi appresto a chiavarlo.”
“È vero, ma ricorda sempre che sono stata io a volerlo. Senza il mio consenso tu il mio culo l’avresti sempre e solo sognato. Dai il dolore si è calmato, affonda pure il tuo ariete nel mio culo e chiavalo. Voglio sentire il tuo sperma salire lungo il mio intestino e raggiungere il mio stomaco.”
Non chiedo di più. Riprendo a spingere ed il mio cazzo avanza nel culo di mia madre. Arrivo in fondo. Ho il pene tutto dentro al suo culo. Il mio ventre è contro le chiappe di Anita che ha ripreso a lamentarsi. Un minuto di sosta e poi metto in funzione il pistone. Comincio a chiavare il suo bianco culo. Lei stringe i muscoli anali intorno alla circonferenza del mio cazzo. Le mie dita artigliano i suoi capezzoli e li torturo strappandole grida di dolore miste a miagolii di piacere. Le stantuffo il cazzo nel culo con veemenza. Mai avrei creduto di riuscire a sfondare il culo di mia madre ed invece eccomi qui con il cazzo piantato nel culo di Anita. È tale la mia contentezza che i suoi lamenti di dolore non li sento più; è come se fossi entrato in trance. La mia mente è tutta concentrata a pistonare il mio ariete nel culo di mamma che niente mi distrae.
“Fa presto a venire. Mi stai sventrando. Non ce la faccio più a reggere il tuo ritmo.”
“Mamma, resisti ancora un poco.”
Un ultimo affondo e poi l’esplosione giunge improvvisa. Dal meato uretrale del mio cazzo vengono espulse potenti bordate di denso sperma nell’intestino retto della mia genitrice. Finalmente il mio sogno di sfondare il culo di mamma e di innaffiarlo con il mio sperma si è realizzato. Sono soddisfatto. Abbandono la posizione ritirando il mio cazzo dal buco del culo di mia madre e mi stendo sul letto. Anita finalmente libera dal peso del mio corpo corre in bagno. Io mi guardo il cazzo e lo vedo sporco di sangue e di altra sostanza che non nomino. Anche per me è urgente andare in bagno dove trovo mia madre che sta nella vasca piegata sulle ginocchia e si sta irrorando il buco del culo con acqua fredda.
“Ho il buco del culo talmente dilatato che ci passa un treno. Mi hai distrutta. Mi brucia. Non so come farò a camminare.”
“Vedrai che con il tempo si restringerà. Non dovrai camminare. Basta che stai a letto con le cosce aperte. Ci penserà il mio cazzo a guarirti.”
Riesco a farla ridere. Abbassa lo sguardo e vede il mio cazzo tutto inzaccherato.
“Vieni. Entra anche tu nella vasca, sei tutto sporco, fatti pulire.”
Si concludono cosi i due giorni di escursione nella garsoniere di mia nonna. Sono stati giorni fantastici. Il primo giorno ho chiavato mia nonna e le ho sfondato il culo. Il secondo giorno fin dall’arrivo di mia madre abbiamo, con la partecipazione attiva di Julie e di mamma, dato vita ad uno spettacolo da film porno che ha avuto il suo culmine nello sfondamento di un altro culo: quello di Anita, mia madre. Peccato non ci fosse una videocamera a riprendere quello che abbiamo fatto in questi due giorni. Sarebbe stato divertente rivederci. Il mattino dopo rientriamo a casa. Julie fa il viaggio da sola. Io ed Anita facciamo il viaggio di ritorno insieme. mia madre non ce la fa a guidare. Il bruciore al posteriore non l’è ancora passato.
Continua
P.S. Racconto fantasia. Ogni riferimento a persone viventi o decedute è puramente casuale.
Anita fissa sua madre.
“Stai dicendo che mio figlio, in futuro, deve soddisfare anche le tue esigenze? Lo vuoi come amante?”
“Si.”
Mia madre sposta il suo sguardo su di me.
“Tu sei d’accordo? Vuoi che tua nonna divida il tuo letto con me?”
“Mamma, pensaci, io avrei i vostri corpi nelle mie disponibilità, ma anche voi due, tenuto conto che già siete amanti, potreste sollazzarvi facendomi partecipare ai vostri incontri. Sarebbe come quando sei arrivata. Io, tu e la nonna abbiamo dato vita ad un triangolo che ha visto esplodere la nostra più recondita perversione e siamo rimasti tutti soddisfatti.”
Di nuovo lo sguardo di Anita si sposta su sua madre.
“Come intendi dare soluzione al problema. Ricordati che hai anche un’altra figlia.”
