Tiziano in arte Noemi cap 2/10
di
Miss Serena
genere
dominazione
La mattina seguente all'inizio del mio nuovo stato di servo di mia zia, mi svegliai chiedendomi se quello che avevo appena vissuto fosse un sogno o realtà, ma poi mi bastò sentire la voce della mia aguzzina per capire che la mia vita era diventata un incubo.
"Buongiorno servo." mi disse appoggiata allo stipite della porta con una voce che sprizzava ironia "Hai cinque minuti per lavarti e presentarti in camera mia, ovviamente nudo come il verme che sei."
Cercai di rendermi presentabile il più in fretta possibile, ma ciò non mi evitò di prendere i primi due schiaffi della giornata poiché "Un servo deve alzarsi sempre prima della sua padrona".
"Ho capito signora e prometto non succederà mai più." le dissi a testa bassa.
"Bene, adesso iniziamo a darti un contegno, inizia mettendoti queste." mi disse mia zia lanciandomi un paio di mutandine in pizzo dalle dimensioni davvero minuscole.
Con un po' di fatica riuscii a mettermi quel capo, per scoprire che nonostante fossero davvero piccole, riuscivano lo stesso a coprirmi il pene, facendomi così sentire un po' meno nudo, ed accettai di buon grado tutti gli ordini che m'impartì nei minuti seguenti.
Iniziai così a camminare sui tacchi, che pur essendo di soli cinque centimetri, mi sembravano dei trampoli dai quali era fin troppo facile cadere, in seguito mia zia mi fece indossare delle calze autoreggenti a rete larga, che mi resero la macchietta di una prostituta, soprattutto dopo che mi mise in testa una vistosa parrucca bionda.
"Adesso vai a pulire la cucina che mi devo preparare così iniziamo la prima vera lezione, e mi raccomando non provare a spiarmi dalla toppa della serratura perchè tanto me ne accorgo."
Quando mi fece tornare dopo una buona mezz'ora nella sua camera, mia zia sembrava un'altra persona, e non solo perchè si era truccata moltissimo, Aveva addosso solo un bustino e un tanga di pelle rossa, oltre a degli stivali sempre dello stesso materiale, ma neri con un tacco a spillo in acciaio. Il vederla vestita in quel modo se da un alto m'eccitò non poco, dall'altro mi fece capire che non avrei passato una giornata tranquilla.
"Come osi stare in piedi in mia presenza ! Subito in ginocchio o ti faccio provare la frusta !" mi urlò in faccia prima d'andarsi a sedere sulla poltroncina della camera.
Ubbidii cercando di nascondere la vistosa erezione con le mani, sistemandomi ad un paio di metri da lei.
"Allora piccolo pervertito, passato una bella nottata ?" mi chiese come se quella situazione fosse del tutto normale.
"Si signora, per fortuna dormo sempre molto bene." le risposi non avendo capito dove mi volesse portare.
"Vedi la rabbia per averti scoperto con le mie mutandine in faccia m'è passata, quindi ho deciso di farti scegliere cosa fare in futuro. Puoi fare i bagagli e tornartene a casa tua, volendo dirò a tua madre che abbiamo litigato e così finisce tutto in questo momento. Oppure puoi decidere che non potendo soddisfare nessuna donna, la tua unica possibilità è quella di farmi da servo, diventando di fatto una piccola cameriera perversa, pronta a soddisfare ogni mio desiderio in cambio di quel piacere che solo io ti posso dare." mi spiego con un tono di voce quasi monocorde "Perchè ieri sera quando ti ho sverginato hai goduto come non ti era mai successo con tutte le seghe che ti sei fatto in vita tua, sempre che non hai continuato a fartele una volta solo nel letto. Sia chiaro che non sono una sadica fine a sé stessa, ma non per questo non punirò ogni tua mancanza o errore, e che la tua obbedienza dev'essere totale e senza riserve. Ovviamente potrai andartene quando vorrai, i contratti di schiavitù sono delle gran cazzate buone solo per gli idioti che ci credono, e che farò in modo che tu trovi un lavoro che ti dia una sicurezza anche in futuro. Non farò di te una troietta transessuale col culo sfondato, ma una perfetta sissy-maid, capace di soddisfare non solo me, ma anche chi vorrò invitare. Hai un ora di tempo per pensarci, sempre che tu non abbia deciso, e in ogni caso rispetterò la tua decisione."
