L'avvocatessa - cap 16

di
genere
trans

Le feste di compleanno di Carla erano diventate ormai un evento mondano, e dopo aver festeggiato insieme l'esame d’abilitazione, anche Daniela ed io eravamo state invitate alla serata.
Per l'occasione mi comprai un bel vestito lungo forse un po' troppo audace, visto che oltre ad un profondo spacco lungo il lato destro, lasciava in bella vista sia il decolté che la schiena.
"Ma sei uno schianto ! Così non mi lascerai che la seconda scelta !" esclamò Daniela quando mi vide.
"Guarda che più che uno schianto sono dura come un manico di scopa." ribattei ridacchiando "E' che non sono proprio abituata a vestiti del genere."
In realtà provavo un certo disagio quando dovevo indossare abiti da sera, finendo col muovermi quasi a scatti o sculettando fin troppo vistosamente.
Per non arrivare con una delle nostre auto, che certamente avrebbe sfigurato, decidemmo di prendere un taxi, e credo che l'autista passò più tempo a guardarci da dentro lo specchietto, che a vedere la strada.
Arrivammo così alla festa, che per l'occasione era stata organizzata in una gran villa sopra le colline, e all'ingresso Carla ci salutò in modo fin troppo formale.
"In realtà ti salterei addosso per quanto stasera mi fai sesso." mi sussurrò all'orecchio "Ma per il momento mi guardano i miei e devo fare la brava ragazza."
Persi quasi subito di vista Daniela, così mi misi a passeggiare per il giardino, prendendo ogni tanto qualche stuzzichino che accompagnai con lo champagne. Ben presto notai che c'era una bellissima donna che mi fissava, e non sapendo cosa fare mi diressi verso una zona poco frequentata del giardino anche per vedere se mi seguiva.
Senza che me ne accorgessi mi passò davanti per poi fermarsi proprio mentre mi stava superando.
Quello che mi colpii è che era vestita da uomo, con un abito da sera nero con tanto di camicia e cravattino. Con la coda dell'occhio vidi che si stava avvicinando un uomo, e un attimo dopo mi ritrovai le sue labbra sulle mie.
“Veronica ti stavo cercando.” disse timidamente l'uomo.
“Vattene non vedi che sono in compagnia.” ribatté la donna senza celare un certo disprezzo.
L'uomo alzò le spalle per poi girarsi e sparire fra le piante.
“Scusami ma quello non lo sopporto, spero solo che ora l'abbia capito.”
“Scuse accettate, comunque io sono Monica.” dissi dandole la mano
“Veronica.” mi rispose stringendomela con una certa forza.
Iniziammo a camminare parlando di cose di poco conto, anche perchè era fin troppo chiaro che tutte e due provavamo una certa attrazione verso l'altra, e alla fine non seppi più resistere.
“Devo dire che le tue labbra hanno un buon sapore.” le dissi sfiorando le mie.
“Anche le tue non sono affatto male.” mi rispose prendendomi per mano “Vieni che cerchiamo un posto per rifarci il trucco.”
In realtà entrammo nella villa per fare due piani di scale a piedi e trovare un bagno libero, dove entrammo di corsa per poi chiuderci dentro.
Non appena poggiai le chiappe contro un lungo mobile lei mi fu subito addosso, dandomi un lungo bacio in bocca mentre la sua mano cercava la mia coscia. Mi abbandonai completamente a lei che non smetteva un attimo di baciarmi ora sul collo, ora in bocca, ora in mezzo alle tette, con quella mano che sempre più insistentemente cercava d'arrivare dritta alla mia passera.
“Dio mio ma sei un uomo !” dissi quasi stupita dalla sua impetuosità.
“Sei tu che mi fai impazzire.” mi rispose scoprendomi le gambe per poi sfilarmi il perizoma.
Allargai le gambe quel tanto che le bastò per penetrarmi con due dita, soffocando ogni mio gemito con le sue labbra.
“Leccamela voglio godere.” quasi le ordinai infilandole una mano fra i capelli per poi spingerle la testa fra le mie gambe.