“Ho pensato anche ad Alba. In primo luogo dobbiamo mettere a tacere i mormorii che si stanno facendo sul vostro conto e possiamo farlo solo facendo sposare il nostro stallone con Alba.”
“Vuoi che mio figlio sposi sua zia? Mia sorella? Mamma ti rendi conto di quello che dici?”
Nonna mi guarda e con aria sorniona torna a guardare la figlia.
“Premesso che ad Alba piace tuo figlio e premesso che al nostro stallone non dispiacerebbe accoppiarsi con sua zia non vedo cosa ci sarebbe di male a farli sposare. Pensaci il loro matrimonio ti permetterebbe di fare il regalo più bello che il tuo giovane amante vuole da te: un figlio. Nessuno avrebbe niente da ridire; penserebbero che il bambino è il frutto di un rapporto occasionale.”
Di nuovo sento lo sguardo di mia madre su di me.
“Hai detto alla nonna che desideri avere un figlio da me; mi promettesti che non ne avresti più parlato.”
“Anita, promisi che non ne avrei parlato con te, ma che non ne avrei parlato con tua madre non te l’ho promesso. Mamma, so che anche tu desideri farti impregnare; non reprimere il tuo desiderio di farti ingravidare da me. Dai, fatti mettere incinta.”
Mia madre si alza dal divano e va avanti e indietro per tutta la stanza. Dopo un po’ si ferma al centro stanza.
“Ammettiamo, dico ammettiamo, che mi faccia mettere incinta da mio figlio come giustificheremo la mia gravidanza ad Alba? Di sicuro vorrà sapere? Che gli risponderò?”
Nonna senza minimamente scomporsi le rispose.
“La verità. Le dirai che tuo figlio ti ha resa pregna. Sappi che tua sorella è al corrente del rapporto che esiste tra te e tuo figlio; sa che andate a letto insieme e che lui ti chiava; come pure sa che mi trovo qui in compagnia di suo nipote e che mi sto facendo chiavare; non solo, sa anche del rapporto saffico che esiste fra me e te. Come vedi non abbiamo niente da nasconderle.”
Mia madre non parla più. Si dirige verso una delle porte, l’apre, vi entra e la chiude.
“Nonna, credi che si sia convinta?”
“Diamole il tempo di rimuginarci sopra e poi sapremo il risultato. Sono sicura che sarà per te positivo. Incomincia già a prepararti mentalmente a diventare un bravo maritino ed un buon padre. Sappi che ti sarò sempre vicino purché non mi farai mai mancare il tuo cazzo.”
Durante tutto il parlare che è stato fatto, nonna, non ha mai allentato la presa sul mio cazzo. Mi costringe ad alzarmi e mi trascina in una delle camere da letto. mi sbatte sul letto e con una mossa da abile cavallerizza, mi scavalca con una gamba e, tenendo fermo il mio arnese, si fa penetrare. Mi da la schiena. Le mie mani salgono lungo il suo corpo e vanno a posarsi sul suo prosperoso seno. Le artiglio i capezzoli e li strizzo con violenza. Le faccio male. Nonna grida dal dolore. Mamma si precipita.
“Ho sentito gridare. Chi si è fatto male.”
Vede la scena.
“Come posso riflettere su quanto mi avete detto e chiesto se poi vi fate trovare che state chiavando come due conigli. Credete che sia di pietra.”
Si proietta fra le cosce della madre e le fionda la testa sulla vagina. Dalla mia posizione posso solo immaginare ciò che mia madre sta facendo con la bocca alla figa di mia nonna che con i suoi nitriti da forma e corpo alla mia immaginazione. Nonna, stando sempre di schiena e tenendo il mio cazzo ben piantato nel suo ventre, stende il suo corpo sul mio dando così la possibilità alla figlia di stendersi sul suo corpo in modo da posizionare la sua vagina sulla bocca della madre. Sono messe nella posizione del 69 e trovandosi la pucchiacca di mamma all’altezza dei miei occhi vedo benissimo la lingua di mia nonna insinuarsi nella figa di sua figlia e leccarla. Dalla vagina di mia madre cominciano a colare nella bocca di mia nonna gli umori che si mostrano essere abbondanti. Non voglio essere escluso dal gustare il dolce nettare che scorre dalla figa di mia madre e che nonna sta lappando con gusto. Non so come ma riesco ad avvicinare la mia bocca alla figa di Anita e unisco la mia lingua a quella di Julie. Insieme lecchiamo e lappiamo il fiume di secrezioni che la vagina di mia madre espelle. Anita gradisce molto quello che sta accadendo fra le sue cosce ed è talmente alto il suo gradimento che raggiunge una sequela di orgasmi in breve tempo e scarica il suo piacere nella bocca mia e di quella della madre. Nel godere Anita si mette seduta sulle nostre facce allargando al massimo le cosce. I miei occhi vengono attratti dal buchetto del culo. Sposto l’attenzione della mia lingua sul suo fiorellino e lo lecco. Mia madre ha un sussulto.