Se da un lato avevo paura di diventare una checca, dall'altro mia zia aveva centrato il bersaglio dicendo che mentre mi sodomizzava avevo provato un piacere per me sconosciuto, e che in fondo la mia non era una scelta definitiva, potendo andarmene in qualunque momento.
"Quindi si può dire che posso provare ad essere il suo servo signora ?" le chiesi per avere una conferma di quanto avevo capito.
"Sì e questo periodo iniziale sarà di una settimana, anche perchè non è detto che tu sia in grado di ricoprire questo ruolo, o per dirla in altre parole che tu possa soddisfarmi come voglio io."
"Allora signora accetto il periodo di prova."
"Lo sapevo che avresti accettato, e del resto non so cos’altro avresti potuto fare, quindi adesso tira fuori la lingua e fammi godere." mi rispose dopo essersi alzata per poi mettermi quasi il culo in faccia.
Allungai la lingua come un automa, per infilargliela fra le chiappe leccando anche la pelle del perizoma, senza sapere che era esattamente quel che voleva lei.
"Bisogna che ti trovi un nome femminile, ma non il solito Jessica o Samantha, che fanno tanto troia ma sono anche inflazionati. Hai qualche idea o devo fare tutto da sola come al solito ?" mi domandò cogliendomi di sorpresa.
"Non saprei, ecco io non c'avevo mai pensato." le risposi cercando di trovare un nome accettabile.
Mia zia continuò a farsi leccare le chiappe mentre si muoveva per la camera, con me dietro come un cagnolino, sino a sedersi per togliersi il perizoma, ma soprattutto infilarmi un piede in bocca ancora coperto dallo stivale, ordinandomi di leccarlo partendo dal tacco, cosa che feci senza dire nulla.
"Sai per me Valentina è un bel nome per una troia, ma c'è già quella dei fumetti che è anche una strafica, quindi per te non va bene. Quando andavo a scuola c'era una Noemi che la usava parecchio, senza considerare che era considerata una maestra dei pompini, tanto che credo siano più quelli che se la sono scopata che quelli a cui non l'ha data. Ecco credo che Noemi sarà il nome giusto per te, anche perchè non vedo il motivo per cui non ti dovrebbe andare bene."
"Noemi va benissimo signora." risposi quasi felice che avesse trovato un nome senza punirmi.
"Allora Noemi finiscila di leccarmi gli stivali, toglili e passa ai piedi."
Quello fu il primo ordine che mi diede come sissy, al quale ne sarebbe seguito un numero incalcolabile, ma da parte mie ero felice di non dover passare più la lingua sulle sue calzature.
Con mia sorpresa tolti gli stivali i piedi erano tutto tranne che profumati, e leccare ogni singolo dito fu una tortura, che aumentò quando lei prese a toccarsi fra le gambe, sfiorandosi la passera con le dita.
Quello che seguì fu solo umiliazione da parte sua, che m'insultava senza sosta per la mia quasi inesistente mascolinità, costringendomi ad infilarle la mia lingua sempre più all'interno del retto. Nonostante ciò sapevo che lei stava godendo, e ciò di riflesso mi dava ben più che un sottile piacere, quasi che i nostri cervelli fossero interconnessi.
Anche quando prese un dildo per masturbarsi, io non smisi mai di dare il mio contributo nel farla godere, anzi penso che provasse più piacere nell'umiliarmi, che nello scoparsi da sola.
"Vedi io avrei voglia di un bel cazzo che mi faccia sentire donna, e invece siccome tu non sei un uomo, sono costretta ad usarne uno finto." mi disse rallentando la sua masturbazione "Però quello che mi fa più incazzare è che so che non vedi l'ora che t'inculi come ieri, in attesa che a farlo sia un uomo che ti faccia capire che sei solo un frocio senza cazzo."
Non le risposi anche perchè c'era molto del vero in quello che aveva appena detto, ed era innegabile che aspettassi quasi con ansia d'esser nuovamente posseduto da lei con uno dei suoi strap-on, sperando che non prendesse il più grande che consideravo enorme. Anche l'esser scopato da uomo era non dico un obbiettivo, ma un punto dal quale prima o poi sarei passato, sperando che la carne viva mi avrebbe dato soddisfazioni maggiori rispetto ad un pezzo di gomma.
Alla fine mia zia raggiunse l'orgasmo, che mi schizzò in faccia neanche fosse un uomo, prendendosi poi tutto il tempo per potersi dedicare a me.
