Entanglement & masturbazioni & threesome

di
genere
etero

“Distesi a letto, mia moglie poggiò la testa sul mio petto, il mio braccio attorno alle sue spalle.
Cominciò ad accarezzarmi l’intimità attraverso il cotone del pigiama, mentre le baciavo la fronte.
Poi mi sussurrò, piano ad un orecchio, la voce un po’ impastata dal sonno:
‘sai che vorrei? Che mettessi quel video lesbo di cui mi hai detto la volta scorsa.
Vorrei sentire che ti viene duro mentre lo guardi, e io ti masturbo. Però mi devi promettere che questa volta vieni.
Guarda, per essere sicuri, ti permetto di immaginare che quelle donne siamo Paola ed io. Non sarò gelosa di lei stanotte, basta che vieni.
Le diedi un altro bacio sulla fronte, accompagnato da un “amore mio…” mi sentivo un po’ in colpa per la sua frustrazione.
Allungai la mano al cellulare poggiato sul comodino, mentre già il solo pensiero era stata una frustata al basso ventre, facendomi crescere istantaneamente l‘erezione sotto la sua mano.
Non resistette dall’abbassare l’elastico del pigiama, per prendermi il membro tra le sue piccole dita.
‘ e se invece di un video, ti leggessi qualcosa?’
‘fai quello che ti pare, basta che ti eccita e ti faccio venire stasera, con la mia mano’
Andai a cercare quel racconto, nascosto nella valanga di altri sgrammaticati e senza senso, quelle righe che mi avevano portato alla presenza di quelle due donne.
Donne che entravano nella storia come colleghe e ne uscivano come amanti, mani che esplorano sessi bagnati di miele, dita che stringono capezzoli.
Trovatolo, le mie labbra ne fecero dono a questa coppia attempata.
Tanto dolci e sconce le parole di sesso, così dolce e sconcia la sega che mi fece mia moglie, fino a farmi venire, finalmente;
Fiotti perlacei che schizzano dalla punta del mio glande, sporcandomi la pancia.
Chiacchiere post-sesso tra marito e moglie, io che le chiedo: 'a te, invece, cosa piacerebbe leggere? Cosa ti ecciterebbe?'
Attimo di silenzio, mentre gioca con il mio seme nel mio ombelico.
'due cazzi: ogni tanto fantastico di dare piacere a due uomini, a disposizione loro, come se non fossi più me stessa, ma solo mani che stringono cazzi'
Le mie labbra che incontrano le sue, addolcite da quella fantasia sconcia”

Ecco: questo avevo scritto su quel sito, raccontando una nostra sera.
Questa sua semplice fantasia avevo pubblicato, senza molti filtri.
E pensai ad una coincidenza quando, dopo qualche giorno, lessi quelle nuove righe.
“La mia vulva bagnata si offre alla penetrazione, si offre a dita che sembrano non aver fine e che mi possiedono mentre stringo con forza i due cazzi.”
Risuonarono dentro di me per giorni, le custodii pronto a donargliele nella sera giusta, che finalmente arrivò.
Volevo ricambiare il regalo che mi aveva fatto lei. Le mie labbra alternavano baci sulla sua fronte, alla lettura di quelle parole che non la lasciavano indifferente
“Sento la mano di mio marito che mi spinge la testa verso il grembo del vicino…sento l’odore del cazzo sconosciuto ed eretto, le mie labbra che titubanti ne circondano il glande”
Una mano che regge il cellulare, l’altra che è scivolata nelle sue mutandine, si avventura lungo le labbra umide, si dedica al suo clitoride, abbandonandolo solo per penetrarla, ad intervalli irregolari.
“Cazzo, fammi venire, leggimi ancora, ho bisogno di godere stanotte”
Non capisco se a darle il piacere siano quelle parole sconce o le mie dita, ma la risposta è banale ed ovvia.
Poggia la sua mano sulla mia, per assicurarsi che non mi venga in mente di interrompere il lavoro a metà.
"Vorrei che mi succhiassi un capezzolo, ma voglio ancora sentire quel racconto, non fermarti"
Man mano che vado avanti con la lettura, lei perde il controllo assieme alla donna della storia, si tormenta da sola il seno.
Le mie dita fradice, irresistibili rumori di cavità che si riempiono, la sua fica è un corpo marino che pulsa, si allarga e si spalanca per la mia mano.
E finalmente viene.
Si gira e si rannicchia, la abbraccio da dietro, dopo essermi asciugato la mano bagnata sul pantalone del pigiama, dandole un bacio su un orecchio.
E, a quel punto, lei mi suggerisce, gli occhi chiusi mentre sta per addormentarsi: "ma se anche noi scrivessimo qualcosa?"

