L'avvocatessa - cap 17

di
genere
dominazione

Come avevo previsto Anna mi chiamò con la scusa di dovermi parlare. Le sue argomentazioni, l'essere ancora turbata dopo il nostro rapporto e altre amenità del genere, in realtà volevano solo farmi capire, ma senza mai essere in alcun modo diretta, che voleva fare nuovamente sesso con me, ben felice di esaudire ogni mia voglia o fantasia.
"Sai dove abito, t'aspetto sabato pomeriggio alle tre, e mi raccomando non vestirti come una segretaria o una troia." le dissi con tono secco e deciso, come a ricordarle chi conduceva il gioco.
Ingannai l'attesa ricordando il nostro unico incontro, e di come si fosse facilmente sottomessa ad ogni mia volontà, compresa quella di scoparla nell'atrio del palazzo dove abitava. Ricordai anche la bellezza del suo sedere, e del piacere che avevo provato sodomizzandola diverse volte, senza alcun eccesso o violenza di troppo. Per un attimo mi sembrò quasi di sentirne anche il dolce profumo, ma proprio quando le narici cercavano nell'aria quel sapore, suonò il campanello.
Lei si presentò, in perfetto orario, con un tubino bianco e nero che arrivando giusto sotto il ginocchio, la rendeva discretamente sexy, almeno a prima vista. Per me che ben conoscevo le curve che si nascondevano sotto quel vestito, era il ritratto del desiderio e del peccato.
Ci accomodammo sul divano, e subito lei iniziò a parlare di cosa non le era piaciuto del nostro incontro, del fatto che non era una 'facile', il tutto condito da frasi senza senso.
"Perchè non la finisci di sparare cazzate, ti spogli e mi fai godere." le dissi troncando la sua ennesima illogica affermazione.
"Tu non mi stai ad ascoltare." protestò timidamente lei mentre mi toglievo la giacca.
Le infilai una mano fra i capelli, per poi quasi tirare con forza la sua faccia contro la mia, e baciarla con tale vigore da toglierle quasi il fiato. Le mie labbra scivolarono lentamente sul suo collo, e le mani lungo le sue cosce, arrivando a sfiorarle le mutandine.
"D'ora in poi tu mi ubbidirai perchè è quel che vuoi." le sussurrai all'orecchio mentre le mordicchiavo il lobo "Da te voglio solo sentire dei si e mai dei no, altrimenti cercati qualcuno che t'inculi pensando solo al suo piacere e mai al tuo."
Anna non disse nulla, ma le sue labbra cercarono e trovarono le mie, e quel che seguì fu uno dei baci più lunghi che ricordi. Le lasciai togliermi camicetta e reggiseno, per farle baciare i miei capezzoli, sino a quando non decisi di riprendere in mano le redini del gioco.
La spinsi all'indietro facendola quasi sdraiare sul divano per poi mettermi sopra di lei e coprirla non solo col mio corpo, ma soprattutto di baci e carezze, soprattutto sulla bocca e sul collo. Quando le sfilai il tubino facendola rimanere solo col reggiseno e un poco casto perizoma, il mio campo d'azione divenne ogni centimetro della sua pelle sopra l'ombelico. I suoi gemiti salirono d'intensità non appena le spostai di poco il perizoma, per infilarle un dito nella passera oramai fradicia delle sue voglie.
“Sei solo una troia pronta a darla a tutti pur di godere.” le dissi quasi strappandole di dosso quel bel perizoma che era diventato solo d'intralcio “Ora però voglio bere il tuo piacere direttamente dalla fonte, e vedere quanto resisti prima di venirmi in bocca.”
Mi tirai su la gonna quel tanto che bastava per potermi inginocchiare fra le sue cosce spalancate, per poter finalmente leccare quel nettare che sgorgava copioso dalla passera. Lei si mordicchiava le labbra più per distrarsi e non venire in poco tempo, che non per urlare il piacere che stava provando. La sua resistenza all'orgasmo però crollò non appena le infilai non una, ma ben tre dita nella fica portandola quasi immediatamente alla capitolazione.
“Adesso che hai finito di fare la puttanella vogliosa fammi godere.” le dissi sedendomi sul divano “Sempre che tu non voglia uscire così come sei e mostrare a tutti il tuo bel culo.”
Anche se la mia non era una vera minaccia, Anna non perse un attimo per inginocchiarsi vicino a me e spogliarmi lasciandomi con le sole autoreggenti, baciando ogni lembo di pelle che scopriva togliendomi i vestiti. La sua bocca si poggiò poi sulla mia per scendere lentamente sino all'interno delle cosce, dove la bloccai premendole la testa contro la mia passera.