"Sdraiati sul letto col culo sul bordo, perchè prima di scoparti voglio divertirmi un po'." mi disse fissandosi al bacino lo strap-on più grande della sua collezione, una bestia di dimensioni quasi triple rispetto al mio pene.
Quando la vidi ricoprire quella mazza di gel lubrificante mi calmai moltissimo, mentre rimasi stupito nel vederla chinare davanti a me per leccarmi il buchetto.
"Hai ancora il culo bello stretto che è un piacere da vedere." mi disse sfiorandomi il pene con una mano "Peccato tu sia un troia da monta, non è vero ?"
"Sì signora." le risposi con un filo di voce.
"Non ho sentito bene quindi ripeti." m'ordinò stringendomi il membro nella mano facendomi malissimo.
"Sono una troia da monta che vuole solo esser inculata."
Pronunciai quelle parole a voce bella alta, quasi volessi più dirle a me stesso che farle comprendere a lei, ma in ogni caso il risultato fu quello di ritrovarmi due dita nel retto che mi preparavano alla penetrazione, dilatandomi il più possibile.
Quando finalmente decise di farmi provare quella bestia fu all'inizio molto delicata, tanto che me ne ritrovai metà dentro quasi senza sentire alcun dolore.
"Allora Noemi ti piace il mio cazzo ?" mi chiese afferrandomi le caviglie.
"Si signora." le risposi non potendo in alcun modo nascondere la mia erezione.
"Bene perchè adesso sarai la mia troia."
La mia dominatrice iniziò a scoparmi con una forza che non credevo potesse avere una donna, facendomi letteralmente bruciare tutte le parti coinvolte in quella folle sodomizzazione. Ad ogni mio tentativo di protestare o di chiedere clemenza, lei rispondeva affondando ancor di più lo strap-on o dandomi degli schiaffi, col risultato che alla fine non dissi più nulla cercando di provare un po' di piacere, che inevitabilmente arrivò mandandomi fuori di testa.
Nonostante non osassi dire nulla, le era ben chiaro che stavo godendo, e che ero del tutto in suo possesso, e non mancò il modo di sottolinearlo.
"Che dice la mia Noemi, quanto le piace esser inculata in questo modo ?"
"Tanto, mi piace tanto." le risposi quasi liberandomi in quel momento di ogni residuò tabù sul fatto d'esser tutto tranne che un maschio alfa.
"Allora girati e apri le chiappe da solo perchè voglio proprio sfondarti il culo."
Mi sistemai carponi al centro del letto, per poi aprirmi il più possibile le natiche con le mani, ben conscio di quello che sarebbe successo, un misto d'infermo e paradiso che è difficile da descrivere.
Lei dopo essersi piazzata dietro di me, m'inculò quasi completamente con un solo lunghissimo affondo, ma dilatato com'ero provai solo piacere, tanto che m'uscii un gemito che era tutto tranne che di dolore. Anche quando m'afferrò per i fianchi o per i capelli per potermi sbattere come l'ultima delle troie, non feci altro che godere non cercando in alcun modo di nasconderlo, anzi volli renderla partecipe di tutto ciò urlando quello che stavo provando.
"Mm sì scopa la tua puttana mia signora, dammi tutto il tuo bel cazzone e rompimi il culo perchè non voglio altro."
Quelle parole ebbero l'effetto di caricarla ancor di più, tanto che il suo incedere divenne una cavalcata al galoppo, con lei che dettava i tempi rallentando solo quando voleva prendere fiato, per poi tornare ad essere una furia.
Non so quante volte arrivai all'orgasmo, e del resto dal mio pene uscivano a sempre piccole quantità di sperma da rendere impossibile contarli in quel modo. Dopo un tempo che mi parve infinito mi ritrovai sdraiato sulla pancia con mia zia al mio fianco, con lo strap-on ancora fissato che puntava al soffitto.
"Oggi pomeriggio iniziamo con le lezioni di trucco usando anche qualche tutorial su Youtube." mi disse rompendo un silenzio che stava diventando opprimente "Hai dei lineamenti che sono tutto tranne che femminili, quindi dovrai lavorarci molto ed in fretta, perchè non mi piace scopare uno con la faccia da uomo, chiaro ?"
"Si padrona." le risposi senza quasi rendermi conto che avevo pronunciato quella parola per la prima volta "Tutto quello che lei crede sia meglio per me."
"Bene adesso vestiti e vai a fare la spesa, e pensa anche per stasera."