************

Avevo appena finito di leggerlo, sveglia di prima mattina, distesa a letto, spalle a mio marito per nascondere lo schermo del cellulare alla sua vista, i capezzoli duri per l'eccitazione.
Non resisto, vado in bagno, cellulare nella mano con una idea fissa nel cervello ed un tormento negli slip ora un po' umidi, che farò scivolare lungo le gambe per scoprirmi il ventre.
Mi siedo sul bidet e lascio scorrere l'acqua, che nasconda i rumori della mia eccitazione.
E torno a leggere...

E le immagini in quelle parole mi invadono, mi sento quasi violentata, le mie fantasie esposte nel racconto di qualcuno che non conosco e con cui non sono mai stata in contatto.
Non riesco a non immedesimarmi in quella donna, ospite del letto di quella coppia.
Sono io a tenere tra le mani le tette di quella moglie, seni pesanti, pieni e morbidi, gli ampi capezzoli che chiedono solo di essere morsi e torturati.
Sono io a offrire a quella moglie la mia fica impreziosita dall'ordinata peluria scura, una fica da leccare e far felice.
Sono io a vederla mentre suo marito la scopa, guardando i suoi lunghi capelli appoggiati sul mio ventre muoversi al ritmo della sua testa e dei suoi colpi violenti dentro di lei, lui che le viene profondo nel suo corpo.
Sono io a sfilarmi dalla presa di lei, famelica, per andare a succhiare il suo seme direttamente dalla sua intimità violata, per assaggiarlo, per cibarmene.
Mi tormento il clitoride, seduta sul bidet, finché sono scossa dal meritato orgasmo.
Voglio quella donna.
L'insopprimibile desiderio di scrivere di lei, per liberarmi da un'ossessione che mi possiede.
Desideri di persone sconosciute tra di loro, come nati da uno stesso evento, esplosi verso direzioni impreviste.

***********

Paola ed io siamo nella camera d'albergo.
Doveva esserci mio marito.
Era la nostra vacanza per staccare dai casini familiari.
Ma quegli stessi casini ci hanno obbligato a cambiare i programmi, lui rimasto a casa per evitare spiacevoli imprevisti.

Ma devo ammettere a me stessa che sono contenta di passare del tempo da sola con Paola.
La osservo spogliarsi preparandosi per la notte, si sfila le mutandine rimanendo in maglietta, il pube un po’ peloso, il suo ventre morbido di donna matura come me, posso guardarla dalla porta del bagno aperta che per qualche motivo non chiude.
Si siede stancamente sul water per fare pipì, abbiamo le gambe esauste per la gita pomeridiana.
Sento il delicato suono della sua intimità. Gusto la vista dei suoi seni pieni dietro il tessuto.
Improvvisamente ascolto il mio corpo e mi rendo conto di quello che sta succedendo.

"Quando la vedo così, la mia mano rapida scende tra le cosce, sono di nuovo bagnata, sento la figa bollente, le labbra gonfie di nuova lussuria."
Nel lungo viaggio in treno avevo ingannato il tempo avventurandomi tra racconti in quello spazio ora familiare.
Inizialmente ero tornata sulle righe scritte con lui, in cui fantasticavo di una donna che veniva a rispondere al nostro bisogno di sesso estremo e disperato.
A suo modo fu un viaggio difficile.
Difficile controllare il languore che mi aveva bagnato in mezzo alle gambe.
Difficile rimanere seduta mentre in testa risuona la mia supplica di farmi prendere in culo da mio marito sotto gli occhi di quella sconosciuta.

Ora era ancora più difficile: rimanere alla vista di Paola mentre leggevo parole di donna affamata di donna.
Paola mi guarda. Nota la mia mano tra le mie cosce. Una parola sola esce dalle sue labbra.
"Laura?"
A sentirla, un brivido mi percorre la fica.
"Paola, perché non vieni qui? Vorrei leggerti una cosa."


+++++

L'entanglement quantistico, o correlazione quantistica, è un fenomeno [...] in cui la misura di un'osservabile di un sistema (sottosistema) determina simultaneamente anche il valore della stessa osservabile degli altri.
scritto il
2024-05-03
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