Lei mi fece sedere sul mobile per poi inginocchiarsi davanti a me, ed iniziare un lento lavoro fatto di piccole penetrazioni con le dita, e lunghi passaggi di lingua fra le piccole labbra.
Avrei voluto poter urlare il mio piacere, ma mi guardai dal farlo terrorizzata dall'idea che qualcuno mi sentisse. Non mi rimase così che mordermi un po' le labbra, mentre Veronica mi stava di fatto scopando con tre dita, che muovendosi a folle velocità, mi sembrarono quasi un piccolo cazzo.
“Girati ti voglio tutta per me.” mi disse portandomi alla bocca quelle dita così pregne del mio piacere, che leccai avidamente prima di voltarmi e alzare una gamba poggiandola sul mobile.
Per alcuni momenti crebbi che Veronica avesse almeno tre mani, poiché riusciva a massaggiarmi la passera, leccare il buchetto e allo stesso tempo dare degli schiaffetti sulle chiappe. Riuscii a malapena a far uscire dall'asola il bottone che mi teneva addosso il vestito, che una volta libero, cadde a terra, rimanendo così completamente nuda.
“Scommetto che sei una maialina a cui piace usare il culetto.” mi sussurrò all'orecchio facendo passare le dita nel solco delle chiappe.
“A te darei tutto.” le risposi cercando le sue labbra, che trovai pronte ad accogliere le mie.
Veronica mi sodomizzò con due dita, stringendomi dolcemente il seno con l'altra mano, e volendo raggiungere al più presto il picco del piacere, non mi rimase che infilarmi due dita nella fica.
“Non ti faccio venire così in fretta.” mi disse facendomi nuovamente girare e allontanandosi di almeno un metro da me.
“E come intendi fare....” le chiesi sedendomi sul mobile per potermi masturbare più comodamente.
Lei iniziò a spogliarsi togliendosi prima la giacca, poi aprendo la camicetta, mostrandomi così il suo seno, una bella seconda che non aveva bisogno d’alcun sostegno per rimanere al suo posto.
“Ti piacciono le mie tette.” mi domandò dopo l'ennesimo lungo bacio.
“Si sono proprio da mangiare.” le risposi iniziando a leccarle i capezzoli.
Iniziammo così a baciarci in bocca e sul seno, quasi a voler riprendere fiato, lasciando che quei piccoli piaceri ci riportassero a voler scoprire nuove vie verso l'orgasmo.
Quando però allungai le mani per toglierle i pantaloni, lei fece un passo indietro, come se volesse impedirmi di spogliarla.
“Monica io non sono una donna.”
All'inizio non compresi le sue parola, ma quando lei aprì i pantaloni facendo uscire un bel cazzo in piena erezione, rimasi stupita solo pochi attimi, prima di lasciare che la lussuria s'impadronisse di me.
“Non m'importa nulla di chi sei.” le dissi girandomi per poi piegarmi sul mobile e aprirmi la fica con le dita “Ora prendi il tuo cazzo e mi scopi perchè io voglio solo godere.”
Veronica non aspettava altro che potermi accontentare, infatti non perse un secondo e mi penetrò quasi completamente al primo affondo, per poi sapere alternare momenti di pura passione, ad altri in cui la sua fisicità la faceva da padrona.
Non volendo venire velocemente la feci uscire da me, per potermi sedere sul mobile e farmi scopare guardandola in faccia. Come lei mi fu dentro intrecciai le gambe dietro il sue sedere, quasi avessi paura che scappasse via. Veronica iniziò a baciarmi con una foga quasi animalesca, quando non mi toccava il bottoncino facendomi trattenere a stento urla di piacere.
Ebbi un orgasmo dolce e violento allo stesso tempo, e lei si fermò dentro di me per permettermi d'assaporare ogni singolo istante di quel momento.
“Chissà che gusto ha il cazzo di una trans ?” pensai fra me e me, così scivolai fra le sue gambe per prenderglielo in bocca.
Quello di Veronica era in realtà un cazzo di dimensioni più che normali, che però su di lei faceva un effetto diverso, un misto di perversione e diversità che mi eccitava a dismisura. Iniziai a leccarle la cappella per poi far scorrere la lingua su tutta l'asta, prima di prenderlo tutto in bocca, tenendole sempre una mano sotto le palle.
