Romanticismo e sesso sporco (Filastrocca)

di
genere
sentimentali

Una cosa ho imparato: che non bisogna scrivere di notte, quando si è preda dell’insonnia.
O, come oggi, quando una porzione di troppo di tiramisù mi regala un principio di reflusso (e morire soffocato nel mio vomito non mi renderebbe un nuovo Jimi Hendrix, temo).

Ma questa volta vorrei scrivere proprio quella cosa che non scriverei altrimenti.
Perché mi sembrerebbe un peccato dimenticare qualcosa del sesso di questa attempata coppia, stanotte. E allora, farlo di notte, è l'unica scelta.

Fughiamo subito ogni eventuale dubbio: non son venuto neanche stavolta, nonostante tutte le armi messe in campo. E forse dovrei farmi vedere da uno bravo.
Ma in fondo non è proprio importante.

Perché anche se non sono venuto, mia moglie rispose “Aspettavo che mio marito si svegliasse per chiedergli di scopare”, quando le chiesi che film stesse vedendo sull’ipad. E quello mi sarebbe bastato.

Perché anche se mia moglie mi avesse dato quella risposta, baciandomi, ma poi non si fosse fatta sfilare i pantaloni del pigiama, quello mi sarebbe bastato.

Perché se si fosse fatta sfilare i pantaloni del pigiama, ma non si fosse fatta succhiare i capezzoli già eretti, quello mi sarebbe bastato.

Perché se ne avessi succhiato i capezzoli eretti, ma lei non avesse cominciato a masturbarmi, quello mi sarebbe bastato.

Perché se lei avesse cominciato a masturbarmi, ma non si fosse tolta le mutandine mettendomele sul naso, quello mi sarebbe bastato.

E se si fosse tolta le mutandine mettendomele sul naso, ma non avesse chiesto di metterle una mano tra le cosce, quello mi sarebbe bastato.

E se mi avesse chiesto una mano tra le cosce, ma non mi avesse domandato nell’orecchio cosa chiederei alla mia amante, quello mi sarebbe bastato.

E se mi avesse domandato cosa chiederei alla mia amante, e non mi fossi sentito libero di confessarle che avrei desiderato una donna che mi si sedesse sulla faccia, e che mi pisciasse addosso, quello mi sarebbe bastato.

E se mi fossi sentito libero di confessarle che avrei desiderato una donna che mi si sedesse sulla faccia, e che mi pisciasse addosso, ma lei non mi avesse detto di volermi sentire venirle dentro, quello mi sarebbe bastato.

E se mi avesse detto che voleva sentirmi venirle dentro e non l’avessi messa carponi bordo letto, io in piedi, prendendola da dietro, quello mi sarebbe bastato.

E se l’avessi messa carponi bordo letto, prendendola da dietro, e la sua fica non mi avesse regalato un concerto di scuregge vaginali che non avevo mai sentito prima da lei, quello mi sarebbe bastato.

E se la sua fica mi avesse regalato quel concerto di scuregge vaginali e lei non si fosse alla fine girata supina, per l’imbarazzo, tenendosi le gambe sollevate e divaricate con le mani, chiedendo di essere presa così, un cuscino sotto il culo, quello mi sarebbe bastato.

E se lei si fosse fatta fottere supina, e non le avessi chiesto quali fantasie lei immaginava che io avessi, quello mi sarebbe bastato.

E se lei mi avesse detto che sapeva benissimo che avrei voluto leccare la fica della nostra amica Paola, avere lei seduta sulla mia faccia mentre scopavamo, e non mi avesse invitato a dirlo io stesso, quello mi sarebbe bastato.

E se io avessi ripetuto che sognavo di avere Paola seduta sulla mia faccia mentre scopavo mia moglie, e questa non fosse stata una bieca trappola per farmi confessare per l’ennesima volta le mie fantasie di tradimento, questo mi sarebbe bastato.

Ma la verità è che non era una trappola.
La verità è che ho una moglie che non si fa problemi a dirmi che posso fantasticare quanto voglio sullo scopare quella nostra amica. Basta che intanto la masturbo e la faccio venire. O magari, anche meglio, visto che io non vengo, almeno le lecco il clitoride, una garanzia per il suo orgasmo.

Che infatti arriva devastante, e posso sentirlo in tutte le contrazioni attorno alla mia lingua. E per le sue cosce che mi stringono le tempie. Che è qualcosa che mi fa impazzire anche più di un orgasmo, mentre ho il suo odore sulla faccia ed il suo sapore nella bocca.

E se non sono venuto, ha poca importanza.

Perché mia moglie mi dirà: “Devo fare pipì, e sai cosa intendo: accompagnami in bagno.”
E quando saremo in bagno, lei seduta sulla tazza, mi lascerà infilare una mano in mezzo alle sue cosce, lì sotto.
E al primo getto di urina che mi investe la mano, io sarò sconvolto da una scarica che mi frigge i neuroni. Non so che cazzo di sostanza starà girando nella mia testa incasinata. Dopamina, o chissà cosa. Non ho voglia di cercare su Google e ha poca importanza.

Perché io sono lì, inginocchiato accanto a lei, la mia testa sulla sua spalla, che mi lascio scappare imprecazioni a caso, mentre lei mi piscia sulla mano, dicendomi “lo sai che ne faccio almeno una ventina al giorno, vero?”
E quando finisce, tolgo la mano e la porto alle labbra, assaggiando il suo sapore, mentre lei si asciuga con la carta igienica.

“Però poi lavati i denti, mi raccomando, ti amo”

Certo.
E se non sono venuto neanche stanotte, sticazzi.

Mi farò vedere da uno bravo.
Ti amo.

Dajenu.



pollini_viaggi@virgilio.it
scritto il
2024-10-27
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