Non riuscii però a dire nulla, perchè lei m'infilò tre dita dentro la fica quasi con rabbia, facendomi si godere, ma decidendo allo stesso tempo la sua futura sorte di sottomessa. Mi feci infatti portare all'orgasmo senza ostacolarla in alcun modo, gustando allo stesso tempo il pensiero della sua prossima umiliazione.
“Brava la mia troia che sa sempre farmi godere.” le dissi lasciandola basita dopo aver goduto sino all'apice del piacere “Adesso rimettiti il tuo bel vestito da zoccola perchè usciamo per far spese, ma dimenticati pure le mutande, tanto non ti serviranno.”
“Ma così avrò la fica all'aria !” protestò anche se non troppo convinta.
“Motivo in più per tenere le gambe chiuse, sempre che tu ci riesca.”
Per essere sicura che mi ubbidisse, m'andai a vestire portandomi dietro il suo perizoma, per tornare da lei che m'aspettava chiaramente imbarazzata.
“Posso chiedere dove andiamo ?” mi domandò mentre chiudevo la porta di casa.
“A comprare un bel cazzo di gomma così ti posso scopare quanto voglio.” le risposi facendole credere che scherzassi.
In realtà la portai in un pornoshop dove la misi continuamente in imbarazzo, non solo parlando dell'importanza della misura di un buon cazzo finto, ma toccandola ripetutamente su tutto il corpo. Alla fine comprai un grosso strap-on, un paio di falli più piccoli e un bel plug di quelli che hanno un cristallo colorato in mezzo al manico.
Non feci quasi in tempo a chiudere la porta di casa, dopo un viaggio in macchina fatto tutto in silenzio, che Anna quasi mi si scagliò contro, cercando di far valere le sue ragioni.
“Tu non puoi trattarmi così !” urlò arrabbiata “Io non sono la tua puttana e non faccio tutto quello che vuoi. D'ora in poi io...”
Non le feci finire la frase chiudendole la bocca con la mia, per poi spingerla contro il tavolo.
“Tu sei la mia troia e farai ciò che voglio.” le dissi alzandole il vestito e mettendo così a nudo il sedere “E quello che voglio è mettermi quello strap-on e spaccarti il culo in due. E' del tutto inutile che provi ad affermare il contrario perchè è quello che vuoi anche tu, quindi piantala di rompere e fai ciò che dico.”
Ci ritrovammo avvinghiate in un lungo bacio, e mentre le nostre lingue s'intrecciava in giochi senza fine, le mie mani le scoprivano il seno.
“Sai bene che quando vieni da me farai quel che più desidero.” le sussurrai all'orecchio prima di scendere con la bocca su un capezzolo “Però dimmi con chi sei stata dopo il nostro incontro.”
“Con nessuno !” mi rispose stupida dalla mia domanda “Anche perchè non ho fatto altro che pensare a te e trovare il coraggio di chiamarti.”
“Sai perchè non ti sei fatta scopare da nessuno ?” le chiesi passando all'altro capezzolo che morsi senza però farle alcun male “Perchè con me sei ciò che sei, una troietta lesbica a cui piace obbedire e prenderlo nel culo.”
La feci sdraiare sul tavolo per arrotolarle il vestito in vita e toglierle il reggiseno, riprendendo poi a baciarla in bocca, ma solo dopo averle messo una mano fra le cosce.
Anna era ormai in mio possesso, ma non volevo solo sottometterla, ma anche e soprattutto farla godere. Così scesi lentamente dalla sua bocca sino all'inizio dello spacco, ma uno volta arrivata li decisi che doveva ancora aspettare per poter godere.
“Scendi dal tavolo e leccami la fica, voglio esser calda prima di scoparti.” le dissi sfilandomi l'abito per poi appoggiarmi al tavolo.
Lei obbedì anche se con un certo disappunto, ma del resto era chiaro che ero io a condurre il gioco. Anna mi spostò il perizoma quel tanto che bastava a scoprirmi la passera che coprì di baci prima di passare la lingua dentro ogni suo anfratto, facendomi presto ansimare dal piacere.
“Mm com'è brava la mia puttanella !” mormorai gemendo “Fammi godere altrimenti poi non ti scopo fica ma soprattutto culo, perchè lo so che non vedi l'ora che ti metta a pecora per mettertelo fra le chiappe a più non posso.”
Mi feci portare quasi alla soglia dell'orgasmo, prima d'ordinarle di prendere lo strap-on che avevo appena comprato. Lei non solo me lo fissò alla vita, ma senza che le dicessi nulla, simulò un pompino in piena regola.