Dopo una decina di minuti mi ritrovai al mercato circondata da donne, sentendomi un po' come loro, anche se col culo che mi bruciava ancora un po'.
Per commenti : miss.serenasdx@yahoo.com
(quelli volgari saranno subito cestinati)
Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/
"Buongiorno servo." mi disse appoggiata allo stipite della porta con una voce che sprizzava ironia "Hai cinque minuti per lavarti e presentarti in camera mia, ovviamente nudo come il verme che sei."
Cercai di rendermi presentabile il più in fretta possibile, ma ciò non mi evitò di prendere i primi due schiaffi della giornata poiché "Un servo deve alzarsi sempre prima della sua padrona".
"Ho capito signora e prometto non succederà mai più." le dissi a testa bassa.
"Bene, adesso iniziamo a darti un contegno, inizia mettendoti queste." mi disse mia zia lanciandomi un paio di mutandine in pizzo dalle dimensioni davvero minuscole.
Con un po' di fatica riuscii a mettermi quel capo, per scoprire che nonostante fossero davvero piccole, riuscivano lo stesso a coprirmi il pene, facendomi così sentire un po' meno nudo, ed accettai di buon grado tutti gli ordini che m'impartì nei minuti seguenti.
Iniziai così a camminare sui tacchi, che pur essendo di soli cinque centimetri, mi sembravano dei trampoli dai quali era fin troppo facile cadere, in seguito mia zia mi fece indossare delle calze autoreggenti a rete larga, che mi resero la macchietta di una prostituta, soprattutto dopo che mi mise in testa una vistosa parrucca bionda.
"Adesso vai a pulire la cucina che mi devo preparare così iniziamo la prima vera lezione, e mi raccomando non provare a spiarmi dalla toppa della serratura perchè tanto me ne accorgo."
Quando mi fece tornare dopo una buona mezz'ora nella sua camera, mia zia sembrava un'altra persona, e non solo perchè si era truccata moltissimo, Aveva addosso solo un bustino e un tanga di pelle rossa, oltre a degli stivali sempre dello stesso materiale, ma neri con un tacco a spillo in acciaio. Il vederla vestita in quel modo se da un alto m'eccitò non poco, dall'altro mi fece capire che non avrei passato una giornata tranquilla.
"Come osi stare in piedi in mia presenza ! Subito in ginocchio o ti faccio provare la frusta !" mi urlò in faccia prima d'andarsi a sedere sulla poltroncina della camera.
Ubbidii cercando di nascondere la vistosa erezione con le mani, sistemandomi ad un paio di metri da lei.
"Allora piccolo pervertito, passato una bella nottata ?" mi chiese come se quella situazione fosse del tutto normale.
"Si signora, per fortuna dormo sempre molto bene." le risposi non avendo capito dove mi volesse portare.
"Vedi la rabbia per averti scoperto con le mie mutandine in faccia m'è passata, quindi ho deciso di farti scegliere cosa fare in futuro. Puoi fare i bagagli e tornartene a casa tua, volendo dirò a tua madre che abbiamo litigato e così finisce tutto in questo momento. Oppure puoi decidere che non potendo soddisfare nessuna donna, la tua unica possibilità è quella di farmi da servo, diventando di fatto una piccola cameriera perversa, pronta a soddisfare ogni mio desiderio in cambio di quel piacere che solo io ti posso dare." mi spiego con un tono di voce quasi monocorde "Perchè ieri sera quando ti ho sverginato hai goduto come non ti era mai successo con tutte le seghe che ti sei fatto in vita tua, sempre che non hai continuato a fartele una volta solo nel letto. Sia chiaro che non sono una sadica fine a sé stessa, ma non per questo non punirò ogni tua mancanza o errore, e che la tua obbedienza dev'essere totale e senza riserve. Ovviamente potrai andartene quando vorrai, i contratti di schiavitù sono delle gran cazzate buone solo per gli idioti che ci credono, e che farò in modo che tu trovi un lavoro che ti dia una sicurezza anche in futuro. Non farò di te una troietta transessuale col culo sfondato, ma una perfetta sissy-maid, capace di soddisfare non solo me, ma anche chi vorrò invitare. Hai un ora di tempo per pensarci, sempre che tu non abbia deciso, e in ogni caso rispetterò la tua decisione."
Se da un lato avevo paura di diventare una checca, dall'altro mia zia aveva centrato il bersaglio dicendo che mentre mi sodomizzava avevo provato un piacere per me sconosciuto, e che in fondo la mia non era una scelta definitiva, potendo andarmene in qualunque momento.