“Oh, dio, mi stai leccando il buco del culo. È la prima volta che lo fai. Dio come mi piace. Ti prego non smettere.”
Non ho nessuna intenzione di smettere di leccarle il buco del culo perché mi auguro che dopo questo trattamento che le sto facendo decida di farsi sfondare il culo. Julie, intanto si è liberata dalla morsa delle cosce della figlia ed è ritornata a sedersi sul mio ventre e con il mio cazzo ben piantato nel suo corpo. Incomincia a saltellare sul mio palo come una gazzella. Sono talmente veloci i suoi sali scendi che raggiunge una sequela di orgasmi a poca distanza l’uno dall’altro. Io mi guardo bene dal godere perché ho una piccola speranza. Una vocina mi dice che mamma mi chiederà di mettergli il cazzo nel buco del culo. Un grido da scrofa sgozzata e mia nonna raggiunge il suo più travolgente orgasmo al culmine del quale si abbatte sul letto quasi distrutta. Come si usa dire: fuori una. Non appena Julie ha liberato il mio cazzo dalla stretta della sua vagina mia madre si precipita ad imboccarlo. Lo lecca fino a liberarlo di tutte le secrezioni di mia nonna. Quando è convinta che la sua lingua ha operata una accurata pulizia con la velocità di una lepre sposta il suo culo sul mio cazzo facendosi poggiare il glande contro il suo buchetto posteriore.
“Ora non muoverti. Lascia che sia io a condurre il gioco.”
Imprime al suo bacino un lento movimento rotatorio e dando, di tanto in tanto, dei colpi verso il basso. La sento gemere e non sono gemiti di piacere, sta soffrendo per il dolore.
“Mamma, questo non è il metodo giusto per farti inculare. Se veramente desideri farti sfondare il culo lascia a me il compito. So come chiavarti il culo riducendo al minimo il dolore. L’ho fatto già a tua madre e non si è lamentata troppo.”
In quella si sente la voce di mia nonna.
“Brutto figlio di puttana, hai la spudoratezza di dire che non ho sentito dolore quando me lo hai messo nel culo. Per poco non sono svenuta dal dolore. Figlia mia se veramente vuoi che tuo figlio ti impali preparati a soffrire.”
Mia madre si mette carponi ed allarga le cosce, poggia le spalle sul letto e affonda la testa nel cuscino.
“Dai mamma, allargami le chiappe ed aiutalo a farmi trapanare il culo.”
Julie si siede sulla schiena della figlia, appoggia le mani sulle natiche di Anita e le allarga. Il roseo sfintere con al centro il buchetto è pronto a ricevere il mio ariete. una mano la metto sul suo fondo schiena e con l’altra artiglio il cazzo e ne guido il glande al centro dello sfintere. Al contatto mamma ha movimento di retrazione. La tengo ferma è comincio a spingere.
“Mamma, rilassati, non essere contratta. Vedrai quando sarò entrato ti piacerà tanto che vorrai tenerti il mio cazzo nel culo fino a farti riempire l’intestino di sperma.”
“Per te è facile parlare. Non sei tu a prenderlo nel culo ma io. Dietro non l’ho mai preso. Non è come farsi sverginare davanti, la vagina è elastica si adatta facilmente all’intrusione di un cazzo.”
Se voglio raggiungere il mio traguardo devo forzare i tempi altrimenti mamma si ritrarrà e non ci sarà una seconda volta. Aiutato dalla madre che continua a tenerle le chiappe allargate do una spinta più forte e con più decisione. Il glande riesce a valicare lo stretto buchetto. Il primo ostacolo è superato. Un grido disumano riempie la stanza. È mia madre a gridare. Il dolore è stato troppo forte.
“Anita, mamma, il più è fatto. Ora mi fermo. Quando ti senti pronta continuerò l’opera di sfondamento.”
Nonna lascia le chiappe della figlia e si allontana. Io mi distendo sulla sua schiena e l’abbraccio portando le mani ad ancorarsi alle sue tette.
“Non immaginavo si provasse tanto dolore. Una cosa è sentire la tua lingua leccarmi il buchetto ed una altra e permettere al tuo cazzo di trapanarmi il culo. Mi auguro che il dolore si fermi a questo punto.”
Mi stringo di più al suo corpo, le mie mani si stringono sulle sue mammelle.