“Vedi che se proprio troia dentro !” le dissi spingendole tutto il fallo fra le labbra “Non appena vedi un cazzo lo prendi subito in bocca e poco importa se è vero o di gomma. Adesso però basta giochetti, piegati contro il tavolo e apri bene le gambe perchè voglio proprio divertirmi.”
La ragazza obbedì quasi con entusiasmo, ma non appena fu in posizione, invece di scoparla iniziai a baciarle la passera, facendo allo stesso tempo scivolare le dita fra le grandi labbra. Ad Anna si piegarono le gambe, per quasi cadere quando le penetrai la fica con due dita. Non le diedi però il tempo d'eccitarsi che sostituii le dita col fallo dello strap-on, che entrò dentro come una lama nel burro. Di nuovo non le permisi d'emettere un solo gemito che cambiai porta del piacere, sodomizzandola completamente con un paio d'affondi decisi.
“Godo ! ! ! Cazzo come godo !” urlò afferrando il tavolo quasi avesse paura di scapparmi via.
“Certo che godi.” le risposi penetrandole nuovamente la passera “E stai tranquilla che ho voglia di scoparti fino a sfinirmi.”
Continuai a cambiare apertura da riempire col mio cazzo di gomma facendole avere un paio d'orgasmi, per poi andarmi a sedere in poltrona anche per riprendere fiato. Anna però era di diverso avviso e non solo si mise su di me dandomi le spalle, ma si sodomizzò da sola.
“Fammi godere ancora.” mi disse prendendomi una mano per portarla sulla sua fica.
Non le risposi se non infilandole due dita dentro la passera e cercando di scoparla dal basso, anche se era più lei a dettare il ritmo, di quanto riuscissi a fare io. Decisi di farla sfiancare da sola prima di riprendere il comando delle operazioni, aspettando quindi il suo terzo orgasmo. A quel punto la feci sdraiare sul tappeto per riprenderla a scopare alternando nuovamente fica e culo.
“Vediamo quanto continui a fare la troia.” le dissi dopo l'ennesima sodomizzazione.
Quando le fottevo la passera mi muovevo con tutta calma, a volte baciandola in bocca e palpandole il seno. Quando invece le infilavo il fallo nel retto ero più impetuosa, tanto che a volte lo strap-on usciva fuori dal buchetto, dandomi però l'opportunità o di cambiare entrata o di sodomizzarla completamente con nuovo vigore.
“Monica ti prego... ho il culo in fiamme.” mi disse cercando pietà.
“Taci o prendo un altro fallo per sfondarti ancora di più.”
In realtà era sia stanca che desiderosa d'avere anch'io il mio orgasmo, così poco dopo m'alzai in piedi, mi tolsi lo strap-on per andare a sedermi di nuovo sulla poltrona.
“Adesso vieni qui e fammi godere.” le dissi indicandole il centro delle mie gambe.
Lei s'avvicinò camminando a quattro zampe per poi riprendere a leccarmi la fica con più foga di prima, quasi non vedesse l'ora di fari venire e poter ritornare a casa sua. Nonostante tutta la sua maestria non cedetti in fretta, volendomi gustare ogni sua passata di lingua o tocco con le dita, dentro la mia fica. Per allontanare l'orgasmo il più possibile, iniziai anche ad insultarla e prospettarle un incontro con una mia amica, per poterla scopare in coppia e farle capire ancor di più quanto fosse puttana dentro. Pensai a come Carla avrebbe potuto abusare di lei, rendendola ancor più sottomessa di quanto già non lo fosse. Nella mia mente nacque l'immagine di me e la rossa che fottevamo Anna nei modi più perversi, usandola ne più ne meno di come si fa con una bambola.
Alla fine cedetti al supremo piacere facendomi avvolgere dall'orgasmo, mentre la lingua di Anna rallentava il suo passaggio fra le mie labbra intime.
“Rimettiti il tuo vestito e vattene via, ma lascia qui tutto il resto.” le dissi quasi spingendola via con un piede.
“Ma senza niente sotto ?” mi chiese stupita mentre si rialzava.
“Perchè non hai capito chi sei troietta ? Però se vuoi ti ridarò le mutandine, ma solo se esci con un bel plug nel culo, e credimi ne sceglierò uno bello grosso, tanto per tenerti il buco ben aperto.”
Dopo esser stata sodomizzata a lungo, Anna non volle sentire nulla nel suo retto, così un po' sconsolata si rimise il vestito e se ne andò senza dire una parola.
Dentro di me però sapevo che l'idea di un rapporto a tre le stava già frullando per la testa, e che quindi l'avrei rivista molto presto.


Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress. com/
scritto il
2021-06-13
5 . 4 K
visite
1
voti
valutazione
10
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

L'avvocatessa - cap 16
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.