"Quindi si può dire che posso provare ad essere il suo servo signora ?" le chiesi per avere una conferma di quanto avevo capito.
"Sì e questo periodo iniziale sarà di una settimana, anche perchè non è detto che tu sia in grado di ricoprire questo ruolo, o per dirla in altre parole che tu possa soddisfarmi come voglio io."
"Allora signora accetto il periodo di prova."
"Lo sapevo che avresti accettato, e del resto non so cos’altro avresti potuto fare, quindi adesso tira fuori la lingua e fammi godere." mi rispose dopo essersi alzata per poi mettermi quasi il culo in faccia.
Allungai la lingua come un automa, per infilargliela fra le chiappe leccando anche la pelle del perizoma, senza sapere che era esattamente quel che voleva lei.
"Bisogna che ti trovi un nome femminile, ma non il solito Jessica o Samantha, che fanno tanto troia ma sono anche inflazionati. Hai qualche idea o devo fare tutto da sola come al solito ?" mi domandò cogliendomi di sorpresa.
"Non saprei, ecco io non c'avevo mai pensato." le risposi cercando di trovare un nome accettabile.
Mia zia continuò a farsi leccare le chiappe mentre si muoveva per la camera, con me dietro come un cagnolino, sino a sedersi per togliersi il perizoma, ma soprattutto infilarmi un piede in bocca ancora coperto dallo stivale, ordinandomi di leccarlo partendo dal tacco, cosa che feci senza dire nulla.
"Sai per me Valentina è un bel nome per una troia, ma c'è già quella dei fumetti che è anche una strafica, quindi per te non va bene. Quando andavo a scuola c'era una Noemi che la usava parecchio, senza considerare che era considerata una maestra dei pompini, tanto che credo siano più quelli che se la sono scopata che quelli a cui non l'ha data. Ecco credo che Noemi sarà il nome giusto per te, anche perchè non vedo il motivo per cui non ti dovrebbe andare bene."
"Noemi va benissimo signora." risposi quasi felice che avesse trovato un nome senza punirmi.
"Allora Noemi finiscila di leccarmi gli stivali, toglili e passa ai piedi."
Quello fu il primo ordine che mi diede come sissy, al quale ne sarebbe seguito un numero incalcolabile, ma da parte mie ero felice di non dover passare più la lingua sulle sue calzature.
Con mia sorpresa tolti gli stivali i piedi erano tutto tranne che profumati, e leccare ogni singolo dito fu una tortura, che aumentò quando lei prese a toccarsi fra le gambe, sfiorandosi la passera con le dita.
Quello che seguì fu solo umiliazione da parte sua, che m'insultava senza sosta per la mia quasi inesistente mascolinità, costringendomi ad infilarle la mia lingua sempre più all'interno del retto. Nonostante ciò sapevo che lei stava godendo, e ciò di riflesso mi dava ben più che un sottile piacere, quasi che i nostri cervelli fossero interconnessi.
Anche quando prese un dildo per masturbarsi, io non smisi mai di dare il mio contributo nel farla godere, anzi penso che provasse più piacere nell'umiliarmi, che nello scoparsi da sola.
"Vedi io avrei voglia di un bel cazzo che mi faccia sentire donna, e invece siccome tu non sei un uomo, sono costretta ad usarne uno finto." mi disse rallentando la sua masturbazione "Però quello che mi fa più incazzare è che so che non vedi l'ora che t'inculi come ieri, in attesa che a farlo sia un uomo che ti faccia capire che sei solo un frocio senza cazzo."
Non le risposi anche perchè c'era molto del vero in quello che aveva appena detto, ed era innegabile che aspettassi quasi con ansia d'esser nuovamente posseduto da lei con uno dei suoi strap-on, sperando che non prendesse il più grande che consideravo enorme. Anche l'esser scopato da uomo era non dico un obbiettivo, ma un punto dal quale prima o poi sarei passato, sperando che la carne viva mi avrebbe dato soddisfazioni maggiori rispetto ad un pezzo di gomma.
Alla fine mia zia raggiunse l'orgasmo, che mi schizzò in faccia neanche fosse un uomo, prendendosi poi tutto il tempo per potersi dedicare a me.
"Sdraiati sul letto col culo sul bordo, perchè prima di scoparti voglio divertirmi un po'." mi disse fissandosi al bacino lo strap-on più grande della sua collezione, una bestia di dimensioni quasi triple rispetto al mio pene.