“No, mamma, quando ti stantufferò il cazzo nel culo sentirai ancora dolore ma sarà meno intenso. Solo quando i tuoi muscoli anali si saranno allentati il dolore si attenuerà.”
Mia madre cerca di liberarsi dalla mia morsa.
“Dai, Anita, sta ferma, non ribellarti, io non ti mollerò, oramai ci siamo. Completiamo l’opera e poi ci riposeremo. So che anche tu vuoi portare a termine quello che abbiamo iniziato. Sei stata tu a volere che io ti sodomizzassi anche se l’ho sempre desiderato.”
“Desideravi chiavarmi il culo e non me lo hai mai chiesto? Povero coccolone. Hai sofferto molto quando ti sculettavo davanti? Sono contenta. Se avessi solo immaginato che volevi incularmi mi sarei divertita a farti vedere il mio buchetto al meglio del suo splendore.”
“Però alla fine sono stato io a vincere. Ti sto finalmente sodomizzando. Il mio cazzo è piantato nel tuo culo e fra poco mi appresto a chiavarlo.”
“È vero, ma ricorda sempre che sono stata io a volerlo. Senza il mio consenso tu il mio culo l’avresti sempre e solo sognato. Dai il dolore si è calmato, affonda pure il tuo ariete nel mio culo e chiavalo. Voglio sentire il tuo sperma salire lungo il mio intestino e raggiungere il mio stomaco.”
Non chiedo di più. Riprendo a spingere ed il mio cazzo avanza nel culo di mia madre. Arrivo in fondo. Ho il pene tutto dentro al suo culo. Il mio ventre è contro le chiappe di Anita che ha ripreso a lamentarsi. Un minuto di sosta e poi metto in funzione il pistone. Comincio a chiavare il suo bianco culo. Lei stringe i muscoli anali intorno alla circonferenza del mio cazzo. Le mie dita artigliano i suoi capezzoli e li torturo strappandole grida di dolore miste a miagolii di piacere. Le stantuffo il cazzo nel culo con veemenza. Mai avrei creduto di riuscire a sfondare il culo di mia madre ed invece eccomi qui con il cazzo piantato nel culo di Anita. È tale la mia contentezza che i suoi lamenti di dolore non li sento più; è come se fossi entrato in trance. La mia mente è tutta concentrata a pistonare il mio ariete nel culo di mamma che niente mi distrae.
“Fa presto a venire. Mi stai sventrando. Non ce la faccio più a reggere il tuo ritmo.”
“Mamma, resisti ancora un poco.”
Un ultimo affondo e poi l’esplosione giunge improvvisa. Dal meato uretrale del mio cazzo vengono espulse potenti bordate di denso sperma nell’intestino retto della mia genitrice. Finalmente il mio sogno di sfondare il culo di mamma e di innaffiarlo con il mio sperma si è realizzato. Sono soddisfatto. Abbandono la posizione ritirando il mio cazzo dal buco del culo di mia madre e mi stendo sul letto. Anita finalmente libera dal peso del mio corpo corre in bagno. Io mi guardo il cazzo e lo vedo sporco di sangue e di altra sostanza che non nomino. Anche per me è urgente andare in bagno dove trovo mia madre che sta nella vasca piegata sulle ginocchia e si sta irrorando il buco del culo con acqua fredda.
“Ho il buco del culo talmente dilatato che ci passa un treno. Mi hai distrutta. Mi brucia. Non so come farò a camminare.”
“Vedrai che con il tempo si restringerà. Non dovrai camminare. Basta che stai a letto con le cosce aperte. Ci penserà il mio cazzo a guarirti.”
Riesco a farla ridere. Abbassa lo sguardo e vede il mio cazzo tutto inzaccherato.
“Vieni. Entra anche tu nella vasca, sei tutto sporco, fatti pulire.”
Si concludono cosi i due giorni di escursione nella garsoniere di mia nonna. Sono stati giorni fantastici. Il primo giorno ho chiavato mia nonna e le ho sfondato il culo. Il secondo giorno fin dall’arrivo di mia madre abbiamo, con la partecipazione attiva di Julie e di mamma, dato vita ad uno spettacolo da film porno che ha avuto il suo culmine nello sfondamento di un altro culo: quello di Anita, mia madre. Peccato non ci fosse una videocamera a riprendere quello che abbiamo fatto in questi due giorni. Sarebbe stato divertente rivederci. Il mattino dopo rientriamo a casa. Julie fa il viaggio da sola. Io ed Anita facciamo il viaggio di ritorno insieme. mia madre non ce la fa a guidare. Il bruciore al posteriore non l’è ancora passato.
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