“Ma sei proprio una brava maialina.” mi disse lei infilandomi le mani nei capelli per farmi alzare.
“Una maialina bisognosa del tuo cazzo.” le risposi sedendomi nuovamente sul mobile del bagno.
Lei poggiò la cappella contro la mia fica, poi le labbra contro le mie prima di spingermi tutta l'asta dentro, facendomi quasi sobbalzare dal piacere. Veronica era quasi uno stallone imbizzarrito, quasi violento nella sua monta, anche se mai tanto da farmi male. Godevo senza alcun ritegno, incitandola ad essere ancora più maschio, arrivando quasi ad insultare la sua femminilità.
“Scopami e poi scopami ancora.” le dissi poggiando una mano sulla fica “O preferisci qualche frocio a cui puoi rompere solo il culo.”
“Perchè me lo dici ? Vuoi vedere com'è farsi inculare da una trans ?”
"Sì e non sai quanto sono curiosa."
“Allora servizio completo.” mi rispose sorridendo prima d'inginocchiarsi.
Con una lentezza quasi esasperante, mi fece sentire la punta della lingua scendere dalla passera all'ano per poi girarci intorno e subito dopo risalire e riscendere. Quando si fermò sul buchetto quasi me lo succhio nella sua bocca, riuscendo allo stesso tempo quasi ad infilarci la lingua dentro.
Provai ad allungare una mano sulla passera, ma lei me la schiaffeggiò facendomi capire che voleva essere l'unica fonte del mio piacere, così non mi rimase che godere della sua lingua e del suo dito, che era diventato una presenza fissa nel mio retto.
“Veronica ti prego non resisto più.” la implorai senza provare alcuna vergogna per la mia lussuria.
Lei non mi rispose, ma s'alzò e mi sodomizzò lentamente, facendomi sentire ogni singolo millimetro del suo cazzo scivolarmi dentro.
“Sii come mi piace, continua così, ti prego fammi godere.”
Come prima non disse nulla, e dopo aver preso un buon ritmo, m'infilò due dita nella fica ormai fradicia d'umori.
“Godi piccola mia” le sentii dire quasi sottovoce, poco prima d'avere un uovo orgasmo.
Questa volta però non aspettai troppo perchè volevo vederla godere, così la feci appoggiare al mobile e m'accucciai fra le sue gambe, che lei aprì il più possibile come ad invitarmi a prendermi il suo culo.
“Ora voglio bere il tuo piacere.” le dissi prendendole il pene in mano e facendole scivolare un dito fra le chiappe.
Mi bastò ben poco, oltre ad infilarle due dita nel culo, per farla venire e ritrovarmi così la bocca piena del suo orgasmo. Piacere che poi portai alla sua bocca nell'ultimo lungo bacio prima di rivestirci per poter uscire.
Fuori dalla porta trovammo due ragazzi intenti a toccarsi sopra i pantaloni, ben felici d'infilarsi nel bagno per dar sfogo alle loro voglie.
Ci ritrovammo nella festa che ormai stava scemando, facendo come se nulla fosse, scambiandoci i numeri di telefono con la promessa di rivederci al più presto.
“Ma dov'eri finita ? Ti ho cercata tutta la sera !” mi rimproverò Daniela vedendomi seduta sola ad un tavolo.
“Magari domani te lo spiego.” le risposi alzandomi “Da come ti cade il vestito non credo tu l'abbia tenuto sempre indosso, o sbaglio amica mia ?”
“Uffa a te non si può mai nascondere nulla ! Però faccio come fai tu, forse domani ti racconto qualcosa, però adesso andiamo a casa.”
Mi misi a ridere pensando a come avrebbe reagito al mio racconto con Veronica, rimanendo solo col dubbio se avesse scopato con un solo uomo o se invece fosse finita in un'orgia.


Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/
scritto il
2021-05-27
6 . 4 K
visite
1
voti
valutazione
10
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

L'avvocatessa - cap 15

racconto sucessivo

L'avvocatessa - cap 17
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.