Quando la vidi ricoprire quella mazza di gel lubrificante mi calmai moltissimo, mentre rimasi stupito nel vederla chinare davanti a me per leccarmi il buchetto.
"Hai ancora il culo bello stretto che è un piacere da vedere." mi disse sfiorandomi il pene con una mano "Peccato tu sia un troia da monta, non è vero ?"
"Sì signora." le risposi con un filo di voce.
"Non ho sentito bene quindi ripeti." m'ordinò stringendomi il membro nella mano facendomi malissimo.
"Sono una troia da monta che vuole solo esser inculata."
Pronunciai quelle parole a voce bella alta, quasi volessi più dirle a me stesso che farle comprendere a lei, ma in ogni caso il risultato fu quello di ritrovarmi due dita nel retto che mi preparavano alla penetrazione, dilatandomi il più possibile.
Quando finalmente decise di farmi provare quella bestia fu all'inizio molto delicata, tanto che me ne ritrovai metà dentro quasi senza sentire alcun dolore.
"Allora Noemi ti piace il mio cazzo ?" mi chiese afferrandomi le caviglie.
"Si signora." le risposi non potendo in alcun modo nascondere la mia erezione.
"Bene perchè adesso sarai la mia troia."
La mia dominatrice iniziò a scoparmi con una forza che non credevo potesse avere una donna, facendomi letteralmente bruciare tutte le parti coinvolte in quella folle sodomizzazione. Ad ogni mio tentativo di protestare o di chiedere clemenza, lei rispondeva affondando ancor di più lo strap-on o dandomi degli schiaffi, col risultato che alla fine non dissi più nulla cercando di provare un po' di piacere, che inevitabilmente arrivò mandandomi fuori di testa.
Nonostante non osassi dire nulla, le era ben chiaro che stavo godendo, e che ero del tutto in suo possesso, e non mancò il modo di sottolinearlo.
"Che dice la mia Noemi, quanto le piace esser inculata in questo modo ?"
"Tanto, mi piace tanto." le risposi quasi liberandomi in quel momento di ogni residuò tabù sul fatto d'esser tutto tranne che un maschio alfa.
"Allora girati e apri le chiappe da solo perchè voglio proprio sfondarti il culo."
Mi sistemai carponi al centro del letto, per poi aprirmi il più possibile le natiche con le mani, ben conscio di quello che sarebbe successo, un misto d'infermo e paradiso che è difficile da descrivere.
Lei dopo essersi piazzata dietro di me, m'inculò quasi completamente con un solo lunghissimo affondo, ma dilatato com'ero provai solo piacere, tanto che m'uscii un gemito che era tutto tranne che di dolore. Anche quando m'afferrò per i fianchi o per i capelli per potermi sbattere come l'ultima delle troie, non feci altro che godere non cercando in alcun modo di nasconderlo, anzi volli renderla partecipe di tutto ciò urlando quello che stavo provando.
"Mm sì scopa la tua puttana mia signora, dammi tutto il tuo bel cazzone e rompimi il culo perchè non voglio altro."
Quelle parole ebbero l'effetto di caricarla ancor di più, tanto che il suo incedere divenne una cavalcata al galoppo, con lei che dettava i tempi rallentando solo quando voleva prendere fiato, per poi tornare ad essere una furia.
Non so quante volte arrivai all'orgasmo, e del resto dal mio pene uscivano a sempre piccole quantità di sperma da rendere impossibile contarli in quel modo. Dopo un tempo che mi parve infinito mi ritrovai sdraiato sulla pancia con mia zia al mio fianco, con lo strap-on ancora fissato che puntava al soffitto.
"Oggi pomeriggio iniziamo con le lezioni di trucco usando anche qualche tutorial su Youtube." mi disse rompendo un silenzio che stava diventando opprimente "Hai dei lineamenti che sono tutto tranne che femminili, quindi dovrai lavorarci molto ed in fretta, perchè non mi piace scopare uno con la faccia da uomo, chiaro ?"
"Si padrona." le risposi senza quasi rendermi conto che avevo pronunciato quella parola per la prima volta "Tutto quello che lei crede sia meglio per me."
"Bene adesso vestiti e vai a fare la spesa, e pensa anche per stasera."
Dopo una decina di minuti mi ritrovai al mercato circondata da donne, sentendomi un po' come loro, anche se col culo che mi bruciava ancora un po'.
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